Oscar classici PORTA_apparati.indd 1 16/03/11 11:41 di Carlo Porta nella collezione Oscar Poesie nella collezione I Meridiani Poesie PORTA_apparati.indd 2 16/03/11 11:41 Carlo Porta POesIe A cura di Pietro Gibellini Traduzioni e note di Massimo Migliorati PORTA_apparati.indd 3 16/03/11 11:41 2011 Arnoldo Mondadori editore s.p.A., Milano I edizione Oscar classici aprile 2011 IsBN 978-88-04-60787-8 Questo volume stato stampato presso Mondadori Printing s.p.A. stabilimento NsM - Cles (TN) stampato in Italia. Printed in Italy PORTA_apparati.indd 4 16/03/11 11:41 Introduzione di Pietro Gibellini Grandezza europea del Porta Quella italiana lunica grande letteratura nazionale la cui produzione dialettale faccia visceralmente, inscindibilmente corpo col restante patrimonio, ha scritto Gianfranco Contini. Opponendo, nella terminologia crociana, letteratura a poesia, potremmo oggi precisare che la poesia dellet romantica, e forse la poesia italiana nel suo complesso, sarebbe gravemente mutilata dallomissione di Porta: la cui poesia in realt, si viene sempre pi precisando come un opus compositum, dal punto di vista del genere, in cui lelemento narrativo (e teatrale), e talvolta epico (epico-comico), viene prevalendo sulla componente lirica o lirico-burlesca. La sua grandezza, del resto, tempestivamente proclamata, in una lettera allamico Claude Fauriel, da quel Manzoni che da una lirica sliricata muove poi verso la meta del teatro e del romanzo, con linvenzione storica dei Promessi sposi e il romanzo- saggio sulla Colonna infame. Insomma, la narrativa il traguardo cui aspira la cultura lombarda da Parini a Manzoni, e che trova nei versi di Porta un ponte essenziale. Le charmant Carline visto con simpatia da un narratore della tempra di stendhal, lHenri Beyle milanese ; e come Omero del Giovannin Bongee lodato dal Foscolo, dopo la lettura delle disavventure eroicomiche dello sfortunato personaggio protagonista di due De- V PORTA_apparati.indd 5 16/03/11 11:41 sgrazzi. eppure lopera di Carlo Porta ha sofferto a lungo per due pregiudizi critici: uno, quello che riteneva minore la letteratura in dialetto, e che fece scoprire con ritardo anche la statura non gi regionale ma europea di un Ruzante o di un Belli; laltro, che vedeva nel Porta, appunto, il cantore comico e charmant di un mondo meneghino pacioso e buonsensaio, sanamente realistico ma privo di grandi tensioni intellettuali: ancor oggi vagheggiato in certi circoli dilettanteschi dove, mescolando costume e folklore, lingua e cucina, si rievoca nostalgicamente la Milano del bel tempo che fu. Ma la Milano di Carlo Porta, lacerata la cartapesta delloleografia meneghina, si rivela una citt fervida fino al calor bianco, che vive negli anni che separano due secoli lun contro laltro armati i grandi nodi della cultura europea, tra giacobinismo e Restaurazione, tra Illuminismo e Romanticismo un intenso segmento di storia che in Italia potremmo designare, appunto, col nome di due riviste milanesi, stagione del Caff e stagione del Conciliatore. Altro che chiusura meneghina! stando nella sua citt, Porta respira la migliore aria deuropa; l Giuseppe Gioachino Belli, nei tre viaggi che fra il 1827 e il 1829 gli riveleranno anche lopera di Manzoni, degli illuministi e dei romantici, intuir le risorse universali del dialetto, riscoprendo di colpo la sua Roma fuori dai clichs delle acqueforti turistico-celebrative, nella sua vitalit cupa e grandiosa, plebea e allucinata. Porta e Belli, due impiegati: luno, interprete di una borghesia promossa a dignit dal riformismo asburgico, e da tempo forza trainante della nazione; laltro, esponente di un ceto medio allora quasi assente in una citt dove lo stacco fra nobilt e clero da una parte e popolino dallaltra pare incolmabile. Ma attenti luno e laltro a dare voce al tesoro inesplorato di un popolo che, nellOttocento romantico e democratico, sta per ottenere finalmente, oltre a un nuovo ruolo politico, diritto di citta- VI PORTA_apparati.indd 6 16/03/11 11:41 dinanza nella cultura letteraria e folklorica. Due poeti, due citt: il milanese, in fertile simbiosi con la sua gente, colta e incolta; il romano, interprete clandestino e represso di unUrbe arroccata nella nostalgia dellantico e sospettosa di fronte a ogni novit. Il tirocinio e la ventata giacobina Terzogenito di Giuseppe Porta, Carlo nasce a Milano il 15 giugno 1775. Col padre, savio austriacante e leale burocrate, non mancheranno i contrasti. La madre, Violante Gottieri, muore quando Carlo ha dieci anni. Il ragazzo viene mandato a studiare in un buon collegio, a Monza, dagli ex gesuiti, dove brillante allievo di grammatica, umanit e retorica, finch passa, come laico, al seminario, per attendere al corso di filosofia. Le scuole religiose danno una solida formazione culturale, ma stimolano spesso per reazione atteggiamenti di irriverenza. e una verve goliardica si rintraccia nellesordio poetico di Porta, costituito da due almanacchi del 1792 e del 1793 (di cui uno perduto) dal titolo El lava piatt del Meneghin chՏ mort, Lo sciacquapiatti del defunto Domenico [Balestrieri]. sono prove di un principiante, ma gi in grado di suscitare la gelosia e lacre polemica dei concorrenti, al punto da far nascere nellamareggiato autore il proposito di non comporre pi versi. Ci vuole altro per frenare listinto di un poeta! Gi nel 1795 Porta pensa di volgere in milanese lode A Silvia del Parini. Parini, comՏ noto, collocato, gi dalla generazione precedente, per la lezione di ferma moralit e di alto stile, su un piedistallo monumentale, come maestro da celebrarsi: con accorati accenti prerisorgimentali nel Foscolo dellOrtis e dei Sepolcri; con pi problematico vaglio critico nella febbrile riflessione del giovane Manzoni (il quale avanzer lipotesi che, proprio per colpa della lingua, il nobile poema del Giorno non avesse saputo riformare i costu- VII PORTA_apparati.indd 7 16/03/11 11:41 mi dei milanesi). Ma Parini ha percepito come compatibili, anzi solidali, la scrittura in lingua e quella in dialetto. Intervenendo in difesa del milanese nella polemica scatenata dal purista Onofrio Branda che quattro anni dopo un analogo dibattito suscitato da Alessandro Bandiera accende, nel 1760, la querelle pro o contro il dialetto Parini ha perentoriamente sancito la dignit del milanese, mostrando sul piano teorico che le lingue sono tutte indifferenti per riguardo alla intrinseca bruttezza o belt loro. su questa base, il giovane Porta pu superare ogni complesso dinferiorit linguistica usando il dialetto (con una sicurezza impensabile nel romano Belli, pi giovane s, ma ancorato a una situazione culturale molto pi attardata). Lo fa in un sonetto del 1810, scritto contro un senese immigrato a Milano, certo Gorelli, che ha criticato in pubblico le sue poesie dialettali: I paroll don lenguagg, car sur Gorell, Hin ona tavolozza de color, Che ponn f el quader brutt, e el ponn f bell segond la maestria del pittor. senza idej, senza gust, senza on cervell Che regola i paroll in del descor, Tutt i lenguagg del mond hin come quell Che parla on s umilissim servitor: e sti idej, sto bon gust gi el savar Che no hin privativa di paes, Ma di coo che ghhan flemma de studi: Tant lՏ vera che in bocca de Usciuria el bellissem lenguagg di sienes lՏ el lenguagg p cojon che mai ghe sia. (16) Ma, al di l del ruolo esercitato dal Parini con la sua autorevolezza, preme sottolineare che nel milieu dellAc- VIII PORTA_apparati.indd 8 16/03/11 11:41 cademia settecentesca dei Trasformati di cui il poeta del Giorno fa parte esiste una concreta osmosi, quella per cui Balestrieri ridipinge in dialetto il cicisbeo retraa dal brav Parin; per cui Parini orienta Domenico Balestrieri a volgere la sua musa meneghina alle anacreontiche, ed elogia il foeugh morale dellaltro miglior poeta dialettale, CarlAntonio Tanzi; di pi: compone egli stesso un manipolo di sonetti, di cui almeno uno gareggia con la sferzante vis polemica del Giorno, quando rappresenta una dama che entra dalla modista deprecando le stragi perpetrate a Lione dai rivoluzionari che massacrano i preti e vogliono mescolare la nobilt ai mascalzoni e si profonde poi in grida di entusiasmo per i Francesi che hanno lanciato la moda di un nuovo cappellino. Parini, Tanzi, Balestrieri (il poeta evocato nel giovanile almanacco portiano ha tradotto il poema del Tasso per saggiare le possibilit del milanese, senza labbassamento comico parodico proprio delle versioni in bolognese o in bergamasco): sono nomi che ci riportano a una solida tradizione milanese, in lingua e in dialetto, sviluppata nella citata Accademia e aperta a istanze illuministiche di respiro europeo. Milanese e francese saranno, per Manzoni, le due lingue prime: e nellincontro di queste culture cade lastratta opposizione fra angustia municipale (o spontaneit popolare) e raffinata cultura davanguardia. Altri lumi, che quelli della raison, brillano per sulle baionette francesi che entrano a Milano nel 1796. La famiglia Porta ne paga subito le conseguenze: il padre, funzionario nella banca di stato e lealista, licenziato, il primogenito Baldassarre emigra a Venezia, e Carlo, tolto agli studi dal padre ottuso che vorrebbe farne un impiegato, lo raggiunge nel 1798. Il 1799 segna il breve ritorno della Restaurazione, con le truppe austro-russe del Generalissimo suvarov, e il ritorno del Porta a Milano. Non ci torna volentieri, come scrive al fratello Gaspare il 14 settembre del 99: Io mi immagino di sentirmi rin- IX PORTA_apparati.indd 9 16/03/11 11:41 facciare tutti i giorni, una volta chio sia cost i Zecchini spesi per me dal Principale [cos scherzosamente designa il padre]. [...] Aggiungete poi tutto questo la vostra situazione e la convivenza coi fratti, e Preti che mi sar necessaria. Il conflitto col padre esce dunque dai limiti della privata psicologia e rivela tutta linsofferenza per un ambiente retrivo, clericale e austriacante, che avrebbe alimentato la sua satira pi matura. Ma gli austriaci restano pochi mesi a Milano; Porta vi rimarr tutta la vita, chiuso in una citt che, lungi dal costituire un limite municipale, gli offre un invidiabile campo dosservazione, un crogiolo di esperienze e didee tra le pi stimolanti in europa. Ne uscir di rado e brevemente per lavoro o per le poco esotiche villeggiature brianzole. Ottiene un buon impiego allUfficio del Debito Pubblico, o Monte Napoleone, che manterr per tutta la vita; sposa nel 1806 la vedova di Raffaele Arauco, gi ministro della Cisalpina, morto ai comizi di Lione. Da lei ha tre figli: Giuseppe (1807), Anna Alessandrina (1811) e Maria Carolina Violante (1816). Nellaria frizzante della Milano giacobina, Porta si diverte come attore dilettante al Teatro patriottico, di orientamento progressista (e teatrali, oltre che narrativi, possono ben dirsi i suoi testi migliori). Anche la sua poesia nasce mordendo, demolendo i mostri sacri della tradizione: tra il 1802 e il 1805, volge in terzine o in ottave milanesi alcuni frammenti dellInferno di Dante, nel cui tono, allegramente parodico, si avverte leredit della cultura settecentesca, che prendeva in genere le distanze dallAlighieri, sentito ancora come scrittore rude ed intriso della buia visione medievale: Leggevem on bell d per noster spass I avventur amoros de Lanzellott; No gheva terz incomod che seccass, X PORTA_apparati.indd 10 16/03/11 11:41 stoo per d savarav poduu st biott; e rivand in del legg a certi pass Ne vegneva la faccia de pancott e i nost oeucc se incontraven, come a d Perch no pomm f istess anca m e t? Ma quand semm vegnuu al punt che el Paladin el segilla a Zenevra el rid in bocca Cont el p cald e sciasser di basin, Tutt tremant el m Pavol me ne imbocca Vun compagn che l ne fa de zoffreghin. Ah liber porch, fioeul dona baltrocca! Tira gi galiott che te see bravo: Per tutt quell d ghemm miss el segn, e sciavo! (3) Dante Isella ha osservato a ragione che qui Francesca da Rimini perde lalone favoloso dellevocazione dantesca e parla con gli accenti schietti che saranno della sventurata Ninetta del Verzee. Ma se Porta viene perfezionando il suo meccanismo comico, che consiste nel continuo cortocircuito, di parole e di cose, fra un livello illustre e uno basso, realistico (il memorabile scolorocci il viso diventa la plebea o domestica faccia da pancotto), egli d altres prova di unacquisita maestria narrativa (di cui segno anche il passaggio dalla terzina allottava) e di una padronanza del linguaggio che pu insaporirsi nella pi fresca oralit (stoo per d savarav poduu st biott, saremmo potuti, sto per dire, starcene nudi) e passare agevolmente a una mimesi del lirismo dantesco (il riso baciato da cotanto amante viene emulato dal nitidissimo verso in cui il Paladino milanese sigilla a Ginevra il riso in bocca). Certo, il fastidio per lancien rgime ha contagiato unintera generazione, compreso il giovane Manzoni che compone, nel 1801, il Trionfo della libert (correggendo per il tiro ancor prima di finirlo). Ma allaltezza del 1810, mentre Manzoni sta operando una conversione, che non riguar- XI PORTA_apparati.indd 11 16/03/11 11:41 da solo la religione, Porta saluta ancora con entusiasmo la riforma laica di Napoleone, e commenta lestensione allItalia del decreto che abolisce gli ordini religiosi (17 aprile 1810) con un sonetto gi abilmente rifinito: La mia povera nonna la ghaveva On vignoeu arent ai Pader Cappuscin: el guardian ghe le benediseva: I soeu fraa ghe beveven mezz el vin. La nonna in del mor la me diseva: Te lassi sto vignoeu, el m Franzeschin; sel voeur bev el guardian lassa chel beva: Usellin tira a casa el porscellin. Quando ecco tutt a on tratt Napoleon el d ona soppressada ai fratarij. sciavo suo, sur vin, la protezion. Credeva de fann p nanch on boccaa: Inscambi m hoo impienii tucc i vassij, Inscambi hoo bevuu anch quell che dava ai fraa. eppur in sti agn passaa Ghavarev giugaa el coo che senza lor No scusavem n nun n nost signor! (14) CՏ un mondo di superstizione devota che viene spazzato via dai tempi nuovi, piccolo come la mentalit della nonnina, angusto come il recinto della vigna accanto al convento; e ben osserva Isella come il sonetto sia abilmente bipartito fra il primo tempo, tutto contrassegnato da diminutivi, e il secondo, dove irrompe Napoleone, col vigore fonico di un nome sonoro come un colpo di cannone. Certo, il divertimento goliardico che ironizza sulla proverbiale golosit fratesca e il finale approdo allelogio della abbondante libagione, sono residui di un registro ancora minore. XII PORTA_apparati.indd 12 16/03/11 11:41 Un popolano en plein air: Giovannin Bongee Ma intanto il Porta viene componendo le prime cose veramente deccezione: i testi di parodia agiografica (On mira- col, Fraa Diodatt, Fraa Zenever), i testi di satira anticlericale e antinobiliare (Ona vision) e, celeberrima, la trilogia dei personaggi plebei, degli umiliati e offesi in chiave comica, ma con venature ora amaramente grottesche, ora melanconicamente elegiache: Bongee, Ninetta e Marchionn. Le prime Desgrazzi de Giovannin Bongee cadono nel 1812. In quelle sestine fa la sua apparizione un personaggio divenuto popolarissimo, un garzone di bottega che subisce un ingiustificato interrogatorio della ronda. Rincasando, sorprende un soldataccio francese che gli insidia la moglie: le sue prudenti rimostranze gli valgono solo delle legnate. La fisionomia di Giovannin ancora velata dalla maschera caricaturale ereditata dalla tradizione del popolano millantatore e bastonato, da una satira del villano trasferita dal contado alla citt. Ma il tipo si chiaroscura nelle pieghe psicologiche di chi, raccontando le proprie disgrazie, si d un tono: seva tanto dannaa de quella azion Che dininguarda sel fudess staa on olter. Basta: on scior cheva impari a sto birbon, Chel sar staa el sur respettor senzolter, Dopo avemm ben lumaa, el me dis: Chi siete? Che mester fate? Indove and? Dicete! Chi sont?, respondi franco, in dove voo? sont galantomm e voo per el fatt m; Intuit poeu del mestee che foo, Ghe ven quaj cossa de vorell sav? Foo el cavalier, vivi dentrada, e m! Ghe giontaravel fors quaj coss del s? Me par davegh parlaa de fioeu polid, Neel vera? eppur fudessel chel ghavess XIII PORTA_apparati.indd 13 16/03/11 11:41 Ona gran volentaa de tacc lid, O che in quell d ghandass tusscoss in sbiess, el me fa serci s de vott o des e l el me sonna on bon felipp de pes. Hoo faa m d o tr voeult per rebeccamm Tant per respondegh anca m quajcoss, Ma lu el torna de capp a interrogamm In nomo della legge, e el solta el foss, e in nomo della legge, gi se sa, sansessia, vala ben?, boeugna parl. (21, vv. 25-48) Gi tutta manifesta la prodigiosa virt narrativo- teatrale del Porta, che ingloba le battute del dialogo (discorso secondo) entro il racconto del Bongee al narratario (un taciturno Lustrissem). La virt si fa perizia virtuosistica nel gioco di botte e risposte dellinterrogatorio fra il malcapitato Giovannin e lispettore: e l botta e resposta, e via dincant; Chi siete? Giovannin. La parentella? Bongee. Che mester fate? el lavorant De frust. Presso de chi? De Isepp Gabella. In dov? In di Tegnon. Vee a spass? Voo al cobbi. In c de voi? surs. Dov? Al Carrobbi. Al Carrobbi! In che porta? Del piattee. Al numer? Vottcent vott. Pian? Terz, e insc? el sattisfaa m adess, ghe nhal assee? Fussel m la franchezza mia de m, O chel ghavess p nient de domandamm, el va, e el me pienta l come on salamm. (21, vv. 49-60) Gi nitida la contrapposizione fra lo schietto dialetto e la lingua ufficiale, litaliano burocratico dellautorit, sentito come lingua estranea di un potere usurpa- XIV PORTA_apparati.indd 14 16/03/11 11:41 tore. Un poeta maledetto di intensa forza espressiva, quel Fabio Varese che mor nella peste del 1630, aveva raccontato il suo imprigionamento: in un sonetto che, se non possiamo con certezza dire autobiografico, ha una forza di rappresentazione che supera la fictio poetica evidenziando fatti confermati dagli storici che studiarono il malgoverno spagnolo nel seicento lombardo, da Verri a Manzoni (la persecuzione dei sospetti di collusione coi francesi, luso della tortura, la delazione); anche l, la falsa accusa veniva commentata con unamara parodia del gergo giudiziario: Al on quaj trenta d che so in preson M pover Zinibrus nass in Vares Imput ch fagg liga co i Frances: e sno persci ver, in conclusion.1 Qui il francese a entrare in gioco come lingua della sopraffazione, nel finale: Giovannin, rincasando dopo il cattivo incontro, sente dalle scale un rumore di passi e un saltellare di sciabola. saranno dei fantasmi? (Porta ha grande familiarit con limmaginario popolare). invece un soldato dOltralpe, evidentemente attratto dalle grazie della moglie del povero Bongee: [...] Ett v el mar De quella famm, che st dessora l? M, muso duro tant e quant e lu, Respondi: Ov, ge su mo, perch? Perch, el repia, voter famm Mons LՏ tr giol, sacher Dieu, e me pl. 1 sono pi di trenta giorni che sono in carcere, io povero scapestrato nato a Varese [o nella famiglia Varese], accusato di aver fatto lega con i Francesi, e ci non perci vero, in conclusione [formula giudiziaria] (Fabio Varese, Canzoni, III, a cura di Angelo stella, Massimo Baucia, Renato Marchi, Allinsegna del pesce doro, Milano 1979, p. 27). XV PORTA_apparati.indd 15 16/03/11 11:41 O giol o no, ghe dighi, lՏ la famm De mo de m, cosshal m de cuntamm? SՏ che mo ge voeu cocc cont ell. Cocc, respondi, che cocc dEgitt? Chel vaga a f cocc in sant Raffajell, L lՏ el loeugh de cocc sel ghha el petitt! Chel vaga foeura di cojon, che ch No ghՏ cocc che tegna. Av cap? (21, vv. 107-120) Limprecazione di Giovannin (vada fuori dai coglioni) viene scambiata per un insulto dal bravaccio: ne segue la descrizione dello scontro, secondo un modulo eroicomico in cui labilit contrappuntistica si esalta nellopposizione fra metafore alte (ed io sotto con un animo da leone) e il sonoro controcanto comico (e lui, tnfeta, un altro scapaccione), fino allabile gradatio finale, dimessa e prosaica (vedo che tende a spiaccicarmi il muso), della fuga, mascherata da prudenza: Cossa dianzer ghe solta, el dis: Coman! A mo cojon?, e el volza i man per damm. Ovej, chel staga requi cont i man, Chel varda el fatte s de no toccamm, se de n, Dia ne libra! sont capazz... e lu in quell menter mollem on scopazz. e voeuna e d! sangua de d de nott, Che nol se slonga dolter che ghe doo! e lu zollem de capp on scopellott. Vedi chel tend a spettasciamm el coo, e m sott cont on anem de lion, e lu tonfeta! on olter scopazzon. Ah sanguanon! A on colp de quella sort Me sont sentuu i cavij a drizz in pee, e se nol fudess staa che i pover mort Mhan juttaa per soa grazia a torn indree, XVI PORTA_apparati.indd 16 16/03/11 11:41 se no ciappi on poo daria, senza fall sta voeulta foo on sparposet de cavall! (21, vv. 121-138) Il personaggio ripreso, a un anno di distanza, nelle ottave delle nuove e pi ampie Olter desgrazzi. Alla scala, per il gran ballo del Prometeo del celebre coreografo Vigan, Giovannino pregusta un pomeriggio di gioia con sua moglie, la cara Barborin. Il teatro che ci viene presentato il luogo di un festoso convegno di popolo che si accalca per salire in loggione. Porta si mostra, nella resa di questa scena, fra urla e spintoni, un frescante di mano sicura: Passa i tr, passa i quatter, i cinquor se impieniss de personn tutt el pasquee, Chi mangia, chi gingina, chi descor, Chi ziffolla, chi rid, chi fa el scocchee, Chi se scolda la pissa e fa sussor A contra di impresari del soree, Che goden i soeu comed e fan grassa, e no ghhan nanca el pubblegh per la cassa. Ma a furia de specci poe finalment solten voltra anca lor sti lizonon, Che in mezz ai urla e ai fisc plazidament se derven la calchera coj button, e quand me riven l ben ben darent Quell denanz cont i ciav e col lampion Con tutta grazia el me sgombetta el venter e el me dis: Allon, fourt! semm dand denter. (29, vv. 57-72) Lo spettacolo migliore, insomma, avviene in loggione: ma viene guastato al Bongee da un improvviso pizzicotto inferto da una mano ignota alle rotondit posteriori della sua Barborin. Giovannin si volta, cercando il colpevole, e lorecchio sapiente di Porta regi- XVII PORTA_apparati.indd 17 16/03/11 11:41 stra il battibecco, sommerso poi dal vociare del pubblico indispettito: Vien de fora, el repia, marmotton, Che te la dar m, mummia dEgitto. Che vegn foeura, dighi, di cojon, Te insegnaroo anca ch a parl politto. Intrattant dapertutt in sul lobbion No se sent che Silans!... Abbasso!... Citto! e lu el giudee rebuttonandem s, se p trov! el sbraggia citto anch lu. (29, vv. 153-60) Tornato a casa con la moglie dolorante, cerca di vedere il danno causato dal pizzicotto malandrino: la comicit si stempera in un sorriso affettuoso, nellinterno domestico dove emerge una confidenza coniugale fatta di pudore, di quel pudore che il Parini riconosceva ai contadini in opposizione alla spregiudicata condotta dei nobili, e che Manzoni colorer coi rossori di Lucia: Cossa gheet Barborin?... Me doeur... DovՏ? Ch insc... sul cuu? Cojonet!... Proppi ch... Neel staa fors?... S quell porch... Lassa ved! M n... Perch m n? sont t mar... Ghhoo vergogna... set matta? Fa pias... L, st savia... Fa pian... Lassa f a m... Basta: infin cont i dolz lhoo missa a termen De lassassel vard biott come on vermen. (29, vv. 233-40) scoperto colpevole un lampionaio, Giovannin si accapiglia con lui e viene arrestato dalla ronda. Ma nellufficio di polizia, ecco che scatta la connivenza fra il poliziotto e il lampionaio, entrambi regi impiegati: cane non mangia cane, commenta Giovannin (e si senta qui XVIII PORTA_apparati.indd 18 16/03/11 11:41 lidiosincrasia lombarda verso il potere pubblico sentito come iniquo e parassitario). Richiesto di mostrare le prove del torto subto, e non volendo sottoporre la moglie allumiliante esibizione del corpo del reato, gli tocca passar la notte in gattabuia, uscendone poi per non meglio precisata solerzia della povera Barborin. Dunque alla prepotenza della soldataglia straniera (la ronda dei francesi detta dal popolo croati, certo per linerzia del dialetto, ma anche per la sostanziale equivalenza delle milizie occupanti), succede ora liniquit delle autorit locali, con un significativo spostamento daccento dal politico-patriottico al sociale: lo stesso per cui Manzoni dal cifrato allegorismo risorgimentale del Carmagnola e dellAdelchi passer con il progettato Spartaco alla lotta di classe che sarebbe esplosa nella nuova Italia e che egli presagiva nellincompiuta terza tragedia. Interno di salotto con dame e preti: Ona vision Dalle prime alle seconde Desgrazzi del Bongee si avverte un progresso, tanto nella ricchezza psicologica del personaggio, sempre meno maschera e sempre pi uomo, quanto nella cresciuta maestria poetica, e si direbbe quasi registica, nel girare scene di gruppo, sotto le volte del loggione o negli esterni delle vie milanesi. Ma il testo artisticamente pi perfetto, nella stagione centrale del Porta, Ona vision, del 1812. Nel paradiso che fra Pasquale visita, in una visione durante un pisolino favorito da un pranzo gagliardo, cՏ posto anche per umili e galantuomini vari in odore deresia; i rapporti con le ospiti dame della societ del Ges, scandalizzate di dover condividere il regno celeste con simile gentaglia, rischiano di essere compromessi dal sogno sconvolgente: interviene, provvidenziale, lelegante e gesuitica spiegazione teologica di don Diego a discrimi- XIX PORTA_apparati.indd 19 16/03/11 11:41 nare la corretta visione dettata dallo spirito dai vaneggiamenti dellindigestione, e ad assicurare a s e allincauto frate altri pranzi e altre visioni. Ma il sunto non rende giustizia al testo, che conviene leggere per intero. Porta ci conduce in un interno di cui non serve descrivere larredo, precisato comՏ nel suo clima psicologico, dal campeggiare in primo piano del grosso frate dormiente, accompagnato dal brusio sottovoce delle beghine che lo ospitano: On certo reverendo fraa Pasqual, Omm de gran pes in che se sia manera Tant a toeull dalla part spiritual Come a toeull dalla part della stadera, Vun de sti d de podisn al camin Pien come on porch el fava on visorin. Leva in c de d damm bonn religios Che per no desturbagh quella quiett Mormoraven intant a bassa vos, e pregaven de coeur Dio benedett Chel sterminass con la soa gran bontaa Tucc quij che secca i pret dopo disnaa. Da onoltra part don Diegh ex zenturon, Teologh, canonista e missionari, On poo el juttava la mormorazion e on olter poo el sfojava el breviari Per tirass intrattant foeura di pee Quell mattutin cojomber del d adree. (23, vv. 1-18) Tre strofe, ed gi un mondo: con sorriso sapiente il poeta mette subito sul tavolo quella dialettica tra fisico e morale (la stazza materiale del frate e il peso della sua reputazione spirituale) che verr ripresa nella clausola del componimento e precisa lessenza della sua polemica; una polemica non antireligiosa, ma anticlericale (questione di XX PORTA_apparati.indd 20 16/03/11 11:41 forchette, non di fede), una critica del carattere angusto e sostanzialmente materialista delle beghine, che pregano di cuore Dio perch stermini con la sua gran bont tutti quelli che seccano i preti dopo pranzo e della figura pi arida, sgradevole, del teologo, che concepisce la lettura del breviario come un fastidioso pensum, e come dovere professionale la conversazione con le dame (ma mormorazion fonde furbescamente laccezione di mormorio con quello di maldicenza). Poi lobiettivo del Porta si concentra sulle smorfie di don Pasquale con uno zoom efficacissimo: Ora m don Pasqual lՏ de notass Chel seva quistaa el nomm coj soeu sudor De sant e de paccion de prima class, Tant che paricc credeven chel signor Giust in lora del chilo e del sognett el le mettess a part di soeu secrett. A bon cunt, col conzett chel se godeva, soa Reverenza leva despensaa Da ogni att de creanza, anzi el podeva Ronf tutta la santa podisnaa senza pericol mai che i d lustrissem Ghe dassen del villan porch solennissem. Ma sta voeulta dormend sto don Pasqual el fava cert versori e certi mocch Insc foeura dellorden natural Che i damm shin spaventaa minga de pocch, Per paura che quaj vision tremenda La ghe fass perd la famm per la marenda. Basta, quand pias a Dio, finalment el se desseda torbed come on ors, e vedend i d damm tutt in spavent e curios de sav cossa ghՏ occors, Che se consolen, Marchesinn, el dis, Che rivi adess adess del paradis. (23, vv. 19-42) XXI PORTA_apparati.indd 21 16/03/11 11:41 Inizia ora, con una vertiginosa altalena, landirivieni della narrazione fra lo spazio escatologico, vero o supposto, delloltremondo raccontato dal frate visionario, e lo spazio concreto, storicissimo, del salotto delle marchesine spaventate e incuriosite: Caspita che bei coss laver vist! esclamen tutt d i damm in compagnia. Certament, hoo veduu, el dis, Ges Crist, La soa Mader santissima Maria, e de sant e beatt, no cunti baj, Nhoo vist assee de fann lecc a cavaj. Dunque lavr veduu nostra cucina La contessa a cui ci han stampaa la vita, Poi altre dame molte, e qualch pedina Scritt nel Suss e dirett dai Bernabita? Cara lor, shoo da dilla tal e qual, Nhoo vist nanch vuna, el respond don Pasqual. (23, vv. 43-54) il primo scricchiolo della sintonia fra il frate e le ospitanti: la loro curiosit in realt finta; esse cercano solo la conferma che il paradiso fatto a immagine e somiglianza della loro societ del Jesus, unangusta lite dominata dallautorit di un oscuro padre Devecchi e in cui la santit, giocata in famiglia, garantita dalla stampa di una biografia celebrativa, quella della cugina, anzi cucina, come dicono le dame con goffo ipercorrettismo. Il crescere della tensione reso per trapassi graduali con tocchi abili, come gli esclamativi di sorpresa crescenti: Neanchuna! Come mai! In tanta gloria Ghe sarebber fors mai sfuggii de vista? Caspita, el nost Devecc bona memoria Lha sempre dett chel ciel lՏ di Sussista; XXII PORTA_apparati.indd 22 16/03/11 11:41 Dunque, repien, chi che cՏ lass De nostra conoscenza e sua de lu? Per esempi, el rispond, ghՏ Mascaron... Alfer... Parin... ghՏ el s pessee de c... GhՏ Metastasi... ghՏ lost del Falcon. Metastasi!... i damm sclamen, se pol d! Quel pret che abbiam sentit coi nost orecc A biasimar tant volt dal bon Devecc? (23, vv. 55-66) se il cielo non pieno di sussista, chi ha dunque visto, don Pasquale? Qui labilit del Porta straordinaria nel rappresentare un complesso quadro ideologico attraverso linterazione dei personaggi: ci sono degli intellettuali, come diremmo oggi, anzi dei poeti come scrive pi saggiamente lautore, e ci sono uomini oscuri. Con una attitudine gi potenzialmente manzoniana, accosta agli illustri esponenti della politica (il massone Bovara) o della letteratura (Parini, Alfieri e persino Metastasio, scambiato per uno scrittore scandaloso) le figure congetturali degli umili ignorati dalla storia (il pescivendolo di casa, loste del Falcone). Ma si noti il tocco: le ignoranti marchesine non si turbano per la presenza in cielo di chi, come Alfieri, aveva inveito contro lancien rgime o di chi, come Parini, aveva bollato dun marchio indelebilmente ridicolo la nobilt milanese, ma di Metastasio, del buon Metastasio, un prete che era stato biasimato dal padre Devecchi, unica autorevole fonte della loro cultura. Ma non tutto; linterrogazione delle dame si fa man mano pi inquieta e incalzante: E dalter chi hal veduu, chel dica on p! Hoo vist Bovara, hoo vist Battaja... el dis, Mosca... Pensa... Vian... Ohib, ohib, ohib! Anch de sta sort de robba in Paradis? XXIII PORTA_apparati.indd 23 16/03/11 11:41 No sal che son de quej che lha daa in lista El Devecc per Massoni a noi Sussista? In Paradis i franchi murator! Se burlem? Ma sal minga don Pasqual Che solamente a conversar con lor Se incorre la scomunica papal? Ma caro lei, car don Pasqual, chel taccia, Chel par che Dio el ci abbia voltaa faccia. (23, vv. 67-78) troppo: oltre ai poeti e agli umili, anche i politici sovversivi! Porta ha gi sviluppato il nucleo del suo racconto, qui piuttosto descrittivo che strettamente narrativo: descrittivo, sintende, nel senso di una rappresentazione di idee mediante personaggi concreti, vivacissimi. Ora la parte conclusiva pu sbrigarsi in due sole strofe, e il sugo della storia enunciato dal teologo che, mentre scioglie il nodo diegetico, rivela lessenza del componimento, giocato sulla commistione di sacro e profano, di paludamenti spirituali e di bassi interessi materiali, gi abilmente espressa allinizio: Intant, per toe la curta e vegn al sugh, Con sto sogn cuntaa s insc de salamm Lha risciaa don Pasqual de fass d el rugh Dalla c e dalla tavola di damm, se el canonista e teolegh don Diegh Nol ghe trovava subet on repiegh. Costuu el ghha faa ved che don Pasqual Per vess staa in del disn on poo intemperant Lha squilibraa col fisegh el moral, Chhin i potenz in sogn predominant, Che distinguendum est in casu tali Quod detur causae phisicae aut morali. e lha conclus infin che lav vist el paradis coj sant e coj beatt XXIV PORTA_apparati.indd 24 16/03/11 11:41 LՏ effett moral che ven de Ges Crist; Ma che eadem ratione el ten per fatt Che lavegh vist insemma i fraa masson LՏ effett fisegh che ven dindigestion. (23, vv. 79-96) Accanto alla sapienza ideologica, quella linguistica. Porta affida qui al latino la funzione di lingua dellimbroglio, a contrasto col dialetto schietto (viene in mente il latinorum di don Abbondio e di Azzeccagarbugli). Ma tanto pi interessante, e destinata a ulteriori sviluppi, quella lingua mescidata, incerta fra aspirazioni a un italiano nobile e vistosi scivoloni dialettali, che parlano le dame: lingua non dinvenzione, di cui gi Parini attestava luso, accanto al dialetto puro e allitaliano, da parte di chi cercava di darsi un tono. Questa lingua mista, detta da Parini parlar finito o anche parlar civile , aveva offerto a un geniale autore milanese di fine seicento, Carlo Maria Maggi, il destro per caratterizzare linguisticamente (ed eticamente) certe aristocratiche presuntuose e ignoranti che campeggiano nel suo teatro; tale quella Donna Quinzia che nei Consigli di Meneghino mastica amaro perch deve rinsanguare le sue traballanti finanze maritando la figlia a un borghese. se ne colga qualche battuta, che anticipa il linguaggio rozzo insieme e affettato (direbbe Manzoni) delle celebri damazze portiane che incontreremo nei capolavori della maturit: Don Lelij, che la sort sia tant inviper Contro la nostra casa; Che il noster sangu tant limpid sin adess sabbia da intorbidar con altra sfera, LՏ dura; ma giacch col fier destin XXV PORTA_apparati.indd 25 16/03/11 11:41 Contrastar non si pu, Convien, stringend i ogg, mandarla gi.2 Di fronte allorgoglio e al pregiudizio della nobildonna, il servitore Meneghino, che non sa leggere ma possiede la sapienza fondata sullesperienza concreta e sulla solida fede (secondo lidea cattolico-popolare del piissimo Maggi, come lo defin il suo biografo Lodovico Antonio Muratori), affida al dialetto la denuncia delliniquit sociale e politica, lo smascheramento della guerra utile solo ai nobili e ai disperati , quei valori insomma che saranno poi di Parini e di Manzoni. se il dialetto specchio di realt e di verit etica, la mescidazione linguistica di Donna Quinzia con il suo goffo italo-milanese esprime una pi interna sofisticazione, riflette lipocrisia e lorgoglio immotivato di classe basato sulla limpidezza di quel sangue filtrato da magnanimi lombi con cui si aprir lironico prologo del Giorno pariniano. Agiografia in burla si detto che la polemica del Porta non mina i princpi della fede, verso cui la sua tempra laica lo render pi rispettoso che sensibile (vicino alla morte, confider allamico sacerdote di sperare nella comprensione di Dio, proprio per non averlo seccato chiamandolo in causa a sproposito), ma ha come obiettivo la falsa religiosit dettata dallignoranza superstiziosa o dai pregiudizi dei ceti privilegiati. In questo senso vanno letti i testi che mettono in burla la tradizione agiografica. Del 1813 Fraa Ze 2 Don Lelio, che la sorte sia tanto accanita contro la nostra casa; che il nostro sangue tanto limpido fino ad ora debba intorbidarsi con unaltra stirpe sociale, dura; ma giacch contro il fiero destin contrastar non si pu, conviene, stringendo gli occhi, inghiottirla (Carlo Maria Maggi, I consigli di Meneghino, a cura di Dante Isella, einaudi, Torino 1965, p. 29). XXVI PORTA_apparati.indd 26 16/03/11 11:41 never (in ottave) che rievoca il noto episodio dei Fioretti di San Francesco, ripreso da unopera edificante seicentesca del padre Rossignoli. Il frate, che splende in virt pratiche quanto il santo in spirituali, salva la vita a un confratello inappetente tagliando il piede dun porco e placa con una perentoria omelia il padrone inferocito, che finir per donare lintero porcello al convento. Del 1813-14 sono pure On miracol e Fraa Diodatt, divertenti ricreazioni del seicentesco Prato fiorito del padre Ballardini, una raccolta di aneddoti candidamente edificanti, ingenui esempi di virt premiate e di miracolosi soccorsi soprannaturali (alla stessa opera del padre cappuccino Manzoni attinger il miracolo delle noci raccontato da fra Galdino nei Promessi sposi). Il primo narra (ma in metro lirico) il salvataggio in extremis di un manigoldo che ebbe lastuzia di gestire con prudenza la bilancia della propria anima, compensando il piatto piuttosto greve delle malefatte con unaccorta devozione alla Madonna: miracolo ricorrente nella tradizione dei marialia e che potremmo rintracciare, per non uscire di Lombardia, gi in Bonvesin. Laltro testo, in sestine, narra il volo di un frate che, a dispetto della stazza, si libra in quotidiani rapimenti destasi, dordinaria amministrazione, finch un giorno, in un momento di grazia particolare, sparisce in cielo per ricomparire dopo centododici anni, convinto dessersi assentato giusto una mezzoretta, tra la sorpresa sua e dei confratelli. sono testi di grande maestria raffigurativa. si noti, per esempio, in On miracol, la capacit portiana di evocare liconografia nave del giudizio particolare, secondo lo stile di quelle immaginette devozionali che i mercadanti venderanno sul sagrato di san Celso dove donna Fabia pronuncer pi tardi la sua memorabile Preghiera: Lanema sciolta da la carna morta La va a vol vers i stell, Ch el dianzen le porta, XXVII PORTA_apparati.indd 27 16/03/11 11:41 e in manch de quella la se troeuva al p Del tribunal tremend De Ges Crist, che, brusch in volt com, el ninna el cuu su on cossinon badial De nivol prepontaa de coo coj al. sulla dritta larcangior sant Michee, sul f de quij che vend el formaj in Verzee, el ghha dessora a on tavol l denanz Carimaa, carta, penna e d balanz. sulla sinistra, sora ona poltronna De vel crmes con i sbarr a intaj, soa Majestaa la Madonna Lassist al gran giudizzi del bagaj. In circol dedree via come allArenna Dan resalt alla scenna Cherubin, serafin, Dominazion, Angior, Arcangior, Tron. Laria lՏ lustra che la par de ras e i angior del signor La parfummen sgorand con tanti odor Che per usmaj se vorrav vess tutt nas. Ges el ninnava el cuu, come vho ditt, Perch Michee el ghaveva gi squajaa Tutta la tiritera di delitt Del pover desgraziaa, e, semma el dava ment a costuu ch Chel tremava de foffa, semma allAngiol Custod che el stava l Pass con gi i al come on usell che cova, e semma el varda el Diavol Che scrusciaa sott al tavol el rideva a tutt rid menand la cova. (26, vv. 9-44) Il comico procede secondo il meccanismo contaminatorio sublime/realistico di cui Porta maestro abilissimo. Il supremo, terribile momento metafisico conti- XXVIII PORTA_apparati.indd 28 16/03/11 11:41 nuamente condotto allesperienza domestica: larcangelo Michele ricorda un venditore di formaggi al popolare mercato del Verziere, langelo custode appare mogio come una chioccia che cova, mentre le gerarchie angeliche si dispongono per schiere come sulle gradinate dellarena. eppure cՏ una solennit grandiosa, tiepolesca, in quel Cristo che dimena il deretano su un gran cuscino di nuvole trapunto da testine alate, e alla solennit iconica corrisponde, per dir cos, un timbro da marcia funebre in quel verso giocato tutto sulla a e sulla o, con una cadenza lenta e ieratica: lanema sciolta da la carna morta.... Ma ancor pi sottile lautodissacrazione che quel Cristo terribile e insieme caricaturale fa di s quando, sollecitato dallintervento della Vergine, sentenzia: M patron de tutt coss, m Ges Crist, Che col moeuv don m brasc Poss fav tucc in spettasc, M che per vess soa divina maistaa Poss piss in lecc e d che son sudaa, Comandi e vuj che stanema che ch La torna in del s corp in sul moment e, appena che lՏ dent, Che la se metta in man don confessor, Ch ghe doo temp dom ventiquattror. (26, vv. 94-103) Per esprimere lonnipotenza, quel Cristo prima insiste sulla sua forza sterminatrice, paleo-testamentaria, poi usa una metafora irriguardosa: sono dettagli di cui si ricorder il Belli, nei non pochi sonetti di tema biblico o metafisico, da Er giudizzio in particolare a Er giorno der Giudizzio, fino a Lomo, dove ricorre alla lettera la colorita espressione idiomatica del Porta: Dio, che pp ff ggni cosa da lontano / e ppissci a lletto XXIX PORTA_apparati.indd 29 16/03/11 11:41 e dd ddav ssudato.... Ma soprattutto la terribilit del Cristo-giudice di On miracol che scatena la contraddizione, poich la pena del dannato sarebbe di essere privato della vista del suo volto divino, che stato definito fin dallavvio come il volto brusco per eccellenza. Lescamotage comunque trovato, sia pure coi limiti quasi ragioniereschi delle ventiquattrore concesse al peccatore per ravvedersi, confessarsi e defungere nuovamente e definitivamente. Il commento del Porta insieme divertito e tagliente: Resta l el Diavol, che grattand i corna el dis robba de ciod Adree allAngior Custod, e el tratta de giustizia bolgironna La giustizia divina, Concludend che per lu el naveva assee De struziass a servill sira e mattina, Quand daj moinn dona donna, sibben chel fuss Ges, el se lassava men a bev anch lu. (26, vv. 114-23) Non , in fondo, lievitato dal sorriso, il diavolo romantico, il demone prometeico, portatore di luce e di giustizia, che da Byron a Carducci diverr un personaggio positivo del ribellismo e del progressismo ottocentesco? Liniquit gi, in fondo, ammessa da chi si vanta di essere onnipotente; al contrario, il diavolo ostenta la sua correttezza professionale, di onesto lavoratore che si logora da mattina a sera. Allinterno di questa teologia stravagante, il portatore di unesigenza di giustizia e di ragione, loltraggiato, il turlupinato proprio lui, il diavolo imprecante. Ma appunto una teologia di cartapesta, dichiara apertamente il poeta nei versi finali, ri- XXX PORTA_apparati.indd 30 16/03/11 11:41 velando che quel teatrino solo la fictio di una edificazione barocca, superata e strumentale: Cont stistoria, che franch la sar vera Perch lՏ scritta sora al Praa Fiorii, Voeuren d i pret che ghՏ la soa manera De settass a cavall di duu partii, Idest che el s negozi lՏ provist Anch de bontaa e pietaa de Ges Crist. (26, vv. 124-29) Il laico Porta richiama qui, implicitamente, gli insegnamenti evangelici violati dal negozio dei preti che fanno mercato del tempio e delle indulgenze, che servono, alla soa manera, i due partiti, Dio e Mammona. Accanto al sorriso voltairiano, si avverte il piglio rigorista di una Lombardia chera stata toccata dalla Protesta, e dove rifioriva la lezione giansenista. Nel Fraa Diodatt, abbiamo un avvio sicuro, dove la caricatura gi abbozzata nel don Pasqual della Vision si irrobustisce in un felice miscuglio di realismo balzachiano e di favolosa leggenda aurea: Fraa Diodatt de Tolosa guardian, Anzi definitor di zoccolott, Amalastant el pes del fabrian e de cinqu brazza in roeuda de trippott, el stava tutt i nocc sospes in lari Paricc or in sul gust don lampedari. (27, vv. 1-6) Qui il Porta si rivela soprattutto descrittore figurativo, che tiene in equilibrio la sua voce fra la prospettiva ingenua dellagiografo antico e quella ironica del dissacratore moderno. ecco, per esempio, la descrizione del levitante volo del frate, che sale a mo di XXXI PORTA_apparati.indd 31 16/03/11 11:41 mongolfiera (la bella immagine di Isella), alle alte volte del convento per poi perdersi attraverso una finestra su nel cielo: e s e s, quand lՏ asquas l chel tocca el soffitt cont i brasc, el st l on bott; el fa ona girivoeulta, e poe limbocca On bravo fenestron con s nagott; Molla i brasc, sbassa el coo, sterza on poo el cuu, e frt foeura di ball, chi ha avuu nha avuu. Foeura i fraa tucc in trppa alla serenna A ved el vol de soa Reverenza, Ma, per quant corren, riven malappenna A vedell pocch p grand dona carsenza; se tarden anca m on minutt o duu el veden nient p grand del bus del cuu. (27, vv. 19-30) Il rientro, dopo oltre un secolo che al santo rapito in estasi parso un attimo, descritto dal Porta con mano felice, divisa fra commedia dellequivoco e pittura di vita domestica, con la sacrosanta cena dei frati turbata dallo scampanellare dellinatteso ospite: De l cent dodes ann, sentii sto cas e restee l de gess se sii cristian, Intant che i fraa scennand in santa pas No pensaven che al mond ghe fuss on can, se sent invers la porta del convent On malarbetto scampanellament. Corr el fraa portinee mezz a taston, Bestemmiand la pressa e quell che sonna, e dopo dav vist daj boeucc del spion Che leva on fraa, o el pareva alla pattonna, Benedicite, el dis, Razza de muj! scioppa i fasoeu de f tant cattabuj? XXXII PORTA_apparati.indd 32 16/03/11 11:41 Pax vobis, respond quell, e l el se invia Amalappenna avert al refettori; Pian, ferma, cossa fal, lolter el cria, Ma quell senza fagh olter responsori el slonga el pass, de moeud chel portinee Par sta voeulta el p dagh el nas dedree. (27, vv. 61-78) CՏ un sentimento di divertita simpatia nella rappresentazione di questi frati che induce il poeta, dopo aver reso in discorso diretto il loro frasario latino nelle formule di saluto (Benedicite) ad appropriarsi fraternamente del loro linguaggio, chiamando responsorio la risposta, in una oratio obliqua sintatticamente semplificata dove il discorso diretto inglobato agevolmente dalla voce del narratore: Piano, ferma, cosa fa? grida laltro. se nel Miracol la botta finale era inferta allagiografia secentesca, qui il poeta colpisce ancora una volta lhic et nunc, i frati godenti che celebrano lanniversario di quellestasi straordinaria con d pittanz de p dellordinari , prima di replicare la menzione del Prato fiorito per una battuta facilmente anfibologica (e insomma minore) sul divino uccellino che aveva provocato il mistico godimento del buon frate. Gli umiliati e offesi: Ninetta e Marchionn La presenza oppressiva dei francesi aveva disilluso le aspettative della Lombardia (e dellItalia) progressista. Il ritorno degli austriaci a Milano, dopo la disfatta napoleonica di Lipsia (1813), salutato con gioia da Porta come da altri intellettuali: non da voltagabbana, ma secondo una coerenza politica con lideale di autonomia invocato dopo la crisi dellinternazionalismo giacobino. Porta applaude la partenza dei francesi (Paracar che scappee de Lombardia) ma non cela i timori di una re- XXXIII PORTA_apparati.indd 33 16/03/11 11:41 staurazione ottusa (Catolegh, Apostolegh e Roman): il suo Brindes per lingresso di Francesco I (dicembre 1815), alla luce di questa sincera speranza autonomistica, non appare incoerente col giovanile brindisi per le nozze di Napoleone (1810), che aveva pur fatto di Milano la capitale di un Regno dItalia. Daltra parte; anche nella prima invettiva anti-francese, la posizione assunta rispetto ai nuovi vincitori era dignitosamente distante, trattandosi di forestieri che avrebbero immancabilmente voluto anchessi roba e danari: Paracar che scappee de Lombardia se ve dan quaj moment de vard indree Dee onoggiada e fee a ment con che legria se festeggia sto voster sant Michee. e s che tutt el mond sa che vee via Per lass el post a di olter forastee Che per quant fussen pien de cortesia Voraran anca lor robba e danee. Ma navii faa m tant violter balloss Col ladrann e coppann gent sora gent, Col pelann, tribolann, cagann adoss, Che infin navii redutt al punt puttanna De pod nanca vess indiferent sulla scerna del boja che ne scanna. (30) Ma il nuovo volto del regime il volto duro della restaurazione, ben diverso da quello illuminato dellAustria riformatrice di fine settecento. Porta, uomo abitualmente schivo e alieno da ribellioni esteriori, non esita a impegnarsi coraggiosamente, imprimendo una svolta capitale alla sua materia. Nel 1814 compone, in ottave, la Ninetta del Verzee, uno dei testi pi trasgressivi, a torto confuso per la sua materia con la letteratura da sot- XXXIV PORTA_apparati.indd 34 16/03/11 11:41 tobanco. ed invece la prima volta, nella nostra poesia, che la figura della prostituta viene sottratta allo stereotipo comico-bernesco (da Pietro Aretino a Giorgio Baffo) e animata da una umanit intensa: premessa al poemetto dedicato allepos dolente delle case chiuse, la Poesia della Olga di Delio Tessa, che A Carlo Porta render tributo quale cantore della gent desculada. Ninetta investita di una simpatia che potremmo dire femminista in senso nobile: tantՏ che nel lungo poemetto (344 versi) Porta riprende, ma rovesciandone il punto di vista e il senso, la vicenda del Pepp perucchee di Giuseppe Bossi, lamico pittore cui sottoponeva, in uno scambio reciproco, i versi milanesi. si tratta del racconto di una meretrice, Ninetta, che narra in prima persona, a un cliente abituale, lavventura della propria esistenza, le tappe inesorabili della sua triste vicenda di orfana prima, di innamorata poi duno scellerato che lha condotta sul marciapiede e ha ricambiato col pi turpe sfruttamento il suo genuino sentimento damore. Insomma, celata o velata da un linguaggio crudo (e come potrebbe essere diversamente?), si snoda una vera e propria via crucis morale e materiale. e proprio con la crudezza del linguaggio da bordello comincia il monologo di Ninetta: che parla prima ai suoi poveri seni, quasi a riscattare la materialit del suo corpo divenuto oggetto, in una contemplazione pietosa e affettuosa di s; poi induce il muto cliente a pazientare, ad ascoltare, per dare sfogo a un bisogno comunicativo che un modo oscuro, inconsapevole, di cercare un momento damicizia pi pura e pi pulita: Pover tett ne?... te sentet comhin froll? Ma, ghhoo avuu ona passion, varda, in sti d Che lՏ stada, per brio! el m tracoll. LՏ quaj cossa ancam se sont insc. Ven sci... settet gi on poo... gi lՏ anm moll, e poe cosseet de f? lՏ venerd, XXXV PORTA_apparati.indd 35 16/03/11 11:41 GhՏ minga dopra: descorremm on poo, Ch subet che lՏ allorden te la doo. (32, vv. 9-16) Labbandono al ricordo un abbandono al cuore, a un intenerimento controllato nel ricordo di s stessa fanciulla, del candore della scoperta del mondo e dei primi affetti (e subito, quando la tenerezza rischia di traboccare, ecco largine della parolaccia, ecco limprecazione della Ninetta di oggi che ride amaramente della candida ragazza di ieri). Linfanzia da orfanella presso una zia, con un altro fanciullo; le prime ingenue tenerezze fra i due, e poi, con ladolescenza, lapparire di un sentimento nuovo, misterioso e contraddittorio, fatto di ingenuit e di malizia: Ma s! per dilla giusta, in quant a m, sto besogn savarev minga spiegall... soo che sentiva el sangu come a bu, Che ghaveva ona voeuja de tentall e in listess temp vergogna a compar. soo anch che andava in broeuda in del basall, e soo che quand el me toccava i tett Trepillava del gust come on gallett. (32, vv. 73-80) La tentazione contrastata dal pudore (vergogna a compar ), il prorompere di una vitalit nuova, di un prurito incognito che trilla con una voce rara, se non con un bel neologismo come il canto dun galletto: trepillava del gust come on gallett. Ma la sostanziale onest di Ninetta resiste alle avance dellimpaziente Pepp: baci, carezze, ma nulla pi. egli allora mette in atto uno stratagemma per sedurre Ninetta: sent m che macciavella de birbon LՏ rivaa a tir a man per mettem sott. XXXVI PORTA_apparati.indd 36 16/03/11 11:41 Lha comenzaa a f el trist, el lumagon, A fass ved a mangi pocch o nagott. Lu el me schivava, el fava repetton, el sospirava come on mantes rott, e con p m ghe andava per el vers Con pussee el fava el pregn, el gnucch, linvers. Infin quand lha creduu de vess a tir Vedi chel mett a voltra on cortellasc e chel sbassa i cannij incontra al fir: M, bona a dagh a tr, fermegh el brasc, e prepotenta e franca come on sbir, Cossa farisset mai, dighi, pajasc?... Cossa vuj f, el respond... mazzamm... mor... Forn sta vitta... contentatt anch t... sanguanon! che dianzer de paroll! MՏ calaa i forz de sbalz, mՏ vegnuu frecc. Me sont pondada a lu coj brasc al coll, e lu borlonem l a travers al lecc, e l in terra el cortell, in aria el cioll, Lecchem, basem, stroffignem, brascem strecc, Ninin... tas... lassem f... pensa nagotta... sto fioeul dona vacca el me lha rotta. (32, vv. 129-52) Luso della tecnica elencativa, di cui Porta padrone fin dagli esordi, si somma qui a una peculiarit del milanese (il verbo imperativo usato con una funzione narrativa, anzi di narrazione concitata: borlonem [...] lecchem, basem, stroffignem, brascem strecc) e sortisce effetti assai felici nel ritmo, oltre che nella figurazione, dominata dal brusco cambio di posizione di due crudi arnesi (e l in terra el cortell, in aria el cioll) che, dietro il paravento comico, insinua in qualche modo lidea dellintercambiabilit fra quel coltello falsamente minaccioso e il membro virile, il cioll, che diventa il coltello vero, lo strumento della forzata penetrazione. Ma si estenda los- XXXVII PORTA_apparati.indd 37 16/03/11 11:41 servazione al piano delle idee, che in Porta sono sempre inverate in oggetti o in atti concreti, che si fanno dunque, anagogicamente, realt e simbolo a un tempo. Qual il mezzo machiavellico, la macciavella attraverso cui il Pepp perpetra linganno? La finzione, melodrammatica- mente caricata, del suicidio, annunciato da atteggiamenti di tristezza: cominci a fare il tristo, il lumacone, a farsi vedere [si noti: farsi vedere] a mangiar poco o nulla. Ci si rammenta non solo di una tradizione (il suicidio per amore del dramma pastorale gi messo in burla dal Ruzante), ma anche di tratti tipici del mondo negativo di Porta, come la figura di un Cristo iniquo e improbabile fin dallatteggiarsi del volto: brusch in volt com. A proposito, dunque, il maggior studioso di Porta, Isella, ha parlato per il poeta milanese di moralit del comico. Ma si tratta naturalmente di moralit non convenzionale, non formale. Accade cos che, mentre attraverso un particolare osceno sembra toccare il fondo dellabiezione, Ninetta trova invece la forza di un riscatto. Il Pepp ha ormai dissipato ogni cosa della Ninetta: le ha estorto una croce preziosa lasciatale dalla zia, conservata con geloso affetto, derubandola anche della memoria affettiva e minacciando ancora il suicidio, stavolta per debiti. Non unaltra stazione di una dissimulata via crucis, questa croce violata? Il racconto era iniziato del resto con una parola, passion , che Manzoni chioser postillando il Vocabolario della Crusca come vocabolo usatissimo in Lombardia per designare un grave dispiacere (un vangelo rivissuto nel quotidiano), e aggiunger, rivedendo il celebre passo della madre di Cecilia (il lungo patire si fa gran pena prima di perfezionarsi in una gran passione che sigilla davvero, nella compresenza dellaccezione etimologica latina e del sapore dialettalmente quotidiano, un pi alto e misterioso legame fra cronaca dolorosa e metastoria sacra). Moralit non convenzionale, dicevamo: sicch, come vedremo pi oltre, quando si oppone allultimo capriccio XXXVIII PORTA_apparati.indd 38 16/03/11 11:41 del Pepp, la tentata sodomia, Ninetta trova al fondo della sua passion un brandello di indelebile dignit: el cuu lՏ m, vuj fann quell che vuj m. La Ninetta trover un pendant speculare nel Marchionn di gamb avert: l, tradito, sar luomo e baltrocca la donna (la Tetton, unantitesi anche onomastica alla Ninetta che, pur prostituta, serba quellincancellabile vezzeggiativo). ed il segno di una visione non conformista: la categoria morale del tradimento e quella politica dello sfruttamento non sono esclusive di un sesso. Ma lelaborazione di queste categorie segna, per usare una parola oggi tramontata, un maggior engagement portiano, un accentuato proposito di contatto fra la sua scrittura e il pubblico, fra la sua parola e la realt che lo circonda. Al marzo del 1815 risale, sotto forma di lettera al figlio, la prefazione al libercolo manoscritto dei suoi versi: qui, la volont dimpegno travalica la privata progettazione poetica, e si apre al contatto della miglior cultura milanese. Lanno seguente registra la stesura di due testi meritatamente celebri, come On funeral, pi noto col titolo di El Miserere, e il Lament del Marchionn di gamb avert, entrambi in stanze di canzone. Nel primo testo, due sacerdoti di scarsa vocazione intarsiano, tra una frase e laltra del salmo esequiale, le loro chiacchiere alimentari; nel secondo testo un povero sciancato narra la spirale degli inganni con cui lo perseguita, approfittando del suo amore, una donna senza scrupoli, che finir per farsi sposare e abbandonarlo con una creatura non sua. Larte portiana ormai scaltrita: il sorriso copre una gravitas che sfiora lindignazione e pone una base cromatica pi robusta sotto il velo della comicit, in linea con la crescente consapevolezza anche teorica dello scrittore. sta infatti fermentando la polemica fra i classici e i romantici, che lo vedr schierato nettamente con questi ultimi in nome di un rinnovamento che va oltre il mero gusto let- XXXIX PORTA_apparati.indd 39 16/03/11 11:41 terario. La ormai consumata abilit di pasticheur del Porta, esercitata qui in un nuovo fraseggio, assume toni nuovi nel contrappunto tra il latino liturgico di un rito mesto e il profano idioma di preti affatto dimentichi della propria vocazione: volgare non solo in senso linguistico. Basta un aggettivo del salmo, magnam, a far scattare un cortocircuito che tradisce un vizio mentale e unabitudine inveterata, magn, il desinare, che anzi anticipa lespressione latina, a denunciare la rapidit di un riflesso quasi pavloviano: Miserere mei Deus e a disn? Secundum magnam d cossett o tr Misericordiam tuam et secundum Multitudinem de quist. e el scabbi come lՏ? Et multum lava me Ab injustitia mea, et a delicto eel car? Puttasca! e subet munda me Oh m poe el vin! Tibi soli peccavi (46, vv. 71-79) Allinsegna della seriet, ma sul versante dellelegia piuttosto che dellindignatio, il Lament del Marchionn, dove fa capolino quel patetico che, in obbedienza al nuovo credo romantico, verr tentato di l a poco da un amico e discepolo del Porta, Tommaso Grossi (con la storia dolente della Fuggitiva che vestita da soldato segue segretamente il proprio amato arruolatosi nellesercito napoleonico per vederlo al fine cadere morente). Del poemetto (che coi suoi mille versi il pi lungo della raccolta) si legga, lattacco con cui il povero Melchiorre avvia il suo lamentoso racconto, e se ne colga il tono declamatorio: Moros dannaa, tradii de la morosa, Pien de loeuj, de fastidi e pien de corna, sercemm ch tucc dintorna, XL PORTA_apparati.indd 40 16/03/11 11:41 stee ch a sent listoria dolorosa Del pover Marchionn, Del pover Marchionn che sont m quell, striaa e tiraa a bordell Da la cappa de tucc i bolgironn! (47, vv. 1-8) Il tono quello dun cantastorie, qual era lo stesso Marchionn, con le povere gambe corte e ricurve e il mandolino sotto braccio (cos lo raffigura un celebre disegno del Migliara), che si guadagna da vivere narrando le proprie disgrazie. suoi interlocutori privilegiati sono gli amanti traditi, dannaa e pien de corna: a tali destinatari, tale registro, improntato a una solennit retorica da stilus tragicus, da istoria dolorosa declamata ma non degradata. ecco la tecnica dellaccumulo degli epiteti in crescendo: dannaa, tradii e pien (che si reduplica, pien [...] pien e biforca il primo membro in due espansioni). ecco, in climax, la rimarcata autopresentazione dello sciancato: del pover Marchionn, / del pover Marchionn che sont m quell. Come nella cellula della strofa, cos lintero organismo del lungo racconto quasi una ballata romantica riproduce lo stilema, e lultima strofa riecheggia con lieve variazione la prima, chiudendo in perfetta cornice il quadro dolente della narrazione: In quell stat de passion, de primm bullor Me sarev fors scannaa m come on can, se a tertegnimm la man No me vegneva in ment quell car amor, Quell carr angerottell, Quell pover innocent del m bambin, Che lՏ nanch settemin, e el par squasi don ann, tant che lՏ bell. Fioeuj tender de coeur che sii staa ch A scolt i mee lument con cortesia, XLI PORTA_apparati.indd 41 16/03/11 11:41 Innanz de pass via, Compatimm, consolemm, piangii con m; Piangii col Marchionn, Col pover Marchionn che sont m quell, striaa e tiraa a bordell Da la cappa de tucc i bolgironn. (47, vv. 985-1000) Certo, avvertiamo cadenze da canto popolare, ancora negli orecchi della passata generazione (la dolorosa istoria del povero soldato, lՏ na storia dolorosa che mi credere no so, giovanotti piangete con me), e la formula dapertura (venite qua ad ascoltare) rammenta moduli secolari della cultura subalterna per esempio la cinquecentesca Massra di Galeazzo degli Orzi, per rimanere in area lombarda e dialettale come pure lappello in clausola ai passanti-uditori. Ma non un segno di grande, delicato rispetto di Porta verso il suo personaggio, il fatto chegli non chieda lelemosina? Cos, la beffa di sapore boccacciano della traditrice Tetton, che gli ha lasciato un figlio ingenuamente creduto dal povero Marchionn suo (neanche settimino, linfante sembra gi di un anno), non riesce a suscitare neppure un sorriso amaro. Cos, nel lungo racconto (forse meno compatto delle serrate Desgrazzi del Bongee o dellintensa, dissimulata passio della Ninetta), la figura del protagonista viene incisa dal bulino portiano con un tratto che potremmo dire pittoricamente espressionista, cupo e grottesco come una caricatura nordica; ma in quellacida acquaforte si pu aprire, tanto pi commossa e liricamente persuasiva, unisola lirica, come quando Marchionn descrive, rivivendola nella memoria e nel cuore, la prima apparizione della sua amata, non ancora rivelatasi come cinica sfruttatrice, ma quale seducente, virginale fanciulla: XLII PORTA_apparati.indd 42 16/03/11 11:41 La gheva s on corsett De vel ross scarlatt strengiuu suj fianch, Con sott on percall bianch Chel rivava dom al fior di colzett. el sen bianch comel lacc, comer, grassott, el sbanfava dessott don panettin Insc suttil e fin Chel diseva s e n tra el quattaa e el biott; I cavij a la zoeura spartii in duu sulla front, negher e folt [...] (47, vv. 221-30) Quel costume, quei negri e folti capelli prefigurano il ritratto e la vestizione di Lucia, promessa sposa, come segnalava Guido Bezzola. La polemica romantica Il 1816 un anno decisivo per la gran svolta democratica e letteraria della cultura milanese: nasce, proprio in casa Porta, la cameretta, circolo privato di amici ansiosi di confrontarsi sui temi pi urgenti degli ozi poetici ma anche dei negozi pi attuali. Vi si trovano uomini per cui la letteratura ormai, sicuramente, impegno nel senso pi ampio, quali Giovanni Berchet, Francesco Torti, Giuseppe Bernardoni, Gaetano Cattaneo, e la leva di giovani come ermes Visconti, Tommaso Grossi, Luigi Rossari: sono i nomi di un partito che di l a poco si chiamer romantico e poi manzoniano. Da questo stimolante dialogo trae incentivo anche la nuova produzione poetica portiana: il 1816 lanno di On esempi, del Viacc de fraa Condutt, della Messa noeuva, e dei gi ricordati Miserere e Marchionn, ma anche lanno in cui Porta partecipa con lucida passione alla polemica classico- romantica: nel sonetto sopra ricordato del 1810 (incipit: I paroll don lenguagg, car su Gorell), lautore ha avuto modo XLIII PORTA_apparati.indd 43 16/03/11 11:41 di affermare la tesi della parit virtuale dei linguaggi ai fini espressivi, rinnovando la battaglia in difesa del dialetto gi alimentata, negli anni sessanta, contro i puristi Branda e Bandiera, anche da Parini. Nel 1816 Porta risponde coi dodici sonetti Allabaa Don Giavan (termine che significa sciocco, e che viene usato per deformare il cognome dellavversario) alla dura recensione che Pietro aveva riservato sulla Biblioteca italiana alla Collezione delle migliori opere scritte in dialetto milanese stampata dal Cherubini con lintento di rivalutare la grande tradizione meneghina, dal Varon al Maggi, fino ai contemporanei, per cui sta riordinando le sue poesie (che costituiranno nel 1817 il dodicesimo volume della collana). A dispetto del nazionalismo patriottico del Giordani, lantitesi fra puristi e romantici tende a confondersi con quella fra austriacanti e liberali: lattenzione del Porta e della cameretta gi sicuramente orientata verso le implicazioni politiche del rinnovamento letterario; infatti la regia polizia fiuta la mano di Porta nellanonima Prineide, una satira antiaustriaca che circola clandestinamente dove si immagina che lombra del ministro delle finanze linciato dalla folla dopo la fuga dei francesi constati che le condizioni di Milano non sono affatto migliorate col ritorno dellantico regime. Della satira si dichiara autore Grossi, che scagiona cos lamico (che forse collabor alla stesura, a giudizio di Isella). Porta, amareggiato dagli interrogatori polizieschi, promette al figlio: Non far pi un verso, lo giuro. Ma gi nellestate del 1817 entra nella polemica contro i classicisti, rinvigorita dalle sestine del Romanticismo (1818), limpida difesa della nuova corrente, condotta sul filo delle idee di Berchet: si dichiara fautore di un Romanticismo legato alla ragione, impegnato nel proprio tempo, alieno da fumisterie germaniche. Il tema ripreso nelle sestine per le nozze Verri-Borromeo (1819) e nelle quartine per la nascita del figlio del conte Litta (1819), divertite esplorazioni di un Parnaso popolato da di in parruc- XLIV PORTA_apparati.indd 44 16/03/11 11:41 chino, retto da un Apollo sdentato e cadente, dominato da una Giunone che parla mezzo francese e mezzo milanese, corrispettivo celeste delle celebri damazze della tronfia e ottusa aristocrazia conservatrice. Proprio qui va cercato il contributo pi notevole recato da Porta alla scuola romantica, non nella enunciazione teorica di princpi estetici moderati, sulla falsariga (comՏ stato dimostrato) di argomenti del Conciliatore e del Visconti in particolare (lidea di una poesia che viene dal cuore ma anche dalla testa, e che sa conciliare larte di messed i passion con il rispetto della reson): la grandezza di Porta sta nelle sue qualit di narratorerappresentatore. Anzich argomentare, egli sorride di un mondo mitologico ormai allo sfascio, come fa Grossi nei versi milanesi della Poggia doro e come far Manzoni nel romanzo, quando citer la favola di Amore e Psiche per applicarla al faccione delloste in contemplazione di Renzo ubriaco. Nel Testament de Apoll (1819), il crollo del decrepito mondo letterario si concreta nellicastica rappresentazione del dio moribondo eppur testardo: Apoll desbirolaa de la veggiaja, Intapponii de duu tcch daccident, Lha faa un on convocaa de la canaja Che se spaccia in Milan per s parent; E quand tra grand e gross e menudraja El se nՏ vist intorna on regiment, Lha alzaa s el coo del s moschett de paja E el ghha farfojaa s sto testament. Fioj... m creppi... Ma no stel a d... Seguittee a vess sfacciaa... testard... Addio!... (58, vv. 1-10) Con pochi tocchi, sono espresse le idee essenziali del Romanticismo portiano: la irrecuperabile decrepitezza XLV PORTA_apparati.indd 45 16/03/11 11:52 della poesia classica simboleggiata da Apollo, il nesso fra chiusura intellettuale e protervia politica (ladunanza della canaglia), la certezza ottimistica che il fronte conservatore destinato alla sconfitta. Ma il sonetto soprattutto un piccolo capolavoro, di efficacia rappresentativa quasi surreale: tantՏ che il vecchio DAnnunzio, in uno dei rari momenti in cui si ride addosso, in una poesiola dispersa che ci capit di recuperare applicher a s quei versi, premettendovi un distico tratto dal Bongee e saldato con un verso di nuovo conio: Ah, Gabriell de la mala fortuna / doveel chel tha redutt el t destin! / Gabriell e Canaja lՏ tuttuna. / Apoll desbirolaa dalla veggiaja / Apoll scommunicaa dal Vatican / Apoll intapponii su n pocch de paja, con quel che segue. sono comparse intanto, nel 1817, a suggellare la ricordata Collezione milanese del Cherubini, le poesie del Porta. Avvilito per lepisodio della Prineide, lautore usa prudenza, inserendo solo una cinquantina di testi. La stessa prudenza la raccomanda al figlio, quando gli dedica una edizione ad personam stesa di suo pugno (31 marzo 1815): ci sono versi erotici, che ha scritto non per amor di lascivie , ma solo per provare se il dialetto nostro poteva esso pure far mostra di alcune di quelle veneri, che furono fin or credute intangibile patrimonio di linguaggi pi generali ed accetti: li custodir dunque come un coltello che non va lasciato tra le mani dei fanciulli, ma se qualche zelante gridasse allo scandalo, risponda che suo padre stato cittadino laborioso, amministratore integerrimo, uomo sensibile ai bisogni altrui, padre di famiglia virtuoso: ma se vedesse che per quei versi qualcuno volesse imbrattare la memoria di suo padre, li bruci pure. Nove componimenti inediti recher ledizione stampata a cura di Tommaso Grossi lanno stesso della morte dellamico (1821) ma, per i canali clandestini della cultura liberale, i versi composti giungeranno a Lugano, dove ledizione delle Inedite (1826) offrir quasi com- XLVI PORTA_apparati.indd 46 16/03/11 11:41 pleto il corpus della poesia portiana. La pubblicazione su fogli sparsi, la circolazione a voce e manoscritta, fino alledizione in dispense al modo dei Promessi sposi, fanno di Porta uno dei rari autori in colloquio diretto col suo pubblico, in vita e in morte, nei salotti dove lo ammira stendhal, nel contrabbando dei libri proibiti e nelle case umili, dove fra i pochi libri circolanti, potevano trovarsi accanto al messale le sue edizioni popolari. Di solito si attribuisce agli ammonimenti polizieschi subiti quale sospettato autore della Prineide o alle cure per la stampa dei suoi versi la pausa creativa che va dal 1817 allautunno del 1818: forse Porta sta riflettendo sulla possibilit di sperimentare un nuovo tasto stilistico, quello patetico dellincompiuta Apparizion del Tass (1817), scritta su stimolo di Grossi, che ammirando il Tasso sera dispiaciuto per la parodia che il Manzoni ed ermes Visconti avevano riservato alla Liberata, opera cara al gusto romantico-sentimentale: ho voluto tentare un patetico da idillio, e la lingua mi ha abbandonato confessa Porta interrompendo il tentativo. La malinconia del novecentesco Delio Tessa, nella desolazione del fascismo, solo come Porta e come Tasso, recuperer nella ricordata poesia A Carlo Porta le suggestioni di quel testo. I capolavori della maturit La vena migliore, alimentata dalla vigorosa ripresa della polemica attorno al Conciliatore, sfocia nei grandi capolavori della maturit. La nomina del cappellan (1819, in sestine) un affresco degno del Giorno pariniano. Grande sfilata di tonache sdrucite, in casa della marchesa Cangiasa (Paola Cambiasi): tutti gli aspiranti al posto di cappellano e alla sicurezza dun buon piatto subiranno prima le istruzioni del maggiordomo sulle umilianti mansioni cui il prescelto dovr adattarsi, poi la mortifi- XLVII PORTA_apparati.indd 47 16/03/11 11:41 cazione della scelta, operata dalla vera despota di casa, la cagnetta maltese, attratta dallodor di salame che emana dal prete pi unto e trasandato. Parini ha reso immortale, come emblema del fatuo mondo aristocratico, a un tempo irrimediabilmente vuoto e torvamente iniquo, la cagnetta della dama, la vergine Cuccia. Il giovane Porta ha maneggiato quello strale in un efficace Epitaffi per on can dona sciora marchesa, databile prima del 1810, quando ancora fortemente attiva la lezione del Balestrieri epigrafico: Ch ghՏ on can che lՏ mort negaa in la grassa A furia de pacci di bon boccon. Poveritt che passee tegniv de bon Che de sto maa no vee mai p sullassa. (10) Ora, tornando nella maturit ai tasti pariniani, Porta trasforma lo schizzo epigrafico in una carrellata: Alla Marchesa Paola Cangiasa, Vuna di primm damazz de Lombardia, Ghera mort don Gliceri, el pret de casa, In grazia dona peripneumonia Che la ghha faa quist in del sforaggiass A mennagh sul mezz d la Lilla a spass. Leva la Lilla ona cagna maltesa Tutta goss, tutta pel e tutta lard, e in c Cangiasa, dopo la Marchesa, Leva la bestia de maggior riguard, De moeud che guaja al ciel falla sguagn, Guaja sbeffalla, guaja a dagh del t. (54, vv. 1-12) Lambiente nobiliare efficacemente rappresentato attraverso figure attinte alla tradizione, cui il poeta sembra XLVIII PORTA_apparati.indd 48 16/03/11 11:41 rinviare il lettore: il prete ridotto a dipendente-tuttofare, i medici pi abili nelluso dei paroloni che nelle terapie (in grazia dona peripneumonia), la coppia regale marchesa- cagnetta. e gi prima di esplicitare comicamente il rapporto (e in c Cangiasa, dopo la Marchesa, / leva la bestia de maggior riguard), Porta istituisce quel parallelo con la cadenza solenne della presentazione: due versi lenti, squillanti sulle vocali aperte, come un clangore di trombe stile Louis Quatorze: Alla Marchesa Paola Cangiasa (con accenti di quarta, sesta, decima), cui risponde quasi a eco: Leva la Lilla ona cagna maltesa, ancora lento ma pi saltellante nel ritmo (quarta, settima, decima) e aperto anche a vocali pi chiuse e canore, appunto da bestiola mimante la Bestiona, fino alla chiusa di strofe, dove il triplice guaja [...] guaja [...] guaja riconduce la ieratica deprecazione (guai al cielo!) alla sua misura reale, al triplice guaito duna cagnetta viziata. Come un leit-motiv, quel duetto sar pi volte ripreso (Baja la Lilla, baja la Marchesa ), ma gi si vede nella strofa seguente, la cifra timbrica con cui presentata ancora una volta la tronfia marchesa, con una solennit ora scandita in variatio per posizioni toniche in terza, sesta e decima sede, sempre per con dominante aperta che si chiude nellaccrescitivo in rima tronca, debordante in enjambement come la sua mole sembra debordare dal canap: La Marchesa Cangiasa, in gran scuffion / fada [...]