Il Rapporto di ricerca Le politiche familiari della Regione del Veneto. Analisi dei capitoli di spesa della “Funzione obiettivo Famiglia” presenta un quadro analitico complessivo in materia di politiche familiari della Regione del Veneto. Questo Rapporto di ricerca si colloca nel filone della valutazione delle politiche pubbliche, che in Italia resta ancora un ambito di analisi poco praticato. Carenza dovuta sia per una mancanza della ‘cultura’ sulla valutazione della performance pubblica, sia per la scarsa conoscenza dei vantaggi che tale tipo di analisi può produrre in termini di maggiore efficacia delle risorse e dei processi organizzativi. Sono numerosi gli ambiti attraverso i quali si può produrre valutazione in ambito pubblico. Una prima classificazione (Martini, Sisti 2007), che non esaurisce tutti i possibili modi di fare e intendere valutazione, è la seguente: valutare per scegliere (tra alternative); valutare per gestire (le organizzazioni); valutare per rendere conto (a soggetti esterni); valutare per apprendere (l’utilità delle soluzioni adottate); valutare per motivare (una collettività verso uno scopo comune). Coerentemente con gli obiettivi della Convenzione di reciproco interesse tra l’Osservatorio della Spesa e delle Politiche Pubbliche del Consiglio regionale del Veneto e il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università degli Studi di Verona il percorso di analisi ha sviluppato in modo trasversale due specifici ambiti conoscitivi della valutazione: 1) ‘valutare per rendere conto’; 2) ‘valutare per apprendere’. Il primo (valutare per rendere conto) mira a descrivere cosa ha realizzato la Regione del Veneto in materia di politiche familiari nel periodo 2003-2013. Le informazioni raccolte in questo ambito assumono soprattutto una valenza conoscitiva che offre la possibilità di individuare le strategie di intervento adottate, le attività realizzate e i risultati conseguiti, senza la pretesa di cogliere le criticità degli interventi e stimarne gli effetti. Finalità principale di questo tipo di valutazione è la trasparenza, attraverso la quale l’ente rende conto, ad una pluralità di destinatari e in forma pubblica, delle attività realizzate. I capitoli del Rapporto di ricerca dedicati alle politiche familiari della Regione del Veneto (capitolo secondo) e all’approfondimento sui servizi socio-educativi per la prima infanzia della Regione del Veneto (capitolo terzo) sono strutturati seguendo questa logica. Il secondo ambito (valutare per apprendere) mira in modo diretto a cogliere se le politiche adottate dalla Regione del Veneto in materia di servizi socio-educativi per l’infanzia, così come state attuate nel periodo 2003-2013, rispondono in modo efficace ai bisogni delle famiglie venete. Di fatto si configura come un approccio che valuta decisioni e attività del passato per valutare se rinnovare/aggiornare i presupposti e gli interventi adottati con quella specifica misura. Le due domande centrali di questo tipo di approccio, contestualizzate nel Rapporto di ricerca, sono: 1) “in che modo il disegno originario della politica relativa ai servizi socio-educativi per la prima infanzia si è tradotta in azioni concrete?”; 2) “in che modo l’intervento pubblico ha prodotto gli effetti desiderati?”. Queste due domande sono la traccia che accompagna la struttura del terzo capitolo del Rapporto di ricerca, dedicato ai servizi socio-educativi per la prima infanzia in Veneto, con la consapevolezza dei limiti insiti in questo tipo di analisi data la tipologia dei dati a disposizione per questo Rapporto di ricerca. L’approfondimento presenta in dettaglio le caratteristiche dei beneficiari di tali misure e come si è evoluta l’offerta a livello territoriale, considerando anche la popolazione di riferimento. Va precisato che gli indicatori utilizzati per questa analisi non consentono di stabilire nessi causali perché, come viene riportato in letteratura, questo è possibile solo con il confronto tra valore fattuale e controfattuale, ovvero la stima del valore che la variabile “risultato” avrebbe avuto se il gruppo dei trattati non fosse stato sottoposto al trattamento.

