The fortune of the primitives is a phenomenon that began during the 18th century, characterised by an accentuated polycentrism. Together with other Italian realities, Venice certainly played a primary role in this recovery, which took place thanks to the contribution of personalities such as Anton Maria Zanetti il Giovane and Giovanni Maria Sasso. Starting from the eighth decade of the century, within the framework of an ever-increasing critical awareness, three important chalcographic initiatives aimed at popularising Renaissance works followed one another in the city of Venice: in 1776, commissioned by Count Giacomo Durazzo, the Genoese artist Giovanni David etched Andrea Mantegna's frescoes in the Church of the Eremitani in Padua; in 1785, Francesco Gallimberti and Giovanni De Pian etched in aquatint the Stories of St. Ursula, a famous pictorial cycle by Vittore Carpaccio; finally, between 1795 and 1797, Francesco Novelli reproduced forty-four drawings at the time believed to be by Mantegna, but today attributed to Marco Zoppo. The essay brings new elements to the understanding of these series of prints, focusing on their purposes, linguistic choices and public reception.

La fortuna dei primitivi è un fenomeno che prese avvio nel corso del Settecento, connotandosi per un accentuato policentrismo. Insieme ad altre realtà italiane, Venezia giocò sicuramente un ruolo primario in questo recupero, che ebbe luogo grazie all’apporto di personalità quali Anton Maria Zanetti il Giovane e Giovanni Maria Sasso. A partire dall’ottavo decennio del secolo, entro il quadro di una sempre crescente consapevolezza critica, nella città marciana si susseguirono tre iniziative calcografiche volte alla divulgazione delle opere dei maggiori artisti della prima Rinascenza: nel 1776, su commissione del conte Giacomo Durazzo, l’artista genovese Giovanni David incise all’acquaforte gli affreschi di Andrea Mantegna nella chiesa degli Eremitani a Padova; nel 1785, Francesco Gallimberti e Giovanni De Pian incisero all’acquatinta le Storie di sant’Orsola, celebre ciclo pittorico di Vittore Carpaccio; infine, tra il 1795 e il 1797, Francesco Novelli riprodusse quarantaquattro disegni all’epoca ritenuti di Mantegna, ma oggi attribuiti a Marco Zoppo. Il saggio porta nuovi elementi per la comprensione di queste serie di stampe, mettendone a fuoco le finalità, le scelte linguistiche e l’accoglienza presso il pubblico.

«Ces morceaux viennent d’être gravés pour la première fois». L’arte quattrocentesca nell’incisione veneta del XVIII secolo

Delorenzi, Paolo
2022-01-01

Abstract

The fortune of the primitives is a phenomenon that began during the 18th century, characterised by an accentuated polycentrism. Together with other Italian realities, Venice certainly played a primary role in this recovery, which took place thanks to the contribution of personalities such as Anton Maria Zanetti il Giovane and Giovanni Maria Sasso. Starting from the eighth decade of the century, within the framework of an ever-increasing critical awareness, three important chalcographic initiatives aimed at popularising Renaissance works followed one another in the city of Venice: in 1776, commissioned by Count Giacomo Durazzo, the Genoese artist Giovanni David etched Andrea Mantegna's frescoes in the Church of the Eremitani in Padua; in 1785, Francesco Gallimberti and Giovanni De Pian etched in aquatint the Stories of St. Ursula, a famous pictorial cycle by Vittore Carpaccio; finally, between 1795 and 1797, Francesco Novelli reproduced forty-four drawings at the time believed to be by Mantegna, but today attributed to Marco Zoppo. The essay brings new elements to the understanding of these series of prints, focusing on their purposes, linguistic choices and public reception.
2022
La storia dell'arte illustrata e la stampa di traduzione tra XVIII e XIX secolo
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