Seduti a gambe incrociate, schiena dritta, occhi socchiusi, pollice e indice di entrambe le mani che si toccano: questo è yoga. È chiaro a tutti. Ai nostri giorni non si potrebbe trovare un’immagine migliore della «posizione del loto» per rappresentare, in pochi tratti, lo yoga, senza correre il rischio di essere fraintesi. In una sola, semplice e canonica sagoma pare sia contenuta l’«essenza» dello yoga, che perciò, grazie alla forza dell’abituazione, è diventato quell’immagine. Ma l’immagine non è mai il fedele testimone o il ritratto innocente di qualcosa che si è visto. Al contrario, proprio perché «muta» e per il suo trarre forza dal paragone e dalla somiglianza, l’immagine inganna e tradisce più di ogni altra cosa. Con il fine di evidenziare l’antichità storica della figurazione dello yogin, le pagine di questa breve storia visuale dello yoga offrono un primo repertorio ragionato di immagini – scelte entro un arco temporale che va dal II millennio dell’età volgare fino all’arrivo delle imprese coloniali europee in India –, disposto in modo tale da far cogliere la funzione e l’importanza che ha, sopratutto oggi, la lunga vicenda della produzione di immagini dello yoga.
Introduzione. Immagini, yoga, forma e figura: premesse formali alla storia visuale dello yoga, pp. 10-18; Visioni di immagini classiche, pp. 58-85; Guerre di yogin, Immagini di yoga di carta, pp. 94-107.
Sara Mondini
;Federico Squarcini
2017-01-01
Abstract
Seduti a gambe incrociate, schiena dritta, occhi socchiusi, pollice e indice di entrambe le mani che si toccano: questo è yoga. È chiaro a tutti. Ai nostri giorni non si potrebbe trovare un’immagine migliore della «posizione del loto» per rappresentare, in pochi tratti, lo yoga, senza correre il rischio di essere fraintesi. In una sola, semplice e canonica sagoma pare sia contenuta l’«essenza» dello yoga, che perciò, grazie alla forza dell’abituazione, è diventato quell’immagine. Ma l’immagine non è mai il fedele testimone o il ritratto innocente di qualcosa che si è visto. Al contrario, proprio perché «muta» e per il suo trarre forza dal paragone e dalla somiglianza, l’immagine inganna e tradisce più di ogni altra cosa. Con il fine di evidenziare l’antichità storica della figurazione dello yogin, le pagine di questa breve storia visuale dello yoga offrono un primo repertorio ragionato di immagini – scelte entro un arco temporale che va dal II millennio dell’età volgare fino all’arrivo delle imprese coloniali europee in India –, disposto in modo tale da far cogliere la funzione e l’importanza che ha, sopratutto oggi, la lunga vicenda della produzione di immagini dello yoga.File | Dimensione | Formato | |
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