Profilo del settimanale cattolico del Patriarcato di Venezia, «La Voce di San Marco» (1946-1975). La monografia ne evidenzia il primo sviluppo all'inizio del secondo dopoguerra, tra elementi di continuità e di cambiamento rispetto al precedente settimanale diocesano di Venezia, "La settimana religiosa", che aveva operato nel contesto del regime fascista e poi del conflitto bellico. Della «Voce di San Marco» è poi ricostruito e analizzato l'atteggiamento verso la politica, in particolare di fronte alle elezioni del 1948 e alle prime inquietudini che segnarono alcuni ambienti cattolici nel decennio successivo. Viene quindi messa a fuoco la fase successiva, nella quale il settimanale andò lentamente volgendosi, sotto la guida dei patriarchi Roncalli e Urbani, dalla prevalente concentrazione sul piano politico al recupero della centralità dell’impegno ecclesiale, salvo però diventare un elemento di tensione all'interno del cattolicesimo veneziano per la sua opposizione all'"apertura a sinistra" nei primi anni sessanta. Dalla stagione del concilio Vaticano II in avanti il settimanale è studiato nei suoi nuovi orientamenti sul piano ecclesiale e politico, quindi nella sua dimensione di specchio dei fermenti, del dissenso, e anche della contestazione che agitarono il cattolicesimo e la società nella seconda metà degli anni sessanta e all'inizio del decennio successivo, nel corso del quale maturò la crisi del periodico che infine condusse alla sua chiusura nel 1975.

"La voce di San Marco" (1946-1975)

VIAN, Giovanni
2007-01-01

Abstract

Profilo del settimanale cattolico del Patriarcato di Venezia, «La Voce di San Marco» (1946-1975). La monografia ne evidenzia il primo sviluppo all'inizio del secondo dopoguerra, tra elementi di continuità e di cambiamento rispetto al precedente settimanale diocesano di Venezia, "La settimana religiosa", che aveva operato nel contesto del regime fascista e poi del conflitto bellico. Della «Voce di San Marco» è poi ricostruito e analizzato l'atteggiamento verso la politica, in particolare di fronte alle elezioni del 1948 e alle prime inquietudini che segnarono alcuni ambienti cattolici nel decennio successivo. Viene quindi messa a fuoco la fase successiva, nella quale il settimanale andò lentamente volgendosi, sotto la guida dei patriarchi Roncalli e Urbani, dalla prevalente concentrazione sul piano politico al recupero della centralità dell’impegno ecclesiale, salvo però diventare un elemento di tensione all'interno del cattolicesimo veneziano per la sua opposizione all'"apertura a sinistra" nei primi anni sessanta. Dalla stagione del concilio Vaticano II in avanti il settimanale è studiato nei suoi nuovi orientamenti sul piano ecclesiale e politico, quindi nella sua dimensione di specchio dei fermenti, del dissenso, e anche della contestazione che agitarono il cattolicesimo e la società nella seconda metà degli anni sessanta e all'inizio del decennio successivo, nel corso del quale maturò la crisi del periodico che infine condusse alla sua chiusura nel 1975.
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