Nel vastissimo patrimonio lapideo costituito di statue, rilievi, epigrafi, elementi architettonici erratici che caratterizzano il profilo architettonico di Venezia è possibile riconoscere un corpus di manufatti riferibili all’antichità, databili all’età romana ma anche di provenienza greca. Gli spolia antichi presenti nel tessuto urbano permettono di restituire uno degli aspetti più propriamente ‘fondativi’ di una città costruita pezzo per pezzo di materiali importati: un’edificazione al contempo concreta e ideologica, quale erede di una auctoritas di ascendenza imperiale che – anche mediante precocissime forme di collezionismo archeologico – farà della memoria dell’antico il punto di innesco e di ispirazione per le più moderne ‘avanguardie artistiche’ del Moderno. I diversi modelli del passato – greco; romano; bizantino – pur evocati per frammenti interferiscono significativamente a Venezia con la costruzione di realia architettonici e urbanistici, ma anche con la definizione di un’imagerie che definisce l’identità culturale – figurativa, letteraria, politica – della città. Dalle colonne provenienti da Candia alle pietre sottratte ad Altino ed Aquileia reimpiegate come materiale di costruzione e decorazione, per arrivare fino ai reperti conservati nel Museo Archeologico Nazionale a San Marco, la presentazione delle tracce dell’antico a Venezia costituisce un percorso inedito nella storia e nella facies artistico-architettonica della città. L’evento proposto consiste in due giornate di studi organizzate secondo due diverse prospettive – quella del riuso dei materiali antichi nella loro concretezza materiale (spolia in se) accanto a quella del reimpiego simbolico che reinventa le ‘reliquie’ dell’Antico (spolia in re) – incrociando campi disciplinari differenti: architettura, archeologia, archeometria, storia dell’arte e della cultura. Nella prima giornata, dedicata agli spolia in se, verranno riconsiderati complessi notissimi come quello di San Marco, a fianco di testimonianze ‘minori’ come le iscrizioni, o gli elementi architettonici bizantini riutilizzati in chiese e palazzi, esaminati dal punto di vista sia archeologico che archeometrico. Il tema della seconda giornata sono gli spolia in re, i reimpieghi concettuali, testimonianze di età medievale, rinascimentale o moderna ispirate più o meno direttamente a modelli antichi: dai capitelli di età romanica che si richiamano a modelli tardo-antichi e bizantini, ai rilievi lombardeschi a tema mitologico inseriti nelle grandi tombe dogali tra fine Quattrocento e primi decenni del Cinquecento, alla decorazione architettonica a questi coeva.

Pietre di Venezia. Spolia in se spolia in re. Atti del convegno internazionale (Venezia, 17-18 ottobre 2013)

SPERTI, Luigi
2015-01-01

Abstract

Nel vastissimo patrimonio lapideo costituito di statue, rilievi, epigrafi, elementi architettonici erratici che caratterizzano il profilo architettonico di Venezia è possibile riconoscere un corpus di manufatti riferibili all’antichità, databili all’età romana ma anche di provenienza greca. Gli spolia antichi presenti nel tessuto urbano permettono di restituire uno degli aspetti più propriamente ‘fondativi’ di una città costruita pezzo per pezzo di materiali importati: un’edificazione al contempo concreta e ideologica, quale erede di una auctoritas di ascendenza imperiale che – anche mediante precocissime forme di collezionismo archeologico – farà della memoria dell’antico il punto di innesco e di ispirazione per le più moderne ‘avanguardie artistiche’ del Moderno. I diversi modelli del passato – greco; romano; bizantino – pur evocati per frammenti interferiscono significativamente a Venezia con la costruzione di realia architettonici e urbanistici, ma anche con la definizione di un’imagerie che definisce l’identità culturale – figurativa, letteraria, politica – della città. Dalle colonne provenienti da Candia alle pietre sottratte ad Altino ed Aquileia reimpiegate come materiale di costruzione e decorazione, per arrivare fino ai reperti conservati nel Museo Archeologico Nazionale a San Marco, la presentazione delle tracce dell’antico a Venezia costituisce un percorso inedito nella storia e nella facies artistico-architettonica della città. L’evento proposto consiste in due giornate di studi organizzate secondo due diverse prospettive – quella del riuso dei materiali antichi nella loro concretezza materiale (spolia in se) accanto a quella del reimpiego simbolico che reinventa le ‘reliquie’ dell’Antico (spolia in re) – incrociando campi disciplinari differenti: architettura, archeologia, archeometria, storia dell’arte e della cultura. Nella prima giornata, dedicata agli spolia in se, verranno riconsiderati complessi notissimi come quello di San Marco, a fianco di testimonianze ‘minori’ come le iscrizioni, o gli elementi architettonici bizantini riutilizzati in chiese e palazzi, esaminati dal punto di vista sia archeologico che archeometrico. Il tema della seconda giornata sono gli spolia in re, i reimpieghi concettuali, testimonianze di età medievale, rinascimentale o moderna ispirate più o meno direttamente a modelli antichi: dai capitelli di età romanica che si richiamano a modelli tardo-antichi e bizantini, ai rilievi lombardeschi a tema mitologico inseriti nelle grandi tombe dogali tra fine Quattrocento e primi decenni del Cinquecento, alla decorazione architettonica a questi coeva.
2015
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