Come ebbe a dichiarare, il grande poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli nei suoi sonetti non parla in prima persona, ma cede la parola ai popolani di Trastevere che monologano a dialogano nei 2279 sonetti del suo capolavoro. Di qui la difficoltà della critica a enucleare le idee di fondo del poeta e a condividerne l’interpretazione. In questo saggio vengono esaminati sonetti di carattere occultamente metapoetico, che consentono al lettore provveduto di scorgere dietro la maschera del personaggio il volto del poeta e il suo sistema di valori.
Belli smascherato
GIBELLINI, Pietro
2010-01-01
Abstract
Come ebbe a dichiarare, il grande poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli nei suoi sonetti non parla in prima persona, ma cede la parola ai popolani di Trastevere che monologano a dialogano nei 2279 sonetti del suo capolavoro. Di qui la difficoltà della critica a enucleare le idee di fondo del poeta e a condividerne l’interpretazione. In questo saggio vengono esaminati sonetti di carattere occultamente metapoetico, che consentono al lettore provveduto di scorgere dietro la maschera del personaggio il volto del poeta e il suo sistema di valori.File in questo prodotto:
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