Pur senza una formazione specifica, l’interesse di Luigi Bailo verso l’antichità trova una delle sue prime esemplari manifestazioni nella genesi stessa del “Museo Trivigiano”: composto di sole epigrafi romane, all’atto della sua istituzione (1879) esso aveva, per stessa ammissione del fondatore, «carattere storico-lapidario». L’attenzione di Bailo verso l’archeologia, dettata dalla consapevolezza che ogni nuova scoperta avrebbe contribuito a migliorare la conoscenza del passato, lo portò nei decenni successivi prima a entrare a far parte della “Commissione conservatrice dei monumenti ed oggetti d’arte e d’antichità per la provincia di Treviso” (1889) e poi a essere nominato “Ispettore ai monumenti e agli scavi per la città di Treviso” (1895). Attraverso l’esame di inediti documenti d’archivio, alcuni dei quali risalenti agli ultimi anni di vita di Bailo, si intende evidenziare il suo fattivo ruolo nella tutela del patrimonio archeologico trevigiano sia in qualità di “Ispettore” sia da “privato cittadino”, cercando di individuare – tra le righe – i suoi capisaldi della dottrina e le sue metodologie di ricerca nell’ambito delle scienze dell’antichità.
Luigi Bailo, l’antichistica e l’archeologia
LUCIANI, FRANCO
2016-01-01
Abstract
Pur senza una formazione specifica, l’interesse di Luigi Bailo verso l’antichità trova una delle sue prime esemplari manifestazioni nella genesi stessa del “Museo Trivigiano”: composto di sole epigrafi romane, all’atto della sua istituzione (1879) esso aveva, per stessa ammissione del fondatore, «carattere storico-lapidario». L’attenzione di Bailo verso l’archeologia, dettata dalla consapevolezza che ogni nuova scoperta avrebbe contribuito a migliorare la conoscenza del passato, lo portò nei decenni successivi prima a entrare a far parte della “Commissione conservatrice dei monumenti ed oggetti d’arte e d’antichità per la provincia di Treviso” (1889) e poi a essere nominato “Ispettore ai monumenti e agli scavi per la città di Treviso” (1895). Attraverso l’esame di inediti documenti d’archivio, alcuni dei quali risalenti agli ultimi anni di vita di Bailo, si intende evidenziare il suo fattivo ruolo nella tutela del patrimonio archeologico trevigiano sia in qualità di “Ispettore” sia da “privato cittadino”, cercando di individuare – tra le righe – i suoi capisaldi della dottrina e le sue metodologie di ricerca nell’ambito delle scienze dell’antichità.File | Dimensione | Formato | |
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