Nel Settecento la storia massonica italiana, come d’altra parte quella geopolitica, è frantumata in mille rivoli. La mancanza di uno stato unitario impedisce, almeno fino al 1805, la creazione di una qualunque forma di aggregazione massonica italiana che superi le mura delle varie logge cittadine, le quali, d’altra parte, ricadono sotto la sfera d’influenza delle varie grandi obbedienze europee (inglese, francese o austriaca). Così alle consuete difficoltà legate alla mutevolezza e alla variabilità della Massoneria stessa e dei suoi molteplici riti, si aggiunge quella della frammentazione geografica. In Italia le idee massoniche, ostacolate dai governi e dal papato, stentano inizialmente ad affermarsi: sono come correnti sotterranee portate dai viaggiatori europei nei centri da loro più frequentati. Essendo quindi impossibile offrire un quadro unitario, in queste pagine ci si limiterà a tracciare uno schizzo della presenza massonica nei maggiori centri della Penisola, dalla fondazione delle prime logge, passando per le persecuzioni, fino all’affermazione, avvenuta di fatto solo nel 1805 con la fondazione del Grande Oriente d’Italia per volontà dell’amministrazione napoleonica. Pertanto, non ci si soffermerà sulla complessità dei riti, delle obbedienze, dei gradi, ma si cercherò di fare delineare un quadro degli Antichi Stati Italiani, che dia conto della diffusione massonica e delle reti gemmate dalle logge.
Autori: | Giulia Delogu (Corresponding) | |
Data di pubblicazione: | 2020 | |
Titolo: | Reti massoniche in Italia in età moderna | |
Titolo del libro: | Storia del Grande Oriente d'Italia | |
Appare nelle tipologie: | 3.1 Articolo su libro |
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