. Tutta la strofa, del resto, aggiunge allacido inchiostro pariniano un che di balzachiano: La Marchesa Cangiasa, in gran scuffion Fada a la Pompadour tutta a fioritt, Coj s duu bravi ciccolattinon De taft negher sora di polsitt e duu gran barbison color tan, Leva in sala a specciaj sul canap. (54, vv. 169-74) XLIX PORTA_apparati.indd 49 16/03/11 11:41 Porta mostra qui qualit di gran ritrattista: la marchesa sembra uno di quei personaggi dipinti che il Giovin signore passava in rassegna nella galleria del suo palazzo (come far don Rodrigo passeggiando nervoso nel suo castellaccio). Altrove, Porta si abbandona a un grande affresco corale, di mano felicissima, come quando rappresenta il calare dei preti-aspiranti nel gran palazzo, a mo di cornacchie: ecco che riva intant la gran mattina, ecco el palazz tutt quant in moviment, Pret in cort, pret suj scal, pret in cusina, Pienn i anticamer de lappartament, GhՏ i pret di feud, el ghՏ i Crs, ghՏ i nost, Par on vol de scorbatt che vaga a post. (54, vv. 43-48) Laccumulo nominale si fa affollata scena teatrale, cui vien subito fornita una degna colonna sonora: el gran rembomb di vlt, el cattabuj De la mormorazion che ghe fan sott, el strusament di pee, di ferr de muj Che ghhan sott ai sciavatt quij sacerdott, Fan tutt insemma on ghett, on sbragalismo, Chel par che coppen el Romanticismo. Baja la Lilla, baja la Marchesa Tutt e d dessedaa del gran baccan; I pret che hin solit a sbraggi anca in gesa Ghe la dan dent senza rispett uman, Quand on camerleccaj dolz come on ors el corr a strozzagh l tucc i discors. semm in piazza, per Dio, o indove semm? (54, vv. 49-61) Bravura fonica, da maestro di coro, che non dimentica per di illuminare con un tocco il retroterra psicologi- L PORTA_apparati.indd 50 16/03/11 11:41 co e sociale, o pi semplicemente umano, di quella scena, quando richiama lattenzione sul suono prodotto dai ferretti che i preti portano sotto le scarpe: segno di un trepestare ansioso, e indizio di una povert che suscita sentimenti di comprensione, se non di giustificazione, per quei preti scalcinati che cercano un tozzo di pane sicuro. ed ecco, su quella folla brulicante, larrogante ammonimento del cameriere (un servo del padrone bollato gi nel felice neologismo, camerleccaj, fusione fra camerlengo, lacch e leccapiedi). Una umiliante ramanzina, un breve silenzio. Poi un acuto: il poderoso fondoschiena della marchesa d una soppressada alla cagnetta, e il guato che Parini aveva fatto salire fino alle aurate volte travestendolo da implorazione dotta (ata, ata, parea dicesse) qui risuona realisticamente come buffo verso: In del lassass and, cajn, cajn, La soppressa col sedes la Lillin. (54, vv. 209-10) Come nella coeva Preghiera, giocata sullinversione di valori che alberga nella testa della dama, anche nelle parole della Cangiasa linversione dei valori clamorosa: ridere mancare di rispetto a Lei, prima che allAltissimo: Per poi che lAltissim el ci ha post In questo grado, e siamm ci che siamm, Certississimament dover nost Il farci rispettar come dobbiamm; Saria mancar a Noi, poi al Signor Passarci sopra, e specialment con lor. (54, vv. 223-28) Il linguaggio quello, di lontana radice maggesca, che ricorre anche nella Preghiera, cui la Nomina simparenta strettamente, rappresentando, per dir cos, la variante da LI PORTA_apparati.indd 51 16/03/11 11:41 gran teatro di una pice che nella Preghiera si trasforma in teatro da camera. siamo dunque al culmine dellevoluzione artistica e intellettuale del Porta. Dellultimo anno di vita, il 1820, sono due tra le sue cose pi alte: LOfferta a Dio, comunemente nota come La preghiera, che converr leggere infine per intero, e il Meneghin biroeu di ex monegh. Nel primo testo, in sestine, donna Fabia Fabron de Fabrian narra come un suo buffo ruzzolone sia stato accolto con una risata irrispettosa del suo alto grado, certo voluto da Dio; la sua invocazione di perdono sar, a suo avviso, una lezione morale per quegli sciagurati derisori. Nelle sestine del Meneghin biroeu, adunata di preti e frati a commentare la scandalosa condotta dun curiale romano: O tempora, o mores! Di chi la colpa che attira sulla societ un tal castigo dal cielo? Labolizione delle confraternite religiose? La scarsit di elemosine? Il servitore Meneghino che, per il solo fatto di essere un popolano, si sente rivolgere attraverso pesanti occhiate le accuse pi infondate, reagisce con dignitosa fermezza contro quegli ipocriti affermando che la colpa anche di un clero che ormai a tutto pensa tranne che alla spiritualit del messaggio evangelico (guai a chi d scandalo ai fanciulli: meglio per lui non essere mai nato): Bravo! bravo! Lha faa proppi polid A toeuss dintorna quij bagaj: insc Ghe poss cunt ona scenna de fall rid Che la cuntava p se staven ch; Ch di voeult, nee, gi el s? se dis p e men, e ogni busca per lor lՏ on carr de fen. (62, vv. 1-6) Vi dunque, non dissimulata ma associata a un discorso da far ridere, una eticit pedagogica, che misura il LII PORTA_apparati.indd 52 16/03/11 11:41 peso delle parole. e, insieme, cՏ lindividuazione di un coro fraterno di eguali, in cui si parla da uomo a uomo, non pi da povero lavorante di frusto a illustrissimo, e neppure da prostituta a cliente. Lo scandalo, del resto, viene da un fronte ben preciso: quello dei preti banchettanti che leggono una lettera, giunta dalla curia romana, che si conclude con un poscritto: Poscritto: Monsignore Monticello LՏ stato jeri in pubblico cattato Chel fava, el dice, de Gulelmo Tello E linfilzava el pommo ad un soldato Sguizzero della guardia pontifizia, E fu mennato sopra alla giustizia. (62, vv. 115-20) siamo nellambito del tradizionale divertissement anticlericale (quello per cui, nella Roma postbelliana, frocio passer a designare non pi il tedesco, guardia svizzera per antonomasia, bens omosessuale), ma, con un rovesciamento assurdo, la crisi dei costumi viene attribuita da un prete non gi alla corruzione del clero, ma a quella del popolo, sempre pi sovversivo, sempre meno devoto. La parte espressivamente pi incisiva del componimento larringa del prete, trapuntata di torve occhiate al servitore Meneghino (poich i personaggi portiani, come il loro creatore, amano calare lidea nel concreto). La parte pi significativa, invece, sul piano della costruzione del pensiero sociale, quella in cui si estrinseca linsurrezione di Meneghino, la sua ferma, civile ma recisa protesta: Ah fiol dona negra! adess capissi, Dighi in del coeur, con chi el parla sto can; Me se sciara el cervell, me secudissi, Pesseghi a alz del scagn el fabrian, LIII PORTA_apparati.indd 53 16/03/11 11:41 e polid s, ma fiero, ma dannaa, Te ghe respondi in sta conformitaa. senza tant chel se scolda a descutt, Col risc che ghe deslengua ona mezzenna, Anca m ghj diroo, ghj diroo anch m I reson perch Dio el ne peccenna; I reson perch el tas e el lassa corr De quij bej coss cossett di soeu monscior. Hin lavarizia porca malarbetta Che in paricc de lor sciori lՏ quell vizzi Chel par taccaa a la vesta, a la goletta, On obblegh meneman come loffizzi, Quell che ha inventaa sacchitt, busser, bascir, Noll de cardegh e dazzi de candir. (62, vv. 199-216) Con abilit dialettica il poeta presta a Meneghino la sua perizia retorica, e gli consente di parodiare lenfasi oratoria dellavversario, ripigliandone gli stilemi per ribattere punto su punto, nello stile come nelle idee, le sue storte opinioni. Dei tanti flores simmetrici, basti la ripresa amplificante: Hin quell mercaa [...] Hin quij corp, quij trasport de caritaa [...] Hin quell dass a dintend de vess dritt dritt [...] Hin quell predic semper el degiun [...], che sfocia in una sintesi compendiosa dellintiera partita ideologica: Hin quell de f serv la religion / e i obblegh de conscienza per roffian / di s vendett, di s persecuzion. Con questa convinzione, Meneghino-Porta conclude la sua arringa nella certezza delle proprie ragioni: Hin quist per brio, e no ghՏ ball che ten... Neel vera lu? chel diga, hoo parlaa ben? (62, vv. 251-52) LIV PORTA_apparati.indd 54 16/03/11 11:41 Alla religione asservita al mercato, Porta-Meneghino oppone un suo diniego in nome di una moralit laica, certo, ma in accordo col vangelo. e limprecazione si raddolcisce nella versione eufemistica (per brio), la stessa urlata dalla pur sboccata Ninetta nel momento in cui enuncia la sua passio: Ma, ghhoo avuu ona passion, varda, in sti d / che lՏ stada, per brio! el m tracoll. Gli ultimi testi rappresentano indubbiamente il vertice della poesia di Porta: la morte, preannunciata da una gotta che da tempo lo affliggeva, interviene bruscamente a interrompere una parabola in continuo crescendo, il 5 gennaio 1821; rester incompiuto lultimo lavoro, La guerra di pret, galleria di gustosi ritratti, che il Grossi cercher invano di proseguire e completare. Manzoni si affretta a informarne lamico Fauriel, aggiungendo parole di commosso elogio: un grande ingegno, il suo, qui se perfectionnait de jour en jour et qui il na manqu que de lexercer dans une langue cultive. Certo, la soluzione linguistica del Manzoni sar diversa, quella lingua cultive era, in fondo, ancora da inventare: ma la lezione del Porta, e forse anche la sua lezione linguistica, avrebbe dato qualche frutto saporoso nel romanzo del grande lombardo. La scuola del Verziere: le scelte espressive La scelta di una lingua non colta rimproverata da Manzoni non deve far pensare a un Porta naf e spontaneamente popolare, secondo unimmagine ormai superata. Nellepitalamio Verri-Borromeo il poeta precisa che Romantegh come sont tutt quell che foo / sont condannaa a toeull foeura del m coo, intende rifiutare i canoni imitativi del classicismo, non gi confessare una ispirazione estemporanea n vantarla; anzi, altrove professa la sua scarsa attitudine a f vers in suj duu pee alla maniera dei poeti popolari delle bosinade (cos al v. 2 del LV PORTA_apparati.indd 55 16/03/11 11:41 Brindes per un pranzo dallallegria, che fa eco alloraziano stans pede in uno). si richiama a una solida tradizione letteraria in dialetto, i cui campioni menziona nellincipit dun sonetto doccasione: Varon, Magg, Balestrer, Tanz e Parin. Gi il giovanile almanacco del 1792 testimonia il retroterra letterario da cui muove il poeta, noviziato riflesso sotto il segno del settecentesco e aggraziato Balestrieri, traduttore in milanese della Gerusalemme liberata. Infatti Porta, su quel modello, lavora alla versione dialettale dellInferno: la scelta del soggetto gi di per s significativamente distintiva; la differenza degli esiti lo altrettanto: luno riduce il suo Tasso ambrosiano alla misura di una sensibilit bonaria e sostanzialmente arcadica; laltro, nella sola cantica intrapresa, sceglie la strada della parodia e mostra gi la predilezione per un mondo di dannati, senza le consolazioni di un paradiso: pi tardi, narrer infatti la storia dei condannati della vita, della gent desculada. Porta si stacca da Dante anche nel metro: passa cos dalla terzina dei primi tentativi allottava, cio a quella strofa narrativa che con la sestina e la stanza di canzone sar la misura della sua poesia maggiore. egli racconta in versi, alla ricerca di un genere nuovo, che narrando storie parli della storia vera, quello che trover Manzoni col romanzo, ma nella cui direzione muoveva per approssimazioni successive la cultura lombarda, dal teatro realistico del seicentesco Maggi al poema del Parini, per non arretrare alla poesia didattico-narrativa del duecentesco Bonvesin. La scoeura de lengua del Verzee di cui il poeta si dice allievo in On funeral il luogo della maturazione e dellapprodo del Porta. Litinerario dalluno allaltro Meneghino, dal Meneghin Balestrieri, imitato nel giovanile Lava piatt, al Meneghin biroeu (il servitore creato dal Maggi, interprete di una saggezza popolare e di una moralit autentica), disegna il tragitto della poesia portiana LVI PORTA_apparati.indd 56 16/03/11 11:41 dalluno allaltro modello che quella tradizione lombarda racchiudeva in s, dal sorriso del settecentesco Balestrieri e dei suoi amici Trasformati allimpegno etico-sociale del Maggi. Ma un itinerario aperto anche verso il futuro, verso Manzoni che riprender nei Promessi Sposi temi cari al Maggi: la polemica prepariniana contro la nobeltae oziosa; la scelta del Verziere contro il Parnaso, cio del realismo contro la finzione cartacea; ladozione di una lingua che sia veicolo di verit a dispetto delle regole, col Mond / lՏ inversae al Dizionaerij e che tragga, ancora parinianamente, leloquenza da i coss. Distingue, il Manzoni dal Porta, una diversa risposta al problema della lingua. Non si tratta solo di unalternativa tra massimalismo e riformismo, nel recupero di un linguaggio non pi avulso dalla realt per sclerosi accademica. Porta, optando per il dialetto, ha il vantaggio di mettersi in presa diretta con la societ a lui pi vicina, ma lo paga col prezzo di una pi difficile diffusione nello spazio e nel tempo. La soluzione indicata dal suo rivale, Pietro Giordani, consiste nel volgere leredit del toscano letterario al nuovo ideale di unit politica dellItalia, coniugando conservazione linguistica al progressismo patriottico. Tra la lingua nazionale ma imbalsamata ed elitaria del purista e quella viva e popolare ma regionale del poeta dialettale, Manzoni inventer una lingua topograficamente e socialmente media, qualificabile di grado zero (Contini), una lingua virtualmente nazionale e popolare identificandola nel toscano duso, nel fiorentino parlato dalle persone colte, con preferenza per voci e modi idiomatici che trovassero echi e corrispondenze nelle parlate delle altre regioni. La scelta linguistica di Porta, dunque, risulta perdente. Ma poich le et di crisi sono spesso inclini alla sperimentazione e allespressivismo, la crisi della nuova Italia postrisorgimentale segna anche il recupero del nostro autore. Contro il manzonismo degli stenterelli, contro il LVII PORTA_apparati.indd 57 16/03/11 11:41 perbenismo dellItalietta impiegatizia, insorgono gli scapigliati, col loro ribellismo di idee e di parole: al conformismo borghese oppongono uno spregio che mescola istanze popolari, democratiche e anarco-socialiste e disprezzo aristocratico; e cos la loro lingua rinvigorisce lanemica prosa coi globuli vivi dei dialettalismi e degli arcaismi, coi sali delle parole pi colte e di quelle pi plebee. Anche stilisticamente Porta si colloca nella linea espressionista radicata in un retroterra, latamente lombardo, che corre da Bonvesin al macaronico latino-dialettale del Folengo, a un lirico maledetto del XVII secolo come Fabio Varese; e si prolunga poi, non solo in ambito rigidamente dialettale (nei suoi vertici, Delio Tessa e Franco Loi), ma anche in quella prosa che va da Dossi a certa scapigliatura lombarda e piemontese, da Lucini a Linati, mescolando toni e umori diversi, spesso intrisi del dialetto, e che sfocia nel genio di Gadda. Quella selva lombarda, insomma, additata da Contini e perlustrata da Isella che oggi saldamente acquisita dalla storiografia e dalla critica. Ai nomi degli estimatori di Porta sopra elencati va aggiunto quello di Giovanni Verga, che a Milano visse una stagione decisiva per la sua maturazione, anche se leredit degli ammirati Porta e Belli lo scrittore siciliano la svilupp in direzione della dialettalit piuttosto che in quella dellespressionismo. Nellespressionismo, un sentimento forte e dinamico della realt si traduce in giustapposizione cromatica dei registri linguistici e stilistici (in alternativa al tonalismo classicheggiante). In Porta lincontro-scontro di lingue eterogenee (milanese, italiano, latino, francese, persino tedesco) coabita con unarticolata stratigrafia del dialetto milanese, nei tre livelli principali della parlata popolare (di Giovannin o della Ninetta), medio (il poeta in prima persona) e di quellitaliano milanesizzato, che gi il Parini definiva parlar finito, goffa affettazione di damazze presuntuose e ignoranti. Il materiale linguistico cui il LVIII PORTA_apparati.indd 58 16/03/11 11:41 Porta attinge non mai preordinato a una funzione univoca. si prenda lesempio del latino: lingua dellinganno, come sՏ detto, in Ona vision si carica della connotazione negativa del latinorum di don Abbondio; ma pu diventare il tocco di colore di un gergo familiare nella vita di convento (Benedicite, el dis [...] Pax vobis, respond quell, Fraa Diodatt); pu divenire la lingua neutra della logica, nei nessi di unesposizione razionale e ordinata (In primis ante omnia, Romanticismo); pu assumere un segno positivo e farsi lingua della verit offesa nei salmi del Miserere (Miserere mei Deus e a disn? / secundum magnam: il volgare del prete anticipa il salmo latino, e dal magnam misericordiam il pensiero corre al mangiare). Lo stesso pastiche si piega a pi funzioni: i meccanismi contaminativi dellitalo-milanese, voce della parzialit nello sbirro delle seconde Desgrazzi, del pregiudizio nelle damine di Ona vision e della superbia della marchesa Cangiasa o di donna Fabia, non senza qualche gallicismo alla moda (come nel franco-milanese di Giunone in Parnaso), non sono molto dissimili da quelli con cui Meneghin biroeu riferisce il contenuto della lettera giunta da Roma, inciampando continuamente tra gli el dis e gli el dice di un bilinguismo che non controlla: ma diverso il senso della sua voce, dove il rispetto della verit, che di l a poco esploder in una franca e tutta dialettale protesta contro le accuse dun clero sviato da ben altra Verit, diviene sforzo (comicamente mancato o sottilmente canzonatorio) di riprodurre con fedelt le parole di una lingua che egli non possiede. Il pastiche portiano, dunque, si nutre di unattenzione costante alla realt (in unarea dove il plurilinguismo anche una situazione inevitabile di langue e nitido specchio sociologico); tende cio a caratterizzare il portavoce di quel linguaggio, senza renderlo inverosimile. In Dossi, come in Gadda, esso esprimer la frantumazione caleidoscopica di un monologo disperatamente solipsisti- LIX PORTA_apparati.indd 59 16/03/11 11:41 co: questo ci fa capire che Porta , ancora una volta, pi prossimo a Manzoni che agli espressionisti pi tardi, che la sua deformazione della lingua risponde innanzitutto a necessit di caratterizzazione etica e mimetica. Limpegno di Porta: autore e personaggi La poesia del Porta viene criticamente ordinata secondo direttrici tematiche: la satira neoilluminista contro una religiosit superstiziosa (Fraa Diodatt, appunto, Fra Zenever e On miracol, tra il 1812 e il 1813); i grandi personaggi popolari (le due Desgrazzi de Giovannin Bongee, la Ninetta e il Marchionn, tra il 1812 e il 1816); la pi impegnata satira sociale (La nomina del cappellan, La preghiera e il Meneghin biroeu, tra il 1819 e il 1820); e, un poco in disparte, i testi di polemica letteraria contro i puristi e i classicisti. Il criterio didatticamente utile, purch i vari filoni siano intesi non come canali separati: sono le componenti inscindibili di ununica realt indagata da Porta con angolature che variano col mutare delle esterne vicende storiche e della sua capacit di penetrarle: denuncia civile, satira religiosa e polemica letteraria sono le facce di un prisma di cui il poeta illumina volta per volta una parte senza scordare le altre, consapevole delle connessioni fra gli aspetti politico-sociali e quelli letterari dellancien rgime, come sentenzia esemplarmente nel Sonettin col covon, dove pone sotto le ali della dea dellozio nobili parassiti, preti volgari e classicisti retrivi. Cerniere a vista rivelano le interconnessioni. Gi nei primi testi di parodia teologico-agiografica, Porta inserisce divertito dettagli di realt effettuale, accennando a un clero pi attento alle imbandigioni che allo spirito: ecco il dispetto di un pranzo in convento interrotto dal ritorno di Fraa Diodatt, ecco la santa pazzia culinaria di frate Ginepro, la preoccupazione per le pietanze compromesse in Ona vision. Qui, la satira teologica (limprobabile visione paradisiaca) LX PORTA_apparati.indd 60 16/03/11 11:41 e la polemica di costume (lipocrita spiegazione di Don Diego, la meschinit delle buone dame del suss che si raffigurano un paradiso gerarchizzato a loro immagine e somiglianza) preludono alla distorta teologia di classe delle dame protagoniste della Preghiera e della Nomina del cappellan. CՏ, insomma, un chiaro parallelo fra la visione gerarchica dellaldil e dellaldiqua. Al riguardo, la descrizione dellorefice lussurioso della Messa noeuva che riesce a sfuggire alla giustizia non fa che traslocare dal cielo in terra la vicenda di On miracol. Nel solco della coerenza, la satira portiana non manca per di evolvere. Nei primi testi il riso voltairiano colpisce una teologia obsoleta rifiutata dalla ragione e dissacrata con metafore comico-realistiche: le teste dangioletto che trapuntano un cuscinone badiale su cui Cristo el ninna el cuu, in prossimit di un san Michele atteggiato come quij che vend el formaj in Verzee e di un angelo custode con gi i al come on usell che cova, con un alone di Cherubini, Troni e Dominazioni giusto come allArena di Milano (On miracol), sono la serena e divertita parodia figurativa di una pittura secentesca sopravvissuta nelliconografia devota (nel deridere la societ retriva, Porta riprende le damazze tutte orpelli, ignoranza e presunzione gi castigate dal moralistico teatro milanese del Maggi: e prepara la polemica antisecentesca del Manzoni). Nella Preghiera laccento mutato: liconografia religiosa poco concede al divertimento figurativo, e denuncia lassurdit della teologia di classe implicita nelle parole di donna Fabia e della marchesa Cangiasa, che si sentono poste da Dio nel ceto nobiliare, a custodia di un ordine provvidenziale. La distorta religiosit non pi respinta dallintelligenza ma da unesigenza principalmente etica; la comicit non pi affidata a fantasie giocose, ma acquista unamarezza e una complessit nuove, arricchite dallindignazione morale gi espressa nel Miserere. Il Porta sembra percorrere, nel tragitto LXI PORTA_apparati.indd 61 16/03/11 11:41 dalla prima alla seconda maniera satirica, dallintellettualismo allimpegno etico-sociale, il cammino della cultura milanese dallIlluminismo aristocratico al Romanticismo democratico. Quello svolgimento trae incentivo dalladesione di Porta alle idee romantiche, ma era gi potenzialmente racchiuso nella trilogia dei personaggi popolari: Bongee, Ninetta e Marchionn. I testi di esplicita polemica letteraria sembrano quasi un cartone preparatorio, di cui restano tracce nei pi maturi capolavori descrittivi e creativi: le fette di salame decisive per la nomina del cappellano saranno giusto involtolate in la Risposta de Madamm Bibin / de quellolter salamm don Gherardin, cio nel pamphlet di un antiromantico. Tra le strane cause della corruzione dei costumi denunciata dai preti nel Meneghin biroeu, ecco on poetta don pret, (dove poetta nellaccezione che avr in bocca a Renzo nei Promessi sposi, a ribadire un ennesimo contatto) che trava tutt adoss al Romantisma. La crescita continua del pensare e dello scrivere portiano spiega dunque levoluzione dellottica narrativa, man mano che si passa dai testi sui due frati Ginepro e Adeodato, del Miracol e della Vision, a quelli in cui Giovannin, Ninetta e Marchionn narrano le proprie desgrazzi . Nelle prime poesie il narratore, lio-narrante, un agiografo convinto, ridicolizzato dallio-scrivente, dal Porta, che ne esibisce i lapsus linguistici e mentali: metafore nientaffatto sublimi (Cristo attesta la propria onnipotenza, come poi nel Belli, col piss in lecc e d che son sudaa); inciampi anacronistici (a placare il contadino infuriato ghՏ vorsuu la pascienza e lumiltaa / don sant pazzifegh come on sant Franzesch, / se leva sant Ambroeus el stava fresch!); deformazioni involontarie (assa brutta, per ex abrupto); particolari controproducenti (per il miracolo di frate Adeodato i fraa in memoria en fan lanniversari / con d pittanz de p dellordinari). Nella trilogia Giovannin-Ninetta-Marchionn, la di- LXII PORTA_apparati.indd 62 16/03/11 11:41 stanza tra autore e protagonista della storia (che la narra in prima persona) si raccorcia nella ricerca di una comprensione, di una simpatia non superficiale. Certo, il colto impiegato-scrittore non vuole identificarsi totalmente con i suoi plebei umiliati e offesi. Ma dialoga con loro, immette se stesso nella poesia come interlocutore, anzi uditore, dei monologanti, condannato tuttavia al puro silenzio, allascolto passivo di vicende gi interamente consumate, ed esposte in un eloquio autenticamente popolare, pi incline alle tecniche della rappresentazione che della scrittura memoriale. Ma evolve anche questo rapporto fra personaggio e tacito interlocutore (travestito da lustrissem con Giovannin, da amichevole cliente con Ninetta, da anonimo uditore del lamento di Melchiorre), facendo emergere la dignit del personaggio popolare, in una mescolanza di comico e di tragico il cui dosaggio varia dal riso amaro del Giovannin al grottesco di Ninetta, al pathos del Marchionn. Dalle reticenze e dalle piccole menzogne di Giovannin inizia il lungo e travagliato itinerario alla riconquista della dignit degli umili al cui termine il personaggio comico, cornuto e beffato, riesce a salvare qualche briciola donore dinanzi al suo ascoltatore. Maschera la vilt, chiedendo continuamente lassenso dellinterlocutore (Ma chel diga on poo lu, Lustrissem scior: / cossavaravel faa in del Giovannin?); giustifica con accidentali sfortune o provvidenziali prudenze i propri insuccessi negli scontri col prepotente di turno, tentando di nobilitare nel tono la propria vicenda troppo esposta al riso (cerca la moglie perduta nella calca con un melodrammatico Barborina ove sei tu?); attribuisce a insurrezioni verbali la difesa del proprio onore umiliato: e per uninfrazione linguistica, suo unico sfogo (lesclamazione cojon scambiata per insulto dal soldataccio francese), quelle prime disgrazie gli precipitano addosso. Alla ricerca della dignit mira anche il tentativo dinnalzamen- LXIII PORTA_apparati.indd 63 16/03/11 11:41 to nella descrizione dello scontro: m sott cont on anem de lion, / e lu tonfeta! on olter scopazzon. Lungo il cammino alla riconquista della dignit: nel momento cruciale dellinsurrezione, l dove Meneghin biroeu lever la sua ferma protesta, Giovannino sarresta, temendo di esporre la moglie a unaltra umiliazione (nasce da qui il grido che Cesare Correnti lancer contro gli austriaci in fuga da Milano, nel 1848: Giovannin Bongee vendicato!). Lungo e amaro, questo cammino: nella disperazione del presente, baster salvaguardarne, di dignit, almeno un brandello. si ponga mente a Ninetta, la donna che ha dovuto imboccare la via del marciapiede per fame (a differenza delle tante prostitute dei sonetti di Belli, dove mai si accenna alla necessit: e lopposizione tra Ninetta e santaccia gi tutta nel divario fra vezzeggiativo e spregiativo): ella rivendica il suo onor insidiato dalle calunnie del Pepp che la dice infetta da contagio venereo. e salvaguardia di dignit indica il gesto, comico solo per il lettore grossolano, con il quale Ninetta, giunta al fondo della sua storia di orfana sfruttata dal suo ganzo, sottrae il proprio corpo allavvilente capriccio sodo- mitico del suo sfruttatore: , chiss?, lavvio di una fu- tura redenzione: el cuu lՏ m, vuj fann quell che vuj m N hoo besogn de cavatt de sti caprizzi. savess vorsuu dall via, a stora ch sarev fors maridada a vun doffizzi. (32, vv. 306-10) salvando il suo deretano, Ninetta compie un riscatto minimo ma capitale; e, per gli aspetti comici della situazione, Porta richiama per opposizione (figurativa e psicologico-morale) i ridicoli sederoni della marchesa Cangiasa, di donna Fabia, dellinverosimile Cristo LXIV PORTA_apparati.indd 64 16/03/11 11:41 oleografico di Ona vision (non a torto, dunque, un lettore sottile come Giovanni Pozzi pot suggerire leco liturgico: deposuit potentes de sede celato nella canzonatura che il poeta riserva alla marchesa Cangiasa che sedendo sul canap schiaccia la sua cagnetta, o nel vaviav che i popolani riservano a donna Fabia che cadendo mette in mostra il suo fabrian). Pi tardi, a calcolato contrasto, lepisodio del monsignore sorpreso mentre sodomizza una guardia svizzera (come si legge nel Biroeu) sar scelto a rappresentare la corruzione della curia. Nel Miserere il poeta ha manifestato, per la prima volta, e in prima persona, il coraggio dellindignazione, lo stesso che animer la protesta di Meneghin biroeu di ex monegh, dove la voce del poeta e la voce dellumile hanno ormai raggiunto una sintonia nuova, senza scarti e sfasature: quella che egli poteva, in sordina secondo il suo costume, ma con sicurezza, con orgoglio, prefigurare nellesordio di quel testo, il Miserere, attribuendo a s la promozione definitiva nella gran scoeura de lengua del Verzee. La franchezza esibita da Giovannin (con un pleonasmo, franchezza mia de m, che ricorre in riferimento allaltro suo bene minacciato, la famm de mo de m), la franchezza esibita da Ninetta franca come on sbir, ora una qualit posseduta dal personaggio garbato ma fermo e accanito di Meneghin-Porta (e polid s, ma fiero, ma dannaa): il servitore insorge contro lipocrisia di quei preti, che scambiano per apocalisse il progresso, e oppone loro una protesta etica (autenticamente cristiana anche nel gesto di allontanare i ragazzi prima di raccontare cose scandalose). Lorchestrazione della Preghiera Il punto dincontro pi maturo fra la accresciuta maestria linguistica del poeta e la raggiunta identit tra punto di vista dellautore e del personaggio popolare nella Pre- LXV PORTA_apparati.indd 65 16/03/11 11:41 ghiera. Qui lorchestrazione etico-linguistica del Porta trova lesempio pi puro (quasi in senso chimico) e perci anche pi didatticamente fecondo, ragione, insieme alla comprensibilit dellitalo-milanese che ne costituisce il corpo principale, della sua popolarit e fortuna extraregionale. La scena ruota intorno alla pi memorabile delle damazze messe in burla dal poeta: retrive esponenti dellaristocrazia presuntuosa e ignorante che vedono compromessi i loro vecchi e ingiusti privilegi dalle riforme democratiche nate nel clima della rivoluzione francese e introdotte a Milano dal governo napoleonico. La trama esile: donna Fabia si confida con un prete che frequenta il suo salotto per scroccare qualche buon pranzo. Che tempi! la consueta lamentela di chi non vuole piegarsi al progresso della storia, e scambia per degrado apocalittico la perdita dei propri vantaggi. Il segno della corruzione dei costumi popolari la dama lo vede nelle risate suscitate nella plebe da una sua goffa caduta mentre scendeva dalla lussuosa carrozza. La gioiosa reazione spontanea e naturale viene scambiata per un crimine di lesa maest, per un mancato rispetto della classe dei nobili che, nella gretta mentalit della dama, rappresenterebbe per divina volont il primo cardine dellordine sociale. Donna Fabia Fabron de Fabrian Leva settada al foeugh sabet passaa Col pader sigismond ex franzescan, Che intrattant el ghe usava la bontaa (Intrattanta, sintend, che el ris coseva) De scoltagh sto discors che la faseva. (61. vv. 1-6) La situazione pu rammentare quella delle marchesine del suss che ospitano il santuomo-pacioccone e il teologo. Ma nel passaggio dal gioco delle due coppie al tte--tte vi un incremento di essenzialit; si caratte- LXVI PORTA_apparati.indd 66 16/03/11 11:41 rizza, pi potentemente incisa, la figura di donna Fabia, una marchesa Cangiasa gi individuata qui col suo nome roboante e insieme comicamente allusivo (fabrian, in milanese, indica il fondoschiena); il padre francescano, che ormai ex in tutto, si riduce a una silhouette taciturna e consenziente: non perch il suo ordine stato soppresso da Napoleone, ma perch egli ha abdicato a ogni fervore spirituale. La notazione parentetica (intrattanta, sintend, che el ris coseva) richiama alla mente tutta una serie di frati e preti di buon appetito: ma qui funge da richiamo, quasi una nota esponenziale, il segnale della falsit di quanto sta per squadernarsi, unapocalisse in attesa del risotto. Con la seconda strofa, inizia il discorso della dama. ed un attacco in medias res, che pare alludere a un dialogo gi avviato fra i due, ma che si risolve (significativamente) in un monologo la cui conclusione gi accennata nelle prime battute, e che in due strofe subisce un crescendo degno della pi sonora retorica barocca: Ora mai anche m don sigismond Convengo appien nella di lei paura Che sia prossima assai la fin del mond, Ch vedo cose di una tal natura, Duna natura tal, che non ponn dars Che in un mondo assai prossim a disfas. Congiur, stupri, rapinn, gent contro gent, Fellonii, uccision de Princip Regg, Violenz, avanii, sovvertiment De troni e de moral, beffe, motegg Contro il culto, e perfin contro i natal Del primm Cardin dellordine social. (61, vv. 7-18) Cose di una tal natura / duna natura tal: in una lettura semiotica della Preghiera, Giovanni Pozzi colse nel LXVII PORTA_apparati.indd 67 16/03/11 11:41 chiasmo la figura dominante del componimento. Ora, il chiasmo si armonizza, nella possente orchestrazione portiana, con altri flores retorici, giocati tutti su meccanismi di inversione (lartificio studiato dai Trasformati nellanalisi della caricatura, sulla suggestione di swift, riconosciuto da Parini alla base dellImpostura e poi magistralmente impiegato nella satira del Giovin signore). Fra gli effetti dinversione, ecco, dunque, la violazione del topos modestiae nellinizio del discorso di donna Fabia: tocca a lei, per prima, convalidare lipotesi apocalittica che don sigismond (diremmo: professionalmente abilitato) aveva avanzato. Poi, il crescendo nominale delle sciagure, ribaltato da una climax inversa che scambia i ruoli: donna Fabia, dopo aver menzionato il regicidio, pone come acme la mancanza di rispetto a s, al primm Cardin dellordine social. Questi, Don sigismond, se non son segni Del complemento della profezia, Non lascian certament desser li indegni Frutti dellattual filosofia; Frutti di cui, pur tropp, ebbi a ingoiar Tutto lamaro, come or v a narrar. (61, vv. 19-24) Nel suo parlar finito ridicolmente impettito, a mimare una sfiorata apocalisse, la dama sfoggia un enjambement (li indegni / frutti dellattual filosofia) rafforzato in anafora (frutti [...] frutti): nitida ripresa della polemica contro i novi sofi che gi allarmavano il precettor damabil rito del poemetto pariniano. Lenfasi declamatoria (ebbi a ingoiar [...] or v a narrar) introduce il racconto. essendo ieri venerd de marz Fui tratta dalla mia divozion LXVIII PORTA_apparati.indd 68 16/03/11 11:41 A sant Cels, e vi andiedi con quell sfarz Che si adice alla nostra condizion; Il mio cop con larmi, e i lavorin Tanto al domestich quanto al vetturin. Tutte le porte e i corridoi davanti Al tempio eren pien cepp duna faragin De gent che va, che vien, de mendicanti, De mercadanti de librett, de immagin, In guisa che, con tanto furugozz, Agio non vera a scender dai carrozz. Limbarazz era tal che in quella appunt Chero gi quasi con un piede abbass, Me urtoron contro un pret s sporch, s unt Chio, per schivarlo e ritirar el pass, Diedi nel legno un sculaccion s grand Che mi stramazz in terra di rimand. (61, vv. 25-42) Tre strofe da grande narratore in versi, che riprende spunti della sua tradizione (la festa religiosa del Tredesin, divenuta pretesto per sfoggio di mondanit e pettegolezzo, criticata nei versi milanesi del Balestrieri; la cura del cocchio del Giorno pariniano), ma la supera in una scena di bulicame, resa con laffollamento di parole della seconda ottava, per concentrarsi poi sul prete scalcinato e unto e sul fabrian di donna Fabia percosso dallo sculaccion contro la predella della carrozza. Come me rimaness in un frangent Di questa fatta facil da suppr: e donna e damma in mezz a tanta gent Nel decor compromessa e nel pudr pi che cert che se non persi i sens Fu don del ciel che mi guard propens. e tanto pi che appena srta in pi sentii da tutt i band quej mascalzoni LXIX PORTA_apparati.indd 69 16/03/11 11:41 A ciuffolarmi dietro il va via v! Risa sconc, improperi, atti buffoni, Quasi foss donna a lor egual in rango, Cittadina... merciaja... o simil fango. Ma, come dissi, quell ciel stess che in cura Mebbe mai sempre fino dalla culla, Non lasci pure in questa congiuntura De protegerm ad onta del mio nulla, e nel cuor minspir tanta costanza Quant cen voleva in simil circostanza. Fatta maggior de m, subit impongo Al mio Anselm chel tacess, e el me seguiss, Rompo la calca, passo in chiesa, giongo A piedi dellaltar del Crocifiss, Me umilio, me raccolgh, poi a memoria F al mio signor questa giaculatoria: (61, vv. 43-66) Ormai, non possiamo sottolineare che qualche tratto della perfetta sonata portiana: il gioco a incastro (ancora chiastico) fra lattenzione che il cielo dedica a lei individualmente e lalterigia che nasce dalla presunzione di appartenere a una classe privilegiata per volere divino (fu don del ciel, quasi foss donna a lor egual in rango, / cittadina... merciaja... o simil fango, Ma quel ciel stess...); il ridicolo eufemismo che copre come un tab la banale caduta (frangent, circostanza, pi tardi contingenti ); lannullamento della donna (e del pudore) nel chiasmo che colloca al centro la dama (e il decoro), quasi una disumanizzazione: e donna e damma [...] nel decor compromessa e nel pudr. Tanto basta perch si apra (discorso secondo) la preghiera in senso stretto, detta a mente, cio allimprovviso secondo laccezione di donna Fabia; ma sfogo di un orgoglio e pregiudizio mentali ormai incurabilmente fossilizzati: LXX PORTA_apparati.indd 70 16/03/11 11:41 Mio caro buon Ges, che per decreto Dellinfallibil vostra volont Mavete fatta nascere nel ceto Distinto della prima nobilt, Mentre poteva a un minim cenno vostro Nascer plebea, un verme vile, un mostro: Io vi ringrazio che dun s gran bene Abbiev ricolma lumil mia persona, Tant pi che essend le gerarchie terrene Simbol di quelle che vi fan corona Godo cos di un grad chՏ riflession Del grad di Troni e di Dominazion. Questo favor lunge dallesaltarm, Come accadrebbe in un cervell leggier, Non serve in cambi che a ramemorarm La gratitudin mia ed il dover Di seguirvi e imitarvi, specialment Nella clemenza con i delinquent. Quindi in vantaggio di costor anchio Voffro quei preghi, che avii faa voi stess Per i vostri nimici al Padre Iddio: (61, vv. 67-86) Qui il parlar finito cerca di nobilitarsi assumendo il massimo di italianit, rendendo ancora pi goffe poi le rarefatte cadute dialettali. Comincia con uno sfoggio di religiosit pietistica alla santAlfonso (Mio caro buon Ges), e poi si impenna fino alla mimesi sintattica, e blasfema, del vangelo: Ah s abbiate piet dei lor eccess, Imperciocch ritengh che mi offendesser Senza conoscer cosa si facesser (61, vv. 87-90) Ormai lintreccio dei chiasmi e delle figure dinversione ha raggiunto lacme che rappresenta la chiave di volta sma- LXXI PORTA_apparati.indd 71 16/03/11 11:41 scherante: la preghiera una bestemmia, e la dama che ha finto di praticare limitatio Christi finisce col proporre se stessa, al posto di Cristo come esempio alle damme da seguir / ne contingenti prossimi avvenir: Possa stumile mia rassegnazion Congiuntament ai merit infinitt Della vostra accerbissima passion espiar le lor colpe, i lor delitt, Condurli al ben, salvar lanima mia, Glorificarmi in cielo, e cos sia. Volendo poi accompagnar col fatt Le parole, onde avesser maggior pes, e combinare con un p declatt La mortificazion di chi mha offes e lesempio alle damme da seguir Ne contingenti prossimi avvenir, srto a un tratt dalla chiesa, e a quej pezzent, Rivolgendem in ton de confidenza, Quanti siete, domando, buona gent?... siamo ventun, rispondon, eccellenza! Caspita! molti, replico,... Ventun?... Non serve: Anselm?... Degh on quattrin per un. (61, vv. 91-108) Mano di miniaturista, quella del Porta, come nel particolare in cui lattimo di perplessit della dama diventa lo spiraglio di unavarizia vinta solo dalla necessit dellՎclat (siamo ventun [...] / Caspita! molti); e mano di frescante, come in quellarcatura interstrofica che trasforma luscita della dama dalla chiesa in una pomposa passerella, con annuncio di un clat a sorpresa e il varco deciso della soglia sottolineato dallenjambement interstrofico (Volendo [...] avvenir, // srto a un tratt dalla chiesa). Chiastica era anche la distribuzione strutturale dei registri linguistici: dal dialetto autentico della prima strofa, si LXXII PORTA_apparati.indd 72 16/03/11 11:41 passava a un parlar finito di registro medio-basso nel discorso primo della dama, che al suo interno simpenna nel medio-alto della preghiera (discorso secondo), per poi ripiegare sul tono pi pacato del discorso primo. Ora, a perfetta cornice, lultima strofa ritorna al dialetto schietto: la parola torna al narratore, alla voce fuori campo del poeta che tende a confondersi con quella di un servitore che sbirci la scena dalla porta, di un biroeu ormai pi divertito che indignato; quella voce ripristina la verit, e smaschera il vaniloquio di due parassiti in attesa di un buon pranzo: Ch tas la Damma, e ch Don sigismond Pien come on oeuv de zel de religion, scoldaa dal son di forzellinn, di tond, Leva l per sfodragh onorazion, Che se Anselm no interromp con la suppera Vattel a catta che borlanda lera! (61, vv. 109-114) s, il poeta tornato alla lingua che secondo Maggi serviva a d la veritae: questo un segno della convergenza fra borghesia e popolo che i tempi nuovi preparano nella comune lotta contro i privilegi aristocratici. , soprattutto, il segno di una via nuova e certa della poesia, aperta a uninvenzione eccitata dalla realt. Di l a poco, passata la tempesta dei processi del 1821 che avrebbero forse smorzato il sorriso ottimistico del Porta, toccher a un altro grande riprendere e ingigantire quellordine di problemi: e il sorridente Meneghino prender un nome e un cognome, chiamandosi Lorenzo Tramaglino, e guadagnandosi poi a forza di braccia e di saldi princpi, non solo la sua donna, ma la dignit di artigiano-contadino fatto imprenditore. Cos la silhouette si ispessir, diventando un personaggio a tutto tondo. LXXIII PORTA_apparati.indd 73 16/03/11 11:41 PORTA_apparati.indd 74 16/03/11 11:41 Bibliografia Bibliografie Ledizione delle Poesie di Carlo Porta curata da Dante Isella per i Meridiani (ed. accresciuta, Milano 2000) contiene unampia bibliografia, importante supporto alle pagine che qui seguono. BIBLIOGRAFIe DeLLe eDIZIONI Per un catalogo delle edizioni di Porta ci si rifece a lungo alle liste accluse ai volumi delle sue Poesie curate da Policarpo Campagnani (Milano 1886) e da Giulio Decio e Luigi Mario Capelli (Poesie milanesi, Milano 1933). Dal 1975 si dispone della Bibliografia delle edizioni portiane, a cura di Liliana Orlando Cecco (Milano). La storia della tradizione manoscritta a stampa scandagliata da Isella nellintroduzione alled. critica di tutte Le poesie, 3 voll. Firenze 1955-56 (in cui rielabora anche i frutti di precedenti studi, per esempio, Carlo salvioni, Un episodio diplomatico fra il Governo lombardo-veneto e il Canton Ticino, a proposito di unedizione di poesie del Porta, in Bollettino storico della svizzera italiana 1907; emilio sioli Legnani, Bibliografia ragionata delle poesie libere di Carlo Porta, Milano 1951; Dante Isella, Portiana, in Giornale storico della letteratura italiana, 1953; Id., Di unedizione luganese delle poesie di Carlo Porta, in svizzera italiana, 1954). BIBLIOGRAFIe DeGLI sCRITTI sUL PORTA Manca tuttora una bibliografia sistematica e ragionata degli studi sul Porta. si ricordano gli elenchi acclusi alle edd. Campagnani, Decio-Capelli, Ottolini (vedi Altre edizioni e commenti) e a quella curata da Gabriele Fantuzzi (poi acclusa al LXXV PORTA_apparati.indd 75 16/03/11 11:41 capitolo Porta da lui redatto per i Minori delled. Marzorati, III, Milano 1961). Oltre alle liste allegate alle monografie di Auras e di Mauri citt. al paragrafo storia della critica, si segnalano quelle accluse alle edd. Guarisco-Barbarisi e Isella citt. al paragrafo Altre edizioni e commenti. Inoltre cfr. Pietro Gibellini, Rassegna portiana, in Lettere italiane, giugno 1973 e Id., Carlo Porta, in Dizionario critico della letteratura italiana Utet diretto da Vittore Branca, Torino 1973, ed. accr. 1986. Scritti di Carlo Porta POesIe Il problema del testo e ledizione critica La mancata o scarsa cura di Porta per ledizione delle sue opere, ragioni di prudenza perbenistica o timori censori, prima, laggregazione di apocrifi anonimi, poi, hanno reso problematica la definizione di un testo sicuro di Porta, cui si giunti (dopo i meritevoli interventi del salvioni sulla cronologia del testo in Le date delle poesie milanesi di Carlo Porta, in Archivio storico lombardo 1920) e lofferta del testo critico di due lunghi componimenti) solo con ledizione critica dellIsella (Carlo Porta, Le poesie, 3 voll., Firenze 1955-56). Riassumiamo qui i termini essenziali del problema ecdotico: Tradizione manoscritta. si fonda su tre quaderni autografi (A, B, C) conservati nellArchivio storico Civico di Milano. Nel 1813 Porta ricopi sul quaderno cartaceo B i componimenti anteriori al 1812 (in disordine). Allinizio del 1815 mise mano a un bel quaderno in pergamena (A) copiandovi i testi gi trascritti in B, che divenne un brogliaccio su cui tracci le brutte copie dei componimenti nuovi (in ordine cronologico) poi riportati in A. Il ms. A, che rappresenta una riedizione ad personam preparata da Porta per il figlio Giuseppe con una lettera dedicatoria, pat il ridimensionamento operato da monsignor Luigi Tosi (lecclesiastico giansenista poi in contatto con Manzoni) cui il poeta laveva affidato, che sforbici i 92 fogli delloriginale riducendoli a 58. Dal giugno 1815 il poeta incominci un terzo quaderno (C) di carta, con 119 fogli, trascrivendovi come in un diario i testi che veniva man mano com- LXXVI PORTA_apparati.indd 76 16/03/11 11:41 ponendo, stesi dalla met del 1815 al settembre 1816, secondo un ordine cronologico. Lultima poesia del luglio 1817, dopo una pausa creativa di nove mesi dovuta allamarezza per i pesanti interrogatori subiti come sospetto autore della Prineide. I tre quaderni recano 71 componimenti (poco meno della met di quelli oggi concordemente attribuiti a Porta). Altri manoscritti non autografi, messi insieme da ammiratori dopo la morte del poeta, hanno importanza: la raccolta Viglezzi (di 190 pagine) che da p. 101 a p. 128 copia i tre quaderni A, B e C (con le lacune dovute alle sforbiciature tosiane); il quaderno O dellArchivio storico fin certo fra le mani di Tommaso Grossi, che nel dicembre 1821 cur unedizione portiana (cfr. paragrafo seguente). Copie tratte dalla raccolta Viglezzi sfociano nella importante stampa delle Inedite del 1826 che, per unaltra sezione, attinse a un codicetto Q (Biblioteca Chelliana di Grosseto): la grafia difficile alla base di vari refusi ed errori tipografici. Edizioni. Tre sono le edizioni antiche di Porta. Nel 1817 usciva la princeps presso il Cherubini di Milano, come XII volume della Collezione delle migliori opere scritte in dialetto milanese (Poesie, Pirotta, Milano). Per ragioni di prudenza Porta fu molto selettivo, e incluse solo 50 testi (di cui 47 inediti) scartando le poesie che potessero parere irriverenti verso idee o persone; il poeta diede licenza alleditore di intervenire sulla veste linguistica, e il Cherubini non esit a modificarla, preferendo un milanese urbano, tendenzialmente civile, alle scelte talora volutamente popolaresche di Porta. La seconda edizione, di poco postuma (Poesie in dialetto milanese con laggiunta di una comi-tragedia, Ferrario, Milano 1821) usciva a cura di Tommaso Grossi che, pur accrescendo led. Cherubini, restava ancora sempre prudente, senza sfruttare il notevole materiale a sua disposizione. erano del resto gli anni della Restaurazione, quando il giro di vite operato con i processi di quellanno a ogni possibile parola liberale o eversiva non trascurava il campo della poesia. Terza stampa, ledizione delle Poesie inedite apparve a Lugano presso Giuseppe Vanelli con lindicazione Italia nel 1826 (a complemento del tomo di Poesie edite uscite lo stesso anno dallo stesso tipografo), accrescendo sensibilmente il corpus portiano LXXVII PORTA_apparati.indd 77 16/03/11 11:41 (88 poesie, con 4 anonime e 12 dubbie): nata nella cerchia dei liberali ticinesi in contatto con letterati milanesi come Grossi e Luigi Rossari, ebbe molte ristampe e contraffazioni, che ripetendone lindicazione editoriale Italia 1826 immisero i versi portiani nella circolazione semiclandestina risorgimentale. Ledizione critica. sostanzialmente poveri sono gli incrementi delle edizioni successive e dei contributi sparsi (ma notevoli i 22 inediti pubblicati da Gaetano Crespi in una raccolta per nozze del 1909), poi confluiti nelled. Ottolini. si giunge infine alla fondamentale ed. critica Isella. essa reca tutte le poesie compiute, con lapparato delle varianti (numeri 1-165), gli abbozzi e frammenti (166-278), le collaborazioni (279), le poesie italiane (280-327), le dubbie (328-332), le apocrife (333-352) oltre a una Appendice con versi del Bossi e di Grossi di interesse portiano. esclusa la possibilit di stabilire una esatta successione cronologica per la difficolt di datare molte poesie, Isella rispetta la sequenza dei tre quaderni (ordinamento dautore, ancorch caotico), facendo poi seguire le poesie recate dalled. Cherubini e quelle aggiunte dal ms. Viglezzi e dalle edizioni Grossi e Inedite. Il testo si fonda sullultima lezione degli autografi (o, in assenza, su stampe e copie daltra mano). Lapparato registra tutte le varianti. Altre edizioni e commenti Il solo testo delledizione critica Isella stato ripreso, col corredo di un commento e laggiunta in Appendice di fonti e documenti, dallo stesso Isella nelledizione Ricciardi (Poesie, Milano- Napoli 1958) e in quella dei Meridiani Mondadori (Poesie, Milano 1975, accr. 2000) che include il giovanile almanacco El lava piatt del Meneghin chՏ mort (vedi Altri scritti) e accoglie o propone miglioramenti e incrementi. La nuova edizione, che includeva versi ritrovati di recente (cfr. Alfredo stussi, Versi inediti di Carlo Porta, in Studi e documenti di storia della lingua e dei dialetti italiani, Bologna 1982), apportava incrementi esegetici, ed uscita, come ricordato, nel 2000. Al testo Isella si rif ledizione completa apparsa nellUniversale Feltrinelli, a cura di Carla Guarisco e introduzione di Gennaro Barbarisi (Le poesie, 2 voll., Milano 1962), al quale si deve, assieme a Guido Bezzola, la cura di unampia antologia apparsa per i Grandi Libri Garzanti (Poesie, Milano 1975). LXXVIII PORTA_apparati.indd 78 16/03/11 11:41 Fra le altre sillogi commentate, ricordiamo quelle a cura di Raffaello Barbiera (Firenze 1884, con un saggio biografico), Policarpo Campagnani (Milano 1887, nuova ed. 1911), Attilio Momigliano (Genova 1913, 1923), Angelo Ottolini (Poesie edite e inedite, Milano 1927 e 1929, anastatica, ivi 1980 e 1999), Giulio Decio e Luigi Mario Capelli (Milano 1933, col saggio di ettore Rota, Il riso di Carlo Porta e il Giansenismo), severino Pagani (Milano 1945), Pietro Gallardo (Torino 1954), Ferdinando Giannessi (Milano 1956) e, con meriti storici notevoli, Gabriele Fantuzzi (ivi, 1959). Un corposo commento dei componimenti pi estesi stato procurato da Guido Bezzola (I poemetti, Venezia 1997). Fra le antologie recenti, oltre ai succitati Poemetti, ricordiamo quelle a cura di Umberto Colombo e Guido Bezzola (Sul romanticismo di Manzoni e Il romanticismo di Porta, Azzate 1993), di Franco Loi (Il romanticismo, Milano 1994), di Claudio Beretta (Poesie, lettere, Milano 1988 e Poesie, ivi 1997), di Maurizio Cucchi e Angela Pette (Roma 2002), di Paolo Mauri (Poesie, Milano 2006). Un Saggio di traduzione in versi di alcuni capolavori di Carlo Porta ha offerto Vittorio Gasparini (Allinsegna del pesce doro, Milano 1991). Per le esecuzioni vocali ricordiamo laudiolibro (nastro per magnetofono) Carlo Porta o la moralit del comico (Mondadori, Milano 1976) con testo di Dante Isella e dizioni di Tino Carraro e di Franco Parenti e i seguenti CD: A Milano con Carlo Porta, poesie scelte da Dante Isella e lette da Franco Parenti (Fonit Cetra, s.l. 1996), Foscolo e let romantica: Nievo, Mazzini, Garibaldi, Belli, Porta, Pellico (RCs, Milano 2004) e Trenta poesie tradotte e commentate da Gino Cervi e lette da sandro Bajini, Hoepli, Milano 2007). ALTRI sCRITTI Dei due almanacchi giovanili Isella rintracci il primo e ne forn ledizione critica (El lava piatt del Meneghin chՏ mort, Milano- Napoli 1960) mentre il secondo, gi in Ambrosiana, risulta disperso. I testi teatrali, cio la comi-tragedia Giovanni Maria Visconti duca di Milano (scritta col Grossi e pubblicata nel 1821, rist. Pavia 2006), le Ruine dellalta Brianza (pubblicata dal Barbiera nel 1884), la parte di Meneghino (attribuibile a Porta) in I capi sventati di Franois Guillaume Andrieux tradotta da Petracchi (edita LXXIX PORTA_apparati.indd 79 16/03/11 11:41 nel 1821-22) e altri frammenti sono raccolti da Dante Isella, Carlo Porta e il teatro, in Un augurio a Raffaele Mattioli, Firenze 1970. Lepistolario, gi sparsamente pubblicato dal salvioni e da altri, leggibile sistematicamente a cura di Dante Isella: Lettere di Carlo Porta e degli amici della cameretta, Milano-Napoli 1964; nuova ed. accresciuta, ivi 1989; Lettere inedite e ritrovate, a cura di Claudio Ciociola, Il Campano, Pisa 1991. Studi su Carlo Porta BIOGRAFIe I Cenni premessi da Tommaso Grossi alla sua edizione (1821), improntati a inutili scrupoli di difesa moralistica della figura di Porta, e la biografia del Barbiera (premessa alled. cit. e poi ampliata in Carlo Porta e la sua Milano, Firenze 1921) sono stati a lungo le fonti cui hanno attinto gli studiosi. Giunte importanti si hanno prima col salvioni, poi con le note dellIsella allepistolario. La prima biografia moderna si deve a Guido Bezzola, Le charmant Carline. Biografia critica di Carlo Porta, Milano 1972 (poi riproposta come Vita di Carlo Porta nella Milano del suo tempo, ivi 1980): essa offre, con una dettagliata bibliografia, una fitta serie di riferimenti alla vita culturale milanese. Una concisa ma originale biografia, ricca di documenti e corredata da preziosa iconografia, traccia Dante Isella (Ritratto dal vero di Carlo Porta, Milano 1973). sTORIA DeLLA CRITICA A Porta, come a un maggiore, dedicano un capitolo le grandi storie letterarie a pi mani, dalla Garzanti di Cecchi e sapegno alla Laterza di Muscetta, dalla nuova Vallardi di Balduino alla einaudi di Asor Rosa, dalla Motta di Borsellino e Pedull alla salerno di Malato. Per lascesa di Porta (e Belli) e di altri dialettali nella cultura scolastica, si veda il paragrafo seguente. svolta decisiva hanno impresso ledizione critica e quella commentata delle Poesie portiane, procurate da Isella nel cuore degli anni 50, in tempi cio maturi per il recupero di un grande poeta ricco di umori popolari e dotato di tensione sociale e morale (cfr. ad es. Antonio Banfi, Un grande poeta dialettale nella Milano dellOttocento, in Rinascita 1954, poi in Scritti letterari, LXXX PORTA_apparati.indd 80 16/03/11 11:41 Roma 1970; eugenio Montale, Le poesie di Carlo Porta (1954) in Id., Il secondo mestiere, Milano 1996). Quel recupero filologico era la premessa indispensabile agli studi, dellIsella e di altri, citati nel paragrafo seguente, e che hanno avuto nel convegno per il bicentenario della nascita (1975) un altro momento cruciale. sTUDI COMPLessIVI Quella sotto ricordata di Momigliano (1909) resta a lungo lunica monografia, fino alle biografie critiche del Bezzola e dellIsella citt. al paragrafo Biografie, se si eccettuano quelle di Henri Auras (Carlo Porta, Paris 1959) priva di originalit critica ma utile per far conoscere Porta in Francia, e quella di Paolo Mauri (Carlo Porta a 150 anni dalla morte, in Almanacco della Famiglia meneghina, Milano 1972), ben informata ma con i limiti della sua provenienza, da una tesi di laurea. Di Momigliano si vedano dunque: Lopera di Carlo Porta, Studio compiuto sui versi editi e inediti, Citt di Castello 1909; Goldoni, Porta, Manzoni, Belli, in Il Marzocco, 25 febbraio 1907, poi in Saggi goldoniani, a cura di Vittore Branca, Firenze 1959; Carlo Porta, Modena 1910, 2a ed. 1923; Larte di Carlo Porta, in Pegaso, marzo 1929, poi in Introduzione ai poeti, Roma 1946. Con grande sensibilit formale (che innesca la recensione di un critico stilista come ernesto Giacomo Parodi, Il Porta, in Il Marzocco, 22 agosto 1909, poi in Poeti antichi e moderni. Studi critici, Firenze 1923), Momigliano rivendica lappartenenza di Porta, come di altri grandi autori dialettali o aperti alla dialettalit (Belli, Goldoni, Manzoni), alla eletta schiera dei grandi scrittori, a torto sottovalutati per il pregiudizio sulla presunta inferiorit del loro strumento espressivo. Il graduale ingresso di Porta nelle storie letterarie, con unattenzione adeguata, avviene per tappe. In quelle dautore, entra per opera di Attilio Momigliano (Storia della letteratura italiana, Messina 1932), di Francesco Flora (Storia della letteratura italiana, Milano 1940), di Natalino sapegno (Compendio di