Il processo di identificazione tra la scuola Sōtō e il suo fondatore Dōgen è da considerarsi uno sviluppo recente avvenuto a partire dal periodo Edo. Studiosi come David Riggs hanno evidenziato l’importanza di Menzan Zuihō nella riscoperta della “tradizione” incarnata nella figura e nell’insegnamento di Dōgen (2002, pp. 2-3). La narrazione nata dalla corrispondenza Sōtō-tradizione-Dōgen non ha mancato di silenziare i numerosi piani di sviluppo che hanno caratterizzato la scuola Sōtō durante il periodo medievale e che sono emersi solo di recente . Lo scenario dottrinale che caratterizza il periodo medievale si distingue nettamente da quanto indicato nello Shōbōgenzō. Uno degli aspetti più noti è infatti costituito dalle cinque posizioni (goi 五位) , insegnamento attribuito a Dongshan Liangjie 洞山良价 (807–869) e al suo discepolo Caoshan Benji 曹山本寂 (840-901). Nonostante lo scetticismo espresso da Dōgen nei confronti di questo insegnamento , i goi compaiono di frequente all'interno di importanti documenti, quali monsan 門参 e kirigami 切紙, testimoniando un diffuso interesse . Uno degli aspetti più rilevanti nella trasmissione dei goi durante il periodo medievale è la rielaborazione che lascia trapelare numerose influenze e relazioni con ciò che si distacca dall’idea di uno Zen puro e incorrotto (Welter, 2012, p. 167). Come si vedrà in questo articolo, i goi costituiscono il dispositivo ermeneutico sul quale viene edificata una mappatura del mondo circostante mediante l’ausilio dello Yijing 易経. Lo Yijing qui non si configura come un elemento accessorio, bensì come parte integrante di questa elaborazione, profondamente legata anche alle speculazioni sulla genesi embriologica, ampiamente diffuse durante il periodo medievale. I documenti qui analizzati presentano, mediante schemi diagrammatici, la genealogia del corpo del praticante seguendo lo schema di sviluppo dei goi. L’associazione dei goi, dello Yijing e di altre pratiche provenienti da differenti tradizioni, sono alla base del processo di incarnazione della pratica e dell’annullamento della dicotomia soggetto/oggetto, intesa qui come rappresentativa del binomio praticante/mondo.
L’Esagramma dell’Illuminazione: Yijing e Cinque Posizioni e nella Scuola Sōtō di Periodo Medievale
SANVIDO, MARTA
2018-01-01
Abstract
Il processo di identificazione tra la scuola Sōtō e il suo fondatore Dōgen è da considerarsi uno sviluppo recente avvenuto a partire dal periodo Edo. Studiosi come David Riggs hanno evidenziato l’importanza di Menzan Zuihō nella riscoperta della “tradizione” incarnata nella figura e nell’insegnamento di Dōgen (2002, pp. 2-3). La narrazione nata dalla corrispondenza Sōtō-tradizione-Dōgen non ha mancato di silenziare i numerosi piani di sviluppo che hanno caratterizzato la scuola Sōtō durante il periodo medievale e che sono emersi solo di recente . Lo scenario dottrinale che caratterizza il periodo medievale si distingue nettamente da quanto indicato nello Shōbōgenzō. Uno degli aspetti più noti è infatti costituito dalle cinque posizioni (goi 五位) , insegnamento attribuito a Dongshan Liangjie 洞山良价 (807–869) e al suo discepolo Caoshan Benji 曹山本寂 (840-901). Nonostante lo scetticismo espresso da Dōgen nei confronti di questo insegnamento , i goi compaiono di frequente all'interno di importanti documenti, quali monsan 門参 e kirigami 切紙, testimoniando un diffuso interesse . Uno degli aspetti più rilevanti nella trasmissione dei goi durante il periodo medievale è la rielaborazione che lascia trapelare numerose influenze e relazioni con ciò che si distacca dall’idea di uno Zen puro e incorrotto (Welter, 2012, p. 167). Come si vedrà in questo articolo, i goi costituiscono il dispositivo ermeneutico sul quale viene edificata una mappatura del mondo circostante mediante l’ausilio dello Yijing 易経. Lo Yijing qui non si configura come un elemento accessorio, bensì come parte integrante di questa elaborazione, profondamente legata anche alle speculazioni sulla genesi embriologica, ampiamente diffuse durante il periodo medievale. I documenti qui analizzati presentano, mediante schemi diagrammatici, la genealogia del corpo del praticante seguendo lo schema di sviluppo dei goi. L’associazione dei goi, dello Yijing e di altre pratiche provenienti da differenti tradizioni, sono alla base del processo di incarnazione della pratica e dell’annullamento della dicotomia soggetto/oggetto, intesa qui come rappresentativa del binomio praticante/mondo.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.