A Venezia la valorizzazione dei mitili come risorsa alimentare ed economica è un fenomeno tardivo. I mitili, denominati peòci (pidocchi), fino a pochi decenni fa erano considerati non commestibili, persino tossici. Nonostante ciò, molti sono stati i tentativi falliti di allevarli per creare occupazione e nuove fonti di sostentamento per i più poveri. Nel 1931 arriva in laguna il marchigiano Alfredo Gilebbi, che avvierà una rivoluzione socioculturale trasformando i mitili in un alimento oggi apprezzato e “tradizionale”. Questo rapido processo ha portato un nuovo benessere economico nella laguna sud, tanto che i mitili sono stati soprannominati con l’altisonante appellativo di “oro nero”.
L'oro nero della Laguna di Venezia
VIANELLO, RITA
2018-01-01
Abstract
A Venezia la valorizzazione dei mitili come risorsa alimentare ed economica è un fenomeno tardivo. I mitili, denominati peòci (pidocchi), fino a pochi decenni fa erano considerati non commestibili, persino tossici. Nonostante ciò, molti sono stati i tentativi falliti di allevarli per creare occupazione e nuove fonti di sostentamento per i più poveri. Nel 1931 arriva in laguna il marchigiano Alfredo Gilebbi, che avvierà una rivoluzione socioculturale trasformando i mitili in un alimento oggi apprezzato e “tradizionale”. Questo rapido processo ha portato un nuovo benessere economico nella laguna sud, tanto che i mitili sono stati soprannominati con l’altisonante appellativo di “oro nero”.File | Dimensione | Formato | |
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