storia della letteratura italiana, Firenze 1946; ma di sapegno si vedano anche Carlo Porta poeta moderno, in lUnit, 3 novembre 1946, poi come Profilo di Carlo Porta, in Ritratto di Manzoni e altri saggi, Bari 1961, e La ribellione del Porta, in Il Contemporaneo , 16 settembre 1954). LXXXI PORTA_apparati.indd 81 16/03/11 11:41 Fra le grandi opere collettive, ricordiamo la Letteratura italiana Marzorati, che ospita un capitolo su Porta di Gabriele Fantuzzi, sia pure relegandolo fra i Minori (III, Milano 1961; di Fantuzzi cfr. anche Carlo Porta, in Belfagor, 1, 1955), e soprattutto i capitoli dedicati a Porta dalle grandi storie letterarie: per mano di Isella, la garzantiana diretta da Cecchi e sapegno (VII, LOttocento, Milano 1968: il capitolo deriva dalla pref. alled. Ricciardi 1958 e fu rifuso nelled. Meridiani 1975); per mano di Maria Teresa Lanza, la laterziana diretta da Muscetta (anche come volumetto a s, Porta e Belli, Bari 1976); di Aldo Borlenghi per la nuova vallardiana diretta da Armando Balduino (LOttocento, Milano-Padova 1990, capitolo postumo), di Pietro Gibellini, per la Storia generale della letteratura italiana Motta diretta da Nino Borsellino e Walter Pedull (vol. VIII, Italia romantica, Milano 1999), da Angelo stella per la Storia della Letteratura italiana, salerno diretta da enrico Malato (vol. VII, LOttocento, Roma 1998), da Folco Portinari e Ada Novajra per la Storia della civilt letteraria italiana, Utet diretta da Giorgio Barberi squarotti (vol. IV, Il Settecento e il primo Ottocento, Torino 1992). si aggiunga la sezione dedicata a Porta da Gianmarco Gaspari nella Antologia della letteratura italiana einaudi Pliade diretta da Cesare segre e Carlo Ossola (III, Ottocento-Novecento, Torino 1999). Fra le ampie storie-antologie dedicate alla letteratura dialettale si vedano almeno quelle curate da Giacinto spagnoletti e Cesare Vivaldi per i Grandi LibriGarzanti (Poesia dialettale dal Rinascimento a oggi, Milano 1991) e da Franco Brevini per i Meridiani Mondadori (Le poesie in dialetto, Milano 1991). Ricordata la notevole monografia miscellanea rappresentata dagli atti del convegno milanese del 1975 (La poesia di Carlo Porta e la tradizione milanese. Atti del convegno di studi organizzato dalla regione Lombardia, Milano 16-18 ottobre 1975, Milano 1976), accenniamo ai saggi introduttivi a tutto campo operati nelle Introduzioni alle edizioni portiane. Isella ha il merito di aver ricostruito lo svolgimento della poesia portiana dalle prove giovanili, gi appoggiate su una salda tradizione dialettale (Maggi, Balestrieri, Parini), mostrando via via la maturazione, attraverso una sensibilit neopariniana e premanzoniana che, fondendo profondit ideologica e maestria stilistica, approda a una suprema moralit del comico (come recita il titolo del suo saggio LXXXII PORTA_apparati.indd 82 16/03/11 11:41 nella pi recente versione). Particolarmente attenta al rapporto fra biografia e cultura, la ricerca di Bezzola (cfr. anche Il Porta e gli ambienti culturali milanesi negli atti La poesia citt.), mentre la Lanza e il Barbarisi seguono con attenzione i rapporti fra lopera di Porta e la convulsa vicenda politico-culturale dei decenni fra Rivoluzione e Restaurazione (cfr. anche Gennaro Barbarisi, Il Porta e la societ del suo tempo, negli atti La poesia citt.) Nel 2003 Isella ha raccolto i suoi studi in un volume einaudiano che pu considerarsi la principale monografia critica di riferimento: Carlo Porta. Cinquantanni di lavori in corso (Torino): sullattivit del grande studioso di letteratura dialettale si veda la sezione monografica di Letteratura e dialetti, I, 2002, e in particolare Gibellini, Cinquantanni di studi su Porta. CONTRIBUTI PARTICOLARI sulla cultura di Porta (non un semi-dotto, come i poeti popolari autori delle bosinate, ma neppure un pedante accademico) gi intervennero Carlo salvioni, La biblioteca di Carlo Porta, in La Perseveranza 29 settembre 1900 e Gabriele Fantuzzi, La biblioteca di Carlo Porta, nella misc. Le biblioteche degli scrittori, Mendrisio 1955. Per la tradizione milanese cui si riallaccia Porta, fondamentali gli studi di Dante Isella, ora raccolti nel volume I Lombardi in rivolta. Da Carlo Maria Maggi a Carlo Emilio Gadda, Torino 1984 in cui, oltre agli studi su importanti antecedenti come Maggi e Lemene, sono espressamente dedicati a Porta i saggi La moralit del comico (gi prefazione ai Meridiani), Tecnica portiana (gi in La poesia cit.), Porta e Manzoni, Porta in Manzoni (su quel tema si veda gi ettore Bonora, Prestiti portiani nei Promessi Sposi, in La poesia cit., 1976). Ma per la cultura lombarda che prepara ed eredita Porta, cfr. lutile saggio-antologia a cura di Angelo stella, Cesare Repossi e Fabio Pusterla, Lombardia, Brescia 1990 (Letteratura delle regioni dItalia. storia e testi) e cfr., gi dello stella, Un filo lombardo: da Bonvesin, al Porta, al Manzoni, negli atti La poesia citt. Assai utile fu la mostra con bibliografia delle opere a stampa della letteratura in lingua milanese (Varon Magg Balestrer Tanz e Parin, a cura di Dante Isella, Biblioteca Nazionale Braidense, Milano 1999) cui succeduto, ideale prosecuzione legata ad altra mostra braidense, il catalogo Rezipe i rimm del Porta. La let- LXXXIII PORTA_apparati.indd 83 16/03/11 11:41 teratura in dialetto milanese dal Rajberti al Tessa e oltre, a cura di Luca Danzi e Felice Milani, Milano 2010). Porta si colloca su una linea di ricerca stilistica ormai nota come espressionismo: si vedano al riguardo le pagine di Gianfranco Contini (su Faldella e Gadda) poi raccolte in Varianti e altra linguistica, Torino 1970 e Cesare segre, Polemica linguistica ed espressionismo dialettale, in Lingua, stile e societ, Milano 1963. Per lo studio (anche) della lingua di Porta, prezioso strumento sono state, prima dellera informatica, le Concordanze delle poesie milanesi di Carlo Porta, a cura di silvio Cipriani, Milano-Napoli 1970. Per leredit scapigliata e novecentesca di Porta: Renzo Negri, Porta e gli scapigliati, negli atti La poesia citt.; Pietro Gibellini, Ragioni portiane per Delio Tessa, ivi, poi come Porta e Tessa in Id., LAdda ha buona voce. Studi di letteratura lombarda dal Sette al Novecento, Roma 1984. Per singoli aspetti o singoli testi: Dante Isella, Di Mylord Porta, Grisostomo e Madamm Bibin, in saggi di Umanesimo cristiano 1951; Cesare Federico Goffis, Struttura e linguaggio de La Preghiera di Carlo Porta, in La rassegna della letteratura italiana 1955; Carla Guarisco, Due redazioni de La preghiera di Carlo Porta, in Giornale storico della letteratura italiana 1957, pp. 339 ss.; Dante Isella, La messa dellorefice. Una poesia del Porta e la Proposta del Monti, in studi di filologia italiana 1960; Giovanni Pozzi, Il tema religioso nelle poesie del Porta, negli atti La poesia citt.; sergio Antonielli, Il Parini, il Porta e la poesia milanese, ivi; Felice Milani, Balestrieri e Porta traduttori, ivi; Luigi de Nardis, Carlo Porta nella poesia di Giuseppe Gioachino Belli, ivi (ma un esame pi diffuso in Pietro Gibellini, Porta e Belli, in Id., Il coltello e la corona. La poesia del Belli tra filologia e critica, Roma 1979; e cfr. poi Paolo Mauri, Il carnevale della storia: Porta e Belli, in Letture belliane, 2, 1981 e ancora Gibellini, Belli imitatore di Porta, in Giuseppe Gioachino Belli milanese, a cura di Massimo Colesanti e Franco Onorati, Roma 2009); Albert Maquet, El sur Carlo milanes nelle testimonianze di Arrigo Beyle milanese, negli atti La poesia citt.; Cesare Federico Goffis, La mediazione romantica di Carlo Porta, ivi; Johannes Hoesle, Le nostre difficolt di avvicinare il Porta, ivi; Carla Garello Guarisco, La polemica antifrancese di Carlo Porta, ivi; Giovanni Pozzi e Dante LXXXIV PORTA_apparati.indd 84 16/03/11 11:41 Isella, In onore di Carlo Porta, Bellinzona, Archivio storico Ticinese, 1977; Angelo Marchese, Il realismo morale di Carlo Porta, in Humanitas, 2, 1977; seminario di Italiano, Friburgo [diretto da Giovanni Pozzi], La Preghiera di Carlo Porta, in Una dozzina di analisi di testo, Zurigo 1975 (poi Analisi di testo, Liviana, Padova 1976); Claudio Ciociola, Loratore delle Grazie e il fraticello: prime variazioni (Cicognara, Giordani, Porta), in Rivista di letteratura italiana, VI, 3, 1988; Dante Isella, Carlo Porta e il teatro, in Il Belli 2, 1991; Claudio Beretta, Carlo Porta. Fonti letterarie milanesi, italiane, europee, Bellinzona 1994; Pietro Gibellini, La poesia milanese di Carlo Porta, Modena 1994; Claudio Ciociola, Appendice portiana, in Studi in onore di Antonio Piromalli, II, a cura di Toni Iermano e Tommaso scappaticci, Napoli 1994; Paolo Mauri, La Ninetta del Verzee di Carlo Porta, in Letteratura italiana diretta da Alberto Asor Rosa, III, Le Opere, Torino 1995; Giuseppe Anceschi, Tra Porta e Manzoni, in Id., La verit sfacciata. Appunti per una storia dei rapporti fra lingua e dialetti, Firenze 1996; Federica Capo- ferri, Loscenit del Porta, in Forum Italicum, 2, 2000; Verina Jones, Dante the popular cantastorie: Portas dialect translation of the Comedy, in The Italianist, 20, 2000; Pietro Gibellini, I brindisi di Meneghino, in Id., Il calamaio di Dioniso. Il vino nella letteratura italiana moderna, Milano 2001; Id., Carlo Porta e Giuseppe Gioachino Belli smitizatori in dialetto, in Il mito nella letteratura italiana, III, Dal Neoclassicismo al Decadentismo,a cura di Raffaella Bertazzoli, Brescia 2003; Id., Parini e la linea lombarda: Porta, Dossi, Gadda (2001), in Id., Parini: lofficina del Giorno, Brescia 2010. P.G. LXXXV PORTA_apparati.indd 85 16/03/11 11:41 PORTA_apparati.indd 86 16/03/11 11:41 Guida alla pronuncia del milanese Adifferenza del grande emulo Giuseppe Gioachino Belli, che per i suoi sonetti cre e adott una grafia diacritica per rendere fedelmente il suono del romanesco, Porta adott una grafia dialettale, in parte ereditata dalla tradizione precedente, che mantiene non poca distanza tra scrittura e pronuncia. Diamo qui alcune istruzioni che possono aiutare lesecuzione vocale dei testi. Prenderemo gli esempi soprattutto da questo sonetto: La mia povera nonna la ghaveva On vignoeu arent ai Pader Cappuscin: el guardian ghe le benediseva: I soeu fraa ghe beveven mezz el vin. La nonna in del mor la me diseva: Te lassi sto vignoeu, el m Franzeschin; sel voeur bev el guardian lassa chel beva: Usellin tira a casa el porscellin. Quand ecco tutt a on tratt Napoleon el d ona soppressada ai fratarij. sciavo suo, sur vin, la protezion. Credeva de fann p nanch on boccaa: Inscambi m hoo impienii tucc i vassij, Inscambi hoo bevuu anch quell che dava ai fraa. eppur in sti agn passaa Ghavarev giugaa el coo che senza lor No scusavem n nun n nost signor! LXXXVII PORTA_apparati.indd 87 16/03/11 11:41 ed ecco come andrebbe pronunciato (non uso grafia fonetica, ma pochi accorgimenti: gli accenti acuti e gravi per toniche chiuse e aperte, la dieresi per le turbate, per sibilante inter- vocalica sonora di roa, aino): non segnalo invece la nasalizzazione (vedi sotto): La mia pvera nna la ghavva Un vign arnt ai Pader Capscn: el guardin ghe le benediva: I s fraa ghe bevven m el vin. La nna in del mur la me diva: Te lsi stu vign, el m Franzeschn; sel vr bv el guardin lsa chel bva: eln tira a caa el pursceln. Quand co tt a un trat Napulen el d una supresda ai fratari. scivo suo, sur vin, la prutezin. Credva de fan p nanch un buca: Inscmbi m uu impieni tc i vasi, Inscmbi uu bev anch quel che dava ai fraa. epr in sti agn pasa Ghavarv giga el cu che snza lur No scvem n nn n nst signr! Accento Innanzitutto dove collocare laccento tonico, se nella grafia manca? Laccento di solito coincide con la corrispondente voce italiana (facile da identificare se si tiene presente che in milanese di solito cadono le vocali finali diverse dalla a). Porremo dunque nella pronuncia laccento su pvera, nnna, ghavva aveva, Pder Padri ecc. Vocali Veniamo alle vocali. Il milanese distingue vocali lunghe e bre vi. Quelle lunghe, se sono in fine di parola, Porta le indica con la doppia vocale, per indicare che la voce vi si sofferma di pi: LXXXVIII PORTA_apparati.indd 88 16/03/11 11:41 troviamo dunque fraa, boccaa, bevuu, impienii, ho, giugaa, coo, passaa. La vocale lunga anche quella su cui cade laccento tonico. si badi che la vocale lunga non distingue solo il suono, ma spesso anche il significato: dunque fraa frati diverso dalla preposizione fra. Cos i participi impienii riempiti e giugaa giocato si differenziano dagli infiniti impien e giug, riempire e giocare. Allinterno della parola invece Porta non suole distinguere le vocali lunghe e brevi. Per regolarci nella pronuncia di vocali toniche dentro la parola, possiamo seguire un metodo pratico: pronunciare lunga ogni vocale seguita da una sola consonante o da n pi consonante, breve invece quella seguita da due o pi consonanti. Nel nostro testo avremo perci lunga la e di aveva, arent, e breve la e di quell, mezz; altrove avremo vocali toniche lunghe in pas pace, fus fuso, car caro e brevi pass passo, passi, fuss fossi, carr carro. Ma nelle preposizioni articolate (dei, ai, dai, coi, sui) la vocale breve. Le turbate Rispetto allitaliano, il milanese ha due vocali in pi, dette intermedie o turbate (, ). La prima ha un suono che sta fra e ed o come nella parola francese oeuf uovo: la grafia adottata da Porta la stessa del francese: troviamo dunque nel nostro sonetto vignoeu piccola vigna (diminutivo maschile) da pronunciarsi vign con laccento sullultima, soeu suoi, voeur vuole. Queste turbate vanno pronunciate chiuse, come nel francese oeuf, e non aperte come nel francese fleur. si ricordi che la turbata solitamente tonica, anche se di rado Porta mette laccento sulla u del trittongo (poe poi, ma incoeu oggi). Laltra turbata () rappresenta un suono intermedio fra u e i, come nei francesi mur, usage. Porta la designa con una semplice u: in linea di massima si pronunciano turbate tutte le toniche provenienti da u lunga latina e che hanno riscontro nella u della corrispondente voce italiana; si vedano dunque nel nostro caso bevuu, tucc, num. Apertura e chiusura Le vocali e e o possono avere suono chiuso o aperto: oggi si usa spesso laccento grave per i suoni aperti in posizione tonica (, LXXXIX PORTA_apparati.indd 89 16/03/11 11:41 ) e quello acuto per le vocali accentate chiuse (, ): Porta invece, come in genere gli autori del suo tempo, usa solo laccento grave (in qualche raro caso il circonflesso, che sembra caratterizzare lunghezza e chiusura: lff lupo, s sole, resgi reggitore, st sete, te dt di; la cade quasi solo su Ms Muse, con suono turbato; solo in esclamazione e in un caso di l ali; non si trova). Come regolarsi, allora? La e e o brevi hanno sempre suono aperto: tali nel nostro sonetto m mio e m adesso; al contrario le lunghe hanno suono chiuso, come nel nostro sonetto hoo io ho e coo capo, e altrove pee piedi (distinto da p piede, che al singolare ha suono aperto), mee miei, mie, assee assai, abbastanza, andee andate. In genere la e tonica si pronuncia chiusa quando in sillaba attualmente o in origine aperta (uscente in vocale), mentre aperta ogni e tonica inclusa in una sillaba chiusa (uscente in consonante), salvo che segua n + consonante, nel qual caso la vocale si pronuncia chiusa. Leggeremo dunque con la chiusa nel nostro testo be-v-ven, di-s-va, b-va, e anche arnt accanto; invece con la aperta mzz, qull: altrove avremo parole con e tonica chiusa come gesa chiesa, pel pelo, pes peso, vent vento, invece con la aperta nebbia, pell pelle, pess pesce. Anche per la o la grafia portiana non ci aiuta a distinguere la aperta dalla chiusa, che nella pronuncia, specie oggi, chiude ulteriormente in u (anche se Porta mantiene la grafia italianizzante o): dunque abbiamo Napoleon per locchio ma Napulen per lorecchio. In sillaba atona e e o sono sempre chiuse: avremo dunque chiusa la e di povera, la o di soppresada etc. Porta usa la j nel nostro sonetto in fratarij fraterie e vassij recipienti per vino, e altrove per quij quelli, mej meglio, vuj voglio, quaj coss qualcosa, ma anche allinterno di parole, per lo pi come esito del gruppo palatale gl: battaja, canaja, taj. In tutti i casi la j si pronuncia i come in italiano (il suono della j francese di jeune il milanese, dove piuttosto raro, lo rende con sg). La u semiconsonantica (quella che precede una vocale restata o caduta) muta quando si trova in fine di parola: le grafie sangu e cinqu (sangue, cinque) si leggono dunque sangh e cinch. si pronuncia invece quando dentro la parola (sanguanon!, cinquanta). XC PORTA_apparati.indd 90 16/03/11 11:41 Consonanti Il milanese, come gli altri dialetti settentrionali, non pronuncia le doppie: esse permangono nella grafia, anche in Porta (per attrazione dellitaliano). Nel nostro sonetto troviamo dunque nonna, lassi, usellin, tutt, soppressada ecc. che dobbiamo leggere come se trovassimo la forma scempia nona, lasi, uselin, tut, sopresada. In fine di parola, le consonanti sonore (b, d, g, gh, v nonch s e z sonori) prendono il suono della sorda corrispondente (p, t, c, ch, f, nonch s e z sordi); ma stando alla testimonianza del Pavia, negli anni venti del Novecento resistevano alcune finali sonore. Alcuni esempi (grafia > pronuncia): gamb > gamp gambe, quand > quant quando, genoeugg > genc ginocchi, stomegh > stomech stomaco, bev > bef bere. La c e la g finale hanno suono di c palatale (tucc tutti, con la c di cielo), mentre ch e gh finali hanno suono gutturale di k (bianch bianco, figh fico); dunque distinguiamo secc secchio da secch secco. I gruppi sc e sg davanti a e e i rappresentano il suono palatale sordo e sonoro: il primo si legge come nellitaliano pesce o scimmia (Cappuscin Cappuccini, scimma cima), il secondo, pi raro, come la j o la g palatale delle voci francesi jeune e gant (pesg peggio, barbasgiann barbagianni). Naturalmente se segue consonante o vocale non palatale scriviamo e leggiamo come nellitaliano (scus, sgor volare); e come in lingua si usa la h per pronuncia velare (schiv, sghimbiett sgambetto). Il milanese separa talvolta la sibilante dalla palatale, come in sciavo, ciao, addio (che deriva da schiavo in formule di saluto tipo schiavo vostro), o come in sgiaffon schiaffone: in tal caso lapostrofo separa la s dalla c o dalla g. La m e la n nasalizzano la vocale precedente come in italiano (anch anche), ma in milanese la nasalizzazione pi forte in fine di parola (guardian, vin): il fenomeno ha luogo quando la vocale seguita da n nella stessa sillaba (quindi can-ta). Le vocali non sono nasalizzate se segue una doppia nn (fann, che va pronunciato fan, non nasalizzato). se la parola termina con vocale tonica e doppia nn o doppia mm, la vocale non nasalizza e ha suono aperto e breve, cfr. qui fann farne, altrove pann panni (diverso dal nasale pan pane). Per indicare suono dentale e non nasale Porta usa le doppie anche allinterno delle XCI PORTA_apparati.indd 91 16/03/11 11:41 parole, che vanno peraltro pronunciate scempie (nonna, bonna buona). Le desinenze dei verbi in -an(n) e -in(n) hanno suono dentale anche se non recano la doppia. Nei plurali maschili da -oni la vocale chiusa, anche se il suono dentale. La s allinizio e alla fine di parola sorda (Signor, dis dice). Allinterno di parola la s sonora ha grafia scempia (benediseva), quella sorda grafia doppia ma da pronunciarsi semplice (lassi lascio). La z si pronuncia oggi per lo pi come s sorda (mezz, protezion) ma non nelle rare parole dorigine dotta (per es. conzett concetto, rezipe, falsa ricostruzione del recipe latino delle ricette mediche). Al tempo di Porta invece pare che la z si pronunciasse ancora, e la sua assibilazione sarebbe avvenuta solo pi tardi (cfr. Glauco sanga, Il dialetto di Milano, in Rivista italiana di dialettologia, 23, 1999, pp. 137-64). Naturalmente non mancano le eccezioni, specie per le parole dotte e l dove compare il pastiche italo-milanese con forme civili corrette o deformate. Linguaggi misti non sono rari in Porta, che se ne serve per caratterizzare sociolinguisticamente, mentalmente e moralmente i suoi personaggi: nella pronuncia cՏ maggior libert interpretativa per il lettore-dicitore, che potrebbe accostarsi pi o meno alla dizione italiana, e dare a certe parole del discorso di donna Fabia nella Preghiera un colore pi o meno dialettale (natura come in toscano o con la u turbata del dialetto, devozion o devusin ecc.). P.G. XCII PORTA_apparati.indd 92 16/03/11 11:41 Nota al testo Il testo La presente antologia attinge, per la lezione, al testo delle Poesie portiane curate da Dante Isella per i Meridiani Mondadori nel 2000, che arricchisce e aggiorna le sue precedenti edizioni critiche e/o commentate menzionate in Bibliografia. Rispetto al corpus portiano reca 63 dei 165 componimenti (pari a ben 7004 versi dei 9737 che formano la raccolta completa). I testi sono stati scelti dai due curatori e ordinati cronologicamente in base alla data certa o presunta della loro composizione (per poesie assegnabili a un arco temporale, la collocazione stata operata sulla base del terminus post quem). Lantologia seleziona dunque le prove pi felici espressivamente o pi rilevanti culturalmente della produzione di un grande poeta, che comprende per inevitabilmente anche testi minori che si sono sacrificati (quantitativamente, meno del trenta per cento). La silloge consente di seguire meglio la vicenda intellettuale e poetica di Porta nella sua crescita dagli esordi alla maturit, in costante dialogo con il divenire della societ nei fervidi e travagliati decenni che vanno dallavvento di Napoleone alla Restaurazione: vicenda che Isella illustr da par suo negli scritti saggistici, ma che non emerge dallordine dei componimenti della sua edizione. Infatti, Porta non cur personalmente la pubblicazione dei suoi versi, e trascrisse le poesie nei suoi quaderni senza seguire lordine di data n altri criteri strutturali ben XCIII PORTA_apparati.indd 93 16/03/11 11:41 definiti: una sequenza osservata dalleditore critico per scrupolo filologico, ma di fatto caotica per il lettore. In Appendice abbiamo posto due testi attribuibili a Porta, il giovanile almanacco anonimo concordemente riconosciuto per suo (se ne d solo uno stralcio) e la Prineide stesa da Tommaso Grossi con il probabile ausilio portiano. La traduzione Lintento che ha guidato la traduzione stato quello di mantenere una stretta aderenza alla lettera del testo dialettale, indulgendo a calchi lessicali e soprattutto sintattici, anche correndo il rischio che la versione risulti in alcuni punti poco scorrevole. Del resto, eliminare talune peculiarit del milanese di Porta a favore di una migliore leggibilit avrebbe significato scolorire il linguaggio vivace e raffinato del poeta e negare al lettore ignaro del dialetto la possibilit di gustare anche nella versione qualche sapore delloriginale. Dovera necessario, per conciliare fedelt al lessico della fonte e comprensibilit di termini disusati, siamo ricorsi a sinonimi o perifrasi integrative collocate fra parentesi quadre. I casi nei quali si frequentemente scelto di non intervenire a normalizzare secondo litaliano o di farlo con mano lieve, sono: a) ellissi: respondeva pesciad, desgarb e slepp, / e tutt sti coss in grazia del m Pepp (32, vv. 95-96) dove, per ovviare allassenza del verbo della seconda frase, si preferito intervenire con un inserto, rendendo in questo modo: e tutte queste cose [accadevano] in grazia del mio Peppe . Nel caso di del porch fottuu lՏ el manch che me vegness (47, v. 852) lincompletezza del verbo stata sanata con unaggiunta parentetica: del porco fottuto il meno che mi venisse [detto]. b) calchi (casi meno frequenti), utili per salvaguardare la mimesi della parlata: che dessadess te insegni la crean- XCIV PORTA_apparati.indd 94 16/03/11 11:41 za! lo si reso con il letterale che adessoadesso ti insegno la creanza! (57, v. 172); il termine dessadess (hapax in Porta) si sarebbe potuto tradurre con subito subito ma in questo modo sarebbe stata meno evidente linvenzione portiana. c) modi di dire: anchessi sono stati salvati e resi quasi sempre alla lettera, per non perdere la carica felicemente espressiva della frase; il caso di: per lee seva in cantegora, (47, v. 733) per lei ero in cantilena preferito a per lei ero canzonato, pi semplice ma meno aderente; lespressione hoo tiraa gi a campann va l che vegn (47, v. 66) si tradotta ho tirato gi a campane [suonato male] alla va l che vengo. d) costrutti tipici del dialetto: lespressione Tiret indree del pass (57, v. 171) si resa ad litteram: Tirati indietro dal passo, preferita alla forma pi comprensibile Togliti dal passo o levati dal passo: il contesto qui aiuta a capire senza bisogno di chiose tra quadre. Nella casistica delle possibili modifiche al dettato originale, rientrano anche anacoluti e pleonasmi, frequentissimi nellopera portiana come in tutte le scritture colloquiali o modellate sul parlato; sono fenomeni la cui ricorsivit va tenuta sotto controllo, per evitare il rischio che la traduzione risulti artificiosa o sortisca effetti di involontaria parodia, talvolta fastidiosa. Una scelta delicata tra violazione del milanese e infrazione della grammatica italiana posta dal pronome personale dativo. Il milanese, come altri dialetti e litaliano popolare, non distingue le, gli n loro (a lei, a lui, a loro) che unifica in ghe (gli); in genere abbiamo scelto di serbare il colore morfologico optando per gli, salvo quando lindeterminatezza del pronome potesse creare equivoco, nel qual caso abbiamo seguito la grammatica dellitaliano. Le traduzioni a cui abbiamo fatto riferimento sono soprattutto quelle procurate da Dante Isella, dal registro pi XCV PORTA_apparati.indd 95 16/03/11 11:41 sostenuto, da Carla Guarisco, pi mimetica e colloquiale e, per i soli poemetti, da Guido Bezzola il cui tono complessivo intermedio fra le due precedenti. Le note Nella sobria annotazione a pi di pagina sono state fornite notizie storiche su fatti e personaggi citati nei versi e note linguistiche su espressioni complesse o particolari, a integrazione delle chiose inserite fra quadre nella traduzione. I rimandi intertestuali comprendono il numero progressivo del testo in questa edizione, seguito dal numero del verso o dei versi (es. 47, vv. 800-25). Un conciso cappello iniziale fornisce la data di composizione e la sede della prima pubblicazione di ciascun componimento, delineandone anche telegraficamente il tema. Massimo Migliorati XCVI PORTA_apparati.indd 96 16/03/11 11:41 Poesie PORTA_testi.indd 1 16/03/11 11:43 PORTA_testi.indd 2 16/03/11 11:43 mio,Figlio amatissimoedcarissimomiofigliuolGiuseppeteA appo-te per libercolo questo dono econsagro dedico, miqualesulepugno,proprio miodiscrittostamente verna-mieideեpartequellatuttaconsegnaredipiaciuto raccosta-poterdiavvenutomichecomponimenti,coli manten-vivasempre(chememoriadellacollaiutosiare dimeacheamici,deglicollaiutosiadessi)talundini sta-eramiecosedellequantoritornarono gradobuon essiinpretendononIoraccolto.tempivariinlorodato imita-poterodovere, dapoesiadimodellounesibirti ne-fuicheci,inesempioessertidibenspretendo re; delledallamorebbicheedelloziotempoogniinmico altroinnonseadditata,modoquestoinalmenolettere, insi-luidiallesottrarmipersicurastradaunamigliore, fuggirlo.edie gri-eroticogenere dicomponimentiquestidiAlcuni permes-avessiioseme,dicontro altamentederebbero statofossiseostampe,collepubblicativenisserocheso bramavachidiletturaallanellesporglicircospettomeno iocircospezioneprudenteQuestamie.coseleconoscere minonchesappiemio,figliuolpuretearaccomandola turpi-olascivie,diamorgenere,questotentaraspinse, soltantobramaecuriositmacuore,diementeditudine mo-farpureessopotevanostrodialettoilseprovaredi creduteorfinfuronocheveneri;quelledialcunedistra 3 PORTA_testi.indd 3 16/03/11 11:43 ac-edgeneralipilinguaggidipatrimoniointangibile checoltello,quellappuntatofabbricatocosioHocetti. fanciullo,dellinespertomaninelleaffidatomalsarebbe custo-siccomegelosia,conmio,figliocustodirai,lotue daifabbricatepericolosemenononarmialtre lediresti Sanchez!daieSalomoni laalzasseipocritaaccigliatoqualcheper tuttaviaSe liberti-AlAllempio!gridasse:ePadre tuocontro voce tuodifavorachecostuiafrancamentedlascivo!,Alno! chessoopinione,pubblicalagiornisuoiaեstavaPadre Princi-deldanaro delamministratore intemeratounfu recla-frust[r]aneamente maihaoperaionessunchepe: con-maifunonchellimercede:meritatalaluidamata turbatomaihanonchellitalami,altruideglitaminatore adulazioniconblanditomafamiglie,dellesantapacela orec-lechiusemaipotenti,deեlambizioneribalderiele vissu-egliinfinecheeindigenza,dellaclamoriaichie lin-chesenzafratelloepadremarito,figlio,cittadino,to percossaistanteunmaiabbialeggelaorimorsofuggibil sonni.suoideեtranquillitla coseleveritconluidipossasegliposciaChiedigli appieno acquieta si tuo lanimo se Eaffermare. stesse questofiammeallecondannas,cherispondaquandesso me-laipocritaquestodisullonorsagrificaelibro mio unincaroteadesserprocuravachePadreundimoria figli.toiaեancoradivenirlodietempo feliceVivi CarlotuoPadreIl 1815.delMarzo3lMilanoIn 4 PORTA_testi.indd 4 16/03/11 11:43 1 sullesempioCommediaDivinaPorta tradusse alcuni canti della diDomenicoBalestrieri; LiberataGerusalemme dellaversionedella anche se in questultima prevaleva lintento emulativo, qui invece preponderante quello parodico. una delle prime prove dellarte portiana ed ebbe una importanza straordinaria (Isella) nella storia formativa del poeta. Composta con ogni probabilit fra il 1804 e il 1805, fu pubblicata per la prima volta nelledizione Cherubini. DANTEDIDALLINFERNOȥTRADUZIONE Canto I viaccgranquelldestradamitaaA ldamondalvoeultalavunafemmChe affacc,scurscurboschdonintrovaasontMe 4 seguit:poddasenteeonSenza scacc,vegnasentimepensaghaDom retr,defazzelinscboschonlՏN ingarbijsass,spin,depienvecc,Negher, 8 strij.dibarillottdelquellnchePesc spaventpusseecascialsiaQuanto rid,depocchghՏmortlaeboscheltraIn attent.cunti,velbon,selancaghevaMa 12 sid,bruttquellintrovammafaaComabbia Ametstradadiquel -ICanto-DANTEDIDALLINFERNOȥTRADUZIONE gran viaggio che facciamo uno alla volta al mondo di l, mi sono trovato in un bosco scuro, scuro affatto, senza un sentiero da poter seguire: solo a pensarci mi sento venire paura, n un bosco tanto facile da ritrarre, nero, vecchio, pieno di spine, sassi, garbugli peggio di quello del ballo delle streghe. | Quanto sia al mettere pi spavento fra il bosco e la morte cՏ poco da ridere, ma cera anche del buono, ve lo racconto, attenti. Come abbia fatto a trovarmi in quel brutto posto, 5 PORTA_testi.indd 5 16/03/11 11:43 ment:intirallnanchmsavarevNo polidcossiedormiva,eandavacheSoo festinsujinfanjenostatstoIn 16 viorin.desonadorinancaSquas vallquelladecooavegnuusontquandMa, spaghett,tantocoeurinmissmhalaChe spallisorachemontdonpaltroeuviMe 20 scettpdeldorfarioeuonghevaElvardall:adomstarnudfavaChel pianettquellderaggdajformaaFarioeu drittmennaestradituccsciarissChe 24 orbitt.dialleccezionviventiTucc folonelpooonloeughadaamՏAllora noccquellaincoeurelstrasciaamevaChel magon;deerottoeuridespasem,De 28 loccfdelinchebagajoncomeistessE 1peston,quajonotazza,onaciappintrEl strocc,istoedetantetantschivaelE cieraonacontpeleciappivardaChel 32 vera,parghenolstroccdiresparmiChel non saprei ora nemmeno ricordarmene: so che andavo e dormivo, e le cose pulite [ben fatte], in questo stato, non le fanno neanche alle veglie [veglie danzanti] i suonatori di violino. | Ma, quando sono arrivato allinizio di quella valle che mi ha messo in cuore tanto spaghetto [fifa, spavento], mi trovo al piede dun monte che sulle spalle aveva un ferraiolo [mantello a ruota] doro del pi schietto [il sole], che faceva starnutire soltanto a guardarlo: ferraiolo formato dai raggi di quel pianeta che schiarisce tutte le strade e mena dritto tutti i viventi ad eccezione degli orbi. | Allora mi cessata un poco lansia che mi aveva stracciato il cuore in quella notte di spasimi, di rotture e di magoni; e io stesso, come un ragazzo che nel giocare manda in frantumi una tazza, o un qualche pistone [fiasco], e schiva per un pelo di prendere le botte, che guarda i cocci e il padre con unespressione che non gli par vero dessere risparmiato, | dicapacitdellabottigliealledavasiMilanoachenomeilPeston1 2).v.63,20;2,vv.37,299;275,vv.29,(cfr.litriduecirca 6 PORTA_testi.indd 6 16/03/11 11:43 pussee,forselistess,mancaStremii valladaquellabosch,quellSbarloggiava campeedefaghecheMortallaDove 36 friccada.lhaghemdeprimaNessunpee,instdestracchfregujonsettimeL fiadadaonadoporampeghipoeE pertoccamechemoeudindesert,montSul 40 bocca.insempergenoeuggontegnimmDe bricchquatterdesappennachelT panteraonafacciaafacciaIncontri 2barlicchcomerossoggiatterduucontChe 44 maneradesquadra,melapeeacooDe spicchelfascisgeronperstaasontChe bandera,voltandpianmelmontatrDe 3vottdedoolaghebestiquijamCh 48casott.doninpiazzainhinquandAnca mattina,delevachetrattandesMa stell,quijtuccconsinvegnevaelselChe spaventato anchio allo stesso modo, e forse di pi, sbirciavo quel bosco, quella vallata dove alla Morte che gli fa da campiere [sentinella] nessuno prima di me lha scampata. L mi siedo un attimo, stanco di stare in piedi e poi, dopo aver rifiatato, mi arrampico sul monte deserto, in modo che mi tocca di tenermi sempre un ginocchio in bocca. | Ecco l che appena su di quattro balze incontro faccia a faccia una pantera con due occhiacci rossi da berlicche [diavolo tentatore], mi squadra dalla testa ai piedi, in modo che sono stato l l, per un cece [pochissimo], tentato di fare il gesto di mandare a monte il mio piano voltando bandiera, ch io a quelle bestie gli sto alla larga anche quando sono in piazza in una baracca. | Ma trattandosi che era di mattina, che il sole sorgeva con tutte quelle stelle, marionet-delle teatrino nel diavolo del personaggio il era Barlicch 2 41, 44; v. 40, (cfr. cangiante rosso un di occhi con rappresentato te, 139).40,vv. dibattutaladare musicale,linguaggionelsignifica,Daghela de vott 3 ti-perassecondaretraslato,percui,daampiamoltociotempi,otto dispiacere.dimore 7 PORTA_testi.indd 7 16/03/11 11:43 divinadallamoststaahinqualeTal 52 cervell,insoltaaghՏelchedprimmelBontaa marsinalainghevachetrattandesE pellperpellSia4fond,depistolottOn zollagh;mejlՏm),deintrditt(Hoo 56 guadagnagh.chepossnopellavalaSe tannaonadamenterstoinfoeuraSolta patdeinscambichelionquijdeVun terzannafeveralaolterComi 60 d:ituttmanginnalaPatissentavanna,nolquestcoragg!surnoccBona m.decontragiustcorrachelparelE leeanchlariachetant,correleruggissEl 64 adree.sgarissghelafffgranelPer marossdelovessaonaanchVens gent,grandellaguccsujvivfaalhaChe oss,icuntaghdestrasidaMagra, 68 dentsujpicciuraaghevalacheMa coss.tuttaproppitaccassdepetittEl spaventtantmissmhalaoeucccojCostee tali e quali sono state mosse dalla divina bont il primo giorno che gli saltato in mente, e trattandosi che avevo nella marsina una pistola da fonda, Sia pelle per pelle, (ho detto fra me e me) Ǐ meglio dargliele; se va alla pelle non posso che guadagnarci. | Salta fuori in quel mentre da una tana uno di quei leoni che invece di patire come gli altri la febbre terzana patiscono la febbre della fame tutti i giorni: buonanotte signor coraggio! questo non scherza e pare che corra proprio contro [verso] di me. Ruggisce e corre tanto che laria, anche lei, per la gran fifa, gli garrisce dietro. | Venne anche una lupa, per soprammercato, che ha fatto vivere sugli spilli della gran gente, magra, intirizzita da contargli le ossa, ma che aveva pitturata sui denti la voglia di attaccarsi proprio a tutte le cose. Costei con gli occhi mi ha messo tanto spavento nel-comodamente pi stia affinch accorciata, canna con Pistola 4 fondina.la 8 PORTA_testi.indd 8 16/03/11 11:43 Noccorroltersubet,mdetraditthooChe 72 dolter.portighjnoinscimalverzI immagonnaseepiangsospira,qualTal pescuzzisossennvanzaahachespiosserOn RanzonnacomaalaincontravagheQuand 76 struzzi;ituccdefruttellpientfaghA bestionnastultemadamanchReculaa cruzzi,listessconpocchapressindreeDava fornaandaasontchetantindreedaahooE 80 d.mezzdeanchnocclՏcheloeughdonIn figurott,oncomparmeeccoQuand 5bordoeu,descarpadavosonaCont nagottdischelpezzgranonvessperChe 84 6pezzoeu.elrusgenvegnuuforsGheva bott,onatuttprejadelrestaaSont soeu:fattifalandasschedenanzMa omm,onoonombramsietdighi,gheFermet, 88 galantomm.detrattonfeetecheJuttem, scopazzuu,egrossgrand,ommonmanchSeva ajbella;llՏchemortsontmarespond,El che ho detto tra me subito: Non occorre altro, i piedi l in cima non li porto pi. | Tale quale sospira, piange e si fa venire il magone uno spilorcio che ha avanzato molti soldi quando gli va incontro la comare Ranzona [la morte, con la falce fienaia, ranza] a fargli piantar l il frutto di tutti gli stenti, rinculavo anchio da questultima bestiona, andavo indietro pressa poco con lo stesso cruccio, e sono andato indietro tanto che sono andato a finire in un luogo che notte anche a mezzogiorno. | Quandecco mi compare un figuro con una voce rotta di fantasma che, per essere da un gran pezzo che non dice nulla, gli era forse venuta ruggine alla lingua. Sono rimasto l di pietra tutto a un botto, ma prima che andasse a farsi i fatti suoi: Fermati, gli dico sia tu unombra o un uomo, aiutami che fai unazione da galantuomo. | Ero anchio un uomo grande, grosso e robusto risponde ma sono morto che gran tempo, fanciulli.perspauracchio,befanaӥ,stregaӥsignificaBordoeu5 linguaӥperscherzosamentequipezzuola,letteralmentePezzoeu6 16).nota24,anche(cfr. 9 PORTA_testi.indd 9 16/03/11 11:43 duututtMantovaneLombardEven 92 7parentella;evittastat,daamhacheQuij8cazzuu;lmaninfrancaasՏeldmeeaiGiulli ponzellaveragalantommAugustaSott infamm...DiaditempalRommaavivuuHoo 96 salamm.onseetenommelfeemetenoSe bosinelfaachhoodirooTep?...deVoeutt sciall,sulmapoemma,onscritthoocheE latin,versindIllifoeugheleEnejaSora 100 brusallanchvorevachedirooteEmeneghin.infaaavellnodeghignonPer vallstainindreetornabujontraaeettMa montagnaallainscimadandInscambi 104 cuccagna?dellapaesverelghՏDove Rosari!delVerginsantissimaOh fort)(esclamidittmaimavaravChi solitariebruttinscloeughdoninChe 108 sort!stadeinconteronfdeAvess pari?ghhanochescrittorVergilliT erano lombardi e mantovani tutti e due quelli [i miei genitori] che mi hanno dato stato, vita e parentela; Giulio [Cesare] ai miei giorni sera francato in mano il mestolo [era ormai sicuro del potere]; sotto Augusto galantuomo, vera pasta duomo, ho vissuto a Roma al tempo degli dei infami... Se non mi indovini il nome sei un salame. | Vuoi di pi?... Ti dir che ho fatto il poeta e che ho scritto un poema, ma di lusso, su Enea e il fuoco dIlio in versi latini, e ti dir che volevo anche bruciarlo per la rabbia di non averlo fatto in meneghino. Ma tu hai la testa in bollore, da voler tornare indietro da questa valle invece dandare in cima alla montagna dovՏ il vero paese della cuccagna? | Oh santissima Vergine del Rosario! Chi mi avrebbe mai detto (esclamai forte) che in un luogo cos brutto e solitario avrei fatto un incontro di questa sorta! Tu, Virgilio, scrittore che non ha pari? ca-,famigliaӥpervalequiecognomeӥilpropriamenteParentella7 1).v.55,50;v.21,(cfr.sato an-Juliosub(NacquicorrispondentedantescoversodelpropositoA8 Nac-dire: volessechemeaPare Porta:annotatardi) fossechecor politica.carrierasuadelladecrepitezzanellaeraGiulioquandoqui 10 PORTA_testi.indd 10 16/03/11 11:43 confort?elummonor,poettadiT profitt,avennpossastinconterdeAh 112 scritt!toeuaiavuuhoochelamorperAlmanca novizzioncomebasscooelcontDespoe staaseetteTrispettos:disiGhe giudizzi,delconscrivainsegnaamhacheQuell 116 saa!desgrizzonzuccainghhoosetlՏE stremizzistodeliberammelancatSia straa!voltatremandmobblegaChel spaventa,mechebestionquellDescasciem 120 trenta.faateechedeggitrentunfaE posta,stadelacremtravaeDiseva, Dant,melSentrespond:elVergilliQuand battostalaschivdestraaonoltraGhՏ 124 tant;noeustechesitstodascappE appostafadaparlachestraaonoltraGhՏ tantetantanchmontalinscimaandPer sbrannalachebestiadellaimpippassE 128 tanna.soaallaarentpassachequijTucc lova,dellamaaelcosteeproppighhaLa nanchlhaelnopaccia,epacciaepacciaE cova,lainvaghelcheboccainpacciEl 132 fianch.diinpusseesemperbattghelaE Tu dei poeti onore, lume e conforto? Ah, da questo incontro possa averne profitto, almeno per lamore che ho avuto per i tuoi scritti! | Ora poi, con il capo basso come un novizio, gli dico rispettoso: Tu sei stato colui che mi ha insegnato a scrivere con giudizio, ed tuo [il merito] se ho in zucca un briciolo di sale! Sia tuo anche [il merito] di liberarmi da questo spavento che mi obbliga tremando a voltare strada! Scacciami quel bestione che mi spaventa, e fa trentuno gi che hai fatto trenta. | Dicevo e traevo lacrime grosse cos, quando Virgilio risponde: Senti, mio Dante, cՏ unaltra strada per schivare la batosta e scappare da questo luogo che ti nuoce tanto; cՏ unaltra strada che pare fatta apposta per andare in cima al monte ugualmente e impipparsene della bestia che sbrana tutti quelli che passano vicino alla sua tana. | Costei ha proprio il male della lupa, che mangia e mangia e mangia, non ha ancora il cibo in bocca che gli va alla coda, che le batte sempre di pi nei fianchi. 11 PORTA_testi.indd 11 16/03/11 11:43 scrova,staconcobbiensebestiParicc almanchtardasecobbiar,senPussee m,poesoochelivree,zertonvegnA 136 l.stringallapergiustavenchelE canonlՏnoeVerona,decanonlՏQuest spass.amandeboccainossondaghDa pan,elcuranolonor,sdelstgheQuand 140 grass:delindentmojaaancafussSel AmbrosiannostquajinscMagara somejass,elVeronadecanstoA desstantoghavaravnollorChe 144 vert.laesapienzalalamor,Su tocchquellsalvarelItaliadeCostuu partendelin9EurialeNisandfaaChha 10tarocch,detredesalsaludonfA 148 defendel;perCamilla11eTurnoquantTant pocchapocchachecanstotantfarelE mordendel,bojand,bestion,elcasciarEl sghimbietteldeldovedelinfernoIn 152 collett.elsmollaaghhalalinvidiaQuand Parecchie bestie saccoppiano con questa scrofa, pi altre si accoppieranno, se tarda almeno a venire un certo levriere, che so poi io, che viene giusto per stecchirla l. | Questo un cane di Verona, e non un cane da dargli un osso in bocca e mandarlo a spasso. Quando ci va del suo onore, non [si] cura del pane nemmeno se fosse ammollato nellunto: magari qualcuno dei nostri ambrosiani assomigliasse a questo cane di Verona, ch loro non avrebbe tanto sopravvento sullamore, la sapienza e la virt. | Costui salver dellItalia quel pezzo [Roma] che ha fatto andare Niso ed Eurialo, nel pretenderlo, a fare un saluto al tredici dei tarocchi [la morte], tanto quanto Turno e Camilla nel difenderlo; e questo cane far tanto che a poco a poco caccer il bestione, abbaiando, mordendolo, nellinferno da dove se lՏ svignata quando linvidia ha smollato il collare. | resiamicizia,fraternadalegatiTroiadiprofughiguerrieriGiovani9 .Eneidenellեnarratodallepisodionoti morte.laraffiguratarocchideitrediciIl10 Enea.diavversarisonoCamillacheTurnosia,EneideNellե11 12 PORTA_testi.indd 12 16/03/11 11:43 lizononcomechstcheputtostMa ariaincastijmperdemfaA Ciceron,elfagatechemaamanchLՏ svaria:meintrattantcheecompagna,teChe 156 PlutondecamenvujtecheVen laria,stornisschevers,ziffol,sentA missoeultaonatristanemdivedaE voeulta.onoltramortladomandenChe 160 quijdepariccvedareetenpoeE sbrotten,noeppurfoeugh,sulciappighhanChe fornij,despasemquijsperenPerch 164 12scamotten;cielinintantvoeultaperpooonE grijdicooinsoltasstepoemaiSe sgazzotten,comevedalassDand profazzaboncolmaninlassarooteM 168 piazza.deservitorbravopusseeDon badia,scuccaahoolassdandmPer bandiimhaelloeughquelldeResgielCh fudesschelsavuumainhooPerch 172 trii:fudesscheltemplistessineUneghDia Ma piuttosto che stare qui come uno sfaccendato a fare da me solo questi castelli in aria, meno peggio che ti faccia il [da] cicerone, che ti accompagni, e che nel frattempo mi svaghi: vieni che ti voglio condurre a casa di Plutone a sentire fischi, versi, che assordano laria, e a vedere uno sterminio di anime tristi, che domandano la morte unaltra volta. | E poi ne vedrai parecchi di quelli che hanno le chiappe sul fuoco, eppure non fiatano perch sperano di finire quegli spasimi, e un po per volta di guadagnare il cielo; se mai poi ti saltassero in testa dei grilli dandare lass a vedere come se la godono, io ti lascer nelle mani, col mio buon pro ti faccia, dun pi bravo servitore della piazza [guida]. | Quanto a me, dandare lass, ho fallito la prova, che il reggitore [sovrano] di quei luoghi mi ha bandito perch non ho mai saputo che fosse Dio unico e, nello stesso tempo, chegli fosse tre: si-che,escamotageanchecuida,escamoterfrancesedalderivaScamotten12 132).v.41,(cfr.destrezzaӥconsottrarre,sparireӥfarletteralmentegnifica 13 PORTA_testi.indd 13 16/03/11 11:43 bria,incosstutttenellulloeughquellDa ubbedii,lՏebacchettaacomandaelL cristianmonddetantinquellbeattE 176 man.incartalaghhaelrivaghperChe scongiuritedisi,gheinsc,lՏCome cognossuu.maiteenocheDioquellPer inguri,maldeloeughstodeprestLevem 180 imbattuu,pesctristquijtragiMenem giuritecielinvoodespoechepensandChe 13cuu:eltoccamenocamisalaChe adreetabacchighemva,Elprest...Fa 184 pee.ischisciaghnopercurtppassCol da quel luogo l tiene tutte le cose in briglia, l comanda a bacchetta ed obbedito, e beato quel poco di mondo cristiano che per raggiungerlo ha la carta buona in mano. | Se cos gli dico ti scongiuro per quel dio che non hai mai conosciuto. Levami presto da questo luogo di malaugurio, conducimi gi tra quei tristi peggio imbattuti, che pensando che poi vado in cielo ti giuro che la camicia non mi tocca il culo [muoio dalla voglia]: fa presto... Lui va, io gli vado dietro col passo pi corto per non schiacciargli i piedi. pelle.nellapistarenonaequivalecheidiomaticaEspressione13 14 PORTA_testi.indd 14 16/03/11 11:43 2 Anche questa trasposizione dei primi cinquanta versi del canto quinto dellInferno , come le altre prove su Dante, da far risalire ai primissimi anni dellOttocento: fra il 1804 e il 1807. Qui, in rapporto della fonte, si accentua lo scarto comico. Fu pub-tragicusstilusallo blicata per la prima volta nelledizione Grossi. DANTEDIDALLINFERNOȥTRADUZIONE Canto V 1pedriorongranstodesercprimmDal segond,delinaddritturagicallaaSont minciondimaprimm,delstrencplՏChe 4 fond.ingiustlՏdellaseemammaLa 2collaronetogainMinossghՏCh monddalloltervenchisentenziaelChe sovapartlaperognidunmandachelE 8 cova.laconfaagestdefuriaaTutt donoggiadainMinosschedmVuj meschin,quijdepeccaaituccvedEl Dalprimocerchiodi -VCanto-DANTEDIDALLINFERNOȥTRADUZIONE questo grande imbuto, sono calato gi addirittura nel secondo, che pi stretto del primo, ma dei minchioni la madre dellaceto giusto in fondo [lorigine del male nellabisso]. Qui cՏ Minosse in toga e collarone che sentenzia chi viene dallaltro mondo e che manda ognuno nella parte sua, e tutto a furia di gesti con la coda. | Voglio dire che Minosse con unocchiata vede tutti i peccati di quei meschini, imbuto.,peveraӥossiapedrioeudiaccrescitivoPedrioron1 stof-di collare un portavano etoga la vestivano dellepoca giudici I2 v.40,13;nota40,anche(cfr.colloalattorno)goriglia(mil.pieghettatafa 10).v.62,1;v.41,113; 15 PORTA_testi.indd 15 16/03/11 11:43 stermenadacovaquellaconpoeE 12 bomborinelvoeulttancfassaseEl stradademijipocchapressahinQuant destin,salportassperfdeChhan sfassasechelvoeultaognicheTant 16 p.demijonabbassdandtoccaGhe strasoraedoradesgraziaaanemstiDe basgioeu,onsemperdenanznhagheEl quardora,eltrovporravnolchemoeudIn 20 soeu.fattifdebesogn,navessgheSel fora,foraresposta,ebottalE fasoeu:dicolderagranlaperGi mamotriainguardaalhaMinossquandMa 24 insc:dimmpermesteeellpientaEl spassmagherstotoltseetechetOh curios,amiseristiinvegnDa fidasstroppelperchetfattelVarda 28 gratt.derognaquistassetteNosmargiass!Mancarespond:elVergilliMa pass;lassellargh,lՏeavertlՏLuss nagotta,tetuttpelmandaleelChi 32 rotta.lhachicercanoetasDonca a poi con quella coda sterminata si fascia tante volte lombelico quante sono pressa poco le miglia di strada che devono fare per portarsi al loro destino, tanto che ogni volta che si fascia su gli tocca dandare da basso un miglio di pi. | Di queste anime disgraziate a qualsiasi ora ne ha davanti sempre uno stuolo, in modo che non potrebbe trovare il quarto dora, se ne avesse bisogno, di [per] fare i fatti suoi. E l botta e risposta, in fretta e furia, gi per la gran caldaia dei fagioli [linferno]: ma quando Minosse ha guardato in faccia me pianta l il mestiere per dirmi cos: | Oh! te che ti sei preso il magro spasso di venire in queste miserie a curiosare, guarda il fatto tuo, che per troppo fidarsi non guadagni della rogna da grattare. Ma Virgilio risponde: Meno smargiassate! Luscio aperto e grande, lascialo passare; chi lo manda pu tutto e tu niente, dunque taci e non cercare chi lha rotta [la porta]. | 16 PORTA_testi.indd 16 16/03/11 11:43 bulardee:eldavveracomenzaelCh orecc!ipassachesgarrcheohpiang!cheOh pee,ipondavedeghdalummghՏNo 36 frecc:mettenchefracasscertisentSe adreegiustparencheventdeZiffol seccacollacquatempestscaregA cornaaisottffdaspasseltoeussaE 40 dintorna.ghhanchescoeujaiemardelondAi desmettnolturbendondianzerSto dannaaanemiadreerotolassDe polpettdecarnacomePestandj 44 inguaa.malperzipizzidonContramottettbellchesentboeugnasCh creaa.haicheSignoralcantenGhe santsoeuielucontrarobbadisenGhe 48 oltertant.dpnenolfiacareeonChe marcadettavittastaachedittpoeMhan quijdelanemacondannadaLՏ 3braghetta.dallaleggdlassenseChe 52 stornij,icomeventdalboffaavanQuist Qui comincia davvero il finimondo: oh che piangere! oh che grida che bucano le orecchie! Non cՏ luce da vedere dove mettere i piedi, si sentono certi fracassi che mettono freddo [i brividi]: spifferi di vento che paiono giusti per scaricare tempesta collacqua a secchi e per prendersi lo svago di far cozzare a cornate le onde del mare con gli scogli che hanno intorno. | Questo diavolo dun turbine non smette di rotolarsi dietro le anime dannate pestandole come carne da polpette contro un precipizio scheggioso. Qui s bisogna sentire che bel mottetto cantano al Signore che le ha create. Gli dicono roba [bestemmie] contro lui e suoi santi che un fiaccheraio [vetturino] non ne pu dire altrettante. | Mi hanno poi detto che a questa vita maledetta condannata lanima di quelli che si lasciano dettare legge dalla braghetta [patta dei pantaloni]. Questi vanno spinti dal vento come gli stornelli, pantalo-dei patta dalla ossia ,braghetta dalla legge dettare Farsi 3 lussuriosi.idefinirepermetaforani, 17 PORTA_testi.indd 17 16/03/11 11:43 scarlighetta,dellaeslittditempAl mij;mezzontegnenetrppainvanChe dent,tiraghache,muccaespesstanthinAnzi 56 dusent.mazzaravsenpocchmazzannA paragoncojancamltoccPer gruicomelumentensecheDiroo forcellononlaripervolandfanQuand 60 p;fornisscheattacchcovaquellaCont consolazionlasperencheoccorrN s.tajacheloppurcallaelventelChe sperandvivcolcoss!chesperpoeE 64 rimand.forsimorPodaraven................ al tempo delle slitte e dello sdrucciolare [inverno], che vanno in truppa [stormo] e occupano mezzo miglio; anzi sono tanto spessi e a mucchi che, a tirargli dentro [a sparare nel mucchio], ad ammazzarne pochi se ne ammazzerebbe duecento. | Per tirare in l ancora con i paragoni dir che si lamentano come le gru quando fanno, volando, per laria un forcellone, con quella coda dietro che non finisce pi; n occorre che sperino la consolazione che il vento cali oppure che smetta. E poi sperare che cosa! Col vivere sperando potrebbero forse morire rimando. 18 PORTA_testi.indd 18 16/03/11 11:43 3 Anche in questo frammento del canto quinto dellInferno, centrato sulla vicenda di Paolo e Francesca, emerge la vena parodica di Porta, la cui Francesca, come stato giustamente osservato, preannuncia qualche tratto della futura Ninetta. Va collocato anchesso intorno agli anni 1804-1807 e vedr la prima stampa nelledizione Grossi. spassnosterperdbellonLeggevem Lanzellott;deamorosavventurI seccass,cheincomodterzghevaNo 4 biott;stpoduusavaravdperStoopasscertialeggdelinrivandE pancottdefaccialavegnevaNe dacomeincontraven,seoeuccnostiE 8 t?emancaistessfpommnoPerch PaladinelchepuntalvegnuusemmquandMa boccainridelZenevraasegillaEl basin,disciasserecaldpelCont 12 imboccanemePavolmeltremantTutt Leggevamo un bel giorno per nostro spasso le avventure amorose di Lancillotto; non cera terzo incomodo che seccasse, sto per dire che si sarebbe potuti stare nudi; e arrivando a leggere certi passi ci veniva la faccia da pancotto [pallida] e i nostri occhi si incontravano, come a dire: Perch non possiamo fare lo stesso anche io e te?. | Ma quando siamo arrivati al punto che il paladino sigilla il riso in bocca a Ginevra con il pi caldo e stagno [sodo] dei baci, tutto tremante il mio Paolo me ne imbocca 19 PORTA_testi.indd 19 16/03/11 11:43 zoffreghin.defanelchecompagnVun baltrocca!donafioeulporch,liberAh bravo:seetechegaliottgiTira 161sciavo!esegn,elmissghemmdquelltuttPer uno compagno [simile] che ci fa da zolfanello. Ah! libro porco, figlio duna baldracca! tira via galeotto che sei bravo: per tutto quel giorno vi abbiamo messo il segno [non lo abbiamo pi letto], e ciao! interrom-amanti (gli dantesco versodel interpretazioni dueleTra 1 Por-passione) alla abbandonarsi per ouccisi perch lettura la pono seconda.laperoptata 20 PORTA_testi.indd 20 16/03/11 11:43 4 Il testo, che tratta il topos del poeta squattrinato, fu spedito al cugino Baldassarre Maderni in una lettera datata 29 settembre (lanno, non indicato, con ogni probabilit il 1805); loccasione per fu la festa di San Vittore, patrono di Intra, sul lago Maggiore, che cade l8 maggio. Fu pubblicato per la prima volta da Francesco Novati sullArchivio Storico Lombardo, nel 1900. volentera,tantlaghsulvegnuuSarev allegria,infestvosterstigodA 1capponerainperfinastaafussseChe 4 via.vegnpartuttdefaaAvarev ghera,lapartmialaparvolentaaLa via:spassammparnassuugiustpariCh manera,ghՏnovolentaalaconMa 8 mia.mezzonfdasold,dilajuttSenza bolletta,inseraBaldissarin,melS, fregainstadasemperchՏMalattia 11 poetta.elfdespasselciappasechiIn Sarei venuto sul lago tanto volentieri, a godere queste vostre feste in allegria, che se fossi stato perfino in capponaia [prigione] avrei fatto di tutto per venire via. | La volont per parte mia cera, perch paio proprio nato per spassarmela: ma con la volont non cՏ maniera, senza laiuto dei soldi, di fare mezzo miglio. | S, mio [caro] Baldassarino, ero in bolletta, malattia che sempre stata in fregola in chi si prende lo spasso di fare il poeta. | 85).v.29,(cfr.costrizioneӥ,impedimentoӥpervale,stiaӥ,Capponera 1 21 PORTA_testi.indd 21 16/03/11 11:43 legastadesiachdepocchparabenE marcadetta,deslippastatoccaMe 14 2scortega.chichetenchifatantPerch E, sebbene sia poco [tempo] da che [sono] di questa lega, mi tocca questa scalogna maledetta, perch tanto fa chi tiene quanto chi scortica. va de mezz tanto quell che ten come popolaredettoalrimandaversoIl2 siastesselesonoconseguenzelechedireperusato,quell che scortega tanto.facciachipersiapocofacciachiper 22 PORTA_testi.indd 22 16/03/11 11:43 5 La strada del Sempione a cui si allude al verso 8 fu costruita nel 1807, per cui il sonetto senzaltro successivo. Il taglio operato nella montagna per rendere fattibile la strada aveva fatto nascere la credenza che ci causasse pi frequentemente maltempo. Fu reso pubblico per la prima volta nelledizione Cherubini. stagionladestravaganziperQuand sbolgir,fassavalacampagnaLa vaelsubetzeocfedelOgni 4 passion.faghechicontoeusselaA patron,divizzicojlhanghepicchI amoreggi,troppcolscrupolosI filosof,vorcol1sonajI 8 Sempion,delstradalaconquamquam2I Quando per le stravaganze della stagione la campagna va a farsi buggerare [in malora], ogni fedele coglione subito va a prendersela con chi gli fa [muovere la] passione. | I contadini ce lhanno con i vizi dei padroni, gli scrupolosi col troppo amoreggiare, i sonagli [sciocchi, coglioni] col voler filosofare, i benpensanti con la strada del Sempione, | 191).97,vv.57,2;v.55,(cfr.coglioniӥominchioniӥ,Sonaj1 co-ironicamente,ossia,benpensantiӥdisinonimoquiQuamquam2 dispu-nellefrequentelatino,termineiltutto;suridiredahancheloro ca-idesignamilaneseinequantunqueӥbench,valescolastiche,te bastian-contrari.evillatori 23 PORTA_testi.indd 23 16/03/11 11:43 desquattaa,stomeghcolmagattonI festa,inavertbotteghcojbeattI 11 3trascuraa.vegilicojpesseeI tempesta,ladestremiielocchpretiE peccaa,nostaimisericordiaUsand 14 resta...chequellconchi?...consaviilhan,Ghe i bacchettoni con lo stomaco scoperto [i seni in vista], i bigotti con le botteghe aperte nei giorni di festa, i pescivendoli con le vigilie trascurate. | E i preti allocchiti e spaventati dalla tempesta, usando misericordia ai nostri peccati, ce lhanno, sapete con chi?... con quel che resta... pescivendoli.aicaroeraprefestivodigiunodelrispettoIl3 24 PORTA_testi.indd 24 16/03/11 11:43 6 Sonetto probabilmente coevo alle prove di traduzione dantesche ma certo anteriore al 1808, forse ritoccato, secondo Isella, nel 1810; citato spesso in virt del suo incipit compendioso, il primo testo in cui Porta prende le difese della citt di Milano. La prima pubblicazione fu nelle Inedite, del 26. 1Parin,eTanzBalestrer,Magg,Varon, 3spallera,deproppi2omenoniCinqu meneghin,nosterlenguaggdelGloria 4 vera.fudessnolinscemort,hinJesuss! Varrone, Maggi, Balestrieri, Tanzi e Parini, cinque grandi uomini da spalliera [di prima scelta], gloria del linguaggio nostro meneghino, ahim! sono morti, e cos [magari] non fosse vero. | mi-tradizionedellaautoriprincipaliinellordine,ricordati,quiSono1 detto 1610), il dopo -ca (1550 Domodossola da Capis Giovanni lanese: Varonmilanesdelalen-famosa pioperasuadellatitolo dal Varrone mene-dialettodelvocabolariodisortauna1606,neledita,guamilanesa Teren-Marco di allopera richiama si titolo, dal fin Capis, cui in ghino cuidrammaturgo,epoeta(1630-1699),MaggiMariaCarloVarrone;zio ,Ilfalsofilosofo,IconsiglidiMeneghino commediele laltro,fradevono,si ma-divenutapoifigura,laintrodussecuiconIlConcorsodeMeneghini Balestrieri Domenico 17); v. 42.12, (cfr. Meneghino di popolare, schera poesie,elegantidiautorefecondoeTrasformatideiaccademico(1714-1780) inversionelaperanchericordasi,Rimemilanesipostumenelleraccolte TanziAntonioCarlե17);v.42.12,(cfr.GerusalemmeLiberatadelladialetto necheParini,diamicoeTrasformatoaccademicoanchegli(1710-1762), Pa-Giuseppe18);v.42.12,(cfr.poeticoӥeeticofuocoilmorteinelogi luso Trasformati, amici gli con difese, poeta celebre il (1729-1799), rini BandieraeBrandapuristiicontropolemichenellemilanesedialettodel 25).v.42.12,(cfr.dialettoinlirichebrevicinquestessoeglicomposee quimafigurato,sensoinanchegrandi,uominisignificaOmenoni2 digigantimuscolosiitelamoni,airiferimentoilestraneosarnon abit.PortadoveOmenonidegliPalazzodipietra 114).v.44,240;v.37,(cfr.vistaӥinmetteredascelti,,De spallera3 25 PORTA_testi.indd 25 16/03/11 11:43 stoppintancdetorcionnstimortshinMa brera,forniichemmdpsequestperNanch lanternindefioronpizzanmGhemm 8 minera.devederiereverberCoj Domenican,4Garion,PaderonGhemm appostadaalhaneSignorchelviventViv 11 Milan;deglorialaconservPer ommbravstoconmeneghittnunInsc nosta:cintuttmaravejsettiGhemm 14 Domm.elsetteses,chelucinqu,primmI Ma se sono morti questi torcioni [lumiere] di tante luci, non per questo si pu dire che abbiamo chiuso Brera, abbiamo ancora acceso un fior di lanternino con riverberi e vetri di miniera [pregiati, di mica]. | Abbiamo un padre Garioni, domenicano, vivo e vegeto, che il Signore ce lha dato apposta per conservare la gloria di Milano; | cos noi meneghini con questo bravuomo abbiamo tutte e sette le meraviglie in casa nostra: le prime cinque, lui che fa sei, e sette il Duomo. notissi-milanese vernacolo poetaGarioni,Alessandro D.padreIl 4 suoilpereOmerodiBatracomiomachiadellatraduzionesualapermo (Porta).Il Tobiapoema 26 PORTA_testi.indd 26 16/03/11 11:43 7 Anche questo piccante divertissement, prossimo allo spirito gnomi- co-scherzoso del giovanile almanacco, ha una datazione molto alta, il 1808, come propone Salvioni, bench se ne abbia notizia in una lettera del 1819. Apparve per la prima volta nelledizione luganese. capazzsontno1Ghittin:N franca.purstn,traditt:De mazzainsemmamingaMettem 4 scianca.icontegingittCoj sicuri,teldighi,cheQuell men...npnsarEl giuritedammela...sci...Ven 8 ben...pusseeanchvorettDe PerchGhittin!...t...Cara trebull...?tantfetmeTe pias?...stodammnanchvoeuTe 12 pen!...fammdespassbellChe tettinn!cheDio...!Di...Oh Ghittin...lassa...quist...Almanch No Ghittina: non sono capace di tradirti: no, stai pur certa. Non mettermi insieme a mazzo con i gingilli [vagheggini] e coi bellimbusti. | Quello che dico, te lassicuro, lo sar, n pi n meno... vieni qui... dammela... ti giuro di volerti anche pi bene... | Cara te... Ghittina!... Perch mi fai tanto tribolare...? Non vuoi neanche darmi questo piacere?... che bello spasso farmi penare!... | Oh Di... Dio...! che tettine! Almeno queste... lascia... Ghittina... Margherita.diDiminutivo1 27 PORTA_testi.indd 27 16/03/11 11:43 moresinn...bianch...bej...Comhin 16 basin;onsfaghalmanchLassa guarnaj?PerchSignor!...Oh fee?...tecomelVedet mai?voeuteChifrecass...!On 20 pee.cojmsontinsc:Giust sicura...purstnessun...Ven vin:aladreeLՏGeltruda?...La cura,laaandaaLՏGiovann?...Don 24 2cardeghin.alLՏTognoeu?... El man...quijgitent,Cara tocca...chelassaben!melAh pian...foovarda...sciscion...On 28 bocca...inpooondomborin...Sto lassa...dammela...p!possenAh! pesseghi...fidet...cuu!...belChe cassa...stasuch...tas...Pondet... 32 preghi...teslarga...f...Lassem Signori...!Cristo!...gust!...cheAh fort...daghcalca...streng...daj...Toeu... come sono belle... bianche... morbide... lascia almeno [che ci] faccia su un bacino; | Oh Signore!... Perch coprirle? Vedi come fai?... Un fracasso...! Che vuoi mai? Proprio cos: sono io con i piedi. | Non viene nessuno... sta pur sicura... la Geltrude?... indaffarata al vino: don Giovanni?... andato alla curia, il Tonino?... alla seggetta. | Cara te, tieni gi quelle mani... Ah il mio bene! lascia che tocchi... un succhiotto... guarda... faccio piano... questo capezzolo... solo un po in bocca... | Ah! non ne posso pi! dammela... lascia... Che bel culo!... fidati... faccio in fretta... appoggiati... taci... qui... su questa cassa... lasciami fare... allarga... ti prego... | Ah che gusto!... Cristo!... Signori...! To... dagli... stringi... calca... dagli forte... in seggiolone moderno del lantesignano )cardeghin(seggetta La 2 cui da ecorporali, funzioni loro leper anche bimbi, imettono si cui muovere.possonosinon 28 PORTA_testi.indd 28 16/03/11 11:43 sbori...toeu...Lanima!o...Di...Off! 36 mort!sontGhittin...Ghi...Ghi... Ah viacorriGhitta...Sciavo Giovann...donmaivoeultdiChe Affar faa, bon d sciuria! 40 3Lhii capida i mee tosann? Off! Di... o... Lanima! to... eiaculo... Ah Ghi... Ghi... Ghittina... sono morto! | Affare CiaoGhitta...corroviachedellevoltemai[capitasse]donGiovanni... ragazze?caremiecapitaLaveteSignoria!buondfatto, la esplicitamente dichiara si cui in distico un con termina testo Il 3 canzone.dellamorale 29 PORTA_testi.indd 29 16/03/11 11:43 8 Sonetto databile con buona approssimazione, secondo Isella, al 1809 e che costituisce uno dei primi testi in difesa della citt di Milano. Apparve per la prima volta nelledizione Cherubini. lu,dischelquellforsverasarEl ingossa,mettchepaesonlՏMilanChe grossa,umeda,malsana,lՏlariaChe 4 turlur.semmMilanesnuncheE MonssurmelperImpunemanch cossa,donaosservicheanntredesHin fossastainchpientensciorilorquandChe 8 p.spienteninoverzbenedettiQuij question,stamejallaressolvPer mendepossnomascusa,chelMons 11 paragon.onaaddattassapregall Che stobbia,desempermantegnuuasenOn fenefavaebiavamangiarivaSel 14 grobbia.lainfinascalzadgitiraEl Sar vero forse quel che dice lei, che Milano un paese che mette angoscia, che laria malsana, umida, grossa e che noi milanesi siamo babbei. | Tuttavia, mio caro signor Mons, sono tredici anni che osservo una cosa: che quando lor signori piantano qui in questa fossa quelle benedette verze [i piedi], non le spiantano pi. | Per risolvere alla meglio questa questione, Mons mi scusi, ma non posso da meno che pregarlo di adattarsi a un paragone. | Un asino mantenuto sempre a fieno magro, se arriva a mangiare biada e fave e fieno, tira gi scalzando perfino la greppia. 30 PORTA_testi.indd 30 16/03/11 11:43 9 Indovinello giocato sul doppio senso (lorifizio quello di un salvadanaio). Porta, in una nota, ricorda che i primi quattro versi erano scritti sul banco del caff Albanelli, per liberarsi delle seccature della padrona, e sono probabilmente anteriori al 1810; i restanti sono sicuramente posteriori al 1815. Fu pubblicato per la prima volta nelledizione luganese. venterelariainconteavertboeuccCol coss.quajspecciachSont denter,mettimelSciori gross.lՏpcongustpusseeGhavaroo 5 prestbenimpregnammarivassevpoeSefestipassachePrima lassenmemoriaquantaVaccorgiarii benefizzi;vosterI servizzicertifdepontinchesE 10 regordassen. cheregordf mejLՏ Col buco aperto e con in aria il ventre sono qui ad aspettare qualcosa. Signori mettetemelo dentro, avr pi gusto con pi grosso. Se poi arrivaste a impregnarmi ben presto, prima che passino le feste, vi accorgerete quanta memoria lasciano i vostri benefici; e s che, in quanto a certi servizi, meglio far ricordare che ricordarsene. 