Il contributo analizza un ramo della tradizione manoscritta dell’Eutifrone di Platone, dialogo trasmesso nella sua interezza da sessanta testimoni (ante 1600), cui si aggiungono gli excerpta dotati di valore primario del Vat. Pal. 173 (P). La prima famiglia comprende tre manoscritti primari, Bodl. Clarke 39 (B, a. 895), Tubing. Mb 14 (C, XI sec.), Marc. gr. 185 (D, XI o XII sec.), e tredici apografi, di ciascuno dei quali si fornisce in apertura una breve descrizione: se ne esaminano in seguito i rapporti stemmatici che intercorrono tra di loro sulla base di nuove collazioni. Per quanto riguarda l’Eutifrone, B non ha avuto discendenza, mentre la discendenza di C è limitata al solo Laur. Plut. 89 sup. 78 prodotto in ambiente crisolorino: nuovi elementi sono stati individuati riguardo alla storia di C. Tutti i restanti apografi derivano da D, a seguito di ciascuna delle tre stratificazioni diortotiche che hanno interessato il manoscritto, due delle quali ne hanno contaminato il testo con lezioni delle altre due famiglie. Da D+D2 fu copiato un testimone interessante seppure per lo più ignorato dagli studiosi, il Bonon. gr. 3630. Gli apografi di D+D2+d1 si dividono in due ramificazioni: il ‘ramo α’ comprende lo Haun. gr. Gks 415a, 2° e i suoi discendenti Ambros. N 269 sup., e Par. gr. 2011; il ‘ramo ε’ è costituito dal Par. gr. 1810, con la sua copia Laur. Conv. Soppr. 103, dal Vat. gr. 229 e dal Par. gr. 2010, col suo discendente Par. Suppl. gr. 69. Dopo l’ultima diorthosis di d2, D fu copiato da Demetrio Trivolis nell’Esc. Ψ. I. 1, a sua volta modello del Bern. 579, in parte collegato a Costantino Lascaris.
Studi sulla tradizione manoscritta dell'Eutifrone di Platone: la prima famiglia
MANFRIN, FRANCESCA
2014-01-01
Abstract
Il contributo analizza un ramo della tradizione manoscritta dell’Eutifrone di Platone, dialogo trasmesso nella sua interezza da sessanta testimoni (ante 1600), cui si aggiungono gli excerpta dotati di valore primario del Vat. Pal. 173 (P). La prima famiglia comprende tre manoscritti primari, Bodl. Clarke 39 (B, a. 895), Tubing. Mb 14 (C, XI sec.), Marc. gr. 185 (D, XI o XII sec.), e tredici apografi, di ciascuno dei quali si fornisce in apertura una breve descrizione: se ne esaminano in seguito i rapporti stemmatici che intercorrono tra di loro sulla base di nuove collazioni. Per quanto riguarda l’Eutifrone, B non ha avuto discendenza, mentre la discendenza di C è limitata al solo Laur. Plut. 89 sup. 78 prodotto in ambiente crisolorino: nuovi elementi sono stati individuati riguardo alla storia di C. Tutti i restanti apografi derivano da D, a seguito di ciascuna delle tre stratificazioni diortotiche che hanno interessato il manoscritto, due delle quali ne hanno contaminato il testo con lezioni delle altre due famiglie. Da D+D2 fu copiato un testimone interessante seppure per lo più ignorato dagli studiosi, il Bonon. gr. 3630. Gli apografi di D+D2+d1 si dividono in due ramificazioni: il ‘ramo α’ comprende lo Haun. gr. Gks 415a, 2° e i suoi discendenti Ambros. N 269 sup., e Par. gr. 2011; il ‘ramo ε’ è costituito dal Par. gr. 1810, con la sua copia Laur. Conv. Soppr. 103, dal Vat. gr. 229 e dal Par. gr. 2010, col suo discendente Par. Suppl. gr. 69. Dopo l’ultima diorthosis di d2, D fu copiato da Demetrio Trivolis nell’Esc. Ψ. I. 1, a sua volta modello del Bern. 579, in parte collegato a Costantino Lascaris.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.