Con quali strumenti e con quali concetti possiamo, oggi, pensare e studiare le categorie generali delle scienze dell’educazione e della formazione? Come estrarre, dal disordine, gli elementi interpretativi atti a ricostruire una tensione formativa che miri a trovare nuovi equilibri euristici e teorici? Il testo parte dall’idea che sia urgente un chiarimento, non solo fondazionale, ma genetico-genealogico, dei tratti che rendono possibile il riconoscimento della specificità del discorso pedagogico contemporaneo; per contribuire ad una ripresa di quel vigore e di quella capacità di farsi intendere che la pedagogia aveva conosciuto e che pare oggi indebolito e disperso in una miriade di pratiche spesso tra loro divergenti. Si tratta, altresì, di elaborare una nuova cultura formativa che esprima il frutto dell’impegno di tutte le scienze della formazione. Nelle regioni della ricerca formativa, nuove pratiche partecipative e discorsive sembrano proporsi, in forma paradigmatica, come ponte tra la “totalità” dei fatti sociali e la parzialità, tra singolarità e pluralità. Quali strumenti trascendentali dobbiamo sviluppare per far sì che le scienze della formazione descrivano e spieghino il principio costituente che rappresenta la loro prima condizione di possibilità? Vengono dunque esaminati i momenti in cui l’elaborazione teorica della pedagogia italiana contemporanea, nel suo nascere e nel suo svilupparsi, ha indicato, raccolto e portato a maturazione l’intuizione di quel luogo paradossale che è la formazione stessa; quali e quanti siano i luoghi in cui tale paradossalità si mostra per quel che è, con tutta la sua carica di problematicità ma anche di promesse.

POIEIN la PEDAGOGIA e le SCIENZE della FORMAZIONE

MARGIOTTA, Umberto;
2011-01-01

Abstract

Con quali strumenti e con quali concetti possiamo, oggi, pensare e studiare le categorie generali delle scienze dell’educazione e della formazione? Come estrarre, dal disordine, gli elementi interpretativi atti a ricostruire una tensione formativa che miri a trovare nuovi equilibri euristici e teorici? Il testo parte dall’idea che sia urgente un chiarimento, non solo fondazionale, ma genetico-genealogico, dei tratti che rendono possibile il riconoscimento della specificità del discorso pedagogico contemporaneo; per contribuire ad una ripresa di quel vigore e di quella capacità di farsi intendere che la pedagogia aveva conosciuto e che pare oggi indebolito e disperso in una miriade di pratiche spesso tra loro divergenti. Si tratta, altresì, di elaborare una nuova cultura formativa che esprima il frutto dell’impegno di tutte le scienze della formazione. Nelle regioni della ricerca formativa, nuove pratiche partecipative e discorsive sembrano proporsi, in forma paradigmatica, come ponte tra la “totalità” dei fatti sociali e la parzialità, tra singolarità e pluralità. Quali strumenti trascendentali dobbiamo sviluppare per far sì che le scienze della formazione descrivano e spieghino il principio costituente che rappresenta la loro prima condizione di possibilità? Vengono dunque esaminati i momenti in cui l’elaborazione teorica della pedagogia italiana contemporanea, nel suo nascere e nel suo svilupparsi, ha indicato, raccolto e portato a maturazione l’intuizione di quel luogo paradossale che è la formazione stessa; quali e quanti siano i luoghi in cui tale paradossalità si mostra per quel che è, con tutta la sua carica di problematicità ma anche di promesse.
2011
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