31 PORTA_testi.indd 31 16/03/11 11:43 10 Lepigramma morde con grazia settecentesca le ingiustizie sociali. Pubblicato nelledizione Cherubini, Isella propende per una data di composizione alta, compresa fra il 1805 e il 1810, periodo in cui linfluenza dellopera di Balestrieri era ancora sensibile. MARCHESASCIORADONACANONPEREPITAFFI grassalainnegaamortlՏchecanonghՏCh boccon.bondipaccidefuriaA bondetegnivpasseechePoveritt 4 1sullassa.pmaiveenomaastodeChe Qui cՏ un cane MARCHESASIGNORA DUNACANEUNPEREPITAFFIO che morto annegato nellunto a furia di mangiare dei buoni bocconi. Poveretti che passate, tenete per buono che di questo male non andrete mai pi sullasse [morirete]. chiusiesserediprimatempo,delconsuetudinelasecondodefunti,I1 mante-inertecorpoilaffinchunasse,sucompostieranobaranella dignitosa.posizioneunanesse 32 PORTA_testi.indd 32 16/03/11 11:43 11 Rifacimento, in forma di sonetto, di un tema gi affrontato da Balestrieri, nel solco bernesco, ma che Porta colora con toni epici. Probabilmente composto nel 1810, apparve per la prima volta nelledizione Cherubini. tavan,pee,centbordocch,pures,Scimes, galavron,vesp,pappatas,mosch,Camol, scorpion,vermen,scigad,zanzar,Formigh, 4 lontan.pocchlՏlestaacheConsolev badan!poverbestiolitt!Pover patron,siichesecchenn,sciscienn,Mordinn, muson,sulinpitanz,sujinCaghenn 8 gran.elcarna,lafrutt,ipagn,iCribbienn bestiolitt,carpias,vechequellpurFee meretvostiperfpossemchemanchelCh 11 petitt. ituttscoeudlassavdequellLՏ tajavegnissvemagaraInsc 1preteretdelindinvernaquarteraandDe 14 regaj.soeucojlestaalodachiDe Cimici, pulci, scarafaggi, millepiedi, tafani, tarme, mosche, pappataci, vespe, calabroni, formiche, zanzare, cicale, vermi, scorpioni, consolatevi che lestate poco lontana. | Povere bestioline! Poveri innocenti! Mordeteci, succhiate- ci, seccateci, che siete padroni, cagateci sulle pietanze, sul muso, crivellateci i panni, i frutti, la carne, il grano. | Fate pure quello che vi piace, care bestioline, che il meno che possiamo fare per i vostri meriti di lasciarvi soddisfare tutti gli appetiti. | Cos magari vi verr a genio di andare a quartiere dinverno [svernare] nel culo di chi loda lestate con i suoi regali. lin-in anche era decenza), (per omesso ,preterito ossia ,Preteret 1 246).v.62,(cfr.culoӥdisinonimogua 33 PORTA_testi.indd 33 16/03/11 11:43 12 Composto in occasione delle nozze di Napoleone Bonaparte con Maria Luisa dAustria (celebrate il primo aprile del 1810), sul modello del Redi, fu portato a termine nei giorni suc-Toscana inBaccodel cessivi allevento, tra la fine di aprile e linizio di maggio, quindi subito pubblicato presso Destefanis a Milano. Come testimoniano alcune lettere, Porta si avvalse dei consigli di Giuseppe Bossi, noto pittore e letterato, amico personale del poeta, per il quale, in difesa, compose il testo contro lex abate Verri, reo di aver criticato alcune sue opere, e lepicedio per commemorarne la morte. Bossi, a sua volta, aveva consultato lamico per la composizione dellAdress. Pi tardi Porta, in una nota, spieg di aver scritto non per un suggerimento altrui, n per opportunismo n per motivi di lucro (il testo veniva distribuito gratuitamente), ma di esser stato mosso dalla sincera ammirazione per un uomo che, in quel momento storico, alimentava ambizioni di pace. Col tempo lentusiasmo per Napoleone si smorzer e Porta affider ancora a Meneghino un Brindes per il ritorno degli austriaci, avviando il genere ditirambico ai temi politici in cui sar sviluppato nellOttocento. DITIRAMBALLOSTARIA.MENEGHINDEBRINDES NAPOLEONLIMPERATORS.M.DEMATRIMONNIELPER DAUSTRIAARZIDUCCHESSAI.R.LUISAMARIACON 1MeneghinperХvindelSci onorfassdeХmomentlCh IL PER DITIRAMBO ALLOSTERIA. MENEGHINO DI BRINDISI LIMPERATORE MAEST SUA DI MATRIMONIO NAPOLEO DAU-ARCIDUCHESSA REGIA IMPERIAL LUISA MARIA CON NE STRIA Qua del vino per Meneghino, che il momento di farsi onore commedie dalle nota resa arguto servitore del popolare Maschera 1 ogniconderivaMeneghinonomeilMaggi;MariaCarlodidialettali 34 PORTA_testi.indd 34 16/03/11 11:43 foeura.soltaalՏХFinalment 2resgi,nostElХCattaloeura! 5 lImperator,p,nostEl vin,delScisposa!seEl gl.glfdatemplՏCh sidellontrincammenVuj 3Perell:elghhachebonpDel 10 cervellmdalrimmicheVuj mostelcomefoeuraSbilzen spinnaDalla tinna.Dona 4PegaseeelbevaseChel 15 dElicona:lacquaTutta peesdimiracolSto sciatt:eranngodenselChe bona,lՏselacqua,mPer piatt.ilavperdomLՏ 20 ciall,efattliquedstoDe finalmente saltato fuori. Caspita! Il nostro reggitore [sovrano], il nostro padre, limperatore, si sposa! Qua del vino, che tempo di far glu glu. | Voglio trincarmene un secchio del pi buono che ha il Perelli: voglio che le rime dal mio cervello sprizzino fuori come il mosto dalla spina di un tino. | Che se la beva Pegaso tutta lacqua dElicona: questo miracolo dei suoi piedi che se lo godano rane e rospi; per me lacqua, se buona, lo soltanto per lavare i piatti. | Di questo liquido insipido e sciocco, as-nobiliicuiinsettimanadellagiornoil,domenicaӥdaprobabilit Il balli. efeste di occasione in servitori alcuni giornata asumevano quin-Balestrieri, Domenicodi operenelleripreso poipersonaggio mila-disinonimodiventatomeneghinoӥLaggettivoPorta.dadi popolaresca.sfumaturaconnese, conta-famiglienelleindica,sicuiconnomeilreggitore,ossia,Resgi2 stessoLo5).v.50,303;289,184,65,vv.37,170;v.1,(cfr.paterfamiliasildine, femminile.ilcuidi155),v.37,(cfr. Resgiraper155),(v.avantipidicasi, 114).7,vv.37,(cfr.dellepocamilaneseosteNoto3 zoccolodicolpounconElicona,montesulche,alatocavalloMitico4 poetica.dellispirazionesimboloIppocrene,difontelasgorgarefece 35 PORTA_testi.indd 35 16/03/11 11:43 fall,inbevaenchegottonDom flosselvaMe oss,diinFina brasc,idondamecoo,el5stonderaavaMe 25 strasc.deommonparichegambiadreeRuzzi caraffaonainscambimQuand 6ciavetta,dellaboffannPoss 7staffa,dellascabbidelO stacchetta,lasubetPassi 30 poetta,manchsentimeEviavia,via,vooE mia.dilontancervellCol chporteedonca,Alto Meneghin:perХvinbonDel 35 tazza:onasubetVojeenevvivazza!gl,gl,Хglgl,Gl, guston!cheAhtrincada.Lhoo Napoleon,granelViva patron,resgi,p,Noster solo un goccio che ne beva per errore mi causa fiacchezza fin nelle ossa, la testa mi va in confusione, mi ciondolano le braccia, trascino le gambe che sembro un uomo di stracci. | Quando invece posso prenderne una caraffa della chiavetta, o del vino della staffa, passo subito il segno, e mi sento anchio poeta, e vado via, via, via, col cervello lontano delle miglia. | Alto l, dunque, portate qui del buon vino per Meneghino: vuotatene [versatene] subito una tazza: glu, glu, glu, glu glu, evviva! | Lho trincata. Ah che gran gusto! Viva il gran Napoleone, nostro padre, reggitore, padrone [patrono], Lom-nella,stondaconfusione;inandaresignifica,Andinstondera5 88).v.32,(cfr.ubriachezzaӥappuntosignificabardia, chiudereusoinfattierachiave:sottobottiintenutopregiato,Vino6 pregiato.pivinodelbottidellespinelechiavea quan-bevesichevinoilintendesistaffadellabicchiere,ovino,Per7 staf-nellapiedeunconfiguratamentepartire, diprocinto insido chebrindisilultimoocommiatodavinoilappunto;cavallo,delfa ecc.loccasioneserata,laconclude 36 PORTA_testi.indd 36 16/03/11 11:43 40 8buseccon!diamoreCoeur TosagranlasemperViva sposa!seChel vid,icomepossa,laChe polidluaAttaccass 45 basgioeubellonprestfaghDesoeu.parituccХfioeuDe alleghergiGi negher:vinDel Sbegascemm, 50 parlaremm.dopopoeChe varda!vardagranada!Che odor!cheSent color!bellChe 9BustViva 55 vidor!siE bombasverellՏschQuest gustdcheconsola,Che nas.aloeucc,aibocca,Alla boccalinnalapias!Che 60 s:elvardalacuuelCont cuore e amore dei tripponi [milanesi]! | Viva sempre la gran ragazza che si sposa! Che lei possa, come le viti, attaccarsi a lui nel modo migliore, da fargli presto una truppa di figli, tutti pari suoi. | Gi gi con allegria [con abbondanza] del vino nero: sbevazziamo, che poi dopo parleremo. | Che [color] granata! guarda guarda! Senti che odore! Che bel colore! Viva Busto e i suoi vigneti! Questa s la vera bambagia che consola, che d gusto alla bocca, agli occhi, al naso. Che piacere! Il boccalino con il culo [con il fondo] guarda il sole: busec-trippa;dimangiatoriproverbialiesseredifamahannomilanesi,I8 po-soprannomeiled,trippaӥ,buseccaӥdaderiva,busecconeӥ,con ).Achivoeurlegg16;v.38,298;137,vv.37,9;v.22,(cfr.milanesideipolare vino.buondiproduzione lapertempo,alnota,brianzolaLocalit9 eno-produzionelaperrinomatitoponimidilistaunaseguirtestoNel Oreno,Montevecchia,Tradate,Burago,Montarobio,Gattinara,logica: Groppello.Cioccone,Pilastrello,Masate,Bssero,Canegrate,Magenta, 37 PORTA_testi.indd 37 16/03/11 11:43 gl.gl,Gl, PatriarcaelvivaViva, barca:granlamennavaChe vassijetinnghemmluPer 65 dellarca.gustsulХquijanchfaaChhin No,granograzie,Grazie, piaslChe sughelgoddedaaneeTe ugh:difoeuraspremmseChe 70 No.granograzie,Grazie, miracolquancivin!granOh terra:sullaspanteghetTe baccol,ailengualadeeteT guerra.inforzalasoldaaAi 75 vinaja,carat,perLՏbattajadonainsoldaalChe fort,sulstelscolda,seEl mort.dellaimpippaseEl tetta,toalapert,perLՏ 80 poetta;defoomancaChecruzziefastidiinfintPer minuzzi;chedeventenNo indormentenseХpasentenSe pescuzzi.senzaquijFina 85 MonarcaePrenzepQuanti PatriarcaSantomAl sostegniforsDovaran gl, gl, gl. | Viva, viva il patriarca che conduceva la gran barca: per lui abbiamo tini e botti che han fatto anche qui sul modello dellArca. Grazie, grazie o gran No che ci hai dato il piacere di godere il sugo che si spreme fuori dalle uve: grazie, grazie, o gran No. | Oh gran vino! quanti miracoli diffondi sulla terra: tu dai la lingua agli sciocchi, la forza ai soldati in guerra. per te, caro vino, che il soldato in una battaglia si scalda, resta forte e se ne infischia della morte. per te, per la tua mammella, che anchio faccio il poeta; per te persino fastidi e crucci non diventano che minuzie; si pacificano, saddormentano perfino quelli senza soldi. | Quanti prncipi e monarchi al mio santo patriarca dovranno forse i sostegni 38 PORTA_testi.indd 38 16/03/11 11:43 regn?sdeleimperisDel liquorsdelbicceronCh 90 seripenserisopissSel allamortempintantdEl suzzessoriinsemmatrDe limperi.pereregnelPer No,oper,despiasMe 95 stoccasioninrestateChe ch;depocchproppifDa patron,elgiovenlՏCh leeconadreemennalaE mieelagrazziTanci 100 fptechequelltuttChe calorosbalsemtCol sarEl confort,De spos.distomeghelХgiustDe 105 cantinna!dellaovej,Presto, caraffinnaonasciPorteen 10Gattinara,definquellDe Novara.degloriaVera sciordevinonlՏvin,onlՏQuest 110 magarabevuuvesspChelImperator.primmdalAnch scummastavardach,Varda del loro impero e del loro regno? Perch un bicchiere del suo liquore, se assopisce i pensieri seri, d intanto tempo allamore di mettere insieme i successori, per il regno e per limpero. | Mi dispiace per, o No, che in questa occasione ti resta proprio poco da fare; perch il padrone giovane, la moglie si porta con s tante grazie che tutto quello che puoi fare col tuo balsamo caloroso sar di confortare, di aggiustare lo stomaco degli sposi. | Presto, su!, voi della cantina! portate qui una caraffina, di quello fino di Gattinara, vera gloria di Novara. Questo un vino, un vino da signori che pu essere bevuto magari anche dal primo imperatore. | Guarda qui, guarda questa schiuma rinomato.vinoproducesicuiinpaeseAltro10 39 PORTA_testi.indd 39 16/03/11 11:43 sfumma:lacomeSanguanon! biccerdalviacorLa 115 viavancomesaltand,Alugher.ibrusaapalpeeDal legria;mettchevinonlՏQuest nagott;famagross,pooonLՏ gustos,pusseetantolterLՏ 120 sostanzios;pХmostos,Pmasciott.depaderbononLՏ ,MAISTAASACRAvolzass,Se miracolosvinstoDe fiaa,ondomPresentaghen 125 tos,oncontchefranchSarev Napoleonin,bellonCont primaallaVegnaraven Meneghin.devtiCompii pacciughcertpinciorla,Cert 130 color,senzacorp,Senza disonorhinvergogna,Hin ugh.divid,diХvidorDi stomeghimpiastrastiХciorlinnSti vassij,guastaХtinnGuasta 135 comandasschedonDom bandij.vorrevCorponon! dassalloraPodarav brugnondebirbiquijChe perbacco! Come svapora: corre via dal bicchiere saltando, come vanno via dalla carta bruciata le faville. Questo un vino che mette allegria; un po grosso [denso, tannico], ma non fa nulla; ancora pi gustoso, pi mostoso, pi sostanzioso; un buon padre di maschi forti. | Se volessi, Sacra Maest, presentargliene soltanto un sorso di questo vino miracoloso, sarei tranquillo che con un bambino, con un bel Napoleonino, verrebbero alla prima [volta] compiuti i voti di Meneghino. | Certi vinelli, certi paciughi senza corpo, senza colore, son vergogna, son disonore dei vigneti, delle viti, delle uve. Queste acquetinte, questi impiastrastomachi, guasta tini, guasta botti, soltanto un giorno che comandassi accidenti! vorrei bandirli. Potrebbe allora darsi che quei birbanti di osti 40 PORTA_testi.indd 40 16/03/11 11:43 tajalpmaivendessenNo 140 11limon.icomevinsElMeneghinamesciozziCh ingossa:fanfastidi,Fan vindevinoncheputtostM cossa.chesoononBevarev... 145 lampedin?carcosseel,Ma tontonnet?...Perchvoeut?...Cossa mincionnet!p:Maipientatt!...M coc.inscmingasontNo gl.glsci:venamor,Car 150 m,Adessbalsem!cheOh gi,seettecheben,mEl coeur,malattacchseeteChe vralՏchedighcoragg,Fagh voeurchelquelltuttsdDa 155 Resgira.dellaonorIn patronscinanostralaLՏ todeschinabellaOna delletaa,fiorprimmsulIn spiritosapronta,Viva, non vendano pi al taglio [annacquino] il loro vino, come i limoni. Ch i miscugli a Meneghino fan fastidio, fanno nausea: io piuttosto che un vino di vini [mescidato, adulterato] berrei... non so che cosa. | Ma cosa cՏ, caro bicchiere? Cosa vuoi?... Perch brontoli?... Io piantarti!... Mai pi: minchioni [scherzi]! Non son mica cos sciocco. Caro amore vieni qui: glu, glu. | Oh che balsamo! Ora poi, bene mio, che sei gi [nello stomaco], che sei attaccato al mio cuore, fagli coraggio, digli che ora di dire tutto quello che vuole in onore della reggitrice [regina]. | la nostra padroncina, una bella tedeschina sul primo fiore dellet. Viva, pronta, spiritosa vendito-irionali, mercati nei cui, secondo allusanza Riferimento 11 personalmente verificare di permettono cocomeri, di eagrumi di ri quiPortapolpa.lamostrinechetagliounfacendofruttodelbontla il tagliare traslato: il epropria lespressione fra bisticcio sul gioca adulterarlo.infattisignificavino 41 PORTA_testi.indd 41 16/03/11 11:43 160 faa.domnoeuvvinonCome moscatellonlՏcerinEl rallegra:chelconsola,Chel stell,dcomeoeucciLusen negra.dellugapNegher 165 majestosa; lՏ front soa La rubin;hinlaverduuI vin.elacconpelllaLՏ bell,stomeghelcoll,elBell statura:bellabrasc,iBej 170 modellonlՏfornilla,Perpittura.descoeuraDona vertaipoesiaQuanto ,ARZIDUCCHESSAbellastaDe NAPOLEONdittsՏQuand 175 lu,foeurasciarnidaLha istessa;vertlaessdevLa p.decercpseNo paragon,elstassgheSe dperlsquasiSarev 180 opinion,quistalaChe m.comprasscheronchonCome sitmdoninchefranch,lՏQuest vit.bonngrandisaravGhe biccer?olterOncom!Ma 185 penser?bellstomaieelchiDe come un vino nuovo appena fatto. La cera [del viso] un moscatello che consola, che rallegra: luccicano gli occhi come due stelle, neri pi delluva nera. La sua fronte maestosa; le due labbra son rubini; la pelle latte e vino. Bello il collo, bello il petto, belle le braccia, bella la statura: per finirla, un modello per una scuola di pittura. | Quanto poi alle virt di questa bella arciduchessa, quando sՏ detto che Napoleone lha scelta lui, devessere la virt stessa; non si pu cercar di pi. Se reggesse il paragone, sarei quasi l per dire che acquista opinione [prestigio, rinomanza], come una vigna di collina che comprassi io. Questo sicuro, che in un terreno mio, ci sarebbero ottime viti. | Ma come, un altro bicchiere? Di chi mai questo bel pensiero? 42 PORTA_testi.indd 42 16/03/11 11:43 badinna?se12Montarobbi! pchighՏMontarobbi! n?...dedittdecoeurAvegh 13zajninna,carasci,venAh 190 devott; tdonbrasc itra Ven gott,pergottabevvujTe onza,aonzaagodvujTe sorbitt,icomeХSavoritt assee,tempdelХadreeStagh 195 14bonza.onabevenaCome MontarobbielchepeccaaLՏ mia;millalarghmontonsiaNol cantonscellinquajdoninCh mia.cforsisaravGhe 200 piscinintantmontonlՏMa penserpocchquellvoeulttancChe bicceronscuffiaghenDe via.guarnallproppiBoeugna naturalaserva?cheMa 205 careprezioscossiPer mesura,lacurttegnuuLha rar.pusseerendjperGiust Montarobio! si scherza? Montarobio! cՏ chi pu aver cuore di dirti di no? Ah vieni qua, caro quartino, vieni tra le braccia di un tuo devoto; ti voglio bere a goccio a goccio, ti voglio godere oncia a oncia, saporito come i sorbetti, impiegarci il tempo necessario, come a berne un carro. | un peccato che il Montarobio non sia un monte largo mille miglia; che in un qualche angolino ci sarebbe forse casa mia. Ma un monte tanto piccino che tante volte quel piccolo pensiero di tracannargliene un bicchiere, bisogna proprio mandarlo via. | Ma a che serve? la natura per le cose preziose e care ha tenuto corta la misura, proprio per renderle pi rare. vino.ottimoproducesicuiinzonaunaMontarobioAnche12 diquartounaparicapacit,dimisurachezainaӥdaderivaZajninna13 201).v.52,20;2,vv.37,(cfr.litri0,787acorrispondevachemilaneseboccale dibrentedieciaottodamediamisuracuilacarro,dabottelaBonza14 259).v.37,(cfr.litrisettantacinquedipipocoeramilanesebrentaunavino, 43 PORTA_testi.indd 43 16/03/11 11:43 diamantihinperla,iHin tantolterhinePiscinitt, 210 zucch.igrossanguri,iGross MagnLissandergranelAnca badalucchtantfaalhaChe campagn,scojcoo,sCol Darieppurpiccol,Leva 215 allari.pitt15cojlandaaLՏ Napoleoncurt:aipoeE grandituccdegrandpEl candiron.onmingalՏNo allInghiterraincustraCatt 220 intrigh!saitrappol,sAi guerrasoadelladagniShin spezzi,sdibrusoalLess figh,onproppinimportaMe inezzi.hinquistmperCh 225 scabbi,delghhooquandm,perM formaj,bondelpan,bonDel matt,oncomeallegherSont guaj,ghhoonoХrabbighhooNo re;destoopappa,deStoo 230 ciccolatt,elfassaMandicaff.delnimpippiMe Son le perle, sono i diamanti piccolini, e sono tanto grosse le angurie, grosse le zucche. | Anche il grande Alessandro Magno che ha fatto tanto baccano con la sua testa, con le sue campagne, era piccolo, eppure Dario andato l a gambe allaria. E poi, alle corte: Napoleone il pi grande di tutti i grandi non mica uno spilungone. | Al diavolo lInghilterra, le sue trappole, i suoi intrighi! Se i danni della sua guerra [il blocco navale] essere a corto delle sue spezie, me ne importa proprio un fico, che per me queste sono inezie. | Io, per me, quando ho del vino, del buon pane, del buon formaggio, sono allegro come un matto, non ho rabbia, non ho guai, sto da papa, sto da re; mando a farsi [benedire] il cioccolato, me ne impippo del caff. | modoand coi pitt a lariapeti;ciosignifica,pettdipluralePitt15 allaria.gambeaandaredireperpopolare 44 PORTA_testi.indd 44 16/03/11 11:43 d,stidegiustpassaaLann MilordquijcheХregordMe 16quattrin;cinquinmissalhanMe 235 chcascianndetentaaChhanvin.18spongper17lammbonnDi Tradaa,19Buragh,bensanEl Maggenta,Oren,Montaveggia, Masaa,Busser,Canegraa, 240 Groppell,Scioccon,ХPilastrell sospir,quanclacrem,Quanci dolorquanciaffann,Quanci fir,bejsquijcostaaMhin vidor.quijtoppi,sQuij 245 pagur;iforniihinmAdess sicur:semmgodem,Fiadem, adessperLInghilterra Lanno scorso proprio in questi giorni, mi ricordo, che quei milord mhanno messo una fifa addosso quando hanno tentato di metterci qui delle buone lame per prosciugare il vino. | Lo sanno bene Burago, Tradate, Montevecchia, Oreno, Magenta, Canegrate, Bssero, Masate, Pilastrello, Cioccone, Groppello, quante lacrime, quanti sospiri, quanti affanni, quanti dolori mi sono costati quei loro bei filari, quelle loro pergole, quelle vigne. | Adesso son finite le paure; respiriamo, godiamo, siamo sicuri: lInghilterra per ora paura. gran una aver significa aveghela in cinqu quattrin oMissa 16 metaforica-qui quattrini, cinque da monetina la era Cinqu quattrin ano.perstamente attesta-lama, buona sullespressione parole di gioco Probabile 17 raccomandabi-poco persona indica che ,Promessisposi nei anche ta cos,richiamalameӥalleriferimentoIlarmi.delleallusofacileole fat-ilanchequestione,inindividuideglinomeacattivaallainsieme soldati.fosserocheto an-chepasso,questoperPorta,delvocespugnaӥ,spongadaSpong18 bevitoribuonidifamanoifragodonochetedeschiaեriferiscesicinota: spong dItalia;regnoilarmilorocolleminacciavano1809nellannochee 272).26,vv.37,(cfr.spugnaӥunacomevinoprosciugaredunquevalevin vino.ottimoproducesidovemilanesedelterrealcuneindicaLelenco19 45 PORTA_testi.indd 45 16/03/11 11:43 pess,cojligafpLa nessunpghՏХnuntraCh 250 bambann:sailoggiagheChecasciann;aleeparibellLha rezev,fannidenanzMa sira!dedoman20coc,S, bevalEuroppamennPer 255 bira.lacheoltervoeurGhe dent,delfranchsemmIntrattant vinnostiE vesin,iCont piasnechicontamis,iCont 260 eternamentbevdeemmIpas.inviscor,coeurelCont piasdequijett,destatstoMa terra?ingichdevsechelХlՏchiA savalcoragg,alforza,Alla 265 guerra.incomepasinuneghDellomm pagurabruttadallapassaaLann miracol:soletsoeucojtoltnhaEl seguraefrancaneeladesspoeMa racol.senzapasdesecolbejDi 270 biccerdifummcolebevemm,Donch pu fare lega [alleanza] con i pesci, che tra noi non cՏ pi nessuno che creda alle sue frottole, ha bel gioco a cacciarne, ma prima di farcele sorbire, s, cuc, domani sera [mai]! Per convincere lEuropa a bere ci vuole altro che la birra. | Intanto siamo franchi del dente [siamo al riparo da aggressioni], e i nostri vini, con i vicini, con gli amici, con chi ci piace, li dobbiamo bere eternamente, con il cuore allegro, in pace. | Ma questo stato di quiete, di piacere, a chi lo si deve qui gi in terra? Alla forza, al coraggio, al sapere di quelluomo unico in pace come in guerra. | Lanno passato ci ha tolto dalla brutta paura con i suoi soliti miracoli: ma pi adesso ci rinfranca e assicura molti secoli di pace senza grattacapi. | Dunque beviamo, e con i fumi [alcolici] dei bicchieri ono-originediverboilcuidacanzonatorio,rifiutodiEspressione20 cuculiare.matopeica 46 PORTA_testi.indd 46 16/03/11 11:43 scialosevvivadiariainVaga sinzerecaldpivtdiE spos.dicontentavittalaPer canta:sechegottogniaebevaseChe 275 stabbondanzacaraff,stivassij,Sti santapligadellafrutelHin Franza.deeLorennadecdDi bandoriafemmscudellemm,Sbegascemm, scialalladegiusttempelquestlՏCh 280 memorialaagnitucconoremmEballa.collagl,glcoldstoDe vadano in aria gli evviva a non finire e i voti pi caldi e sinceri per la vita contenta degli sposi. | Che si beva e a ogni goccio che si canti: questi baci, queste caraffe, questabbondanza sono il frutto della lega pi santa delle due case di Lorena e di Francia. | Sbevazziamo, scodelliamo, facciamo baldoria ch questo il tempo giusto di scialarla [abbondare], e onoriamo tutti gli anni la memoria di questo giorno con il glu glu, con la balla [sbornia]. 47 PORTA_testi.indd 47 16/03/11 11:43 13 Sonetto ritrovato, insieme ad altri tre coevi, in un unico foglio appartenuto a un amico gaudente di Porta (probabilmente Carlo De Pietri) e giovanilmente gaudente lo scherzo (con ben altro spirito la Ninetta evocher la sua scoperta del sesso). Per tutti e quattro i testi la data proposta da Isella la primavera-estate del 1810. Fu pubblicato per la prima volta nelledizione luganese. attaccaadtutttosanndDormiven mammina,dellaleccdestanzaAlla etaaquellainmad,tuttistessVergin 4 passarina;laspiurighacomenzaChe verginitaadelladispettacheTant mattinaonacuntdilortraFaven tiraaebellcazzondpchegustSul 8 1mina.pfaghpcheformasullaE Dormivano due ragazze tutte e due attaccate alla stanza da letto della mammina, vergini ugualmente tutte e due, ma in quellet che comincia a prudergli la passerina; | tanto che a dispetto della verginit facevano tra loro il conto, una mattina, sul gusto che pu dare un cazzo bello e duro e sulla forma che pu dargli migliore aspetto. | Vocabolario Cherubini, Francesco in ma ,minna aequivale Mina 1 poi in dora (1839, 1814 ,Milanese-Italiano, dallImperial Regia Stamperia appariscenza.valeCherubini)semplicemente 48 PORTA_testi.indd 48 16/03/11 11:43 gross,alecurtalvanteldavalaVuna descordelinesuttil,elonghalLoltra 11 coss;bejdicontraepreDiseven mettselamamminalastuffa,Quand, lor?sanCossavos:quantaasbraggiA 14 2vessighett.cittoedura,cheleDur, Una dava il vanto [preferiva] al corto e al grosso, laltra al lungo e sottile, e nel discorrere dicevano pro e contro delle belle cose; | quando, stufa, la mammina si mette a strillare a tutta voce: Cosa ne sanno loro? Duro, che duri, e zitte vescichette [noiosette]. significare vuole ,vescica ossia ,vessiga di diminutivo Vessighett 2 che noia alla riferimento con Isella, annota come ,noiosette certo allorga-rimando un anche estraneosarnonma vesciche, ledanno femminile.genitaleno 49 PORTA_testi.indd 49 16/03/11 11:43 14 Sonetto datato con buona approssimazione allautunno del 1810, subito dopo leditto napoleonico di soppressione degli ordini ecclesiastici, a cui allude il verso 10. Isella sottolinea la felicit stilistica del testo che contrappone il piccolo mondo mentale della nonnina, reso dai diminutivi delle quartine, allo sconquasso introdotto da Napoleone, mimato fonicamente nelle terzine. Fu pubblicato per la prima volta nelledizione luganese. ghavevalanonnapoveramiaLa Cappuscin:PaderaiarentvignoeuOn benediseva:legheguardianEl 4 vin.elmezzbevevenghefraasoeuI diseva:melamordelinnonnaLa Franzeschin;melvignoeu,stolassiTe beva:chellassaguardianelbevvoeurSel 8 1porscellin.elcasaatiraUsellin NapoleontrattonatutteccoQuando fratarij.ai2soppressadaonadEl 11 protezion.lavin,sursuo,Sciavo La mia povera nonna aveva una piccola vigna accanto ai Padri Cappuccini: il guardiano gliela benediceva: i suoi frati le bevevano met del vino. | La nonna morendo mi diceva: ti lascio questa piccola vigna, Franceschino mio; se il padre guardiano vuole bere, lascia che beva: luccellino tira a casa il porcellino. | Quandecco, tutto ad un tratto, Napoleone d una bella spianata col ferro da stiro alle fraterie [le sopprime]. Addio, signor vino, la protezione. | guada-un sempre porta dono piccolo un che indicante Proverbio 1 maggiore.gno conparoledigiocoildondestiro,daferroilsoppressalamilaneseIn2 ordinate conventualisoppressioni alleriferimentoilesoppressione, 102).v.47,(cfr.1810aprile25ilNapoleone,da 50 PORTA_testi.indd 50 16/03/11 11:43 boccaa:onnanchpfanndeCredeva vassij,ituccimpieniihoomInscambi 14fraa.aidavachequellanchbevuuhooInscambi passaaagnstiinEppur lorsenzachecooelgiugaaGhavarev 17 Signor!nostnnunnscusavemNo Credevo di non farne pi neanche un boccale: invece ora ho riempito tutte le botti, invece ho bevuto anche quello che davo ai frati. | Eppure in questi anni passati ci avrei giocato la testa che senza loro non potevamo cavarcela n noi n Nostro Signore! 51 PORTA_testi.indd 51 16/03/11 11:43 15 Il testo una prova di quelle applicazioni di ritmi e temi arcadici a malattie inconfessabili o sacrileghe coprolalie di cui dice Gianfranco Contini. Composto intorno al 1810, apparve per la prima volta nelledizione luganese. anchforssaranSissignor! disii,mecheХbianch1fiorQuij scur,obianchsienm,perMa 4 servii;sontcheХsicurLՏ capissi,elquestfior,Saran stell,ivediХpissiquandMa sirabonamafior,Saran 8 usell!melahjХtiraelQuand camismeeimafior,Saran brusaccelperХlistuttHin fottaquellaindentghՏChe 12 pissacc.delХpergottaChe fior,saranSissignora, schizzettamecheХdottorelMa Sissignore! Saranno forse anche quei fiori bianchi che mi dite ma per me, siano bianchi o scuri, sicuro che sono servito; | saranno fiori, questo lo capisco, ma quando piscio vedo le stelle, saranno fiori, ma buonasera quando tira, ahi! il mio uccello! | Saranno fiori, ma le mie camicie sono tutte lise per il bruciore che dentro in quella roba che gocciola dal piccio. | Sissignore, saranno fiori, ma il dottore che mi schizzetta fioriӥsiavaleche,fiordisignificatodoppiosulgiocatotestoilTutto1 gonorrea.lapopolare,gergonelanche,indicama 52 PORTA_testi.indd 52 16/03/11 11:43 intestaseelpvarda,elpCon 16 malarbetta; Хpesta lՏ Che impunemanchgimperMa scolamentoХbianchfiorSien galantommdedpossVe 20 nientmimportaХnommdelChe roeusadisenghequandPerch garondiХproeusalaA onortuttconvesspLa 24 scolazion.laХfioronAnca pi guarda, pi sintesta [si convince] che peste maledetta; | ma per me, comunque, siano fiori bianchi o scolamento vi posso dire da galantuomo che del nome non mimporta niente, | perch quando chiamano rosa laiuola delle cosce [la vulva] pu essere con tutti gli onori anche un fiore lo scolo. 53 PORTA_testi.indd 53 16/03/11 11:43 16 Annota Porta che questo sonetto, databile al 1810, si poteva legge drammatichePoesiere, in prima edizione, in un volume del 1812 ( ,FerrarioGiuliodott.dalnoteconillustrateescelterusticali e Milano, Francesco Fusi e C. editori de Classici Italiani) e ribadisce che, bench in quella sede il bersaglio polemico fosse stato rinominato Manelli, egli intendeva contestare proprio il Gorelli, il quale ebbe a prorompere in iscandescenze contro il vernacolo nostro e contro chi si dilettava di usarne scrivendo. In quel volume, leditore Ferrario, negando che il sonetto fosse riferito a qualcuno, gi lodava le poesie di Porta: amenissime [...] ripiene di vivacit, di grazia, e di somma naturalezza. Nella difesa del milanese, Porta rilancia le idee di Parini e gi di Maggi. Gorell,surcarlenguagg,donparollI color,detavolozzaonaHin bellfponnelebrutt,quaderelfponnChe 4 pittor.delmaestrialaSegond cervellonsenzagust,senzaidej,Senza descor,delinparolliregolaChe quellcomehinmonddellenguaggiTutt 8 servitor:umilissimsonparlaChe Le parole duna lingua, caro signor Gorelli, sono una tavolozza di colori, che possono fare il quadro brutto, e lo possono fare bello, secondo la maestria del pittore. | Senza idee, senza gusto, senza il cervello che regola le parole nel discorrere, tutte le lingue del mondo sono come quella che parla un suo umilissimo servitore: | 54 PORTA_testi.indd 54 16/03/11 11:43 savarelgigustbonstoidej,stiE paes,diprivativahinnoChe 11 studi:deflemmaghhanchecoodiMa UsciuriadeboccaincheveralՏTant SienesdilenguaggbellissemEl sia.ghemaichecojonplenguaggelLՏ 14 e queste idee, questo buon gusto gi lo sapr che non sono esclusiva dei paesi [delle nazioni], ma delle teste che hanno la flemma di studiare: | tantՏ vero che in bocca a vossignoria la bellissima lingua dei senesi la lingua pi cogliona che mai ci sia. 55 PORTA_testi.indd 55 16/03/11 11:43 17 Sonetto lascivo pubblicato per la prima volta nelledizione luganese, Ail testo risale agli anni 1810-13 e fu tra i sonetti imitati dal Belli ( Nnina), che lo volt in romanesco. cossettbejitraCaterinin,Sura onor,fanghecheeintornaghhalaChe tettdquijeciappdeparaquellGhՏ 4 imperator.delettonguarndedegnChhin perfett!plusquamciappcheOhtett!cheOh lor,perdevoeunaavoeunaaCollogaa farsett,senzazent,senzapostalSald 8 tornidor.ondafaaparencheComor, salarimelgiugaghachsontmPer vardcolleeusijpusseemoeuvlaChe 11 ari.involtallaelcontdonnolteriChe arrivivoeultdiistessmchedBasta piss,deshoomezzordicercallA 14 scrivi.cheadessduredrizzlhoogheE Signora Caterinina, tra le belle cosette che ha intorno e che le fanno onore, cՏ quel paio di chiappe e quelle due tette che sono degne di guarnire il letto dun imperatore. | Oh che tette! Oh che chiappe plusquam [pi che] perfette! Collocate ad una ad una da sole, salde al posto senza cinti, senza farsetti, colme, che paiono fatte da un tornitore. | Io son qui [pronto] a giocare il mio salario che muove pi uccelli lei col guardare [con lo sguardo] che le altre donne con il voltarla in aria. | Basta dire che io stesso alcune volte arrivo a cercarlo delle mezzore se devo pisciare, e ce lho dritto e duro adesso che scrivo. 56 PORTA_testi.indd 56 16/03/11 11:43 18 Anche questo testo piccante fu imitato e dilatato da Belli che ricav ).II-I,TtetaAun sonetto dalle quartine e un sonetto dalle terzine ( Come il precedente, si pu assegnare agli anni 1810-13. Apparve per la pima volta nelledizione luganese. mancadaasevamenTeresin,Sent drovada,gistadasarissetteChe chmanerastaindesmettudaMa 4 bozzarada.onacreduulavarevNo stord,fchedonngrandiciavaaNhoo slavasgiadaelargapfigaonaMa tgambaimezzingheetechequellaDe 8 trovada.lhoosenommelmudpossenMe persuassontusell,aquantche,sE suggezion,mettempossanessunChe 11 1nas;elvardammdombastapoeE ommpoveroncheboeugnaravtperMa colzondivoltraatirpodessEl 14 Domm.delcampaninelmausell,onMinga Senti Teresina, me lero dato [per inteso] anchio che saresti stata gi adoperata, ma dismessa in questa maniera qui non lavrei creduto per niente. | Ne ho chiavate di gran donne che fanno stordire, ma una fica pi larga e sgangherata di quella che hai in mezzo alle gambe tu mi possano mutare il nome se lho trovata. | E s che, quanto a uccello, sono persuaso che nessuno possa mettermi soggezione, e poi basta soltanto guardarmi il naso; | ma per te bisognerebbe che un poveruomo potesse tirar fuori dai calzoni mica un uccello, ma il campanile del Duomo. poten-di indizio ritenuto popolarmente lungo ogrosso naso Un 1 virile.za 57 PORTA_testi.indd 57 16/03/11 11:43 19 Il sonetto, garbatamente malizioso, per alcuni indizi interni collocato al tempo delle prime disgrazie del Giovannin Bongee o poco prima (1811-12). Fu pubblicato per la prima volta nelledizione Cherubini. vaccina,deLustrissem,proposet,A ch,chequestaridvoeurselsentaChel maoccorsamՏlachemesonsarChel 4 Barborina.lavaccinfdelIn mamminaonadottordelcinGheva dnodefastididoninlevaChe insedfdesitelfoeura1sciarnPer 8 piscinina.sovaonaavaroeulI loeucc,introppdelchperchch,Minga vedar,selperchl,Minga 11 boeucc.disegnelrestagheperchnanch,Ch A proposito, illustrissimo, di vaccino, senta, se vuol ridere, questa qui, che sar un mese che mՏ occorsa [capitata] nel far vaccinare la Barberina. | Cera in casa del dottore una mammina che era in un fastidio da non dire per scegliere il punto in cui far inserire il vaiolo ad una sua piccolina. | Non qui, perch qui d troppo nellocchio, mica l, perch l si vedrebbe; qui neanche, perch ci resta il segno dei buchi. | 216).v.32,(cfr.selezionareӥ,scernereӥperdialettale,Sciarn1 58 PORTA_testi.indd 58 16/03/11 11:43 rason,demondoonbestira,Tira, quiett,fallapermedegh,chelFin 14 garon?sujindis,ellinset,Femmegh mincion,detocchcheOh allimprovvista)sciorinasta(Lesclama 17 vista!inanmpusseeinsc,Giustgaron?Suj Tira di qua, tira di l, un mondo di ragioni, finch il medico, per farla quietare, Facciamole linnesto, dice sulle cosce?. | Oh che pezzo di minchione, (esclama la giovane signora allimprovviso) sulle cosce? Proprio cos, ancora pi in vista! 59 PORTA_testi.indd 59 16/03/11 11:43 20 Loccasione del testo fu, probabilmente, una festa tenuta in casa del tesoriere Casiraghi nella quale intervenne anche il ministro Prina, a cui impostiesorbitantidaziegabellelePerPorta dedicher il salace .Lafesta,moltosfar-fottereapipensasinonPrinaministrodal zosa, gener grandi commenti in tutta Milano, a cui Porta d voce, sorridendo della dubbia probit dei pubblici funzionari. Anche dopo lepisodio, nelle lettere di Porta, Casiraghi continua a essere nominato come amico. Datato 1812, fu pubblicato nelledizione Cherubini. funzionaripubbleghonvedessevQuand vergogna,senzafiocchcojscialallaA salarielcholtrasegnlՏchepurDisii 4 besogna.chequellsfattdelluspendEl allincontrarichefranchdelsavessevQuand bologna,nechelballichesdelghhaNol temerarivessnanchsenzaAllora 8 rogna.laaveghsenzagratta,chelDisii allegramentgrattachelintrattantQuand tasen,eridencappsoeuicheVedessev 11 nient.sanchesegnlՏchepurDisii ribrezzquajsentissevvepoequandMa dellasen,daghonlՏnientsanchedaPerch 14 mezz.afanchedisiieGiustemela Quando vedeste un pubblico funzionario scialarla coi fiocchi [far baldoria senza freni], senza vergogna, dite pure che segno che, oltre al salario, spende lui del suo quel che bisogna [ha sufficienti ricchezze personali]. | Quando sapeste per certo che, al contrario, non ha del suo che le balle che ci sbologna, allora, senza neanche essere temerari, dite che gratta senza aver la rogna [ruba]. | Quando, intanto che gratta allegramente, vedeste che i suoi capi ridono e tacciono, dite pure che segno che non sanno niente. | Ma quando poi vi sentiste qualche ritegno perch dire che non sanno niente dar loro dellasino, aggiustiamola, e dite che fanno a mezzo [dividono a met le tangenti]. 60 PORTA_testi.indd 60 16/03/11 11:43 21 Le prime disgrazie occorse a Giovannino Bongeri, personaggio popolare fra i pi famosi di Porta, sono concordemente assegnate allanno 1812, poi pubblicate per la prima volta nelledizione Cherubini. Compare qui il primo personaggio della trilogia degli umiliati e offesi (con Ninetta e Marchionn), della quale rappresenta la variante pi comica; meno ,tantՏ desgrazziOlter caricaturalesarlostessopersonaggionelle che nelle cinque giornate del 1848 la cronaca vuole che agli austriaci in fuga Cesare Correnti gridasse: Giovannin Bongee vendicato!. il primo testo in cui Porta mostra la sua forza di poeta-narratore. BONGEEGIOVANNINDEDESGRAZZI descorssulsemmcheLustrissem,Deggi, Frances,deprepotentoniquijDe occorsmՏcossaadessmpooonsentaChel des,iemezzaenoeuvitrainsiraJer viavegnevachequellorainGiust 6 bottia.deasenoncomestraccheSloffi 1MargarittaSantadecontraainSeva fasecomebellbellinscandavaE dritta,miasullamperdeZiffoland stchedovecantonallsontquandE che illustrissimo, Digi, BONGERI GIOVANNINO DI DISGRAZIE siamo sul discorso di quei prepotentoni di francesi, senta un po adesso cosa mi occorso [successo] ieri sera tra le nove e mezza e le dieci, proprio in quellora che venivo via fiacco e stanco come un asino dalla bottega. | Ero in contrada Santa Margherita e andavo cos bel bello come si fa, zufolando da solo sulla mia destra, e quando sono l allangolo dove cՏ del monastero lantico trovava si Margherita Santa contrada Nella 1 po-didirezionedellasedefusecolo,XVIIIdelfinedallache,Ghisone 116).v.41,331;v.29,(cfr.sussidiariocarceredelelizia 61 PORTA_testi.indd 61 16/03/11 11:43 2olivbejifoeuraghhachepesseeQuell 12 3Chi viv?d:abottonatuttsentiMe dallinfileracapiihooeinnanz,Vardi sciavattdistreppetdalecardonDi lerachee4rondena,laindaasevaChe 5Crovatt;disenzolterrondenaLa ven,cherondenalavedendm,E 18 ben?valamoeuvem:senzalFermem fiaa,elmusmenasquascheadossmhinQuand tamborin,ellevachetutt,deprimmEl MonferaadelporchasnonstoTraccheta! lanterninelfacciainsbarattameEl stell,luna,s,bottonavedfameelE franguell.oncomelinnorbimmderiscA azionquelladedannaatantoSeva olter.onstaafudessseldininguardaChe 24 quel pizzicagnolo che ha esposto le belle olive, dimprovviso mi sento dire: Chi vive?. | Guardo avanti, e ho capito dallinfilata di cardi [fila di fucili inastati] e dallo strepito delle ciabatte [scarpe ferrate, tipiche dei soldati] che ero incappato nella ronda e che era senzaltro la ronda dei croati e io, vedendo la ronda che veniva, mi son fermato l senza muovermi: va bene? | Quando mi sono addosso che quasi mi annusano il fiato, il primo di tutti, che era il tamburino, trcchete!, questo asinone porco del Monferrato mi spalanca in faccia il lanternino e mi fa vedere in un colpo solo luna, stelle, a rischio di accecarmi l come un fringuello. | Ero tanto dannato [contrariato] da quella azione che dioneguardi se fosse stato un altro. vendito-dei richiamo di tipica espressione era olive Belle ,Bejoliv 2 ambulanti.ri l?.vachiaequivalentefrancesedalCalco3 ronda.perpopolarescadeformazionelarondine,ossia,Rondena4 innan-1802delnazionaliguardieleischernopercosNominavansi5 assoldatiȥveteraniestorpijstraccioni,dicomposteeranoqualilezi, cravat-termineilderivacollodafazzolettocui(dalcroati I(Porta). maItalia,inmilitaricomedallAustriainviatiabitualmenteeranota) francesi.militariditrattasiqui 62 PORTA_testi.indd 62 16/03/11 11:43 birbon,stoaimparichevascioronBasta: senzolter,respettorsurelstaasarChel siete?Chidis:meellumaa,benavemmDopo 30 Dicete!and?Indovefate?mesterChe voo?doveinfranco,respondisont?,Chi m;fattelpervooegalantommSont foo,chemesteedelpoeuIntuit sav?vorelldecossaquajvenGhe m!edentrada,vivicavalier,elFoo 36 s?delcossquajforsgiontaravelGhe polid,fioeudeparlaadaveghparMe ghavesschelfudesselEppurvera?Neel lid,taccdevolentaagranOna sbiess,intusscossghandassdquellincheO desovottdessercifameEl 42 6pes.defelippbononsonnameellE rebeccammpervoeulttrodmfaaHoo quajcoss,mancarespondeghperTant Basta: un signore che era a fianco a questo birbone, che sar stato il signor ispettore senzaltro, dopo avermi ben guardato, mi dice: Chi siete? Che mestiere fate? Dove andate? Dite!. | Chi sono? rispondo franco dove vado? Sono un galantuomo e vado per il fatto mio; quanto poi al mestiere che faccio, cosa ci guadagna a volerlo sapere? Faccio il cavaliere, vivo di rendita, e adesso! ci rimetterebbe forse qualcosa di suo? | Mi pare di avergli parlato da bravo figliolo, non vero? Eppure, fosse che avesse una gran volont di attaccare lite, o che quel giorno gli andassero tutte le cose di traverso, mi fa accerchiare da otto o dieci e l per l mi suona un bel filippo di peso. | Io ho tentato due o tre volte di difendermi, tanto per rispondergli anchio qualcosa, spa-dominazioneladurantecorsoinmonetalaera,Filippoӥ,Felipp6 Teresa; Mariadiallepocafinoalmeno dur cheeII Filippo di gnola ciomoneta,alla riferito,legittimoӥpeso diper stapesoӥdi,de pes ra-quindivaletraslatoperintegro;valoresuodelquinditosata,non del-nome il ,felipp di lassonanza noti Si sconti. fanonche manzina invettiva; ,ostile discorso significa che filippica con moneta, la 119).v.40,420;v.29,(cfr. 63 PORTA_testi.indd 63 16/03/11 11:43 interrogammacappdetornaelluMa foss,elsoltaelelegge,della7nomoIn sa,segilegge,dellanomoinE parl.boeugnaben?,valaSansessia, 48 dincant;viaeresposta,ebottalE 8La parentella?Giovannin.Chi siete? lavorantElChe mester fate?Bongee. Gabella.IseppDePresso de chi?frust.De cobbi.alVooVee a spass?Tegnon.diInIn dov? 9Carrobbi.AlDov?Surs.In c de voi? 54 piattee.DelAl Carrobbi! In che porta? insc?eTerz,Pian?vott.VottcentAl numer? assee?nhalgheadess,msattisfaaEl m,demiafranchezzalamFussel domandamm,denientpghavesschelO salamm.oncomelpientameeleva,El 60 ma lui torna da capo a interrogarmi, in nomo della legge, e salta il fosso [viene alle strette], e in nomo della legge, gi si sa, sia che si sia [volenti o nolenti], va bene?, bisogna parlare. | E l botta e risposta, e via dincanto [incalzandomi]: Chi siete?. Giovannino. La parentela? Bongeri. Che mestiere fate? Il lavorante di robe fruste (vecchie). Presso chi? Da Giuseppe Gabella. Dove? Nei Tegnoni. Andate a spasso? Vado a cuccia [a letto]. A casa vostra? Signors. Dove? Al Carrobbio. | Al Carrobbio! In che porta? Del piattaio. Al numero? Ottocento otto. Piano? Terzo, e cos? soddisfatto adesso, ne ha abbastanza? Sia stata la mia franchezza, o che non avesse pi niente da domandarmi, se ne va, e mi pianta l come un salame. | che sacramentale formula una da derivata idiomatica Espressione 7 anzich ,innomo(parlato del storpiata forma nella mantiene Porta nome).in 7.nota1,cfr.parentella Per8 viainbiforcasiTorinoviaoggiancoradovelincrocioCarrobbioIl9 Ticinese.PortadiCorsoeCorrentiCesare 64 PORTA_testi.indd 64 16/03/11 11:43 sorbett,onanmlՏchquestLustrissem,Ah, rest;alresguardfiorettonzuccheronLՏ casettbelleladessmsentirEl quest.adepspareggiaaghevaChe battosticheLustrissem,vera,Proppi ost.ditavolalacomeprontHin sciattoncomegrisviorin,pocchstoDopo straa,lananchvedinchecaCorri trattontroeuvieleportell,eldervperFoo sbarattaa...eavertcheolterNient chancachesubet,dighived,aSt m.decontraanmgabolaonaGhՏ lott,alternaonstaafudesselinscMagara segn!ellassavaghevoeultastaalmanchChe bott,onlstooscara...laciappident...Voo legndebasijsujinsentiement...aDoo spazzacalarentinscimmaDessora solt.asciabelonsaravCome pdelfermeml:saldocuntbonaM pienonriscidedenanzescara...Della Chi lՏ?sbraggi:s,andafidammCol ben?valaLustrissem,disel,Cossen 66 72 78 Ah, illustrissimo, questo qui ancora un sorbetto, uno zucchero sopraffino riguardo al resto; sentir adesso il bel casetto [guaio, imbroglio] che stava apparecchiato [attendendomi] dopo questo. proprio vero, illustrissimo, che le batoste sono pronte come la tavola degli osti [pronte in un attimo]. | Dopo questo po po di suonata [disavventura], grigio come un rospo corro a casa che non vedo neanche la strada, faccio per aprire il portello [uscio], e lo trovo, a un tratto, niente meno che aperto e spalancato... Sta a vedere, dico subito, che anche qui cՏ una gabola [inganno] ancora contro di me. | Magari fosse stato un terno al lotto, che almeno questa volta ci lasciavo il segno [ci avrei azzeccato]! Vado dentro... infilo la scala... sto l un attimo, faccio attenzione... e sento sui gradini di legno, di sopra, in cima, vicino al solaio, come fosse una sciabola che salta. | Io, a buon conto, [sto] fermo l: mi arresto al piede della scala... e prima di rischiare un guaio fidandomi ad andare su, grido: Chi ?. Cosa ne dice, illustrissimo, va bene? 65 PORTA_testi.indd 65 16/03/11 11:43 viaspassassperinscrognacercA sia.sequandanchtempasՏdincoeudAl 84 tracchtricchstoerespond,nessunIntant debass...vegnaadreevaelanzicress,El masiacch,pChi lՏonanmsonniGhe sass;cojparlnchepesclՏdess!ohMa, pSesbraggi:maiquanteapoeInfin n?osovoeulta,onalՏchiSav 90 viaparaahoopenserquantiCristo! sbraggi!aadreesevachequellattemIn Maria!Esussment,invegnuufinaMՏ 10c,dereficcicondamelfussChel penitenzafainsclcomparissChel conscienza.sullatoltsՏchelpocchquijDe 96 anm:cresselfracasschellՏfattEl quelldeoltrapedannaonasentiE gi;venchepersonnadonaProppi portell,alattacchltiremalloraM cav,voeurleseselreson,deCh pass.delhach,depassdeLha 102 A cercare rogna cos per spassarsela, al giorno doggi si a tempo anche quando che sia [in ogni occasione]. | Intanto nessuno risponde, e questo tric-trac cresce, anzi sguita a venire da basso... Gli suono [grido] ancora un Chi pi forte, ma, oh adesso! peggio che parlare con i sassi; infine poi a quanta pi voce grido: Si pu sapere chi una buona volta, s o no?. | Cristo! quanti [brutti] pensieri ho cacciato via nellattimo che stavo gridando! MՏ perfino venuto in mente, Gesmmaria!, che fosse il defunto affittacase, che comparisse l per fare penitenza di quei pochi peccati che sՏ tolto dalla coscienza. | Il fatto che il fracasso cresce ancora: e sento un rumore di piedi oltre a quello proprio duna persona che viene gi; io allora mi metto l vicino al portello [uscio], ch di ragione, se se la vorr cavare, deve passare di qui, deve passare. | caseaffittachecoluiciosublocatoreӥletteralmente,,Reficcidec10 speculatore.strozzino,disinonimosubaffittare;poiper 66 PORTA_testi.indd 66 16/03/11 11:43 finalmentbusilles:alchnunsemmGhe straadelampitadellaciaralVedi 11accidentoncontraallavegnimmA dannaa,quijdefrancescavionDon Ett v el mardis:meelcurtaiinscChe De quella famm, che st dessora l? lu,equantetantduromusoM, Ov, ge su mo, perch?Respondi: voter famm Monsrepia,el,Perch 108 LՏ tr giol, sacher Dieu, e me pl. lՏ la fammdighi,ghe,O giol o no De mo de m, cosshal m de cuntamm? 114 SՏ che mo ge voeu cocc cont ell. cocc dEgitt?cherespondi,,Cocc 12Raffajell,SantincoccfavagaChel petitt!elghhaselcoccdeloeughellՏL chchecojon,difoeuravagaChel cap?Avtegna.checoccghՏNo 120 Siamo quindi al busillis: finalmente vedo, al chiarore della lampada di strada, venirmi incontro un accidenti dun capellone francese di quelli danna ,che femme quella de mari le Ettes-vousti,checosallecortemidice: suis je Oui, abitalsopra?.|Io,musodurotantoequantolui,rispondo: jolie, trs est Monsieur femme votre,perch?.Perchripigliamoi de femme glidicoǏlanon ou jolie Ou plat. me et sacr-Dieu, coucher veux je moi que Cestdime,coshaquindidacontarmi? moi dEgitto?Chevadaafar coucher ,rispondocheCoucher elle. con coucher in San Raffaello, l luogo di coucher se ne ha appetito [voglia]! Che vada fuori dai coglioni, che qui non cՏ coucher che tenga. Avete capito? | usitatis-presentealeannimoltisonononnatadisprezzodiVoce11 (Porta).popoloȥbassonelsima da frequentata dellepoca malfamata via Raffaello, San Contrada 12 45).nota32,(cfr.Duomodaldistantenonmeretrici, 67 PORTA_testi.indd 67 16/03/11 11:43 Coman!dis:elsolta,ghedianzerCossa damm.permanivolzaele,A mo cojon? man,icontrequistagachelOvej, toccamm,nodesfatteelvardaChel capazz...sontlibra!neDian,deSe scopazz.onmollemmenterquellinluE 126 nott,deddeSanguad!evoeunaE doo!ghechedolterslongasenolChe scopellott.oncappdezollemluE coo,elspettasciammatendchelVedi lion,deanemoncontsottmE scopazzon.olterontonfeta!luE 132 sortquelladecolponAsanguanon!Ah pee,indrizzacavijisentuusontMe mortpoverichestaafudessnolseE indree,tornagraziasoaperjuttaaMhan fallsenzadaria,pooonciappinoSe cavall!desparposetonfoovoeultaSta 138 ,ealzale couillon?moiAComment!Cosadiavologlisaltainmente,dice: mani per darmele. Ohi!, che stia fermo con le mani, guardi il fatto suo di non toccarmi, senn, Dio ne liberi! son capace... e lui in quel mentre mi molla uno scapaccione. | E uno e due! Sangue dun cane, che non ne allunghi un altro che gliele d! E lui mi molla da capo uno scappellotto. Vedo che mira a spiaccicarmi la testa, e io sotto, con un animo da leone, e lui, tnfete!, un altro scapaccione. | Ah sangue del demonio! A un colpo di quella sorta mi sono sentito i capelli drizzarsi in piedi, e se non fosse stato che i poveri morti mhanno aiutato per loro grazia a tornare indietro, se non prendo un po daria, senza fallo questa volta faccio uno sproposito da cavalli [bestiale]! 68 PORTA_testi.indd 68 16/03/11 11:43 22 Lex abate a cui indirizzato il testo Carlo Verri, reo, agli occhi di intitolatovolumesulOsservazioniPorta, di aver pubblicato nelle GiuseppediquattrolibriVinci,daLeonardodicenacoloDel , alcuni giudizi non benevoli verso Bossi, amico e ar-PittoreȥBossi Sestinntista stimato dal poeta. il medesimo Verri ricordato nelle , quale omm de VerrGabrielldoncontsurdelmatrimonielper penna e de consej. Lelogio contenuto nelle Sestinn mal si concilia con questa reprimenda; tale indizio, aggiunto allassenza del testo nei manoscritti, ha fatto sollevare qualche dubbio di paternit. Di poco posteriore alluscita del libro contro cui rivolto, va assegnato al 1812; fu pubblicato per la prima volta nelledizione luganese. STAMPATAVERRISENATOREABATELEXAVENDO BOSSIPITTORILCONTROCRITICAUNOPERA BosselcontralibertquellleggiQuand canonparetmeTe oss;iscrizzfagaeldentaisottChe sarlaegloriadefammsarLa onorada,fammOna negpsenobacco,1brioperMa rabbiada;fammgranonasialanoChe 5 CRI-UNOPERA STAMPATO VERRI SENATORE ABATE LEX AVENDO Quandoleggoqueltuolibrocon-BOSSI PITTORE IL CONTRO TICA tro Bossi mi pari un cane che sotto i denti faccia scricchiare gli ossi; sar la fame di gloria e sar [pure] una fame onorata, ma per il dio Bacco, non si pu negare che non sia una grande fame arrabbiata; | 29, (cfr. Dio per dellimprecazione minima variante una brio Per 1 251).v.62,203;142,vv.37,337;11,vv.32,381;v. 69 PORTA_testi.indd 69 16/03/11 11:43 Italian,onchepensipoequandMa 2buseccon,nostonAnzi stringall,perolteroncontratoeulaEl boccon,atajallPer divorall,Per ommonseetecheddemanchapossNo nomm.deefattdeVerr fradijimangiafradellonchecaselPerch porscij.diinchedsenolchecasonLՏ 10 15 ma quando poi penso che un italiano, anzi un nostro buseccone [trippone, milanese], se la prende contro un altro [buseccone] per strozzarlo, per tagliarlo a bocconi, per divorarlo, non posso fare a meno di dire che sei un uomo verro di fatto e di nome. | Perch il caso di un fratello [che] mangia i fratelli un caso che non si d che nei porcili. 8.nota12,cfr. busecconPer2 70 PORTA_testi.indd 70 16/03/11 11:43 23 Il titolo richiama il genere delle visioni, rimesso in voga da Varano e Monti. Porta lo tratta con lusuale ironia: la visione ultraterrena di un frate buona forchetta si risolve infatti in una satira contro langusto perbenismo di dame-beghine. Dal momento che tutti i personaggi citati sono morti prima del 1812, Salvioni data il componimento alla fine di quellanno. Apparve per la prima volta nelledizione luganese. VISIONONA 1Pasqual,fraareverendocertoOn manerasiasecheinpesgrandeOmm spiritualpartdallatoeullaTant stadera,dellapartdallatoeullaCome caminalpodisndedstideVun visorin.onfavaelporchoncomePien 6 religiosbonndammddecinLeva quiettquelladesturbaghnoperChe vos,bassaaintantMormoraven benedettDiocoeurdepregavenE bontaagransoalaconsterminassChel disnaa.dopopretiseccachequijTucc 12 UncertoreverendofraPasquale,uomodigranpesoinqualsiasima-VISIONEUNA niera, tanto a prenderlo dalla parte spirituale come a prenderlo dalla parte della stadera, uno di questi giorni, di dopopranzo, al camino, pieno come un porco, faceva un pisolino. | Era in casa di due dame, buone religiose, che per non disturbargli quella quiete mormoravano intanto a bassa voce, e pregavano di cuore Dio benedetto che sterminasse, con la sua gran bont, tutti quelli che seccano i preti dopo pranzo. | dinge-corto,babbeoӥ,scioccoӥanchesignificamilaneseinPasqual1 9).nota24,anche(cfr.gno 71 PORTA_testi.indd 71 16/03/11 11:43 2zenturon,exDieghdonpartonoltraDa missionari,ecanonistaTeologh, mormorazionlajuttavaelpooOn breviarielsfojavaelpooolteronE peedifoeuraintrattanttirassPer adree.ddelcojomber3mattutinQuell notassdelՏPasqualdonmOra sudorsoeucojnommelquistaasevaChel class,primadepacciondeesantDe SignorchelcredevenparicccheTant sognettdelechilodellorainGiust secrett.soeudipartamettessleEl godeva,sechelconzettcolcunt,bonA despensaalevaReverenzaSoa podevaelanzicreanza,deattogniDa podisnaasantalatuttaRonf lustrissemdichemaipericolSenza solennissem.porchvillandeldassenGhe PasqualdonstodormendvoeultastaMa mocchcertieversoricertfavaEl 18 24 30 Da unaltra parte don Diego, ex cinturone [eremitano], teologo, canonista e missionario, un po aiutava la mormorazione e un altro po sfogliava il breviario per tirarsi intanto fuori dai piedi quel mattutino rompiscatole del giorno dopo. | Ora, da notare che don Pasquale si era conquistato quel nome coi suoi sudori di santo e di mangione di prima classe, tanto che parecchi credevano che il Signore, proprio nellora del chilo e del pisolino, lo mettesse a parte dei suoi segreti. | A buon conto, con la reputazione che godeva, Sua Riverenza era dispensato da ogni atto di creanza, anzi poteva ronfare tutto il santo dopopranzo senza pericolo mai che le due illustrissime gli dessero del villano porco solennissimo. | Ma questa volta, dormendo, questo don Pasquale faceva certi versacci e certe smorfie cintu-popolarmente detto scalzo, eremitano ocorreggiante Frate 2 confratelli.suoiicomeportavachecorreggiadallarone quotidiano.mattutinodellufficioParte3 72 PORTA_testi.indd 72 16/03/11 11:43 naturaldellordenfoeuraInsc pocch,demingaspaventaashindammiChe tremendavisionquajchepauraPer marenda.laperfammlaperdfassgheLa 36 finalmentDio,apiasquandBasta, ors,oncometorbeddessedaseEl spaventintuttdammdivedendE occors,ghՏcossasavdecuriosE dis,elMarchesinn,consolen,seChe paradis.deladessadessriviChe 42 Caspita che bei coss laver vist! compagnia.indammidtuttEsclamen Crist,Gesdis,elveduu,hooCertament, Maria,SantissimaMadersoaLa baj,cuntinobeatt,esantdeE cavaj.aleccfanndeasseevistNhoo 48 Dunque lavr veduu nostra cucina La contessa a cui ci han stampaa la vita,4 cos fuori dellordine naturale che le dame erano spaventate mica poco, per paura che qualche visione tremenda gli facesse perdere la fame per la merenda. | Basta, quando piace a Dio, finalmente si sveglia torbido come un orso, e vedendo le due dame tutte spaventate e curioso di sapere cosa gli occorso [capitato] Che si consolino, marchesine dice che arrivo adesso adesso dal paradiso. | Caspita che belle cose avr visto! esclamano tutte e due le dame in compagnia. Certamente, ho visto dice Ges Cristo, la sua Madre Santissima Maria, e santi e beati, non conto baie, ne ho visti abbastanza da farne lettiere ai cavalli [in gran quantit]. | Dunque avr veduto nostra cugina la contessa a cui hanno stampato la vita, stam-stataera1809,nelcui,dinobildonnaallariferisconosidameLe4 Vita della virtuosa matrona milanese Teresa Trotti Bentivoglio Ar-la pata Manzoni Alessandro da anche apprezzata lettura (1765-1805), conati cugine, millantano si dame nostre lecui di eBlondel Enrichetta ed scopiafond,ArconatiTeresaipercorrettismo.buffoper,cucineanzi ).del Suss Cngrega popolarmente (detta Jesus del Societ la benefici, 73 PORTA_testi.indd 73 16/03/11 11:43 Poi altre dame molte, e qualch pedina Scritt nel Suss5 e dirett dai Bernabita? qual,etaldilladashoolor,Cara Pasqual.donrespondelvuna,nanchvistNhoo 54 Neanchuna! Come mai! In tanta gloria Ghe sarebber fors mai sfuggii de vista? Caspita, el nost Devecc bona memoria Lha sempre dett chel ciel lՏ di Sussista; chi che cՏ lassrepien,,Dunque De nostra conoscenza e sua de lu? 6Mascaron...ghՏrispond,elesempi,Per c...depesseeselghՏParin...Alfer... 7Falcon.dellostghՏMetastasi...GhՏ 60 poi altre dame molte, e qualche pedina [donna di rango inferiore] iscritte nel Jesus e dirette dai Barnabiti? Care loro, se ho da dirla tale e quale, non ne ho vista neanche una risponde don Pasquale. | Neanche una! Come mai! In tanta gloria le sarebbero forse mai sfuggite di vista? Caspita, il nostro Devecchi buona memoria ha sempre detto che il cielo dei Sussisti [iscritti alla Societ del Jesus]; Dunque, ripigliano chi cՏ lass di nostra conoscenza e sua? | Per esempio, risponde cՏ Mascheroni... Alfieri... Parini... cՏ il suo pescivendolo... cՏ Metastasio... cՏ loste del Falcone. compi-ilavevanonobildonnelesociet,dellaregolamentoilSecondo dare da biscottini dei con settimanalmente allospedale recarsi di to discor-ilintavolareperpretestounaveredamodoinammalate,alle moti-questo per prefiggeva; si unione pia la che edificanti fini aiso lin-scrive Portacui contro,damm del bescottin dette anchefuronovo fusocietLa51).(cfr.I putann ai damm del bescottinȥtitolodalvettiva riferisco-sicuiaDevecc(ilVecchiDeFelicedaannimoltiperdiretta barnabita.padretesto),neldameleno Jesus.delSocietallaiscrittiIntendi5 mortoantiaustriacoematematico(1750-1800),Mascheroni Lorenzo 6 suoAl.MascheronianadellaversiidedicatoavevaMonticuiaesilio,in PietroePariniGiuseppeAlfieri,Vittoriodiquelliseguitofannonome dellIlluminismo.campioniPortadaconsideratiMetastasio, Falcone.delvianellomonimasitae1395,dalfincitataosteria,Famosa7 74 PORTA_testi.indd 74 16/03/11 11:43 se pol d!sclamen,dammiMetastasi!... Quel pret che abbiam sentit coi nost orecc A biasimar tant volt dal bon Devecc? 66 E dalter chi hal veduu, chel dica on p! dis,elBattaja...visthooBovara,vistHoo Ohib, ohib, ohib!8Vian...Pensa...Mosca... Anch de sta sort de robba in Paradis? No sal che son de quej che lha daa in lista a noi Sussista?9El Devecc per Massoni 72 In Paradis i franchi murator! Se burlem? Ma sal minga don Pasqual Che solamente a conversar con lor Se incorre la scomunica papal? Metastasio!... esclamano le dame si pu mai dare! Quel prete che abbiamo sentito con le nostre orecchie a biasimare tante volte dal buon De- vecchi? | E daltri chi ha veduto, dica un po! Ho visto Bovara, ho visto Battaglia... dice Mosca... Pensa... Viani... Ohib, ohib, ohib! Anche sta sorta di roba in Paradiso? Non sa che sono fra quelli che hanno dato in lista il Devecchi per massoni a noi Sussisti? | In Paradiso i franchi muratori [massoni]! Scherziamo? Ma non sa mica don Pasquale che solamente a conversare con loro si incorre nella scomunica papale? ave-Porta che Stato, di consigliere gi (1761-1812), Bovara Stanislao 8 InmortdelconsejerdestatCav.Stanislao terzineleconcommemoratova cam-nellacadutomilanesenobile1812),(m.BattagliaGaetano.Bovara funziona-alto Marzio,Mosca Francescomarchese Il Russia.di pagna periodo nel pubblico funzionario alto Pensa, Giuseppe Polizia. di rio napo-brigatadigeneraleViani,LuigiPierfrancese.dominazionedella Pa-incollocatiecitatiquipersonaggiituttichenotaredaSarleonico. idee loro le per vita, in noti, erano sconosciuti, pressoch oggi radiso, anticlericali.egiacobine dilistaunaaequivalevachemassoni,dilistaunaininseritoOssia9 avevaXIVBenedettoinfatti,1751,Nelscomunica.diodoreinreprobi Pro-lenciclicaconriconosciuti,massoniaiscomunicalacomminato XIIClemente1738,nelche,dopo76)v.delscomunica papalla(cfr.vidas ).Imminentibollala(conmassonerialacondannatoaveva 75 PORTA_testi.indd 75 16/03/11 11:43 Ma caro lei, car don Pasqual, chel taccia, 78 Chel par che Dio el ci abbia voltaa faccia. sugh,alvegnecurtalatoeperIntant, salammdeinscscuntaasognstoCon rugheldfassdePasqualdonrisciaaLha damm,ditavoladallaecDalla DieghdonteoleghecanonistaelSe repiegh.onsubettrovavagheNol PasqualdonchevedfaaghhaelCostuu intemperantpooondisndelinstaavessPer moral,elfiseghcolsquilibraaLha predominant,sogninpotenziChhin distinguendum est in casu taliChe 84 Quod detur causae phisicae aut morali. 10 vistlavcheinfinconcluslhaE beattcojesantcojparadisEl Crist;GesdevenchemoraleffettLՏ fattpertenel11eadem rationecheMa massonfraaiinsemmavistlaveghChe dindigestion.venchefisegheffettLՏ 90 96 Ma caro lei, caro don Pasquale, che taccia, ch pare che Dio ci abbia voltato faccia. | Intanto, per prenderla corta e venire al sugo, con questo sogno raccontato cos da salame, don Pasquale ha rischiato di farsi dare lo sfratto dalla casa e dalla tavola delle dame, se il canonista e teologo don Diego non ci trovava subito un ripiego. | Costui gli ha fatto vedere che don Pasquale, per essere stato intemperante nel desinare, ha squilibrato col fisico il mora in est distinguendumche ,le, che sono le potenze predominanti nel sogno . | E ha concluso infine moraliautphisicaecausaedeturquodtalicasu che avere visto il paradiso con i santi e con i beati effetto morale che viene tiene per certo che averci visto in-ratione eadem da Ges Cristo; ma che sieme i framassoni effetto fisico che viene dallindigestione. arisalire far devesicheci distinguereoccorrecaso, taleinChe, 10 morale.ӥcausaaofisicacausa ragione.ӥstessalaPer11 76 PORTA_testi.indd 76 16/03/11 11:43 24 Scanzonata rivisitazione del noto fioretto francescano di Fra Ginepro. diMaravigliedelleLibro Portadichiarachelafontedelpoemettonel del secentista padre Carlo Gregorio Rossignoli (ed. SantisuoineեDio 1696), una raccolta di aneddoti edificanti che il poeta tratta con esiti parodici. Databile, in base a una lettera e ad affinit compositive con altri testi, al 1813, apparve a stampa per la prima volta nelledizione Cherubini. ZENEVERFRAA intendever,siicheamoros,siicheBagaj tradammdegustghaviicheDeggi ZeneverfraadecasbelloncuntavVuj 1mascab.derestfarveChel pevernsaanfranzsenzacuntiVel cuntamancasentiilhooqualeTal panscionquelldadstidepassaaLann mission.la2CarmenalpredicavaChe cosstussainnanzsavdedonchAvii vivan,bononlevaZeneverfraaChe 4 8 Ragazzichesieteamorosi,chesietesvegli,gicheave-GINEPRO FRATE te voglia di darmi retta, voglio raccontarvi il bel caso del frate Ginepro, che vi far restare di stucco. Ve lo racconto senza frange n sale n pepe [senza fronzoli, aggiungere o togliere nulla], tale e quale lho sentito anchio raccontare lanno scorso, in questi giorni, da quel pancione che predicava la missione [ciclo di prediche] al Carmine. | Dovete dunque sapere, prima di tutto, che frate Ginepro era un buon compagnone, ri-vale Restde mascab qualit. infima di zucchero era Mascab 1 stucco.dimanere Garibaldi.PortaaCarmine,delMariaSantadiChiesa2 77 PORTA_testi.indd 77 16/03/11 11:43 ossecarnatuttbuell,escisgerTutt Franzescan,difondatormedemmCol 12 requieppossbeatoquellchanzi,E cristian,duusticielingodenadessChe duu,tuttloeughlistessininsemmaquistaaLhan cazzuu.colloltereloffizziconVun 16 santitaaperduuetuttquantperMa religion,inbianchmoschdFudessen fraaichevoeurenperImpunemanch 3ratton;elperamorpusseeGhavessen 20 staa,sarevgimancafraasevaSe opinion,dellistessacoeur,elDighi ZeneverfraaalmancaconventinPerch fever.laperportavagheelQuajcossa 24 cercador,elfavaelluchequandDeffatt, tabacch,epanzaneghdefuriaA dorpajettcoj4maistaaecoronnDe bissacch.ivojacalevaesussOgni 28 corincantpodevaelFranzeschSant tutto trippa e ceci, tutto carne e ossa [pappa e ciccia, in grande confidenza] col fondatore dei Francescani, e che, anzi, quella beata quiete che adesso godono in cielo questi due cristiani, lhanno acquistata insieme, nello stesso luogo tutti e due, uno con lufficio e laltro col mestolo. | Ma per quanto tutti e due, per santit, fossero in religione due mosche bianche, purtuttavia vogliono che i frati avessero pi amore per il rattone [converso]; se ero frate anchio gi sarei stato, dico col cuore [dico il vero], della stessa opinione, perch frate Ginepro portava in convento almeno qualcosa per la febbre [la fame ricorrente]. | Infatti, quando faceva il questuante, a furia di panzane e tabacco, di rosari e immaginette con le pagliuzze doro, ad ogni jesus [momento] era a casa a vuotare le bisacce. San Francesco poteva cantare in coro monastica;comunitallaappartienechelaicoil,conversoӥilquiRatton3 22)nota(cfr.convento.dalfuorimondoilper,secoloӥilperanchevalequi immaginilechiamategenericamenteeranomaest,,maistaaCon4 immaginetteleanchemastradedelleangoliagliedicoledellesacre 121).v.41,(cfr.cartoncinosustampate 78 PORTA_testi.indd 78 16/03/11 11:43 stracch,levachefinmattinaeSira cattolegalabattevaelluchefinChe 5buccolega.dellalinteressfranchLeva 32 cercottdisloffiituttdeOltra cossett,oltercentperfamosanchLeva 6rott,bragheeezentgiustperCiov coppett,imettdent,strappSolass, 36 decottesughacqu,componncaj,Taj pett,debrusorbugnon,toss,collegh,Per desperazionpermedeghichemoeudDe rompacojon.padrinciamavenEl 40 fraacomeefraa,semperhinchefraaiMa cortesia,detantdilettenseNo abilitaapoccastaperappontGiust linfermaria,goeubbsulancaPondegh 44 inguaastracontentecontentluE libraria,ladaaghavessenseChe savorquellconpesduuiportavaEl senator.dequellportarevmChe 48 da sera a mattina finch era stanco perch, finch lui batteva cassa, linteresse [il sostentamento] della bucolica era assicurato. | Oltre che per tutte le baie [burle, canzonature] dei frati questuanti era anche famoso per cento altre cosette, cio per riparare cinti e braghieri rotti, salassare, cavare denti, mettere le coppette [ventose per salassi], tagliare calli, comporre acque, sughi e decotti per coliche, tossi, bubboni, bruciori di petto, di modo che i medici, per disperazione, lo chiamavano padre rompicoglioni. | Ma i frati, che sono sempre frati, e come frati non si dilettano tanto di cortesia, giustappunto per questo po di abilit gli hanno posto sul gobbone [affidato] anche linfermeria, e lui contento e stracontento come se gli avessero affidato la libreria [biblioteca], portava i due pesi con quel sapore [soddisfazione, orgoglio] con cui io porterei quello di senatore. | sarebbero non bene mangiar per prime materie le che intenda Si 5 mancate. cu-ciorotti,braghieriecinteaggiustare,Giust zent e braghee rott6 dernia.ammalatiglirare 79 PORTA_testi.indd 79 16/03/11 11:43 Missionari,eldisevaels,inscchOh religios,stovedellBesognava lariinvessdeoccasionghevapCon spos.afudesschelparevaelPussee 52 orinari,vas,spuvin,vojavaelLu ros,dedoeuliimpolldivojassComel crostemarsciurpiagh,nedrugavaelLu rost.acoeusdequajnedrugasselCome 56 adreetenddepoetrattavaseQuand conseguenzademaadonammalaaonA mestee.telfaoffelleeproppiLeva reverenzacondoveel?ZeneverFra 60 peedipdellsaldoghevaEl sentenzainancanoccsantalaTutta settimanndipattondelinrestDe campann.diinbattaccelcomedrittDritt 64 occasiondiinpelldellastringhfelMa bescottin,onsquasdirevanmLeva giurabaccon,quij,definfaanhaChel 7mezzanin!diinsassinaacredfassDe 68 Oh qui s, diceva il missionario [predicatore], bisognava vederlo questo religioso, che pi cera occasione di essere in aria [impegnato in lavori], pi pareva che fosse ad uno sposalizio [felice]. Vuotava sputacchiere, vasi, orinali, come se vuotasse ampolle dolio di rose, spurgava piaghe, marciumi e croste come se pulisse quaglie da cuocere arrosto. | Quando si trattava poi di assistere ad un ammalato dun male pericoloso [contagioso] era proprio offelliere fa il tuo mestiere [luomo giusto al posto giusto]. DovՏ fra Ginepro? Con riverenza era fermo l, vicino ai piedi, tutta la santa notte anche in sentenza [a rischio] di rimanere nel saio delle settimane, dritto dritto come il battacchio delle campane. | Ma il fare stringhe della propria pelle [sacrificarsi senza risparmio] in certe occasioni, era ancora quasi un biscottino [un impegno semplice], ch ne ha fatte perfino di quelle, giurabbacco, da farsi credere assassinato nei mezzanini [abbaini, mansarde]. diredimodoilcervello;altraslato,perrimandano,quimezzaniniI7 rimbambito.,cervelloӥneltoccatodunquevale 80 PORTA_testi.indd 80 16/03/11 11:43 resonghhaelBernardsantquestperE divindellamortrattaeldoveinL test,elzittivenett,eciardiselcheE Che Amor quaedam sancta insania est. 8 cognossiichebagajmeeimAdess virt,situttconZeneverFraa sentiriichetrademmquiett,Stee s.cuntavdepromissvhoochefattQuell podiinocheforssachiscolt,adCol lu,comeZenevertancDevent Gervas,tancirestariindeSe pias.Diochequell9Pasqual,Michee,Baciocch, ammalaatancitrachesappieeOra maniperZeneverfraaavuughhaChel fraacertoonvoeultaonacapitaaGhՏ Fabrian.deSistfraaciamavenChel etaa,soadellafiorsulinSistLeva sanlevaquandtrattinonchedisseE adreetendeghafdedaaLavarav prestinee.debotteghdeparaonA 72 76 80 84 88 E per questo san Bernardo ha ragione l dove tratta dellamore divino e dice . | estinsania sanctaquaedam chiaro e netto, vi cito il testo, che Amor Adesso poi, ragazzi miei, che conoscete fra Ginepro con tutte le sue virt, state quieti, datemi retta che sentirete quel fatto che vi ho promesso di raccontar vi. Con lascoltare, chiss forse che non possiate diventare tanti Ginepri come lui, altrimenti resterete tanti Gervasi, Baciccia, Micheli, Pasquali, o quello che piace a Dio. | Ora sappiate che tra i tanti ammalati che fra Ginepro ha avuto per le mani gli capitato una volta un certo frate che chiamavano fra Sisto da Fabriano. Sisto era nel fiore della sua et, e si dice che, a dir poco, quandera sano avrebbe dato da fare, per tenergli dietro, a un paio di botteghe di fornaio. | follia.