La raccolta di novelle “La piacevol notte e ’l lieto giorno” (1574) del lucchese Niccolò Granucci presenta un’ampia cornice, all’interno della quale tre gentiluomini, Francesco, Giulio e Agnolo, si cimentano in un dibattito sul grado di perfezione del genere femminile, attingendo ad argomentazioni quali la temperatura del corpo umano e la similitudine del rapporto tra uomo e donna con quello tra ‘forma’ e ‘materia’. La riconosciuta debolezza fisica delle donne non ne scalfisce la perfezione, equiparata a quella degli uomini, né impedisce di riconoscerne l’utilità sociale. Esse risultano anzi le garanti dell’ordine familiare e civile. L’accesa discussione tra i gentiluomini, in cui si mescolano posizioni filo-uxorie e anti-uxorie, moralismo post-tridentino e precetti della letteratura amorosa, trova un’eco significativa nell’ultima novella della raccolta, la decima del libro II. Particolarmente rilevante è il lungo preambolo che la introduce, finalizzato a suggerire alle donne quale ‘tipologia’ di uomo scegliere; essendo per natura soggette ad Amore, esse vengono inoltre esortate a guardare esclusivamente al matrimonio, offerto come l’unico fine lecito per un legame amoroso. Con questo intervento si analizzano le modalità con cui Granucci ha intrecciato osservazioni di carattere ‘fisiologico’, moralistico, letterario e sociale nel delineare la natura e il ruolo delle donne nella vita e nella società; si mette inoltre in luce la significativa incidenza di un moralismo di stampo post-tridentino nella rielaborazione di motivi cari alla tradizione novellistica e dialogico-trattatistica.

Donne, società e matrimonio: appunti su "La piacevol notte e ’l lieto giorno" di Niccolò Granucci

Palma Flavia
2020-01-01

Abstract

La raccolta di novelle “La piacevol notte e ’l lieto giorno” (1574) del lucchese Niccolò Granucci presenta un’ampia cornice, all’interno della quale tre gentiluomini, Francesco, Giulio e Agnolo, si cimentano in un dibattito sul grado di perfezione del genere femminile, attingendo ad argomentazioni quali la temperatura del corpo umano e la similitudine del rapporto tra uomo e donna con quello tra ‘forma’ e ‘materia’. La riconosciuta debolezza fisica delle donne non ne scalfisce la perfezione, equiparata a quella degli uomini, né impedisce di riconoscerne l’utilità sociale. Esse risultano anzi le garanti dell’ordine familiare e civile. L’accesa discussione tra i gentiluomini, in cui si mescolano posizioni filo-uxorie e anti-uxorie, moralismo post-tridentino e precetti della letteratura amorosa, trova un’eco significativa nell’ultima novella della raccolta, la decima del libro II. Particolarmente rilevante è il lungo preambolo che la introduce, finalizzato a suggerire alle donne quale ‘tipologia’ di uomo scegliere; essendo per natura soggette ad Amore, esse vengono inoltre esortate a guardare esclusivamente al matrimonio, offerto come l’unico fine lecito per un legame amoroso. Con questo intervento si analizzano le modalità con cui Granucci ha intrecciato osservazioni di carattere ‘fisiologico’, moralistico, letterario e sociale nel delineare la natura e il ruolo delle donne nella vita e nella società; si mette inoltre in luce la significativa incidenza di un moralismo di stampo post-tridentino nella rielaborazione di motivi cari alla tradizione novellistica e dialogico-trattatistica.
2020
"Natura Società Letteratura", Atti del XXII Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Bologna, 13-15 settembre 2018)
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