Il diffondersi dell’epidemia di Coronavirus, che ha sconvolto il mondo dalla fine di febbraio 2020, ha fortemente influenzato il panorama della piccola e media impresa italiana. Questa ricerca si innesta in un percorso di analisi del mercato di credito nella regione Veneto iniziato già nel 2018 con la prima fase della ricerca promossa dalla Fondazione di Venezia, che si era concentrata sull’analisi delle dinamiche di domanda e offerta di credito per cercare di offrire una visione sulle potenziali problematiche e punti di forza nell’evoluzione del rapporto tra banca e impresa nel territorio. Lo studio, condotto sul territorio veneto con il supporto della struttura camerale regionale (Camere di Commercio Venezia Rovigo e Delta Lagunare, Treviso e Belluno, Padova e Vicenza) aveva visto coinvolte 605 imprese venete e 4 istituti di credito con una forte presenza nella regione. I risultati della prima fase dell’analisi rappresentano il punto di partenza per l’analisi contenuta in questa relazione e saranno quindi rivisti per inquadrare meglio lo scopo della seconda fase della ricerca. Da un punto di vista dell’offerta di credito, la prima fase dell’analisi aveva mostrato come, in coerenza con le regole e la trasparenza del processo di credito implicite nella regolamentazione bancaria, gli istituti di credito continuino a riconoscere una grande importanza alle informazioni oggettive per misurare e riassumere il merito di credito. In particolare, si era riconosciuta la massima importanza dell’attribuzione del rating e la significativa influenza delle informazioni oggettive consolidate (hard information), rispetto a quella più marginale delle informazioni qualitative (soft information). Dal lato dell’impresa e della domanda di credito, la ricerca aveva evidenziato l’importanza dell’esistenza di un rapporto privilegiato con un istituto di credito, specialmente per le imprese più piccole (guardando sia ad addetti che a volumi di fatturato), che proprio in virtù di questa maggior vicinanza con il personale del proprio istituto di credito riuscivano a beneficiare di tempi di erogazione di credito più ridotti, rispetto ad imprese piccole senza questo rapporto privilegiato con una banca. Le imprese più grandi invece erano risultate molto meno frequentemente coinvolte in relazioni privilegiate con istituti bancari. Questi soggetti, proprio in virtù della loro dimensione sono più in grado di riservare personale dedicato alla gestione finanziaria e quindi all’analisi della convenienza economica di diverse proposte di finanziamento disponibili nel mercato, finendo per beneficiare quindi di un processo di erogazione più rapido rispetto a quello di imprese più piccole. Un ultimo elemento rilevante della ricerca era stata l’analisi della convergenza tra dinamiche di domanda e offerta. A dispetto dell’importanza centrale attribuita al rating dalle banche, solo il 30% di coloro che hanno una banca prevalente riceveva da questa indicazioni su come migliorarlo e non risultavano differenze significative di consapevolezza del proprio rating tra chi aveva una relazione privilegiata con una banca e chi invece non ce l’aveva. Altro aspetto notevole era il sostanziale disallineamento tra domanda e offerta rispetto all’importanza delle informazioni storiche rispetto a quello prospettiche per la valutazione del merito di credito: se gli istituti di credito intervistati indicavano come fosse in atto una transizione verso la maggior rilevanza delle informazioni prospettiche, viste anche come indicazione di capacità manageriali, per la grande maggioranza delle imprese erano quelle storiche a rivestire il maggior ruolo. L’analisi del rapporto tra banca e piccola media impresa veneta aveva quindi evidenziato una serie di questioni meritevoli di un’attenzione più specifica. In primis, era emersa la rilevanza di dinamiche relazionali forti all’interno dei rapporti banca-impresa soprattutto per le imprese molto piccole. Se da un lato questa dimensione relazionale sembra avere effetti positivi sulla durata del processo di credito, dall’altro non è chiaro se e come possa favorire la transizione verso il modello di impresa meritevole di credito auspicato dagli istituti bancari intervistati: un’impresa proiettata verso il futuro non solo nelle ambizioni, ma nell’effettiva capacità di produrre solide informative prospettiche come il business plan. L’evidenza che solo una piccola parte della imprese con banca prevalente riceva da essa indicazioni su come migliorare il rating - altro elemento cruciale per la valutazione del merito di credito su cui però esiste convergenza di valutazione tra banche e imprese – non rassicura sull’effettiva possibilità che la dimensione relazionale possa fungere pienamente da effettivo accompagnamento al credito per queste imprese, strutturalmente più opache e che non hanno internamente le risorse per avviare da sole la transizione auspicata. Come accompagnare dunque le PMI venete in questa fase delicata di transizione? Vista la potenziale vulnerabilità di alcuni comparti imprenditoriali strutturalmente più opachi, questa fase della ricerca ha ricercato nuovi partner all’interno del sistema regionale dei Confidi. La presenza dei confidi nel panorama di accesso al credito ha certamente influenzato il modo in cui le PMI si pongono di fronte al problema di ristrettezza del credito. La collaborazione con alcuni