«La qualità delle acque». Le risorse idriche nel Regno di Napoli agli inizi dell’Ottocento

Nei primi anni dell’Ottocento Francesco Perrini, canonico a Capua e socio corrispondente della Commissione di agricoltura, scriveva che «è conosciuto ormai che dall’uso di buone e limpide acque deriva in gran parte la minorazione delle malattie, la buona digestione, il vigor personale, il fresco colorito, la bianchezza della dentatura» . Le parole di Perrini sull’importanza dell’acqua sono tratte della «Statistica» del Regno di Napoli ordinata da Joachim Murat nel 1809, per la quale Perrini fu redattore della provincia di Terra di Lavoro. La «Statistica» infatti si rivela una fonte privilegiata per lo studio della qualità delle acque nel Regno di Napoli – purtroppo non sempre buone come auspicate da Perrini – e sulle risorse idriche più in generale e come esse vengono percepite e descritte dai diversi redattori provinciali. L’analisi della «Statistica» in questa sede si concentrerà sulle acque che vengono destinate «per gli usi della vita», secondo un’espressione molto usata dai redattori, cioè «tanto per bere che per cucinare» , nonché su quelle usate per la salute.