Il volume si occupa di analizzare l'applicazione della normativa in materia di affidamento condiviso a distanza di alcuni anni dall'ingresso della riforma. La crisi della unione coniugale comporta una riorganizzazione delle relazioni genitori-figli minori che tenga in debito conto l’effettivo interesse di questi ultimi ma, più in generale, un riordino di tutte le relazioni familiari, rispetto alle quali il luogo dove la famiglia si è formata ed è cresciuta – la “casa” – assume, il più delle volte, un’importanza centrale. La casa rappresenta per tutti i membri della famiglia il centro principale dei rispettivi affetti, interessi e consuetudini, un bene al quale non può non riconoscersi un intrinseco, per quanto imprecisabile, valore “sentimentale”; allo stesso tempo l’immobile adibito a casa familiare è, il più delle volte, anche il bene patrimoniale di maggior valore economico per il nucleo coniugale, destinato a soddisfare una delle primarie esigenze della persona umana, quella abitativa. L’istituto dell’assegnazione della casa familiare è e vuole essere uno strumento di tutela della prole (minorenne o maggiorenne economicamente non autosufficiente) in assenza della quale il luogo in cui il nucleo familiare aveva instaurato la propria vita in comune perde qualsiasi connotazione “funzionale-sentimentale-affettiva” che giustifichi, in virtù di un principio di “solidarietà familiare”, la tutela di interessi diversi da quelli propri del titolare di diritti sul bene.

Affidamento condiviso e casa familiare

IRTI, Claudia
2010-01-01

Abstract

Il volume si occupa di analizzare l'applicazione della normativa in materia di affidamento condiviso a distanza di alcuni anni dall'ingresso della riforma. La crisi della unione coniugale comporta una riorganizzazione delle relazioni genitori-figli minori che tenga in debito conto l’effettivo interesse di questi ultimi ma, più in generale, un riordino di tutte le relazioni familiari, rispetto alle quali il luogo dove la famiglia si è formata ed è cresciuta – la “casa” – assume, il più delle volte, un’importanza centrale. La casa rappresenta per tutti i membri della famiglia il centro principale dei rispettivi affetti, interessi e consuetudini, un bene al quale non può non riconoscersi un intrinseco, per quanto imprecisabile, valore “sentimentale”; allo stesso tempo l’immobile adibito a casa familiare è, il più delle volte, anche il bene patrimoniale di maggior valore economico per il nucleo coniugale, destinato a soddisfare una delle primarie esigenze della persona umana, quella abitativa. L’istituto dell’assegnazione della casa familiare è e vuole essere uno strumento di tutela della prole (minorenne o maggiorenne economicamente non autosufficiente) in assenza della quale il luogo in cui il nucleo familiare aveva instaurato la propria vita in comune perde qualsiasi connotazione “funzionale-sentimentale-affettiva” che giustifichi, in virtù di un principio di “solidarietà familiare”, la tutela di interessi diversi da quelli propri del titolare di diritti sul bene.
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