Gli stili comunicativi delle persone autistiche, in quanto peculiari e minoritari, le espongono potenzialmente ad una maggior frequenza di feedback negativi e tentativi di correzione (riguardo a loquacità, modalità di comunicazione9, argomenti di conversazione, componenti non verbali e paralinguistiche del discorso), offerti sotto forma di commenti, suggerimenti e trattamenti abilitativi. Nell’ambito dei trattamenti sulla comunicazione, intendiamo focalizzarci sulla dimensione etica degli interventi logopedici. Un’aspettativa comune verso la logopedia è che debba contribuire ad abilitare le persone a usare le modalità comunicative più rappresentate nella popolazione umana; questo si traduce spesso nell’obiettivo di elicitare il linguaggio verbale – come se fosse intrinsecamente migliore e preferibile rispetto ad altre modalità – modificandone eventualmente la forma per avvicinarlo quanto più possibile alla norma statistica. Con questo contributo intendiamo sostenere il diritto delle persone di scegliere quando e come comunicare, e di essere soggetti e non oggetti di eventuali interventi; riteniamo opportuno che gli interventi avvengano solo se concepiti e percepiti come aiuto utile e gradito, e che gli esiti auspicati siano la soddisfazione nelle interazioni sociali e l’aumento della qualità di vita. Questa riflessione è sorta dal confronto tra due logopediste con esperienza clinica con persone autistiche e un ricercatore specializzato in antropologia, educazione linguistica e medicina narrativa. La scrittura è avvenuta durante sessioni collettive e descrive lo stato attuale del processo di confronto e consenso fra i tre autori sugli argomenti qui presentati. Ci rivolgiamo a professionisti e a persone che usufruiscono o hanno usufruito del servizio logopedico e alle loro famiglie, auspicando un confronto allargato ad altre prospettive e punti di vista (caregiver, professionisti di altri settori inerenti la cura e l’educazione, persone che lavorano in ambito amministrativo e politico...).
Decolonizzare la comunicazione delle persone autistiche: riflessioni per una pratica logopedica che accolga la diversità comunicativa
Trentanove Federico
2024-01-01
Abstract
Gli stili comunicativi delle persone autistiche, in quanto peculiari e minoritari, le espongono potenzialmente ad una maggior frequenza di feedback negativi e tentativi di correzione (riguardo a loquacità, modalità di comunicazione9, argomenti di conversazione, componenti non verbali e paralinguistiche del discorso), offerti sotto forma di commenti, suggerimenti e trattamenti abilitativi. Nell’ambito dei trattamenti sulla comunicazione, intendiamo focalizzarci sulla dimensione etica degli interventi logopedici. Un’aspettativa comune verso la logopedia è che debba contribuire ad abilitare le persone a usare le modalità comunicative più rappresentate nella popolazione umana; questo si traduce spesso nell’obiettivo di elicitare il linguaggio verbale – come se fosse intrinsecamente migliore e preferibile rispetto ad altre modalità – modificandone eventualmente la forma per avvicinarlo quanto più possibile alla norma statistica. Con questo contributo intendiamo sostenere il diritto delle persone di scegliere quando e come comunicare, e di essere soggetti e non oggetti di eventuali interventi; riteniamo opportuno che gli interventi avvengano solo se concepiti e percepiti come aiuto utile e gradito, e che gli esiti auspicati siano la soddisfazione nelle interazioni sociali e l’aumento della qualità di vita. Questa riflessione è sorta dal confronto tra due logopediste con esperienza clinica con persone autistiche e un ricercatore specializzato in antropologia, educazione linguistica e medicina narrativa. La scrittura è avvenuta durante sessioni collettive e descrive lo stato attuale del processo di confronto e consenso fra i tre autori sugli argomenti qui presentati. Ci rivolgiamo a professionisti e a persone che usufruiscono o hanno usufruito del servizio logopedico e alle loro famiglie, auspicando un confronto allargato ad altre prospettive e punti di vista (caregiver, professionisti di altri settori inerenti la cura e l’educazione, persone che lavorano in ambito amministrativo e politico...).I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.