Classico dell’autunno del Medioevo nonché opera di grande e duraturo successo, le Meditationes Vitae Christi sono un testo per molti versi ancora sfuggente. In ca. 100 capitoli l’autore propone una sorta di pellegrinaggio mentale attraverso le vicende della vita di Cristo e di sua madre: un pellegrinaggio realizzato intessendo un continuo dialogo con la destinataria, una clarissa, e con il lettore ideale. Molte questioni rimangono irrisolte: l’identità dell’autore, ad esempio, ma anche la lingua originaria in cui l’opera venne scritta. In questo studio si propone uno scavo testuale e contestuale intorno alle Meditationes, soprattutto tramite il riesame della questione dell’autore con il supporto di un manoscritto non ancora utilizzato. I due principali candidati – Giacomo da San Gimignano e Giovanni de Caulibus – vengono rivalutati sulla base delle fonti e permettono all’autore del saggio di interrogare il testo in rapporto con la cultura francescana, in particolare con quella di tendenza rigorista (a cui apparterrebbe Giacomo). Ne riesce, per la prima volta, un’interpretazione a tutto tondo dell’opera, che risulta esprimere una sensibilità particolare, irenica e localistica, nella agitata temperie religiosa del primo Trecento. Indice: Introduzione - I. Autori concorrenti - 1.1. San Gimignano nuova Gerusalemme - 1.2. Da Gerusalemme a Giacomo da San Gimignano - II. Un possibile ritorno a Giovanni de Caulibus - III. Di nuovo su Giacomo da San Gimignano: la lettera-appello a Federico III d’Aragona - IV. Le Meditationes sono un’opera «spirituale»? - IV.1. Meditatio e devotio tra Ubertino e gli Spirituali - IV.2. Arcta paupertas e usus - IV.3. Penuria e penuriositas - IV.4. Spigolatura e spiritualismo francescano - V. Provvisorie conclusioni per un identikit possibile - Tavole - Bibliografia - Indice dei nomi e dei luoghi.

ARCTISSIMA PAUPERTAS. LE MEDITATIONES VITAE CHRISTI E LA LETTERATURA FRANCESCANA

Montefusco, Antonio
2021-01-01

Abstract

Classico dell’autunno del Medioevo nonché opera di grande e duraturo successo, le Meditationes Vitae Christi sono un testo per molti versi ancora sfuggente. In ca. 100 capitoli l’autore propone una sorta di pellegrinaggio mentale attraverso le vicende della vita di Cristo e di sua madre: un pellegrinaggio realizzato intessendo un continuo dialogo con la destinataria, una clarissa, e con il lettore ideale. Molte questioni rimangono irrisolte: l’identità dell’autore, ad esempio, ma anche la lingua originaria in cui l’opera venne scritta. In questo studio si propone uno scavo testuale e contestuale intorno alle Meditationes, soprattutto tramite il riesame della questione dell’autore con il supporto di un manoscritto non ancora utilizzato. I due principali candidati – Giacomo da San Gimignano e Giovanni de Caulibus – vengono rivalutati sulla base delle fonti e permettono all’autore del saggio di interrogare il testo in rapporto con la cultura francescana, in particolare con quella di tendenza rigorista (a cui apparterrebbe Giacomo). Ne riesce, per la prima volta, un’interpretazione a tutto tondo dell’opera, che risulta esprimere una sensibilità particolare, irenica e localistica, nella agitata temperie religiosa del primo Trecento. Indice: Introduzione - I. Autori concorrenti - 1.1. San Gimignano nuova Gerusalemme - 1.2. Da Gerusalemme a Giacomo da San Gimignano - II. Un possibile ritorno a Giovanni de Caulibus - III. Di nuovo su Giacomo da San Gimignano: la lettera-appello a Federico III d’Aragona - IV. Le Meditationes sono un’opera «spirituale»? - IV.1. Meditatio e devotio tra Ubertino e gli Spirituali - IV.2. Arcta paupertas e usus - IV.3. Penuria e penuriositas - IV.4. Spigolatura e spiritualismo francescano - V. Provvisorie conclusioni per un identikit possibile - Tavole - Bibliografia - Indice dei nomi e dei luoghi.
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