Se “l’atto del camminare sta al sistema urbano come l’enunciazione (lo speech act, ovvero l’atto locutorio) sta alla lingua o agli enunciati proferiti” (Michel De Certeau), ci si può chiedere quale sia la “retorica del camminare” che si intesse non soltanto attraverso, ma anche attorno alla figura di Franz Biberkopf nel suo vagare accidentato nei pressi di quello spazio denso di traiettorie che è Berlin Alexanderplatz sul finire degli anni venti: spazio instabile che si porge all’eroe “sonda”, con tutte le sue insidie, tra la prigione dell’antefatto (Tegel) e il manicomio che precede la fine del romanzo (Buch), per raccoglierlo nuovamente in un finale carico di ambiguità. Sullo sfondo della poetica dell’autore e delle sue proposte per un’epica all’altezza della contemporaneità, si guarderà alla complessa relazione tra il personaggio e il suo narratore da un lato, e al loro rispettivo atteggiamento verso lo spazio metropolitano dall’altro, per trovare uno scarto nelle rispettive tattiche per sopravvivere, o semplicemente vivere, in una realtà che Döblin ha inteso come “la barriera corallina” della specie uomo.
Alfred Döblin e Berlin Alexanderplatz: una metropoli si racconta
Stefania Sbarra
2022-01-01
Abstract
Se “l’atto del camminare sta al sistema urbano come l’enunciazione (lo speech act, ovvero l’atto locutorio) sta alla lingua o agli enunciati proferiti” (Michel De Certeau), ci si può chiedere quale sia la “retorica del camminare” che si intesse non soltanto attraverso, ma anche attorno alla figura di Franz Biberkopf nel suo vagare accidentato nei pressi di quello spazio denso di traiettorie che è Berlin Alexanderplatz sul finire degli anni venti: spazio instabile che si porge all’eroe “sonda”, con tutte le sue insidie, tra la prigione dell’antefatto (Tegel) e il manicomio che precede la fine del romanzo (Buch), per raccoglierlo nuovamente in un finale carico di ambiguità. Sullo sfondo della poetica dell’autore e delle sue proposte per un’epica all’altezza della contemporaneità, si guarderà alla complessa relazione tra il personaggio e il suo narratore da un lato, e al loro rispettivo atteggiamento verso lo spazio metropolitano dall’altro, per trovare uno scarto nelle rispettive tattiche per sopravvivere, o semplicemente vivere, in una realtà che Döblin ha inteso come “la barriera corallina” della specie uomo.File | Dimensione | Formato | |
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