Il lettore e lo spettatore. Filosofia di due metafore dell'esistenza

In the present state of war between the world and the world, when conflicts and catastrophes of every kind occupy the daily news, it seems that every atrocity can be welcomed and endured within the meshes of everyday life. It is as if contemporaries had adopted the gaze of the author of the Apocalypse, who witnesses the end of the world without being touched by it. A detached and imperturbable gaze, which Andrea Tagliapietra identifies as typical of the "spectator", a figure who in the Age of Enlightenment inaugurates the modern condition and who today increasingly places himself as the protagonist of a world conceived as a spectacle. But another figure moves to compete with him for the stage, that of the reader: since the late Middle Ages, with his silent and time-made action, the reader has not ceased to create a metaphorical, intimate and private space for the construction of the self and the search for meaning, and has not ceased, even in our day, to patiently erect a garrison of resistance to the spectacular and anesthetizing processes of homogenization of society. In this sense, reading ends up revealing itself as a powerful, vital and revolutionary gesture. Through a dense dialogue between words and images, the two emblematic figures of the reader and the spectator take shape in the pages of this book, configuring themselves as two modes of existence that are placed at extremes, even though they find themselves coexisting. On the one hand, there are those who passively witness the catastrophe, deluding themselves that they will always survive it, and on the other, those who, through the secret of reading, try to oppose the daily apocalypse with the barrier of their own singularity.

Nel presente stato di guerra del mondo con il mondo, quando conflitti e catastrofi di ogni genere occupano le cronache di tutti i giorni, sembra che ogni atrocità possa essere accolta e sopportata nelle maglie del quotidiano. È come se i contemporanei avessero fatto proprio lo sguardo dell’autore dell’Apocalisse, che assiste alla fine del mondo senza venirne toccato. Uno sguardo distaccato e imperturbabile, che Andrea Tagliapietra individua come tipico dello «spettatore», figura che nell’età dei Lumi inaugura la condizione moderna e che oggi si pone sempre più come protagonista di un mondo concepito come spettacolo. A contendergli la scena si muove però un’altra figura, quella del lettore: fin dal tardo medioevo, con la sua azione silenziosa e fatta di tempo, il lettore non cessa di creare uno spazio metaforico, intimo e privato, di costruzione del sé e di ricerca di senso, non smette, ancora ai giorni nostri, di erigere pazientemente un presidio di resistenza ai processi spettacolari e anestetizzanti di omologazione della società. In questo senso, la lettura finisce per rivelarsi un gesto potente, vitale e rivoluzionario. Attraverso un fittissimo dialogo tra parole e immagini, le due figure emblematiche del lettore e dello spettatore prendono forma nelle pagine di questo libro, configurandosi come due modalità dell’esistenza che si pongono agli estremi, pur trovandosi a convivere. Da un lato c’è chi assiste passivamente alla catastrofe, illudendosi di sopravviverle sempre, e dall’altro chi, attraverso il segreto della lettura, prova a opporre all’apocalisse quotidiana l’argine della propria singolarità.