I lavori presentati nel corso delle None Giornate di Studio del Gruppo di Fonetica Sperimentale che si sono svolte a Venezia presso l'Aula Magna dell'Università Ca' Foscari, dal 17 al 18 dicembre 1998, sono stati ispirati al tema a noi caro: " Aspetti computazionali in fonetica, linguistica e didattica delle lingue: modelli e algoritmi". La specificità del tema non deriva tanto dalla sua formulazione in quanto è cosa ben nota che i fonetisti sperimentali utilizzano per la propria ricerca "modelli" e "algoritmi": sia che si tratti di verificare ipotesi teoriche per mezzo degli strumenti matematici conoscitivi forniti dalla statistica; sia ancora che si vogliano creare nuovi algoritmi per la implementazione di regole simboliche nell'analisi di dati acustici. Credo sia piuttosto il fatto stesso di aver posto l'accento su questa parte - tanto importante dell'attività del fonetista sperimentale quanto poco messa in risalto in passato, a costituire la novità di queste Giornate. Lo studio del fonetista sperimentale si può inquadrare in vari modi e in vari contesti, ma credo sia incontestabile il metodo che lo caratterizza: e si tratta sempre di metodo scientifico e non meramente intuitivo e approssimato. E' indubbio che una parte dell'attività del fonetista sperimentale possa essere dedicata allo studio di fenomeni fonetici idiosincratici e non generalizzabili a una popolazione di parlanti: in questo caso, l'aspetto "artigianale" del contributo scientifico potrebbe limitare la scelta e la quantità dei dati empirici. Comunque sia, è incontestabile il fatto che nella formulazione dell'ipotesi giochi un ruolo rilevante la conoscenza linguistica, che sola può guidare il fonetista nella scelta e nella lettura dei dati empirici che costituiscono la verifica sperimentale. L'implementazione di un eventuale algoritmo che permetta di attuare e/o di estendere la verifica ad una quantità valida di dati ne determina la parte computazionale. Su questo aspetto si concentrano gli interventi della Tavola Rotonda che costituisce la parte nucleare dell'incontro. Riportiamo qui di seguito il testo della proposta di intervento che ha ispirato la Tavola Rotonda:   Aspetti Quantitativi vs. Aspetti Qualitativi dell'Analisi Fonetico-Acustica Il riconoscimento e la sintesi del parlato sono divenute tecnologie importanti nella vita quotidiana della società contemporanea. Sono fondate sulla raccolta e analisi di enormi quantità di dati linguistici. Le basi di dati sono quindi utilizzate per costruire modelli predittivi che funzionano in modo probabilistico nelle applicazioni reali. Attualmente sia il riconoscimento sia la sintesi sono ben lungi dal costituire dei prodotti finiti, ma anche se imperfetti vengono comunque commercializzati. Sino a che punto lo studio della variabilità linguistica interindividuale e intraindividuale può contribuire a perfezionare le tecniche di messa a punto dei modelli, considerato che le lingue naturali contengono indubbie regolarità sistematiche a vari livelli di rappresentazione astratta, in particolare di tipo sovrasegmentale e superiore al livello di parola?? Il problema fondamentale dell'approccio computazionale alla fonetica sperimentale è costituito dalla dicotomia esistente tra la necessità di validare le proprie ipotesi teoriche su grandi quantità di dati i quali a loro volta tendono a vanificare la fase di verifica empirica a causa della grande variabilità presente nel segnale acustico. Questa tensione tra la complessità del compito linguistico e la necessità intrinseca nell'approccio sperimentale di una validazione empirica matematicamente fondata si ritrova in tutti gli interventi della Tavola Rotonda. Da un certo punto di vista, si può affermare che le applicazioni ingegnerizzate della fonetica sperimentale propongono soluzioni che generalizzano i problemi che vengono affrontati quotidianamente in un laboratorio di ricerca fonetica. Le soluzioni che sono state trovate per giungere a una commercializzazione di prodotti nel campo della sintesi e del riconoscimento della voce, se da un lato tendono a favorire un approccio più orientato all'utilizzo massiccio di strumenti matematico-statistici, dall'altro si ritrovano a dover fare i conti con tutti i problemi linguistici che tradizionalmente caratterizzano lo studio della fonetica. La domanda che ci si pone quindi è legittima e attiene proprio a quel campo scientifico di confine in cui le competenze tendono a sfumare e a sovrapporsi, che è costituito appunto da quella che si potrebbe definire "Fonetica Computazionale" - nome disciplinare per ora inesistente ma che, a nostro esclusivo e discutibilissimo parere, meglio si attaglia ai compiti e alle competenze del fonetista sperimentale odierno. Le risposte fornite dagli interventi e dalla discussione che ne è seguita, moderata magistralmente dal Prof. John Trumper, hanno lasciato aperti tutti gli interrogativi che ci si era posti, ma hanno anche a nostro parere puntualmente raggiunto lo scopo che ci si era prefissi: avvicinare sempre più i due campi interessati, il campo applicativo e quello teorico-sperimentale, che nel panorama italiano costituiscono una comunità affiatata, e aumentare le occasioni di scambio di informazioni, contribuendo così a porre le premesse per la creazione di nuove sinergie. § § § § § § § § § § Ringraziamo tutti gli autori nel collaborare all'allestimento del presente volume e ringraziamo inoltre Pier Giovanni Possamai dell'Università Ca' Foscari per l'aiuto che ci ha dato nell'impaginazione e nella stampa degli atti.