ӥsantaqualcertaunaAmore ҥ8 scioc-significanomilaneseinchenomisonoPasqual,Michee,Baciocch9 1).nota23,anche(cfr.co 81 PORTA_testi.indd 81 16/03/11 11:43 scennaadisn,acolezion,acheSist,Fraa fuss!gheninscchemarenditt,ituccaE balennadestomeghonlrisciavaEl guss,colostreghisbertiilavaravChe 92 lenna,senzaeappetittsenzaAdess ussoncomemagherestomeghdeDesf ZeneverfraademanindeslenguavaEl fever.defilonncoodedoloronSenza 96 cura,dellazeruseghiemedeghI toccall,noache,riflesssoeuifaaAvend vicciura,perbabbialinviavaseEl 10medegall,apostapermarciavaelE 100 naturaallalassaghdedezzisHan coppall,deconscienzadescrupolEl laver,istrengcolmanilavaanhinseE 11baver.delincooelscrusciasseoeucciAlz 104 cognizionquellaperZenever,Ma Sist,fraadestomeghdelghavevaChel religioninlimpegntoltsevaEl stravist.ghhanchedottoraivedfaghDe 108 Fra Sisto, che a colazione, a pranzo, a cena e a tutte le merende, per quante ce ne fossero! arrischiava [mostrava] uno stomaco di balena [mangiava a crepapelle] e avrebbe smaltito le ostriche con il guscio, adesso senza appetito e senza lena, sfatto di stomaco e magro come un osso, illanguidiva nelle mani di fra Ginepro senza un dolor di testa n un filo di febbre. | I medici e i cerusici della cura, avendo riflettuto che, a non toccarlo, si avviava al creatore in diligenza e marciava per posta a medicarlo, hanno deciso di lasciare alla natura lo scrupolo di coscienza di ammazzarlo, e se ne sono lavati le mani stringendo le labbra, alzando gli occhi [al cielo] e ritirando la testa nel bavero. | Ma Ginepro, per quella cognizione che aveva dello stomaco di fra Sisto, si era preso limpegno in religione [solennemente] di mostrare ai dottori che hanno considerato male; spedi-pi morte alla avviava si medicandolo intesa: va frase La 10 ve-piconsegnadimezzoilerapostalachemomentodal,tamente diligenza.dellaloce impotenza.vedereadarevuolchidigestiiSono11 82 PORTA_testi.indd 82 16/03/11 11:43 boccon,primmelaggradissachelstTutt fottristbecchonessvujediseva,El casinredusinolloltervunadreeSe allabras.insciavattimangiassDe fagottdonininsemmasfaallon,lE elettuari,triacch,pinol,Polver, decott,mestur,tollitt,groppitt,Impoll, nezzessari!delconduttelpergiE ciappottstidepostalmetteghpoeE ordenari,vecc,vindepeccherbonDi lordetrascuffiencheperquellDe 12definitor.icapitolfanQuand geladinn,ebroeuddefuriaapoeE fresch,oeuvdee13leggierrossumadDe nozzinndeepappinndepantrid,De 14todesch,panefrittazinivellaDe sbalordinndesegnareduttlhaTe Franzesch,santPaderlistessPerfina Integram horumnocc:edsclamavaChel 112 116 120 124 Opto silvam habere juniperorum. 15 128 tutto [sta] che gradisca il primo boccone, diceva, e voglio essere un becco fottuto se, uno dietro laltro, non lo riduco al caso [se non lo convinco] di mangiarsi le ciabatte alla brace. | E l, allons, raccogli insieme in un fagotto polveri, pillole, triache [unguenti], elettuari [infusi], ampolle, boccette, scatoline, misture, decotti, e gi per il condotto del cesso! E poi metti, al posto di questi intrugli, dei buoni bicchieroni di vino vecchio, ordinario, di quello per che tracannano tra loro, quando fanno capitolo [si riuniscono] i definitori. | E poi, a furia di brodo e gelatina, di rossumate [uova sbattute] leggere e di uova fresche, di pantrito, di pappine e di minuzzoli di cervella fritte e pane tedesco, te lha ridotto al punto da sbalordirne perfino lo stesso padre san Francesco, che esclamava . | juniperorumhaberesilvamoptohorum Integramgiorno e notte: 2).v.27,(cfr.dellordinegestionenellasuperioreunassistonocheReligiosi12 vino.obrodoconsbattutoduovotuorloossiarossumate,,Rossumad13 spalmato.albumeconcottoPane14 ginepri.ӥquestidiboscointerounavereDesidererei15 83 PORTA_testi.indd 83 16/03/11 11:43 stravagant,denagottghՏchfinMa dincoeudalchecosshinperchdirii,Me santvessdedintendesadassSenza 16pezzoeu.ifinaallOspedaafanI tant,rallegherMebravi!bona!S: fioeu...meeinagottananmSavii dsappiemequesta,sentiibasta...Ma ch.chequistdeloranchfanenpezzoeuiSe viaallastaalՏcielalgraziaSistfraaQuand polsitt,duuidentcojballfDe lombriacomearentsaldoZenever petitt,ituttinzigaghchefavaNol sansessia,fusstucc,scodevaghjeE 17biadeghitt,cojgrandmammifanCome descapit,fanolpiaschequellcheSavend 18 .Nutrit quod sapitdiselproverbielcheE 19culisseo,elfregaghdeforzaaMa mentinsoltaghedbellonchemsSur 132 136 140 144 Ma fin qui non cՏ niente di stravagante, mi direte, perch sono cose che al giorno doggi, senza dare ad intendere dessere santi, fanno allospedale perfino le pezzuole [gli infermieri]. S: buona! bravi! Mi rallegro tanto, non sapete ancora nulla, figli miei... Ma basta... sentite questa, e sappiatemi dire se gli infermieri sanno fare anche loro queste cose qui. | Quando fra Sisto, grazie al cielo, stato in grado di far ballare con i denti entrambe le tempie [ tornato sufficientemente sano], Ginepro fermo, vicino come lombra, non faceva che stimolarne tutti gli appetiti, e glieli soddifaceva tutti, quali che fossero, come fanno le nonne con i nipotini, sapendo che . | Ma sapit quod Nutrit quel che piace non nuoce, e che il proverbio dice: a forza di sfregargli il colosseo, capita che un bel giorno gli salta in mente letteralmentemainfermieri,gliindicarepergergalevocePezzoeu16 6).nota1,(cfr.linguaӥanchealtrove,e,pezzuoleӥsignifica nipote.abbiatico,ossia,biadeghdidiminutivoBiadeghitt17 sapore.ӥhacheciNutre18 dere-ilossiacolosseo,ilsfregargliletteralmente,Fregaghelculisseo19 tutto.incompiacerlocomequivaletano, 84 PORTA_testi.indd 84 16/03/11 11:43 scottadeo!aporchdeponvorDe compiasentedolzdolzZeneverE 148 ,Laus DeosoletcolrespondgheEl conventelpermattoncomecorrelpoeE p,quatterdequijdeporchoncercA 20ghՏ.chelciappa,adess!squatter,deMa 152 strasc,decomeduussujrestaEl onispirazion,atraddeattinCome cortellasc,onrancacusina,invaPoe patton,elsedesalfinaRegolzes 156 cassinasc,onacurtapstraalaCiappa uscion,onsforzasces,scarpafoss,Solta dedreepescioeuonperporchbellonBranca indree.scappaeviatajelZanfeta! 160 tosdonquijeporch,poverdelsguagnI dellazion,testimonnistaaCheva curiosdevespeeonDesseden fonzion;incomeindreeinnanzvanChe 164 vos,lacorrlapaeselperIntant patrondelalloreggiarivalaE di volere un piede di porco a scottadito! E Ginepro dolce dolce e compiacente [accondiscendente],epoicorrecomeunmatto DeoLaus glirispondecolsolito per il convento a cercare un porco, di quelli con quattro piedi, ma di quattro, s adesso! prendilo che cՏ! | Resta sui due piedi come di straccio [pensieroso], come nellatto di dar retta a unispirazione, poi va in cucina, abbranca un cortellaccio, rimbccati la tonaca fino al sedici [sedere], prendi la strada pi corta fino a una cascina, salta i fossi, schianta le siepi, sforza un uscio, prendi un bel porco per un piede dietro, zanfete!, taglialo via e scappa. | I guai- ti del povero porco, e quelli dun bambino che era stato testimone dellazione, svegliano un vespaio di curiosi che vanno avanti e indietro come durante una processione; intanto per il paese corre la voce, e arriva allorecchio del padrone esiste.nonchedireperscherzosaEspressione20 85 PORTA_testi.indd 85 16/03/11 11:43 fummaelebuj,elecas,elvedelesent,Chel scumma.intuttavachebirralaCome 168 fattsulvaelrabbiadecoldcoldinscE personna,inproppiFranzeschsantcattA 21bagatt,giscartaghacomenzaellE bolgironna;robbaadreeDisendegh 172 zappatt,iportcheoltervoeurgheChe coronna,laebiottcuuelpelaa,cooEl ffascoeudenddegiunelpredegChe lff.delresonlaconpetittiTutt 176 spassdesortchevedesselevegniss,Chel fraa...soeudivunlucontoltsevaEl giudicasselevedesselvegniss,Chel straa...deladercanaj,evennoSe 180 ganassidtuttsfondaghnoachemoeudDe lumiltaaepascienzalavorsuuGhՏ Franzesch,santoncomepazzifeghsantDon fresch!stavaelAmbroeussantlevaSe 184 che sente, vede il caso, e bolle e fuma come la birra che va tutta in schiuma. | E cos, caldo caldo di rabbia va sul fatto [va dritto al sodo] a prendere san Francesco proprio di persona, e l comincia a scartare bagatto, dicendogli addosso parole irripetibili, che ci vuole altro che portare le ciabatte, la testa pelata, il culo nudo e la corona [del rosario], che predicare il digiuno soddisfacendo a ufo [gratis] tutti gli appetiti con la ragione del lupo [con la scusa di essere francescani]. | Che venisse e che vedesse che razza di spasso si era tolto con lui uno dei suoi frati... Che venisse e giudicasse se non erano canaglie, ladri di strada... In modo che a non sfondargli tutte e due le ganasce cՏ voluta la pazienza e lumilt di un santo pacifico come san Francesco, se era santAmbrogio stava fresco! | quindi, che, preziosa molto tarocchi dei carta una bagatto Il 21 consuetudina-normeleinfrangerevolerdimenoamai,scartasinon ogni contro che, contadino del gesto al riferito dire di modo Il rie. rimostranze.durefafrate,unditrattandosiappunto,consuetudine 86 PORTA_testi.indd 86 16/03/11 11:43 agnelloncomemansuettFranzeschMa goss,elsvojflemmaconlassagheEl porscell,sdelstatelcompassionnaEl gross,lՏfallchelluancaconfessaEl bellbellinscportaallaruzzaleelPoe coss,bejdemondoonPromettendegh impaccbruttdalinfincavaleseelE mostacc.delinpusterlalasaraghCol interessghhachecdecapppoveronA famejadonaprovecciconservDe rincressgheselpenspooonlassiGhe boreja!staintrovasselFranzeschA suzzesschՏmaaelmedegperIntant, ideja,bellastaavuuhachequelldepelCol rassegnaaciamdeispiragheelDio 22colmegna.decherattontantfraaiTucc fraaifiocchencoppelsonaaAppenna ballocch,acapitoldelsaldiIn curiositaadetrattasequandCh 188 192 196 200 Ma Francesco, mansueto come un agnello, gli lascia con flemma svuotare il gozzo [sfogarsi], compassiona lo stato del suo porcello, e confessa anche lui che il torto grosso, poi lo sospinge alla porta, cos bel bello, promettendogli un mondo di cose belle e se la cava infine dal brutto impaccio col chiudergli la pusterla [luscio] sul muso. | A un povero padrone di casa che ha interesse a conservare i proventi duna famiglia, gli lascio un po pensare se a Francesco rincresca di trovarsi in questa peste! Intanto, per medicare il male che successo col pelo [facendola pagare] di quello che ha avuto questa bella idea, Dio gli ispira di chiamare a rassegna tutti i frati, tanto i rattoni che topi da soffitta. | Appena suonato il coppo [richiamo alla mensa] i frati fioccano numerosi nelle sale del capitolo [delle riunioni], che quando si tratta di curiosit, gioca Porta qui tetto; del sommitale, colmo, di trave la Colmegna 22 men-cantinaditopiieranorattonparole:delleletteralesignificatosul itutti che indicare asoffitte delle topi ierano colmegna di quelli tre 3).nota24,anche(cfr.sortaognidiconvocati,sonofrati 87 PORTA_testi.indd 87 16/03/11 11:43 articiocch.sujdescolzCorraraven 204 fiaa,trannochezitt,lstansetten:Se pattocchtonincheFranzeschsantvardA parollpocchcongisquaquaragheEl noll.bellstoderelazionlaTutta 208 comenzavenborlandastaaParicc taffanari;elbilalaperninnA tremavenfogosmanchinscambi,Paricc, lari;inlevachevindelcercaSulla 212 mormoravenagherpdolterParicc temerari,giudizzidifavenE mezzinsbalzaeltrattonaZeneverQuand pezz.bellsto23bruttaassarezzitaelE 216 romanecattoleghpaesdoninSe fradell,onncheporchonpusseestimaSe cristiandonvittalamanchvarlaSe porscell,dongambadestrasciaonaChe 220 can,derazzaelmsontreson,Ghavii quell,msontPader,ReverendiS, sentenza,laallegherpurgiTajee penitenza.lafaroomaa,elfaashooCh 224 correrebbero scalzi sui carciofi. Si siedono: stanno l zitti che non tirano il fiato, a guardare san Francesco che in tono mesto gli squaderna in poche parole tutta la relazione di questo bellaffare. | Parecchi, a questo pasticcio, cominciavano a far ondeggiare per la bile il taffanario [deretano]; parecchi, invece, meno focosi, tremavano per la questua del vino che gi era nellaria; parecchi altri, pi agri [pi cattivi], mormoravano e davano giudizi temerari, quando Ginepro a un questobelpezzo.|Seinunpaese abruptoex trattobalzainmezzoerecita cattolico e romano si stima pi un porco che un fratello, se vale meno la vita di un cristiano che la gamba di un maiale, avete ragione, sono io quella razza di cane, s, Reverendo Padre, sono io, quello, tagliate pur gi allegro la sentenza [andateci pesante giudicandomi], poich se ho fatto del male, far la penitenza. | 181).v.32,(cfr. ex abruptoperdialettalestorpiatura,bruttaAssa23 88 PORTA_testi.indd 88 16/03/11 11:43 faahoochefattchelperavvisiveMa Sist,fraadebuttiiscoeudperfaaLhoo ammalaa,poveronavittaladPer Crist,desimilitudinaommonA ispiraa,lhameSignorelperchfaaLhoo quist,defannalՏpassionmialaPerch vantammenbenposscheevanti,meninfinCh 228 23224 .Deigloriam:AmenadfaalhoofaahoochequellSe reson,StiZenever!Zenever!Ah bej,hinbonn,hinFranzesch,santsclamaEl milion,disincoppdiVaren porscej.ipaghennoterrainchMa 236 scarponelfaastaalՏcheperOra mej,bellaallasgiustallBesogna inscparldepiastemperchE t.giustalldepiaselgiustpooonFa 240 provvidenzaallafraaituccleccoFan General,PaderdeltermenmezzalE obbedienzadepuntincheZenever,E servizial,donpusseeladincorrEl 244 sentenzasoalasentiilhaAppenna Ma vi avviso per che quello che ho fatto, lho fatto per soddisfare gli zzoli [capricci] di fra Sisto, per ridare la vita a un povero ammalato, a un uomo simile a Cristo, lho fatto perch il Signore me lha ispirato, perch la mia passione farne di queste [comportarmi in questo modo], che infine mi vanto, e che posso .|Ah Amengloriam:Deiad benvantarmenesequelchehofattolhofatto Ginepro! Ginepro! Queste ragioni esclama san Francesco sono buone, sono belle, valgono dai coppi in su dei milioni [valgono moltissimo per il cielo, per la religione], ma qui in terra non pagano i maiali. Ora per che stato fatto lo strappo bisogna aggiustarlo alla belle meglio e poich ti piace di parlare cos fai un po il piacere di aggiustarlo tu. | Tutti i frati fanno eco alla provvidenza e al mezzo termine [espediente] del Padre Generale, e Ginepro, che in quanto a obbedienza corre pi svelto dun serviziale [clistere], appena ha sentito la sentenza, Amen.ӥDio:diglorialaPer24 89 PORTA_testi.indd 89 16/03/11 11:43 dellanimal,patronelcercavaEl adreelevacheoeuvsujcattaleelE assee.siachetantFranzescandidinnA addritturasaraaadossvaghallonlE pell,allatacchencheargumentdiCon scrittura,deevangelidepassdiCon porscell,eltraeSisttraparagonCol linfilzadurabentanttrovaghsaelE castelldellerachetorriondonChe deventameelgloriaoneavedonmanchIn polenta.deelasagndetorrOna mudazionlavedchelZeneverE battent,oeuccaquellomminsuzzedChe ton,listessdelonghdeviatoccaEl maccarenttuttsbaguttii,tuttcheFin genoeuggioninterrainbuttasegheEl conventinporteaggradapregaleelE sinceraeveracomponziondesegnIn lera.qualetalgambtrdeporscellQuell gloriosetrionfantZenever spalla.inporscellelcontconventinLentra religios,iintornacorteggfanGhe calla;chevunnՏghenostoccasioninChe 248 252 256 260 264 268 va a cercare il padrone dellanimale, e lo coglie sulle uova [in flagrante] che stava dicendo male quanto basta dei francescani. | E l, allons, gli va vicino con degli argomenti che attaccano la pelle [che toccano sul vivo, decisivi], con dei passi dai vangeli e dalla scrittura, con il paragone tra Sisto e il porcello, e sa trovarsi tanto bene linfilzatura [del discorso] che dal torrione dun castello che era, in meno di un ave e di un gloria [in pochissimo tempo] mi diventa una torre di lasagne e di polenta. | E Ginepro, che vede la mutazione che accade in quelluomo in un batter docchio, tira via di lungo [insiste] sullo stesso tono, finch [il contadino] tutto sbigottito, tutto piangente, si butta in terra in ginocchioni e lo prega di gradire e portare in convento, in segno di compunzione vera e sincera, quel porcello a tre gambe, tale e quale era. | Ginepro trionfante e glorioso [inorgoglito] entra in convento con il porcello in spalla. I religiosi gli fanno corteo intorno, che in questoccasione non cՏ nessuno che manchi; 90 PORTA_testi.indd 90 16/03/11 11:43 vos,settatedeumbelloncantaSe scialla,selarefettoriindopoE scompiaseverpfraaifinasentseE Zenever!Vivasbraggi:tuttasbraggiA 272 bon,esaviebravivessacholtraBagaj, devott,siieDiodetimoraaSii tentazionlacooinvegnlassevNo cercott,fraastodincoeudalimitDe 276 25Napoleon,decodezcolPerch vottantott,etresentAllarticol divinastispirazioncostaravVe berlina.laeferrdeanndesoCinqu 280 a sette voci e dopo, in refettorio, si sciala [si festeg-DeumTe si canta un bel gia largheggiando] e si sentono perfino i frati meno compiacenti gridare a tutta voce: Viva Ginepro!. | Ragazzi, che oltre a essere bravi e saggi siete timorati di Dio e siete devoti, non lasciatevi venire in testa la tentazione di imitare al giorno doggi questo frate questuante, perch col codice di Napoleone, nellarticolo trecentoottantotto, vi costerebbe, questa ispirazione divina, cinque o dieci anni di ferri e di berlina. che leggi di raccolta fondamentale eprima napoleonico, Codice Il 25 nel introdotto fu europee, giuridiche tradizioni diverse armonizza francese.dominioilsottoterritoriituttiineFranciain1804 91 PORTA_testi.indd 91 16/03/11 11:43 25 Il salace sonetto fu scritto quando il ministro Prina era ancora in vita, quindi prima della primavera del 1814, forse lanno precedente, secondo le ipotesi di Isella. Documento esemplare dellattitudine portiana a satireggiare goliardicamente lattualit politica. Apparve a stampa nelledizione luganese. IMPOSTIESORBITANTIDAZIEGABELLELEPER FOTTEREAPIPENSASINON1PRINAMINISTRODAL passerinadellanegozzielAnca bordell,inandadonnmeeipocchstEl PrinaministerelestremiihintempiCh gabell.scojrestelviaportaneEl cantina,lasucciaconvoeuj,graneeCol pell,lacoointiranechebojaCol giuradina!muso,quellvedVorrav lusell.peeinstfdecasinfussChe 4 8 PRINA MINISTRO DAL IMPOSTI ESORBITANTI DAZI EGABELLE LE PER Anche il negozio [commercio] della passeri-FOTTEREAPIPENSASINON na, ci mette poco, donne mie, ad andare in malora, che i tempi sono grami e il ministro Prina ci porta via il resto con le sue gabelle. | Col granaio vuoto, con asciutta la cantina, col boia che ci tira la pelle in testa [ci scortica], vorrei vedere quel muso, giuraddio!, che fosse in grado di far stare in piedi luccello. | 20alfinodItaliaRegnodelFinanzedelleministrofuPrinaGiuseppe1 rievocatofufattoIlinferocita.folladallalinciatofuquando1814aprile grat-pochinondiedechepoemettoun,Prineidenelladopoannidue Appendice).(cfr.lautoretorto,aritenutone,quantoinPortaatacapi 92 PORTA_testi.indd 92 16/03/11 11:43 pee,instfalldecasinfussselanchE compralla,pchecoluuvedVorrav danee.senzagran,senzavin,Senza 11 donn,meeiviolterperdespiasMe mennallaposs2ciollamialamperCh monn.vostdiePrinasurdeldispettA 14 E anche se fosse in grado di farlo stare in piedi, vorrei vedere chi che pu comprarla, senza vino, senza grano, senza denari. | Mi spiace per voialtre, donne mie, che da solo il mio piccio posso menarlo, a dispetto del signor Prina e delle vostre monne. 114, vv. 32, (cfr. cazzo di sinonimo milanese in ,pirla come ,Cioll 2 86).v.44,14;v.42.5,342;149, 93 PORTA_testi.indd 93 16/03/11 11:43 26 la libera riscrittura parodica, come indica Salvioni, di un felice sen-morteavennematronanobileUnaavvenimento intitolato Madon-alladivotaessendomapeccato,suounconfessare za , rispetto al quale il protagonista, confessasietvitainritornana anzich una donna matura, un ragazzotto lussurioso. Il racconto indivisoesempivaridifioritoPratoispiratore contenuto nel , curato da Giuseppe Ballardini, pubblicato a Como nel libricinque )27(cfr. DiodattFraa1615, da cui Porta trarr spunto anche per il e da cui Manzoni recupera lepisodio miracoloso narrato da fra Galdino. Databile fra il 1813 e la prima met del 1814 fu stampato per la prima volta nelledizione luganese. MIRACOLON giovenottonDiodegiustiziaPer segn,allultemporscellLussurios, pregnmailevanoChe 1barilott,innocclaedelpassDe lor!guardaneDiocreppa,elecreppa,El momentquijdevunIn SignornostderegordvoressaChe 2talent.bellonvoeurGhe 5 PergiustiziadiDioungiovanottolussurioso,por-MIRACOLO UN cello al massimo grado, che non era mai sazio di passare giorno e notte in baldoria, crepa; e crepa, dioneguardi!, in uno di quei momenti che a volersi ricordare di nostro Signore ci vuole un bel talento. nelstregheӥleconconvegnoaandareanchesignificaAndabarilott1 (Cherubini).tregendaӥinandareanchemasmodatisollazzifaredisenso ilimpegnatofosseattivitqualeinintuire facilecontesto,ilDato2 protagonista. 94 PORTA_testi.indd 94 16/03/11 11:43 mortacarnaladascioltaLanema stell,iversvolavaLa porta,ledianzenelCh paltroeuvaselaquellademanchinE tremendtribunalDel com,voltinbruschche,Crist,GesDe badialcossinononsucuuelninnaEl 3al.cojcoodeprepontaanivolDe Michee,santlarcangiordrittaSulla vendchequijdefSul 4Verzee,informajEl denanzltavolonadessoraghhaEl 5balanz.depennacarta,Carimaa, poltronnaonasorasinistra,Sulla intaj,asbarriconcrmesvelDe MadonnalaMajestaaSoa 10 15 20 Lanima sciolta dalla carne morta va a volo verso le stelle, ch il diavolo la porta e in men che non si dica si trova ai piedi del tribunale tremendo di Ges Cristo che, brusco in volto comՏ, dimena il culo su un gran cuscino badiale [da enorme badessa] di nuvole trapuntate di piccole teste alate [di angioletti]. A destra larcangelo san Michele, al modo di quelli che vendono il formaggio al Verziere, ha sopra un tavolo l davanti calamaio, carta, penna e due bilance. Sulla sinistra, sopra una poltrona di velluto color rosso cremisi con i braccioli intagliati, sua maest la Madonna rinvenibili facilmente immagini aricorre Porta avanti in qui Da 3 at-in santi eMadonne Ges, ritraeva che tempo del nelliconografia tribuna-ilesempio,perqui,(comestereotipaticontestieteggiamenti amorini).dasostenutenuvolealleappoggiasile comeritrattoquispadone)unohanelliconografia(cheMicheleSan4 formeletagliarepercoltellilunghiusavano(cheformaggidivenditorii Milano di prosperit della [...] simbolo ,Verziere ,Verzee Il cacio). di milanesemercatoantichissimoenotounera(Isella),terraȥsuadellae (precedentemen-Fontanapiazzaoggicuiinnellareasvolgevasiche defini-Porta che eArcivescovo)dell appunto, verziere giardino, te te-Ninetta laBossi di perucchee Pepp nel Anche .lengua de scoeura sce ).Achivoeurlegg2;v.46,127;v.37,82;v.32,(cfr.pescedibancounneva colpe.emeritisoppesarepergiustizia,dellaSimbolo5 95 PORTA_testi.indd 95 16/03/11 11:43 bagaj.delgiudizzigranalLassist allArennacomeviadedreecircolIn scennaallaresaltDan Dominazion,Serafin,Cherubin, Tron.Arcangior,Angior, rasdeparlachelustralՏLaria SignordelangioriE odortanticonsgorandparfummenLa nas.tuttvessvorravseusmajperChe ditt,vhocomecuu,elninnavaelGes squajaagighavevaelMicheePerch delittditiriteralaTutta desgraziaa,poverDel chcostuuamentdavael6semmaE, foffa,detremavaChel lstavaelcheCustodallAngiolSemma cova,cheuselloncomealigiconPass DiavolelvardaelsemmaE tavolalsottscrusciaaChe cova.lamenandridtuttaridevaEl SignordelMaderlamezzdestoIn giovinott,poverelcheRegordandes 25 30 35 40 45 assiste al gran giudizio del ragazzo. In circolo, dietro, come allArena [come sulle gradinate di uno stadio] danno risalto alla scena Cherubini, Serafini, Dominazioni, Angeli, Arcangeli, Troni [le gerarchie angeliche]. Laria cos tersa che pare di raso e gli angeli del Signore la profumano volando, con tanti odori che per fiutarli si vorrebbe essere tutto naso [che tutto il corpo fosse naso]. Ges dimenava il culo, come vi ho detto, perch Michele aveva gi squadernato tutta la tiritera dei delitti del povero disgraziato, e ora poneva attenzione a costui che tremava di fifa, ora allAngelo Custode che stava l appassito [depresso] con le ali abbassate come un uccello che cova, ora guarda il Diavolo che rannicchiato sotto il tavolo rideva a crepapelle menando la coda. Nel frattempo la Madre del Signore ricordandosi che il povero giovanotto, sintatti-costruzionelaora...ӥora...ora...:Semma... semma... semma...6 .semellatinoalrimandaca 96 PORTA_testi.indd 96 16/03/11 11:43 peccator,granSebben devott,sonimpunemanchstaaLeva 7labet,inscrittlevachebensavendE 8sabeteldigiunavaelChe lunedale9dolor,settsoeuiPer mezzonbevevaneEl allegrezz;settiPer delquanttuttindosscheRegordandes coronna,lae10offizziseltegnevaEl MadonnaladeritrattelvedendChe capell,ellevavaEl bordellaandandcheE cossinaisottcuntbonascondevaEl lacquasantin,Crist,el11serioeura,La tsalinverspressosavoeultaseLa Signor!pietaaPietaa,dis:ghelaE sospendmiagraziaIn tremend:giudizziQuell 50 55 60 sebbene gran peccatore, era stato tuttavia un suo devoto, e sapendo bene che era iscritto nella confraternita, che digiunava il sabato per ricordare i suoi sette dolori, e al luned beveva mezzo litro di vino per [festeggiare] le sette allegrezze; ricordandosi che teneva indosso tutto quanto il giorno il suo ufficio e la corona [del rosario], che vedendo il ritratto della Madonna levava il cappello, e che andando al bordello nascondeva volentieri sotto i cuscini la candela benedetta, il Cristo, lacquasantino, si volge premurosa verso il figlio e gli dice: Piet, piet Signore! In grazia mia sospendi quel giudizio tremendo: (incuidiconfraternita,unaaascrittoesseresignificaScritt in labet7 ).abet(lեlabitovestesiteoria) lovenerd ilmentre clero, ilcompiangere persolomagro diGiorno8 fedeli.ituttiperera Ma-oAddolorataMariaanchechiamatavieneMariacristianiDai9 sopportare dovettecheprove lericordare perdolori,Settedeidonna Cristo.delmadrequantoin de-preghierealtreleemattutinodeldetteorazionileconLibriccino10 Vergine.alladicate febbraio)(2CandeloradellagiornoilbenedettacandelalaeraSerioeura11 allacquasantiera.vicinolettodeltestieraallaconservareusavasiche 97 PORTA_testi.indd 97 16/03/11 11:43 peccador,onvera,lՏscorlacoo,onLՏ 65 nagottcuntetch!Ma devott?inscmammatoadestaavessEl venterstoperSignor,Ah denter,deportaathaChe parturitt,delinavuuhoochedolorquijPer 70 boritt,stipertett,stipercoo,stoPer portaathanchebrascstiperman,stiPer nudregaa,eFassaa pietaa...!pietaa,abbiapreghi,teSignor, leeperamordegradonalՏcheCrist,Ges 75 cognoss,deimpossibillՏterrainChe indreefinalassacheamoronlՏChe ross,vinal12BazzerelghavevachelQuell oeucc,ipalpaellengua,labottonbiassaEl poooncarezzaseEl 80 coo,elfregaelbarbozz,delpontaLa Veramentdis:elpoeE ascoltddovessseefada,lՏleggLa giustiziamiaallaDom tormentgranalcondannallDovarev 85 uno scavezzacollo, vero, un peccatore, ma suvvia! non consideri per niente lesser stato devoto a tua mamma? Ah Signore, per questo ventre che tha portato dentro, per quei dolori che ho avuto nel partorirti, per questo capo, per queste mammelle, per questi capezzoli, per queste mani, per queste braccia che thanno portato, fasciato e nutrito, Signore, ti prego, abbi piet, piet...!. Ges Cristo, che prova per lei un grado di amore che in terra impossibile conoscere, un amore che supera perfino quello che aveva il Bazzeri per il vino rosso, biascica un momento la lingua, sbatte gli occhi, si carezza un po la punta del mento, si gratta il capo, e poi dice: Veramente la legge fatta, e se dovessi dare ascolto soltanto alla mia giustizia dovrei condannarlo al gran tormento Grossi,TommasodaancheconosciutoePortacasadiamicoeMedico12 cerchianellanotoeradue,itraintercorsa1819delletteraunaincitato Bazzeridottorcelebrenostro(ilvinoilamavaquantoperamicidegli vino).dibrentaunasanguedigocciaunadiprezzoilchediresoleva 98 PORTA_testi.indd 98 16/03/11 11:43 volt.mdelvistaladeprivvessDe adess...perbastaMa rincressmecheperQuellVedaremm... mort,giamessendche,LՏ fort.tropppooonlՏsalvavegheldeLimpegn vistebellhoogiustalla...,perostant,Non mentdivinalaCon attent.l,Zittomezz...deoncheghՏnoChe Crist,Gesmcoss,tuttdepatronM brascmdonmoeuvcolChe spettasc,intuccfavPoss maistaadivinasoavesspercheM sudaa,sonchedeleccinpissPoss chchestanemachevujeComandi momentsulincorpsdelintornaLa dent,lՏcheappenaE, confessor,donmaninmettaselaChe ventiquattror.domtempdoogheCh affettuostuttvoltaseelDopo MariaVerginAlla vperfaahoochepurCrediidis:gheelE mincionariaQuella p.farevlanonpadermperChe Tron,iAnger,iSant,iIddio,Scompar poltronna,laMadonna,lanivol,I 90 95 100 105 110 di essere privato della vista del mio volto [della grazia]. Ma basta per adesso... Vedremo... Quello per che mi rincresce che, essendo gi morto, limpegno di salvarlo un po troppo forte. Nonostante, per aggiustarla..., ho gi visto con la divina mente che non cՏ che un mezzo... Zitto l, attento. Io, padrone di ogni cosa, io Ges Cristo, che con un movimento del mio braccio posso farvi tutti poltiglia, io che per esser sua divina maest posso pisciare nel letto e dire daver sudato, comando e voglio che questanima torni nel suo corpo allistante e, appena vi dentro, si metta in mano a un confessore, ch le do tempo soltanto ventiquattrore. Dopodich si volta tutto affettuoso alla Vergine Maria e le dice: Credete pure che ho fatto per voi quella minchioneria [sciocchezza] che non rifarei per mio padre. Scompare Iddio, i Santi, gli Angeli, i Troni, le nuvole, la Madonna, la poltrona, 99 PORTA_testi.indd 99 16/03/11 11:43 Dominazion,iMichee,santbalanz,I ritornalagiovendellanemaE confession.lafacorpsdelIn cornaigrattandcheDiavol,ellResta ciodderobbadisEl Custod,allAngiorAdree bolgironnagiustiziadetrattaelE divina,giustiziaLa asseenavevaellupercheConcludend mattina,esiraservillastruziassDe donna,donamoinndajQuand Ges,fusschelSibben lu.anchbevamenlassavaseEl verasarlafranchchestistoria,Cont 13 ,Praa FioriialsorascrittalՏPerchmanerasoalaghՏchepretidVoeuren partii,duudicavallasettassDe provistlՏnegoziselcheIdest Crist.GesdepietaaebontaadeAnch 115 120 125 le bilance, san Michele, le Dominazioni, lanima del giovane ritorna nel suo corpo a fare la confessione. Resta l il Diavolo, che grattandosi le corna dice roba da chiodi [contumelie irripetibili] allAngelo Custode, e tratta da giustizia buggiarona la giustizia divina, concludendo che per conto suo ne aveva abbastanza di sciuparsi a servirlo sera e mattina, quando dalle moine duna donna, nonostante fosse Ges, si lasciava anche lui menare a bere [raggira , i FioritoPrato re]. Con questa storia, che certo sar vera perch scritta nel preti voglion dire che cՏ la maniera di porsi a cavallo di due partiti, cio che il loro negozio [la Chiesa] provvisto anche della bont e piet di Ges Cristo. gli che Prato fiorito quel fonte, la esplicitamente qui dichiara Porta 13 .Fraa Diodattilancheispirer 100 PORTA_testi.indd 100 16/03/11 11:43 27 Anche lavventura di Fra Diodatt che sfida le leggi della fisica ispirata a On ,delsecentescoBallardini,comefioritoPrato Portadallaletturadel miracol, e andr datato anchesso fra il 1813 e la prima met del 1814. Apparve a stampa per la prima volta nelledizione Grossi ma mutilo delle ultime due sestine, che furono ripristinate nelledizione luganese. DIODATTFRAA guardian,TolosadeDiodattFraa zoccolott,di1definitorAnzi fabriandelpeselAmalastant trippott,deroeudainbrazzacinqudeE lariinsospesnoccituttstavaEl lampedari.dongustsulinorParicc 6 sstavacheldintenddoomeCiov, rampon,quajoasa,quajataccaaMinga luperdelubandonaa,estes,inMa savon.colfaagemmisaravCome mia,cingrosssaravchelMiracol cojonaria.onalՏsantdiincheMa 12 FraAdeodatodiTolosaguardiano[priore],anzide-ADEODATO FRATE finitore degli zoccolanti, nonostante il peso del fabriano [deretano] e di cinque braccia in ruota [in cerchio] di trippotte, stava tutte le notti sospeso in aria, parecchie ore, al modo di un lampadario. | Cio, mi do dintendere che non stava su mica attaccato a qualche anello o a qualche rampone, ma in estasi, abbandonato, lui da solo, come le bolle fatte col sapone. Miracolo che sarebbe grosso in casa mia, ma che per i santi una coglioneria. | 12.nota24,cfr. definitor Per1 101 PORTA_testi.indd 101 16/03/11 11:43 dellestaa,sirabellaonaOra DiodattfraadevotamentCantand fraa,oltercojcrinvespersEl trattdonintuttvolzassavistsՏEl cerinoncontbellbellssandaE busecchin.onscisciasselcomeMostos toccachellasquaslՏquands,esE bott;onlstelbrasc,icontsoffittEl limboccapoeegirivoeulta,onafaEl nagott;sconfenestronbravoOn cuu,elpooonsterzacoo,elsbassabrasc,iMolla avuu.nhaavuuhachiball,difoeurafrtE serennaallatrppaintuccfraaiFoeura Reverenza,SoadevolelvedA malappennarivencorren,quantperMa, carsenza;donagrandppocchvedellA duuominuttonmancatardenSe cuu.delbusdelgrandpnientvedenEl doman,eincoeude2coppdelloraPassa mes,onpassasettimana,onaPassa 18 24 30 Ora, una bella sera destate, fra Adeodato, cantando devotamente il suo vespro in coro con gli altri frati, si visto alzarsi tutto dun tratto e andare su su, bel bello, con una cera [espressione del viso] mostosa come se ciucciasse un sanguinaccio. | E su e su, quando quasi l che tocca il soffitto con le braccia, rimane fermo un attimo; fa una giravolta e poi imbocca un bravo finestrone con su niente [completamente aperto]; molla le braccia, abbassa la testa, sterza un poco il culo, e via fuori dalle balle, chi ha avuto ha avuto. | Fuori i frati [corrono] tutti in truppa allaria aperta a vedere il volo di Sua Riverenza ma, per quanto corrano, arrivano a malapena a vederlo poco pi grande duna focaccia; se tardano ancora un minuto o due non lo vedono pi grande di un buco del culo. | Passa lora del coppo [tegola] di oggi e di domani, passa una settimana, passa un mese, veni-frati iconventi nei poich pranzo, del lora era Lora del copp 2 ).copp(tegolaunasubattendodesinareperraccoltaachiamativano 102 PORTA_testi.indd 102 16/03/11 11:43 guardianelelann,chlՏManeman spes;digistamancaseguitaEl ariperoeucccojbottognifraaiResten dellordinari.pusseecojoneLocch persuasfudessenquantperPerch, bon,desantfudesselDiodattsChel casschelparevaghequestperNanch donassension;quellmingafudessEl 3Enocch,fusschelnanchdiseven,Cazzo, marzocch!quellMadonnalao4Elia sorprendentdefaapoecosshalCazzo, 5Franzesch?santdefinlameritassPer convent?elludecavaanhautilChe fresch!stavems!cercott,ighevanoSe vidituccsquasmortchhinpassaalannS: polid!bevvorevemluastavaSe veduuhanpoeQuandvedar...seBasta, matt,deonoperalevaspecciallelChe 36 42 48 quasi quasi qui [ passato] lanno e il guardiano continua ancora a stare gi dalle spese [a essere assente]; i frati ogni momento restano con gli occhi in aria, allocchi [scimuniti] e coglioni pi dellordinario. | Perch, per quanto fossero persuasi che il loro Adeodato fosse santo davvero, neanche per questo gli pareva che il suo caso fosse quello dunascensione; Cazzo, dicevano neanche fosse Enoch, Elia o la Madonna, quel babbeo! | Cazzo, cosa ha potuto fare di sorprendente per meritarsi la fine di san Francesco? Che utile ne ha ricavato da lui il convento? Se non avevamo i [frati] questuanti, s! Stavamo freschi! S: lanno passato che son morte quasi tutte le viti, se fosse stato per lui avremmo bevuto per bene! | Basta, si vedr.... Quando poi han visto che aspettarlo era unopera da matti, Dio.darapitopatriarcailGenesiIn3 tempesta.unadurantefuoco,dicarrounsucieloalascesoProfeta4 popo-voceunaraccontaХchePaoladiFrancescosanariferiscesiPorta5 Maria.oGesnominaresentirsoloalestasiinterradasollevavasiХlare 103 PORTA_testi.indd 103 16/03/11 11:43 6bottoruupguardianolteronfaaHan Diodatt,dedoppialgrevpusseeE fenestronaiferradbonndimissHan patron.bonlՏluanchsgorvoeurselE FondatorSantodelintantgloriaA decrettonfaalhaGeneralPaderEl descordovesssennovolstodeChe interdett,escomunegadepennaSott Diodatt,aquantd,aasseelevacheE beatt.digloriaallapassaalՏChe casstosentiiann,dodescentlDe cristian,siisegessdelresteeE passantainscennandfraaicheIntant can,onfussghemondalchepensavenNo conventdelportalainverssentSe scampanellament.malarbettoOn taston,amezzportineefraaelCorr sonna,chequellepressalaBestemmiand spiondelboeuccdajvistdavdopoE pattonna,allaparevaelofraa,onlevaChe 54 60 66 hanno fatto guardiano un altro pi corpulento e pesante il doppio di Adeodato, hanno messo delle buone inferriate ai finestroni, e se vuole volare anche lui ne ben padrone. | A gloria intanto del Santo Fondatore, il Padre Generale ha fatto un decreto che di questo volo non se ne dovesse discorrere, sotto pena di scomunica e interdetto, e che era sufficiente dire, quanto ad Adeodato, che passato alla gloria dei beati. | Da l a centododici anni, sentite questo caso e rimanete l di gesso se siete cristiani, intanto che i frati cenando in santa pace non pensavano che ci fosse un cane, si sente verso la porta del convento un maledetto scampanellamento. | Corre il frate portinaio, mezzo a tastoni, bestemmiando la fretta e quello che suona, e dopo aver visto dai buchi dello spioncino che era un frate, che lo pareva dalla tonaca, botte.diformaacio,abbottatoӥsignificaBottoruu6 104 PORTA_testi.indd 104 16/03/11 11:43 muj!deRazzadis,el,Benedicite cattabuj?tantfdefasoeuiScioppa 72 inviaseellequell,respond,Pax vobis refettori;alavertAmalappenna cria,ellolterfal,cossaferma,Pian, responsoriolterfaghsenzaquellMa portineechelmoeuddepass,elslongaEl 7dedree.naseldaghpelvoeultastaPar 78 ostariaquajinimbattuumaisiiVe pissastaavessdopolussfallA compagniatuttoltraamezzinandE lazz?demezzbottonicontCantand adessperchepocchapresscuntfeeBen: listess.siaelrefettoridelcasEl 84 incantaachepescstucch,defraaiResten croeuccsdelvundenanzltrovassA spaventaaesporchfilaper,aTutt doeucc,spannamezzaintornagiraChel lpientenchestucchdetantrestenE d.tuttlՏchebev,deemangideFin 90 Benedicite dice. Razza di muli! Scoppiano i fagioli da fare tanto bacca rispondequello,esiavvia,appenaaperto,versoilrefetto-vobisPaxno? | rio; Piano, ferma, cosa fa? grida laltro, ma quello senza nemmeno rispondergli allunga il passo, di modo che il portinaio per questa volta pu restare servito. | Vi mai capitato, in una qualche osteria, di sbagliare luscio dopo essere stato a pisciare e andare [a finire] in mezzo a tuttaltra compagnia cantando con i bottoni [della patta] mezzi slacciati? Bene: fate conto pressa poco che per adesso il caso del refettorio sia lo stesso. | I frati restano di stucco, peggio che incantati a trovarsi l davanti uno del loro crocchio tutto a brandelli, sporco e spaventato che gira intorno mezza spanna docchi [uno sguardo spaventato], e restano tanto di stucco che piantano l perfino di mangiare e di bere, che tutto dire. | popo-modo,dietroӥnasoildargliletteralmente,Daghelnasdedree7 nutrita.stimapocalaoricevutaattenzionescarsalasignificaredilare 105 PORTA_testi.indd 105 16/03/11 11:43 DiavolelcredendelguardianEl siramalaonapassfaghvoeubbiaChel tavoldelpeeinmejallaRampghes liramilladecoracconcontlE personnainDomineghsantfusselCome coronna.collacrosonbellongiTrnciegh cristian,ditremendDiodelnommInE: sord!elmingafaseet?chidis,gheelParla, guardian,elsontrespond,ellul,quellPer balord...tantsentimesoo...nomMa arentinscchsevachefussnolseChe convent.elfallaadavsquasCredarev matt,onlՏchedajtucc,ssbraggendaj,Daj foeura.dagacheldenanzlighell,Fermell, Diodatt,fraasontrepia,ellul,Alto boefoeura,becchifraaslongheeveNo sgorfamecheDioquellPerch 8c!denoeuvafranchdeldarveEl MariaGianfraaguardianelfortunaPer conventquelldefraanorantatriiDi 96 102 108 Il guardiano credendolo il Diavolo che voglia far passare una malasera, si arrampica alla meglio in piedi al tavolo e l, con un coraggio da mille libre [enorme] come se fosse san Domenico in persona, gli trincia gi un bel crocione [un segno della croce] con la corona [del rosario]. | E: In nome del Dio tremendo dei cristiani, parla, gli dice chi sei? Non fare il sordo!. Se per questo gli risponde sono il guardiano, ma non lo so... mi sento tanto balordo... se non fosse che ero qui vicino, crederei quasi daver sbagliato il convento. | Dagli!, dagli! urlano tutti dagli che un matto! fermalo! legalo! prima che dia fuori! Alto l, risponde quello sono frate Adeodato, non vi allungate [non mi toccate] frati becchi e coglioni, perch quel Dio che mi fa volare vi dar una buona lezione! | Per fortuna, fra Gian Maria, il guardiano dei novantatr frati di quel convento idioma-modo,casaӥdinotiziabuonadare,D franch noeuva de c8 lezione.buonaunadaredireditico 106 PORTA_testi.indd 106 16/03/11 11:43 libraria,instaafusscheluneghLeva mentlainvegnuughՏfortunaperE occasionqualsoonoinleggiuuDav carton.onsuscrittDiodattfraadevolDon 114 memorialainmejtirndeselE leggiuu,fattdeltajainterrogaleEl listoriatuttalsquittagheelluE creduuavendche,capisssequalDalla grassa,fallaamezzoraestesinstaaDess passa.eagndodescentstaaghevaEl 120 impressanchepescgenoeuggintuccfraaiGi sfris:onfaadaveghperdondomandaghA confessa,seelscenna,elperdonna,gheelLu paradis,intornaelmoeur,eldorma,El lanniversarifanenmemoriainfraaiE dellordinari.pdepittanzdCon 126 percommperchelsavmvoriiSe mezzora,onaparsghhinanndodesCent ComminstampaaPrato FioritoelCiappee Frora;talondaquindescentsesmillaDel troeuvasesettantacinqudusentfoeujaL noeuva.semperparchefrustacossaSta 132 era lunico che fosse stato in libreria [biblioteca], e per fortuna gli venuto in mente daver letto in non so quale occasione dun volo di fra Adeodato scritto su un cartone [copertina di libro]. | E schiarendoselo meglio nella memoria, lo interroga a puntino sul fatto letto, e lui gli squacchera l tutta la storia dalla quale si capisce che, avendo creduto dessere stato in estasi mezzora a farla grossa [a dir tanto], cera stato centododici anni e passa. | Gi i frati tutti in ginocchio, pi che in fretta, a domandargli perdono davergli fatto un graffio: lui li perdona, cena, si confessa, dorme, muore, torna in paradiso, e i frati gli celebrano lanniversario con due pietanze pi dellordinario. | Se volete ora sapere il per Prato cheilpercomecentododicianniglisonparsiunamezzora,prendeteil fiorito stampato a Como nel milleseicentoquindici da un tale Frora; al foglio duecentosettantacinque si trova questa cosa frusta che pare sempre nuova. | 107 PORTA_testi.indd 107 16/03/11 11:43 ReverenzaSoastandcomevedseL eterna,cossdicontemplaziongranIn comenzachesalmodelversdelMassem Et mille anni tamquam dies hesterna,9 innamorava,cheuselloncomparsGhՏ calava.ghepocchumanlevanoseChe 138 dattrazionforzapercomeStusell, ditt:vhoodovetiraalhachelluLՏ canzonquellaziffolaaghhacheLu foghitt;icomeagncentipassfaChe belldecossquajgoduulhaseInfin dellusell.graziainstaalՏcheCredimm 144 L si vede come, stando Sua Riverenza in gran contemplazione delle cose eter diestamquamannimilleEt ne, massime del verso del salmo che comincia hesterna, gli comparso un uccello che innamorava, che se non era umano poco ci mancava. | Questo uccello, come per forza dattrazione, lui che lha tirato dove vi ho detto: lui che ha zufolato quella canzone che fa passare i centanni come razzi; infine se ha goduto qualcosa di bello, credetemi che stato in grazia delluccello. ieri.ӥdigiornoilcometuoi)occhi(aglisonoannimilleE9 108 PORTA_testi.indd 108 16/03/11 11:43 28 A giudizio di Isella, il sonetto fu composto fra gli anni 1814 e 1817. Questa stoccata contro la presunzione francese usc, per la prima volta, nelledizione Cherubini. sanguanon!ma1:chez-nousstocontdajE Franza,incuccagnagranstaghhachelSubet cojondifoeuraandatantvaGhe bondanza?stagodellaacatornaE 4 stattenzion,usaneselnun,aquantIn regordanzagratadecontrassegnIn tabellondelgisubetscassemEl creanza.senzaporchdieballossDi 8 finapreghemchelvujvarda,chelAnzi, carivaelquandolterfnoDe mattina.esiranundemaaparlChe 11 lusingasspodaravemalmanchInsc tr,adandeghfinalment,pariccChe seccass.adandsitelBarattassen 14 E dagli con questo chez-nous: ma perdio! Visto che ha questa gran cuccagna in Francia, ci vuol tanto ad andare fuori dai coglioni e a tornare a casa a goderla questa abbondanza? | In quanto a noi, se lei ci usa questa attenzione, in contrassegno [come contropartita] di grata ricordanza la cassiamo subito dal tabellone dei furbi e dei porci senza creanza. | Anzi, guardi, voglio che la preghiamo di non fare altro, quando arriva a casa, che parlare male di noi sera e mattina. | Cos almeno potremmo lusingarci che parecchi finalmente, dandole retta, barattassero [cambiassero] il luogo dove andare a seccarsi. ed nostra) casa a Francia, in (ossia noiӥda significa Chez-nous 1 confronta-che francesi soldati nei frequentissimo intercalare un era deni-per ovviamente dOltralpe, quelle con milanesi novit levano Porta.sensibilmenteinnervosiredileffettoavevacieprime,legrare 109 PORTA_testi.indd 109 16/03/11 11:43 29 Secondo e maggior tempo delle disavventure del personaggio gi pro . L tiranneggiato BongeeGiovannindeDesgrazzitagonista delle da un milite straniero, qui, in un racconto di grande respiro, vessato dalla faziosit complice di pubblici funzionari. Riferimenti interni e riscontri con le stagioni del Teatro alla Scala permettono di datare il testo tra la fine del 1813 e linizio del 1814. Fu stampato per la prima volta nelledizione Cherubini. BONGEEGIOVANNINDEDESGRAZZIOLTER scior,Lustrissemdeslippaa,nassseQuand tuttuna,lՏchcoeur,eltoeussinutelLՏ donorpontnfadighnpghՏNo fortuna.fdecasinmettpodaChe traditor,debottiadossVegnen vuna,stoeunndeforniinancashaN adreetaccasenghequellademanchinChe mortee.desalvaonacomevottSett, momentquelldeinnassuuparicheM travaj,granpicreaalhaSignorChel dentdedoloreldasaravCome 4 8 Quandosinascescalo-BONGERI GIOVANNINO DI DISGRAZIE ALTRE gnati, illustrissimo signore, inutile prendersela a cuore, che tuttuno, non ci sono n fatiche n punto donore che possa mettere il caso di far fortuna. Le batoste capitano a tradimento e non si ha nemmeno il tempo di buscarne una, che in men che meno [in un attimo] se ne attaccano sette, otto, come una salva di mortaretti. | Io che paio nato in quel momento che il Signore ha creato i pi grandi travagli, come sarebbe a dire il mal di denti 110 PORTA_testi.indd 110 16/03/11 11:43 strappaj,per1LellasurcaroquellE 12 azzidenttantidmeeaiprovaagiHoo cuntaj,asecolonvorravgheChe 2lasciafornaspeccimenochemoeudDe spettascia.mechecoosulincoppquajonChe 16 vunsontmsesaelVussustrissema quarell,faavoltainvanchequijDe nessunghՏnomortpoveraigraziaCh cavell;onstorgiuudaveghcusammpChe 20 quajghedun,trarogndighՏquandAnzi, vell,elficchigineralaRegola cialldegustonpermingavujnoCh fall.inreffelstoeo3peltrerainAnd 24 cojon,defmeltuttconEppur drizz,larepombidepbonmCol e quel caro signor Lella per strapparli, ho gi provato, ai miei giorni [alla mia et], tanti accidenti che ci vorrebbe un secolo a contarli, di modo che non mi aspetto altro, per completare lopera, che mi cada un coppo [tegola] in testa che mi spiaccichi. | Vossignoria illustrissima, lo sa se io sono uno di quelli che vanno in giro a fare querele [attaccare briga] ch grazie ai poveri morti non cՏ nessuno che pu accusarmi davergli torto un capello: anzi, quando ci sono rogne tra qualcuno, io per regola generale spiego le vele [mi allontano], ch non voglio mica per gusto da scemo [eccesso di zelo] andare sulla peltriera o prendere il refe per sbaglio [prendere un sacco di botte]. | Eppure con tutto il mio fare da coglione [far finta di niente], col mio buon piede di piombo [comportamento prudente] e il rigare dritto, per-ecoseindicanoommdelellaerobbdelella(spregiativoNomignolo1 Bonel-Domenico dentista il cela si cui dietro valore) nessun di sone 4056 numero Figini dei Coperto nel studio suo il aveva quale il la, primo-delonoreinvisioneӥnellaanchericordanesePorta(Isella); 60).v.63,1;v.57,(cfr.pretdiGuerranellaeLittagenito varian-unaforncui(dicomplasciadiredimodoilriportaCherubini2 sacco.ilcolmareochecchessiaӥacompimentodarsignificachete) milanesi,cucinenellecui,supalchettoilproprio,sensoin,Peltrera3 lavalefiguratosensoincasa;dipeltriiostoviglieleespostevengono testi-iedrej, isiedonogiudizjpubblicineեqualelasoprascalinata Porta.annotacomemoni, 111 PORTA_testi.indd 111 16/03/11 11:43 birbondquelinnassuusontperchGiust pastizz;quajindentborlibottOgni 28 reson,tantfachstsenzapoe,E sgrizzonflemmaghhaelVussustrissemSe adess,occorsmՏchevoeunacuntiGhen gess.deproppirestfarleChel 32 famestriiPromettielvedperQuand MilantuttScaraallacorrevaEl scidaeldetrppagivegnevenE lontan,miatantedeforasteeI 36 lessboeugnavapostciapppercheTant man,inmezzegorainmezzdisnCol spuellstoetrusciastatuttaVedend vedell.aanddemanchressoltsontMe 40 ciar,coeureldapremeva,merestelOltra donna,laancamoeudquajinsattisfDe 4paracarcolscappuscquelldopoChe dragonna.laedavveracooelgimissLha 44 carghevalaleeancaPoverascia, nonna,soadellavesinonvedaDand proprio perch sono nato in quel giorno birbone, ogni tanto cado in qualche pasticcio: e poi, senza star qui a fare tante ragioni [lunghi discorsi], se vossignoria illustrissima ha pazienza un briciolo, glie ne conto una che mi capitata adesso e che la far rimanere di gesso. | Quando per veder il Prometeo tre mesi fa correva alla Scala tutta Milano e venivano gi a truppe [in folla], di l e di qua, forestieri di tante miglia lontano, tanto che per prendere posto bisognava essere l col pranzo mezzo in gola e mezzo in mano, vedendo tutta questa scalmana e questo putiferio mi sono risolto anchio di andarlo a vedere. | Oltre al resto mi premeva, a dirla col cuore, di soddisfare in qualche modo anche la donna, che dopo quella scappatella col paracarro [francese] ha messo gi la testa [si comporta a modo] e lavora come un drago. Poveraccia, anche lei aveva caro [aveva desiderio] di andare a vedere un vicino di sua nonna, Paracar 30 sonetto il anche (cfr. francesi aiaffibbiato Soprannome 4 che scappee de Lombardia). 112 PORTA_testi.indd 112 16/03/11 11:43 5pollinoncomevestiichequelllՏChe ballarin.primmelsbeccaLandava 48 sant,ituttdedbellelIntrattanta tr,dilorainversdottrinniDopo marciant,deariaindonnalaCiappi reduucomeduuetuttcontentE 52 dincantbenScaraallainviemSe pdelprimmiperpostemselE lobbiondelsaradaportaDella alluscion.pondaacuubravonosterCol 56 cinquoriquatter,ipassatr,iPassa 6pasquee,eltuttpersonndeimpienissSe descor,chigingina,chimangia,Chi scocchee,elfachirid,chiziffolla,Chi 60 sussorfaepissalascoldaseChi soree,delimpresaridicontraA grassa,fanecomedsoeuigodenChe 7cassa.laperpubbleghelnancaghhannoE 64 che quello che, vestito come un tacchino, andava a beccare il primo ballerino. | Cos, proprio nel giorno di Tutti i Santi, dopo la dottrina [il catechismo], verso le tre, prendo la donna con aria trionfante, e contenti tutti e due come due re ci avviamo, che un incanto, alla Scala e l ci appoggiamo per primi ai piedi della porta chiusa del loggione col nostro bravo culo appoggiato alluscione. | Passano le tre, passano le quattro, le cinque e si riempie di persone tutta la piazzetta, chi mangia, chi fa il galante, chi discorre, chi zufola, chi ride, chi fa lo spiritoso, chi si spazientisce e strepita contro gli impresari della piccionaia, che si godono i loro comodi e singrassano e non tengono il pubblico nemmeno nel sedere. | ascende che Giove di allavvoltoio ironicamente allude tacchino Il 5 Caucaso.delrupialleincatenatoPrometeodifegatoilbeccare era Medioevo, il durante che, chiese delle sagrato il era Pasquee Il 6 teatroalfrontedispiazzoloquipubblico;pascoloaladibitaunarea 182).v.62,139;v.40,(cfr. im-aappaltoindatoerabigliettideivenditadiservizioilAllepoca7 considera-nessunaintenevanonon,Giovanninlamentache,presari ossiatortire, percassa,cassa del tart lacassaLapubblico.ilzione 452).v.47,(cfr.deretanoil 113 PORTA_testi.indd 113 16/03/11 11:43 finalmentpoespeccidefuriaaMa lizonon,stilorancavoltraSolten plazidamentfiscaieurlaaimezzinChe button,cojcalcheraladervenSe 68 darentbenbenlrivenmequandE lampioncoleciavicontdenanzQuell venterelsgombettameelgraziatuttaCon denter.dandsemmfourt!Allon,dis:meelE 72 dur,tegnevatantetantperM solladonantalusclevacheintrMa mur,alattacchcantonindervissDe folla,lacressladervissdelincheintrE 76 scuralltranmebottonatuttZonfeta! mollatiraalallantaapposgiugA post,primmsciavomiee,sciavocheTant cost.isalvalՏcieldelgraziaOna 80 veraparselLustrissem,varda,chelMa m,acosstusssuzzeddamabbaChe leggiera,plaanmlՏquestaEppur sent.voeurseladesssentirComel 84 8capponeradeliberaaAppenna Ma, a furia di aspettare, poi finalmente saltan fuori anche loro, questi ciondoloni, che in mezzo alle urla e ai fischi, placidamente, si aprono la calca con gli spintoni e quando mi arrivano ben vicino, quello davanti con le chiavi e col lampione, con tutta grazia mi sgomita in pancia e mi dice: Al , se dobbiamo entrare!. | Io per tanto e tanto tenevo duro ma, fort! lons, tra che luscio era a unanta sola da aprirsi in un angolo contro il muro, tra che nellaprire la folla cresce [spinge sempre di pi], zonfete!, tutto a un tratto mi buttano l, allo scuro, dietro lanta a giocare a tira e molla, tanto che ciao moglie!, ciao primi posti!, gi una grazia del cielo salvare le costole. | Ma, guardi, illustrissimo, se non pare vero che debbano capitare tutte a me, eppure questa ancora la pi leggera, come sentir adesso se vuole stare a sentire. Appena liberato dalla capponaia [costrizione], 1.nota4,cfr.,capponeraPer8 114 PORTA_testi.indd 114 16/03/11 11:43 ldeechdetuttperintornaVardi descor,dess!maBarborin,cercPer Signor.elsalelՏ,doveinutel!LՏ 88 daneesenzam,senzaBarborin cognossess,letampocchchecanonSenza leeperdescaramitaaasLeva fudess.selamondcheinsavSenza 92 indree,ninnanznandpodevalaNo 9pess,delvagheinnanzandperPerch l,orquijasolla,indreetornperE 10ghha.lanocheindosscarnamanchvaGhe 96 fenitiva,allamancasvooBasta, desgrazzi,nostdipartdemmseincontrem,Se riva,chegentlaspallnostaipooonridFemm dazzi,elpagheminnanz,marcempoeE 100 pivaarivemdis!sequandved,aE spazzideasseetantetanttrovDe competent,loeughinduututtgisettassDe arent.almancamasegur,11cusiipooOn 104 mi guardo attorno dappertutto, di qua e di l, per cercare Barberina, ma adesso! un bel dire, inutile!, dove sia lo sa il Signore. | Barberina senza me, senza soldi, senza un cane che tanto o poco la conosca, era su a met scala, da sola, senza sapere in che mondo fosse. Non poteva andare n avanti n indietro, perch per andare avanti ci vuole del denaro, e per tornare indietro sola, a quelle ore [della sera], ci vuole meno carne indosso di quella che non ha. | Basta, vado su anchio in definitiva, ci incontriamo, ci mettiamo a parte [ci raccontiamo] delle nostre disgrazie, facciamo ridere un po alle nostre spalle la gente che arriva, e poi andiamo avanti, paghiamo il dazio [il biglietto], e quanto a vedere, quando si dice!, troviamo a malapena poco spazio ma sufficiente per sederci entrambi in un luogo conveniente, un po stretti magari, ma almeno vicini. | pilla,ghelter,pescuzzi,ciovitt,cosdenaro,disinonimopess[...]9 (Porta).similiȥepioldifarina,manteca, Barberina.difemminiligrazieevidentiLe10 altri.agliuniglistrettivicini,sedutivalequicuciti,significaCusii11 115 PORTA_testi.indd 115 16/03/11 11:43 ziffolin,cojgent,lacheintrattantL via,spassense,soneecolpest,Col ballintaccasmorbi,acomenzaSe cottaria.dearentpusseechՏquijCon Barborin,laleeaflassachOh mia,sialachedadpermingaChe, sort,deancabuffonalՏcheintrMa mort.iridfaravlagi:inutelLՏ mattoccastasentillaBesognava rid.delcrepperdellopratempIn pocca!quelladeanchpursdittnhaLa polidtantvoeunadittnhaolteriTra 12quelloccadespettacolquelldeContra inivid,inscesbergnadeinsccantaCha ballarinnaprimalafusslacheChanch 13toninna.faanՏsesiratuttaPer mperchcorno,onsiratuttaS! sort,onaatuttspassituccFornissen 108 112 116 120 L, intanto che la gente, coi fischietti, col pestare [far rumore con i piedi sul piancito], col gridare: Suonate!, se la spassa, si comincia a scherzare, ad attaccare discorso con quelli che sono pi vicini di compagnia [fr. coterie]. Oh qui, a lasciar fare a lei, alla Barberina che, non lo dico perch mia moglie, ma buffona anche per natura, ed inutile, gi: farebbe ridere anche i morti. | Bisognava sentirla questa mattacchiona, durante lopera, per crepare dal ridere. [Quante] ne ha dette su da quella bocca! Tra le altre ne ha detta una tanto pulita contro lo spettacolo di quelloca che canta cos per dispetto e da svogliata che, seppure fosse la prima ballerina, per tutta la sera la si fatta a pezzi. | S! tutta sera un corno, che per me tutti gli spassi finiscono in un modo, atteggiamen-suodelpropositoae,CorreaLorenzaeracantanteLa12 la veramente stanc stagione: quella in che nota Porta scena, in to farper cantassepareva sera alcuna quale alpubblico,del sofferenza dispetto.farperalcunaltraegrazia, faabriciole,inridottatonnodicarnelaconfattosalameilToninna13 218).v.32,(cfr.sbriciolareӥpezzi,afaresignificatoninna 116 PORTA_testi.indd 116 16/03/11 11:43 donpasingodariviquandAnzi mort,depuntdelmejoramentverelLՏ 124 sbottdebrusainlՏchedvoeurChel contrafort,desegondcolmalannOn guarnizion,dequartonefoeudra,deterzonE stoccasion.insuzzessgiustmՏCome 128 strasordenari,ridstodopoDeffatt 14duvismeraballdelbonpsulQuand lari,persnivercojmanchvessDe paradisinspassaandaveddeE 132 reliquiarisoeudiinsantiTucc cornis,allaintornapizzlumittCoj sguagnonstrlaBarborintrattonaTutt compagn.elsentuumaichhooforteguzzTant 136 despresiosonchelՏeel,nocheCheel, dedreerefilaaghavevateEl rabbios.pezzigononbiottcuuaProppi indree,voltimesanguanon,allora,M 140 besiosebrascadeoeuccduuconE lampedee,onaepomperonamotriainVardi anzi, quando arrivo a godere in pace un giorno proprio il miglioramento del punto di morte, che vuol dire che l l per sbottare un malanno, col secondo di contrafforte, un terzo di fodera, e un quarto di guarnizione, come mՏ giusto accaduto in questa occasione. | Infatti dopo questo ridere straordinario, quando sul pi bello del ballo mi sembrava dessere anchio con le nuvole nellaria [spensierato], e di vedere tutti i santi in paradiso andare a spasso nei loro reliquiari, coi lumini accesi allinterno della cornice, tutto a un tratto Barberina caccia fuori un urlo tanto acuto e forte che non ne ho mai sentito uno compagno [simile]. | Che che non , che un dispettoso gli aveva rifilato proprio sul culo nudo un pizzicotto rabbioso. Io allora, sangue del demonio, mi volto indietro e con due occhi infuocati e pungenti guardo in faccia un pompiere e un lampionaio Sembrare Parere. .divis osav duvis ovess frasi nelle usata Voce 14 226).v.,La Prineide9;v.42.10,(cfr.(Cherubini) 117 PORTA_testi.indd 117 16/03/11 11:43 cognossanchvorrevCristo,PerDisend: coss!desortstafacheporchQuellasen 144 dIndian,fanlampedeecolParicc moment,sulinscoldalesesoldaaelMa Tasi l can,dis:elepugnondmeEl 15Che te fotto in platea, saprament! 148 16bressanazzalindonpescsontcheM dentstrusammappennafoeughtacchiChe manchprepotentdevoslaVolzi t!sarettecanOnrespondi:gheE 152 marmotton,repia,el,Vien de fora Che te la dar m, mummia dEgitto. cojon,didighi,foeura,vegnChe politto.parlachancainsegnarooTe 156 lobbionsulindapertuttIntrattant Silans!... Abbasso!... Citto!chesentseNo s,rebuttonandemgiudeeelluE lu.anchcittosbraggiaeltrov!pSe 160 e dico: Per Cristo, vorrei anche conoscere quellasino porco che fa questa sorta di cose!. | Parecchi fanno gli indiani col lampionaio ma il soldato [il pompiere] si scalda [si arrabbia] in un momento, mi d un pugno e dice: Taci l cane, che ti fotto in platea, sacramento!. Io che sono peggio di un acciarino bresciano, che prendo fuoco appena a strofinarmi, alzo la voce da prepotente anchio e gli rispondo: Un cane sarai tu!. | Vieni fuori, risponde marmottone [imbecille], che te la dar io [la lezione], mummia dEgitto. Che venire fuori dico dai coglioni, te lo insegner anche qui a parlare pulito. Nel frattempo dappertutto sul loggione non si sente che Silenzio!..., Abbasso!..., Zitti!. E lui, il giudeo, spintonandomi in su, si pu trovarne? [di gente cos], grida zitto! anche lui. | maitaliano,soldatoundilinguaggioilchenotavaSalvioniGi15 Lombardia la tra unarea [di] ipotizzare potrebbe si milanese; non (Bezzola).occidentaleȥVenetoileorientale dalfinfamosieranobresciane armerienelleprodotti acciariniGli16 laffidabilit.eprontezzalaperSeicento 118 PORTA_testi.indd 118 16/03/11 11:43 scior,Lustrissemvedel,l,lSeva gazzetta,inanddequijdevunafannPer protettorsantmeeighevanoseE spalletta,inproppiportammejuttammA 164 respettoronadossborlfammadVuj sajetta,onacomeAllimprovvista scempionreussivachenmdsooGhe esempi.onperinnanzchdecuntassDe 168 l,fornidalՏcossalaBasta: quarell,aieciaccerairesguardAlmanch dvoeubbiachequelldeintuitMa buell,deindritturaevoeujaBona 172 rost.fassaandadalՏquellaSciavo, bellfudesselquantperballchelmoeudDe 17Vigan)elvedsellocchelfaga(Chel n.piasuulՏBarborinanmaN 176 motivgranonchedanchpoebesognaGi lasee,comebruschecriteghvessDe lavativquellrespettpocchconLeva dedree,inciodaalsempersoldaaDel 180 Ero l l, vede, illustrissimo signore, per farne una di quelle che fanno andare sulla Gazzetta [che fanno notizia] e se non cerano i miei santi protettori ad aiutarmi e a portarmi proprio in spalla [a sostenermi], voglio dire a farmi capitar fuori un ispettore, allimprovviso, come una saetta, le so dire io se riusciva uno scempio da raccontarsi da qui innanzi come esempio. | Basta: la cosa finita l, almeno riguardo alle chiacchiere e alle querele [discussioni], ma per quanto riguarda il buon umore e lanimo sereno, ciao!, quello andato a farsi arrostire. In modo che il ballo, per quanto fosse bello (faccia lallocco [lo gnorri] se vede il Vigan), non piaciuto n a me n a Barberina. | Gi, bisogna poi anche dire che un gran motivo per essere critici e acidi come laceto era, con poco rispetto, quel lavativo del soldato [pompiere] sempre l inchiodato dietro apprezzatoeScalaallaacclamatoscenografo,loViganSalvatore17 inti-riferimento,faPortacuiaballoilscenainmisecheStendhal,da Ghe-Giovanni ditestocon,Prometeo dicreature Leouomini Gli tolato Beethoven.dimusicaerardini 119 PORTA_testi.indd 119 16/03/11 11:43 vivmangiammalesgognammalgiontadeChe indree,vardasspooondomoeucc,iCont camarada,certarenttiraaanchsevaEl strada.onasuinCristodininguardaChe 184 natural,melpoooncognossicheM fidamm,podapontcheafinasooChe animalstochespeccdoninproppiVedend collinzigamm,perdatiravameEl 188 scal...iinversvoodondignandalottLott seguitamm,deBarborinasegnFoo 18ven...chelspecciafioj!gitr,bellalE ben?valalusa:prudenzaghhaChi 192 cantononpegnindaaghhoochemAdess giontaa,ghhoochespassquelltuttGiontandegh opiniondesarelSustrissem daa,oncomesoeuliandassencossiChe 196 boccondeparaondopocheCiov boccaadescoradabonaonaE rogndilontanGiovanninpoverEl sogn.primmdelincoldalleccinfussEl 200 che, per giunta, allo schernirmi e al mangiarmi vivo con gli occhi, per poco che guardassi dietro, si era anche tirato vicino certi camerati che dioneguardi, Cristo!, [incontrarli] per strada. | Io che conosco un po la mia natura, che so fino a che punto posso fidarmene, vedendo proprio in uno specchio che questo animale mi tirava a perdermi collinzigarmi [col provocarmi], quatto quatto, ciondolando, vado verso le scale... Faccio segno a Barberina di seguirmi, e al momento buono, gi ragazzi!, aspetta che viene... chi ha prudenza la usi: va bene? | Adesso poi che gli ho dato in pegno un cantone [ho scantonato], rimettendoci tutto il divertimento che ci ho rimesso, illustrissimo, sar dellopinione che le cose andassero semplici come un dado, cio che dopo un paio di bocconi e una buona tracannata, il povero Giovannino, lontano dalle rogne, fosse a letto al caldo nei primi sogni. | si-chepopolarediredimodo,vieneӥcheaspetta,Specciachelven18 loccasione.