La mitologia della sofferenza e del martirio, che ha le sue radici nel XIX secolo, è una delle pietre angolari su cui poggia la nuova identità polacca, costruitasi dopo il 19891. Nonostante Geneviève Zubrzycki abbia affermato che la pubblicazione del testo I carnefici della porta accanto di Jan T. Gross2 «ha distrutto il mito martirologico della nazione polacca»3, ad oggi assistia mo a un ritorno di tale retorica, soprattutto in conseguenza della «politica di storia attiva» portata avanti dal partito Diritto e Giustizia (PIS), a partire dal 20154. Le parole della Zubrzycki, pubblicate nel 2017, non sono tuttavia senza fondamento in quanto si basano sulle politiche memoriali sponso- rizzate da alcune istituzioni polacche tra 2001 e 2014, dove è stato usato in modo massiccio il concetto di assenza tanto da trarne una specifica figura culturale, quella dell’Ebreo assente5 Dal 2015 però la Polonia ha «interrotto il percorso atto a scoprire la verità storica»6. Il seguente contributo vuole quindi soffermarsi sulle conseguenze di questa interruzione, alcune delle quali avvenute nel recentissimo passato e non ancora acquisite dal dibattito scientifico. Gli esempi che verranno portati saranno volti a dimostrare inol- tre come la storia della seconda guerra mondiale, in Polonia, sia ancora il più contestato aspetto dell’identità storica polacca7.

Memorie in guerra: memoriali, campi e musei della Seconda Guerra Mondiale nella Polonia contemporanea

Pobbe, Anna Veronica
2021-01-01

Abstract

La mitologia della sofferenza e del martirio, che ha le sue radici nel XIX secolo, è una delle pietre angolari su cui poggia la nuova identità polacca, costruitasi dopo il 19891. Nonostante Geneviève Zubrzycki abbia affermato che la pubblicazione del testo I carnefici della porta accanto di Jan T. Gross2 «ha distrutto il mito martirologico della nazione polacca»3, ad oggi assistia mo a un ritorno di tale retorica, soprattutto in conseguenza della «politica di storia attiva» portata avanti dal partito Diritto e Giustizia (PIS), a partire dal 20154. Le parole della Zubrzycki, pubblicate nel 2017, non sono tuttavia senza fondamento in quanto si basano sulle politiche memoriali sponso- rizzate da alcune istituzioni polacche tra 2001 e 2014, dove è stato usato in modo massiccio il concetto di assenza tanto da trarne una specifica figura culturale, quella dell’Ebreo assente5 Dal 2015 però la Polonia ha «interrotto il percorso atto a scoprire la verità storica»6. Il seguente contributo vuole quindi soffermarsi sulle conseguenze di questa interruzione, alcune delle quali avvenute nel recentissimo passato e non ancora acquisite dal dibattito scientifico. Gli esempi che verranno portati saranno volti a dimostrare inol- tre come la storia della seconda guerra mondiale, in Polonia, sia ancora il più contestato aspetto dell’identità storica polacca7.
2021
Autoritarismi, totalitarismi e luoghi del trauma. Da siti di violenza a spazi di memoria
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