Il diavolo è nudo. Il labile confine tra virtù e vizio nell’arte dopo la Controriforma

Il male nell’arte ha da tempo destato una certa attenzione da parte degli studiosi, soprattutto per il medioevo e gli ultimi due secoli. Il tema risulta difatti meno indagato per quanto riguarda i secoli precedenti, eppure l’impatto provocato dalle riforme dottrinali attuate dal Concilio di Trento, così decisive nell’evoluzione della storia della cultura, merita una riflessione approfondita sulla rappresentazione del male nelle arti di fine Cinquecento e durante il Seicento. Tale percorso resta incentrato sulla problematica rappresentazione del corpo nudo, considerato talvolta come simbolo di conoscenza e oggetto di cultura, talaltra come un elemento distintivo del vizio e della corruzione dei costumi. Attraverso l’esempio di alcune opere d’arte e soprattutto basandosi sulla lettura di alcuni testi, si mostra quali furono le misure adottate per orientare gli artisti: tra le reazioni più significative, lo sviluppo della teoria del vestimento e la moltiplicazione di alcune tematiche moraleggianti.