La nozione di obbedienza a Dio, in cui la stessa Simone Weil ricapitola in una lettera a padre Perrin la propria esperienza spirituale, è complessa e assume sfumature diverse nel percorso di “conversione” compiuto dalla filosofa francese. Se all’inizio è prossima all’amor fati stoico, quale accettazione incondizionata di tutto quel che accade come accade, in quanto espressione della volontà di Dio, successivamente, soprattutto grazie ad alcune esperienze mistiche, si arricchisce e approfondisce trasformandosi in amor Dei e amor Christi. In questo percorso l’incontro con il Cristo coincide con la scoperta, dietro al cieco fato, del Dio Amore, del Dio dei mistici, che è non solo amato ma amante. Anzi è l’Amore stesso. Il pensiero della Weil a questo riguardo è una comprensione letterale dell’affermazione giovannea: “Dio è amore” (1Gv 4, 8b). Per lei non c’è alcuna distinzione reale, in Dio, tra “Essere” e “Amore”, Dio non ama, Dio è Amore. In questo senso, Dio non può non amare, non può, cioè, porre atti contrari a ciò che è. Dio è amore significa allora per Simone Weil che è dono totale, gratuito, incondizionato di sé. Come annota la scrittrice: “Egli ama non come io amo ma come uno smeraldo è verde”.

“Così come uno smeraldo è verde”. Obbedienza e unio mystica in Simone Weil

ADINOLFI, Isabella
2017-01-01

Abstract

La nozione di obbedienza a Dio, in cui la stessa Simone Weil ricapitola in una lettera a padre Perrin la propria esperienza spirituale, è complessa e assume sfumature diverse nel percorso di “conversione” compiuto dalla filosofa francese. Se all’inizio è prossima all’amor fati stoico, quale accettazione incondizionata di tutto quel che accade come accade, in quanto espressione della volontà di Dio, successivamente, soprattutto grazie ad alcune esperienze mistiche, si arricchisce e approfondisce trasformandosi in amor Dei e amor Christi. In questo percorso l’incontro con il Cristo coincide con la scoperta, dietro al cieco fato, del Dio Amore, del Dio dei mistici, che è non solo amato ma amante. Anzi è l’Amore stesso. Il pensiero della Weil a questo riguardo è una comprensione letterale dell’affermazione giovannea: “Dio è amore” (1Gv 4, 8b). Per lei non c’è alcuna distinzione reale, in Dio, tra “Essere” e “Amore”, Dio non ama, Dio è Amore. In questo senso, Dio non può non amare, non può, cioè, porre atti contrari a ciò che è. Dio è amore significa allora per Simone Weil che è dono totale, gratuito, incondizionato di sé. Come annota la scrittrice: “Egli ama non come io amo ma come uno smeraldo è verde”.
2017
L'anti-Babele. Sulla mistica degli antichi e dei moderni
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