I boschi sono indubbiamente una delle risorse “naturali” più ricercate in un mondo e in un sistema produttivo in cui essi rappresentano anzitutto la principale fonte di energia di origine non animale, fornendo legname e carbone di legna; inoltre forniscono materiale per la costruzione dei più diversi oggetti di uso quotidiano, attrezzi agricoli e contenitori vari (basti pensare alla produzione di botti da vino), foraggio per l’allevamento e, fondamentali, grandi tronchi destinati alla carpenteria. Le abbazie cistercensi, e Chiaravalle Milanese tra queste, non possono essere e non sono disinteressate al possesso questa preziosa risorsa. Il tema continua a essere attuale e il dibattito intorno al refrain “cistercensi dissodatori” ancora vivace, aggiornato ai nuovi interessi e sensibilità ambientali. L’idea di un legame profondo tra i monaci bianchi, con la loro originaria ispirazione eremitica, e quei “deserti occidentali” per eccellenza che erano i boschi circola oggi largamente dentro e fuori della medievistica, particolare tra geografi, storici del paesaggio e dell’architettura, oltre che tra un pubblico di non specialisti. Il saggio discute attitudini, forme di proprietà e d'uso dei monaci di Chiaravalle Milanese tra XII e XIII secolo.
Ritorno alla natura: sui boschi di Chiaravalle Milanese
Anna Rapetti
In corso di stampa
Abstract
I boschi sono indubbiamente una delle risorse “naturali” più ricercate in un mondo e in un sistema produttivo in cui essi rappresentano anzitutto la principale fonte di energia di origine non animale, fornendo legname e carbone di legna; inoltre forniscono materiale per la costruzione dei più diversi oggetti di uso quotidiano, attrezzi agricoli e contenitori vari (basti pensare alla produzione di botti da vino), foraggio per l’allevamento e, fondamentali, grandi tronchi destinati alla carpenteria. Le abbazie cistercensi, e Chiaravalle Milanese tra queste, non possono essere e non sono disinteressate al possesso questa preziosa risorsa. Il tema continua a essere attuale e il dibattito intorno al refrain “cistercensi dissodatori” ancora vivace, aggiornato ai nuovi interessi e sensibilità ambientali. L’idea di un legame profondo tra i monaci bianchi, con la loro originaria ispirazione eremitica, e quei “deserti occidentali” per eccellenza che erano i boschi circola oggi largamente dentro e fuori della medievistica, particolare tra geografi, storici del paesaggio e dell’architettura, oltre che tra un pubblico di non specialisti. Il saggio discute attitudini, forme di proprietà e d'uso dei monaci di Chiaravalle Milanese tra XII e XIII secolo.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.