Scrittore, giornalista, critico e autore di scritti teatrali. Ch’ae Mansik è considerato dalla critica coreana uno dei maggiori protagonisti della letteratura del periodo coloniale giapponese (1910-1945), per le sue vivide descrizioni della vita in Corea durante il dominio coloniale, l’abilità nella costruzione psicologica, la padronanza del registro ironico e la duttilità ed efficacia del suo linguaggio. È forte inoltre il senso del ritmo nella sua scrittura e soprattutto nella costruzione dei dialoghi, che forse gli deriva dai molti scritti teatrali che ha lasciato e dalla necessità di curare i tempi scenici della rappresentazione. Ch’ae Mansik è anche uno scrittore che alcuni studiosi coreani hanno definito ‘solitario’, per non aver mai accettato o dichiarato apertamente appartenenze politiche o letterarie. Ma ai giorni nostri Ch’ae Mansik viene considerato dalla critica coreana anche un personaggio assai controverso della letteratura di occupazione, a causa di circostanziate accuse di collaborazionismo con il governo coloniale. A partire dal 2002, con la comparsa di una lista di quarantadue nomi di poeti e scrittori, fino al 2008, con la pubblicazione, da parte del Minjok Munje Yǒn’guso (Istituto di Ricerca sulle Questioni Nazionali) 3, di un dizionario dei nomi di tutti coloro che, non solo in ambito letterario, si distinsero per la loro vicinanza al governo giapponese, viene compilata una specie di Who’s Who in cui il nome di Ch’ae Mansik appare nella ‘lista nera’ di esponenti della letteratura filogiapponese (ch’inil munhak). La ricerca sui suoi scritti letterari, teatrali o di saggistica, è ancora in divenire, ma nonostante la pesante eredità di collaborazionismo con l’oppressore giapponese – di breve durata, negli anni che sarebbero diventati quelli conclusivi della dominazione oloniale giapponese in Corea (1910-1945) – la figura di Ch’ae Mansik rimane fondamentale nella comprensione della produzione letteraria della Corea moderna. La presente raccolta contiene tre dei suoi racconti più famosi: il primo, Una vita ready-made, in cui Ch’ae continua a studiare e osservare l’impatto dell’enorme diseguaglianza sociale attraverso la storia di un intellettuale disoccupato, come tanti della sua epoca, e forse come lui stesso; il secondo, Lo zio ingenuo, storia di un intellettuale – lo zio – che studia a Tōkyō e simpatizza con gli ideali socialisti, raccontata dal punto di vista del nipote di costui, ancora bambino; e infine il terzo, appartenente alla sua fase conclusiva, Storia di una risaia, racconto della vita misera e priva di futuro della classe contadina nella Corea coloniale.

Un intellettuale solitario alla ricerca della propria dimensione: Ch’ae Mansik (1902-1950)

D'URSO, Vincenza
2017-01-01

Abstract

Scrittore, giornalista, critico e autore di scritti teatrali. Ch’ae Mansik è considerato dalla critica coreana uno dei maggiori protagonisti della letteratura del periodo coloniale giapponese (1910-1945), per le sue vivide descrizioni della vita in Corea durante il dominio coloniale, l’abilità nella costruzione psicologica, la padronanza del registro ironico e la duttilità ed efficacia del suo linguaggio. È forte inoltre il senso del ritmo nella sua scrittura e soprattutto nella costruzione dei dialoghi, che forse gli deriva dai molti scritti teatrali che ha lasciato e dalla necessità di curare i tempi scenici della rappresentazione. Ch’ae Mansik è anche uno scrittore che alcuni studiosi coreani hanno definito ‘solitario’, per non aver mai accettato o dichiarato apertamente appartenenze politiche o letterarie. Ma ai giorni nostri Ch’ae Mansik viene considerato dalla critica coreana anche un personaggio assai controverso della letteratura di occupazione, a causa di circostanziate accuse di collaborazionismo con il governo coloniale. A partire dal 2002, con la comparsa di una lista di quarantadue nomi di poeti e scrittori, fino al 2008, con la pubblicazione, da parte del Minjok Munje Yǒn’guso (Istituto di Ricerca sulle Questioni Nazionali) 3, di un dizionario dei nomi di tutti coloro che, non solo in ambito letterario, si distinsero per la loro vicinanza al governo giapponese, viene compilata una specie di Who’s Who in cui il nome di Ch’ae Mansik appare nella ‘lista nera’ di esponenti della letteratura filogiapponese (ch’inil munhak). La ricerca sui suoi scritti letterari, teatrali o di saggistica, è ancora in divenire, ma nonostante la pesante eredità di collaborazionismo con l’oppressore giapponese – di breve durata, negli anni che sarebbero diventati quelli conclusivi della dominazione oloniale giapponese in Corea (1910-1945) – la figura di Ch’ae Mansik rimane fondamentale nella comprensione della produzione letteraria della Corea moderna. La presente raccolta contiene tre dei suoi racconti più famosi: il primo, Una vita ready-made, in cui Ch’ae continua a studiare e osservare l’impatto dell’enorme diseguaglianza sociale attraverso la storia di un intellettuale disoccupato, come tanti della sua epoca, e forse come lui stesso; il secondo, Lo zio ingenuo, storia di un intellettuale – lo zio – che studia a Tōkyō e simpatizza con gli ideali socialisti, raccontata dal punto di vista del nipote di costui, ancora bambino; e infine il terzo, appartenente alla sua fase conclusiva, Storia di una risaia, racconto della vita misera e priva di futuro della classe contadina nella Corea coloniale.
2017
Una vita ready-made e altri racconti
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Descrizione: Saggio introduttivo alla raccolta di racconti di Ch'ae Mansik, autore della Corea coloniale.
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