Nel saggio di apertura, tanto criticamente denso quanto altamente comunicativo, Daniela Tortora cita Powder Her Face come «l’opera dal titolo impronunciabile di Philip Hensher e Thomas Adès», non certo perché sia particolarmente difficile articolarlo nell’idioma originale, ma perché come tutte le lingue vive l’inglese, essendo la più viva di tutte, si presta a un’infinità di giochi di parole. La pruderie non è amica della verità, dunque per questo motivo è meglio che il pubblico dell’«ipercontemporanea» (secondo Daniela Tortora) Powder Her Face conosca l’episodio di cronaca mondana e al tempo stesso giudiziaria che ha ispirato gli autori dell’opera, e comprenda che in scena si parla chiaro per fini che nulla hanno a che vedere con il compiacimento per lo scandalo (o, peggio ancora, voyeuristici), ma che appartengono alla sfera dell’etica più rigorosa. Valentina Brunetti, nell’articolo che chiude in rosa la sezione saggistica, prende in esame la vicenda del divorzio dei duchi di Argyll – la miliardaria Ethel Margaret Whigham, al suo secondo matrimonio, e lo spiantato Ian Douglas Campbell, undicesimo duca di Argyll – riservando la sua simpatia piuttosto alla donna, nonostante le consuetudini, che al marito. Nel secondo articolo abbiamo lasciato la parola a Philip Hensher, coautore di Powder ma soprattutto, come lui stesso preferisce essere ricordato, scrittore di vaglia.

Thomas Adès, «Powder Her Face»

GIRARDI, Michele
2012-01-01

Abstract

Nel saggio di apertura, tanto criticamente denso quanto altamente comunicativo, Daniela Tortora cita Powder Her Face come «l’opera dal titolo impronunciabile di Philip Hensher e Thomas Adès», non certo perché sia particolarmente difficile articolarlo nell’idioma originale, ma perché come tutte le lingue vive l’inglese, essendo la più viva di tutte, si presta a un’infinità di giochi di parole. La pruderie non è amica della verità, dunque per questo motivo è meglio che il pubblico dell’«ipercontemporanea» (secondo Daniela Tortora) Powder Her Face conosca l’episodio di cronaca mondana e al tempo stesso giudiziaria che ha ispirato gli autori dell’opera, e comprenda che in scena si parla chiaro per fini che nulla hanno a che vedere con il compiacimento per lo scandalo (o, peggio ancora, voyeuristici), ma che appartengono alla sfera dell’etica più rigorosa. Valentina Brunetti, nell’articolo che chiude in rosa la sezione saggistica, prende in esame la vicenda del divorzio dei duchi di Argyll – la miliardaria Ethel Margaret Whigham, al suo secondo matrimonio, e lo spiantato Ian Douglas Campbell, undicesimo duca di Argyll – riservando la sua simpatia piuttosto alla donna, nonostante le consuetudini, che al marito. Nel secondo articolo abbiamo lasciato la parola a Philip Hensher, coautore di Powder ma soprattutto, come lui stesso preferisce essere ricordato, scrittore di vaglia.
2012
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