ӥhanesequandoapprofittarnemegliognifica 120 PORTA_testi.indd 120 16/03/11 11:43 induvinproppisaravels:Lustrissem personna,tuttoltradetrattassseSe GiovanninpoverdeltrattandesMa perdonna.mechellu,ancadolzbenLՏ 204 bescottin,chesentireladessS, donna!lacontevedalleccincheOlter frecc,rabbi,sbir,ballin,cadenn,Preson, lecc.melquistsogn,bejmeeistaahinQuist 208 vera,lՏdur,seetteS:lecc!carmelAh montagn,acarpotter,atuttseetTe BongeracinchecasprimmelfranchlՏMa compagn!barattonpervoeujstaasietTe 212 testera,pajon,banch,vujolterDesill agntresentinsedesillcovert,Piumitt, sbirnlugheroltervistmaiAvii candir.diescoldaleccdelquijChe 216 bontantlՏSustrissem,che,deggiMa rest,alscoltdedadespostlՏChe attenzionsoeudidesabusammnoPer prest.sbrigallperalmanchtuttdeFaroo 220 lobbiondelgi19sghimbiaaappennaDonca Illustrissimo s: lei sarebbe proprio un indovino se si trattasse di tuttaltra persona, ma trattandosi del povero Giovannino, ben ingenuo anche lei, mi perdoni. S, adesso sentir che biscottino, altro che nel letto al tiepido con la donna! Prigione, catene, pagliericcio, sbirri, rabbia, freddo, questi son stati i miei bei sogni, questo il mio letto. | Ah il mio caro letto! S: sei duro, vero, sei tutto a bozze e a montagnole, ma certo il primo caso che in casa Bongeri sei rimasto vuoto per un simile baratto [scambio]! Ditelo voialtri banco, paglione, testiera, piumini, coperte, ditelo se in trecento anni avete mai visto altre faville o scintille che quelle dello scaldaletto o delle candele. | Ma gi che, illustrissimo, tanto buono da essere disposto a dar ascolto al resto, per non abusare della sua attenzione, far di tutto almeno per sbrigarla presto. Dunque, appena sgattaiolato gi dal loggione, 922).v.47,,sghimbiettlo(cfr.sgattaiolareӥ,svignareӥ,Sghimbiaa19 121 PORTA_testi.indd 121 16/03/11 11:43 lest,butticurtapstraalafPer incoronnamecheboltrighsenzolterE donna.mialaconsaltquatterincaRivi svoopianpianportell,eldervipianPian vesin,isaccorgennochescal,Di lu,anchbellbellluscbravomelDervi zoffreghin,colfogoraaelRugatti tu?seioveBarborinalumm:elPizzi cossinisoracoocollvediLa ghicc,sulmanonacontlecc,alTravers ficc.elgrevgrevstiravalaChe DovՏ?...Me doeurBarborin?...gheetCossa ...Proppi chCojonet!...cuu?Sul...Ch insc ved!Lassa...S quell porchfors?...staaNeel mar...tsontn?mPerch...M n pias...Famatta?Set...Ghhoo vergogna m...afLassa...Fa piansavia...stL, termenamissalhoodolzicontinfinBasta: vermen.oncomebiottvardlassasselDe veduu!lavessseLustrissem!Cribbi, svargelldetantcojonarij,Minga cuu,dequartonquattavachelscarlatt,Ross, 224 228 232 236 240 per fare la strada pi corta mi muovo lesto, e senzaltri grattacapi che mi coronino la testa in quattro salti arrivo a casa con la mia donna. | Pian piano apro il portello [uscio], pian piano vado su dalle scale, che non se naccorgano i vicini, apro il mio bravo uscio, adagio adagio anche lui, frugo nel focolare con uno zolfanello, accendo il lume: Barberina, dove sei?. La vedo l con la testa sui cuscini, di traverso al letto, con una mano sul sedere, che tirava su il moccio [piangente]. Coshai Barberina?... Mi duole... Dove? Qui cos... Sul culo? Scherzi!... Proprio qui... stato forse?... S, quel porco... Lascia vedere! Io no... Perch no? sono tuo marito... Ho vergogna... Sei matta? Fa il piacere...; va l, stai tranquilla... Fa piano... Lascia fare a me... Basta: alla fine dei conti lho convinta a lasciarselo guardare nudo come un verme. | Cribbio, illustrissimo! se lavesse veduto! Mica coglionerie, tanto di livido rosso, scarlatto, che copriva un quarto di culo, 122 PORTA_testi.indd 122 16/03/11 11:43 244 morell.barbisgranduugiuntadeCon provveduumghhaelcielchelBona pell,latiraacontimpendefiorOn nient,dighifroll,pooonlevaseCh dent.fagheelzaffagnadebocconChe barbisduuquijm,soeujaper,M simetria;intropppoooncomeparsMhin sfris,onfoogheedent,strusigheDeffatt via,venelnegherelchevedieFreghi, gris,tuttdidirestamefreg,aTorni besonciaria,delustereTacchent odorusconsentieusmi,Finalment moccusc.deeordenaridoeuliCome lampedee!donballossAhcanaja!Ah delitt:delcorpelchlՏprozzess,elchLՏ forasteeeleloeuggialafcheOlter travitt...icuntdemostraafcheE peediindeemetesel:purvaMa pentitt.aRomaadandtavareeNo desutel,bruttom,giuradalhooTe inutel.lՏvarda,giur,ariviquandE seraqualetalsciavattoncomeNegher Barborin,alladnodespiretonFoo 248 252 256 260 264 con per giunta due grandi baffi morelli [violacei]. Per fortuna che il cielo le ha provveduto un fior di timpano con la pelle tirata, che se era un po frollo [allentato], non dico nulla, che po po di sdrucio gli fa dentro. | Io per, che so io?, quei due baffi mi sono parsi come un po troppo in simmetria; infatti li struscio, gli faccio uno sfregio, frego, e vedo che il nero viene via, torno a fregare, mi restano le dita tutte grigie, attaccaticce e lustre di untume, alla fine annuso, e sento come un odoraccio dolio ordinario [olio combustibile] e di smoccolatura [moccoli delle candele]. | Ah canaglia! Ah furfante dun lampionaio! qui il processo, qui il corpo del delitto: altro che fare il porco e lestraneo che finge di contare i travicelli [guarda in su, ostenta indifferenza]. Ma stai attento: se mi capiti tra i piedi non dovrai andare a Roma per pentirti. Te lho giurata, brutto disutile, e quando arrivo a giurare, guarda, inutile. | Nero come una ciabatta, cos comero, faccio un animo [uno sforzo] per non dire nulla a Barberina; 123 PORTA_testi.indd 123 16/03/11 11:43 scighera,laviacasciperinfinMa vin.debiccerbonondighi,20Rzzipe, 268 maneraquajinintrattantparcuraTi piumazzin,dibagnaastegnittDe saldaetoccacolmtornarooadessCh 21Grimalda.RoccaborittquattordesDe 272 22dellAntongina,lsontsaltquatterIn indreetorniesbrighimeesussdonIn 24bombasina,de23pestonbravomCol carteedelportaallalsontquandE 276 Rosina,labancagimettdoveIn mestee?sulincattichipooondigaChel lamis,Catticred!demingaRobba barbis.duudifaainsclampedeeQuell 280 surbu,asanguelsenteVedell reson,laperdoeucc,iquattaSentimm tegn,possmenotuttuna:staaLՏ ma infine, per cacciar via la nebbia [che offusca la mente], Recipe, dico un buon bicchiere di vino. Tu procura in qualche maniera di tenerti su delle pezzuole bagnate, che adesso torno io col toccasana di quattordici soldi di Rocca Grimalda. | In quattro salti sono l dallAntongina, in un jesus [momento] mi sbrigo e torno indietro col mio bravo pistone [fiasco] di bambagia, e quando sono alla porta del cartaio, dove mette il banco la Rosina, mi dica un po chi trovo al lavoro? roba da non credere! Trovo lamico, quel lampionaio tale dei due baffi. | Vederlo e sentire il sangue a ribollire, sentir- mi velarsi gli occhi, perdere la ragione, stato tuttuno, non mi posso tenere, dal-,prendiӥlatinoin,recipedimilanesedeformazionelaRzzipe20 mediche.ricettedelleformulala Ovada tra nellAcquese, dorigine, zona dalla chiamato cos Vino 21 Carpeneto.e Giovan-didallabitazionelontanopocositaMilano,dicantinaNota22 Infame.ColonnalasorgevatempoundovespiazzodalloeBongerinino 1.nota1,cfr. pestonPer23 morbi-particolarmentevinodivarietalcunenominateeranoCos24 bambagia).,bombasa(mil.de 124 PORTA_testi.indd 124 16/03/11 11:43 button,oncontadosssarigheslanzDe 284 t,perlՏquests,Toedighi:gheE lobbion,delcredettquelldecuntA fottuuporchoimparaeviamPortel cuu.elpizzigaghaedonnitoccA 288 sassdecomelrestachelVedend fiaaeltirnrepettnSenza purgasschemarteronpercreduuLhoo peccaa:selpascienzalatuttaCon 292 pass,eldaghperindreealloratiriMe renegaastoringraziamentinluE coosulzonfetapoeevolt,Lassem doo.techevardadsenzapugnOn 296 Giovannin!eldeventacosselAcqua! nagott;perghhinlionitigher,I vin,depestonbonmellariinVolzi rott!lՏchefinvadovelzonfzinfE 300 stoppin,diedelloeulicassalaGi 25barilott,inquanttutttransilliiGi cavijdiinongcojnunancagiE vassij.comestraapertomborlonA 304 con uno spintone gli sono addosso di slancio e gli dico: T, prendi su, questo per te, a conto di quel tuo credito del loggione, portalo via e impara, porco fottuto, a toccare le donne e a pizzicargli il culo. | Vedendo che lui resta l come di sasso senza n replicare n tirare il fiato, lho scambiato per un martire che purgasse con tutta pazienza il suo peccato: mi tiro allora indietro per dargli il passo e lui per ringraziamento, questo rinnegato, mi lascia voltare e poi znfete!, [mi d] un pugno sulla testa senza dire: Guarda che ti do!. | Caspita! Cosa diventa Giovannino! Le tigri, i leoni non sono nulla, alzo in aria il buon pistone [fiasco] di vino, e zinf zonf, va dove va finch sՏ rotto! Gi la cassa dellolio e degli stoppini, gi tutti quanti gli utensili in confusione e gi anche noi con le unghie nei capelli, a rotoloni per strada come botti. | 1.nota26,cfr.barilottPer25 125 PORTA_testi.indd 125 16/03/11 11:43 tommadastaintracollgranpmEl mostacccolgiustdessottrestaghastaaLՏ strada,lacontraschisciaastomeghcolE vantacc,stoghavevanolserest,Del 308 peccenada!chenagottdighigheNo sacc,sevachefinproppidavaGhen gi,pestalresguardstaa,lՏmaaelMa n.mecomeddelevaluChe 312 momentstoinmacciavellaLunega sgar,amettemdequellaLeva gent,corrfcoljuttammdevedPer chchetattegastaconfattdeE 316 salvament,areduttasquasiSeva lcapitfanoldianzerelSe compagnialacressabesognSenza polizia.dedannaacinquoQuatter 320 26cappellon,devacchsquijconCostor barchett,demederonsomejenChe sanguanonchesussor,onruzz,onFan parfett!medemmelpdefpneNol 324 bastonicontadossvegnenneL Il mio pi grande tracollo in questa stramazzata [zuffa] stato rimanere sotto, proprio col muso e con lo stomaco schiacciato contro la strada, del resto, se non aveva questo vantaggio, non le dico che pettinata [che gran botte avrebbe preso]! Gliene davo proprio fin che nero sazio, ma il male stato, riguardo al pestarsi, che lui era comodo e io no. | Lunico stratagemma, in un momento cos, era quello di mettermi a gridare, per vedere daiutarmi col far accorrere gente, e infatti con questa tattica ero quasi ridotto a salvamento [mi ero quasi salvato], se il diavolo non fa capitar l, senza che ce ne fosse bisogno, quattro o cinque dannati della polizia a far crescer la compagnia. | Costoro con quei loro accidenti di cappelloni, che sembrano un modello di barcone, fanno un frastuono che, sangue del demonio!, non ne pu fare di pi lo stesso prefetto! L ci vengono addosso con i bastoni, ricorda-forma cui la cappelli grossi portare soliti erano francesi I26 navigli.suiusoinbarconideiquellava 126 PORTA_testi.indd 126 16/03/11 11:43 collett,senzacanfudessemCome spuell,oncontstrencssercenneE Castell.eltoedeavuuchavessenPesc vitta,allataccaatavandesortstaCon moment,ituccstraapercasciaaSpongiuu, 27MargarittaSantaverstrattinonvaSe 28gent,decrossantaondedreeviaCon pitta.allataccaaporesittparenChe sporcellenttuttdojos,tuttmoeudstoIn GiovanninonguardinainconsegnaSe 29Legorin.JacomonfussnelchePesc d,dachՏquelldavarda,chelEppur, cunteemeeaitravaj,meeaimezzIn lvedatuttrestoravaMe lampedee.elmojascialistessaIn m,deintrdisevaMilan,InCatto! assee,siachetantnՏgheegiustizia,GhՏ 328 332 336 340 come fossimo cani senza collare [cani randagi] e ci accerchiano stretti con un baccano, peggio che se avessero dovuto prendere il Castello. | Con questa sorta di tafani attaccati alla vita, spintonati, cacciati per strada in continuazione, si va verso Santa Margherita con dietro un codazzo di gente che parevano pulcini attaccati alla chioccia. In questo modo, tutto indolenzito, tutto sporco, si consegna in guardina un Giovannino peggio che fosse un Giacomo Legorino. | Eppure, guardi, a dire quel chՏ da dire, in mezzo ai miei travagli, ai miei pensieri, mi ristoravo a veder l nello stesso pantano il lampionaio. Catto! a Milano, dicevo tra me cՏ giustizia, e ce nՏ tanta a sufficienza, 1.nota21,cfr.Santa MargheritaPer27 parte-conaffollata,moltoprocessione,allaalludeOnsantacrosdegent28 celebrareperMilanoatenevasichelimitrofo,contadoiltuttodacipanti 111).v.56,(cfr.DuomoinconservatocheGesdicrocedellachiodoil Portanotaunainleprotto); (ilLegorinoildettoPratodaGiacomo29 mal-parecchidicompagniaincheassassino,famosocomeindicalo furealtInXVII.secolonelMilanesedelcontorniiinfestavaviventi (Isella).XVIsecolonelattivo 127 PORTA_testi.indd 127 16/03/11 11:43 344 cooelgiughighesentiranmequandE lavaroo.ghesattisfaziononaChe dolormeeipadimavacheIntant fann,dechhangiustiziagiustalaCon valordelfincuntelstiravaChe dann,espesperpartendpodevaChe respettorelcomparchelEcco interrogann,acomenzaeladdritturaChe stemm,doveinsemm,nochiesemmChi femm.mesteechetecc,ecporta,Patria, mentanancadavaelrespostprimmSuj saa,destatovaonafussComel denttiraalhalampedeeelappennaMa Impiegaa,RegiovessderesongranLa parent;deventaahinnagott!Dighi utoritaa,lortrainsc,lՏgiMa man.dedansegi,sansessia,Fuss can.mangianocancheveraProppi resguardituttattenzion,ituttDeffatt lampedee,lillustrissemperstaaHin bastard!fusscomecornoonmperE peeinsoltaasontvoeultdonperchAnzi, bosard,delgiusta,comevadagh,A 348 352 356 360 364 e quando mi sentiranno mi gioco la testa che una soddisfazione lavr. | Intanto che calmavo i miei dolori, con la giusta giustizia che hanno da farci, e facendo precisamente il conto del valore che potevo pretendere per spese e danni, ecco che compare lispettore che addirittura comincia a interrogarci, chi siamo e chi non siamo, dove stiamo, patria, porta, casa e tetto [provenienza, residenza, possedimenti], che mestiere facciamo. | Sulle prime risposte lispettore non dava nessun segno, come fosse una statua di sale, ma appena il lampionaio ha detto la gran ragione di essere impiegato regio, non dico nulla!, sono diventati parenti; ma gi, cos, tra loro autorit, sia quel che sia, si danno la mano. proprio vero che cane non mangia cane. | Infatti tutte le attenzioni, tutti i riguardi sono stati per lillustrissimo lampionaio, e per me un corno come fossi bastardo! Anzi, poich due volte sono saltato in piedi a dargli, comera giusto, del bugiardo, 128 PORTA_testi.indd 128 16/03/11 11:43 adree...saraamhacomelgatt!deMerda Citto l voi, non voglio, o temarari 30Che se parla in la mane al lampedari! 368 spiattarada,tantproteziononaCon resonindesperdesdolterSenza andada.lՏcomecapdompEl 372 lobbion,delsverzaonaparlaasՏNo sbolgirada,onacuusulinpizzeghDel birbonon,elprepotent,elchemoeudDe Bongee,elstaalՏsassincan,boja,El adree.siichegispettasciellallon,l,E 376 sort,stadeingiustiziaonaVedend lig,demhanm,deintrditthooN: mort,ladammdepee,aisottmettdeMhan parl;vujinutel,lՏparl,vujMa 380 fortalmisssontme31brioperlE cerc!aandchetal,maneraDona respettorelgraziadeavuulha32March!Sant descor.lassammdeeariigimettDe 384 merda di gatto! come mi saltato in faccia... Zitto l voi, non voglio, o temerario, che si parli per frastornare il lampadario [lampionaio]! | Con una protezione tanto spiattellata [cos evidente], senza perdersi in altre spiegazioni pu facilmente capire comՏ andata. Non sՏ parlato un cavolo del loggione, del pizzicotto sul culo un accidenti, di modo che il prepotente, il birbantone, il boia, cane, assassino stato il Bongeri, e l, allons, gi che ci siete schiacciatelo. | Vedendo una ingiustizia di questa sorta, No: ho detto tra me e me mi devono legare, mi devono mettere sotto i piedi, devono darmi la morte, ma voglio parlare, inutile, voglio parlare; e l perdio mi sono messo al forte [mi sono impuntato] in una maniera tale, che valla a cercare! San Marco!, lispettore ha avuto la grazia di abbassare le arie e di lasciarmi discorrere. | .lampadeeconironicogiocolampadarioӥ,Lampedari30 1.nota22,cfr. per briolespressionePer31 soppor-valeeSant March lՏ ona bella gesacompletaLespressione32 106).v.47,176;v.32,(cfr.tiamo! 129 PORTA_testi.indd 129 16/03/11 11:43 molinoncomelEmanegh!iFoeura fall,inparollamettsenzaviaVoo BarborinafaadellaffrontcuntiGhe ball,deltempinlobbion,pubbleghsulIn 388 33vinincinqulՏchesostegnieDighi giurall,posschelu,staalՏrejoChel buttondelimpetprimmmquellcheE maccaron.sujformajonstaagiustaLՏ 392 ballossquellmaanm,inscdisevaGhen demoni,oncomemalignlampedee,Don coss,tuttnegandvos,lasudmeEl testimoni.ieproeuvidomandandE 396 fosselsoltaelrespettorelAllora zerimoni,senzaleccoelfagheelE Sur s le prove, affar fenito,Disend: Le prove sur Giovanni riverito! 400 Maria,Cristoproeuv...irespondi,...proeuv,I bella!lՏquestad?deghhooproeuviAnca via,dintornascappuscdefaccquijCon quella!...anchcalaravghe34boffitt,eCribbi 404 Su le maniche [con convinzione]! E l come un mulino vado via senza mettere una parola in fallo [sciorino le mie ragioni], gli racconto dellaffronto fatto alla Barberina sul pubblico loggione, durante il ballo, dico e sostengo che cinque in vino [sostengo che certo], che il reo lui, che posso giurarlo, che quel mio primo impeto dello spintone era giusto come il formaggio sui maccheroni. | Gliene avrei dette ancora cos, ma quel furfante dun lampionaio, maligno come un demonio, mi d sulla voce [mi interrompe] negando tutto e chiedendo le prove e i testimoni. Allora lispettore salta il fosso [taglia corto] e gli fa eco senza cerimonie, dicendo: Signors le prove, [e] affare finito, le prove signor Giovanni riverito!. | Le prove, rispondo... le prove... Cristomaria anche le prove devo dare? questa bella! con quelle facce da galera tuttintorno, cribbio, ci mancherebbe anche quella! certa.assolutamentecosaindicareperdirediModo33 deipiazzadigridolanticoerasoffietti, ecrivelli,Cribbi e boffitt 34 generica.imprecazionepervaleQuiarnesi.questidivenditori 130 PORTA_testi.indd 130 16/03/11 11:43 mia...onlongabettegadaonadaaGhhoo tappella,lapizzeghsulgeraasՏMe stord,fajdetalproeuvaquellaE m.insoffegadalhoosettdelQuella 408 scior:Lustrissemlu,pooondigachelMa Giovannin?delinfaaCossavaravel respettorchelrisciaaAvaravel Barborin,latoeacamandassEl 412 loccor,sestremizzi,delcholtraE sesinellvoltdeavuuLavess coll?decarnaquijdediscrezionA noll.bellonstaasaravchelschquestOh 416 mort!poveriperpascienzaSciavo, and,podamelachemaaperInfin, tortdammagiudeselsentchepEel c?aportde35felipponstoecheE 420 sort,stadecuntonfoocheIntrattanta va,elestoeelpassantaincheVedi m:adismeelpoeesegn,certonfaChel 36Parlarete el m omo marted. 424 Mi uscita una tartagliata lunga un miglio... mi si gelata la parlantina sulla punta della lingua, e quella prova tale da farli stordire, quella del sette [quella decisiva], lho soffocata in me. | Ma dica un po lei, illustrissimo signore: cosa avrebbe fatto nei panni di Giovannino? avrebbe rischiato che lispettore mandasse a prendere a casa Barberina, e che oltre allo spavento, se occorre, avrebbe dovuto denudare il sedere a discrezione di quella gente perversa? Questo s che sarebbe stato un bellaffare. | Ciao, pazienza per i poveri morti! Infine, per male che mi poteva andare, forse pi che sentire il giudice a darmi torto e prendere una bella filippica [ramanzina] da portare a casa? Intanto che faccio un conto [una previsione] simile, vedo che [lispettore] in santa pace si alza e se ne va, che gli fa un certo segno, e poi dice a me: Parlerete al mio uomo marted. | 6.nota21,cfr.felippPer35 ac-siciOgnissanti;didomenicaladunqueaccadenarratofattoIl36 Prome-ileffettivamente,cui,inanno1813,delcalendarioilconcorda scena.inandViganditeo 131 PORTA_testi.indd 131 16/03/11 11:43 caritaa.soadellatantGrazia manlabasaghaadreecorreghperFoo libertaa,inlՏorcheasentperE posdoman,incomeddevesseghnoPer 428 rivaa,lhoochel,sontchequellainE gabban...elperindreetirasentiMe sgognammdeariainchesbironLՏlՏ?Chi fermamm.degraziafaghapregameEl 432 dEgitt!fermammchedighi,gheFermamm, mincionna.saravlachesquestaOh dritt,drittcaandVuj37Michee!fussSe donna.laspecciammallՏcheortrChhin 436 gallittifammaadreevaelcostuuIntant personna,latuttapersfognatammaE sentorinvegnuupoesontfinallacheTant respettor.delfaainscsegnquellDe 440 birbon,segnchequell!staalՏsegncheAh Scariott;GiudadequellcomeTant presondonainfottuumhachesegnonLՏ nott.latuttabagajoncomepiangA 444 remission.pstaaghՏnoSissignor: Grazie tante della sua carit. Faccio per corrergli dietro a baciargli la mano e per sentire a che ora libero per non incomodarlo dopodomani, e in quella che [nel momento in cui] sono l, che lho raggiunto, mi sento tirare indietro per il gabbano [cappotto corto, giaccone]... Chi ? uno sbirro che con laria di farmi il verso mi prega di fargli la grazia di fermarmi. | Fermarmi, gli dico che fermarmi dEgitto! Oh, questa s che sarebbe grossa. Fossi Michele [fossi scemo]! voglio andare a casa dritto dritto, che sono tre ore che la mia donna l che mi aspetta. Intanto costui mi va facendo solletico e frugando per tutta la persona, tanto che alla fine sono arrivato a intendere quel segno fatto dallispettore. | Ah che segno stato quello! che segno birbone, proprio come quello di Giuda Iscariota; un segno che mi ha fottuto in una prigione a piangere come un bambino tutta la notte. Sissignore: non cՏ stata pi remissione. 9.nota24,cfr.MicheePer37 132 PORTA_testi.indd 132 16/03/11 11:43 biottsulfinapalpaadavemmDopo cadenazz,eciavtantasottmissMhan palazz.onfaoltertantvaghennoChe 448 fortuna!maladellaGiovanninAh destin?telreduttthachelDoveel 38comunainsaraaballin,onsuch:Varda: malandrin,iespuzza,lamiseri,iTra 452 tuttuna,anmlՏnagott,anmlՏquestMa Barborin?miapoveralaE m?desenzaadessfaralaCossa t!mdimmelfioron,destinAh 456 donnabravaquelladeBarborin,La s,elgiSustrissemacomelՏ,Che coronnastabiassavamcheIntant sciavattatuttperintornaLeva 460 personna,miadellanoeuvacattPer ghha,lachespiretcoltantfaalhaE rommelecommelsavevaladinnanzChe Domm.del39lanzianalcuntpodeghenDa 464 Dopo avermi palpato fino sulla pelle, mi hanno messo sotto chiave e catenacci, che non ne servono di pi per fare un palazzo. | Ah Giovannino della mala fortuna! DovՏ che tha ridotto il tuo destino? Guarda: qui: su un paglione, chiuso nella comune tra le miserie, la puzza e i malandrini, ma questo non ancora nulla, ancora tuttuno, e la povera mia Barberina? Cosa fa adesso senza di me? Ah destino cane, dimmelo tu! | La Barberina, da quella brava donna che , come vossignoria illustrissima sa gi, intanto che io biascicavo questa corona [del rosario], andava in giro sciabattando per trovare nuova [notizie] della mia persona, e tanto ha fatto, con lo spirito che ha, che prima di giorno sapeva il conne e il ronne [tutti i particolari] da potergliene raccontare allanziano del Duomo [al meglio informato]. | bassa pi di carcerati ai riservata solitamente comune, cella La 38 considerazione. delleantianuslեindicatovenivacuicondeformazionelaLanzian39 mila-parrocchia ciascunainche,Constitutiones Dominii Mediolanensis giustizia.dellainformatoredicompitiancheavevanese 133 PORTA_testi.indd 133 16/03/11 11:43 cor,atornalachelalbananchSponta meschina,poverastarequi,Senza protettor,dajamis,dajparent,Daj 40pedinaonafoeuracattalainfinE 468 respettor,delresguardafada,Insc mattina,dellappocchdesiinversChe veduusontmemanch,speccilameQuand avuu.nhaavuunhachielusc,dervA 472 vuna,sentinnLustrissem,adess,mVoeurel marzapan?derestfdequijDe comunadellamezzfoeuranancaSont gabban,delquellsbir,delinmincontriChe 476 cunainninnammalstaafusselcomeChe man...bonalatrattinonpartendEl anmnՏgheMaman?...bonalaAnca gi!mandanndeangarijdiSignorCar 480 Non era nemmeno spuntata lalba che torna a correre, senza requie, questa povera meschina, dai parenti, dagli amici, dai protettori, e infine pesca fuori una pedina cos [ben] fatta, nei riguardi dellispettore, che verso le dieci o poco pi della mattina, quando meno me laspetto, mi son visto aprire luscio, e chi ne ha avuto ne ha avuto [ci che stato stato]. | Vorrebbe adesso, illustrissimo, sentirne una, di quelle che fan restare di marzapane? Non sono ancora fuori per met [sono appena uscito] dalla comune, che incontro lo sbirro, quello del gabbano, e come se fosse stato l a ninnarmi nella culla, pretende una piccola mancia... Anche la mancia? Ma ce nՏ ancora, caro signore, di angherie da mandar gi! influente.personaunaquiintendeSi40 134 PORTA_testi.indd 134 16/03/11 11:43 30 Dopo la disfatta di Napoleone a Lipsia (ottobre 1813) e la conseguente abdicazione, i francesi lasciarono Milano e la Lombardia nellaprile del 1814. Levento fu loccasione del sonetto in cui Porta sfoga lamarezza contro i francesi, accolti come liberatori e rivelatisi invece vessatori. Il testo dunque coevo allevento e fu stampato per la prima volta nelledizione luganese. Lombardiadescappeeche1Paracar indreevarddemomentquajdanveSe legriacheconmentafeeeonoggiadaDee 2Michee.santvosterstofesteggiaSe 4 viaveechesamondeltuttchesE forasteeolterdiapostellassPer cortesiadepienfussenquantperChe danee.erobbalorancaVoraran 8 Paracarri [francesi] che scappate dalla Lombardia, se vi danno qualche momento per guardare indietro, date unocchiata e ponete a mente con che allegria si festeggia questo vostro sanmichele. | E s che tutto il mondo sa che andate via per lasciare il posto ad altri forestieri che per quanto fossero solleciti di cortesie vorranno anche loro roba e denari. | 4.nota29,cfr.paracarPer1 consuetu-scadenzadidatalaMilanoaMichele,Sansettembre,29Il2 signi-micheleӥsanfarediredimodoildaffitto,contrattideidinaria MilanodipossessoprenderannoaustriaciGlitraslocare.quindifica 159).v.57,(cfr.1814aprile28il 135 PORTA_testi.indd 135 16/03/11 11:43 ballossvioltertantmfaanaviiMa gent,soragentcoppanneladrannCol adoss,caganntribolann,pelann,Col 11 puttannapuntalreduttnaviiinfinChe indiferentvessnancapodDe scanna.nechebojadelscernaSulla 14 Ma ne avete fatte cos tante, voialtri furfanti, con il derubare e ammazzare gente su gente, con il pelarci, farci tribolare, cagarci addosso, | che infine ci avete ridotto al punto infame di non potere neanche essere indifferenti sulla scelta del boia che ci scanna. 136 PORTA_testi.indd 136 16/03/11 11:43 31 Scritto in occasione del rientro degli austriaci in Lombardia, avvenuto nellaprile del 1814, il sonetto bilancia il precedente e, se quello inveisce contro i vecchi occupanti fuggiaschi, questo ironizza amaramente sulla rivincita dellAntico Regime. Apparve per editedaPaolo complete Opere laprimavoltanelledizionedelle Carrara, nel 1865. Roman,eApostoleghCatolegh, convent,diinepappadelincredcheGent moment,elrivaalՏchecoeurelSlarghev 1pattan.carquijchhinTodisch,ichHin 4 Milan!benlՏMilanchesAdess 2brent;aperdonindulgenz,mess,Predegh, indorment,ancaParadisindandEmm 3meneman.voeujaaveghennoaAnca 8 Cattolici, Apostolici e Romani, gente che crede nel papa e nei conventi, allargatevi il cuore che giunto il momento, sono qui i tedeschi, sono qui quei cari pattani [bonaccioni]. | Adesso s che Milano ben Milano! Prediche, messe, indulgenze, perdoni a brente; abbiamo dandare in Paradiso anche addormentati, quasi quasi anche a non averne voglia. | buonadimateriale,esempliceuomosignificapropriamentePattan1 aveva-milanesiicuiconironicalintenzionequindievidentepasta, spieta-di fama invece avevano cheaustriaci,gli soprannominato no 14).v.delbeato asperges del bastonil(cfr.aguzziniti settan-circaaequivalevacapacit,dimisuraunaerabrenta,,Brent2 14).nota12,anche(cfr.litritacinque quasi, quasi per vale qui mano, mano letteralmente Meneman 3 successivo.versoalanche 137 PORTA_testi.indd 137 16/03/11 11:43 nagott,concludmenemansenzaE reson,ghՏnotucc,voeuja,nooVoeuja cott,ocrudotucc,sandDevem 11 perfeziondestatintuccmissnhanCh biotttranncolsilenzi,coldegiun,Col baston.delaspergesbeatocolE 14 E senza quasi quasi concludere nulla, voglia o non voglia, tutti, non cՏ ragione [che tenga], dobbiamo andare su tutti, o crudi o cotti, | ch ci han messi tutti in stato di perfezione col digiuno, col silenzio, col ridurci nudi e col beato aspersorio del bastone. 138 PORTA_testi.indd 138 16/03/11 11:43 32 Le seguenti stanze furono da me scritte in disinganno di chi aveva attribuita a me la composizione di alcune ottave che furono da ignota mano spedite al mio cugino Baldassarre Maderni col mezzo della piccola posta. Con questo componimento lautore incognito imita il famoso e notissimo Checco da Varlungo [del secentista Francesco Baldovini], e pone al posto di Checco il Peppo Parrucchiere che si duole dellinfedelt della Ninetta del Verzaro sua bella. Se non vi fossero state nominate con disprezzo persone viventi [...], e corpi troppo rispettabili, non avrei avuto a male di esserne io creduto lautore. Porta doveva certo ,daluicitato(etrascritto),era peruccheePepp saperechelautoredel lamico Giuseppe Bossi (cfr. 22 e 39) ma, come suggerisce Isella, non lo rivel per motivi di riservatezza. Il testo, uno dei vertici della maestria portiana, d voce alla sfortunata popolana la quale, come fanno il Bongee e il Marchionn, narra le sue peripezie in una lunga spontanea confessione e, nel suo amaro sfogo, mostra una umanit sconosciuta alle tante prostitute della tradizione comico-bernesca. Fu composto negli ultimi mesi del 1814 e pubblicato nelledizione luganese. VERZEEDELNINETTALA nan!melbravo1Baldissar!melBravo trovamm...avegndevorapoeLeva manemancheporchmattascionseetTel ciollamm?avegnettenochemesonLՏ man!stifrecccomhinCristo!Cristo!Ah 4 BravoilmioBaldassarre!bravoilmiogiovane! VERZIEREDELNINETTALA era poi ora di venirmi a trovare... Lo sai mattacchione porco che quasi quasi un mese che non vieni a scoparmi? Ah Cristo! Cristo! come sono fredde queste mani! acliente,ilcausainchiamandoabruptoexscenainentraNinettaLa1 Maderni.Baldassarrecugino,suoundinomeildarevolutohaPortacui 139 PORTA_testi.indd 139 16/03/11 11:43 geramm,voeutefreguj...onspecciabell...Bell tett!meeiajagiazz!cheBolgirossa! scoldalett.onmingasontcojon,bellChe 8 froll?comhinsentettene?...tettPover dstiinvarda,passion,onaavuughhooMa, tracoll.mel2brio!perstada,lՏChe insc.sontseancamcossaquajLՏ 12 moll,anmlՏgipoo...ongisettetsci...Ven 3venerd,lՏf?decosseetpoeE poo,ondescorremmdopra:mingaGhՏ doo.lateallordenlՏchesubetCh 16 dpseseBaldissarmelVarda infamm!pmondoncarogna,pusseemondOn cpervistdavemmregordetseTe salamm,oncomelonghmagher,giovenQuell 20 ball?aanddetoeavegnevameChel peccenamm?avistleetevoeultdiChe strozzaaroffianonstoadess,sentBen: giugaa.mhaelnegradonafioeultirChe 24 Bello bello... aspetta un momento... tu vuoi gelarmi, accidenti! che ghiaccio! ahi, le mie tette! che bel coglione, non sono mica uno scaldaletto. | Povere tette, neh? Lo senti come sono frolle [flosce]? Ma ho avuto una passione, guarda, in questi giorni che stata, perdio!, il mio tracollo. gi qualcosa se sono cos. Vieni qua... siediti un po... tanto ancora molle, e poi coshai da fare? venerd, non cՏ mica lopera: discutiamo un poco, che appena pronto te la do. | Guarda il mio Baldassarre se si pu dare [pu esistere] un mondo pi carogna, un mondo pi infame! Ti ricordi di avermi visto per casa quel giovane magro, lungo come un salame, che mi veniva a prendere per andare a ballare? Che delle volte lhai visto pettinarmi? Bene: senti adesso, questo ruffianone strozzato che tiro figlio duna negra mi ha giocato. | 1.nota22,cfr.per briolespressionePer2 probabilmen-eraBaldassarreteatri,deiriposodigiornoeraVenerd3 citt.dellateatrineilavorantete 140 PORTA_testi.indd 140 16/03/11 11:43 finachesavdeteetuttdePrima indreerestadasontquandfa,agnvintDe medina,mialamamm,poveraDella lee,anca4GentilinallՏjesuss!adess,Che 28 5Catarina,santaainvodammnoPer mestee,quajdoncinandlassammO ingualategnuuesovacintiraamhaLa naturala.everatosasoaDona 32 tetton,onalevamedinamiaSta d:psechemaiquellallegraMatta, bonebelldelpacciapiasevaGhe boccal:aboeucciperdentandE 36 passiongransoalapoetuttsoraMa freg:fasseladequellaLeva noeuv,denientghՏquestdeintuitOh oeuv.oncomefrescaefirainDesdott 40 gimacchperghavevalatempquellIn traccagnott,fort,doffellee,giovenOn attacch.lussineportalainlstavaChel sottdeghavesschelcuntenmeCostuu, 44 Prima di tutto devi sapere che fin da ventanni fa, quando sono rimasta orfana della povera mamma, la mia zia, che adesso, jesus!, al Gentilino anche lei, per non votarmi a santa Caterina, o lasciarmi finire in una casa dun qualche mestiere [lupanare], mi ha preso in casa e tenuto uguale a una sua figlia vera e naturale. | Questa mia zia era una tettona, matta, allegra che pi non si pu dare [pu esistere]: le piaceva pappare del bello e del buono e andare per bettole a vuotare boccali: ma soprattutto la sua pi grande passione era quella di farsela fregare: oh, quanto a questo, niente di nuovo, diciotto in fila e fresca come un uovo. | A quel tempo aveva per amante un garzone di pasticceria, forte, traccagnotto, che stava nella stessa casa, nella porta accanto. Costui mi raccontano che avesse sotto Ludovica.Portadifuorisitoesistente,pinonCimitero4 dicesi[...]and a santa Caterina a la roeudaǥcheattestaCherubini Il5 spendere.senzadaltricasaamangiareadellandarmetaforaper 141 PORTA_testi.indd 141 16/03/11 11:43 masiacch,6pirottadepestonOn bescott,stopermfusselbasta,Ma portava,ghechelmesteedelquijperO ciavava.lechellulevaLoffellee 48 costuuchelinconterddemSha bagaj,onluanchdaveghgiustaghhaEl fottuuporchquellchealternientlՏChe travaj.tantodstiincostaamՏChe 52 duu,etuttinsemmastelcontInsc, cattanajquijfeinsemmagiugCol quellarivaasemmfioeu,ituccfanChe savell.senzaduututtcotttrovassDe 56 viadellaviaperIntrattanta, medina,dellafaainscDellintrigh bardassarianundormfavenNe cusina;lainlordepeediFoeura 60 mariaallavessaravenneL mattina,dequellaafinasiraDe nocclatuttanunperdenunlE locc.desortoniafdepatronSevem 64 un pestello da mortaio vigoroso, ma basta, fosse per questo biscotto, o per quelli del mestiere che lui le portava, loffelliere era lui che la scopava. | Si deve ancora dare la combinazione [dare il caso] che anche costui aveva un ragazzo, che non altri che quel porco fottuto che mi costato in questi giorni tanto travaglio. Cos, con lo stare insieme tutti e due, col giocare insieme e fare quelle sciocchezze che fanno tutti i ragazzi, siamo arrivati a trovarci cotti entrambi senza saperlo. | Intanto, per via della tresca che aveva la zia, ci facevano dormire, noi marmaglia [ragazzetti], nella cucina, fuori dai piedi; l ci chiudevano allave maria [appena faceva buio] da sera fino a mattina, e l noi soli per tutta la notte eravamo padroni di fare ogni sorta di giochi. | (cfr. mortee detto marmo in quello legno, di mortaio il Pirotta 6 228).v.qui, 142 PORTA_testi.indd 142 16/03/11 11:43 7cisquittitt,duustaasemmcheperFin agn,dodesvundes,des,dedaCiov basitt,quajecarezzquajfaasemmSe lasagn;comelvoltavempoeE 68 gallittisentacomenzaaemmquandMa 8cavagn,icomenzenchepartlaVers besognolterdidaveghaccortsemmSe sogn.delquijdegajardpusseepooOn 72 m,aquantingiusta,dillapers!Ma spiegall...mingasavarevbesognSto bu,acomesanguelsentivacheSoo tentalldevoeujaonaghavevaChe 76 compar.avergognatemplistessinE basall,delinbroeudainandavacheanchSoo tettitoccavameelquandchesooE gallett.oncomegustdelTrepillava 80 Fino a quando per siamo stati due passerotti, cio a dire di dieci, undici, dodici anni, ci siam fatti qualche carezza e qualche bacetto, e poi ci addormentavamo come due lasagne, ma quando abbiamo cominciato a sentire il prurito verso le parti basse, ci siamo accorti davere altri bisogni un po pi gagliardi di quelli del sonno. | Ma s! per dirla giusta, quanto a me, questo bisogno non saprei mica spiegarlo... so che sentivo il sangue come a bollire, che avevo una voglia di tentarlo e nello stesso tempo vergogna a farmi vedere. So anche che andavo in brodo nel baciarlo e so che quando mi toccava le tette trepillavo [fremevo] dal gusto come un galletto. | ri-cisquittittvezzeggiativoil ,vagheggino cicisbeo,vale Cisquitt 7 onomatopeico valore dal rinforzata bambini, dei gracilit la chiama che Isella Siauccelli. degli cinguettio al rimanda che vocabolo, del passerotti.traduconoBezzola vers la part che lespressionevimini,diintrecciati cestiisonoCavagn8 sicestiilavorazionedifasiprimenellechericorda cavagncomenzen i ventre.bassoperquiculo,popolaregergoinfondo,dalintrecciano fass toe dove comenzen lespressioneconlassociazioneproponeIsella sedere.ilperprenderefarsisignificachei cavagn 143 PORTA_testi.indd 143 16/03/11 11:43 mattinaallaquandche,giuntadeSoo 9VerzeeintendaanddetoccavaMe medina,dellapessdelbancaAlla perruccheeonpassasschebottOgni 84 marsina,labiancaconquajghedunO pee:diinfinarugasentivaMe staderadellaonziinsemmaandavaMe 10stondera.acooelevellaalandavacoeurelE 88 tutt,perdevedevael11PeppmelM denanz:delavevaghesemperE trutt,diin12tmol,diinvedevaelM pittanz,diinsuppa,lain13micch,diIn 92 brutt,nbellngiovenott,ghevaNo avanz:difammderiscipodessseChe slepp,edesgarbpesciad,Respondeva Pepp.mdelgraziaincossstituttE 96 So anche che, quando alla mattina mi toccava di andare al Verziere, al banco del pesce della zia, ogni volta che passava un parrucchiere o qualcuno con la marsina bianca, mi sentivo rimestare fino ai piedi: mi si confondevano le once della stadera e il cuore andava a vela spiegata e la testa a zonzo. | Io il mio Peppe lo vedevo dappertutto, e sempre lavevo davanti, lo vedevo nei temoli, nelle trote, nelle micche, nella zuppa, nelle pietanze, non cera giovanotto, n bello n brutto, che potesse rischiare di farmi delle avance: rispondevo con pedate, sgarbi e schiaffi, e tutte queste cose [accadevano] in grazia del mio Peppe. | oggi cui in nellarea svolgeva si che milanese mercato il ,Verzee Per 9 4.nota26,cfr.Fontanapiazza 5.nota12,cfr.stonderaPer10 medesimiisonoNinettadelladellamanteloccupazioneenomeIl11 .PerrucchePeppbossianopoemettodelprotagonistadel ven-sichepesceiltuttoquasicomedolcedacquapescediVariet12 vicini.laghidaiofiumidaiprovenivacheeMilanoadeva comeusatoeraanticamenteche,miccadipluraleilmicche,,Micch13 minestra.disinonimo 144 PORTA_testi.indd 144 16/03/11 11:43 dallorafincheddemingalՏN comunion.allamissamavessEl goraincortellondpodenMecazz!On colzondiinchemaipensavamSe 100 14bora!desortquelladedentfudessGhe cojon!mailՏmondelcomevedA canonega,granonacredevenmeTucc monega.onanchepescfattasevaE 104 pauragranlamentlainanmghhooAnzi man,indaalhamepezzonaldequandavuu,hooChe besiadura,ona15boll,oncreduuLhoo can,demaaquajonm),(soeujabugnonOn 108 addritturaoeuccaisoltaamՏchesooE 16giavan,ellu,mapiang,descioppononCome ridamisssՏelperuccheebravoDa did.aimezzinstrencpsaramelaE 112 cervelldesgarbiadacheCristo! ardion.in17ciollquellmperstaaLՏ N da dire che fin dallora mi avesse ammessa alla comunione [mi avesse deflorata]. Un cazzo! Mi possono dare una coltellata in gola se io pensavo mai che nei calzoni ci fosse dentro quella sorta di trave! Vedi come il mondo mai coglione! tutti mi credevano una gran canonica [donna navigata], ed ero messa peggio che neanche una monaca. | Anzi, ho ancora in mente la gran paura che ho avuto, quando di l a un pezzo me lha dato in mano, lho creduto un bollo, un gonfiore [da puntura dinsetto], un bugnone (che ne so io), un qualche male da cani, e so che mi saltato agli occhi addirittura come uno scoppio di pianto, ma lui, lo sciocco, da bravo parrucchiere si messo a ridere e a chiudermelo pi stretto fra le dita. | Cristo! che sbrogliata di cervello stato per me quel pirla rizzato. tonda.sezionealegnoditrave,Bora14 sottocutaneo.rigonfiamentodisensonelbolla,pergergale,Boll15 allingenua rispetto pasta altra ben di riveler Peppsi Ironico: 16 Ninetta. 2.nota25,cfr.,ciollPer17 145 PORTA_testi.indd 145 16/03/11 11:43 usell,onmingamanindaamhacheldPoss cognizion;iquanctuccdemaneghelMa 116 quelltuttcapiihoosubetAllora smorbionpariccdintenddavenseChe milladisevenmebancaallalQuand inguilla.sullaepansciettasullaCinad 120 momentstodeduututtcomenzaaemmL fadiga,deintornalavorassA dentsonamelperpossaoniafaLu figa.lasstoppaghpertantoltermE 124 presentiment,onstaasarelancaFors riga,instfaalhoosbatt,apariavuulhaMa tetta,dedaaghhoomenaa,basaa,lhooGhe 18fetta.staciappavoj!pondamel?...deMa 128 birbondemacciavellachemSent sott.mettempermanatirarivaaLՏ lumagon,eltrist,elfacomenzaaLha nagott.opocchmangiavedfassA 132 repetton,favaelschivava,meelLu rott,mantesoncomesospiravaEl Posso dire che non mi ha dato in mano mica un uccello, ma il manico di tutte quante le cognizioni; allora subito ho capito tutto quello che si davano a intendere parecchi burloni quando l al banco mi dicevano mille sciocchezze [battute allusive] sulla pancetta e sullanguilla. | L abbiamo cominciato entrambi, da questo momento, a lavorarci intorno con fatica, lui a fare ogni cosa per mettermelo dentro e io altrettanto per tappargli la fica. Forse anche sar stato un presentimento, ma andato a sbattere [ha insistito inutilmente], lho fatto stare in riga, glielho baciato, menato, gli ho dato di tetta, ma di appoggiarmelo?... Ohi! ma va l! | Senti ora che stratagemma da birbone arrivato a tirarmi fuori per mettermi sotto [per convincermi]. Ha cominciato a fare il triste, lo svogliato, a farsi vedere a mangiare poco o nulla. Lui mi schivava, faceva lindispettito, sospirava come un mantice rotto, arrangiati.,sognoӥperneanche,fettastaCiappa18 146 PORTA_testi.indd 146 16/03/11 11:43 verselperandavaghempconE linvers.gnucch,elpregn,elfavaelpusseeCon 136 tiravessdecreduulhaquandInfin cortellasconvoltraamettchelVedi fir:alincontra19cannijisbassachelE brasc,elfermeghtr,adaghabonaM, 140 sbir,oncomefrancaeprepotentaE pajasc?...dighi,mai,farissetCossa mor...mazzamm...respond...elf,vujCossa t...anchcontentattvitta...staForn 144 paroll!dedianzercheSanguanon! frecc.vegnuumՏsbalz,deforzicalaaMՏ coll,albrasccojluapondadasontMe lecc,altraversalborlonemluE 148 cioll,elariaincortell,elterrainlE strecc,brascemstroffignem,basem,Lecchem, nagotta...pensaf...lassemtas...Ninin... rotta.lhameelvaccadonafioeulSto 152 e con pi gli andavo vicino, con pi faceva il sostenuto, il cocciuto, limbronciato. | Infine, quando ha creduto di essere a tiro [di essere al culmine] vedo che tira fuori un coltellaccio e che abbassa i cannelli contro il filo [della lama]: io, ingenua a dargli retta, fermagli il braccio, e prepotente e sincera come uno sbirro, Cosa faresti mai, dico pagliaccio?... Cosa voglio fare risponde ... ammazzarmi... morire... finire questa vita... accontentare anche te... | Sangue di dio!, che diavolo di parole! mi sono calate le forze dun tratto, mi venuto freddo. Mi sono appoggiata a lui con le braccia al collo, e lui mha fatto cadere di traverso al letto, e l, in terra il coltello, in aria il pirla, leccami, baciami, sfregami, abbracciami stretto, Ninina... taci... la- sciami fare... non pensare a nulla... questo figlio duna vacca me lha rotta. | quin-trachea,laecarotidelaperpopolaregergo,cannelliӥ,Cannij19 gola.ladi 147 PORTA_testi.indd 147 16/03/11 11:43 stadalՏcherottapoevoeultaOna respett.pnresguardpstaaghՏNo ciavada,granonaltraciavadaonaVia giughett,quellchefaccolterfavaseNo 156 impregnadamhanolpiccitantconseE quadrett,onffderobbaproppiLՏ ordegncertihingiusijstichepTanto pregn.lasscongioeughelfornissenChe 160 stistoriachemancapocchagntriiLeva insc,semperquietamentLandava gloria,inlabbaDiochemedina,laQuand mor.defevrasciaonastoltLha 164 inflammatoriacredudalhandottorI d,tredesinsolassvintfaaghhanE dezishanchequellaingiustadree,delMa paradis.inandadalՏp,faghenDe 168 sonador,ainoccbonalee,Morta moment;doninscennalabarattaaSՏ 20cogitordelcinandadasontM parent,sdunluanchcinandaalՏPeppelE 172 descordeevedesdevial,E Una volta poi che stata rotta non cՏ pi stato n riguardo n rispetto. Via una chiavata, unaltra gran chiavata, non si facevano altri fatti che quel giochetto, e se con tanto scopare non mha messa incinta, proprio il caso di fare un quadretto [un ex voto], tanto pi che questi uccelli sono ordigni del tipo che finiscono il gioco col lasciarti pregna. | Erano poco meno di tre anni che questa storia andava quietamente sempre cos, quando la zia, che Dio labbia in gloria, ha preso una febbraccia da morirne. I dottori lhan creduta infiammatoria e le han fatto venti salassi in tredici giorni, ma il giorno dopo, proprio in quella che [nel momento in cui] han deciso di non fargliene pi, andata in Paradiso. | Morta lei, buonanotte ai suonatori [ finita la cuccagna], cambiata la scena in un momento; io sono andata in casa dun coadiutore e il Peppe andato anche lui in casa dun suo parente e l, salvo di vedersi e di discorrere 868).v.47,(cfr.curatoaldaiutosacerdote,coadiutoreӥ,cogitorPer20 148 PORTA_testi.indd 148 16/03/11 11:43 dent,perdenterdelpervoeultaQuaj 21mezz,deprozionallasiaResguardo 23pezz.bellonpergattelsstaaghՏ22March!Sant 176 ligadainsctrovammachetram,Ma passion,demorivapretdelcIn sueffadamevaelPeppelchetraE boccon,certisaggiabonoraDe 180 stradalaciappidbellon24bruttaAssa fustononcomecogitorelpientiE mfattoaltenddeRessolutta 25barol.deseccadtanceSenza 184 religiospoverstoquantperDeffatt capfammperdittlabbafaa,Labba risciospassonlevafavachepassChel d,quajonforsipurgarevlacheE 188 qualche volta durante il giorno, di tanto in tanto, quanto alla porzione di mezzo [far lamore], san Marco [pazienza]! cՏ stato su il gatto per un bel pezzo! | Ma io, fra che a trovarmi cos legata in casa del prete morivo di passione, e fra che il Peppe mi aveva assuefatta di buonora [fin dalla giovane et] ad assaggiare certi bocconi, dimprovviso un bel giorno prendo la strada [parto] e pianto il coadiutore come un torsolo, risoluta a badare ai fatti miei senza tante seccature di coglioni. | Infatti, per quanto questo povero religioso abbia fatto, e abbia detto, per farmi capire che il passo che facevo era un passo rischioso e che un giorno, probabilmente, lavrei purgata [pagata a caro prezzo], pa-undiimportantepiattoil,mezzoӥdiporzione,mezzdeProzion21 vulva.pervalequisto, 32. nota 29,cfr.SantMarch Per 22 puntoalinoperosa, giacere lasciatacosaindicare perdire diModo23 sonni.lunghitranquillamentefarcipossagattoilche 23.nota24,cfr.,bruttaAssaPer24 france-inche,roulsbasdaprobabilmentte derivataparolaBarol 25 sottoosoprapantaloni,deilorloconavvoltolatecalzeleindicavase Ni-dalladettoPorta;ditempoalpassatagieramodaLaginocchi.i convecchieӥusanzecumulapropri, fattiifarsidiimpazientenetta, 8).v.55,,Ricchezza del vocabolari milanes(cfr.coglioni 149 PORTA_testi.indd 149 16/03/11 11:43 vos,soalaefiaaselviatraaLha lmondammagraziadeavuughhaelAnzi medinalachelir,millacircaDe fina.robbaepillatralassaamhaLa 192 danee,pocchquijconepientada,cCon sera,comegrassaegiovenaFresca, indreeinnanzgentsemperGhaveva fera;onaanchemejbancamiaAlla 196 vivee,divegnevaghenpoecoeughDe ciera,fassghechedombastaquistaE pesspermerdavenduuanchghavessSe listess.contentevenporcadefaccSti 200 f!possuuchhoopartiidefiorcheE dattamm)vorsuuavessmagara(Insc marcifammdemarcant,deFioretton damm;primmdisciori,primmdiInguala 204 trattdetosastadafussseE dammvorsuulha26GerominfraaoncheSoo banca,desmettfammassossenn,pelterDel nanca.comparlue27fiacca,inMandamm 208 ha buttato via il fiato e la voce, anzi ha avuto la grazia di contarmi [restituirmi] circa mille lire, che la zia mi ha lasciato tra denaro e robe preziose. | Piantata la casa, e con quei pochi denari, fresca, giovane e grassa comero avevo sempre gente davanti e dietro al mio banco [del pesce] meglio che a una fiera; di cuochi poi ne venivano a non finire e a questi bastava solo fare la bella cera, se avessi venduto anche merda per pesce queste facce da por- coni erano contenti ugualmente. | E che fiore di partiti che mi sarei potuta fare! (se avessi voluto adattarmi) cime di mercanti, da farmi vivere come le prime signore, le prime dame; e se fossi stata ragazza [carattere] da trattare so che un frate geronimita avrebbe voluto darmi soldi assai, farmi smettere il banco [il lavoro], mandarmi in carrozza, e lui nemmeno comparire. | Neri.FilipposandafondatoDellordine26 139).v.52,803;v.47,(cfr. ficre franceseilperidiotismo,Fiacca27 150 PORTA_testi.indd 150 16/03/11 11:43 incarognadaimbriaga,ciocca,mMa tajapioeucc,doncanderazzastoDe cercadamhanchestaanՏghequanteTant oeucc;difoeuracasciaanhootantOlter 212 dadasevamenpezzongiamchesE stoppaboeucc,descusfavameChel insc,tuccsemmdonndevacchnungiMa 28sciarn!aproppivemmelcristonghՏmondalSe 216 via,toefassapoenunadininguardaE doss.esottdefanen29toninna,fanEn mia,laprovaachhoominsc:lՏtroppPur 30balloss.sticonnoeuvdeghՏcossaSoo 220 31stria,laindenterdadasonttroppPur coss.tuttinduvinaalhacogitorelE nanmelVardaPepp!...donroffianonAh Milan!tuttincompagncristoonghՏSe 224 Ma io ebbra, ubriaca, incarognita di questo razza di cane dun tagliapidocchi, tanti quanti ce nՏ stati che mi hanno cercata altrettanti ne ho cacciati fuori dagli occhi [dalla vista]; e s che gi da un pezzo mi ero accorta che mi faceva fare da tappabuchi, ma gi, noi vacche di donne siamo tutte cos, se al mondo cՏ un cristo [furfante] lo andiamo proprio a scegliere! | E dioneguardi a lasciarci scoprire, ne fanno tonnina [carne da insaccati], ne fanno di ogni colore. Purtroppo cos, io che ho provato la mia [disgrazia], lo so cosa cՏ di nuovo con questi furbi. Purtroppo sono finita in bocca al lupo e il coadiutore ha indovinato tutto. Ah ruffianone dun Peppe!... Guarda il mio giovane se cՏ un cristo compagno [simile] in tutta Milano! | 1.nota19,cfr.,sciarnPer28 13.nota29,cfr.,toninnaPer29 di nulla apettarsi bisogna non che confermare per ironia Amara 30 nuovo. ma-disinonimostregaӥdovestrega,nellafinire,strialainnd31 daforzedipredachidisituazionelaindicafraselafattura;locchio, (Isella).lupoӥalboccainandareanche,cui,perliberarsisanoncui 151 PORTA_testi.indd 151 16/03/11 11:43 figondefacciastocontentMinga rotta,lhameelchestrozzaaellustaavessDe monton,atuccpartiimejitraaDavemm pirotta,donapescdrovadaDavemm bocconbonpigoduusemperDavemm nagotta,perebanca,allaghavevaChe inguillamiadellaton,mdelm,deSagg pilla.allaancamirammacomenzaaLha dovdeslofficolprenzipiIn postaquajonaaloltraocossaonaCompr pias;perprestetincercavameEl despostavistmhaelquandpoe,seguetinMa m,fattoelpasingodlassaghA posta,soadelucantaralLandava 32baslott,surumelissemservol,E scopellott.ongiallon,freguj,Ogni lera,comevizzideimpiastraas!Ma insc:cheoltervorevaghenLallela! Mellera,cla33settonintraaLavarav 228 232 236 240 Mica contento, questa faccia da figone, di essere stato lui lo strozzato [avanzo di galera] che me lha rotta, davermi mandato i miei partiti tutti a monte, davermi adoperata peggio dun mortaio, davermi goduto sempre i bocconi pi buoni che avevo al banco, e per nulla, sazio di me, del mio tonno, della mia anguilla, ha cominciato a mirare anche al denaro. | In principio con il pretesto di dover comprare una cosa o laltra a un qualche cliente me lo cercava in prestito per piacere; ma in seguito poi, quando mi ha visto disposta a lasciargli godere in pace il fatto mio, andava al canterano direttamente, e l servo umilissimo signor cassetto, a ogni momento, allons, gi una manata. | Ma s! impiastrato di vizi comera, ohil!, ci voleva altro che cos: avrebbe messo a terra [rovinato] casa Mellerio, dellincas-soldi itenevano venditori itempo un ,ciotola ,Baslott 32 ciotola.unainso gi-inmetterequiletto),(sulsedereametteresignificaTr in setton33 rovinare.nocchio, 152 PORTA_testi.indd 152 16/03/11 11:43 l.staghela34Melz,elGreppi,elLArchint, 244 35primera,trissett,ostarij,Lucojon!D mantegn;dedonnlupalch,luscnn,Lu masseedeciollatononnamE danee!meeicontcornaiCompramm 248 finapertentaalhacorna!cheOlter bolgironna;pestaonataccammDe mattinaonaallestasontnoseE sonna.lemetelindreeciappitirA 252 finaintantachecieldelfortunaPer monnalaincompagnamelperfaahooChe 36masarottonamezzindidimissHoo scirott.elcontconsciaafilapperDe 256 vergnon,tantinsclevacosseel?...Eppur: dingegn,fintantoemarcadettTant remission;lafaghagraziadeavuuhooChe segn,quelafinnacossitiraalhaAnzi 260 mincion,iancasquas)(direvpacciammDe pegnfdeevenddefuriaaPerch Archinto, Greppi, Melzi, e fermati l. Dillo coglione! Lui osteria, tressette, primiera, lui cena, lui palco, lui donne da mantenere; e io, minchiona da massaro [sciocca rimbambita], comperarmi le corna con i miei denari! | Altro che corna!, ha tentato perfino di attaccarmi una peste [malattia venerea] maledetta; e se una mattina non sono lesta a tirare indietro le chiappe, me la suona. Per fortuna del cielo che intanto che ho fatto per accompagnarmelo nella mona [vagina] ho messo le dita in mezzo a un impiastro di filacce aggiustate col cerotto. | Eppure: cosՏ mai? era di cos tanto garbo, tanto maledetto e tanto fine dingegno, che ho tenuto [considerato] una grazia del cielo fargli remissione [perdonarlo]; anzi ha tirato le cose fino al segno di mangiarmi (direi quasi) anche i minchioni, perch a furia di vendere e di fare pegno tempo.delmilanesicasatericchepidellealcunediNomi34 oste-nelleabitualecartedigiocounprimieralatressette,ilCome35 95).v.54,(cfr.milanesirie cataplasma.qui,Massarott36 153 PORTA_testi.indd 153 16/03/11 11:43 pocchinreduttmhaelesbiottadamhaEl pitocch.donfoeuraspuvaaossonCome 264 scagn,ilecc,elchepolterghavevaNo strasciarij,quattereperladecrosLa pagn,pocchquijedorarobbatraInsc quijancavendemdebesognosQuand 268 compagntorberc,invegnuumՏeldOn cannij,itajvorsuusՏelquandDe montonaacquaoeuccdajgipiovendE ton.stodeparlameelpocchaPress 272 creditoridis,meelNinetta,Sent mastin;cantanccomecuualtaccaaMhin vintiquattrorpocchstiinpaghiinoSe manezzin;ie37famejalaprontingiGhՏ 276 donorfioeuonm!parfioeuonDonca fin?...stafaredussdeLavar granfammdeinnanzNinetta!...nAh m.soochequellfaroomoment...onlՏGi 280 sentiappennaluga,comedolzaM paroll,ultemstifornavanDove spaventi,metremi,smorta,Deventi mi ha denudata [economicamente] e in poco mi ha ridotto come un osso sputato fuori da un pitocco [poveraccio]. | Non avevo altro pi che il letto, le sedie, la croce di perle e quattro stracci, cos tra la roba doro e quei pochi panni quando, bisognoso di vendermi anche quelli, un giorno mi venuto in casa, imbronciato come quando sera voluto tagliare la gola, e piangendo dagli occhi acqua copiosamente, pressa poco mi ha parlato in questo tono. | Senti Ninetta mi dice i creditori mi sono attaccati al culo come tanti cani mastini; se non pago in queste poche ventiquattrore son gi pronte la sbirraglia e le manette: dunque un figliolo come me! un figliolo donore avr da ridursi a fare questa fine?... Ah no, Ninetta!... prima di farmi prendere, gi, un momento... far quello che so io. | Io, dolce come luva, appena capito dove vanno a finire queste ultime parole, divento smorta, tremo, mi spavento sbirri.pergergale,Fameja37 154 PORTA_testi.indd 154 16/03/11 11:43 coll;albrascimettighesoletalpoeE 284 38resentimelcantar:alvooInfin tornacoll,del39peritt,dicros,Della antecrist,Ciappapiangend,dighi,gheE quist.ancamangiarest,elmangiaacheetDeggi 288 pitoccaonastadasoncheRedutta danee,nrobba,ncredet,Senza bocca,inmettdeficc,elpagdeavuuShoo mestee.almettemdovuuproppiHoo 292 soccaallataccaaavuughhoochefinaMa perucchee,donfottuusanguettaSto pagamelanancaquattrin,onchequattrinOn vanzamel.depatronnastadamaiSont 296 sentmadesslopracompperInfin infamm!porchstoacooinsoltagheCossa dent,sarameelch,venelfamesonGiust ciavamm;devoeujaghhacheldismeelE 300 arent,poooninsclmettlemelecc:sulVoo inculamm;perfaelpaffeta,poe,E e poi, al solito, gli metto le braccia al collo; infine vado al canterano: l mi spoglio della croce, delle perine [orecchini], della collana e gli dico, piangendo: Prendi, anticristo, gi che hai mangiato il resto, mangia anche questi. | Ridotta, come sono stata, una pitocca senza credito, n roba, n denari, se ho avuto [i soldi] per pagare laffitto, da mettere in bocca [da mangiare], ho proprio dovuto mettermi al mestiere. Ma fin che ho avuto attaccato alla sottana questo sanguisuga fottuto dun parrucchiere, un quattrino che un quattrino, neanche a pagarlo sono mai stata padrona davanzarlo. | Infine, per compiere lopera, adesso senti cosa gli salta in mente a questo porco infame! Giusto un mese fa viene qui, mi chiude dentro, e mi dice che ha voglia di chiavarmi; vado sul letto: me lo mette l cos, un po vicino e poi, paffete!, fa per incularmi; del-sacrificalelavacroilrichiama,risciacquareӥ,resentda,Resenti38 valore.dioggettiultimideglispogliasiqui,che,vittimala picco-diformaclassicalorolaperchiamaticosorecchini,,Peritt39 481).v.47,(cfr.perele 155 PORTA_testi.indd 155 16/03/11 11:43 button,ondaghghicc,elstrengalloraM pretension!sticosshinOvej!...dighi...E 304 d!desanguasalvammposscuuelNanca 40pendizzi!bruttoludron,Malarbetto mvujchequellfannvujm,lՏcuuEl caprizzi.stidecavattdebesognhooN 308 chstoraavia,dallvorsuuSavess doffizzi.vunamaridadaforsSarev cojonnainscsontsemFiguret 41seggionna!lafatasottmettemDe 312 sassoncomedurachevedendInfin sospir,alnpiangalpascoltdavaNo mazzass,vordesloffisoletalN pag;fammeladeressoltsՏEl 316 vendicassdestraaoltratoesavendN ffaamhaelepoettaoncercaandaaLՏ io allora stringi il buco, dagli uno spintone, e dico: ... Ohi!... cosa sono queste pretese! | Neanche il culo posso salvarmi, sanguedidio! Maledetto briccone, brutto magnaccia! Il culo il mio, voglio farne quello che voglio io, n ho bisogno di cavarti certi capricci. Se avessi voluto darlo via, a questora sarei forse maritata a uno dufficio [un buon partito]. Figurati se sono cos cogliona da mettermi sotto a te a fare la comoda! [cinedo]. | Infine vedendo che, dura come un sasso, non davo pi retta n al piangere n al sospirare, n al solito espediente di volersi ammazzare, si risolto a farmela pagare; n trovando altra strada per vendicarsi andato a cercare un poeta e mi ha fatto fare pappo-traslato, per ,balzello ,debito ,peso vale qui Pendizzi 40 magnaccia.,ne (Isella).cinedoӥanchevaleseggionnamamastello,,Seggion41 156 PORTA_testi.indd 156 16/03/11 11:43 42bosinadadonadianzerOna strada.inperfinna43mineelaffammDe 320 trattinoneccoBaldissar,melEcco passiondibolgironnaresonLa candirin.oncomedeslenguenmeChe magonmeedianmpescpusseeelMa 324 bosindonbirbastachevedaLՏ canzoninmettemperdischellappiTra nan,carmelvoeuna,infiranegheEl pan.elperdfammachemancanienttendChe 328 44ossdiinghhoochedafinarivaaLՏ lusell!viabrusdeveccmorboOn balloss,pusseetrattondpseMa cortell?deeinfammapusseeOnazion 332 un diavolo duna bosinata da farmi canzonare perfino in strada. | Ecco, mio bel Baldassarre, ecco in poche parole, la ragione dannata delle passioni che mi illanguidiscono come una candelina. Ma il peggiore dei miei magoni vedere quel birbante dun poeta, tra le balle che dice per mettermi in canzone [canzonarmi], ce ne infila una, mio caro giovane che tende, nientemeno, che a farmi perdere il pane. | arrivato perfino a dire che ho nelle ossa un morbo vecchio che brucia via luccello! Ma si pu dare un trattamento pi furfante, unazione pi infame e da coltello? fogliet-sustampataassonanzata,orimatafilastroccalaBosinada42 del fatti declamavano )bosin(cantastorie icui con quadernetti, oti cronacaunaassemblandonotevolioparticolariavvenimentigiorno, la con relazioni leScarse valore. nessun opoco di versi in cittadina culturaunadiprovvistiautoridainvececompostavernacola,poesia elementare.chepimetricaelinguistica Nellaaltrui.beffaredimodocomeindicatoflamineeCherubiniNel43 canzona-formulalaseparata,purricorre,TessaDeliodiCarnevalinpoesia dileggiarsi.permilanesiiusavano)checiccaciccalaminee(completatoria contagiarladitentatoaverdiPepp,alrivolgeNinettalacheLaccusa44 diperuccheePeppalrimandanotizia,ladiffonderefattoavernedipoie (anzi,NinettalaaccusanonprotagonistailperdoveBossi,Giuseppe scagiona).lacontrario,al 157 PORTA_testi.indd 157 16/03/11 11:43 marossdeetutt,godemmtutt,Pacciamm quell?ancatoeummlonor,inancaTaccamm cap:posslanocristoperQuesta t.mdighelBuffon!...impestada?...M 336 donnaonaghՏbrio!sepert,mDighel Milan!quanttuttinmdesanaPussee 45CoronnaallalbentaccarleTe doman!m,magiald,scialldelMoraLa 340 bolgironnaariachevardaovej!...Ma nan...melsci...sci...cioll!tstociappaaLha ciccin...!dio!...ahtova...lՏtoe...car...Dammel cadin.elCecca?...sont...ghegni...ve...Vegni... 344 Papparmi tutto, godermi tutto, e per giunta attaccarmi anche nellonore, levarmi anche quello? Questa, Cristo, non la posso capire: io impestata?... Buffone!... diglielo tu. | Diglielo tu, perdio!, se cՏ una donna pi sana di me in tutta quanta Milano! Te lattaccher bene [la malattia] l alla Corona la Mora con lo scialle giallo, ma io, domani! ma ohi!... Guarda che aria buggerona [spavalda] ha preso questo tuo pirla!... qua... qua il mio ciccio... dammelo caro... prendi... tua... ah dio!... ciccino...! Vengo... ven... go... ci sono... Cecca? il catino. contra-in sita esecolo XVII dal fino nota Corona, della Locanda 45 del Desgrazzinelleanchecitata(Isella)1009ȥn.alRaffaello,Sandida .12)notae117v.21,(cfr. Giovannin Bongee 158 PORTA_testi.indd 158 16/03/11 11:43 33 Il sonetto va fatto risalire al maggio 1815. Le discussioni politiche legate al passaggio della Lombardia dalluno allaltro occupante, furono stimolate dal decreto del 7 aprile 1815, con cui lAustria dichiarava Lombardia e Veneto definitivamente annesse come province meridionali. La posizione di Porta, dettata da un sano realismo, rivela lamarezza per la fine del Regno dItalia. Fu pubblicato per la prima volta nelledizione Cherubini. ball,seccapoliteghiMarcanagg reson?tancedescors,tancservCossa portall,boeugnafaccdiinfin1bastonGi patron;elfdepensinutellՏE 4 spallsujdavlemmghebaststoquandE remissionsenzaeEternament gall,donsiachelnunaimportaneCossa 2cappon.donodonoca,Donaquila, 8 Mannaggia i politici seccaballe, a cosa servono tanti discorsi, tante ragioni? Gi un basto in fin dei fatti bisogna portarlo ed inutile pensare di fare il padrone; | e quando questo basto dobbiamo averlo sulle spalle eternamente e senza remissione, cosa importa a noi che sia dun gallo, dun aquila, di unoca o dun cappone. | emuli, easini cavalcare per usata legno di sella la ,basto ,Bast 1 sfruttamento.diesottomissionedisimboloqui trasfor-sonodellAustria,eFranciadellasimbolilaquila,egalloIl2 cappone.eocaumili,erustici,pineiPortadamati 159 PORTA_testi.indd 159 16/03/11 11:43 vesspossaelmejelchecredimPer prege3quoniam,elfdepartiiEl despess,basteltantbarattnoDe 11 alloltersitondapostcoln,deSe reussirtravers,didurezzI olter.nagotteputtascaspellamentOn 14 Io per me credo che il meglio [il comportamento meno dannoso] possa essere il partito di fingere nulla, e pregare di non barattare [cambiare] il basto tanto spesso, | se no con lappoggiare da un sito allaltro la durezza delle traverse, ne verr uno spellamento troia e nientaltro. 