L’espressione «didattica laboratoriale» (o «didattica per laboratori») en- fatizza una strategia di insegnamento che si basa esplicitamente e costantemente sul fare degli allievi più che sull’ascoltare da parte degli stessi le informazioni dei docenti, che si avvale — anche se ciò non è proprio una condizione del tutto indispensabile — di strumenti e luoghi specializzati. Essa si contrappone, concettualmente e sul versante operativo, a una didattica — nella tradizione della scuola italiana largamente prevalente — la quale punta e confida in egemonica misura sul potenziale informativo e for- mativo della parola dell’insegnante, in quanto detentore del sapere, assorbita in silenzio e con la massima attenzione da parte del discente-allievo (sapere comune/sapere scientifico). Privilegiare una didattica di tipo laboratoriale non significa escludere del tutto quella di tipo trasmissivo: vuol però dire consapevolezza che i bambini e i ragazzi imparano con maggiore facilità e in maniera più consistente se media- no il sapere tramite il fare, se non si limitano ad ascoltare quanto comunicato dall’insegnante ma compartecipano alla costruzione della propria cultura in un’ottica di ricerca, ideando congetture e sperimentandone la solidità, avva- lendosi nell’esercizio di tale attività di strumenti appositi e di luoghi-spazi specializzati. Una «didattica per laboratori», dunque, è innanzi tutto forma mentis dell’insegnante, convinto dell’estrema opportunità di impegnare i propri allievi in azioni di ricerca, scoperta, sperimentazione, verifica, controllo e della più rilevante efficacia di tale atteggiamento formativo rispetto a quello consueto, consistente appunto in un processo monodirezionale di trasmissione del sa- pere da lui verso i discenti, quindi disponibilità di luoghi-spazi specializzati, sia per lo svolgimento di attività di tipo «artistico» (in tale circostanza si parla diffusamente di atelier), sia per la realizzazione di percorsi di acculturazione scientifica (avvalendosi di laboratori veri e propri).

La didattica Laboratoriale. Strategie, strumenti e modelli per la scuola secondaria di secondo grado

MARGIOTTA, Umberto
2013-01-01

Abstract

L’espressione «didattica laboratoriale» (o «didattica per laboratori») en- fatizza una strategia di insegnamento che si basa esplicitamente e costantemente sul fare degli allievi più che sull’ascoltare da parte degli stessi le informazioni dei docenti, che si avvale — anche se ciò non è proprio una condizione del tutto indispensabile — di strumenti e luoghi specializzati. Essa si contrappone, concettualmente e sul versante operativo, a una didattica — nella tradizione della scuola italiana largamente prevalente — la quale punta e confida in egemonica misura sul potenziale informativo e for- mativo della parola dell’insegnante, in quanto detentore del sapere, assorbita in silenzio e con la massima attenzione da parte del discente-allievo (sapere comune/sapere scientifico). Privilegiare una didattica di tipo laboratoriale non significa escludere del tutto quella di tipo trasmissivo: vuol però dire consapevolezza che i bambini e i ragazzi imparano con maggiore facilità e in maniera più consistente se media- no il sapere tramite il fare, se non si limitano ad ascoltare quanto comunicato dall’insegnante ma compartecipano alla costruzione della propria cultura in un’ottica di ricerca, ideando congetture e sperimentandone la solidità, avva- lendosi nell’esercizio di tale attività di strumenti appositi e di luoghi-spazi specializzati. Una «didattica per laboratori», dunque, è innanzi tutto forma mentis dell’insegnante, convinto dell’estrema opportunità di impegnare i propri allievi in azioni di ricerca, scoperta, sperimentazione, verifica, controllo e della più rilevante efficacia di tale atteggiamento formativo rispetto a quello consueto, consistente appunto in un processo monodirezionale di trasmissione del sa- pere da lui verso i discenti, quindi disponibilità di luoghi-spazi specializzati, sia per lo svolgimento di attività di tipo «artistico» (in tale circostanza si parla diffusamente di atelier), sia per la realizzazione di percorsi di acculturazione scientifica (avvalendosi di laboratori veri e propri).
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