La chiesa di San Girolamo presso l’Augusteo, oggi nota come San Girolamo dei Croati, fu costruita per volontà di Sisto V Peretti (1585-1590), già in precedenza cardinale titolare della chiesa, come tempio della comunità degli immigrati che parlavano un idioma slavo meridionale ed erano di fede cattolica. La fabbrica fu realizzata in soli due anni (1587-1589) e la decorazione pittorica fu finita già nel 1590. Il papa marchigiano inoltre eresse la chiesa a titolo collegiale e istituì un capitolo nazionale. La vastità e l’efficacia degli interventi sistini nelle architetture e nell’organizzazione degli Illirici in città rispecchia in scala minore l’operato del papa a Roma e nella Curia, sempre con delle conseguenze a lungo termine. Il presente contributo propone di indagare i rapporti del cardinale Peretti, successivamente papa Sisto V, con la comunità illirica a Roma, domandandosi sulla partecipazione del collettivo nazionale nell’episodio del grande rinnovo artistico della sede. Inoltre, la maggior visibilità e rappresentanza data agli Illirici nella Città Eterna, trattandosi di una “nazione” i cui territori d’origine furono divisi tra l’Impero asburgico, l’Impero ottomano, la Repubblica di Venezia e la piccola Repubblica di Ragusa (Dubrovnik), viene osservata attraverso il prisma della politica papale negli anni dopo la conclusione del Concilio di Trento.

San Girolamo dei Croati a Roma: gli Schiavoni e il cantiere sistino

Jasenka Gudelj
2015-01-01

Abstract

La chiesa di San Girolamo presso l’Augusteo, oggi nota come San Girolamo dei Croati, fu costruita per volontà di Sisto V Peretti (1585-1590), già in precedenza cardinale titolare della chiesa, come tempio della comunità degli immigrati che parlavano un idioma slavo meridionale ed erano di fede cattolica. La fabbrica fu realizzata in soli due anni (1587-1589) e la decorazione pittorica fu finita già nel 1590. Il papa marchigiano inoltre eresse la chiesa a titolo collegiale e istituì un capitolo nazionale. La vastità e l’efficacia degli interventi sistini nelle architetture e nell’organizzazione degli Illirici in città rispecchia in scala minore l’operato del papa a Roma e nella Curia, sempre con delle conseguenze a lungo termine. Il presente contributo propone di indagare i rapporti del cardinale Peretti, successivamente papa Sisto V, con la comunità illirica a Roma, domandandosi sulla partecipazione del collettivo nazionale nell’episodio del grande rinnovo artistico della sede. Inoltre, la maggior visibilità e rappresentanza data agli Illirici nella Città Eterna, trattandosi di una “nazione” i cui territori d’origine furono divisi tra l’Impero asburgico, l’Impero ottomano, la Repubblica di Venezia e la piccola Repubblica di Ragusa (Dubrovnik), viene osservata attraverso il prisma della politica papale negli anni dopo la conclusione del Concilio di Trento.
2015
Identità e rappresentazione. Le chiese nazionali a Roma, 1450-1650
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