99).v.62,(cfr.gnorriӥlo,nesciӥilfare,F el quoniam3 160 PORTA_testi.indd 160 16/03/11 11:43 34 Sulla base di riscontri con altri testi, il sonetto datato con certezza al maggio 1815. un esempio, fra i tanti, della satira del borghese Porta contro la presunzione aristocratica. Fu pubblicato nelledizione Cherubini. marches,lՏluMarches,surSissignor, marchesonon,marcheson,Marchesazz, Milanes,CarlosurelsontmE .Dondonstrasconnanchsenzal!bottE 4 pesdecresselebellelustervenelLu mincion,icomodsconGrattandes spesstifammperbiott,emagherm,E 1fetton.eldeltuttmennacheBoeugna 8 leggsavnscrivsavsenzaLu descorsavsquas,direvsenza,E cortegg;carezz,salamelecch,godEl 11 sstmcolporch!),(destinonmE lonornanchghhood,eltuttpalpeeSui lu.lՏcomeasnondonsaludDon 14 Sissignore, signor Marchese, lei marchese, marchesazzo, marchesone, marchesonone, e io sono il signor Carlo, milanese, e ferma l! senza neanche lo straccio dun don. | Lei viene lustro e bello e cresce di peso grattandosi con suo comodo i minchioni, e io, magro e nudo, per fare questa vita bisogna che meni tutto il giorno il fettone [deretano]. | Lei senza saper scrivere n leggere e senza, direi quasi, saper discorrere, gode salamelecchi, carezze, corteggiamenti; | e io (destinone porco!), col mio stare su [sgobbare] tutto il giorno sulle carte, non ho nemmeno lonore di un saluto da un asinone come lei. gergale espressione oggi ancora ,culo il muovere ,Men el fetton 1 fare.dadarsidicomplimenti,tantisenzaintimare,per 161 PORTA_testi.indd 161 16/03/11 11:43 35 Sonetto scritto nel giugno del 1815 per disinganno di coloro che mi credevano autore di alcuni sonetti in vernacolo nostro scritti in offesa de nobili e di altre persone raguardevoli annota Porta. Il testo non collegato da alcuna parentela alla Prineide (Isella) ma si lega, in qualche modo, al sonetto precedente. Fu pubblicato nelledizione luganese. AmbrosianpoettaPortaCarlo balloss,onpercreduuvessvorendNo 1quajcoss,ghhaelmondstoaperchPrima balzan,cooelmingaghhaelperchpoeE 4 MilantuttadeciaraeleprotestaEl adossdcheegiracheversquijtuccChe grosspesseprenzepgoverna,re,A gran;scolfadafarinahinNo 8 Carlo Porta poeta ambrosiano, non volendo essere creduto un briccone, primo perch a questo mondo possiede qualcosa, e poi perch non ha la testa balzana, | protesta e dichiara a tutta Milano che tutti quei versi che girano e che danno addosso a re, governi, principi e pesci grossi non sono farina fatta col suo grano; | nullatenente.nonantifrasiper,El ghha quajcoss1 162 PORTA_testi.indd 162 16/03/11 11:43 2cagazibettquijpregaelperE autorbattezenelbottogniChe discrett,pusseefreguinonvessA 11 3cavall,debozzerstiscrivperGiacch, lor,degustsul4cazzdevisonnlՏNo 5spall.sujclalumaghicomeghhaelN 14 e perci prega quei saputelli che ogni momento battezzano autori di essere un briciolo pi discreti, | giacch, per scrivere questi imbrogli da cavallo [enormi], non n un faccia di cazzo al gusto loro n ha, come le lumache, la casa sulle spalle. cagazibettoӥitaliano,inma,milanesidizionarineinonCagazibett2 damerino.,azzimataӥ,profumataӥpersonasignifica mestare, (fare, bolgir di sinonimi ,bozzera ebozzar da ,Bozzer 3 gabba-ingannato,(frodato, bolgiraetramestare) trescare, enormi.ciode cavallto); senza sfrontato, significa insulto un essere aoltre ,Visdecazz 4 ritegno. cam-aoresponsabilit proprie le sfuggire apronto sempre Chi 5 partito.sponda,biare 163 PORTA_testi.indd 163 16/03/11 11:43 36 Questo sonetto, di sberleffo a obsolete disquisizioni biblico-teologi- miste-Unche, tra i quattro che Belli imit nel suo apprendistato ( ). di poco anteriore allautunno del 1815 e fu pubbli-spiegatoro cato per la prima volta nelledizione luganese. ostinaatantcristiandimondalGhՏ fed,lainfinaeresijmettenChe spiegaachephinnocossisecheGent cred.voeureninoddelcomeciarE 4 capitaagiustnՏmeloltrerDeffatt zed,deanmlavaravforscheVun tiraalavessnomariabagnaSe red.laindentparagonbononCont 8 piattelgheranochesostegnevaelLu viventituccossecarnainstfDe 1Giosafatt,devalllaininsemmaUnii 11 patenteciarvedfaaghhoomE culattmeedivallpiccolalainChe comodament.mondeltuttstfooGhe 14 Ci sono al mondo dei cristiani tanto ostinati che mettono eresie perfino nella fede, gente che se le cose non sono pi che spiegate e chiare come di giorno non vogliono credere. | Infatti laltro ieri me ne giusto capitato uno che forse avrebbe ancora da cedere, se a bagnomaria [con pazienza] non lavessi tirato con un buon paragone dentro la rete. | Lui sosteneva che non cera il piatto [non cera agio] di far stare in carne e ossa tutti i viventi insieme nella valle di Giosafat, | e io gli ho fatto vedere chiaro e patente che nella piccola valle delle mie culatte [chiappe] ci faccio stare tutto il mondo comodamente [me ne infischio di tutti]. divallenellariunitisarannouominiglituttiGiudiziodelgiornoIl1 Gerusalemme.avicinoGiosafat, 164 PORTA_testi.indd 164 16/03/11 11:43 37 Componimento ditirambico, analogo al precedente dedicato al matrimonio di Napoleone, scritto in onore dellingresso in Milano dellimperatore Francesco I e della moglie Maria Luisa, avvenuto il 31 dicembre 1815. Per quella data per era gi stato composto e pubblicato in foglio volante, per i torchi di Giovanni Pirotta. Come annota lo stesso Porta sotto allallegoria de diversi vini de quali fatta parola in questo Brindisi sadombrano i pi distinti fra i nostri concittadini i cui poderi primeggiano in que luoghi ove raccolgonsi i vini medesimi e che Porta propone in qualit di amministratori locali, come suggerisce Bezzola. Per questa allegoria di unistanza autonomistica il brindisi non pu essere tacciato come lomaggio di un trasformista. LOSTARIAAMENEGHINDEBRINDES MAISTAAS.C.SOVADEMILANINLENTRADAPER SOVADECOMPAGNIAINPRIMMFRANZESCHI.R.A. LUVISAMARIALIMPERATRIZMIEE vain!trinchevain,trincheallon,Alto 2peston,eХ1zainemezzsciPortee allon!prest,vain,trinchevain,Trinche vollertrippamiadedenanzM DIMILANOINLINGRESSOPERALLOSTERIAMENEGHINODIBRINDISI COM-INPRIMOFRANCESCOAPOSTOLICAREGIAIMPERIALMAEST˥SUA trin-,allons Alto LUISAMARIALIMPERATRICEMOGLIESUADIPAGNIA ! Portate qua mezzi [litri] e zaine e pistoni [fiaschi], weintrinken ,weinken ! | Io davanti mia trippa volere allons , presto, weintrinken ,weintrinken illitro,diquartounaparicapacitdimisuraunaerazaina,,Zain1 13).nota12,(cfr.quartiniӥelitriӥmezzidunqueinvocameneghino 1.nota1,cfr. pestonPer2 165 PORTA_testi.indd 165 16/03/11 11:43 biccer,decaraff,desortDogni vassellinsurbamettervollerM 3Perell!acantinavodaraE f,vujchebevcheAhbev!cheAh sgonfiamm,Vuj sciopp,vujХnegammVuj scarpamm,Vuj cant,colХSgarbellamm evivafCol riva,cheGRANMTTERAl ,PATRONboncarasc,car,PATRONAl doliva,broccalaconscivenChel baccan,nsparad,nruzz,Senza Milan.debesognaiprovedA vain!trinchevain,trincheallon,Alto peston,eХzainemezzsciPortee allon!prest,vain,trinchevain,Trinche 4faagnsespasdellasperanziSe vintantopoststoabevfaaMhan molin,dibarchitt,dicorrfDe 5 10 15 20 ogni sorta di caraffa, di bicchiere, io volere mettere pompa in botte e vuotare cantina a Perelli! | Ah che bere! Ah che bere che voglio fare, voglio gonfiarmi, voglio annegarmi, voglio scoppiare, voglio stracciarmi, spellarmi col cantare, che arriva, al patrono, caro carissimo, buon matregrand col fare evviva al patrono, che vien qui col ramoscello dolivo, senza chiasso, n sparate, n bac trin-,weintrinken ,allons cano, a provvedere ai bisogni di Milano. | Alto ,weintrinken ! Portate qua mezzi [litri] e zaine e pistoni [fiaschi], weinken ! | Se le speranze della pace sei anni fa mhan allons , presto, weintrinken fatto bere in questo posto tanto vino da far correre dei barconi, dei mulini, omette che straniero, uno di incerto litaliano scimmiotta passo Il 3 alcitatogifamosolostePerelliallinfinito.verbiiusaearticoligli 114).v.alqui,e,9v.12,(cfr.1810,delBrindes NapoleonedimatrimonioilfesteggiareperscrittiversiaiAllusione4 dAustria.LuisaMariaconBonaparte 166 PORTA_testi.indd 166 16/03/11 11:43 5boff,dedelincoeulՏmejTanto 6spong,De sug,De neg,De franca,lՏХmancalanopaslaCh scapp.pplachech,lՏCh vin!delscivain,trinchedonch,Alto ciod,oncomesecchlՏstomeghmChel 7martinonSci godvujchel8Buscaa,De savorCon !PATRONdelХonorIn bon!lՏQuest fiorchecara,Cara, gust!cheOhquest!lՏche9ХbobDe terralaBenedettaХglgl,Gl, Bust,decontornadiBuscaa,De guerra,lalontanastagaveChe 25 30 35 40 tanto meglio oggi il giorno di soffiare [tracannare], di spugnare [bere come una spugna], di asciugare, di annegare, che la pace non manca, fran , qua wein trinken ca [sicura], qui, e non pu scappare. | Alto dunque, del vino! che il mio stomaco secco come un chiodo, qua un fiasco di Buscate, che lo voglio godere in onore del patrono [padrone]! Questo buono! Caro, caro, che fior di bub questo! Oh che gusto! Glu, glu, glu, benedetta la terra di Buscate, dei dintorni di Busto, che vi stia lontana la guerra, bereintendasibottiglia,laconvetrodisoffiatoreilmimareOssia5 canna.a 18.nota12,cfr.spongPer6 80).v.qui,(cfr.fiascoӥpergergalevoceMartin7 sfi-unaaassistesiquestoinancheBrindesprecedentenelgiCome8 pri-laBuscatecuitravino,diproduzionelapernotelocalitdilata 9).notae54v.12,(cfr.secondalaBustoma, (lat-beveӥsicheciperstacheinfantilelinguaggiodelvoceBob9 vino.ditrattasievidentementequiacqua),ote 167 PORTA_testi.indd 167 16/03/11 11:43 scigheralastravent,itempest,iChe brughera.inpestassatuccVaghen patronquellsemperViva terren,elgrassХmantenChe piantagioninspendsaChel conven,chequellreparinE pajsan,icontgiustlՏChe corriv,vaelspenddelinChe man,iligaelfattoraiChe viv!lassevivsaChel patronquellsemperViva proved,cheeved,va,Che relazionaicredsaChe 10cred!poddecredchelQuell tajstosupatrononascesOgni pientada,vignaonadeventaLa fadainscdugononaSgrazzononn portaj.astanghettcolstantDa ughituccsortstadepatrononA cantina:intuccvanghevin,fanGhe pacciugh,fanissungrippa,Nissun spina.sullaciaviinutelHin 45 50 55 60 che la grandine, i turbini, la nebbia vadano tutti a impestarsi in brughiera. | Viva sempre quel padrone [patrono] che mantiene grasso il terreno, che sa spendere in piantagione e nel riparare quel che conviene, che giusto con i paesani, che nel spendere va corrivo [ generoso], che ai fattori lega le mani, che sa vivere e lascia vivere! Viva sempre quel padrone [patrono] che va, vede, e che provvede, che sa credere alle relazioni quel che crede di poter credere! | Ogni siepe, a un padrone di questa foggia, diventa una vigna piantata, grappoloni di uvona cos grossa da stentare a portarli con il bastone. A un padrone [patrono] di questa sorta tutte le uve fanno vino, gli vanno tutte in cantina: nessuno arraffa, nessuno intruglia [il vino], sono inutili le chiavi sulla spina [per chiudere la botte]. | locali.funzionarineiredelfiducialaauspicanofrasiQueste10 168 PORTA_testi.indd 168 16/03/11 11:43 65 RESGI11elvivaVivaХglgl,Donch Todesch,diLombard,dionoreGloria !FRANZESCHvivaVivaХglgl,Donch bon,tantoХpatronquellFRANZESCHLՏ lulՏchetuccsanelsan,elTucc vert,derascareghpatronQuell baccannruzzsenzascivenChel Milan!debesognaiprovedA baroni,Oh 70 Brugnoni, 75 Slandroni! chPientamm Giurad! parmDe trattinOn 80 martinColvin?Senza intortOn sortstaDe bosin?Al 85 canaj,Prest Razzapaj, Vin!oMort Dunque glu glu, viva viva il reggitore [sovrano], gloria e onore dei lombardi, dei tedeschi, dunque glu glu, viva viva Francesco! Francesco quel patrono tanto buono, tutti lo sanno, lo sanno tutti che lui quel padrone carico raso [strapieno] di virt, che vien qui senza chiasso n baccano a provvedere ai bisogni di Milano! | Ohi bricconi, garzoni, ladroni! Piantarmi qui, giuraddio!, da solo un pochino col fiasco senza vino? Un torto di questa sorta al bosino [cantastorie]? Presto canaglie, marmaglia, morte o vino! | 2.nota12,cfr.155)v.(cfr.ResgiraavantipieResgiPer11 169 PORTA_testi.indd 169 16/03/11 11:43 bombas.elluchlՏcheХpaspas,Pas, Modron?...del12ХCanegraa Sanguanon! Хpaspas,Pas, brugnon.meeiХfallaaHoo 13Sciampagn,cheAlicant,cheToccaj,Che forester!mesciozzchepacciugh,Che campagn,nosterdivinnostran,Vin sinzer,mascett,malegittem,Ma MilanesbondonstomeghelPer paes.nosterdelrobbavaGhe bon,delebelldelpaccemcheNun cappon,devedij,demanz,deFior butter,deformaj,depan,deFior biccer,cojcuntelfdebesognemmNo naturamadergranlaquestperE premurasantalatoltasՏLa boccaacolbevdegivojannDe salaa,epassantscabbideFior suttiremostosscabbideFior 90 95 100 105 Pace, pace, pace, che qui la bambagia [delizia]. Canegrate, del Modrone?... Accidenti! Pace, pace, pace, ho fallato [sbagliato], garzoni miei. | Ma che Tocai, che Alicante, che Sciampagna, che intrugli, che miscugli forestieri! Vini nostrani, vini delle nostre campagne, ma legittimi, ma schietti, ma sinceri, per lo stomaco dun buon milanese ci va roba del nostro paese. | Noi che pappiamo [mangiamo] del bello e del buono, fior di manzi, di vitelli, di capponi, fior di pane, di formaggio, di burro, non abbiamo bisogno di tenere il conto dei bicchieri, e per questo la gran madre natura, si presa la santa premura di versarci gi da bere col boccale fior di vini passanti [delicati] e frizzanti, fior di vini sapidi e sottili [fini], luogo Modrone, di Visconti dei propriet tempo un Canegrate, 12 pregiato.vinoproducesidove cela,Champagne)eAlicante(Tocai, stranierivinideicitazioneLa13 potenzealleriferimentoilapprossimativo, volutamentemodoinma mila-territorisuimiretuttoraavevanooavutoavevanochestraniere Francia.eSpagnaAustria,nesi: 170 PORTA_testi.indd 170 16/03/11 11:43 fir.nostdironch,nostdivign,nostDi d,atorninostran,vinnostran,Vin 14memoria,aelarghcoeurcoltrincDe boriagranlaforesteevindiCh fornatuttavalapelPer l!bottescumma,efummpff,donIn 15Perell,surlumgiustl!ovejMa quelldemavinett,defiaabononSci scettelusterlimped,Savorii, 16Gergnett.delronchsujcattaseChe lejaldepontinchescabbi,stoCon qual,etalcoeurnostdelretrattelLՏ canzononaintondeХintenzionGhhoo PATRONAnostradellaonorIn bona,lՏbella,lՏseinfin,poeChe giusosa,eХgraziosadolza,lՏSe leeanchrasolonlՏchecuntmelFoo scialosa,eХsciarnidabenХvitDona sitstoincressudaeХInsedida 17Verzee!delallinflusseallariaGrazia 110 115 120 125 delle nostre vigne, dei nostri ronchi, dei nostri filari. | Vino nostrano, vino nostrano, torno a dire, da trincare col cuore largo e a memoria ch la gran boria dei vini forestieri va tutta perlopi a finire in un puff [in nulla], vapori e schiuma, e alto l! | Ma, ohil!, proprio lei, signor Perelli, qua un buon fiasco di vinetto, ma di quello saporito, limpido, lustro e schietto, che si coglie sui ronchi di Gergnetto. | Con questo vino, che quanto a lealt il ritratto del nostro cuore tale e quale, ho intenzione dintonare una canzone in onore della nostra padrona che poi, infine, se bella, se buona, se dolce, graziosa e succosa, faccio conto che sia anche lei una talea di vite, ben scelta e rigogliosa, innestata e cresciuta in questo sito, grazie allaria e allinflusso del Verziere. | perch,buonoӥsiacheverificaredinecessitsenzacioA memoria14 provato.accertato,statogi 7).v.alqui,e,9v.12,(cfr.citatogimilaneseosteNoto15 Brianza.inArcore,pressoLesmo,A16 4.nota26,cfr.VerzeePer17 171 PORTA_testi.indd 171 16/03/11 11:43 caraff!trentavint,ciaccer,manchХSci ch,vegnabevvoeurchiХmPaghi m!paghiХchprestobev,voeurChi lavarizia,ХdstoinscioppaCreppa, lamicizia.pas,lavivacheE ХandemmAlto cantemm,sХsbraggemmS ch,chequestalՏslfalaChe l.cittoХmintonil!Alto ,PATRONA nostralavivaViva, 130 135 Buseccona18 nun,comeleeTant intuitChe virtebellezzaDe nissun!azedlebacco19brioPer delicada,cieldelStanemina 140 Destinada ,PATRONdelfianchaistA retrattelLՏ attinlՏchepaslaDe reson.giustalacon20scioscafDe 145 Qua, meno chiacchiere, venti, trenta caraffe! Pago io, chi vuol bere venga qui, chi vuol bere, presto qui, pago io! Crepi, scoppi in questo giorno lavarizia, e che viva la pace, lamicizia. Alto, andiamo, su gridiamo, su cantiamo, che laria questa qui; alto l, intono io, zitto l. | Viva, viva la nostra padrona buseccona [milanese] tanto lei come noi, che quanto a bellezza e virt, per il dio Bacco, non la cede [non inferiore] a nessuno! | Questanimuccia del cielo delicata, destinata a stare al fianco del patrono, il ritratto della pace che in atto di fare alleanza con la giusta ragione. | 8.nota12,cfr.busecconaPer18 1.nota22,cfr. per briolespressionePer19 fra contratto di tipo un era che soccio, fare significa Faasciosc 20 contadini. 172 PORTA_testi.indd 172 16/03/11 11:43 150 deslippalaguaj,itorber,iDopo pippalaChe ann,tantperrottNhan venlaLee balenlarcoCome malann.difinlapromettenA 155 RESGIRA nostra lavivaViva, Protettora Milanes,bonDi benghՏNo mantenlecielchelFin paes.nostelsperpodanolChe 160 savorii,MonsciaschdelvinittCar ghaviiChe tosa,destomeghelGiustaa adessTornee listess,giustaghelA 165 preziosa!vittasoalaConservenn allon!prest,vain,trinchevain,Trinche canzon.lafornisscheinsclՏChe crostinonvoeurgheadessch:Puntum vin...devindestinguperromp,perTant 170 21piscinin!panchecribbi!Cribbi! Dopo i torbidi, i guai, la sfortuna che hanno rotto le scatole per tanti anni, lei viene come larcobaleno a prometterci la fine dei malanni. | Viva, viva la nostra reggitrice, protettrice dei buoni milanesi, non cՏ bene, fin che il cielo la mantiene, in cui il nostro paese non possa sperare. | Cari vinetti saporiti del monzese, che avete aggiustato lo stomaco [suo] di ragazza, tornate adesso ad aggiustarglielo ugualmente, conservateci la sua vita preziosa! | !,checoschefiniscelacan-allons ,presto,wein trinken ,wein Trinken zone. | Punctum qui: adesso ci vuole un crostino tanto per rompere [la serie di bevute], per distinguere vino da vino... Cribbio! cribbio! che pani piccolini! era pane del pezzatura la carestie continue delle conseguenza In 21 minuta.pisempredivenuta 173 PORTA_testi.indd 173 16/03/11 11:43 22metta,ladeparolligrandpHin 23Lapouff,delbottonigrosspHin poetta,defammonacattameSe 24bouff.doningerlamezzonsgandolliMen PATRONchelpas,lacheХlandemmMa persona,insigillannachvenEl botton.stiscomparХfarLa danee,commerzi,aggravi,Manch spicch,quajonfagachePrenzepbonOn 25Simona,eleMiggiaelfinatucc,sanEl 26micch.issgonfiachemanteselChhin labbondanzacheintantOra ,RESGIelcontviagginLՏ BrianzalaperspassammVuj gl.glfabottonAnm bottanelimpdepetittelGhhoo firiselldefioronCont cantonscelldoninfaseChe 175 180 185 Sono pi grandi le parole della meta, son pi grossi i bottoni di Lapouff, se mi prende una fame da poeta, me ne snocciolo [divoro] una mezza gerla in un soffio. | Ma andiamo avanti, che la pace, che il padrone viene qui a sigillare di persona, far scomparire questi bottoni [panini piccoli]. | Meno aggravi, commerci, denaro, un buon principe che faccia qualche spicco [sia munifico], lo sanno tutti, perfino il Migio e il Simone, che sono il mantice che rigonfia le miche [il pane] [rendono florida leconomia]. | Ora, intanto che labbondanza in viaggio con il reggitore, voglio spassarmi per la Brianza ancora un po a far glu glu. Ho lappetito [la voglia] di riempire la pancia con un fiore di filugello [bambagia, vinello] che si fa in un cantoncino signifi-stesso nello ,meta termine Il calmiere. del listino il Metta 22 XII).(cap. sposiPromessineianchetrovasi,calmieratoӥprezzodicato burlefare divezzoilperPulcinellaricorda chepopolareMaschera23 208).v.52,(cfr.bottonigrossiconvestitocaratteristicounhasmorfie;e ncciolo.ciogandolladaderivasnocciolare,perSgandolli24 tutti.direperidiomaticaEspressione25 classi-formamichetta,notopiilcuidamica,micca,diplurale,Micch26 106)v.,LaPrineide2;v.63,219;v.62,92;v.40,(cfr.Milanesedelpanedica 174 PORTA_testi.indd 174 16/03/11 11:43 190 27Vedan.devoltalaSu Abaa!Padervin!cheAh savorii!evivLimped, triidevindelinchquestDe staa.maiproppinՏgheNo 195 lՏ qualetal vin stoSeomm,ondeventpodessEl re,ondeventanmmE galantommdevorrevNo VedandevinsciorstoChe lontan...brazzonstassmeEl 200 sacceldaghdenanzchelu...forseelMa, coraccelcoeurdelincasciameEl descorabaccobriopervoltammDe medemmCol ?IMPERATOReRENoster 205 andemm...saldo...lu!...lՏchebensAh politto...Carla!...surspiret,Alto, citto!spiret...28Moxtill!...ХparlachelVia ,SACRAMAISTAAvinstodefummelCont bass,popoldelprocuradorCome 210 sasssulnchemejpcielinstampiGhe fedeltaa!deamor,degiuramentEl dalle parti di Vedano. Ah che vino! Padre abate! Limpido, vivo e saporito! Di questo, nel vino da tre [soldi], non ce nՏ proprio mai stato. | Se questo vino, tale e quale , potesse diventare un uomo e anchio diventare un re non vorrei, da galantuomo, che questo signor vino di Vedno mi stesse lontano un braccio... | Ma, forse lei... che prima di assaggiarlo mi mette nel cuore il coraggio di rivolgermi, perbacco! a discorrere con lo stesso nostro re e imperatore? Ah s, certo che lui!... forza... andiamo... su, spirito, signor Carlo!... per bene... via, parli. Moxtill!... spirito... zitto! | Con il fumo di questo vino, Sacra Maest, come procuratore del popolo basso, le stampo in cielo, meglio che sul sasso, il giuramento di amore, di fedelt! Monza.dipressineiLambro,alVedano27 tedescodeleoraӥciomdicontaminazionedallanatoTermine 28 quieto.ossiastill 175 PORTA_testi.indd 175 16/03/11 11:43 addritturaleggiarelmMaistaa,Adess, procura.decartalatuccdevoltSul 215 allon, prest,vain, Trinchetucc:Anem Patron!nostFRANZESCHsemperViva bianch!VinChee?... nanchvujnoln,poeQuest scett!pdel29MasaadefudessSel pressa!lamalarbettavuj,nolN, respett,depienSontХmessa?deVin savor,esostanzatuttvin,bonHin lor,perdebevuuvanperMa color.devincojlighennoCh 220 225 tommaona fann vorrev puttostMRomma,cdeMasaaderossvinCol specc,oncomescettenettCordial, vecc.lՏquandХstupendonХbonSemper ventermchelsanguanon,peccaa,LՏ tina;donafondelcomelarghsiaNol dentermettegheninscPodarev cantina,desiroppdefiorstiDe balocch,amucc,aproppinemmgheCh tocch.inlanemavamelassajaChe 230 Adesso, maest, legger addirittura sul volto di tutti la carta di procura. | Animo ,vivasempreFrancesconostropatrono!| allons ,presto,weintrinken tutti: Cosa?... Vino bianco! Questa poi no, non lo voglio neanche se fosse di Masate, del pi schietto! No, non lo voglio, meledetta la premura! Vino da messa? Sono pieno di rispetto, sono buoni vini, tutti sostanza e sapori, ma van bevuti da soli, che non legano [non van daccordo] coi vini di colore [scuri]. | Io piuttosto vorrei fare una sbronza col vino rosso di Masate della casa Roma, cordiale, netto e schietto come uno specchio, sempre buono, arcistupendo, quando vecchio. | un peccato, accidenti, che il mio ventre non sia largo come il fondo di un tino; ne potrei cos metter dentro di questi fior di sciroppi di cantina, che ne abbiamo proprio a mucchi, a bizzeffe, che a lasciarli mi va lanima in frantumi. | vino.producesicuiinBrianzadellapaeseunMasate29 176 PORTA_testi.indd 176 16/03/11 11:43 235 million! oncossa... soo no Pagarev PATRONnostelХchstcheХdquijinChe cantinee,elcinfaghХmPossess CortladeDottorichepattconMa pee.difoeurastassensintend,Frt... 240 spallera 30 in tucc l metteghVorrev baffios,escialosscabbi,nostI 31dAngera,sodoelimpedbellQuell giusos,ebrillantCastendeQuell dOsnagheSantaladeХgraziosQuij Buragh,deOmaa,demagnifeghQuell 245 sostanzios,eposaaVaverdeQuell Casal,depiccantesinzerQuell Oren,eCanonegadeХcordialQuij salaaescettenettХmostosQuij Casaa,deBiassonn,deSuigh,De 250 Parabiagh,Buscaa,piccol,BustDe Des,eNoeuvaCassan,deMombell,De Vares,deArlaa,deMaggenta,De bon,vindeХmillionmillaolterE ,PATRONelsaggiajarivaselChe, 255 forestee;gottonpmaibevneNol Pagherei non so cosa... un milione! affinch nei giorni che il nostro patrono qui potessi io fargli in casa da cantiniere, ma a patto che i dottori della Corte, frt [via!]... sintende, stessero fuori dai piedi. | Vorrei mettergli l tutti in esposizione i nostri vini, generosi e maschi, quello bello limpido e sodo dAngera, quello di Castano brillante e giocoso, quelli graziosi di La Santa e di Osnago, quello magnifico di Omate, di Burago, quello di Vaprio posato e sostanzioso, quello sincero e piccante di Casale, quelli cordiali di Canonica e Oreno, quelli morbidi, netti e schietti e salati di Sovico, di Biassono, di Casa- te, di Busto piccolo, Buscate, Parabiago, di Mombello, di Cassano, Nova e Desio, di Magenta, di Arlate, di Varese, e altri mille milioni di vini buoni che, se arriva ad assaggiarli il patrono, non ne beve mai pi un goccio di forestiero; 3.nota6,cfr.,spalleraPer30 Milanodinord aunarea incompresi territoricontemplaLelenco 31 Lecco.eMonzatra 177 PORTA_testi.indd 177 16/03/11 11:43 cantinee,elsa,chiloda,elFors ordennagheeleciammaleelforsancaE Vienna.a32bonzaquajinviaghenDe 260 succ! sont chem, anca bev deScitappella...lamennppossnoChe ponda...sechell...vojgamba...inFranco vella,lasbassachelХdondaselVej! caraffalalvoltvoeurselS staffa.ladefaainsctalquellDe dEgitt!vellachecaraffa!Che mej?delDuca?...surdel33Gaviraa?... sgonfiamm,Vuj ditt!gilhooХnegammVuj vassej,ituccsusequesteronFoo boff,deХdverelquestlՏChe spong,De sug,De neg,De franca,lՏХmancalanopaslaCh scapp.pplacheХchlՏCh m!paghivain,Trincheallon!Alto 265 270 275 forse loda, chi sa, il cantiniere, forse anche lo chiama e gli ordina di inviargliene qualche bigoncia a Vienna. | Qua da bere ancora che sono asciutto! che non posso pi menare [muovere] la lingua... | Franco in gamba... ohi l... che si appoggi... Ohi! se dondola abbassi la vela, s, se vuole voltare su [svuotare] la caraffa di quel tale [vino] cosiddetto della staffa. | Che caraffa! che vela dEgitto! Gavirate?... del signor Duca?... del meglio? Voglio gonfiarmi, voglio annegarmi, lho gi detto! Faccio un sequestro di tutte le botti, che questo il vero giorno di bere, di spugnare, di asciugare, di annegare, che la pace non manca, franca ,pagoio!, weintrinken !,allons [sicura],qui,enonpupiscappare.|Alto 14.nota12,cfr.bonzaPer32 vino.diproduttricemilanesedelzonaAltra33 178 PORTA_testi.indd 178 16/03/11 11:43 ch!vegnabev,voeurchist,ghhaChi mesdoninpaslachecuntpoeFoo spes.cojciccalapaganeLa sospirada,passantapas,Cara pagada,ecompradaХcercadaTant voeur!DioseanchpurХcattadaTemm radisa,sceppa,Pientet,ch!stAh coeur!nostdalpmaidestacchetNo sdelimped,cieldefaranTe ,LUVISAde,FRANZESCHdevertI scesadeeХdifesadefaranTe ,RESGIdiamoreGratitudena rosadadefaranteFinalment granadaSta gl.gldegttstiE mandiintazzcojallegher!s,Svint, Milan!dePATRONalevivaFemm famejasoladonainuniiTucc livreja,espadadetoga,deGent penna,deegippadecappa,deGent Todesch,34Busecconi,Venezian, cantemm,sХsbraggemmstucc,Bevemm lenna,laespinalacasciacheFin 280 285 290 295 300 chi ha sete, chi vuole bere, venga qui! Faccio poi conto che la pace, in un mese, ci ripaghi la ciucca [sbronza] con le spese. | Cara pace, santa pace sospirata, tanto cercata, comperata e pagata, ti abbiamo trovata, pur anche colta, se Dio vuole! Ah, resta qui! Piantati, accestisci, radicati, non staccarti mai pi dal nostro cuore! | Ti faranno da cielo limpido, da sole, le virt di Francesco e Luisa, ti faranno da difesa, e da siepe, gratitudine e amore del reggitore, finalmente ti faranno da rugiada questo rubino e queste gocce di glu glu. | Svelti, su, allegri! con le tazze nelle mani facciamo evviva al patrono di Milano! Tutti uniti in una sola famiglia, gente di toga, di spada e di livrea, gente di cappa, di marsina e di penna, veneziani, busecconi [milanesi], tedeschi, beviamo tutti, su gridiamo, su cantiamo, fin che getta la spina e la lena, 8.nota12,cfr. busecconiPer34 179 PORTA_testi.indd 179 16/03/11 11:43 !C˥DELORENNAlavivaViva, !FRANZESCHevivazzaviva,Viva, RESGIstodurpossaneChel gl.gldesarghemondalcheFin 305 bandoria,femmvain,trinchevain,Trinche scialalla,degiusttempelquestlՏCh memorialaannitucconoremmE 35balla.lacongl,glcoldstoDe viva, viva la casa di Lorena! viva, viva, evvivazza, Francesco! Che ci possa ,weinTrinken durare questo reggitore fin che al mondo ci sar da glu glu. | , facciamo baldoria, che questo il tempo giusto di scialarla wein trinken [di abbondare], e onoriamo tutti gli anni la memoria di questo giorno col glu glu, con la balla. 1810.delBrindesdelfinaledalunautocitazionesonovirgolettativersiI35 180 PORTA_testi.indd 180 16/03/11 11:43 38 Il testo uno sfogo dellaffetto di Porta per Milano. Secondo Isella va datato a unepoca successiva alla deportazione di Napoleone a SantElena, per via di alcune allusioni ai vv. 31-35, quindi allautunno del 1815. Fu pubblicato per la prima volta nelledizione Cherubini. MILANINVIVENCHEFORESTEECERTIA SPARLENNECHEE Ode ariezzvostaiMerda forastee!depajascMarcanaggi pee,difoeuraAndee pezz,onperpTornee finezz!direginastaFenela 5 vistnancaavessemI MilaninintrasellasottfagottellCol pescian,adescolz,Biott, trist,eumelMagher, crist!malarbettistibondanz,granSti 10 SPAR-NE CHE E MILANO A VIVONO CHE FORESTIERI CERTI A -Ode -LANO Merda alle vostre arie, maledetti pagliacci di fo restieri! Andate fuori dai piedi, non tornate pi per un pezzo, fateci questa regina delle finezze! | Se non li avessimo neanche visti, col fagottello sotto ascella entrare in Milano, nudi, scalzi, a piedi, magri, umili e tristi, questi gran signori, questi maledetti cristi! | 181 PORTA_testi.indd 181 16/03/11 11:43 sfaashinch,staaHin 1cervellaa,nostercolpetardeLenc faaghhaelabonoraChe 2gr,icomecollelSlong lu!anchingossafagheelporconi,adess,E 15 3busecconpoverNun loeughelfaghpercostdiinstrengiuusemmSe foeugh,nostalscoldassDe carbonelcontlorE muson!eltengenaviaspassenSe 20 d,atorniveMerda, forastee!depajascMarcanaggi pee,difoeuraAndee chtorndeinnanzE m.digavelchedeprimaSpecciee 25 foresteestihinchiE Milan?contratantscoldenlaseChe Persian?hinChines,Hin adree,chgenttutthinn:Sur minee!laPeh!lor...ancadItaliaHin 30 Sono stati qui, si sono fatti su lisci e tondi col nostro cervellato, che sulle prime gli ha fatto allungare il collo come le gru, e adesso, porconi, gli fa schifo anche quello! | Noi poveri busecconi [milanesi] ci siamo stretti nelle costole, per fargli posto da scaldarsi al nostro fuoco, e loro con il carbone se la spassano a tingerci il muso! | Merda, vi torno a dire, maledetti pagliacci di forestieri! Andate fuori dai piedi, e prima di tornar qui aspettate prima che ve lo dica io. | E chi sono questi forestieri che se la scaldano tanto con Milano? sono cinesi, sono persiani? Signor no, sono tutta gente qui dietro, sono dItalia anche loro... Puh! vergogna! | praticamen-oggilombarda,gastronomicaspecialitunaCervelaa1 maialedigrassodicompostacondimento,comeusatascomparsa,te salsicciot-in insaccato sale, cacio, aromi, tritati, manzo di rognone e cer-dinome il deriva prodotto questo da zafferano;lo con colorati ti 964).v.47,(cfr.salumieriaidatovelee cibo.ilraggiungereditentativonelaffamatianimaliglifannoCome2 8.nota12,cfr.busecconPer3 182 PORTA_testi.indd 182 16/03/11 11:43 desgraziada,ItaliaO 4morticonttoeullaaandservCossa torteltuttchetempIn strasciadainscvessDe giurada!toanemisa,TdetuttLՏ senzaseetteses,Sur foresteehintuttselenguacc,eLegg mestee,iusanz,tI confidenzaindillaaSe Providenza.lՏ5dandinn,itegnenTe naturalchelfinE terremottonodeluviongiustateNol nagott,lՏinscLess palsoeucojTurchiMej nazional.descordiielinvidiaChe reson:allastemmMa despias?vechepaesdonporchstoEel pas;santainLassell 35 40 45 O Italia disgraziata, cosa serve andare a prendersela con i morti in tempi che tutto il torto di essere cos stracciata tutto di Te, nemica tua [di te stessa] giurata! | Signors, se sei senza legge e lingua, se sono tutte forestiere le tue usanze, i mestieri, se a dirla in confidenza ti tengono le dande, provvidenza. | E fino a che non ti sistema il naturale [lindole] un diluvio o un terremoto, lessere cos non nulla, meglio i turchi con i loro pali che linvidia e le discordie nazionali. | Ma stiamo alla ragione [non divaghiamo]: questo porco dun paese che vi dispiace? Lasciatelo in santa pace; allin-attiene quanto per morto, Bonaparte Napoleone aAllusione 4 1815.delluglionelSantElena,alesilioconpolitica,fluenza sorreg-sicuiconbrigliedisortaunadande:didiminutivoDandinn5 allu-Porta58).v.50,(cfr.solidacamminarediincapacibambiniigono milanesiicheparziale,purpolitico-amministrativa,allautonomiade ebbero.nonchemaNapoleone,daotteneredisperavano 183 PORTA_testi.indd 183 16/03/11 11:43 50 allon!spazzetta,Andemm, mincion?iperchligaaforsiVemm tabacch!donca,Alto sangueded!balldifoeuraAndee guarpodemcheGi destacchdelpiagaLa 5triacch!cojchebuttercolmejForsi 55 andiamo, piazza pulita, allons!, vi abbiamo forse legato qui per i minchioni? | Alto dunque, via! Andate fuori dalle balle, sanguedidio!, giacch possiamo guarire la piaga del distacco forse meglio col burro che colle triache! com-farmacounalchimistica,artenellanticaera,triaca,,triacchLa5 famo-erano Porta del tempo al ingredienti; numerosissimi di posto milanesiichesignificarevuoldunque,passo,Ilveneziane.quellese ele-burro, (col soli da meglio distacco del piaga la guarire sapranno contro popolare medicamento elombarda cucina della base mento stranieri.medicamentiaricorsoilconchescottatura)dapiaghele 184 PORTA_testi.indd 184 16/03/11 11:43 39 Epicedio scritto in onore di Giuseppe Bossi, uno degli artisti pi acclamati della sua epoca, morto la notte fra l8 e il 9 dicembre 1815; durante la malattia fu assistito, tra gli altri, anche dallamico Carlo Porta, che si occup delle vicende legate alleredit dellimportante collezione di quadri, stampe, disegni e manoscritti preziosi appartenuti al pittore. Porta difese pubblicamente Bossi dagli attacchi che il senatore ed ex abate Verri indirizz agli scritti bossiani su Leonardo (cfr. 22 e 32). Inoltre, in occasione del primo Brindes, consult lamico sollecitando consigli e giudizi, mentre Bossi si av de Adress valsedellamaestriaportianaperlacomposizionedell .UnaletteraaGaetanoCattaneofada-Tandoeuggia Menegh tare con precisione il sonetto al 28 dicembre 1815, poi pubblicato nelledizione Cherubini. PITTORBRAVISSEMDELMORTLAPER BOSSGIUSEPPLETTERATOE lu!perJesuss1Boss!pittorelmortLՏ cristian;fedelipassen,eSclamen, GIU-LETTERATO E PITTORE BRAVISSIMO DEL MORTE LA PER BOSSI SEPPE morto il pittore Bossi! Ges per [sia con] lui [pace allanima sua]! esclamano, e passano, i fedeli cristiani; talen-ilpernoto1815),dicembre9-1777agosto(17BossiGiuseppe1 seducen-laspettoperanchemaingegnovivissimoilperartistico,to vanit.didebolezzaqualcherimproveravaglifrequentavalochiХte cultura della animatore nonch darte collezionista grande ePittore segre-divenne Roma aapprendistato di periodo un dopo milanese, dis-unperAccademial AbbandonataBrera.di Accademiadell tario unavicer,delrichiestadietroanni,pertennepresidente,ilconsidio Valle.MariaSantadicasasualapressosovvenzionataprivatascuola 185 PORTA_testi.indd 185 16/03/11 11:43 manifreghen2vicciurittpretocchI p;decandirottonMej!disen:E 4 fu,diinvedenchelmestee,delQuij pan;alintornamanchtantvessdeGoden barbasgiandeldangheoziosricchI virt;lapersbolgiraavessesA 8 galantommichespessphinchemalignI stort,oindrizzoraff,deoriffdeO nomm;elspiscinighdeponn,seCerchen, 11 magonmdelconsolammpermE mortlՏsecheommgrandstoadighiGhe cojon.mondgrandonfoeuraanchpurLՏ 14 i pretacci vetturini si fregano le mani e dicono: Meglio! un cero in pi!; | quelli del mestiere [i colleghi dellAccademia], che lo vedono nei fu [nei trapassati], godono di essere uno di meno intorno al pane; i ricchi oziosi gli danno del barbagianni a essersi rovinato per la virt; | i maligni che sono pi numerosi dei galantuomini, o di riffa o di raffa, o per dritto o per storto, cercano, se possono, di rimpicciolirgli il nome [la fama]; | e io per consolarmi del mio magone dico a questo grande uomo che se morto pur anche fuori da un grande mondo coglione. delle soppressione la dopo ,vetturini pretazzi ,Pretocch vicciuritt 2 atte-in piazze nelle sostavano anchessi Napoleone da voluta chiese pone Porta vetturini. icome servigi, loro iper chiamati essere di sa veniale.caratterelorosulcaso,questoinlaccento,quindi 186 PORTA_testi.indd 186 16/03/11 11:43 40 ,ciounafattura,un striozzOn Iltitolo,nelledizioneCherubini, incantesimo; la scelta definitiva privilegia la natura di divertente exemplum pedagogico; il testo mette in burla la diffusa superstizione popolare ma anche il gusto goticistico cui, pur schierandosi con i romantici, Porta non aderisce preferendo mantenersi fedele alla reson. La fonte pi proba diFederigovonHagendorn. BeelzebubundAurelius bileilracconto Datato ai primi mesi del 1816, fu pubblicato nelledizione Cherubini. ESEMPION esosaveggiannaOna pedocciosa,tgna,avara,Spiossera, ghelldoncroslapozzdoncavperChe pell,laconcordalafaaLavarav fantastegandpezzgranondaLandava ruminandeMasnand bottdoninpossCome cunteetanciSenza 1bolgiott.elssgonfiericcaDevent qualmentcomedescorasentiiavendE gentladestaaGheva cossdesortstaottegnuuavevenChe 5 10 Una vecchiaccia esosa, spilorcia, avara, tirchia, pidocchiosa, ESEMPIO UN che per prendere da un pozzo la croce da un soldo avrebbe fatto la corda con la propria pelle, andava da un bel po di tempo fantasticando, macinando e ruminando come fosse possibile in un botto [in un colpo solo], senza tanti pensieri, diventare ricca e riempirsi la borsa. E avendo sentito dire che cera stata gente che aveva ottenuto questa sorta di cose bolgia litaliano veda (si spregiativa uscita con ,borsa ,Bolgiott 1 borsa).per 187 PORTA_testi.indd 187 16/03/11 11:43 doss,oreccdiquellangiordeCollajutt leeanchressoltasՏLa fortuna,allaesortallabuttassDe jutt,fassescongiurallperintant,E fa.lacossatraDee inscchstaghencossichefioeuj,ovj!(Ma m,eviolterTra malefizziestriamentdepuntinCh giudizzi).aveghboeugnaeintornaoeuccdiGhՏ nottonavalanun,avegnendDonca 2baltreschinonsorapiennalunaDe sottaninelalzandE biott.cuuelcontvoeultsettincensaleLa mandedlaDopo 3tett,trdebielladepugnattinonA mettgheladenterE vunaavunaabasandjeDescartandj fortuna,granladeorigensettI roffian,depellCio: socchett,dereffХcantantdeUgora adulator,deLengua 15 20 25 30 con laiuto di quellangelo con le orecchie dosso [il diavolo], sՏ risolta anche lei di buttarsi alla sorte e alla fortuna, e intanto, per scongiurarlo e farsi aiutare, state a sentire cosa fa. | (Ma ohi!, figlioli, che le cose stiano qui fra voialtri e me, che in quanto a fatture e malefici ci sono occhi tuttintorno e bisogna aver giudizio.) | Dunque, venendo a noi, una notte di luna piena va sopra un terrazzino e alzando il sottanino la incensa sette volte col culo nudo. Dopo mette mano a un pignattino di terracotta a tre piedi, e dentro ci mette, scartandole e baciandole a una a una, le sette origini della gran fortuna, cio: pelle di ruffiano, ugola di cantante, refe di gonnelle, lingua di adulatore, altana.,baltrescadidiminutivoBaltreschin2 cuidaBiella,davenivanoterracottadipentolepiccoleeVasellame 3 ri-cheforma,lapertettanchedettieranopeduncolii);bielle(nomeil capezzolo.uncorda 188 PORTA_testi.indd 188 16/03/11 11:43 4fornitor,deGengiv osssoraonecontentbecchdeCranni allingross.laderDe pugnattin,elseccudisslaquest,Faa dintornafaghelaterra,inpondaLe biccocchin,onvoeultSett cornadistampelcontsegnalevoeultSett respett)pocch(conpoeE pett.settsfagheLa liendaonabarbottalapett,iDopo 5barlocch,ebarlicchIn latin,inmezzaebrej,lenguagginMezza faccendaonavoltraatiralaintantE barettin.dongustSul fiocch,elperciappaLe zignon,elsoragravitaaconmettLe orazion.stoltragenoeuggindislaE stadaseeteche6Oet,gol,ai,Argen,Oh peladacrappalaSu 35 40 45 50 gengive di fornitore, cranio di becco contento [cornuto] e un soprosso di ladro allingrosso. | Fa questo, scuote il pignattino, lo posa in terra, le fa intorno un girotondo sette volte, sette volte lo segna [fa il segno della croce] con lo stampo delle corna e poi (con poco rispetto) gli fa sopra sette peti. | Dopo i peti, borbotta una filastrocca in berlicche e barlocche, mezza in lingua ebraica, mezza in latino, e intanto tira fuori un attrezzo simile a un berrettino. | Lo prende per il fiocco, lo mette con gravit sopra lo zignone [la crocchia], e dice in ginocchio questaltra orazione [preghiera]: Oh Argen, ai, gol, Oet, che sei stata sulla crapa [testa] pelata forniture appalto in prende che colui inteso andr fornitore Per 4 lesercito.peroamministrazionipubblicheper comechiamaPortachemagicheformuledelleimmaginarialinguala5 2).nota1,anche(cfr.intrallazzatorediavolodelfigurala ledi-curandostavanecheCherubini,a1817marzodell11letteraunaIn6 sichedirlesolononmagicheparolealleQuantoscrive:Portazione, leg-cheosservarefacendoleconvincerlamabenissimo,stampatesono appuntodiconocollocatestatesonocuiinnellordinerovescioagendole Oh negra teologia che te see stada sulla crappa pelada del gran fraa impostor. 189 PORTA_testi.indd 189 16/03/11 11:43 mifraasop,Rot,granDel danaa,diMajester stoccasioninCedem AstarottdegloriaA vottetuttAlmanca patron!tdelmortalpeccaasettI 7traffetriffsubetaddrittura,l,E oninsalattasfaLa trementina,zoffregh,grega,pesaDe resina,rasa,Acqua pugnatta;laindentE lontanspannsettfoeugheldghelapoeE 8Stoppan.dellavvocattsonettonCont trattontuttfummerigranonvolzaSe verdesina;fiammaonamezzinCont ratt,iscappentegnoeur,ituccScappen cantina,inscondesagattiCorren appostiraselalunalaleeanchE 9nos.depiantonondonrest)elsguajt(A 55 60 65 70 del gran Rot, sop, mifraa maestro dei dannati, cedimi in questoccasione, a gloria di Astarotte [il diavolo], almeno tutti e otto i sette peccati mortali del tuo padrone!. | E l, addirittura, subito, triffe e traffe, fa su uninsalata di pece greca, zolfo, trementina, acqua ragia, resina, e dentro la pignatta; e poi gli d fuoco sette spanne lontano con un sonetto dellavvocato Stoppani. | Si alza una gran fumata, tutto a un tratto, con al centro una fiamma verdolina; scappano tutti i pipistrelli, scappano i ratti, i gatti corrono a nascondersi in cantina, e anche l la luna si ritira dietro (a spiare il resto) un piantone di noce. | mescolare.didellattotramestioilimitanocheonomatopeiciVocaboli7 PortachesonettidiautoreBeroldinghendiStoppaniPietroLavvocato8 Otto appunto,intitolata,pezziottodiserieunainparodicamenteimiter 60).(cfr.sonettiseidiunae53)(cfr. sonettiberoldinghinianicontroiromantici Be-dinocegrannelritovavanosichestreghe,allecaroeranocediLalbero9 tregen-delledellalberotemaIlStrega).premioileliquoreil(dondenevento nellaScalaalladatoVigan,Salvatoredicoreograficoballounispiratohade argo-diversiiperispirsiPortaprobabilmentecuia1812,delprimavera .DisencheaBeneventghesiaonnosonincompiuti,rimastistregonesco,mento 190 PORTA_testi.indd 190 16/03/11 11:43 striozz,eltuttforniiefoeughelMort regoeujlaveggiaLa foeuj:doninscenderabravasovaLa mettleteeleХscartozzonsfaneLa tett,dipostelebusteltraincoldaColda m,anchringrazzilachefinalment,E dorm.aleeanchvalafeliceNotte filosofon,stidedispettaOra striarijdepuntinChe compassiondeRiden darlij,nommcolcosstuttbattezenE suzzed,avachecossafioeujtraDee fed.decomedoovelchecredillE bolgironaveggiastanancaLeva indormenta,dpseSquas presentaseghetracch!Che persona.inproppicarboneeprimmdiVun lard,demachenaonalevaCostuu 10Cecchett,elcomeХpetardelencLuster, scenna,deefianchdeLargh 11boffettmicchdcomeganassdCon 75 80 85 90 Morto il fuoco e finita tutta la stregoneria, la vecchia raccoglie la sua brava cenere in un foglio, ne fa su un cartoccio e te la mette calda calda tra il busto e il posto delle tette, e finalmente, che la ringrazio anchio, notte felice!, va anche lei a dormire. | Ora, a dispetto di questi filosofoni, che in punto [a proposito] di stregonerie ridono di compassione e battezzano tutte le cose col nome di arlie [superstizioni], state a sentire, figli, cosa va a succedere, e credete che ve lo do [dico] come fosse fede [articolo di fede]. | Non era ancora, questa vecchia buggerona, si pu dire, quasi addormentata, che, tracch!, le si presenta uno dei primi carbonai [diavoli] proprio in persona. | Costui era una macchina di lardo, lustro, liscio e paffuto, come il Cecchetto, largo di fianchi e di schiena, con due ganasce come due miche [pani] boffette pinguedine.sualapernotoeesistitorealmentePersonaggio10 moltoesoffice26),nota37,(cfr.milanesedelpanediclassicaForma11 gotelericorda checonformazionelasottolineasiquicuidilievitata, ).boffett(visoundi 191 PORTA_testi.indd 191 16/03/11 11:43 pienna.lunadevoltonE gippamezzaafinaebarbozzalSott matta,grassadescalottonpendevaGhe trippaladecomorelE patta.descusasquaspodevagheEl sostanzaincostuuLeva refettori,detentador12ciappinOn glorisoeuituccconsistfanchequijDe intemperanza,deprioripeccfA occasioncerteincheE spassonsellՏdegiunevegiliaDe stord,fdepetittviamollA diger.adespresiperjuttenE per,questamezzIn toppdelsorachestaafussnolSe b,ighhancheХsocchquijghevaEl volt,alchescomettiGhe marsinaallaambrosiana,Allaria toltvesspodevaEl lՏchequellperMinga dottrina.lade13collarononperMa 95 100 105 110 e una faccia di luna piena. Sotto il mento e fino a met del busto gli pendeva un bargiglione a scalini di grasso flaccido e il rigonfio delle trippe gli poteva quasi servire da batta [braghetta]. | Era costui, in sostanza, un diavolo tentatore di refettorio, di quelli che fan consistere tutte le loro glorie nel far peccare i priori di intemperanza, e che in certe occasioni di vigilia e digiuno il loro maggior spasso istigare appetiti da far stordire, e aiutano per disprezzo [dispetto] a digerire. | In tutto questo per, se non fosse stato che sopra il toupet aveva quei non so che che hanno i buoi [le corna], ci scommetto che dal volto, dallaria ambrosiana, dalla marsina, poteva essere preso non per quello che ma per un collarone della dottrina. | 63).34,vv.41,(cfr.diavolettoӥ,diavoloӥCiappin12 MilanodiDuomonelcristianadottrinainsegnavanochelaudesiI13 tra-peridentificava;lichespagnolescocollare grandeunportavano sa-idironia, puntaunaconindicava,collaron popolare vocelaslato 2).nota2,anche(cfr.pientoni 192 PORTA_testi.indd 192 16/03/11 11:43 bocchinoncontgrazios,tuttdeffattE pollin,del14mitrialacomeGiustaa baciocchoeu,Cardis:elevlta,segheEl s,dch,sontParla, voeu?techemCosseel Milan?dequaderquijde15felippHin sovran,hindobel,Hin portoghes?spagn,genovinn,savoj,Hin tondincomegrandquijdeongherHin ciccin!parlavoeu?techepias?teChe proposizionstaastriaveggiaLa tutta,rallegraseLa valutta,laaquantincherespondlaE bon,tantlevacheGi lu,inremettevaLe restalresguardpremendghenoOlter prest.mondajesossenndaveghenChe 115 120 125 130 E infatti, tutto grazioso, con una boccuccia aggiustata come la mitria del tacchino, si volta verso di lei e le dice: Cara bambolina, parla, sono qui, dimmi, su, cosՏ che vuoi ora? Sono filippi [monete], di quelli quadri di Milano? Sono doppie, sono sovrane, sono savoine, genovesi, spagnole, portoghesi? Sono ngari, di quelli grandi come tondini che ti piacciono? che vuoi? parla ciccina! | La vecchia strega a questa proposta si rallegra tutta, e risponde che in quanto a valuta, gi che era tanto buono, rimetteva [la decisione] a lui, altro non premendole, riguardo al resto, che averne moltissimi [di soldi] e di contarli presto. | ladorna-chepenne lecon pennutideicoccige il mitriottoMitria14 polloӥdiculodisignificatodoppiosulironicamentegiocaPortano; papale.copricapodie porto-,spagn,genovinn,savoj[...]sovran[...]dobel[...]quader[...]Felipp15 ilMilano:alegalecorsoavevanochemonetedielenco:ongher[...]ghes nonformadispagnolamonetalaera)quaderfelipp(quadratoӥfilippo doro monete),sovran(sovraneӥ6);nota21,(cfr. angolatamatonda do-(doppieӥleTeresa;Mariadilimmagineimpressaconaustriache genovi-(detteGenovadasia),savoj(Savoiadaisiaconiateerano)bel Por-diregnodalche153)v.vedi,spagn(Spagnadallasia),genovinnne, dUngheria.zecchiniglisono)ongher(ҝngariӥgli);portoghes(togallo 193 PORTA_testi.indd 193 16/03/11 11:43 Madamoisell,repia,eldonchEbien, pas,messuivezvenez,avant,envaiJe sfragell.onaurezenvousrien,doutezNe leeanchquellaineinnanz,vaeldittInsc adree.andaghdealmanchpargheova,La va,techevava,techevava,E stort,perdrizz,perХldegich,deS solta,traversa,corr,revolta,Volta 16pasquee,contrad,cors,Per sentee;zappej,straccioeu,piazz,pont,Trnset, praa,eriserortaj,camp,vign,Passa boschdonindentereccojFinalment fosch,eantighfolt,Folt, faa!inscgrossscerrdeerogherDe 135 140 145 pezzonldequandva,techeanmvaE mezz,belldelinRiven indreerevoltaseelbargniffCompaa peeaifermandelaE, pianton,demiaraquijdevunDe reson.stoltrasforloccagheEl ciccincaraquartonebrazzasettsottCh 150 Eh bien, dunque riprende Mademoiselle, je vais en avant, venez, suivez mes pas, ne doutez rien, vous en aurez uno sfracello. Cos detto va avanti, e in quella [nel mentre] anche lei va, o le pare almeno di andargli dietro. E va, va e va, va e va, su di qui gi di l, per dritto, per storto, gira rigira, corri, attraversa, salta, per corsi, contrade, slarghi, transiti, ponti, piazze, vicoli, callaie, sentieri: passano vigne, campi, orti, risaie e prati, finalmente eccoli dentro un bosco folto, folto, antico e fosco, di roveri e cerri grossi tanto cos! | E va ancora e va, quando dopo un pezzo arrivano nel bel mezzo, compare Bergniffe, si volta indietro e, fermandola ai piedi di uno dei migliaia di piantoni, gli farfuglia su questaltra ragione. | Qui, sotto sette braccia e un quarto, cara ciccina, sostavano,cuiinchieselepressoerbosepiazzetteleeranoPasquee16 6).nota29,(cfr.capreepecoredigreggileMedioevo,nel 194 PORTA_testi.indd 194 16/03/11 11:43 17semicuppi,deseggiononsotteraaGhՏ zecchin.deeSpagnadedobeldePien mattina,domanchVen ciccina,mialaZappa, marsuppi!eltuttmamorpergodE benedett,DianzersurgrazieGrazie cavrett,oncomesalttirandsclamaLa vella,voltdeinnanzMa poo;ondigachelrepia,lalu,Caro faroochemComeel spazzitantoinpiant,tanceamezzIn quellagiustacattA grazzi?soeuiDianzersursottghhaChe 155 160 165stria!chereson...gheeterespond...elSpeccia, nemmen;catt...debrocchnՏ...ghenoSass ben,melscoltaappont...Oh azzidentparmaighavarissetTe 18bosch?deVolontaa ch...falladonch!Brava trovareetedomantornandInsc 19campee!telgiustpostalspecciattA 170 sotterrato un secchione da semicupio, pieno di doppie di Spagna e di zecchini. Vieni qui domani mattina, zappa, mia ciccina, e godi per amore mio tutto il marsupio [la borsa, il bottino]! | Grazie! grazie, signor diavolo benedetto, esclama lei facendo salti come un capretto ma prima di andarsene, caro lui, riprende mi dica un po, comՏ che far in mezzo a tante piante, in tanto spazio, a scegliere quella giusta che ha sotto, signor diavolo, le sue grazie? | Aspetta... risponde hai ragione... che strega! Sassi non ce nՏ, rami da cogliere... nemmeno: oh appunto... ascoltami, bene mio, non avresti mai, per accidente, voglia di boschire [defecare]? Brava dunque! falla qui... Cos tornando domani troverai ad aspettarti al posto giusto il tuo campiere [stronzo]! | immergesicicuiincortabagnodavascalasemicupioӥil,Semicuppi17 lavarsi.dimodoilanchenomepresohacuidaseduti,standoparzialmente bosco.uninocespugliounindefecareperGergale18 7).v.55,(cfr.stronzoӥanchevaleironicamentecampiere,,Campee19 195 PORTA_testi.indd 195 16/03/11 11:43 moment,doninsocchilalzafatteDitt quart,ininnalagaron,igiscrusciaLa musellalastruccalafiaa,elcalcaLa part.elfoeuradervPer sottfaselal,20sparlafetaE quella)in(Dessedandes galiotttantlevaadontesorOn 21banch!ipassaelmatarazz,ipassaChel manch.nientfioeuj,meei22navascia,Ona 175 180 Detto e fatto, alza la sottana in un momento, piega le cosce, dondola i lombi, trattiene il fiato, contorce il muso per aprire al parto. E sparlfete, l, si fa sotto (svegliandosi in quella [proprio in quel momento]) un tesoro tanto gagliardo che passa i materassi, che passa i banchi! Una bigoncia, figli miei, niente di meno. sostanza una di spiaccicarsi lo indica che onomatopeica Voce 20 morbida. materas-ilreggevano letto,delstruttura nellatempo,uncheAssi21 pagliericcio.iloso liquame.deltrasportoilperattrezzatebotticoncarri,Navascia22 196 PORTA_testi.indd 196 16/03/11 11:43 41 La vicenda narrata si situa nel periodo del restaurato dominio austriaco e fu suggerita a Porta da un piccante fatto di cronaca che coinvolse un orafo; il bersaglio dellironia la tipica figura del bigotto ipocrita che anzich a messa si reca al bordello riuscendo tuttavia a cavarsela. Composto tra la fine del 1815 e i primi mesi del 1816, il testo fu pubblicato nelledizione luganese. NOEUVAMESSALA bacioccononDomm,del1collaronOn dessoravia,fina2SignordePien sacrestia,tuttommOn breviari,tuttfoldon,tuttcovin,Tutt bocconalevaagiangianquijdeProppi 5 confessionari,dibradellalaSu bonora,assoltaalՏdstideVun s,elspontasscheprimapezzbellOn ordiinsbalzdemettendesE pressainpressainballdifoeuraandDe 10 sciora:laadisgheEl UncollaronedelDuomo,unbamboccionepienodiSigno-NUOVAMESSALA re fino a traboccare [ligio alla religione], un uomo tutto sacrestia, tutto codino, tutto giubbone, tutto breviario, proprio di quei semplicioni allevati boccone a boccone sulla predella dei confessionali, uno di questi giorni saltato su di buonora, un bel pezzo prima che spuntasse il sole, e mettendosi dun tratto in ordine per andare fuori dalle balle in tutta fretta, dice alla moglie: 13.nota40,cfr.collaronPer1 indi-perpopolare espressione Signore, dipieno,Pien de Signor 2 bacchettoni.icare 197 PORTA_testi.indd 197 16/03/11 11:43 messa.avoomchec,laaPeppaTendii linsegnaaorevesaPeppa,suraLa dor,lusellcondargentcappialaDe pregnaesapientaDonna Signor,deltemmaDe Ges,siaLodatorespond:gheLa 3mort.poverdiappontlottavainSemm lu!bravissemBravo! quartidestirandesbadaggiandE part.loltradeintrattantvoltaseLa stort,collscolbacioccon,melvaEl muson,detantoefoscacieraLa traversintuttvardandeBarbottand tristetorbersguardCol magatton,stipelperfanCome CristGesalodddecredenChe invers,torber,porch,villanmostrassCol SignornostcheSquasi lor.cometortadevisonfussEl nanchlՏnomabacioccon,melvaEl 4RebecchineltraeBorsineeitraRivaa 15 20 25 30 Attendete, Peppa, alla casa, che io vado a messa. | La signora Peppa, orefice con linsegna della gabbia dargento con luccello doro, donna sapiente e piena di timor di Dio, gli risponde Lodato sia Ges, siamo appunto nellottavario dei poveri morti. Bravo! Bravissimo lei!. E sbadigliando e stirando i quarti [gli arti] intanto si volta dallaltra parte. | Se ne va il mio bamboccione, col suo collo storto, la faccia scura e tanto di musone, borbottando e guardando tutti di traverso, con lo sguardo torbido e triste, come fanno per lo pi questi bacchettoni, che credono di far lode a Ges Cristo col mostrarsi villani porci, torbidi, inversi, quasi che il nostro Signore fosse un viso di torta [una faccia di bronzo] come loro. | E va il mio bacioccone, ma non ancora arrivato tra i Borsinari e il Rebecchino defunti,deicommemorazionelaconconcludesichesettimanala3 ottobre.difineallaquindisiamo limitavano,anticamenteRebecchinodellisolatoeBorsinarideiVia 4 Duomo.delpiazzadellalareasud,enordtra 198 PORTA_testi.indd 198 16/03/11 11:43 fianchalghevachelCustodlAngioltrainChe 5ciappindebozzaronazzoquellE trebulleri,oncattibuj,ontaccaSe seri.SantoDioperdighi,seri,Ma galantommspiretdeCustodLAngiol tirallvorevaEl Domm,incuntituttA rebell,spiret6barlocch,ebarlicchE desturballpersforzdognifavaEl bordell;amennallE gippondelinmessedagheelprimmEl corona,laeLoffizzi sonagheellolterE colzonsujinesaccoccialoltradeIn malefizziaa,striaa,fals,zecchinOn dentstrusaeldoveinChe moment;sulinbesinfiaelciappotta,El campannisentfaghperscorlissleVun frisa,dedanlagheChe pessegaellolterE tosann,disedeselremirfaghA bottegaaportenChel camisa.laconamalastantgiQuattaa redaj,edajInfin, 35 40 45 50 55 che tra langelo custode che aveva al fianco e quellaccidentaccio dun diavolo si attacca una baruffa, un litigio, ma serio dico, per Dio santo, serio. | Langelo custode, di spirito galantuomo, voleva tirarlo a tutti i costi in Duomo, e berlicche [diavolo tentatore], spirito ribelle, faceva ogni sforzo per disturbarlo e menarlo in un bordello; il primo gli mescola nel giubbone lufficio e la corona [del rosario] e laltro gli suona, nellaltra saccoccia e sui calzoni, uno zecchino falso, stregato, maleficiato, che dove struscia solletica, lo gonfia sul momento; uno lo scuote per fargli sentire le campane che ci danno dentro a distesa, e laltro si affretta a fargli rimirare il sedici [sedere] delle ragazze che lo portano a bottega coperto a malapena con la camicia. | Infine, dagli e ridagli, 12.nota40,cfr.ciappinPer5 5.nota40,cfr.barlicch e barlocchPer6 199 PORTA_testi.indd 199 16/03/11 11:43 guajstodegraziaIn galantommpoverEl via,soltaleteeleDomm,elvedEl 7Pescaria,passaEl 8Protas,SantversFarinndigivaEl nas,eldaghperlasquasilՏquandE ciappindebirboQuell gambiroeuraonaCont casin,al9lAquilainvoltalemeEl foeura.deCustodlAngiollpientaelE sciasser,dormalachePeppa,suraAh m,dighighelchefinbensciasserMa intornavedessseladormendseE corna,distampelgirA l.stagalachepagura,Niente lՏ,comebonomm,sdelpartdehinSe lor,ancacornaSaran Signor,delcornaMa Mos.de10cornadimedersulFaa baciocconcarelchdopointant,poeCh fina,robbadelirtringoduuavuuLha 60 65 70 75 in grazia di questo guaio il povero galantuomo vede il Duomo, e te lo salta via, passa la Pescheria, va gi dalle Farine verso San Protaso e quando quasi per dargli il naso [per arrivare], quel birbone dun diavolo con uno sgambetto me lo fa girare nellAquila, al casino, e pianta l langelo custode di fuori. Ah! signora Peppa, che dorma sodo, ma sodo bene fino a che glielo dico io, e se dormendo vedesse girare attorno lo stampo delle corna, niente paura, stia l quieta. Se sono da parte del suo uomo, buono comՏ, saranno corna anche loro, ma corna del Signore, fatte sul modello delle corna di Mos. | Qui poi, intanto, dopo che il caro bamboccione ha goduto per tre lire di roba fina, nel-,PromessisposineiManzonidaanchedescrittacorta,estrettaStrada7 nome.ilcuidapesce,delmercatoiltenevasitradizionalmentequalela ad mona-ProtasoSaneDuomodelzonalafraeraFarinedelleVicolo8 guerre.dueletrascorso,secoloildistruttachiesa,chos pi.esistenonoggichedellAquila,Vicolo9 profeta.deltestadallairradiavanochelucedifasciidettieranoCos10 200 PORTA_testi.indd 200 16/03/11 11:43 daminalaagraziaconpresentaEl bon,staafudesselcomefalszecchinEl pretestbravocolE rest.elcercaelspezzolteraveghnoDe bollettaindaminaLa governant,laMadammaportaleLa oltertant,nhagheappontChe controlloeuralpassalelaMadammLa coeurtuttc,tuttaChe viacorrelpoeesperla,leelcicca,leEl lostaria.apesadaonadfaghA strada,infusschelbenche,CustodLAngiol cosstuttvistLaveva invedriada,donafoeuradeCome vendettasenzacorrlassvorendNo ballossinsctrattOn despostgiLaveva lost,defianchaigiandarmaduupuntquellIn zecchin,elfermenChe doeuccbattdoninecontrolloeur,elFermen casin,insoraSgoren genoeucconsuindaminalaconDove ballandran,elCatten lontantantlevaChe giandarma,duudirifreschquellspecciassDe msarevcheCome 80 85 90 95 100 presenta con grazia alla signorina lo zecchino falso come se fosse buono e, col bravo pretesto di non avere altro, cerca il resto. La signorina in bolletta lo porta a madama la governante, che ne ha appunto quanto lei, la madama lo passa al controllore che, tutto casa, tutto cuore, lo batte, lo scruta e poi corre via a fargli dare una pesata allosteria. | Langelo custode che, nonostante fosse in strada, aveva visto ogni cosa come fuori da una vetrata, non volendo lasciar correre senza vendetta un tratto [tiro] cos birbone, aveva gi disposto in quel punto due gendarmi ai fianchi delloste, che fermano lo zecchino, fermano il controllore, e in un batter docchio volano su nel casino, dove con la signorina su un ginocchio sorprendono il semplicione, che era tanto lontano dallaspettarsi il rinfresco dei due gendarmi, come sarei io 201 PORTA_testi.indd 201 16/03/11 11:43 Parma.deDucad...adadeventDe 105 straccioeudelinmontonna se Intrattant curios,deozios,deformigheeOn fioeu,denivolOn dottrina,ladesbiggiadorprimmdiTucc vergognosvedenelmalappennaChe portinaladebasellsulspontA bacchettaladebrusordelrffenSe malarbetta,spifferadaonaCont adree,intorna,tuccE vitta,laataccaaSaraa, tureedefuriaA 11Margaritta.SantaincompagnenTel palpadalaadessottdent,appennaL, quart,igallittaghechesegondinDel sventradaonavoltraVen pij,edevottbaravajmillaDe part,terz12maistaa,dei,agnusreliqui,Crist, confradij,depredicator,deList offizzi,mess,deconfessmedaj,Abet, bozzarass,deGiacobittdeAvvis 110 115 120 dal diventare, diciamo... Duca di Parma. | Intanto si ammassa nel vicolo un formicaio di oziosi, di curiosi, un nugolo di ragazzi, tutti dei primi bigiatori della dottrina, che non appena lo vedono vergognoso spuntare sul gradino della porticina si rifanno del bruciore della bacchetta con una fischiata maledetta, e tutti intorno, dietro, serrati, attaccati alla cinta, a furia di strattoni lo accompagnano in Santa Margherita. | L, appena dentro, sotto la palpata [perquisizione] del secondino che gli solletica i quarti [gli arti], vien agnus fuoriunasventratadimillecianfrusagliedevoteepie,cristi,reliquie, dei, maest, terze parti [dei rosari], liste di predicatori, di confratelli, abitini, medaglie, ricevute di messe, uffici, avvisi di giacobini da buggerare, 1.nota21,cfr.polizia,dellasede,Santa MargarittaPer11 4.nota24,cfr.,maistaaPer12 202 PORTA_testi.indd 202 16/03/11 11:43 125 suffragass,demortDe cilizzi;disciplinn,Pappa,delRitratt coldcoldcristian,bravodeinfin,E peccaaseladdiritturascantaEl compraadavDisend sold,quarantapermonedaQuella progettsantoelconcepuudavE creaturaquellaa13scamottaghDe nett,mezzaeliraDes fattura.laelingossaetempelAsca 130 135 lu,astavachequellperCustod,LAngiol intrighquijdevuninmisslevaEl s,giustalldecunteltrovastantDe figh,imingapeleneciar,hinleggiCh barlocch,barlicchgranelMa amisdebordellonghhaeltuttperdeChe 140 fiocch,cojproppiquijdenhagheelchE dis,eleperoraelTant foeuradesvergessaelecorreltruscia,El orddemancainChe confortgranelghhalaPeppasuraLa 145 di morti da suffragare, ritratti del Papa, discipline, cilici; e infine, da bravo cristiano, caldo caldo canta addirittura il suo peccato dicendo di aver comprato quella moneta per quaranta soldi, e daver concepito il santo progetto di truffare a quella creatura dieci lire e mezza nette, oltre al tempo, il ribrezzo e il servizio. | Langelo custode, per quello che gli competeva, laveva messo in uno di quegli intrighi da stentare di trovare il modo daggiustarlo, perch le leggi sono chiare, e non pelano i fichi [non usano maniere delicate], ma il grande Berlicche che dappertutto ha un gran numero di amici e qui ne ha di quelli proprio con i fiocchi, tanto perora e dice, briga e corre e sa sbrogliarsi che, in meno di due ore, la signora Peppa ha il gran conforto 12).nota1,(cfr.escamoterfrancesedal,Scamottagh13 203 PORTA_testi.indd 203 16/03/11 11:43 14straccioeura,lainХconsortselbrasciDe asseegambaineviscoroeuv,uncomeFresch 15lee.conancagrandamessaacorrDe di abbracciare il suo consorte, nella strettoia del letto, fresco come un uovo, vispo e abbastanza in gamba da correre a messa grande [alta] anche con lei. let-il fra oletto eletto fra spazio poco il ,strettoia ,Straccioeura 14 muro.ileto checomprendere perchiavelafornisceesensodoppioafinaleIl15 conreplicaredimodohabordellonellincontrodopoprotagonista,il moglie.la 204 PORTA_testi.indd 204 16/03/11 11:43 42 I dodici sonetti furono composti per mettere in ridicolo la sicumera di Pietro Giordani, influente letterato che in nome dei suoi ideali puristico- patriottici, sulla Biblioteca Italiana aveva aspramente criticato liniziativa di Cherubini di raccogliere, nei dodici volumi della sua Collezione, le migliori opere scritte in milanese; sullo sfondo si colloca per la polemica classico-romantica. Giavan nome che ricorda, per assonanza, Giordan (come pronunciano i milanesi) ma, in dialetto, vuol dire sciocco. Il primo nucleo di sonetti fu intitolato Giavaneide, poi mutato temporaneamente in Giavanaria. Gli ex-ergo che aprono ogni sonetto sono frasi prese dallarticolo incriminato e ne seguono lo sviluppo; i dodici sonetti, dunque, si configurano come una replica puntuale. Databile fra il febbraio e il 6 settembre 1816, la serie fu pubblicata nelledizione luganese. DODESSONITTALLABAADONGIAVANSORA LASOADISSERTAZIONDIPOESIJMENEGHINN STAMPADASULSEGONDNUMERDELGIORNAL INTITOLAABIBLIOTECCAITALIANA Sonett proemial GiavandonpassachelargoLargo talent,soeudivalisongranelCont dentfinghhaelmadass!pbio,dePoffar can!aigambidrizzdesecrettgranEl 4 DIS-SUA LA SOPRA GIAVANO DON ALLABATE SONETTI DODICI SECON-SUL STAMPATA MENEGHINE POESIE DELLE SERTAZIONE ITA-BIBLIOTECA INTITOLATO GIORNALE DEL NUMERO DO proemiale Sonetto -LIANA -Largo largo che passa don Giavano [sciocco] con il grande valigione dei suoi talenti, poffardidio, pu darsi!, ma ha dentro perfino il gran segreto di raddrizzare le gambe ai cani! | 205 PORTA_testi.indd 205 16/03/11 11:43 mandedassasciorilorapresto,Alto, rezeviment.delletichettaPer appartament,carrocc,palch,coeugh,Foeura baccan!etruscsalamelecch,Pilla, 8 strasordenari,omononlՏGiavanDon gloria,ladetempigrandelPapaelLՏ letterari.articoldiLImperator 11 disonor,dellonor,deKangranelLՏ listoriaghhaelservizzidedonnaPer servitor.perdedreetuccposteriE 14 lor,asciorimeeiDonca morisnall,apalpall,aleccall,A sagollallaetuttsoraimpienillA 17 ciall,elfaganolPerch nun,aMaria!Esussdininguarda,Ch degiun.anmvalislasmollaSel 20 Su, presto, a lor signori il darsi da fare per letichetta del ricevimento. Fuori cuochi, palchi, carrozze, appartamenti, soldi, salamelecchi, premure e baccano! | Don Giavano un uomo straordinario, il papa del gran tempio della gloria, limperatore degli articoli letterari. | il gran Khan dellonore, del disonore, per donna di servizio ha la Storia e i posteri tutti dietro per servitori. | Dunque, signori miei, a loro leccarlo, palparlo, ammorbidirlo, riempirlo e soprattutto satollarlo | perch non faccia lo sciocco, ch guai a noi, gesmmaria!, se scioglie la valigia ancora digiuno. 206 PORTA_testi.indd 206 16/03/11 11:43 42.1 ma-creduto avrei non quale la raccolta... Questa minonellasegiornale,questoaconvenienteteria pensiero.miounapriredicagionedasse 173.Pag. penserbellsquellaobbligatoGrazie, giornal;ssulpostonprocuraanhaChe 1BalestrereParinTanz,Magg,pMai egual!onoronspeccipossevenSe 4 parersalariaddelincheabenE trivial,degoff,detrattaneEl maner,ituttinpercontentvessPomm servizial;elvarlaspesalaCh 8 quatterfanduueduucomeciarlՏpoeE maadelincomebendelintantChognun caratter.sellՏsegondlavoraEl 11 sacrenoncomeebullocomeLu alleternitaaconsegnvoeurneEl scennon.delinsciopettadaonaCont 14 Grazie, obbligato a quel suo bel pensiero che ci ha procurato un posto sul suo giornale; mai pi Maggi, Tanzi, Parini e Balestrieri si potevano aspettare un onore eguale! | E bench nel dare aria al suo parere ci tratta da goffi, da triviali, possiamo per in tutte le maniere essere contenti, che la spesa vale il serviziale [clistere]; | e poi chiaro, come due pi due fanno quattro, che ognuno, tanto nel bene quanto nel male, lavora secondo il suo carattere. | Lei, come bullo e come ribaldo, ci vuole consegnare alleternit con una schioppettata nella schiena. letterariatradizionedellacapisaldiautori,cinquedeiquattroSono1 Tanz,Balestrer,Magg,VaronsonettonelanchecitaPortachemilanese, 25).18,17,vv.42.12,1;v.6,(cfr.Parine 207 PORTA_testi.indd 207 16/03/11 11:43 42.2 rame...dimonetaallasomigliantipaionomidialettiI tri-ebassepiideeleprossimi coicomunicare a nativo...lidiomaciascunoabastaviali 173-4.Pag. Giavan,surcarmelvera,perConzess 1zecchin,depastaconparlaelluChe MilandegoffnunlincontraacheE quattrin;desgresgiapastaconParlem 4 2sovran,bellstospezzinpooontragameChel MeneghinnunelutrachiDisendem man,in3doblaonacontsciorpSarav fin?orintuttaluerammintuttaNun 8 rammnostcolnunor,scolluquandE spes,medemmdiincooacooaVegnissem trovamm?porralmaidifferenzaChe 11 paltuttcheGiavan,surmeelCredi, pes...delinstarladifferenzaLa lu!resonlhaleggieravalaseOh! 14 Concesso per vero [dato e non concesso], caro il mio signor Giavano, che lei parla con pasta di zecchini, e che al contrario noi goffi di Milano parliamo con pasta grezza di quattrini; | mi tragga un poco in spiccioli [mi spieghi dettagliatamente] questo bel sovrano dicendomi chi tra lei e noi meneghini sar pi ricco con una doppia in mano, noi tutta in rame o lei tutta oro fino? | E quando lei col suo oro, noi col nostro rame arrivassimo proprio proprio a fare le stesse spese, che differenza potr mai trovare? | Creda, mio caro signor Giavano, che tuttal pi la differenza star nel peso... Oh! se questione di leggerezza, ha ragione lei! chemetaforaappunto,zecchini,gliconiareperusatafino,doroPasta1 .ex-ergolեricordacomeGiordani,dausatopurosullitalianoironizza dAustria.TeresaMariadaprimatempopococoniataMoneta2 scudo.doppioilperGergale3 208 PORTA_testi.indd 208 16/03/11 11:43 42.3 naziona-linguacomunedellapraticalaInsinuare le, solo istrumento a mantenere e diffondere la civilt. fuoriacquistareondemezzo,altrohanonpopoloIl sen-civilt,dipocounmoraleallainsiemelibride morale.aversipossinontengoioqualelaza 177.174,Pag. toscanlenguaggelsavsenzaDonca ziviltaa?nmoralvesspgheNo taccaagiustmstanghevirtstiE 1bicciolan?aibassdevoslaCome 4 MilandesalvadegoninunE pietsenzaviamocciavemmGhe faainscquijprezios,tant2menusQuij Giavan?dellabaameretgranelChhin 8 battistalorocch,goff,nunpesc,chՏquellE, 3taffanarialmorallainsegnemGhe Petrarchista?cojtoscan,ArcadiCont 11 Dunque senza sapere la lingua toscana non ci pu essere morale n civilt? E queste virt gli stanno giusto attaccate come la voce di basso ai biscotti? | E noi, zoticoni di Milano, li andiamo a mozzar via senza piet quelle frattaglie tanto preziose, quelli cos fatti che sono il gran merito dellabate Giavano? | E, quel che peggio, noi goffi, allocchi, semplicioni, insegniamo la morale al taffanario con gli arcadi toscani, coi petrarchisti? | testicoli.pervalequimaallungata,formadibiscotti,Bicciolan1 del-traslato,pere,bicciolandisinonimocomequifrattaglie,,Menus2 lingua.dellaretorichepreziositle metafora,difuorsignifica,insegnem la moral al taffanariLespressione3 sonetto.ilchiudecheconsigliolironicogiustificaederetanoӥilpulirsi 209 PORTA_testi.indd 209 16/03/11 11:43 giornajcojcivilizzemselpoeE letterariarticolsoeuisghՏDove finamai?...bejparolldetuttrasPien 14 guaj,stoschivperAh, cossa,donafagachelAbaasurCar grossa.cartainstampajecheinnanzchDe 17 E poi ce lo civilizziamo coi giornali dove ci sono i suoi articoli letterari pieni rasi di parole belle quanto mai?... | Ah, per schivare questo guaio, caro signor abate, faccia una cosa: da ora in avanti li stampi su carta grossa. 210 PORTA_testi.indd 210 16/03/11 11:43 42.4 etc.mezzoaltrohanonpopoloIletc.etc.Insinuare troppi...sonovolumidodicichediSenza...etc. 177.175,174,Pag. Abaasurquesta(e1profettaNatan bella)ladeebonalademoralLՏ peccaaquelldopoDavid,deandaaLՏ stistoriella.cuntaghalu,poesaChel 4 sfondaaraspienricchOngiustizia!David, scarselladebecchi,deboeu,debe,De desgraziaaonpiantadesettonintraaLha pegorella.poccaonaRobandegh 8 fogos,puttostreonlevacheDavid, etzettera...beccostorespond,elAndoveel, cros?...onasorainciodfpodaChel 11 Natan profeta (e questa signor abate morale della buona e della bella) andato da David, dopo quel peccato che sa poi lui, a contargli questa storiella. | David, giustizia! Un ricco pieno raso [strapieno] sfondato di pecore, di buoi, di becchi, di tasca [denaro], ha messo a sedere [ridotto sul lastrico] un disgraziato rubandogli una pecorella. | David, che era un re piuttosto focoso, DovՏ risponde questo becco eccetera... che lo possa fare inchiodare su una croce?... | in-Fua.C.).sec.(XSalomoneeDavidsottovisse cheebreo,Profeta 1 Betsabea, con giaciutodaver David arimproverare per Dio daviato ren-morisseaffinchEteo,Urialei,dimaritoilcontrotramatoaverdi ).1 Re(sposarladiliberodendolo 211 PORTA_testi.indd 211 16/03/11 11:43 repia,elNatanallorabell,Bell, lettera,laaproppicossiredach,foeugh,Manch Uria.lՏdesgraziaaelericchelseeteT 14 usciuriacontIstess nostran.NatanmancapooonBajaroo man,cojpee,cojdentlՏcheLuCome?... 17 fabriancolcoo,Col nhaghecheleToscanna,derimmdiIn c,diimpinndecavaj,aleccfDe 20 fdecoraccelghhaEl tommitt,dodesnostpocchstiaguerraLa Bositt?diberinaAllunega 23 petittelghhaeldighi,Lu, pippa?larompensoppedann,sgognann,De lippa!ladeDavidsurporch,deazionChe 26 Piano, piano, allora Natan risponde meno fuoco [ardore], che a ridurre le cose proprio alla lettera, tu sei il ricco e il disgraziato Uria. | Lo stesso, con vossignoria, abbaier un poco anchio, Natan nostrano. Come?... Lei che ci dentro con i piedi, con le mani, | con la testa, con il deretano, nelle rime di Toscana e che ne ha a sufficienza da fare lettiere ai cavalli, da riempirne case, | ha il coraggio di fare la guerra a questi nostri pochi dodici to- metti, allunica pecorina dei bosini [cantastorie]? | Lei, dico, ha lanimo di schernirci, calpestarci, romperci la pippa [le scatole]? Che azione da porci, signor David, da burla. 