Negli ultimi due decenni le possibilità di interazione tra arte e impresa sono state estese oltre le forme tradizionali e consolidate di filantropia, sponsorizzazione, attività di pubbliche relazioni, al fine di esplorare forme di impegno orientate all’apprendimento, meglio definite come interventi artistici nelle organizzazioni (Berthoin Antal 2009; Berthoin Antal & Strauß, 2016; Darsø 2004). Promuovendo nuovi modi di vedere, pensare e allo stesso tempo andare incontro alle necessità aziendali, tali interventi rappresentano vere e proprie esperienze estetiche in grado di coinvolgere completamente i sensi delle persone, guidando le decisioni e le azioni dei manager e dei referenti aziendali anche in condizioni incerte, sviluppando quelle capacità delle persone nei confronti dell’organizzazione quale organismo consapevole necessarie per affrontare “l’inaspettato”, ossia qualsiasi nuovo elemento in grado di mettere in discussione se stessi e gli stessi meccanismi decisionali (Berthoin Antal & Strauß, 2016; Weick & Sutcliffe 2007). Gli studiosi in questo campo hanno riconosciuto che l’effetto più promettente degli interventi artistici risiede nel potere del cosiddetto “apprendimento esperienziale”, sviluppato attraverso approcci artistici ed estetici (Darsø 2016), ossia mediante un processo di apprendimento che si svolge nei cosiddetti “interspazi” (Berthoin Antal & Strauß, 2016). Gli interspazi (o interspaces) sono stati definiti come “spazi di possibilità”, in cui i partecipanti sperimentano nuovi modi di vedere, pensare e fare cose diverse dal solito, che aggiungono valore per loro personalmente, spazi in cui le norme sono sospese per consentire la sperimentazione, dove l’energia e le emozioni sono elementi chiave per il loro stesso funzionamento. Arte ed estetica possono quindi potenziare processi innovativi di apprendimento e generazione di conoscenza nelle organizzazioni (Caré et al., 2018) in quanto consentono alle persone di acquisire sapere non soltanto in modo cognitivo, ma anche attraverso il coinvolgimento di elementi fisici ed emotivi quali sentimenti, desideri, ricordi, che hanno il potere di trasformare il semplice spazio di lavoro in uno spazio di lavoro estetico (Sutherland 2012). Il presente lavoro nasce da queste premesse e si propone di comprendere e definire le condizioni essenziali che facilitano e consentono l’incontro fecondo tra arte e impresa, inteso quale forma di impegno orientato all’apprendimento, vero e proprio processo di creazione e trasformazione della conoscenza.
Atmosfere creative per la collaborazione tra arte e impresa
Fabrizio Panozzo;Silvia Cacciatore
2021-01-01
Abstract
Negli ultimi due decenni le possibilità di interazione tra arte e impresa sono state estese oltre le forme tradizionali e consolidate di filantropia, sponsorizzazione, attività di pubbliche relazioni, al fine di esplorare forme di impegno orientate all’apprendimento, meglio definite come interventi artistici nelle organizzazioni (Berthoin Antal 2009; Berthoin Antal & Strauß, 2016; Darsø 2004). Promuovendo nuovi modi di vedere, pensare e allo stesso tempo andare incontro alle necessità aziendali, tali interventi rappresentano vere e proprie esperienze estetiche in grado di coinvolgere completamente i sensi delle persone, guidando le decisioni e le azioni dei manager e dei referenti aziendali anche in condizioni incerte, sviluppando quelle capacità delle persone nei confronti dell’organizzazione quale organismo consapevole necessarie per affrontare “l’inaspettato”, ossia qualsiasi nuovo elemento in grado di mettere in discussione se stessi e gli stessi meccanismi decisionali (Berthoin Antal & Strauß, 2016; Weick & Sutcliffe 2007). Gli studiosi in questo campo hanno riconosciuto che l’effetto più promettente degli interventi artistici risiede nel potere del cosiddetto “apprendimento esperienziale”, sviluppato attraverso approcci artistici ed estetici (Darsø 2016), ossia mediante un processo di apprendimento che si svolge nei cosiddetti “interspazi” (Berthoin Antal & Strauß, 2016). Gli interspazi (o interspaces) sono stati definiti come “spazi di possibilità”, in cui i partecipanti sperimentano nuovi modi di vedere, pensare e fare cose diverse dal solito, che aggiungono valore per loro personalmente, spazi in cui le norme sono sospese per consentire la sperimentazione, dove l’energia e le emozioni sono elementi chiave per il loro stesso funzionamento. Arte ed estetica possono quindi potenziare processi innovativi di apprendimento e generazione di conoscenza nelle organizzazioni (Caré et al., 2018) in quanto consentono alle persone di acquisire sapere non soltanto in modo cognitivo, ma anche attraverso il coinvolgimento di elementi fisici ed emotivi quali sentimenti, desideri, ricordi, che hanno il potere di trasformare il semplice spazio di lavoro in uno spazio di lavoro estetico (Sutherland 2012). Il presente lavoro nasce da queste premesse e si propone di comprendere e definire le condizioni essenziali che facilitano e consentono l’incontro fecondo tra arte e impresa, inteso quale forma di impegno orientato all’apprendimento, vero e proprio processo di creazione e trasformazione della conoscenza.File | Dimensione | Formato | |
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