Il viaggio, come diffrazione del corpo ma anche dello spirito in onde concentriche, è movimento. In questo volume viene esaminato lo “spostamento” europeo oltremare di uomini, immaginazioni e tecnologie tra fine Ottocento e inizio Novecento. Sintassi e grammatiche di partenze e ritorni, di deviazioni e incontri, ingaggiano parole che descrivono concrezioni culturali intrecciate e più spesso contrapposte irrimediabilmente. Il linguaggio della politica, declinato nella prima parte di questo saggio tramite il racconto delle peregrinazioni del console Roger Casement, autore del Congo Report sui crimini belgi nell’Africa equatoriale, apre la narrazione e prelude, negli aspetti in qualche modo “letterari” della sua avventura umana, alla vorticosa e sorprendente vena romanzesca di Emilio Salgari – cui viene dedicata la seconda parte del lavoro –, indiscusso maestro della scrittura sul viaggio e del viaggio in terre fantastiche quanto realisticamente descritte attraverso una minuziosa conoscenza “onnivora” di paesaggi, ambienti antropici, climi, zoologie. Nella terza parte del volume, infine, l’irruzione della tecnologia nell’immaginario europeo, a cavallo tra XIX e XX secolo, delinea, con la ri-scrittura del territorio intrapresa a mezzo delle reti ferroviarie, il principale contrappunto della colonizzazione occidentale. La vicenda della linea Congo-Oceano, stesa per congiungere la capitale dell’allora Congo francese al mare, ne rappresenta un elemento storico emblematico con la scia di morti che portò con sé tra gli indigeni reclutati per la posa dei binari nel corso di quella dolorosa epopea di sangue e metallo.

Viaggi coloniali. Politica, letteratura e tecnologia in movimento tra Otto-cento e Novecento (prefazione di Barbara Henry), Il Poligrafo, 2020

Coglitore M
2020-01-01

Abstract

Il viaggio, come diffrazione del corpo ma anche dello spirito in onde concentriche, è movimento. In questo volume viene esaminato lo “spostamento” europeo oltremare di uomini, immaginazioni e tecnologie tra fine Ottocento e inizio Novecento. Sintassi e grammatiche di partenze e ritorni, di deviazioni e incontri, ingaggiano parole che descrivono concrezioni culturali intrecciate e più spesso contrapposte irrimediabilmente. Il linguaggio della politica, declinato nella prima parte di questo saggio tramite il racconto delle peregrinazioni del console Roger Casement, autore del Congo Report sui crimini belgi nell’Africa equatoriale, apre la narrazione e prelude, negli aspetti in qualche modo “letterari” della sua avventura umana, alla vorticosa e sorprendente vena romanzesca di Emilio Salgari – cui viene dedicata la seconda parte del lavoro –, indiscusso maestro della scrittura sul viaggio e del viaggio in terre fantastiche quanto realisticamente descritte attraverso una minuziosa conoscenza “onnivora” di paesaggi, ambienti antropici, climi, zoologie. Nella terza parte del volume, infine, l’irruzione della tecnologia nell’immaginario europeo, a cavallo tra XIX e XX secolo, delinea, con la ri-scrittura del territorio intrapresa a mezzo delle reti ferroviarie, il principale contrappunto della colonizzazione occidentale. La vicenda della linea Congo-Oceano, stesa per congiungere la capitale dell’allora Congo francese al mare, ne rappresenta un elemento storico emblematico con la scia di morti che portò con sé tra gli indigeni reclutati per la posa dei binari nel corso di quella dolorosa epopea di sangue e metallo.
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