Il ruolo della scienza forense è quello di garantire la qualità scientifica dell’elemento di prova trasmesso e discusso in sede dibattimentale, e che – sempre più sovente – rappresenta il perno fondamentale sul quale si basa un verdetto di condanna. In riferimento alla prova detta scientifica, cioè all’utilizzo in sede dibattimentale di elementi di prova come il DNA, le impronte digitali o le micro-tracce (frammenti di vetro o di pitture, fibre tessili, residui di polvere da sparo, ecc.), è ormai accertato che errori d’analisi e di valutazione abbiano dato origine ad errori giudiziari. Ne sono la prova i casi analizzati dalla fondazione Innocent Project e pubblicati in alcuni articoli scientifici. Non è così infrequente che vengano commessi errori da parte degli operatori di polizia scientifica durante la fase di ricerca delle tracce sui luoghi di un crimine, di raccolta e di trasporto delle stesse o durante la raccolta di elementi comparativi provenienti dai luoghi, da persone sospettate o dalle vittime. Anche durante la fase di analisi nei laboratori specializzati dei reperti raccolti possono verificarsi errori. Contaminazioni sia sui luoghi dell’intervento o in fase di analisi possono caratterizzare in modo errato i reperti. Le analisi possono infatti mettere in evidenza false associazioni tra le caratteristiche analizzate sui reperti e quelle degli elementi di comparazione (per esempio il profilo genetico di un sospetto) e contribuire all’incriminazione di un sospetto erroneamente ritenuto all’origine di un dato reperto. Questi aspetti hanno indotto in errore varie Corti di giustizia. Secondo i dati pubblicati dalla fondazione Innocent Project americana, e inerenti prevalentemente a casi da loro analizzati dove la prova genetica del DNA ha svolto un ruolo fondamentale nel giudizio, una parte cospicua degli errori giudiziari individuati, sono stati alimentati da criticità connesse ai risultati delle analisi sui reperti scientifici. Il problema non si limita alla sola gestione della prova genetica; sono stati ugualmente riconosciuti casi di errori giudiziari alimentati da un apporto informativo fuorviante connesso ad altri tipi di tracce. Oltre alla negligenza colpevole da parte di scienziati forensi, che può portare a perseguire e successivamente condannare persone innocenti per crimini che non hanno commesso, vi sono lacune di base caratterizzanti l’uso delle scienze forensi che possono talvolta spingere gli investigatori in direzioni sbagliate o i giudici a verdetti ingiustificati da un punto di vista scientifico. Questo capitolo presenterà alcuni esempi e cercherà di sottolineare come lo scienziato forense debba garantire la necessaria qualità al suo operato. Sembra dunque superfluo ricordare come il ruolo svolto dagli esperti che operano sui luoghi e nei laboratori sia di primaria importanza per garantire credibilità al risultato scientifico. Questo aspetto, seppur fondamentale, non è sufficiente a scongiurare errori giudiziari. È imperativo saper inquadrare logicamente le conclusioni peritali, ed è su questo punto che si focalizzerà questo capitolo. Partendo dal diffuso ricorso alla prova del DNA nella pratica legale e dal generale riconoscimento di un’aura d’infallibilità che spesso lo contraddistingue, sarà possibile illustrare questo aspetto facendo luce su alcuni errori commessi quotidianamente nella gestione di questo elemento di prova.
Il significato delle evidenze: l'importanza dello scienziato forense nella prevenzione dell'errore
Bozza S.
2021-01-01
Abstract
Il ruolo della scienza forense è quello di garantire la qualità scientifica dell’elemento di prova trasmesso e discusso in sede dibattimentale, e che – sempre più sovente – rappresenta il perno fondamentale sul quale si basa un verdetto di condanna. In riferimento alla prova detta scientifica, cioè all’utilizzo in sede dibattimentale di elementi di prova come il DNA, le impronte digitali o le micro-tracce (frammenti di vetro o di pitture, fibre tessili, residui di polvere da sparo, ecc.), è ormai accertato che errori d’analisi e di valutazione abbiano dato origine ad errori giudiziari. Ne sono la prova i casi analizzati dalla fondazione Innocent Project e pubblicati in alcuni articoli scientifici. Non è così infrequente che vengano commessi errori da parte degli operatori di polizia scientifica durante la fase di ricerca delle tracce sui luoghi di un crimine, di raccolta e di trasporto delle stesse o durante la raccolta di elementi comparativi provenienti dai luoghi, da persone sospettate o dalle vittime. Anche durante la fase di analisi nei laboratori specializzati dei reperti raccolti possono verificarsi errori. Contaminazioni sia sui luoghi dell’intervento o in fase di analisi possono caratterizzare in modo errato i reperti. Le analisi possono infatti mettere in evidenza false associazioni tra le caratteristiche analizzate sui reperti e quelle degli elementi di comparazione (per esempio il profilo genetico di un sospetto) e contribuire all’incriminazione di un sospetto erroneamente ritenuto all’origine di un dato reperto. Questi aspetti hanno indotto in errore varie Corti di giustizia. Secondo i dati pubblicati dalla fondazione Innocent Project americana, e inerenti prevalentemente a casi da loro analizzati dove la prova genetica del DNA ha svolto un ruolo fondamentale nel giudizio, una parte cospicua degli errori giudiziari individuati, sono stati alimentati da criticità connesse ai risultati delle analisi sui reperti scientifici. Il problema non si limita alla sola gestione della prova genetica; sono stati ugualmente riconosciuti casi di errori giudiziari alimentati da un apporto informativo fuorviante connesso ad altri tipi di tracce. Oltre alla negligenza colpevole da parte di scienziati forensi, che può portare a perseguire e successivamente condannare persone innocenti per crimini che non hanno commesso, vi sono lacune di base caratterizzanti l’uso delle scienze forensi che possono talvolta spingere gli investigatori in direzioni sbagliate o i giudici a verdetti ingiustificati da un punto di vista scientifico. Questo capitolo presenterà alcuni esempi e cercherà di sottolineare come lo scienziato forense debba garantire la necessaria qualità al suo operato. Sembra dunque superfluo ricordare come il ruolo svolto dagli esperti che operano sui luoghi e nei laboratori sia di primaria importanza per garantire credibilità al risultato scientifico. Questo aspetto, seppur fondamentale, non è sufficiente a scongiurare errori giudiziari. È imperativo saper inquadrare logicamente le conclusioni peritali, ed è su questo punto che si focalizzerà questo capitolo. Partendo dal diffuso ricorso alla prova del DNA nella pratica legale e dal generale riconoscimento di un’aura d’infallibilità che spesso lo contraddistingue, sarà possibile illustrare questo aspetto facendo luce su alcuni errori commessi quotidianamente nella gestione di questo elemento di prova.File | Dimensione | Formato | |
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