Aspetti computazionali in fonetica, linguistica e didattica delle lingue: Modelli e algoritmi

DELMONTE, Rodolfo;
1999-01-01

Abstract

I lavori presentati nel corso delle None Giornate di Studio del Gruppo di Fonetica Sperimentale che si sono svolte a Venezia presso l'Aula Magna dell'Università Ca' Foscari, dal 17 al 18 dicembre 1998, sono stati ispirati al tema a noi caro: " Aspetti computazionali in fonetica, linguistica e didattica delle lingue: modelli e algoritmi". La specificità del tema non deriva tanto dalla sua formulazione in quanto è cosa ben nota che i fonetisti sperimentali utilizzano per la propria ricerca "modelli" e "algoritmi": sia che si tratti di verificare ipotesi teoriche per mezzo degli strumenti matematici conoscitivi forniti dalla statistica; sia ancora che si vogliano creare nuovi algoritmi per la implementazione di regole simboliche nell'analisi di dati acustici. Credo sia piuttosto il fatto stesso di aver posto l'accento su questa parte - tanto importante dell'attività del fonetista sperimentale quanto poco messa in risalto in passato, a costituire la novità di queste Giornate. Lo studio del fonetista sperimentale si può inquadrare in vari modi e in vari contesti, ma credo sia incontestabile il metodo che lo caratterizza: e si tratta sempre di metodo scientifico e non meramente intuitivo e approssimato. E' indubbio che una parte dell'attività del fonetista sperimentale possa essere dedicata allo studio di fenomeni fonetici idiosincratici e non generalizzabili a una popolazione di parlanti: in questo caso, l'aspetto "artigianale" del contributo scientifico potrebbe limitare la scelta e la quantità dei dati empirici. Comunque sia, è incontestabile il fatto che nella formulazione dell'ipotesi giochi un ruolo rilevante la conoscenza linguistica, che sola può guidare il fonetista nella scelta e nella lettura dei dati empirici che costituiscono la verifica sperimentale. L'implementazione di un eventuale algoritmo che permetta di attuare e/o di estendere la verifica ad una quantità valida di dati ne determina la parte computazionale. Su questo aspetto si concentrano gli interventi della Tavola Rotonda che costituisce la parte nucleare dell'incontro. Riportiamo qui di seguito il testo della proposta di intervento che ha ispirato la Tavola Rotonda:   Aspetti Quantitativi vs. Aspetti Qualitativi dell'Analisi Fonetico-Acustica Il riconoscimento e la sintesi del parlato sono divenute tecnologie importanti nella vita quotidiana della società contemporanea. Sono fondate sulla raccolta e analisi di enormi quantità di dati linguistici. Le basi di dati sono quindi utilizzate per costruire modelli predittivi che funzionano in modo probabilistico nelle applicazioni reali. Attualmente sia il riconoscimento sia la sintesi sono ben lungi dal costituire dei prodotti finiti, ma anche se imperfetti vengono comunque commercializzati. Sino a che punto lo studio della variabilità linguistica interindividuale e intraindividuale può contribuire a perfezionare le tecniche di messa a punto dei modelli, considerato che le lingue naturali contengono indubbie regolarità sistematiche a vari livelli di rappresentazione astratta, in particolare di tipo sovrasegmentale e superiore al livello di parola?? Il problema fondamentale dell'approccio computazionale alla fonetica sperimentale è costituito dalla dicotomia esistente tra la necessità di validare le proprie ipotesi teoriche su grandi quantità di dati i quali a loro volta tendono a vanificare la fase di verifica empirica a causa della grande variabilità presente nel segnale acustico. Questa tensione tra la complessità del compito linguistico e la necessità intrinseca nell'approccio sperimentale di una validazione empirica matematicamente fondata si ritrova in tutti gli interventi della Tavola Rotonda. Da un certo punto di vista, si può affermare che le applicazioni ingegnerizzate della fonetica sperimentale propongono soluzioni che generalizzano i problemi che vengono affrontati quotidianamente in un laboratorio di ricerca fonetica. Le soluzioni che sono state trovate per giungere a una commercializzazione di prodotti nel campo della sintesi e del riconoscimento della voce, se da un lato tendono a favorire un approccio più orientato all'utilizzo massiccio di strumenti matematico-statistici, dall'altro si ritrovano a dover fare i conti con tutti i problemi linguistici che tradizionalmente caratterizzano lo studio della fonetica. La domanda che ci si pone quindi è legittima e attiene proprio a quel campo scientifico di confine in cui le competenze tendono a sfumare e a sovrapporsi, che è costituito appunto da quella che si potrebbe definire "Fonetica Computazionale" - nome disciplinare per ora inesistente ma che, a nostro esclusivo e discutibilissimo parere, meglio si attaglia ai compiti e alle competenze del fonetista sperimentale odierno. Le risposte fornite dagli interventi e dalla discussione che ne è seguita, moderata magistralmente dal Prof. John Trumper, hanno lasciato aperti tutti gli interrogativi che ci si era posti, ma hanno anche a nostro parere puntualmente raggiunto lo scopo che ci si era prefissi: avvicinare sempre più i due campi interessati, il campo applicativo e quello teorico-sperimentale, che nel panorama italiano costituiscono una comunità affiatata, e aumentare le occasioni di scambio di informazioni, contribuendo così a porre le premesse per la creazione di nuove sinergie. § § § § § § § § § § Ringraziamo tutti gli autori nel collaborare all'allestimento del presente volume e ringraziamo inoltre Pier Giovanni Possamai dell'Università Ca' Foscari per l'aiuto che ci ha dato nell'impaginazione e nella stampa degli atti.
1999
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/39544
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact