Per un ‘petrarchismo’ pestilenziale. Prime indagini sulle variazioni della canzone della peste nel tardo Cinquecento

Durante la peste del 1576 – la prima grande epidemia dell’Età Moderna – si registra, soprattutto in Veneto, un importante aumento delle scritture che hanno narrato e descritto la diffusione della pesti-lenza. Tra queste diverse forme di scrittura si ritrovano anche delle canzoni, di cui questo contributo mira a offrirne una descrizione. Grazie a un caso del tutto ignorato dagli studi, la canzoni sulla peste in lingua italiana di Giovanbattista Maganza, autore vicentino noto prevalentemente per la sua produzione rustica di stampo ruzantiano, si è proposta un’analisi formale quanto contenutistica di questa rimeria sulla catastrofe. Dopo un inquadramento generale dei contenuti dei testi, è stata presa in considerazio-ne la forma metrica delle canzoni – che recuperano lo schema petrarchesco di Rvf 70 – e il loro stile, al fine di evidenziare come lo spunto pestilenziale, letto e interpretato con gli occhi di un artista dell’Età della Controriforma, si configuri come originale accesso a una rimodulazione dell’illustre genere me-trico tradizionale, nonché peculiare variatio della moda del tardo Cinquecento della rimeria spirituale.