Il capitolo indaga il tema dell’equilibrio economico e degli strumenti di rilevazione contabile. Gli autori richiamano gli elementi fondamentali della teoria e delle metodologie di rilevazione contabile e in seguito analizzano i dati emersi da 54 risposte ad un questionario sottoposto, tramite l’ufficio nazionale dei beni culturali della CEI, a un gruppo di musei diocesani in possesso di determinati requisiti. Nella parte teorica viene evidenziato come i sistemi contabili siano condizionati dalla varietà degli assetti istituzionali (ufficio della diocesi o ente autonomo), proprietari, organizza- tivi e dalle caratteristiche dei finanziamenti: donazioni e contributi da parte di privati, della CEI, tramite bilancio della diocesi sostenuta dall’ offerte dei fedeli o ricorso a bandi. Il museo, nella forma di entità autonoma può essere considerato come azienda dotata di un proprio sistema contabile che fa riferimento alla diocesi. Nel caso di museo gestito direttamente dalla di- ocesi, con varie soluzioni organizzative, non esiste un sistema contabile autonomo, ma i valori di proventi e di spese riferiti all’attività museale si configurano come elementi di contabilità analitica (ad esempio un capitolo distinto di entrate e di spesa). Mentre il diritto canonico prevede semplice-mente che vi sia l’inventario dei beni museali, il valore patrimoniale è pre-visto dalla normativa civilistica dello Stato quando si tratta di dare ricono-scimento giuridico autonomo. Nel caso di autonomia i musei ecclesiastici rientrano a pieno titolo nel sistema degli enti non profit assoggettati all’obbligo di redigere un bilancio preventivo, un rendiconto consuntivo e della separazione tra attività istituzionale e commerciale, ad esempio nel caso di attività di merchandising. Gli autori concludono che la funzione contabile è considerata an- cillare rispetto a quello di tutela, conservazione, valorizzazione e che vi è una limitata conoscenza degli obblighi e della utilità delle analisi contabili per una gestione attiva e strategica del museo, ciò anche perché, in genere, i musei hanno un numero limitato di personale. Infine è del tutto trascurato il valore della rendicontazione contabile per la comunicazione esterna.
Le caratteristiche del sistema contabile dei musei diocesani
Donelli, C. C.;
2020-01-01
Abstract
Il capitolo indaga il tema dell’equilibrio economico e degli strumenti di rilevazione contabile. Gli autori richiamano gli elementi fondamentali della teoria e delle metodologie di rilevazione contabile e in seguito analizzano i dati emersi da 54 risposte ad un questionario sottoposto, tramite l’ufficio nazionale dei beni culturali della CEI, a un gruppo di musei diocesani in possesso di determinati requisiti. Nella parte teorica viene evidenziato come i sistemi contabili siano condizionati dalla varietà degli assetti istituzionali (ufficio della diocesi o ente autonomo), proprietari, organizza- tivi e dalle caratteristiche dei finanziamenti: donazioni e contributi da parte di privati, della CEI, tramite bilancio della diocesi sostenuta dall’ offerte dei fedeli o ricorso a bandi. Il museo, nella forma di entità autonoma può essere considerato come azienda dotata di un proprio sistema contabile che fa riferimento alla diocesi. Nel caso di museo gestito direttamente dalla di- ocesi, con varie soluzioni organizzative, non esiste un sistema contabile autonomo, ma i valori di proventi e di spese riferiti all’attività museale si configurano come elementi di contabilità analitica (ad esempio un capitolo distinto di entrate e di spesa). Mentre il diritto canonico prevede semplice-mente che vi sia l’inventario dei beni museali, il valore patrimoniale è pre-visto dalla normativa civilistica dello Stato quando si tratta di dare ricono-scimento giuridico autonomo. Nel caso di autonomia i musei ecclesiastici rientrano a pieno titolo nel sistema degli enti non profit assoggettati all’obbligo di redigere un bilancio preventivo, un rendiconto consuntivo e della separazione tra attività istituzionale e commerciale, ad esempio nel caso di attività di merchandising. Gli autori concludono che la funzione contabile è considerata an- cillare rispetto a quello di tutela, conservazione, valorizzazione e che vi è una limitata conoscenza degli obblighi e della utilità delle analisi contabili per una gestione attiva e strategica del museo, ciò anche perché, in genere, i musei hanno un numero limitato di personale. Infine è del tutto trascurato il valore della rendicontazione contabile per la comunicazione esterna.File | Dimensione | Formato | |
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