Quest’anno è quasi inevitabile riflettere sulle passate pandemie e sulle reazioni istituzionali e individuali di fronte a un nemico invisibile che nel corso della storia ha condizionato pesantemente le vite di ciascuno. Il volume propone un racconto costruito su una scelta di testi a stampa un tempo molto diffusi, ma oggi rarissimi, apparsi sul territorio italiano, per lo più veneto, sotto l’incalzare delle ondate epidemiche del Cinque e Seicento. Si tratta di esemplari unici come il foglio con le ricette per automedicazione insegnate da una «medichessa» al servizio della Repubblica, o un altro che raccoglie i motti (anche di spirito) che comparvero sui cartelli affissi alle botteghe serrate della città, o l’altrettanto unico campionario di versi di consumo su foglietti volanti, un po’ mordaci, un po’ moraleggianti o semplicemente desolati. Fanno da contrappunto e contesto i tanti provvedimenti ufficiali di confinamento e disinfezione stampati su fogli volanti, insieme a un toccante resoconto protogiornalistico dei giorni più cupi della Venezia appestata e reietta dagli altri stati. Pur senza scomparire, nei decenni le ricorrenti pandemie divennero più controllabili localmente anche grazie alla duttilità della stampa effimera, impiegata per scopi pratici oltre che ricreativi.

La peste e la stampa : Venezia nel XVI e XVII secolo

Sabrina Minuzzi
Writing – Original Draft Preparation
2020-01-01

Abstract

Quest’anno è quasi inevitabile riflettere sulle passate pandemie e sulle reazioni istituzionali e individuali di fronte a un nemico invisibile che nel corso della storia ha condizionato pesantemente le vite di ciascuno. Il volume propone un racconto costruito su una scelta di testi a stampa un tempo molto diffusi, ma oggi rarissimi, apparsi sul territorio italiano, per lo più veneto, sotto l’incalzare delle ondate epidemiche del Cinque e Seicento. Si tratta di esemplari unici come il foglio con le ricette per automedicazione insegnate da una «medichessa» al servizio della Repubblica, o un altro che raccoglie i motti (anche di spirito) che comparvero sui cartelli affissi alle botteghe serrate della città, o l’altrettanto unico campionario di versi di consumo su foglietti volanti, un po’ mordaci, un po’ moraleggianti o semplicemente desolati. Fanno da contrappunto e contesto i tanti provvedimenti ufficiali di confinamento e disinfezione stampati su fogli volanti, insieme a un toccante resoconto protogiornalistico dei giorni più cupi della Venezia appestata e reietta dagli altri stati. Pur senza scomparire, nei decenni le ricorrenti pandemie divennero più controllabili localmente anche grazie alla duttilità della stampa effimera, impiegata per scopi pratici oltre che ricreativi.
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