Volume che raccoglie gli atti del convegno tenutosi tra Pisa (Scuola Normale Superiore) e Firenze (Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento) il 24-25 ottobre del 2019 sulle lettere degli scrittori nel primo Cinquecento. Queste sono alcune delle domande che ne hanno animato l’organizzazione: cosa cerchiamo nella scrittura epistolare di grandi autori e autrici del primo Cinquecento quando è composta «a ventura» (cioè ‘a mano libera’) e cosa quando è composta «col compasso» (in modo più retoricamente formalizzato)? Quale habitus mentale adotta uno «scrivente» che è anche «scrittore», quando impugna la penna per stendere lettere private con finalità soprattutto pratiche, e quando invece mira alla costruzione di un testo epistolare curato nei dettagli, magari in vista di una sua diffusione pubblica? Qual è il discrimine (linguistico, stilistico, retorico) tra documento storico e opera letteraria? Dieci contributi su altrettanti autori fra i più importanti del primo Cinquecento – Castiglione, Machiavelli, Guicciardini, Della Casa, Gambara, Colonna, Michelangelo, Aretino, Bembo, Doni – rispondono a tali interrogativi mostrando l’approccio tenuto nei confronti della scrittura epistolare in peculiari situazioni e circostanze.
Scrivere «a ventura» o «col compasso». Le lettere degli scrittori nel primo Cinquecento
Veronica Andreani
2024-01-01
Abstract
Volume che raccoglie gli atti del convegno tenutosi tra Pisa (Scuola Normale Superiore) e Firenze (Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento) il 24-25 ottobre del 2019 sulle lettere degli scrittori nel primo Cinquecento. Queste sono alcune delle domande che ne hanno animato l’organizzazione: cosa cerchiamo nella scrittura epistolare di grandi autori e autrici del primo Cinquecento quando è composta «a ventura» (cioè ‘a mano libera’) e cosa quando è composta «col compasso» (in modo più retoricamente formalizzato)? Quale habitus mentale adotta uno «scrivente» che è anche «scrittore», quando impugna la penna per stendere lettere private con finalità soprattutto pratiche, e quando invece mira alla costruzione di un testo epistolare curato nei dettagli, magari in vista di una sua diffusione pubblica? Qual è il discrimine (linguistico, stilistico, retorico) tra documento storico e opera letteraria? Dieci contributi su altrettanti autori fra i più importanti del primo Cinquecento – Castiglione, Machiavelli, Guicciardini, Della Casa, Gambara, Colonna, Michelangelo, Aretino, Bembo, Doni – rispondono a tali interrogativi mostrando l’approccio tenuto nei confronti della scrittura epistolare in peculiari situazioni e circostanze.File | Dimensione | Formato | |
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