Le anfore da trasporto sono uno dei migliori indicatori archeologici per valutare l'economia e il commercio delle società del mondo antico. Questa monografia, realizzata da ricercatori dell'Università di Cadice e dell'Università Ca' Foscari Venezia, comprende lo studio di quasi mezzo migliaio di questi contenitori commerciali, recuperati durante i pioneristici scavi stratigrafici effettuati da P. Arthur per conto della Sopritendenza nel 1980-1981 presso il Foro di Pompei, denominati convenzionalmente "Impianto Elettrico" e fino ad oggi rimasti inediti. Il lavoro rappresenta la prima monografia pompeiana dedicata esclusivamente all'analisi delle testimonianze anforiche portate alla luce da attività di scavo archeologico nella città sepolta dall’eruzione del Vesuvio, ed analizza in prospettiva diacronica tutte le produzioni in circolazione tra il VI/V a.C. e l'anno 79 d.C. I quattordici capitoli del volume offrono al lettore i dati relativi alle anfore arcaiche, non abbondanti ma molto significative per le fasi più antiche delle insediamento, alle anfore greche, specialmente rodie di epoca ellenistica, che si distinguono per l’abbondanza di esemplari bollati; alle anfore vinarie italiche di epoca repubblicana, che disegnano un panorama commerciale di grande vitalità, nel quale la Campania gioca un ruolo preminente, intrecciando le sue produzioni con quelle di altre aree della penisola. Si passano quindi in rassegna le anfore africane, o di tradizione punica, caratterizzate da una complessa seriazione tipologica che ben illustra gli intensi rapporti commericali con il nord Africa e l’isola di Ibiza; seguono poi le anfore punico-gaditane da garum, identificate per la prima volta in area vesuviana proprio in questo studio; le Dressel 21-22, contenitori per il commercio italico di salagione e di recente caratterizzazione e, infine, le produzioni del periodo tardo-repubblicano e giulio-claudio. Completano il volume una serie di analisi complementari effettuate su alcune delle anfore prese in esame: si indaga quindi il paleocontenuto di alcune serie (con le analisi dei residui organici), si effettua la caratterizzazione minero-petrografica di alcuni impasti, si studiano i sistemi di chiusura e sigillatura delle anfore e del loro contenuto (opercula) e si illustrano alcuni esemplari riutilizzati e rifunzionalizzati come affilatoi, lisciatoi o a fini statici. Tutto questo materiale, analizzato con un approccio integrato ed interdisciplinare, e corredato di dei capitoli che sintetizzano lo stato della ricerca e le prospettive future, consente di trarre molteplici conclusioni, fondamentali per comprendere la ricca e articolata storia quotidiana di Pompei, dei suoi mercanti e dei suoi abitanti (i consumatori ai quali le anfore erano destinate) ma utile anche per meglio definire la storia economica di alcune delle regioni circum-mediterranee (da Gades all'Egeo) con le quali Pompei aveva forti legami commerciali nell'antichità, come testimoniano le anfore qui presentate.
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Titolo: | Scambi e commerci in area vesuviana. I dati delle anfore dai saggi stratigrafici I.E. (Impianto Elettrico) 1980-81 nel Foro di Pompei |
Data di pubblicazione: | 2019 |
Appare nelle tipologie: | 1.02 Edizione critica di testi/Edizione critica di scavo |
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9781789693249 - eBook Scambi-min (1).pdf | Versione dell'editore | Accesso gratuito (solo visione) | Open Access Visualizza/Apri |