Due aspetti sono focalizzati: il confronto testuale tra il Pygmalion rousseauiano e il suo adattamento italiano operato da Antonio Simeone Sogràfi a Venezia (1790) e il ruolo scenico della componente pantomimica nell’opera, che offre il primo esempio di melologo. Gli ultimi decenni del Settecento, come è noto, vedono il fiorire delle inziative di divulgazione e traduzione dei testi teatrali europei, grazie non solo alle rappresentazioni, ma a collane e pubblicazioni periodiche. Venezia è uno dei centri di questa attività, dalla quale si attende la modernizzazione della scena e la realizzazione di un teatro nazionale (come possiamo vedere attraverso i periodici del tempo, quale il veneziano “Teatro Moderno Applaudito”, 1796-1801). Sviluppando il confronto linguistico e stilistico fra i due copioni, nel recitativo espressivo del personaggio maschile, Pigmalione, si vedrà una tendenza opposta nei due autori, che porta l’opera di Sografi lontano dal carattere profondo e introspettivo del Pigmalione rousseauiano e dal suo “effetto di sordina”. Nella versione veneziana, la danzatrice e coreografa Carolina Pitrot (Galatea) va invece, con la sua interpretazione, perfettamente incontro al concetto rousseauiano di recitazione non verbale. Essa appartiene a una generazione di riformatori del ballo teatrale e della danza, ed è moglie di Pietro Angiolini, figlio del celebre Gasparo, oppositore di Noverre. Ricordiamo che Rousseau dà un valore artistico essenziale alla componente pantomimica nella rappresentazione espressiva, motivando filosoficamente l’autenticità del linguaggio preverbale.
'Pygmalion' de Jean-Jacques Rousseau mis en scène à Venise par Antonio Simeone Sografi (1790)
MARTINUZZI, Paola
2017-01-01
Abstract
Due aspetti sono focalizzati: il confronto testuale tra il Pygmalion rousseauiano e il suo adattamento italiano operato da Antonio Simeone Sogràfi a Venezia (1790) e il ruolo scenico della componente pantomimica nell’opera, che offre il primo esempio di melologo. Gli ultimi decenni del Settecento, come è noto, vedono il fiorire delle inziative di divulgazione e traduzione dei testi teatrali europei, grazie non solo alle rappresentazioni, ma a collane e pubblicazioni periodiche. Venezia è uno dei centri di questa attività, dalla quale si attende la modernizzazione della scena e la realizzazione di un teatro nazionale (come possiamo vedere attraverso i periodici del tempo, quale il veneziano “Teatro Moderno Applaudito”, 1796-1801). Sviluppando il confronto linguistico e stilistico fra i due copioni, nel recitativo espressivo del personaggio maschile, Pigmalione, si vedrà una tendenza opposta nei due autori, che porta l’opera di Sografi lontano dal carattere profondo e introspettivo del Pigmalione rousseauiano e dal suo “effetto di sordina”. Nella versione veneziana, la danzatrice e coreografa Carolina Pitrot (Galatea) va invece, con la sua interpretazione, perfettamente incontro al concetto rousseauiano di recitazione non verbale. Essa appartiene a una generazione di riformatori del ballo teatrale e della danza, ed è moglie di Pietro Angiolini, figlio del celebre Gasparo, oppositore di Noverre. Ricordiamo che Rousseau dà un valore artistico essenziale alla componente pantomimica nella rappresentazione espressiva, motivando filosoficamente l’autenticità del linguaggio preverbale.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.