Tra il 1771 e il 1789 Giovanni Cristofano Amaduzzi pubblicò, quale responsabile della Stamperia di Propaganda Fide, oltre dieci alfabeti che riproducevano i segni grafici delle principali lingue orientali allora conosciute: dal greco, ebraico e arabo, fino ad arrivare al persiano, al sanscrito e al tibetano. L’opera dell’Amaduzzi rappresentò il tentativo di sollevare l’impresa tipografica romana al livello delle altre stamperie europee che proprio in quegli anni si interessavano allo studio e alla pubblicazione delle lingue orientali. Se la storiografia ha considerato questa stagione come l’inizio dello studio scientifico delle civiltà orientali, la mostra qui presentata lo interpreta, invece, come una tappa intermedia del lungo processo di scoperta e analisi delle altre civiltà, che caratterizzò la cultura Europea. Tale processo, pur antichissimo, vide il suo momento di svolta nel XV secolo quando l’interesse per la filologia e le fonti originali incominciò a focalizzarsi non solo sul greco e sul latino, ma anche sull’ebraico, l’arabo e le altre lingue orientali che progressivamente si andavano incontrando.

Demoni, dei e orizzonti di inchiostro e carta. Tibet e India nelle incisioni delle opere di Giorgi, Holwell e Turner.

chiara bellini
2015-01-01

Abstract

Tra il 1771 e il 1789 Giovanni Cristofano Amaduzzi pubblicò, quale responsabile della Stamperia di Propaganda Fide, oltre dieci alfabeti che riproducevano i segni grafici delle principali lingue orientali allora conosciute: dal greco, ebraico e arabo, fino ad arrivare al persiano, al sanscrito e al tibetano. L’opera dell’Amaduzzi rappresentò il tentativo di sollevare l’impresa tipografica romana al livello delle altre stamperie europee che proprio in quegli anni si interessavano allo studio e alla pubblicazione delle lingue orientali. Se la storiografia ha considerato questa stagione come l’inizio dello studio scientifico delle civiltà orientali, la mostra qui presentata lo interpreta, invece, come una tappa intermedia del lungo processo di scoperta e analisi delle altre civiltà, che caratterizzò la cultura Europea. Tale processo, pur antichissimo, vide il suo momento di svolta nel XV secolo quando l’interesse per la filologia e le fonti originali incominciò a focalizzarsi non solo sul greco e sul latino, ma anche sull’ebraico, l’arabo e le altre lingue orientali che progressivamente si andavano incontrando.
2015
orientalismi. Buddhismo, Induismo, Ebraismo e Islam nelle raccolte della Biblioteca Gambalunga (secoli XV-XVIII)
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