Le donne e la persis da Troia alle porte dell'Europa

In questo contributo si evidenziano le azioni che le donne, cittadine e straniere, possono compiere secondo la tradizione epica in tempo di guerra, dall’inizio dei combattimenti fino al pianto sul corpo dei caduti, all’ultima difesa, alla persis e poi alla deportazione come schiave. Le parole di Omero, dello Pseudo-Esiodo, di Euripide, di Virgilio e di Quinto Smirneo sono messe in relazione con quelle dei quotidiani che quest’anno (2022) stanno raccontando il conflitto tra Russia e Ucraina. Si riscontrano parallelismi tra chi combatte e chi fugge dalla guerra, tra chi si batte corpo a corpo e chi prepara le armi, che ciò accada a Troia, nel Lazio o a Kyiv; ritroviamo l’orrore dell’aikia come spinta o freno ai combattimenti tanto nell’Iliade quanto nelle parole di Lyudmila Narusova. Sono archetipi del pensiero occidentale sulla guerra e sulla violenza. Nell’epica, solo in seguito alla persis le donne cittadine agiranno contro i loro nemici, trascinandoli verso la morte insieme a loro.