L’etimologia incerta di “sirena” viene probabilmente dal verbo greco seirazen, con rimandi anche all’ebraico sir (canto) e al radicale sanscrito sr (fluido in movimento): seirazen è legare con una corda (ma anche prosciugare, cosa che apparenta le Sirene a miraggi meridiani), una legatura (seirà) che emana il fascinus (incantesimo lanciato a parole) di un sortilegio. Le sirene, nella forma più arcaica donne-uccello, dal Medioevo ibridate coi pesci e più simili alle Ondine (titolo, tra l’altro, di un'opera audio di Bartolini del 2020), vantano una genealogia acquatica, essendo considerate alternativamente figlie della divinità fluviale Acheloo e di Mnemosine, o delle temibili divinità marine Forchi e Cheto. Anche il loro destino è l’acqua, dove si suiciderebbero per non esser riuscite ad affascinare Ulisse. In mare, gli avvistamenti delle Sirene sono durati per secoli, forse per via dell’esistenza degli animali sirenidi, anfibi coi soli arti anteriori, e di una specie di dugongo che può aver indotto marinai, scienziati e scrittori a immaginarli al punto da inventarli (una sottile, e “macchinosa”, forma di dominio anch’essa): come nel caso della sirena delle Fiji, artificio composto di parti animali che inaugurò una vera e propria moda e produzione in serie, alimentata dal gusto ottocentesco per le mostruosità freak.
Il fascino delle sirene
Timeto, Federica
2023-01-01
Abstract
L’etimologia incerta di “sirena” viene probabilmente dal verbo greco seirazen, con rimandi anche all’ebraico sir (canto) e al radicale sanscrito sr (fluido in movimento): seirazen è legare con una corda (ma anche prosciugare, cosa che apparenta le Sirene a miraggi meridiani), una legatura (seirà) che emana il fascinus (incantesimo lanciato a parole) di un sortilegio. Le sirene, nella forma più arcaica donne-uccello, dal Medioevo ibridate coi pesci e più simili alle Ondine (titolo, tra l’altro, di un'opera audio di Bartolini del 2020), vantano una genealogia acquatica, essendo considerate alternativamente figlie della divinità fluviale Acheloo e di Mnemosine, o delle temibili divinità marine Forchi e Cheto. Anche il loro destino è l’acqua, dove si suiciderebbero per non esser riuscite ad affascinare Ulisse. In mare, gli avvistamenti delle Sirene sono durati per secoli, forse per via dell’esistenza degli animali sirenidi, anfibi coi soli arti anteriori, e di una specie di dugongo che può aver indotto marinai, scienziati e scrittori a immaginarli al punto da inventarli (una sottile, e “macchinosa”, forma di dominio anch’essa): come nel caso della sirena delle Fiji, artificio composto di parti animali che inaugurò una vera e propria moda e produzione in serie, alimentata dal gusto ottocentesco per le mostruosità freak.File | Dimensione | Formato | |
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