Parlando della relazione tra memoria culturale e tecnologie digitali, non si può prescindere da Wikipedia, la più grande enciclopedia online esistente, utilizzata ogni giorno da milioni di utenti in tutto il mondo per la ricerca e l'archiviazione di informazioni. Partendo dall'esame dei record di ricerca dell'ultimo decennio di attività (2007-2017), lo scopo di questo intervento è innanzitutto valutare il tipo di memoria digitale globale che ne risulta, soffermandosi sulle specificità delle tecnologie digitali che hanno contribuito a formarla. Per memorizzazione si può intendere l'inscrizione di segni su un supporto. Questa definizione generale è adattabile a un geroglifico, una sequenza di DNA, agli anelli d'accrescimento di un albero o alla digitalizzazione di un libro. In tutti questi casi un'informazione viene memorizzata come traccia su un supporto. Invece che un codice di cinque nucleotidi o 26 grafi, le tecnologie digitali usano un codice binario (0/1) per inscrivere delle informazioni su dispositivi di memoria. La “rivoluzione digitale” rappresenta un potente volano per i processi culturali, come già lo furono l'introduzione della scrittura e della moneta; tuttavia, solo recentemente si stanno arrivando a comprendere tutte le opportunità e i rischi di questo nuovo strumento culturale. La digital anthropology si occupa da decenni di questi temi, focalizzandosi in particolare sulla retorica dell'omogeneizzazione del sapere umano e sulla profonda ambiguità della cultura digitale. In quest'ottica, Wikipedia è un case study ideale: enciclopedia open source e gratuita, le sue voci sono create e modificate da una rete di utenti che cambia costantemente, introducendo problemi di autorialità e autorevolezza. Non solo immagini, ma contenuti multimediali di ogni tipo sono accessibili a chiunque, formando uno dei più grandi centri di memoria digitale, un cantiere per la digitalizzazione del sapere umano, che proprio per questo deve affrontare il problema della neutralità. Come nella prima legge delle dinamica, la neutralità digitale è una condizione dove tutte le forze culturali sono bilanciate, dove cioè gli interessi sociali, economici o politici degli utenti vengono sospesi o annullati per ottenere una conoscenza “pura”. Tuttavia, è facile accorgersi di come gli stessi record di ricerca mostrino ambiguità, orientamenti, specificità che riflettono le dinamiche e gli interessi di un mondo globale che cambia. Il caso di Wikipedia diventa interessante per capire come pure un'immagine possa perdere la sua “neutralità” nel mondo digitale, diventando parte di un sapere disomogeneo, viscoso, in cui il peso complessivo delle inter-relazioni virtuali arriva a riflettersi sul modo in cui interpretiamo la realtà intorno a noi, influenzando nel profondo la cultura umana.

Tra zero e uno: l’ambiguità della memoria digitale globale

Nicola Martellozzo
2020-01-01

Abstract

Parlando della relazione tra memoria culturale e tecnologie digitali, non si può prescindere da Wikipedia, la più grande enciclopedia online esistente, utilizzata ogni giorno da milioni di utenti in tutto il mondo per la ricerca e l'archiviazione di informazioni. Partendo dall'esame dei record di ricerca dell'ultimo decennio di attività (2007-2017), lo scopo di questo intervento è innanzitutto valutare il tipo di memoria digitale globale che ne risulta, soffermandosi sulle specificità delle tecnologie digitali che hanno contribuito a formarla. Per memorizzazione si può intendere l'inscrizione di segni su un supporto. Questa definizione generale è adattabile a un geroglifico, una sequenza di DNA, agli anelli d'accrescimento di un albero o alla digitalizzazione di un libro. In tutti questi casi un'informazione viene memorizzata come traccia su un supporto. Invece che un codice di cinque nucleotidi o 26 grafi, le tecnologie digitali usano un codice binario (0/1) per inscrivere delle informazioni su dispositivi di memoria. La “rivoluzione digitale” rappresenta un potente volano per i processi culturali, come già lo furono l'introduzione della scrittura e della moneta; tuttavia, solo recentemente si stanno arrivando a comprendere tutte le opportunità e i rischi di questo nuovo strumento culturale. La digital anthropology si occupa da decenni di questi temi, focalizzandosi in particolare sulla retorica dell'omogeneizzazione del sapere umano e sulla profonda ambiguità della cultura digitale. In quest'ottica, Wikipedia è un case study ideale: enciclopedia open source e gratuita, le sue voci sono create e modificate da una rete di utenti che cambia costantemente, introducendo problemi di autorialità e autorevolezza. Non solo immagini, ma contenuti multimediali di ogni tipo sono accessibili a chiunque, formando uno dei più grandi centri di memoria digitale, un cantiere per la digitalizzazione del sapere umano, che proprio per questo deve affrontare il problema della neutralità. Come nella prima legge delle dinamica, la neutralità digitale è una condizione dove tutte le forze culturali sono bilanciate, dove cioè gli interessi sociali, economici o politici degli utenti vengono sospesi o annullati per ottenere una conoscenza “pura”. Tuttavia, è facile accorgersi di come gli stessi record di ricerca mostrino ambiguità, orientamenti, specificità che riflettono le dinamiche e gli interessi di un mondo globale che cambia. Il caso di Wikipedia diventa interessante per capire come pure un'immagine possa perdere la sua “neutralità” nel mondo digitale, diventando parte di un sapere disomogeneo, viscoso, in cui il peso complessivo delle inter-relazioni virtuali arriva a riflettersi sul modo in cui interpretiamo la realtà intorno a noi, influenzando nel profondo la cultura umana.
2020
Immagine e memoria nell'era digitale
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tra zero e uno_ Ambiguità della memoria digitale globale.pdf

non disponibili

Tipologia: Versione dell'editore
Licenza: Copyright dell'editore
Dimensione 257.44 kB
Formato Adobe PDF
257.44 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/5044843
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact