Gli esercizi di Patañjali. Contro la vorticosità delle affezioni della vita abitudinaria

I patemi d’animo, i disagi relazionali e i malanni del corpo affliggono e tormentano, da secoli, l’animale umano, travolto dai vorticosi e incalzanti flutti della vita quotidiana, ovunque e da sempre segnata dall’incertezza degli esiti e dalla precarietà degli equilibri. Un animale che, oggi come ieri, è chiamato a dotar- si di cure, rimedi e di sistemi immunizzanti che lo mettano in condizione di governare le complesse commistioni tra la vita e le forme, tra le istanze pulsionali e i modelli ideali, tra la con- tingenza della prassi e l’astrattezza del pensiero, tra le certezze del sensibile e le promesse dell’immaginabile, tra eros e thánatos. Ed è proprio per porre rimedio ai tormenti e alle afflizioni derivanti dalla partecipazione a questo scenario di fondo che sono state disposte le ‘proposizioni’ (sūtra) e gli ‘esercizi meto- dici’ (kriyāyoga) presentati negli Yogasūtra attribuiti a Patañjali, autore vissuto in India tra il IV e il V secolo d.C. (c. 325-425 d.C.)1. Un’opera composta in lingua sanscrita e costituita da 195 brevi e succinte ‘proposizioni’ (sūtra) – ossia ‘stringhe’, ‘sunti’, ‘spunti’, summae –, ripartite in quattro sezioni progressive dette ‘quarti’ (pāda).