Il saggio si propone di analizzare e confrontare le interpretazioni che del Manuale di Epitteto hanno dato Pascal e Leopardi. La scelta di prendere in esame queste due interpretazioni del Manuale, tra le tante che nel corso dei secoli ne sono state date, non è casuale, arbitraria, ma ha una sua ragion d’essere nella curiosa circostanza che queste due interpretazioni sono a tal punto antitetiche, opposte, discordanti che chi legge in successione prima l’una e poi l’altra non riceve l’impressione che commentino la stessa opera. Se Pascal propose un’interpretazione religiosa del Manuale, Leopardi ne diede invece una lettura atea; se il primo vide nella filosofia di Epitteto l’esaltazione unilaterale della grandezza dell’uomo, il secondo vi scorse invece solo l’espressione della sua debolezza e fragilità. Se agli occhi del pensatore francese il pensiero di Epitteto apparve come un energico stimolante per l’animo umano, quasi una droga, un eccitante, al poeta italiano sembrò al contrario un anestetico, un analgesico, che può unicamente alleviare, aiutando a sopportarlo, il dolore di vivere.
Superba grandezza o prudente rinuncia? L'"Enchiridion" di Epitteto nelle opposte interpretazioni di Pascal e Leopardi
Adinolfi Isabella
2016-01-01
Abstract
Il saggio si propone di analizzare e confrontare le interpretazioni che del Manuale di Epitteto hanno dato Pascal e Leopardi. La scelta di prendere in esame queste due interpretazioni del Manuale, tra le tante che nel corso dei secoli ne sono state date, non è casuale, arbitraria, ma ha una sua ragion d’essere nella curiosa circostanza che queste due interpretazioni sono a tal punto antitetiche, opposte, discordanti che chi legge in successione prima l’una e poi l’altra non riceve l’impressione che commentino la stessa opera. Se Pascal propose un’interpretazione religiosa del Manuale, Leopardi ne diede invece una lettura atea; se il primo vide nella filosofia di Epitteto l’esaltazione unilaterale della grandezza dell’uomo, il secondo vi scorse invece solo l’espressione della sua debolezza e fragilità. Se agli occhi del pensatore francese il pensiero di Epitteto apparve come un energico stimolante per l’animo umano, quasi una droga, un eccitante, al poeta italiano sembrò al contrario un anestetico, un analgesico, che può unicamente alleviare, aiutando a sopportarlo, il dolore di vivere.File | Dimensione | Formato | |
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Superba grandezza o prudente rinuncia? Io nel pensier mi fingo_(1).pdf
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