Una delle conseguenze del Genocidio Armeno fu la dispersione dei sopravvissuti in una diaspora globale. Parte della loro strategia di sopravvivenza fu documentare quello che avevano vissuto. Tra le due sfide vi era quella di scrivere nella loro lingua madre, in armeno, che pochi avrebbero capito, o di impegnarsi per descrivere l'indescrivibile in una lingua straniera. I sopravvissuti, nonostante tutti i traumi e le difficoltà, documentarono quello che il mondo doveva conoscere meglio. Questi frammenti della diaspora diffusero la cultura armena in diversi paesi. In tal modo, l’identità armena si evolse diventando più varia e complessa, contribuendo al multiculturalismo emergente nel 20° e 21° secolo. In questa monografia, Sona Haroutyunian (Universita Ca’Foscari Venezia) presenta testimonianze di sopravvissuti al Genocidio Armeno, resoconti dei testimoni e letteratura pubblicata in Italia, fornendo un'analisi dettagliata delle prospettive letterarie, linguistiche e psicologiche. Si tratta di una prima pubblicazione di questo genere riguardante l'Italia. Questa, in quanto tale, fornisce un contributo alla comprensione dell'esperienza e delle considerazioni di testimoni armeni e stranieri di questo Paese. Il primo capitolo tratta le memorie. Le parti analitiche della monografia sono in armeno orientale, mentre le citazioni dai memoirs sono state tradotte dall'italiano all'armeno occidentale per dare una maggiore naturalezza al discorso e per rendere omaggio, ancora una volta, ai martiri e ai superstiti del Genocidio attraverso il ridestare della lingua parlata dalla loro generazione. Nel secondo capitolo l’autrice si sofferma su come la memoria storica del trauma si traduca in genere letterario focalizzandosi sui romanzi di Antonia Arslan. Di seguito analizza la ricezione di “La masseria delle allodole” nel mondo attraverso le traduzioni dell’opera in molte lingue presentando alcune interviste esclusive. Infine discute la rappresentazione cinematografica del romanzo, presentando diversi pareri dei critici del cinema e di studenti - raccolti negli ultimi anni durante il suo insegnamento e conferenze nelle diverse università nel mondo - sull’omonimo film dei Fratelli Taviani.

Hayoc' c'ełaspanowt'yan t'eman italakan grakanowt'yan meǰ [Il tema del Genocidio armeno nella letteratura italiana]

HAROUTYUNIAN, SONA
2015-01-01

Abstract

Una delle conseguenze del Genocidio Armeno fu la dispersione dei sopravvissuti in una diaspora globale. Parte della loro strategia di sopravvivenza fu documentare quello che avevano vissuto. Tra le due sfide vi era quella di scrivere nella loro lingua madre, in armeno, che pochi avrebbero capito, o di impegnarsi per descrivere l'indescrivibile in una lingua straniera. I sopravvissuti, nonostante tutti i traumi e le difficoltà, documentarono quello che il mondo doveva conoscere meglio. Questi frammenti della diaspora diffusero la cultura armena in diversi paesi. In tal modo, l’identità armena si evolse diventando più varia e complessa, contribuendo al multiculturalismo emergente nel 20° e 21° secolo. In questa monografia, Sona Haroutyunian (Universita Ca’Foscari Venezia) presenta testimonianze di sopravvissuti al Genocidio Armeno, resoconti dei testimoni e letteratura pubblicata in Italia, fornendo un'analisi dettagliata delle prospettive letterarie, linguistiche e psicologiche. Si tratta di una prima pubblicazione di questo genere riguardante l'Italia. Questa, in quanto tale, fornisce un contributo alla comprensione dell'esperienza e delle considerazioni di testimoni armeni e stranieri di questo Paese. Il primo capitolo tratta le memorie. Le parti analitiche della monografia sono in armeno orientale, mentre le citazioni dai memoirs sono state tradotte dall'italiano all'armeno occidentale per dare una maggiore naturalezza al discorso e per rendere omaggio, ancora una volta, ai martiri e ai superstiti del Genocidio attraverso il ridestare della lingua parlata dalla loro generazione. Nel secondo capitolo l’autrice si sofferma su come la memoria storica del trauma si traduca in genere letterario focalizzandosi sui romanzi di Antonia Arslan. Di seguito analizza la ricezione di “La masseria delle allodole” nel mondo attraverso le traduzioni dell’opera in molte lingue presentando alcune interviste esclusive. Infine discute la rappresentazione cinematografica del romanzo, presentando diversi pareri dei critici del cinema e di studenti - raccolti negli ultimi anni durante il suo insegnamento e conferenze nelle diverse università nel mondo - sull’omonimo film dei Fratelli Taviani.
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