importanti Confidi veneti ci ha permesso di entrare in contatto con la rete dei loro associati, prevalentemente piccole e medie imprese che si avvalgono dei sistemi di garanzie offerti da questi enti per l’erogazione di credito. In questo modo è stato possibile intercettare quelle imprese che da sole non sentono di potere o sono impossibilitate ad ottenere credito in autonomia, dimostrando quindi sia un bisogno, ma anche un interesse a costruire una relazione con questi enti di garanzia. La nostra ricerca si è quindi concentra sulla comprensione dell’approccio al credito da parte delle aziende associate, focalizzandoci anche sul ruolo giocato dai confidi in questo processo. La fattiva e preziosa collaborazione con Cofidi Veneziano, Consorzio Veneto Garanzie e Sviluppo Artigiano è sfociata nella formulazione e diffusione di un questionario. Un’altra seconda dimensione rilevante per la ricerca non è dipesa solo dalla nostra volontà di ricercatori, bensì anche dal realizzarsi di uno dei più dirompenti e inaspettati sconvolgimenti della storia recente: il diffondersi in tutto il mondo del Coronavirus. L’aver già instaurato una relazione con alcuni Confidi e, in particolare, con Cofidi Veneziano e con la loro rete di associati, ci ha permesso di presentarci come interlocutore anche nella fase post emergenziale, permettendoci di raccogliere risposte ad un secondo questionario, la cui analisi rappresenta il cuore di questa relazione. La relazione si struttura in tre parti: una prima parte dove saranno sottolineati i concetti principali identificati a livello teorico che possono spiegare le dinamiche di richiesta di credito delle imprese prevalenti nei nostri campioni di analisi e tradizionalmente considerate maggiormente opache – le imprese famigliari – e dove si introdurranno le peculiari funzioni del sistema dei Confidi. Una seconda parte riporterà i risultati della prima fase di questo studio relativa ad un questionario raccolto subito prima dell’emergenza sanitaria; questa parte cercherà di comprendere come le dinamiche identificate nella prima sezione si traducano all’interno del nostro campione, ponendo una particolare attenzione al ruolo giocato dai Confidi. Infine, una terza parte si concentrerà sul sottoinsieme di aziende che hanno partecipato al questionario prima e dopo l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, per cercare di cominciare a trarre alcune importanti implicazioni per le future dinamiche di domanda e offerta di credito nella regione Veneto.

Caratteristiche strutturali, fabbisogni finanziari e ruolo dei Confidi per le PMI venete. Un’indagine a cavallo della crisi

Elisa Cavezzali;Caterina Cruciani;Ugo Rigoni
2020-01-01

Abstract

Il diffondersi dell’epidemia di Coronavirus, che ha sconvolto il mondo dalla fine di febbraio 2020, ha fortemente influenzato il panorama della piccola e media impresa italiana. Questa ricerca si innesta in un percorso di analisi del mercato di credito nella regione Veneto iniziato già nel 2018 con la prima fase della ricerca promossa dalla Fondazione di Venezia, che si era concentrata sull’analisi delle dinamiche di domanda e offerta di credito per cercare di offrire una visione sulle potenziali problematiche e punti di forza nell’evoluzione del rapporto tra banca e impresa nel territorio. Lo studio, condotto sul territorio veneto con il supporto della struttura camerale regionale (Camere di Commercio Venezia Rovigo e Delta Lagunare, Treviso e Belluno, Padova e Vicenza) aveva visto coinvolte 605 imprese venete e 4 istituti di credito con una forte presenza nella regione. I risultati della prima fase dell’analisi rappresentano il punto di partenza per l’analisi contenuta in questa relazione e saranno quindi rivisti per inquadrare meglio lo scopo della seconda fase della ricerca. Da un punto di vista dell’offerta di credito, la prima fase dell’analisi aveva mostrato come, in coerenza con le regole e la trasparenza del processo di credito implicite nella regolamentazione bancaria, gli istituti di credito continuino a riconoscere una grande importanza alle informazioni oggettive per misurare e riassumere il merito di credito. In particolare, si era riconosciuta la massima importanza dell’attribuzione del rating e la significativa influenza delle informazioni oggettive consolidate (hard information), rispetto a quella più marginale delle informazioni qualitative (soft information). Dal lato dell’impresa e della domanda di credito, la ricerca aveva evidenziato l’importanza dell’esistenza di un rapporto privilegiato con un istituto di credito, specialmente per le imprese più piccole (guardando sia ad addetti che a volumi di fatturato), che proprio in virtù di questa maggior vicinanza con il personale del proprio istituto di credito riuscivano a beneficiare di tempi di erogazione di credito più ridotti, rispetto ad imprese piccole senza questo rapporto privilegiato con una banca. Le imprese più grandi invece erano risultate molto meno frequentemente coinvolte in relazioni privilegiate con istituti bancari. Questi soggetti, proprio in virtù della loro dimensione sono più in grado di riservare personale dedicato alla gestione finanziaria e quindi all’analisi della convenienza economica di diverse proposte di finanziamento disponibili nel mercato, finendo per beneficiare quindi di un processo di erogazione più rapido rispetto a quello di imprese