Dimostra una sua identità specifica la scultura prodotta a Roma nel periodo compreso tra le ultime opere di Michelangelo e gli esordi di Gianlorenzo Bernini? I contributi raccolti in questo libro rispondono alla domanda attraverso studi di caso e approcci complementari: profili biografici, inchieste sui rapporti tra le arti, verifiche di carattere formale, percorsi di geografia artistica, affondi sulla fortuna critica e visiva di opere ed artefici, proposte attributive, indagini sull’organizzazione del lavoro, gli intrecci di saperi e la varietà di competenze documentabili a monte della realizzazione di monumenti, cappelle, busti e rilievi, ma anche di stemmi, tabernacoli, placchette, cammei e medaglie. Certamente figure come Guglielmo della Porta, Giovanni Antonio Dosio, Flaminio Vacca, Alessandro Cesati, Giovanni Battista Della Porta, Leonardo Sormani, Prospero Antichi, Giovanni Antonio Paracca e Bastiano Torrigiani non condivisero la tensione spirituale, il modus operandi e gli orizzonti di ricerca formale (tanto ambiziosi quanto individuali) di Michelangelo, artista «divino» ma forse per questo meno imitato di quanto si sia presupposto. Quali strade alternative furono allora percorse? Quali fenomeni e criteri di giudizio possono oggi guidare alla riscoperta delle diverse leve culturali e dei molti fattori di continuità attivi a Roma al termine del XVI secolo? Quali opere rappresentarono al meglio – a Roma e fuori Roma, agli occhi dei contemporanei e degli storiografi successivi – questa stagione dimenticata? Dalle pagine di questi contributi riaffiora il dinamismo culturale della città di Roma – ricettacolo di artisti di provenienza diversa, teatro di ambiziosi programmi monumentali e testimone del dialogo incostante fra media artistici differenti. Le tavole illustrative, la nota bibliografica, le appendici documentarie e i numerosi apporti inediti mettono inoltre a disposizione nuovi materiali per lo studio di uno snodo cruciale del panorama artistico italiano ed europeo.

Scultura a Roma nella seconda metà del Cinquecento: protagonisti e problemi

Cupperi, Walter
;
2012-01-01

Abstract

Dimostra una sua identità specifica la scultura prodotta a Roma nel periodo compreso tra le ultime opere di Michelangelo e gli esordi di Gianlorenzo Bernini? I contributi raccolti in questo libro rispondono alla domanda attraverso studi di caso e approcci complementari: profili biografici, inchieste sui rapporti tra le arti, verifiche di carattere formale, percorsi di geografia artistica, affondi sulla fortuna critica e visiva di opere ed artefici, proposte attributive, indagini sull’organizzazione del lavoro, gli intrecci di saperi e la varietà di competenze documentabili a monte della realizzazione di monumenti, cappelle, busti e rilievi, ma anche di stemmi, tabernacoli, placchette, cammei e medaglie. Certamente figure come Guglielmo della Porta, Giovanni Antonio Dosio, Flaminio Vacca, Alessandro Cesati, Giovanni Battista Della Porta, Leonardo Sormani, Prospero Antichi, Giovanni Antonio Paracca e Bastiano Torrigiani non condivisero la tensione spirituale, il modus operandi e gli orizzonti di ricerca formale (tanto ambiziosi quanto individuali) di Michelangelo, artista «divino» ma forse per questo meno imitato di quanto si sia presupposto. Quali strade alternative furono allora percorse? Quali fenomeni e criteri di giudizio possono oggi guidare alla riscoperta delle diverse leve culturali e dei molti fattori di continuità attivi a Roma al termine del XVI secolo? Quali opere rappresentarono al meglio – a Roma e fuori Roma, agli occhi dei contemporanei e degli storiografi successivi – questa stagione dimenticata? Dalle pagine di questi contributi riaffiora il dinamismo culturale della città di Roma – ricettacolo di artisti di provenienza diversa, teatro di ambiziosi programmi monumentali e testimone del dialogo incostante fra media artistici differenti. Le tavole illustrative, la nota bibliografica, le appendici documentarie e i numerosi apporti inediti mettono inoltre a disposizione nuovi materiali per lo studio di uno snodo cruciale del panorama artistico italiano ed europeo.
2012
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