Nel 1890 Anton Cechov si recò a Sachalin, un’isola a nord del Giappone, dove il governo zarista deportava i prigionieri al lavoro forzato, e dopo qualche anno raccontò in un libro l’inchiesta che aveva effettuato. Scarpe buone e un quaderno di appunti smonta il libro di Cechov e, con l’aiuto del quaderno di appunti e dell’epistolario dello scrittore, ricostruisce le varie fasi del reportage in tre sezioni (preparativi, ricerca, scrittura), scegliendo per ciascuna sezione dei brani in grado di esemplificare e dimostrare il modo di procedere di Cechov. Ciascuna sezione è suddivisa in una serie di consigli per chi volesse effettuare e scrivere un reportage (per esempio: misurare, contare, pesare; redigere inventari; camminare in compagnia; passeggiare da soli; fare osservazioni sia di giorno che di notte; usare i cinque sensi; accettare inviti a pranzo; leggere i giornali locali; raccogliere dichiarazioni; fare interviste), e ciascun consiglio è seguito da un brano di Cechov. Il libro cerca pertanto d’individuare i consigli impliciti nel modo in cui Cechov compì la sua inchiesta e la raccontò, e vuol essere (e così è stato accolto dalla critica e dalle traduzioni all’estero) un manuale dedicato a chi voglia scrivere un reportage (o girare un documentario). L’Introduzione (pp. 5-11) e il saggio Un medico all’inferno (pp. 143-179) inseriscono l’inchiesta condotta da Anton Cechov all’interno della sua formazione di medico e delle sue reti di relazione (Tolstoj in primis), e nel contesto dei dibattiti dell’epoca sulla funzione della letteratura.

Scarpe buone e un quaderno di appunti. Come fare un reportage

BRUNELLO, Pietro
2004-01-01

Abstract

Nel 1890 Anton Cechov si recò a Sachalin, un’isola a nord del Giappone, dove il governo zarista deportava i prigionieri al lavoro forzato, e dopo qualche anno raccontò in un libro l’inchiesta che aveva effettuato. Scarpe buone e un quaderno di appunti smonta il libro di Cechov e, con l’aiuto del quaderno di appunti e dell’epistolario dello scrittore, ricostruisce le varie fasi del reportage in tre sezioni (preparativi, ricerca, scrittura), scegliendo per ciascuna sezione dei brani in grado di esemplificare e dimostrare il modo di procedere di Cechov. Ciascuna sezione è suddivisa in una serie di consigli per chi volesse effettuare e scrivere un reportage (per esempio: misurare, contare, pesare; redigere inventari; camminare in compagnia; passeggiare da soli; fare osservazioni sia di giorno che di notte; usare i cinque sensi; accettare inviti a pranzo; leggere i giornali locali; raccogliere dichiarazioni; fare interviste), e ciascun consiglio è seguito da un brano di Cechov. Il libro cerca pertanto d’individuare i consigli impliciti nel modo in cui Cechov compì la sua inchiesta e la raccontò, e vuol essere (e così è stato accolto dalla critica e dalle traduzioni all’estero) un manuale dedicato a chi voglia scrivere un reportage (o girare un documentario). L’Introduzione (pp. 5-11) e il saggio Un medico all’inferno (pp. 143-179) inseriscono l’inchiesta condotta da Anton Cechov all’interno della sua formazione di medico e delle sue reti di relazione (Tolstoj in primis), e nel contesto dei dibattiti dell’epoca sulla funzione della letteratura.
2004
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