La critica letteraria e la saggistica prodotta da scrittori su temi legati alla propria e all’altrui pratica creativa costituiscono due voci importanti all’interno della letteratura giapponese moderna. La tradizione accademica giapponese assegna una considerevole rilevanza a queste tipologie testuali, utilizzandole spesso come documenti dell’evoluzione storica della scena letteraria nazionale. Questa tradizione ha al proprio attivo una consolidata storiografia e un canone, anche scolastico, comprensivo di scritti esemplari, testi rappresentativi di particolari tendenze o temperie culturali, manifesti spartiacque o generatori di nuove denominazioni gruppali. Oltre che come documenti storici, molti di questi testi sono tutt’oggi oggetto di apprezzamento estetico, per le qualità stilistiche espresse dai loro autori, in molti casi scrittori consacrati e canonizzati. Questa antologia si propone di introdurre i lettori italiani alla conoscenza di questo vasto patrimonio, attraverso la traduzione di una serie di testi rappresentativi. La selezione abbraccia un arco di tempo che va dagli anni ottanta del XIX secolo agli inizi del periodo Shōwa (1926-1989). Questo intervallo corrisponde al periodo di formazione e consolidamento del discorso metaletterario moderno in Giappone: dalle battaglie per il romanzo condotte dagli intellettuali riformisti Meiji (rappresentati da Tsubouchi Shōyō e Futabatei Shimei), alla rivendicazione dell’autonomia euristica e perfino esistenziale della critica letteraria, decretata da Kobayashi Hideo. Nel mezzo, una pluralità di voci, idee, stili, che queste traduzioni cercano di restituire, con i loro momenti luminosi e le loro tortuosità, anche lessicali e sintattiche. Momenti luminosi e tortuosità che riflettono il percorso accidentato e laborioso di un intero campo intellettuale, impegnato nella costruzione della propria “modernità”. Ecco dunque le passioni e i sogni dei romantici (Kitamura Tōkoku, Izumi Kyōka) e i programmi dei naturalisti (Tayama Katai, Shimamura Hōgetsu, Kosugi Tengai); le meditazioni dei due giganti del mondo letterario Meiji, Mori Ōgai e Natsume Sōseki. Ecco i dibattiti sul rapporto tra arte e vita suscitati dall’emersione di una cultura “di massa” (Kikuchi Kan, Hirotsu Kazuo), e le riflessioni sul ruolo sociale degli scrittori, articolate con una varietà di posizioni che abbracciano l’impegno frustrato di Arishima Takeo e il désengagement agrodolce di Nagai Kafū. E ancora: la protesta avanguardistica, nutrita di riferimenti alle ultime tendenze internazionali, di Takamura Kōtarō e Hirato Renkichi, e il modernismo provinciale e ruralista di Miyazawa Kenji; la controversia tra Akutagawa Ryūnosuke e Tanizaki Jun’ichirō sul ruolo della trama nelle opere di narrativa, e le modernissime considerazioni di quest’ultimo sulla “nuova arte” del cinema. Questo volume si pone in continuità con quelli già pubblicati nella presente collana e dedicati alla cultura giapponese: La narrativa giapponese moderna e contemporanea (2009) di Luisa Bienati e Paola Scrolavezza, Introduzione alla storia della poesia giapponese (vol. 2, 2012) di Pierantonio Zanotti e Storia del teatro giapponese (vol. 2, 2015) di Bonaventura Ruperti, con cui dialoga. Letterario, troppo letterario rimanda a questi volumi per il completamento del quadro complessivo e l’approfondimento dei singoli autori.

Letterario, troppo letterario. Antologia della critica giapponese moderna

BIENATI, Luisa;RUPERTI, Bonaventura;ZANOTTI, Pierantonio
2016-01-01

Abstract

La critica letteraria e la saggistica prodotta da scrittori su temi legati alla propria e all’altrui pratica creativa costituiscono due voci importanti all’interno della letteratura giapponese moderna. La tradizione accademica giapponese assegna una considerevole rilevanza a queste tipologie testuali, utilizzandole spesso come documenti dell’evoluzione storica della scena letteraria nazionale. Questa tradizione ha al proprio attivo una consolidata storiografia e un canone, anche scolastico, comprensivo di scritti esemplari, testi rappresentativi di particolari tendenze o temperie culturali, manifesti spartiacque o generatori di nuove denominazioni gruppali. Oltre che come documenti storici, molti di questi testi sono tutt’oggi oggetto di apprezzamento estetico, per le qualità stilistiche espresse dai loro autori, in molti casi scrittori consacrati e canonizzati. Questa antologia si propone di introdurre i lettori italiani alla conoscenza di questo vasto patrimonio, attraverso la traduzione di una serie di testi rappresentativi. La selezione abbraccia un arco di tempo che va dagli anni ottanta del XIX secolo agli inizi del periodo Shōwa (1926-1989). Questo intervallo corrisponde al periodo di formazione e consolidamento del discorso metaletterario moderno in Giappone: dalle battaglie per il romanzo condotte dagli intellettuali riformisti Meiji (rappresentati da Tsubouchi Shōyō e Futabatei Shimei), alla rivendicazione dell’autonomia euristica e perfino esistenziale della critica letteraria, decretata da Kobayashi Hideo. Nel mezzo, una pluralità di voci, idee, stili, che queste traduzioni cercano di restituire, con i loro momenti luminosi e le loro tortuosità, anche lessicali e sintattiche. Momenti luminosi e tortuosità che riflettono il percorso accidentato e laborioso di un intero campo intellettuale, impegnato nella costruzione della propria “modernità”. Ecco dunque le passioni e i sogni dei romantici (Kitamura Tōkoku, Izumi Kyōka) e i programmi dei naturalisti (Tayama Katai, Shimamura Hōgetsu, Kosugi Tengai); le meditazioni dei due giganti del mondo letterario Meiji, Mori Ōgai e Natsume Sōseki. Ecco i dibattiti sul rapporto tra arte e vita suscitati dall’emersione di una cultura “di massa” (Kikuchi Kan, Hirotsu Kazuo), e le riflessioni sul ruolo sociale degli scrittori, articolate con una varietà di posizioni che abbracciano l’impegno frustrato di Arishima Takeo e il désengagement agrodolce di Nagai Kafū. E ancora: la protesta avanguardistica, nutrita di riferimenti alle ultime tendenze internazionali, di Takamura Kōtarō e Hirato Renkichi, e il modernismo provinciale e ruralista di Miyazawa Kenji; la controversia tra Akutagawa Ryūnosuke e Tanizaki Jun’ichirō sul ruolo della trama nelle opere di narrativa, e le modernissime considerazioni di quest’ultimo sulla “nuova arte” del cinema. Questo volume si pone in continuità con quelli già pubblicati nella presente collana e dedicati alla cultura giapponese: La narrativa giapponese moderna e contemporanea (2009) di Luisa Bienati e Paola Scrolavezza, Introduzione alla storia della poesia giapponese (vol. 2, 2012) di Pierantonio Zanotti e Storia del teatro giapponese (vol. 2, 2015) di Bonaventura Ruperti, con cui dialoga. Letterario, troppo letterario rimanda a questi volumi per il completamento del quadro complessivo e l’approfondimento dei singoli autori.
2016
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