più piccole. Un ultimo elemento rilevante della ricerca era stata l’analisi della convergenza tra dinamiche di domanda e offerta. A dispetto dell’importanza centrale attribuita al rating dalle banche, solo il 30% di coloro che hanno una banca prevalente riceveva da questa indicazioni su come migliorarlo e non risultavano differenze significative di consapevolezza del proprio rating tra chi aveva una relazione privilegiata con una banca e chi invece non ce l’aveva. Altro aspetto notevole era il sostanziale disallineamento tra domanda e offerta rispetto all’importanza delle informazioni storiche rispetto a quello prospettiche per la valutazione del merito di credito: se gli istituti di credito intervistati indicavano come fosse in atto una transizione verso la maggior rilevanza delle informazioni prospettiche, viste anche come indicazione di capacità manageriali, per la grande maggioranza delle imprese erano quelle storiche a rivestire il maggior ruolo. L’analisi del rapporto tra banca e piccola media impresa veneta aveva quindi evidenziato una serie di questioni meritevoli di un’attenzione più specifica. In primis, era emersa la rilevanza di dinamiche relazionali forti all’interno dei rapporti banca-impresa soprattutto per le imprese molto piccole. Se da un lato questa dimensione relazionale sembra avere effetti positivi sulla durata del processo di credito, dall’altro non è chiaro se e come possa favorire la transizione verso il modello di impresa meritevole di credito auspicato dagli istituti bancari intervistati: un’impresa proiettata verso il futuro non solo nelle ambizioni, ma nell’effettiva capacità di produrre solide informative prospettiche come il business plan. L’evidenza che solo una piccola parte della imprese con banca prevalente riceva da essa indicazioni su come migliorare il rating - altro elemento cruciale per la valutazione del merito di credito su cui però esiste convergenza di valutazione tra banche e imprese – non rassicura sull’effettiva possibilità che la dimensione relazionale possa fungere pienamente da effettivo accompagnamento al credito per queste imprese, strutturalmente più opache e che non hanno internamente le risorse per avviare da sole la transizione auspicata. Come accompagnare dunque le PMI venete in questa fase delicata di transizione? Vista la potenziale vulnerabilità di alcuni comparti imprenditoriali strutturalmente più opachi, questa fase della ricerca ha ricercato nuovi partner all’interno del sistema regionale dei Confidi. La presenza dei confidi nel panorama di accesso al credito ha certamente influenzato il modo in cui le PMI si pongono di fronte al problema di ristrettezza del credito. La collaborazione con alcuni importanti Confidi veneti ci ha permesso di entrare in contatto con la rete dei loro associati, prevalentemente piccole e medie imprese che si avvalgono dei sistemi di garanzie offerti da questi enti per l’erogazione di credito. In questo modo è stato possibile intercettare quelle imprese che da sole non sentono di potere o sono impossibilitate ad ottenere credito in autonomia, dimostrando quindi sia un bisogno, ma anche un interesse a costruire una relazione con questi enti di garanzia. La nostra ricerca si è quindi concentra sulla comprensione dell’approccio al credito da parte delle aziende associate, focalizzandoci anche sul ruolo giocato dai confidi in questo processo. La fattiva e preziosa collaborazione con Cofidi Veneziano, Consorzio Veneto Garanzie e Sviluppo Artigiano è sfociata nella formulazione e diffusione di un questionario. Un’altra seconda dimensione rilevante per la ricerca non è dipesa solo dalla nostra volontà di ricercatori, bensì anche dal realizzarsi di uno dei più dirompenti e inaspettati sconvolgimenti della storia recente: il diffondersi in tutto il mondo del Coronavirus. L’aver già instaurato una relazione con alcuni Confidi e, in particolare, con Cofidi Veneziano e con la loro rete di associati, ci ha permesso di presentarci come interlocutore anche nella fase post emergenziale, permettendoci di raccogliere risposte ad un secondo questionario, la cui analisi rappresenta il cuore di questa relazione. La relazione si struttura in tre parti: una prima parte dove saranno sottolineati i concetti principali identificati a livello teorico che possono spiegare le dinamiche di richiesta di credito delle imprese prevalenti nei nostri campioni di analisi e tradizionalmente considerate maggiormente opache – le imprese famigliari – e dove si introdurranno le peculiari funzioni del sistema dei Confidi. Una seconda parte riporterà i risultati della prima fase di questo studio relativa ad un questionario raccolto subito prima dell’emergenza sanitaria; questa parte cercherà di comprendere come le dinamiche identificate nella prima sezione si traducano all’interno del nostro campione, ponendo una particolare attenzione al ruolo giocato dai Confidi. Infine, una terza parte si concentrerà sul sottoinsieme di aziende che hanno partecipato al questionario prima e dopo l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, per cercare di cominciare a trarre alcune importanti implicazioni per le future dinamiche di domanda e offerta di credito nella regione Veneto.
2020
Il futuro della finanza per le imprese del Nordest. PMI: opportunità, criticità e strumenti di intervento
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