I segni dell'utopia (secondo Omero)

Con l’aiuto della poesia epica, e in particolare dell’isola dei Feaci, proviamo a costruire una morfologia dell’utopia secondo Omero. È una utopia molto umana, quasi possibile, quasi credibile, ma ovviamente con i tratti utopici che ci servono per capire, intuire o immaginare qualcosa al di là dei nostri limiti. Scheria, l’isola dei Feaci, è il luogo – o se vogliamo il non-luogo – dove giunge Odisseo al culmine delle sue sofferenze, quando ha perduto tutto. L’utopia di Scheria diventa allora per il naufrago la via per il ritorno alla vita, alla storia, il punto di passaggio indispensabile per riconoscere sé stesso, per poter giungere finalmente in patria, dopo dieci anni di guerra e dieci anni di peripezie ai confini con la morte. Solo passando da qui può ritrovare la sua terra e i suoi beni, reincontrare il cane, il figlio, la sposa, il padre. Insomma, solo grazie ai Feaci può compiere il nostos, la sua missione più importante, quella per cui esiste l’Odissea.