Le politiche familiari della Regione del Veneto. Analisi dei capitoli di spesa della “Funzione obiettivo Famiglia” nel periodo 2003-2013

BERTANI, MICHELE
2015-01-01

Abstract

Il Rapporto di ricerca Le politiche familiari della Regione del Veneto. Analisi dei capitoli di spesa della “Funzione obiettivo Famiglia” presenta un quadro analitico complessivo in materia di politiche familiari della Regione del Veneto. Questo Rapporto di ricerca si colloca nel filone della valutazione delle politiche pubbliche, che in Italia resta ancora un ambito di analisi poco praticato. Carenza dovuta sia per una mancanza della ‘cultura’ sulla valutazione della performance pubblica, sia per la scarsa conoscenza dei vantaggi che tale tipo di analisi può produrre in termini di maggiore efficacia delle risorse e dei processi organizzativi. Sono numerosi gli ambiti attraverso i quali si può produrre valutazione in ambito pubblico. Una prima classificazione (Martini, Sisti 2007), che non esaurisce tutti i possibili modi di fare e intendere valutazione, è la seguente: valutare per scegliere (tra alternative); valutare per gestire (le organizzazioni); valutare per rendere conto (a soggetti esterni); valutare per apprendere (l’utilità delle soluzioni adottate); valutare per motivare (una collettività verso uno scopo comune). Coerentemente con gli obiettivi della Convenzione di reciproco interesse tra l’Osservatorio della Spesa e delle Politiche Pubbliche del Consiglio regionale del Veneto e il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università degli Studi di Verona il percorso di analisi ha sviluppato in modo trasversale due specifici ambiti conoscitivi della valutazione: 1) ‘valutare per rendere conto’; 2) ‘valutare per apprendere’. Il primo (valutare per rendere conto) mira a descrivere cosa ha realizzato la Regione del Veneto in materia di politiche familiari nel periodo 2003-2013. Le informazioni raccolte in questo ambito assumono soprattutto una valenza conoscitiva che offre la possibilità di individuare le strategie di intervento adottate, le attività realizzate e i risultati conseguiti, senza la pretesa di cogliere le criticità degli interventi e stimarne gli effetti. Finalità principale di questo tipo di valutazione è la trasparenza, attraverso la quale l’ente rende conto, ad una pluralità di destinatari e in forma pubblica, delle attività realizzate. I capitoli del Rapporto di ricerca dedicati alle politiche familiari della Regione del Veneto (capitolo secondo) e all’approfondimento sui servizi socio-educativi per la prima infanzia della Regione del Veneto (capitolo terzo) sono strutturati seguendo questa logica. Il secondo ambito (valutare per apprendere) mira in modo diretto a cogliere se le politiche adottate dalla Regione del Veneto in materia di servizi socio-educativi per l’infanzia, così come state attuate nel periodo 2003-2013, rispondono in modo efficace ai bisogni delle famiglie venete. Di fatto si configura come un approccio che valuta decisioni e attività del passato per valutare se rinnovare/aggiornare i presupposti e gli interventi adottati con quella specifica misura. Le due domande centrali di questo tipo di approccio, contestualizzate nel Rapporto di ricerca, sono: 1) “in che modo il disegno originario della politica relativa ai servizi socio-educativi per la prima infanzia si è tradotta in azioni concrete?”; 2) “in che modo l’intervento pubblico ha prodotto gli effetti desiderati?”. Queste due domande sono la traccia che accompagna la struttura del terzo capitolo del Rapporto di ricerca, dedicato ai servizi socio-educativi per la prima infanzia in Veneto, con la consapevolezza dei limiti insiti in questo tipo di analisi data la tipologia dei dati a disposizione per questo Rapporto di ricerca. L’approfondimento presenta in dettaglio le caratteristiche dei beneficiari di tali misure e come si è evoluta l’offerta a livello territoriale, considerando anche la popolazione di riferimento. Va precisato che gli indicatori utilizzati per questa analisi non consentono di stabilire nessi causali perché, come viene riportato in letteratura, questo è possibile solo con il confronto tra valore fattuale e controfattuale, ovvero la stima del valore che la variabile “risultato” avrebbe avuto se il gruppo dei trattati non fosse stato sottoposto al trattamento.
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