212 PORTA_testi.indd 212 16/03/11 11:43 42.5 parlandoabbassaredoversiaccadegliseChiunque... diraviolenzadasorpresovengase,rozza gentecon deb-sema...idioti...deglifavellarealabbandonasi Italiano...parlarealalzasitrattare...maggioricoiba 174.Pag. toscannparollsoeuichedismeelCazzo! ziviltaa,tuttagrazia,tuttaHin 1panndebrazzasgognaneeldopopoeE maa?nbennfaaghabbiemcheSenza 4 strapazzann,vorevaselcazzo,Ma sbottasciaa,infallalmanchdovevaEl parlanntrattann,lu,discomelSbassass, rabbiaa!diegoffdilenguaggelCont 8 platta?soalaconfaacosshalm,Insc argumentsoeuipiantadesassinaaLha fatta,laluperdeludesfaasՏelE 11 Cazzo! mi dice che le sue parole toscane sono tutta grazia, tutta civilt, e poi dopo ci maltratta a tutto spiano senza che gli abbiamo fatto n bene n male? | Ma cazzo, se voleva strapazzarci, doveva almeno farlo alla sbracata, abbassarsi, come dice lui, trattarne, parlarne con il linguaggio dei goffi e degli arrabbiati! | Cos, ora, cosha fatto con la sua presunzione? Ha assassinato alla radice i suoi argomenti e sՏ disfatto da solo il suo lavoro, | di venditori dei misura la secondo letteralmente, ,A brazz de pann 1 mi-nella abbondanti sempre essere di fama avevano quali ipanno, vendere.datessutodisura 213 PORTA_testi.indd 213 16/03/11 11:43 2lollaincagaelfesstvorcolE arentstaghpernunvolzassaobblegaaLha 3Stelle che Chiolla!toscanboninsdighaE 14 e con il voler star su e cagare nel pentolone [fare il sostenuto] ha obbligato Chiol-cheStelle noi ad alzarci per stargli vicino e a dirgli in buon toscano: la [cielo, che testa di cazzo]! per-unaricordafiguracuilaricurvimaniciiconpentoloneilOlla2 caga in sicurezza; ostenta che fianchi, sui mani lecon impettita sona pro-ridicola dilindicazione rafforzache espressione quindilolla probabilmentelasciatacivoceCherubinisecondo(Isella);sopopea se-cheridicolamascheraunaeraCagalaollaqualiifraspagnolidagli danzando.processionileguiva 2).nota25,anche(cfr.minchioneӥ,ciolladiparodicaItalianizzazione3 214 PORTA_testi.indd 214 16/03/11 11:43 42.6 scher-agliprocacci sichebisogniquantosoNon dodicichedisenzaperpetuit;euniversalitzi... troppi...sonovolumi... MilanesinscrivcolMilanesiSe toscan,elterraintrdePretendessen GiavanDonchevorrevprimmelperM 1pes;desardellgisonassgheteEl 4 pales,epubbleghlՏsiccomeMa Milan,tuttapatenteManifest vivan,bonepretessenzagentChhin cortes.fussghechelinscambimVorrev 8 lor,perstampenstampand,che,pTanto divertiment,speresoa,cinE superior;dilicenzaconE 11 asseeminganhintommdodesinfincheE parentsoeuaidannminemelportDe 2pessee.depiennaItaliadonaIn 14 Se i milanesi con lo scrivere in milanese pretendessero di atterrare il toscano, io per primo vorrei che don Giavano gli suonasse sardine [staffilate] pesanti; | ma siccome pubblico e palese, manifesto e patente a tutta Milano, che son gente senza pretese e bonacciona, vorrei invece che fosse [con] loro cortese. | Tanto pi che, stampando, stampano per s, e in casa loro, e per loro divertimento, e con licenza di superiori; | e che infine dodici tomi non sono sufficienti per portare il minimo danno ai suoi parenti in unItalia piena di pescivendoli. bari-oscatole in sale sotto conservate sardine le,sardelle ,Sardell 1 pesanti).,de pes(,staffilateӥtraslatoperli, queiindicareperliber bon per el pesseelespressioneriportaCherubini2 invol-daservireadestinateeranopaginecuilevalorenessundilibri pescivendoli.perto 215 PORTA_testi.indd 215 16/03/11 11:43 42.7 dinerziecioscherzi,divolumidodicicheSenza popoloilchepocoqueltroppi, sonoinutilit,die aservire anchegli dovr leggere ascolta olegge, grossezza?suanellaperpetuarlo 175.Pag. propostfudessseelviaggiatoronSe Milan,putapaes,ondescrivDe 1OrtolandiBorghalrivaaappennacheE ost;primmdelincarroccialafermassEl 4 post,demoeuvesmaisenzal,cheE canderobbatrafftriffgiscrivessEl pian,elciel,eldonn,ifabregh,iContra 2nost;popoldelsavelecostummI 8 Se un viaggiatore si fosse proposto di descrivere un paese, metti Milano, e che appena arrivato al Borgo degli Ortolani fermasse la carrozza dal primo oste; | e che l, senza mai muoversi dal posto scrivesse gi, triffe traffe [frettolosamente], roba da cani contro le fabbriche [grandi edifici], le donne, il cielo, la pianura, i costumi e la sapienza del popolo nostro; | per famoso Tenaglia, Porta fuori cittadina dellarea limiti aiBorgo 1 mer-aidestinati prodotti icitt in recavanosi cui daortinumerosii rionali.ortofrutticolicati scrit-agliintorno1760,nelscoppiata,polemicaallariferimentoIl2 didialettoilcriticatoavevachebarnabita,padreBranda,Onofrioditi mi-costumiiecampagnalaclima,ildonne,lelarchitettura, Milano, acca-altrieBalestrierieTanzi Parini,direazione lasuscitandolanesi Trasformati.demici 216 PORTA_testi.indd 216 16/03/11 11:43 somm,saravelm,domandiCostuu, malcreaa,tamberla,malign,Fatov, omm?onoppurbestia,canaja,Birbon, 11 quellAbaadefradellsaravelOhjb! tommprimmoncappnolchegraziainChe faa.nanmvundesstrapazzaneEl 14 costui, mi domando, sarebbe scemo, fatuo, maligno, sciocco, screanzato, birbone, canaglia, bestia, oppure un uomo? | Ohib! sarebbe fratello di quellabate che per grazia [del fatto] che non pu capire un primo tomo ne strapazza undici non ancora fatti. 217 PORTA_testi.indd 217 16/03/11 11:43 42.8 di-momentounperfacciaridere ilchePoggiamo in-buoniimamiserie,sueleplebeallamenticare partegransaperneagioverebbero lesegnamenti prevenire...partegranrimediare, 175.Pag. lupoggiacheldeggimanca1Poggi miseri,nostdisolevonridelsiaChel pdepoggighhinmiseriiseE seri.sultoeujcheridintoeujmejsiaChel 4 virtlaghabbiacheliberonOra piangisteriiridtantinbarattDe 2PermezzonvarachelpoggimPer 3zeri.irompacheprezzetttanceSenza 8 Poggio anchio, dal momento che poggia lei, che sia il ridere il sollievo delle nostre miserie e, se le miserie ci sono, poggio di pi, che sia meglio prenderle a ridere che prenderle sul serio. | Ora, un libro che abbia la virt di barattare in tante risa i piagnistei, quanto a me, poggio che valga un mezzo Per senza tanti precetti che rompano gli zeri. | ,poggiareӥverbodelsignificatodoppiosulgiocatotuttosonettoIl1 ,ammettereӥsiavalecheesergo,inpostoGiordanidipassodalpreso appioppare. ,spacciare significa milanese in che ma concedere ipervalesignificatoprimoilcheindichiamoletturadicomoditPer 13.e9vv.ipervalesecondoil14,e73,1,vv. sinoni-eraargento, eoro trovatoavevanospagnoliglidovePer, Il2 valore.grandericchezza,dimo testicoli.dieufemisticosinonimoZeri3 218 PORTA_testi.indd 218 16/03/11 11:43 repoggiaseelepoggiaseelpoeluseCh prezzettsoeusujmulloncomeOstinaa sfoggia,jenechelballtanteservCossa 11 breviarideldispettachefinPerch progetteciaccerpoggiannaadreevaEl taffanari.alpoggianechelpalpeeLՏ 14 Ch se lei poi si poggia e si ripoggia, ostinato come un mulo, sui suoi precetti, a cosa servono tante balle che ci sfoggia, | perch, fin che a dispetto del breviario, continua ad appoggiarci chiacchiere e progetti, carta che ci poggia al taffanario [deretano]. 219 PORTA_testi.indd 219 16/03/11 11:43 42.9 vol-daldepongasinoifraanchechepiacerviNon ilEpensare...?digrossezzarozzaeduraquellago moltoinvengacheaspettare dapocospopolo leggere.disoloancheedscriverediuso 175-6.Pag. Giavan,Abaasurcarbell,belln,N, d,divunapolit,Intendemes MilandepopolnosterstocheO n.leggsaelolegg,pelelegg,saEl 4 manatirdepatronlՏlegg,saSel s;dicomenostdiliberonTant baccanfinutellՏlegg,sanolSe 1Po.elpergicorrcheonacquaPer 8 patronlՏeleggpeleleggselE meneghin,elchetoscaneltantleggDe mincion?irompeghalughentrelCossa 11 Abadin,surgust,aiguerralafPer educazion...giudizzi,coeur,coo,vaGhe fin.difininmingaghhaelluchequellTutt 14 No, no, piano piano, caro signor abate Giavano, intendiamoci bene, una delle due: o che questo nostro popolo di Milano sa leggere, e pu leggere, o non sa leggere. | Se sa leggere, padrone di prendere tanto un libro dei nostri come dei suoi; se non sa leggere, inutile fare baccano per unacqua che corre gi per il Po. | E se legge e pu leggere ed padrone di leggere tanto il toscano quanto il meneghino, cosa centra lei a rompergli i minchioni? | Per fare la guerra ai gusti, signor abatino, ci vuole testa, cuore, giudizio, educazione... tutto quello che lei non ha, in fin dei fini [alla fine dei conti]. natura-cosa una per discutere inutile significa: dire di modo Il 1 incontrovertibile.le, 220 PORTA_testi.indd 220 16/03/11 11:43 42.10 ingegno di etempo di abuso sempre reputer Io leg-possanomiglioriinonepochi,checosescriver profitto.senzaegere, 176.Pag. comentdemottaquellaapensiQuand DantpoverdeltestelsoffeghenChe genttantaetantacheriflettiE tant,etantanch1limboalcdeanmHin 4 sapientistessifinachepensiquandE ignorant,battezensetrattOgni sciarimentdetestelRessoffegand variant,delumm,delumm,delumm,De 8 poettagranquellluanchche2duvissaMe GiavanDondepenalcodezalSott netta.passallaapooonstantvoeubbiaEl 11 Quando penso a quella montagna di commenti che soffocano il testo del povero Dante e rifletto che tanta e tanta gente ancora di casa al limbo e ancora molti e molti, | e quando penso che perfino gli stessi sapienti a ogni momento si battezzano ignoranti, risoffocando il testo di chiarimenti, di lumi, di lumi, di lumi, di varianti, | mi sembra che anche lui, quel gran poeta, sotto al codice penale di don Giavano, stenterebbe un poco a passarla liscia. | comprenderlo.dallontaniancoraCio1 14.nota29,cfr.,duvisPer2 221 PORTA_testi.indd 221 16/03/11 11:43 forniicuntavedellparmeAnzi AmbrosiangoffnundepesgstA capii,semmmillavintcentdealmanchChe 14 compiinumerstoinE mejor,elancadentghՏresondeGi Legislator.Granelsintend,Esclus, 17 Anzi, mi par di vederlo a conti fatti, stare peggio di noi goffi ambrosiani che almeno da centoventimila siamo capiti, | e in questo numero tondo cՏ incluso, di ragione, anche il meglio, escluso, sintende, il Gran Legislatore [labate Giordani]. 222 PORTA_testi.indd 222 16/03/11 11:43 42.11 nellanti-come forestiere Italia moderna nella e... inimico...direvuolRomachissima 178.Pag. fiacareeievicciurittnostiQuand spass,aMilanesonintornaMennen domandass,ghelchiadiravenGhe .forasteeoncarrocciainmennenChe 4 1viveeoninvidensciorinostiQuand refiziass,aMilanesamissDe regolassdecoeughaldighsoletHin assee.siachetantforasteedighhanChe 8 radisi2sceppainscchstchelluE musonsulinstampanndecoraggelLha nemis?dvoeurelforasteeMilaninChe 11 secchsecchltrinnanzvoeulta,onoltraAh! presunzion,tantacongoffad,stiDe busecch.imingacervell,elconsultaChel 14 Quando i nostri vetturali e i fiaccherai menano attorno un milanese a spasso, diranno a chi glielo domandasse, che menano in carrozza un forestiero.| Quando i nostri signori invitano una brigata di loro amici a ristorarsi, sono soliti dire al cuoco di regolarsi, che hanno dei forestieri, tanto che sia sufficiente. | E lei che sta qui, cos, a mettere radici ha il coraggio di stamparci sul muso [insegnarci con poco garbo] che a Milano forestiero vuol dire nemico? | Ah!, unaltra volta, prima di mettere l, secco secco, di queste goffaggini, con tanta presunzione, consulti il cervello, non le budella. combriccola.,gruppoӥperqui,vivaioӥ,Vivee1 invece,vale,chesceppconconfondere nondaaccestire, ,Scepp2 rompere. 223 PORTA_testi.indd 223 16/03/11 11:43 42.12 dal deponga si noi fra anche che piacer vi Non pensare, di grossezza rozza edura quella volgo d ogni pure dobbiamo quale della maniere, di e stranierigliappoenoi,perincrescimentoprovare vergogna?... onora-stessi,noiachiaronomequestofaredi... gra-econtinuiriceviamoqualidaistranieriaglito nulla?farnonnostrodelbiasimivi 179.175,Pag. manconproppitoccevedfaghPer finadonariainnassuuvesssenzaanchChe firentinabajladetettaaavE Milan,inanca1buschifoeurafasspSe 4 GiavanDonsurchpooonsporgiameChel manina,soaquellade2fregaoeuccEl compinachelestudiacheltocca,chelE italian.nommdedonzennpocchSti attenzion,contpolit,leggiarSel notvorarelgiontadeseE citazion,dimennabsulnommSti 11 Per farle vedere e toccare proprio con mano che anche senza essere nati in unaria fine e aver tettato da balia fiorentina si pu fare qualcosa di buono anche a Milano, | mi porga un po qui signor don Giavano, lindice della sua manina, e tocchi e studi e compiti queste poche dozzine di nomi italiani. | Se legger per bene, con attenzione, e se per giunta vorr annotare questi nomi sul menab delle citazioni, | icavarsi,di oeucc concompletare(dafass foeura i buschLespressione1 soli.dacavaresaperselasignificaocchi),daglibruscolini in-perdialettaletermineilfregaocchi, letteralmente,Fregaoeucc 2 indice.ditoildicare 224 PORTA_testi.indd 224 16/03/11 11:43 f,lassacheldor,GiavaninDonSur regalononinsemmamettaroogheChe c.aportallastantvorarChel 14 z,vegnacheldonchPrest Gigee,Muss,4:Letteratura3Leggemm: Balestree,Magg,Castion,Rivola, 17 signor don Giavanino doro, lasci fare, che le metter insieme un regalone che dovr faticare a portarlo a casa. | Presto, dunque, venga qua, leggiamo: Letteratura: Mussi, Giggeo, Rivola, Castiglioni, Maggi, Balestrieri, | dielencolungounintrasformasisonettoilavantiinpuntoquestoDa3 musicisti,politici,scultori,pittori,studiosi,scienziati,letterati,dinomi citt.allalustrodatohannochedadozione,ooriginedimilanesiecc., della rettore (1751-1810) Mussi Antonio labate probabilit ogni Con 4 dottori primi dei uno oblato, Giggeo, Antonio Ambrosiana. Biblioteca neltisidimorto,arabicaelinguaeThesaurusundiautoredellAmbrosiana, Fe-cardinaledelVitaunadiautoreeorientalistaRivola,Francesco1634. Bal-Probabilmente1656.nelpubblicataprotettore,suoBorromeo,derigo Mantovaanato ,Cortegiano dellautore (1478-1529),Castiglioni dassarre omo-molti dei uno aalludere potrebbe Porta(maMilano aeducatoma Proba-3.v.42.1,1;v.6,cfr.BalestrierieMaggiPerestinsero).sichenimi Perleloquenza.pernotoecardinale,(1608-1679),LittaAlfonsobilmente (1564-1631),BorromeoFederigoCardinale1.v.6,cfr.TanziCarlAntonio Bi-della fondatore 1565, dal Milano di arcivescovo Carlo, San di nipote citt,dellavitalariordinarenelfrontipisuattivoAmbrosiana,blioteca Conci-delprecettiisecondocleroilriorganizzreligioso,morale,politico, pro-ilricordisispese;proprieaconventinumerosifondandoTrentodilio men-(1552-1633)Settalaȥprotofisicoil.sposiPromessineitracciatofilo campoinautoritqualeXXXI)(cap.sposiPromessineiManzonidazionato dellAm-dottore ecanonico (1577-1643), Ripamonti Giuseppe medico. autore fu XXXI), (cap. sposi Promessi nei ricordato anchesso brosiana, Giovanni Patria. Historia una di eMediolanensis Ecclesiae Historia una di ma-efilosofiche opere di autore eillustre medicofu 1483), (m.Marliani poeticheoperevariediautore(1733-1794),CarcanoFrancescotematiche. lette-egiurista(1581-1613),MagentaGuidoBaretti.delcorrispondentee filoso-emedicoXVI),(sec.MarcellinodettoAiroldiPietroGiovannirato. di scritti di autore XVI), (sec. Venusto Mario AntonioProbabilmente fo. Cardano Gerolamo Settala. protofisico del maestro pietistici,emedicina (1518-FerrariOttavianopavese.matematicoefilosofomedico(1501-1576), earcheologo(1784-1849),CastiglioniOttavioCarlostorico.elogico1586), 225 PORTA_testi.indd 225 16/03/11 11:43 Borromee,Tanz,Litta, Marlian,GianRipamont,Setalla, Cardan,Venust,Ajrold,Maggenta,Carchen, 20 Ottavian,Ferrari Purisell,Scott,Berch,dAlfons,Castion Pozzobonell,Luin,Manzon,Peregh, 23 Gambarell,Gianella, Parin,Bellott,Panigaroeu,Torti, Venin.Rejna,Oltrocch,Lissander,Verr 26 Litta, Tanzi, Borromeo, Settala, Ripamonti, Giovanni Marliani, Carcano, Magenta, Airoldi, Venusto, Cardano, | Ferrari Ottaviano, Castiglioni di Alfonso, Berchet, Scotto, Puricelli, Perego, Manzoni, Luino, Pozzobonelli, | Gianella, Gambarelli, Torti, Panigarola, Bellotti, Parini, Verri Alessandro, Oltrocchi, Reina, Venini. | 1851),1783-Michelini,Riccardosecolo(alBerchetGiovanni.numismatico fondato-itraitaliano,RomanticismodelchiavefiguraePortadiamico manifesto il considerato che quello di autore eConciliatore del ri Ga-Cosimo.LetterasemiseriadiGrisostomoalsuofigliolamovimento,del France-eloquenza. di eretorica di professore (1759-1801), Scotto leazzo 1758.nelRimesuelepubblicImbonatigesuita,(1657-1738),Puricellisco loda-scuole le per libri di autore -1814),(1747 Perego Giuseppe Gaetano Luino Antonio Giovanni (1785-1873). Manzoni Alessandro Parini. da ti arcive-(1697-1783),PozzobonelliGiuseppepoeta.efarmacistaXVI),(sec. dottepipersonedelleunaconsideratocardinale,poieMilanodiscovo fi-ematematicogesuita,1810),(1740-GianellaFrancescotempo.suodel milane-panoramanelsecondariononpoetaGambarelli,Agostinosico. edito-primoilfucomposizioni,suelevita,inpubblic,nonseanchese Portadiintimoamico(1774-1852),TortiGiovannipariniane.Odidellere Pin-IppolitodiSuiSepolcridiUgoFoscoloedellepistolaautoreManzoni,e teolo-(1548-1594),PanigarolaFrancesco.poesiasullaSermonideiedemonte (1786-1858),BellottiFeliceeloquenza.ditrattatoundiautoreeoratorego, 3;v.42.1,1;v.6,cfr.PariniGiuseppePergreci.tragicideitraduttorenoto ita-dellIlluminismochiavefigura(1741-1816),VerriAlessandro172.v.56, eCaffȥIlrivistalafondBeccaria,CesareePietrofratelloilconliano edottoreoblato,(1715-1799),OltrocchiBaldassarretragedie.diautorefu av-(1731-1818),ReinaFrancesco176).v.56,(cfr.Ambrosianadellեprefetto Parini.dioperedelleeditoreletterato,ebibliofilopolitico,uomoevocato Orazio.datraduttoreletterato,ematematico(1737-1820),VeniniFrancesco 226 PORTA_testi.indd 226 16/03/11 11:43 Giulin,Calch,Sass,5:Storia Bernardin;CoeuriSimonetta,Verr, Baldin,Lanfranch,Majner,6:Medesina 29 Tadin,Concorezz,Cros, Lampugnan,Griff,Mennaben,Salvadegh, Alban,ManaraCajmm,duuGrad,DeDuu 32 Storia: Sassi, Calchi, Giulini, Verri, Simonetta, Corio Bernardino; Medicina: Mainerio, Lanfranco, Baldino, | Croce, Concorezzo, Tadino, Silvatico, Menabene, Griffo, Lampugnani, due De Gradi, due Caimi, Manara Albano, | scrittoreeAmbrosianadellեprefetto(1675-1751),SassiAntonioGiovan5 cheMilanodistoriaunadiautore(1462-1507),CalchiTristanostoria.di sul-Memorie di autore (1714-1780), Giulini Giorgio 1323. al fino arriva fon-milanese,illuminista(1728-1797),VerriPietro Milano.di storiala ri-dellaAlessandro,fratello il con e, PugnideiAccademiadellեdatore operenumerosediautoreePariniGiuseppediamicoCaff,Ilvista v. 56, (cfr. Italia in dellIlluminismo diffusione alla contribuirono che Sfor-Francescodibiografoestorico1491),(m.SimonettaGiovanni169). milanesi.vicendedellestoriografo(1459-1519),CorioBernardinoza. Viscon-Galeazzo Giovanni di protofisico 1404), (m. Mainerio Pietro 6 tra-emedicinaprofessXIII)(sec.LanfrancoVicenza.divescovopoiti, matematico.emedico(1515-1600),BaldinoBernardinodallarabo.dusse Giovanniastronomo.egrecistamedico,(1619-1655),CroceGianandrea aeMontpellier aBologna, amedico illustre 1438), (m. Concorezzo da operchemilanesemedicocelebre1661),(m.TadinoAlessandroPavia. Silva-BattistaGiovanniManzoni.daraccontatapesteladuranteanche MenabeneApollonioPavia.diallUniversitprotofisicoXVI),(sec.tico Ambrogiofilosofo.epoetaSvezia,diGiovanniredelarchiatraXVI),(sec. ildopo-(1557LampugnaniGiacomoteologo.emedico1493),(m.Griffo GradiDeAntonioe1460)(m.MatteoGiovannipontificio.archiatra1632), medicosecondoilmedicina,diprofessoreprimoilXVI),sec.met(prima esperto(1516-1596),CaimiZaccariaPavia.aoperaronoentrambiducale, Al-CamilloCaimi.secondoilsconosciutofilosofo;elatinodiegrecodi Pietromedicina.sullalibridiautoreemedico(1652-1709),Manarabano compendioundiautoreePaviaacattedraticoXVI),(sec.SimonettaPaolo dellAcca-fondatoriprimiitra1547),(m.GiussanoAndreamedicina.di primarioprofessore(1559-1594),RovidaCesareTrasformati.deidemia sto-eletteratura di anche scrisse medica, unaccademia di fondatore e sullatrattatoautorevoleunpubblicXVIII)(sec.PortaDellaIppolitoria. PietroStato.delloprotofisico1769),(m.CastiglioniOnoratoGianpeste. 227 PORTA_testi.indd 227 16/03/11 11:43 Giussan,Simonetta, Castion,Porta,DellaRovida, Boldon,Casaa,Pravesin,Moscati, Siton;Assander,Boss, Asell,GasperBuzz,7:Anatomega 35 38Maggistrell,Monteggia,Biumm,Bianch,Carchen, MazzucchellCuni,Tron, lOspedaa;ePallettaeRiboliE Porraa;Monguzz,lAleman,8:Chimega 41 Simonetta, Giussano, Rovida, Della Porta, Castiglioni, Moscati, Parravicini, Casati, Boldoni, | Bossi, Assandri, Sitoni; Anatomia: Buzzi, Gaspare Aselli, Carcano, Bianchi, Biumi, Monteggia, Magistrelli, | Trono, Cuneo, Mazzucchelli e Riboli e Paletta e lOspedale; Chimica: lAlemanni, Monguzzi, Porati; | Alessan-politico.uomoimportanteeinsignedocente(1739-1824),Moscati PaoloGian.pestedeTractatusundiautoreepidemiologoParravicini,dro BoldoniSigismondofama.chiaradimedicoefilosofo1612),(m.Casati Bossi Bernardino Pavia. ePadova aprofessore (1597-1630), Bellano da Giovanni(1545?-1627).AssandriBartolomeoXVI).sec.delmet(prima eruditissimo.scrittoreemedico(1605-1662),ScoziadiSitonideBattista istituitamunicipalitprimadellamembrooculista,Buzzi,Francesco7 eanatomia di professore (1581-1626), Aselli Gaspare Bonaparte. da Pa-aanatomista(1536-1600),Carcano LeoneBattistaGianchirurgia. To-diallUniversitprofessore(1681-1761),BianchiGiambattistavia. Giovanerudite.operediautore1731),(m.BiumiGerolamoPaolorino. milanese.dellospedalechirurgonoto(1762-1815),MonteggiaBattista eTrono Pietro (1728-1778).Magistretti AntonioPietro Probabilmente sconosciutoXVI;secolonelPaviaaprofessorifuronoCuneoGabriele di allOspedale professore 1807), (m. Riboli Angelo Mazzucchelli. il famachiaradichirurgo (1748-1832),PalettaBattistaGiovanMilano. elen-lungonelnominatovienelOspedaleAnchePorta.ditempoal milanesit.allalustrodaredidegnaistituzionecomeeccellenzedico fama,grandedifarmacistaeanalista(1766-1843),AlemanniPietro 8 (1742-1819).PoratiAntonioeMonguzziCesarepurecome 228 PORTA_testi.indd 228 16/03/11 11:43 Scienza dAntighitaa:9 Ottavian,eOttaviFerrariTrivulz, anzian,BossAllegranza,Fumagall, 44 Gajtan;CattaniE Pin;Regis,DeRaccagn,Fris,10:Fisega SonzinElli,Isimbard,11:Mecanega 47 Ballin;BeccariaE Gross,Brambilla,Cardan,12:Argentaria grosspessquelleArsagh,Scorza,Luccignoeu, 50 :Trivulzio,FerrariOttavioeOttaviano,Fumagalli,Alle-AntichitdեScienza granza, Bossi anziano, | e Cattaneo Gaetano; Fisica: Frisi, Raccagni, De Regis, Pini; Meccanica: Isimbardi, Elli, Soncini | e Beccaria Annibalino; Argenteria: Cardano, Brambilla, Grossi, Lucignlo, Scorza, Arsago, e quel pesce grosso | Trivulziana Biblioteca della fondatore (1725-1789), Trivulzio Carlo 9 Ferra-Ottavio Milano. anumismatiche earcheologiche raccolte di e Ambrosiana.allեdottore eretoricadiprofessore oblato,(1607-1682),ri (1728-Fumagalli Angelo letterati. ifra citato gi Ferrari Ottaviano dome-(1713-1786),AllegranzaGiuseppeerudite.operediautore1804), delcanonico(1758-1835),BossiLuigiarcheologo.epredicatorenicano diamico(1771-1841),CattaneoGaetanostorico.epoliticopoiDuomo, Braidense.NumismaticoGabinettodeldirettorefuManzoni,diePorta dellAccademiamatematicoefisicocelebre (1728-1784),FrisiPaolo10 allefisicainsegnbarnabita,(1741-1822),RaccagniGiovanniPugni.dei matemati-fisico,1784),(n.RegisdeMariaFrancescoBrera. discuole naturalista.ematematico(1739-1825),PiniErmenegildoidraulico.co, inven-meccanico,eottico(1768-1824),Isimbardi InnocenzoCarlo11 (sec. Elli Giacomo monete. coniare per idrauliche macchine di tore an-comeSoncini,ilSconosciutochiesa.daorganidifabbricanteXVIII), quali-inche,Cesaredifratelloprobabilmente Beccaria,Annibaleche facendoMarengo dibattagliaallapartecipmeccanico,espertodit nemici.daiconquistatiquellidiluogoincavalloamulinicostruire affida-notiziaabbiasicuidiunicigliargentieridigruppoquestoDi12 mortiomonimi,artigianiduerealt(inBrambillaFrancescosonobile Duomo);delfabbricanellaattivi1599,nele1570nelrispettivamente statuadellaautoriglitraeorefice XVII)(sec.Grossi AmbrogioCarlo (1452-CaradossoildettoFoppa,CristoforoSantAmbrogio;didargento Cellini.dalodatogioielliereeorefice1527), 229 PORTA_testi.indd 229 16/03/11 11:43 Caradoss;FoppaDel scoeula;soalaeLonghGiusepp13:Incision Vignoeula,Mangon,Bass,14:Architettura Cagnoeula;Meda,Solar, Bramantin,Boltraffi,Cresp,15:Pittura Luin,Sest,ZeserFoppa,Lomazz,Melz, 53 56 del Foppa Caradosso; Incisione: Giuseppe Longhi e la sua scuola; Architettura: Bassi, Mangone, Vignola, | Solari, Meda, Cagnola; Pittura: Crespi, Boltraffio, Bramantino, Melzi, Lomazzo, Foppa, Cesare da Sesto, Luini, | tra eBrera aincisione di professore (1766-1831), Longhi Giuseppe 13 Por-dimatitaaritrattodelautoretempo,suodelfamosipiartistigli 1821.delportiananelledizioneposeGrossicheta lavoraronochearchitettiautorevolipiifra(1542-1591),BassiMartino14 fabbri-allalavor(1587-1629),MangoneFabioDuomo.delfabbricaalla delrinnovamentoalnonchAmbrosiana,BibliotecaallaeDuomodelca ar-famoso(1507-1573),VignolaildettoBarozziJacopoCorte.diTeatro GobboildettoSolariCristoforomilanese.padredimaemilianochitetto architettoMeda,Giuseppearchitetto.escultore1526),ildopo-1460(c. erudito.edarchitetto(1762-1833),CagnolaLuigiidraulico.ingegneree poiquellidimolticomecelebre pittore(1590-1630),CrespiDaniele15 BorromeoFedericodaistituitapitturadiscuolaallaformsinominati, (1467-Boltraffio AntonioGiovanniAmbrosiana.Pinacotecalapresso (c.BramantinoildettoSuardi BartolomeoLeonardo. diallievo1516), Leonar-dipredilettoallievo(1493-1570),MelziFrancesco1465-1536). pit-(1538-1600),LomazzoPaoloGianstrumenti;ecarteereditnedo, inRabishdeiautoriglifranotopiilletterato,edartetrattatistatore, Mel-Bagnoloanato1427-1515),(c.FoppaVincenzolombardo.dialetto Bernar-(1477-1523).SestodaCesare Milano.aattivoma(Brescia) la 1609-1662), (c. Nuvolone Francesco Carlo 1480-1532). (c. Luini dino maestro; suoNuvolone,Panfilopadre delnomedalPanfilo,ildetto Figi-AmbrogioLeonardo. diallievo1475-1530),(c.dOggionoMarco Be-daMichelino(1607-1665);Cairo delFrancesco1548-1608).(c.no 39.e22cfr. (1777-1815)BossiGiuseppeper1455);c.-1370(c.sozzo ita-neoclassicadellartepittoreraffinato(1754-1817),AppianiAndrea fra-icomeillustre scenografofu(1776-1817),Perego Giovanniliana. AlessandroGiovanni).Ferdinando,Fabrizio,(Bernardino,Galliaritelli Can-Pasquale (1755-1839). Landriani Paolo (1777-1849). Sanquirico furono(1763-1844)VaccaniGaetanoe(1737-1802)LevatiGiuseppena, 230 PORTA_testi.indd 230 16/03/11 11:43 Figin,Oggionn,Pamfil, Appian,Boss,PeppMichelin,Cajro,Del Landrian,Sanquiregh,Gallear,Peregh, 59 Vaccan,Levaa,Canna, Legnana,laMilesi,ladonnitrainE Vedana,laCornea,laBelleria,La 62 lAppiana.LOlivazza, Agraa,Fontana,Biff,Porta,16:Scultura Alziaa,17:GiusprudenzaХBambajaSolar, 65 dottoraa,diPap Carpan,Cajmm,Taegg,Ares,Pusterla, Toscan,LuiisGianSetalla,Manfred 68 Panfilo, Oggiono, Figino, Del Cairo, Michelino, Giuseppe Bossi, Appiani, Perego, Galliari, Sanquirico, Landriani, | Canna, Levati, Vaccani, e tra le donne la Milesi, la Legnani,laBellerio,laCorneo,laVedani,|lOlivazzi,lAppiani.Scultura:Porta,Biffi, Fontana, Agrate, Solari, Bambaja; Giurisprudenza: Alciato, | padre dei dottorati, Pusterla, Arese, Taeggi, Caimi, Carpani, Manfredo Settala, Gian Luigi Toscani, | Bianca Milano. eMonza di reali palazzi dei eScala della decoratori Legna-Ernesta educativi. libri di scrittrice epittrice Mojon, Milesi Belle-Marietta miniature; eincisioni di autrice (1788-1859), Bisi ni artiste furono Appianil eCorneo la Olivazzi, la Vedani, Amalia rio, piano.secondodi Fon-Annibale1631).(m.BiffiGianandrea1568).(m.PortaTommaso16 (Cri-SolaridifamigliaUnaXVI).(sec.AgrateMarco(1540-1587).tana attivafuCarona, dioriginariaFilippo),eAndrea Francesco,stoforo, (1483-1588).BambajaildettoBustiAgostinoXV.secolonel interna-fama di giurista eumanista (1492-1550), Alciato Andrea 17 dello senatore egiureconsulto 1698), (m. Pusterla Fabrizio zionale. Senatodelpresidente(1590-1674),AreseBartolomeoMilano.diStato giure-Taeggi,AmbrogioMaggi.MariaCarlodiprotettoreMilano,di senato-eavvocato1606?),(m.CaimiGerolamofilantropo.econsulto ca-(1600-1680),SettalaManfredo giureconsulto.Carpani,Oraziore. letterato.egiuristaXV),(sec.ToscaniLuigiGianscienziato.enonico al Milano di rappresentante senatore, XVI), (sec. Pirovano Giacomo auto-eoblato1623),(m.GiussanoPietroMadrid.adItaliaconsiglio giuridiche. operedi re 231 PORTA_testi.indd 231 16/03/11 11:43 Giussan.ePiroven Beccaria;Verr,Moron,18:Politega 19:Matematega calcol stronomia 71 Maria,AgnesaCeva, Carlin,Zeser,Mazzucchell,Caravagg, infincheOrianoneCavalier,Lecch, 74 stoppin.vottdelummonLՏ Luduigh,MelzTrivulz,granel20:Milizia AlbrighBelgiojoseCastaldMedez, 77 astro-calcoloMatematica :Morone,Verri,Beccaria;Politica PirovanoeGiussani. nomia: | Ceva, Agnesi Maria, Caravaggio, Mazzucchelli, De Cesaris, Carlini, Lecchi, Cavalieri, e un Oriani che infine | un lume di otto fiamme [un gran luminare]; Milizia:ilgrandeTrivulzio,MelziLudovico,Medici,CastaldoeBelgioiosoAlberigo| oppu-Milano,diStatodellocancelliere(1470-1529),MoroneGerolamo18 fu ventanni, aModenadi vescovo che, (1509-1580)Giovanni figlio ilre gi (1728-1797), Verri Pietro IV. Pio eIII Giulio papi dei diplomatico un PietroeAlessandroconfu,(1738-1794)BonesanaBeccariaCesarecitato. CaffȥIlapartecipmilanese,dellIlluminismospiccodifiguraVerri, .DeidelittiedellepenescrissePugni;deiAccademialեcreareacontribue 172).v.56,(cfr.ManzoniAlessandrodimadrefuGiuliafigliaLa insigneanchemapoetaeletteratogesuita,(1649-1736),CevaTommaso19 AgnesiGaetanaMaria(1647-1754).Giovannifratelloilcomematematico, infinitesimale.calcoloealgebricaanalisidiespertamatematica,(1718-1799), ebbemilitare,architettoematematico(1617-1688),CaravaggioPaoloPietro Maz-Girolamo(1658-1723).omonimofiglioilcomePavia,acattedrauna AngeloGiovanidraulica.diteoricoeingegnereXVIII-XIX),(sec.zucchelli astronomifurono(1783-1862)CarliniFrancescoe(1749-1831)Cesaris de (1702-1776),LecchiAntonioGiovanBrera.didellOsservatoriodirettorie di opere pregevoli di autore matematica, elettere di insegnante gesuita, ma-grande1598-1647),(c.CavalieriBonaventuraidrostatica.dieidraulica Galileo. da riconosciuto eCastelli di allievo Bologna adocente tematico milanese.astronomocelebre(1752-1832),OrianiBarnaba di milizie delle comandante (1447-1528), Trivulzio Giacomo Gian 20 mili-arteditrattatidiautore (1558-1617),MelziLodovicoXII.Luigi ven-dicapitanofamoso(1495-1555),MedicideեGiacomoGiantare. BarbianodaAlbericoe1563)(m.CastaldoBattistaGiovancometura, AlbericoanchericordarepotrebbePortaquestultimoPer(1344-1409). imperiali.esercitidegligenerale(1725-1813),BelgioiosodiBarbiano 232 PORTA_testi.indd 232 16/03/11 11:43 antigh;ViscontnostiE Palladin,Mess,Cadenazz,21:Musega MartinSantGrassina,laMinoja, 80 Marchesin;LuvisE Moron,cardinalel22:Diplomazia CastionMelz,Cresp,Taverna,Archint, 83 Provvision;deBosselE Bonscior,Branca,Moron,23:Teologia cor;deldedreelannparaonDomminE 86 e i nostri antichi Visconti; Musica: Catenacci, Messi, Paladini, Minoia, la Grassini, Sammartini | e Luigi Marchesi; Diplomazia: il cardinale Morone, Archinto, Taverna, Crespi, Melzi, Castiglione | e il Bossi di Provvisione; Teologia: Morone, Branca, Bonsignore, e in Duomo, un paio allanno dietro il coro; | organistafrancescanofrateXVIII),(sec.CatenacciDomenicoGian21 di compositoreXVII-XVIII),(sec.MessiFrancesco contrappuntista. e cappel-dimaestroXVII-XVIII),(sec.PaladiniGiuseppesacra.musica musicista (1752-1825), Minoia Ambrogio oratori. di compositore ela eScalaallacantante(1773-1850),GrassiniGiuseppinacompositore.e com-(1700-1775),SammartiniBattistaGiovanniNapoleone.diamica Gluck. di maestro milanese,sinfonicascuoladellapuntadipositore soprano.cantantefamoso(1755-1829),MarchesiLuigi alme-qui ricorda Porta politici. itra citato gi Morone, Gerolamo 22 il presso VCarlo per ambasciatore (1500-1558), Archinto Filippo no Spa-di corte alla diplomatico (1669-1732) Archinto Carlo epapato, cancelliere gran egiureconsulto (1488-1560), Taverna Francesco gna. amba-(1504-1572), Crespi Antonio Francesco Milano. di Stato dello dEril MelziFrancesco II.FilippoeVCarlopressoMilano disciatore fino 1802 dal Italiana Repubblica della vicepresidente (1753-1816), Ste-GianProbabilmente(1805).dItaliaRegnointrasformazionealla Mi-di ducato del ambasciatore (1450-1519), Branda Castiglioni fano conEsegu [1601-1649].FabrizioBossi francese.cortela pressolano in luidi memoria ha Si Principi. diversi pressolegazioni varie onore fu (Porta), Mercanti de Piazza della Torre sulla posta uniscrizione Provvisione.diVicarioanche Idiplomatici.iepoliticiitracitatogiMoroneGerolamoilancora23 ri-siPorta qualiarisaliredatononenumerosi furonoteologiBranca diplo-voltepieteologodotto(1738-1826),BonsignoreStefanoferisse. papato.ilpressomatico 233 PORTA_testi.indd 233 16/03/11 11:43 descor!poeArtegian brovettonmucc,onvivee,onmotta,Ona perfett:plusquamarziperfett,Perfett, 89 24RonchettonchedBasta imperator,erelanntuttLinstrivalla lonorfanneParisaeLondraacheE 92 allormettaladDe nostranbalanzittbravinosterCoj Milan.degrossastariainFabbricaa 95 Giavan,DonsurOra, vistlhacheepolitleggiuulhaChe trist,tantopoelՏnopaesstoChe 98 sprovistebiottinscN lu,equantetantvarachegentDe p,dedvoeurnolmodestiaperSe 101 smtoeuvaseChel zerimonisenzaebonaallaInsc doni.ghecheliberdemottaQuella 104 Artigiani neanche a parlarne! una montagna, un vivaio, un mucchio, un broletto perfetto, arciperfetto, plusquam [pi che] perfetto: | basta dire che un Ronchetti instivala [confeziona stivali] tutto lanno per re e imperatori e che a Londra e a Parigi ci fanno lonore | di fissare il saggio [lunit di misura] delloro con i nostri bravi bilancini nostrani fabbricati nellaria grossa di Milano. | Ora, signor don Giavano, che ha letto per bene e che ha visto che questo paese non poi tanto triste, | n cos spoglio e sprovvisto di gente che vale tanto quanto lei, se per modestia non vuol dire di pi, | si prenda mo su, cos, alla buona e senza cerimonie quella montagna di libri che le dono. | anzirinomatissimo,calzolaio[1773-1833]RonchettiAnselmorSig.Il24 ce-dalincisoeddisegnatoritrattounluidiAbbiamoarte.suanellaunico notis-Questo(Porta).elogioȥdiserveglisoloquestoeLonghi,rSig.lebre scris-neseCerva,vianellanticabottegaavevatempodelcalzolaiosimo nePorta,anniCentosuoineiRovanidacitatofuebiografiaunaanchese non qui ,CapissianchmsurprofessorRonchett sonetto del anche tema fa mantenuta.nonericevutapromessadilamentarsiantologizzato,per 234 PORTA_testi.indd 234 16/03/11 11:43 Sigoni,eldentghՏL 25lArgellaa,ghՏMurator,lSitonEl ligaa,beneciarastampafoeuj,inTucc 107 AbaasurchquistE stimachelorituccinmostraranGhe scima,deomenonondenommolterTanc 110 rimaladegraziainChe discrezionsantaladevirtinE stoccasionindesgraziaperdovuuHoo 113 canton;doninLassaj breviarionghՏelbonne bouchelaperInfin plenariindulgenzdecomorerasPien 116 bollaridelfoeuraTolt UrbanGregori,segond,LissanderDe 26Milan,dePapadolterduudeE 119 L cՏ dentro il Sigonio, il Sitoni, il Muratori, cՏ lArgelati, tutti in-folio, stampa chiara e ben legati, | e questi qui, signor abate, le mostreranno a tutte le ore che crede tanti altri nomi di granduomini, | che in grazia della rima e in virt della santa discrezione ho dovuto, per disgrazia, in questoc cՏ bouchebonne casione, | lasciarli in un cantone [da parte]; infine per la un breviario pieno raso, colmo, di indulgenze plenarie | tolto fuori dal bollario di Alessandro secondo, Gregorio, Urbano e di due altri papi di Milano, | XVIII-(sec. Scozia di Sitoni de Giovanni (1523-1584), Sigonio Carlo 25 (1685-Argelati Filippo (1672-1750), Muratori Antonio Ludovico XIX), og-perhannocheopereeruditediautoriqualiricordatiquisono1755) Milano.distorialagetto Grego-1073).al1061dalponteficeBaggio,da(AnselmoIIAlessandro26 (Lam-IIIUrbano1591).al1590dalponteficeSfrondati,(NicolXIVrio Casti-(GoffredoIVCelestino1187).al1185dalponteficeCrivelli,berto Medici,Angelo(GiovanIVPio1241).delnovembrenelponteficeglioni, 1565).al1559dalpontefice 235 PORTA_testi.indd 235 16/03/11 11:43 GiavanDonchquestE servizzi,proppifarghechelSperi loffizziddeghachellobbleghperE 122 benefizzielperE quistasspchelindulgenzsantquijDe spass,aandandboccainstecchcolInsc 125 struzziasschemejlՏChe perzipit,studi,dragon,A fa.chelcometuccacullinvegnPer 128 e questo, don Giavano, spero che le far proprio servizio [comodo] e per lobbligo che ha di dire lufficio | e per il beneficio di quelle sante indulgenze che pu conquistarsi, cos, con lo stecco in bocca, andando a spasso | che meglio che struggersi a sgobbare, studiare, fare il molesto, per venire in culo a tutti come fa. 236 PORTA_testi.indd 236 16/03/11 11:43 43 Porta annota di aver scritto questo sonetto, con altri due simili (come tre furono quelli anonimi indirizzati contro di lui) per difendersi dallaccusa di aver composto la Prineide, un poemetto celebre in quegli anni perch ricorda il tragico linciaggio del ministro Prina e ironizza sulla figura dellimperatore Francesco I. I sospetti di aver steso quella satira, di cui si confess poi autore lamico Tommaso Grossi, costarono a Porta pesanti interrogatori polizieschi. Databile fra marzo e settembre del 1816 fu pubblicato nelledizione luganese. impiegaasontfioeu,ghhoomiee,Ghhoo Sovran,delcareghaanchquidemEt pensionaa,paderelghhoocrost,quajsalGhhoo malsan.sonte1lantassaraagiHoo 4 desperaatantcredmvoeurenmeE fabriansulcossstituttpettammDe Maistaa,soacontratoeullaaandPer pan?mdelevittamialadePatron 8 [per di pi] anche a carico del quidemet Ho moglie, ho figli, sono impiegato sovrano, ho anche qualche crosta [piccolo possedimento], ho il padre pensionato, ho gi chiuso lanta e sono malsano. | E mi vogliono credere tanto disperato da mettermi tutte queste cose sul sedere [infischiarmene] per andare a prendermela contro sua maest, padrone della mia vita e del mio pane? | quarantanniisuperatohalautorechedireperlinguisticoBisticcio1 anni.quarantunoavevaPortaCarlo1816nelanta);(glidet 237 PORTA_testi.indd 237 16/03/11 11:43 ingegnmstoabellonoronfanGhe vertladecapazzsupponelCol segn!stoafinafottuubaronvessDe 11 manera,quajingustdaaghhoomaiseE pspecciavamenocompensmPer galera.inanddedegncredessenmeChe 14 Gli fanno un bellonore al mio ingegno col supporlo capace della virt dessere barone fottuto fino a questo segno! | E se mai ho dato loro gusto in qualche maniera, per mio compenso non mi sarei mai aspettato che mi credessero degno di andare in galera. 238 PORTA_testi.indd 238 16/03/11 11:43 44 Alcune lettere allamico Grossi testimoniano la lavorazione di questo sonetto romantico, che vuole avere la coda della gran bestia, tanto ella lunga, e bittorzoluta tra giugno e luglio del 1817. Il testo, che sbeffeggia i classicisti, comparve a stampa per la prima volta nelledizione Grossi. COVONCOLSONETTIN cojona:mechelbenSooromantegh?M oss,dimlleldentfinclasseghsontM 1Eliconainporchelfoobevi,Mangi, adoss.caghighemperromanteghaiE 4 sona,el2ApollversmeeicantiquandM tusscoss,lpientenciammiise3MsI trona,meel4GiovetemporalonvujSe 6scoss.infaleme5AmorciallelfvujSe 8 Ioromantico?Sobenechemicogliona-CODONE COL SONETTINO no [prendono in giro]: io sono classico fin dentro al midollo delle ossa, mangio, bevo, faccio il porco in Elicona e ai romantici, per me, gli cago addosso. | Io, quando canto i miei versi, Apollo suona e le Muse, se le chiamo, piantano l ogni cosa, se voglio un temporale Giove mi tuona, se voglio fare lo sciocco Amore me la fa in grembo. | muse.allesacroMonte1 profezia.dellaemusicadellamedicina,dellaarti,dellegrecodioApollo,2 Zeus/ di figlie romana, egreca mitologia della divinit nove Muse, 3 storia.dellaeartidellepatroneeranoMnemosine,eGiove tuono.delecielodeldiodellOlimpo,deiglituttidipadreereGiove,4 sessuale.dellattrazioneedellamoredioAmore,5 grembo.,schotedescoilperidiotismoScoss6 239 PORTA_testi.indd 239 16/03/11 11:43 ,Graziie7Vener sgarzorinquatter8 mperlstanpart,ituttdebejhinChe molin.etavoladeservenmeE 11 consola,melatravajdiin9Minerva dorm,fameelpoeeninnameel10Morfee scola.mje12Priapporzoeu,irasameel11Bacch 14 pascolameche13PannGhhoo favorelfaamhanchepegorquatterQuij pastor.faamhanquandRommaadammDe 17 corrlache14FloraGhoo scioppongigli,vioeur,roeus,cattammA paragon.eloffidesortituccPer 20 Venere e le Grazie, quattro passerine che son belle da tutte le parti, stanno l per me e mi servono da tavola e mulino [per ogni esigenza]. | Minerva, negli affanni mi consola, Morfeo mi ninna e poi mi fa dormire, Bacco mi colma gli orciuoli [i testicoli], Priapo me li scola. | Ho Pan che mi pascola quelle quattro pecore che mi hanno fatto il favore di darmi a Roma quando mi hanno fatto pastore. | Ho Flora che corre a raccogliermi rose, viole, gigli, garofani per ogni sorta di pretesto e paragone. | fertilit.allaebellezzaallaallamore,associatadeaVenere,7 della enatura della culto al legate bellezza della divinit Grazie, 8 vegetazione. artigiani.degliprotettriceguerra,delladeaMinerva,9 sonno.deldioMorfeo,10 vizi.deievendemmiadellavino,deldioBacco,11 fecondit.delladioPriapo,12 greggi.delledioPan,13 vegeta-latuttadivitaallaefiorituraallapresiede chedeaFlora,14 37).v.57,(cfr.zione 240 PORTA_testi.indd 240 16/03/11 11:43 possessionquijtuccSu GerusalemminversTassdelficcahooChe 15 Trittolemm ,Pomona, Vertun ,Cerer 23 insemm.stronzonenGhe comandament,mdonm,destLa vent,osuccoacquaovujquandLavegh 26 spaventonamisghhooCh fadavenlasecapazzpissonn,16NinfDe pissada,onacontdeluvionfDe 29 camaradatuttsontE DEol, canderazzaventcertdere17 franzescan.diprselcomeboffenChe 32 tolipanquajmaiSe sgenna,meelebozzeralaseccameEl peccennalemechel18MomovoltraVen 35 Su tutte quelle possessioni che ho in affitto dal Tasso verso Gerusalemme, Cerere, Vertunno, Pomona, Trittolemo | ci lavorano insieme. Sta a me, a un mio comando, avere quando voglio o acqua o asciutto o vento, | che ho amiche uno spavento [una gran quantit] di Ninfe piscione capaci, se vien fatta [richiesta], di fare un diluvio con una pisciata, | e sono camerata [compagno] di Eolo, re di certi venti razza di cani che soffiano come il culo dei francescani. | Se mai qualche tulipano [sciocco] mi secca lanima e mi infastidisce, arriva Momo che me lo pettina | alladedicatediviniteranoTrittolemoePomonaVertunno,Cerere,15 leida fu Trittolemo messi, delle dea Cerere terra: della coltivazione la eraPomona uomini, gli fra praticala diffondesseaffinch istruito ri-deletrasformasichenaturadelladioileraVertunnofrutti,deidea 9).notae37v.57,anchecfr.PomonaeCerere(perstagionidellepetersi daetinvergini fanciullecomerappresentate semidivinitNinfe,16 divinit.altredicultoalassociatemarito venti.deidioEolo,17 motteggio.deldioMomo,18 241 PORTA_testi.indd 241 16/03/11 11:43 scenna,ladefondinFina repetta,selomordselscalza,selE vendetta.mialafooe19NemesiaCiammi 38 bolletta,lanoeusmeSe tesoree,dicappelpietos,20Pluto daneedeonolladessotterraEl 41 indree,tempiSconduda l21sgandollajemesplaffespliffE stord.demaravigliaonalՏChe 44 intenervujQuand valdrappaquajdonatigherdecoeurEl cilappa,vergenaquajpostategnO 47 scappa,einzigachequijDe marelsbarattameche22NetunDioelGhhoo par,mechequellstoelassameE 50 rar,egrossbej,Perla perfinmoeuvfdestupendiCoraj sottannindiimpiombaabalzannI 53 fino in fondo alla schiena [per bene], e se scalcia, se morde o se ribatte chiamo Nemesi e faccio la mia vendetta. | Se mi nuoce la bolletta, Pluto pietoso, il capo dei tesorieri, dissotterra unolla [orcio] di denari | nascosta ai tempi andati e, spliff e splaff, me li snocciola l che una meraviglia da stordire. | Quando voglio intenerire il cuore di tigre di una qualche sottana o tenere a posto [allordine] una qualche verginella vanesia, | di quelle che istigano e scappano, ho il dio Nettuno che mi spalanca il mare e mi lascia prendere quel che mi pare, | perle belle, grosse e rare, coralli stupendi che fan muovere perfino quelle balzane piombate di sottanine | vendetta.delladeaNemesi,19 ricchezza.delladioPluto,20 ghian-ossiagndolasostantivodalderivasnocciolare, ,Sgandol21 ncciolo.da, mare.deldioNettuno,22 242 PORTA_testi.indd 242 16/03/11 11:43 23bescottin;deldammDi dolor,ifevera,laciappameSe 56corr,cheIgea25ghhooChiron,24 ,EsculappiGhhoo lorasseemingashinE 26Dio MonellonamisonperfreschinGhhoo cappell.alfinastrivaj,aifinalCoj 59 stellaiportvujmaiSe soldaaquajdonsanguanentprodezzI desfogonaa,fogos,Dio,deCan 62 prontaa,bujent,lGhhoo pattona,laasottcaldiArrosti Pallad Mart Briaree Ercol Bellona, 27 coronalatuttaCon Alett,Megera28berlocch,berlicchsoeuDi forbesettdi30Atroppe29TesifonE 65 68 delle dame del biscottino [dame dedite a opere pie]; se mi prende la febbre, i dolori, ho Esculapio, Chirone, ho Igea che corrono, | e se loro non sono mica abbastanza ho in fresco per un amico, un Dio Monello con le ali perfino agli stivali, perfino al cappello. | Se mai voglio portare alle stelle le prodezze sanguinolente dun qualche soldato cane di dio, focoso, scatenato, | ho l bollenti, approntati, caldi [come] arrosti, sotto la trapunta, Pallade Marte Briareo Ercole Bellona, | con tutta la corona dei loro berlicche berlocche [demoni], Megera, Aletto e Tesifone e tropo dalle forbicine | 4.nota23,cfr.damm del bescottinPer23 stessolomedicinadellanellarteammaestrchecentauroChirone,24 medicina.delladioEsculapio, salute.delladeaIgea,25 viag-deidioMercurio,aMonello,Dio,DioMonellconriferiscesiPorta26 curative.sostanzedelleeladrideidellinganno,comunicazione,dellagi, delledioMarte,guerra;delladeaMinerva),(oPalladeNellordine:27 braccia,centodallegiganteBriareo, compagna;suaBellonaconarmi coraggio.eforzaperfamosoeroeErcole 2.nota1,cfr.berlicch berlocchPer28 personificazionileErinni,oFurie,lesonoTesifoneeAlettoMegera,29 vendetta.dellafemminili vita.dellafiloilrecidechequellaprecisamenteParche,tredelleUna30 243 PORTA_testi.indd 243 16/03/11 11:43 boffettdel31VulcanE mucconadreecontregolzaa32CicloppiE gucc,depicch,defrecc,despad,delanz,De 71 tuccdeultemperE 33PlutonregrandelSovaMaistaaLa decorazion.decoffenonsughiccCol 74 loccasionvenmaiSe comarina,quajparturastantaChe 35Luzinacomaalao34EgeriamandiGhe 77 manina,onadaghA dis,senolchemanchinajutt,scolE 37Narzisbellono36AdonbellonlfLa 80 magnaris,olteronO man,loltrainvunadepasscolChe ,StatandeeEdusade,CuninaDe38 83 e Vulcano dal soffietto e i Ciclopi seminudi con un mucchio di lance, e spade, di frecce, di picche, di leve | e per ultimo di tutti la maest sua del gran re Plutone col culo su un cofano di decorazioni. | Se mai viene loccasione che qualche comarina stenta a partorire gli mando Egeria o la comare Lucina | a darle una manina e col suo aiuto, in men che non si dica, fa l [partorisce] un bellAdone o un bel Narciso | o un altro mangiariso [persona di poca o nulla utilit] che col passare da una a unaltra mano di Cunina, di Edusa e di Statano, | fulmini.diedarmifabbroefuocodeldioVulcano,31 Vulcano.diaiutantigiganteschiCiclopi,32 dellAverno.rePlutone,33 felici.partiavereperinvocataninfaEgeria,34 7).v.57,(cfr.partideiesitobuonalpresiedevachedeaLucina,35 maschile.bellezzagiovanilelasimboleggiachedivinitAdone,36 bel-sualaperfamosogreca mitologiadellapersonaggioNarciso, 37 ri-figurapropria lacontemplandomorire lasciatoessersiperelezza dacqua.specchiounoinflessa loro,dicuraavevaEdusabambini,deեculleallepresiedevaCunina38 Stata-enutrimento,primoilricevevanopoppelelasciandocheallora (Porta).leducazioneȥseguitoindirigevaneno 244 PORTA_testi.indd 244 16/03/11 11:43 magnanonsfasspEl deventdetempcolsachiCapazz c.lastrappde39ciolladefiorOn 86 fastantalevunSe ,CloacinaavtonffooGhe tracch,e40 tabacch!alsubetrecorrBesogna 89 stracchfusschiperfin,Ghhoo port,isforzachefiaaquajonindreetegnDe passaport,elcont41CrepetDioEl 92 intort.faghaguajE castellinpettdetrattasecheQuand bell;elebonelvoltraatirachel42CommGhhoo 95 buellelinfesciseE ,CarnaDealaGhhoo zerusegonaona43 44CoronaSantaperservalacheChanch 98 pu farsi un dritto capace, chi lo sa?, col tempo, di diventare un fior di minchione da strappare [spiantare] la casa. | Se uno stenta a farla [soffre di stitichezza] gli faccio fare un voto a Cloacina, e tracch!, bisogna ricorrere subito al tabacco [per coprirne il puzzo]! | Ho perfino, per chi fosse stanco di trattenere qualche fiato [peto] che forza le porte, il Dio Crepito con il passaporto, | e guai a fargli torto. Quando si tratta di mettere in castello [di mangiare] ho Como che tira fuori il buono e il bello; | e se infesto il budello [imbarazzo lintestino] ho la Dea Carna, una cerusicona che quantunque serva per Santa Corona [per nulla in cambio] | 2.nota25,cfr.,ciollaPer39 lecloacaunaincasoascopertastatualeidiunaХCloacinaVenere40 (Porta).cultoȥnuovoquestoassegn na-leconfanciullodifigurainrappresentato eraPeto:oCrepito, 41 han-glichefiatiqueidiunoespellerediatteggiamentoinalzatetiche (Porta).altareȥednome,datono gioia.dellaefestinideidioComo,42 Avevaumane.interioradellecuraparticolareavevaCarnaDeaLa43 (Porta).CelioȥmonteilsopraRomaintempio SantadiIstitutoPioalriferimentofaCoronaӥSantalaperServire44 assistenzagarantivache1786,ile1577ilfraMilanoaattivoCorona, compenso.senzalavoraresignificacitt;dellapoveriaigratuitamedica 245 PORTA_testi.indd 245 16/03/11 11:43 cojona.lafalaNo indiscrettonvittalaataccameSe quiett,lassamenochecreditorDon 101 45LettfiummalcavagiVoo incojondegioeughelfacheQuellacqua m,bevilalubevvoeurnolseE 104 insc.innanztiriE spaccdeldammemodalaavivvujSe mostacc,pariccdecommediainfCol 107 facc,quatterde46GianGhhoo 48Dianaghhooecomandmal47ProteoGhhoo settimana.lasettgiustafaneChel 110 mattana,labattmeSe scighera,lamotria,lapaturgna,La cierabellalade49LubenziacorrLa 113 50spallerainlmettemA pias,tanteGratis-amore-Dei m.elfoeurascernighdeoccasionDom 116 non fa la cogliona. Se mi si attacca ai fianchi un creditore indiscreto che non mi lascia quieto, | vado gi a prendere al fiume Lete quellacqua che fa il gioco di rincoglionire e se non vuole bere lui la bevo io, | e tiro avanti cos. Se voglio vivere alla moda e darmi importanza facendo nella commedia parecchie parti, | ho Giano dalle quattro facce, ho Proteo al mio comando e ho Diana che ne fa giusto sette alla settimana. | Se mi abbatte la mattana, le paturnie, la mutria, gratis lipocondria, corre Lubenzia dalla bella cera | a mettermi l in vista tanti piaceri belle pronti da dover soltanto scegliere il mio. | dei amore et delloblio.fiumemiticoLete,45 cu-immateriali,ematerialiiniziaglipresiede bifronte, dioGiano,46 ecc.).ponti,(porte,passaggiistodisce aspetto.mutaredicapacitlaavevachemarinodioProteo,47 cambiachelunaalladatonomeilancheeracaccia,delladeaDiana,48 faccia.proprialaseraogni (Porta).piaceriȥdeideaLubentina,oLubenzia,49 3.nota6,cfr.spalleraPer50 246 PORTA_testi.indd 246 16/03/11 11:43 p,aandpossnoSe calzolar,delopeediresonperO somar,tanccometirosainandN 119 arilarghcontlGhhoo sgorattonaportamechel51PegasEl colzon,islissenzaciel,interra,In 122 bon,dequestancaghhaelE cavallieralciappimingascoldaChel quarter.indantodischichequijCome 125 parerdelvegniSe Cassan,adamagarabarchett,inandDe lontan,pusseeancadininguardaO 128 manonalsubetGhhoo 52Trittonde,Amadriadde,DriadDe forcon,aiadreepara,laacord,aiAdree 131 spontoncojfinghhooE lanzanastraalasu53CastorePolluz 54gambarana.casalainnanzcasciA 134 Se non posso andare a piedi, o per ragioni di piedi o di calzolaio, n andare in tiro a quattro come tanti somari, | ho l, con le ali spiegate, Pegaso che mi porta svolazzando in terra, in cielo, senza sdrucire i calzoni, | ha anche questo di buono, che non scalda mica le chiappe al cavaliere come quelli che i tedeschi hanno in dotazione. | Se decido di andare in barcone magari, per dire, a Cassano o, dioneguardi, anche pi lontano | ho subito l una mano [un manipolo] di Driadi, di Amadriadi, di Tritoni attenti alle corde, al timone, attenti ai forconi | e ho perfino, con gli spuntoni, Polluce e Castore sulla strada alzaia a spingere avanti la casa gambarana [trainata da ronzini]. | Muse.delleeApollodialatocavalloMitico51 acquatiche.divinitTritoni,boscherecce;divinitAmadriadi,eDriadi52 rappresentanoSinaviganti.deեprotettriciDeitPolluce:eCastore53 (Porta).cavalloȥagiovanettiduedifigurain dei traino il per impiegati ronzini ichiamare di scherzoso Modo 54 fluviali.barconi 247 PORTA_testi.indd 247 16/03/11 11:43 umanagiustizialaSe 55loss,suinsocchcertonparissmeLa 56Minossghhoo,EachghhootardoprestO 137 coss.tusslorgiustenChe sartinn,iperdonzellett,iperGhhoo ballarinn,icantarinn,ituccPer 140 madaminneScuffier leepensalache57VoluppiaDeaLa pajeedelebanchdigitirajA 143 peeduusujpostajaE recammatuttsoffarondefiorSu damm.dibaullaleventeralpariIn 146 struzziammnoperInfin, fassdiunpervunanominannA struzziass),elclassegacossalՏno(Che 149 ingenoeuggiass,apreghiEl cooelsbassaschenna,labendobbiA nominaroo.adesschelultemaPer 152 Se la giustizia umana mi sembrasse, un certo non so che, stentata, o presto o tardi ho Eaco, ho Minosse | che aggiustano loro ogni cosa. Ho per le donzelle, per le sartine, per tutte le canterine, le ballerine, | crestaie e madamine [modiste] la dea Voluppia che ci pensa lei a tirarle gi dai loro panconi e dai pagliericci | e a sistemarle sui due piedi su fior di sof tutti a ricami alla pari del ventre e del baule delle grandi dame. | Infine, per non struggermi a nominarne uno per uno dei fasci interi [una grande quantit] (che non cosa classica struggersi), | la prego di inginocchiarsi, di piegare bene in due la schiena, di abbassare la testa per lultima che adesso nominer. | stentata.quindiallossoӥ,magraӥpervalelosssuIn55 esercitare dicapacitloro allagrazieeletti,furono MinosseeEaco56 dellAverno.giudicigiustizia,la amori.facilideievoluttdelladeaVolippia,57 248 PORTA_testi.indd 248 16/03/11 11:43 soo,chequellperQuesta, sazerdott,diprotetrizzgranlaLՏ cercott,dicavalieri,didamm,Di 155 divott,dicomich,Di sonador,di58normal,maesterDi professor,dilettor,discolar,Di 158 servitor,diserv,Di postion,diricch,diregg,impiegaaDi castron,dimusegh,diciarlatan,Di 161 eccezionsenzalՏE lamisonamamma,lamorosa,La bonaebellarazzaquellatuttaDe 164 EliconainvivChe 59battista,intuttnommcertighhancheE mitologista,dasaravCome 167 elenista;Classicista, brigadastatuttamantencheleeLՏ fadapapadepiattondefuriaA 170 Questa, per quel che ne so, la gran protettrice dei sacerdoti, delle dame, dei cavalieri, dei frati questuanti, | dei comici, dei devoti, dei maestri normali, dei suonatori, degli scolari, dei lettori, dei professori, | delle serve, dei servitori, degli impiegati regi, dei ricchi, dei postiglioni, dei ciarlatani, dei musici, dei castroni [cantori evirati] | ed , senza eccezione la morosa, la mamma, lamicona, di tutta quella razza bella e buona | che vive sullElicona e che ha certi nomi tutti in battista, come sarebbe a dire mitologista, | classicista, ellenista; lei che mantiene tutta questa brigata a furia di piattoni di pappa fatta | ,normali scuole nelle allora insegnavano normali maestri I58 grado.primodiscuolecontemporaneealleequivalenti raffinati.indumentiperusatafinemoltolinoditela,Battista59 249 PORTA_testi.indd 249 16/03/11 11:43 passada;robbadeE nettaeslargaespiannachequellaleeLՏ poettasoeuaiParnassdelstradaLa 173 spallettainportajeE scior,comeglorialadetempiAl lor;tratantfreghenseghhinquandDove 176 damor,deastaInfin ,MurciaDealalՏlՏ,chidighPer ossia60 poltronaria.lademetressgranLa 179 UsciuriamvardaChel renunzideconvegnpmeSe cercaandpercomodtanteA 182 gratt?derognaSta pell,larisciaghoccorrseluvardaChel stradell,ipervialonbejiLass 185 porscell,oncomSud bottegaarivaasontquandsicurvessPer frega?mecheasenonnanchtrovaghDe 188 bega,stavujnon,N, forsanchsarontstagh:vujesontClassegh almanch.classeghcojononmacojon,On 191 di roba passata; lei quella che spiana e slarga e pulisce la strada del Parnaso ai suoi poeti | e li porta a spalle al tempio della gloria come signori dove, quando ci sono, si strusciano tanto fra loro; | infine questa dea dellamore, per dire chi , la Dea Murcia, ossia la gran matresse della poltroneria [dellozio]. | Guardi ora vossignoria se mi pu convenire di rinunciare a tante comodit per andare a cercare | questa rogna da grattare? guardi lei se necessario rischiare la pelle, lasciare i bei vialoni per le stradelle | sudare come un porcello, per essere sicuro quando sono arrivato a bottega, di non trovarci neanche un asino che mi struscia? | No no, non voglio questa briga, classico sono e voglio restarci; sar forse anche un coglione, ma un coglione classico almeno. suoiipoltronirendevaepoltroneriadelladealaeraMurciaDeaLa60 (Porta).AventinosullեtempiounalzatoavevanoleromaniIdevoti. 250 PORTA_testi.indd 250 16/03/11 11:43 45 Il poemetto, che mette in burla lingordigia del clero, datato con buona approssimazione ai mesi di luglio e agosto del 1816, grazie ad alcuni cenni nelle lettere allamico Tommaso Grossi e al cugino Baldassarre Maderni. Apparve a stampa nelledizione Cherubini. CONDUTTFRAADEVIACCEL Sestinn 1andemmAmbroeussantdedeffsulIn viaviaetrottava,eltrottava,Chel medemm,postalsaldotrovavaseEl sacrestia,labottonpartdeLassand passaastestaaoccorscossՏdirooGhe desfrataa.fraa2ConduttfraanosterAl 6 Am--Sulfare[almodo]diSant Sestine-CONDOTTOFRATEDIVIAGGIOIL brogio andemm che trottava, trottava e via via si ritrovava saldo al medesimo posto, lasciando da parte un momento la sacrestia, le dir cosa occorso [successo] lestate scorsa al nostro frate Condotto, frate sfratato. | ,AmbrogioadnemusSant di corruzione SantAmbroeusandemm 1 il con anche motiva si ma Ortolani, degli Borgo nellantico chiesetta tempo notte fuggire per santo, il quale il secondo popolare racconto lin-ritrov,sivescovo,acclamavalochemilanesepopolazionedalla esclampunto,quelae,cittdellaportealleancoramattina,domani .Andemm!ǥrassegnato: sicuiacondottoӥilquantoindispregiativo nomignoloCondutt2 allaallusioneconcesso,delscaricodicondutturalariferimentofa protagonista.delallingordigiaesporcizia 251 PORTA_testi.indd 251 16/03/11 11:43 m,demejsanlorcomeConduttFraa dinar...delgolasciagranquellaPer chquestaOhminga?...cognossenElCome?... singolar!proppireussissmeLa mpossibelbion,biodeCorpo n?cognossennolchesolllorsienChe maa,denagottinsclՏcomeben,Oh lideja,mdarooghenparollpocchIn straainlincontraransortperseE someja,gheseldpoesavaranMe cosstuttsorasortstaderarcapponCh cognoss!posselldefadigalaVar carcammonmagrozzer,onlՏConduttFraa campanin,onparchellonghlonghpretDon dadammpomondondianzenonCont collarin,elmiaonlinsbaggiagheChel ininz,besinfi,palpercoj3Lendenon, 4sbrinz.deformajelcomeboeuccavoltelE scarpignaaeruffdezijduuaSott scoldalecc,deboeuccduusbarluscaGhe 12 18 24 Frate Condotto, come loro sanno meglio di me, per quella grande ingordigia del denaro... Come?... Non lo conoscono mica?... Oh questa mi riesce proprio singolare! Corpo di dio bacco, possibile ora che siano loro soli che non lo conoscono? | Oh bene, se cos niente di male, in poche parole ne dar io lidea, e se per sorte lincontreranno per strada mi sapranno poi dire se gli somiglia, ch un capo [tipo] raro di questa sorta vale sopra ogni cosa la fatica di poterlo conoscere! | Frate Condotto un magrone, un carcame dun prete lungo lungo che pare un campanile, con un diavolo dun pomo dAdamo che gli spinge in fuori un miglio il collarino, lendinone [pidocchioso], con le palpebre rigonfie, peste, e il volto bucherellato come un formaggio Sbrinz. | Sotto a due ciglia lerce e arruffate sbirciano due occhi da scaldaletto, quipidocchio,diuovale,lendiniӥ,lendendiaccrescitivoLendenon3 151).v.54,(cfr.sporchicapelliicon,pidocchiosoӥperstar buchi.grossiapastalaconsvizzeroformaggioTipico4 252 PORTA_testi.indd 252 16/03/11 11:43 carimaa,stupendiduusott,poeE orecc,aifinabocchinonsott,anmA molettadelseggellalaquellsuinE basletta.lasutabacchgigottaChe pagniancaghhaelbellezzicresseghA 5lummallafinascarpdajcomenzandChe descompagn,neghersesocinqudeHin fumm,martora,bordocch,pures,Tan, listin,strataj,tassij,aIntersiaa 7Maggiolin.del6sciffononnchePussee visthanmSicchSist...fraalՏquestn!Ah cognoss?delavevenchemsooSel Sist,fraaproppilu,lՏSissignori 8goss,diBorghdelBernarddondeFradell ConduttfraadenommeldanghequantinChe tutt.boccacheporcononlՏperchLՏ balla,elcanta,elsoldonperdeffattLu tomma,lafaelterra,inroeudalafaelLu 30 36 42 e pi sotto due stupendi calamai [occhiaie rigonfie e scure] e, pi sotto, una boccuccia fino alle orecchie, e su quella il secchiello dellarrotino [naso] che goccia tabacco sulla bazza. | Ad accrescergli le bellezze ha anche la veste che, cominciando dalle scarpe fino al cappello, di cinque o sei neri scompagnati, tan, pulce, scarafaggio, martora, fumo, intarsiati a tasselli, frastagli, listelle, pi di un comodino del Maggiolini. | Ah, ah! questo frate Sisto... Cos ora hanno visto [capito] che ne sapevo io che lavevano da conoscerlo? Sissignori lui, proprio frate Sisto, fratello di don Bernardo del Borgo dei gozzi, che gli danno il nome di frate Condotto perch un porcone che abbocca a tutto. | Lui infatti per un soldo canta, balla, fa la ruota con le mani in terra, fa la capriola lume.unricordachepuntetreaCappello5 chiffon.dafrancesismoSciffon6 celebre cos divenuto intarsiatori di famiglia una di Capostipite 7 mo-bel un maggiolino dice si antonomasia, per oggi, ancora che, intarsiato. bile si-MaggiMariaCarloingossmaOrtolani,degliBorgoancheDetto8 contadino.dispregiativononimo 253 PORTA_testi.indd 253 16/03/11 11:43 spallaincottalaconmagaravaelLu Romma,afinavicciuradonaDedree offizziiesequi,imessa,lacontrattaelLu pendizzi.depollasterieoeuviCome 48 davanzfinadaccordsemmcheAdess 9maneggia),chelquellper(salvporchalQuant innanztirielistoriadefilelCiappi carreggia.dedesperdemsenzadrizzDrizz diseva...ghecomesciori,meeiSicch, seva.doveinpensachebell...bellAdess... 54 golasciagranquellaperSist,fraaDonca, sassina,leelerodleelchedinarDel mojascialadeindbellontrovaasՏEl mattina,donaincuualtuttimpegntriiCon 10ParadisalciccolattconMessa 12Bovis;atorciaBorgh,incandiracon11Corp 60 e va magari con la cotta in spalla dietro a una vettura fino a Roma, lui contratta la messa, le esequie, i suffragi, come le uova e i pollastri per le affittanze. | Adesso che siamo daccordo perfino troppo quanto al porco (salvo per quel che maneggia), prendo il filo della storia e tiro avanti dritto dritto senza perdere la carreggiata. Sicch, miei signori, come vi dicevo... adesso... un momento... che penso dove ero [rimasto]. | Dunque, frate Sisto, per quella grande ingordigia del denaro che lo rode e lo rovina, sՏ trovato un bel giorno impantanato con tre impegni ravvicinati in una mattina, messa con cioccolato al Paradiso, corpo [funerale] con candela in Borgo, torcia a Bovisio; | religione.allariferimentoilQui9 Porta di Corso nellattuale Paradiso, del Maria Santa di Chiesa 10 Vigentina. so-digradidifferentiidentificavanotempoaltorciaӥeCandelaӥ11 funebre.cerimoniadellalennit chilome-quindicicirca distantepaesottouneraallepoca,Bovisio,12 Milano.datri 254 PORTA_testi.indd 254 16/03/11 11:43 ldeechdetendpersiccomeE 13ball,fdeterramingaghevaNo reuss,possevaghesepaN cavall,acavasseladeressoltLha spicchelfaalhalavarizia,scioppaE, boricch.ontoedeBorghinlevacheDeggi 66 lasnin,prontaanoll,selfaacorp,elFornii onorazion,bettegaelsegna,seEl sesin,sulinpostadesoltagheelPoe tallon,icontfiancaddvalla!Icc cuu,desaltquatterOnimpennada, duu.tuttviaescorensg,dlegnad,D 72 mattinaladeppocchoonoraLeva cristall,oncomebellelustercielelE 14remondina,sana,onariaTirava spall,sujlendeniballfavagheChe stradainsporgcherammisbroccandbruccelE rosada.de15toderistrollavagheEl 78 e siccome per tendere [badare] di qua e di l non aveva tempo da perdersi in chiacchiere, n a piedi poteva riuscire [a recarsi nei luoghi deputati], ha risolto di cavarsela a cavallo e, crepi lavarizia, ha fatto lo sfoggio, gi che era in Borgo, di prendere un buricco [asino]. | Finito il funerale, fatto il nolo, approntato lasino, si segna, borbotta unorazione, poi salta di colpo sul didietro, Arr, va l!, due colpi ai fianchi con i talloni, unimpennata, quattro salti di culo, due legnate, due scoregge, e via tutti e due. | Era unora [le sette], o poco pi, della mattina e il cielo lustro e bello come un cristallo, tirava unaria sana, pulita, che gli faceva ballare le lendini sulle spalle, e il ciuco, sbroccando [mangiando] i rami che sporgono per la strada gli spruzzava i pidocchi di rugiada. | balestradellaallusorisalentediredimodoNovessegterradefball13 cuidaproiettili,iimpastareperprimamateriadilassenzalamentareper chiacchiere.inperdersidatempoavernondisignificatoilderivato ripulire.cio,remondda,Remondina14 pidoc-percheoltregergale,voceTeodoro,ossiaTdaroda,Toder15 3).v.55,(cfr.coglioniӥperanchechi, 255 PORTA_testi.indd 255 16/03/11 11:43 broccainbroccadepiccitteParascioeur besbillifaghadenanzsgoravenGhe boccadetantoavertcontSistfraaE vesibilli,ingustelperLandava particolarfavoriRuminand somar.aleluacompartgheelcielChel paradis,ongodendestes,inInsc mia,settosesfaagiamLaveva Bovis,afinaforslandavainscE viavegnevaghenodessedallaSe paandfachebesogntajquijdeVun re.ifinatronodeldesmontE scavalc,dedonchgraziadeavuuLha compagn,selpiantaonaastraainligDe cercaanddescs,latraversDe campagnipermandegitrsquajOn casdelfoeuraoeuvselfdoveIn nas.elreffignaghpossen16sinodiChe busegatterdoninscrusciaacheIntrattant interess,soeuaiprovvedevaelSistFraa caratter,slindelebildequijaE 84 90 96 Cinciallegre e pettirossi, di ramo in ramo, gli volavano davanti a fargli bisbigli e frate Sisto con aperto tanto di bocca andava, per il gusto, in visibilio, ruminando [rimuginando] i favori particolari che il cielo compartiva a lui e al somaro. | Cos in estasi, godendo un paradiso, aveva gi fatto sei o sette miglia, e cos sarebbe andato forse fino a Bovisio, se a svegliarlo non gli fosse venuto uno di quei tali bisogni che fa andare a piedi e smontare dal trono perfino i re. | Ha avuto la grazia di scavalcare [smontare da cavallo], di legare in strada, a una pianta, il suo compagno, di attraversare la siepe, di andare a cercare un qualche tralcio gi di mano per la campagna dove fare il suo uovo fuori dal caso [senza rischio] che i sinodi potessero stropicciare il naso. | Intanto che accosciato in un bugigattolo [buca] frate Sisto provvedeva ai suoi interessi, e a quelli dellindelebile suo carattere, condotta la controllare per istituiti diocesani, Sinodi aiAllusione 16 clero.deldecorosa 256 PORTA_testi.indd 256 16/03/11 11:43 sbiessinedrizziningegnavaseelLasen s,pippalladeonerbaghevaSe lu.ancacaratterselSegond dedreecolrevoltesevoltesE l,echdecordaladelonghelPer indreetornaalՏSistfraachevoraA reussapuntaingiustavegnuuLՏ 17saresittdimagazzincolVoltaa 18missoltitt.dizittaaregialaVers ommtalquellmingalevacheSist,Fraa malament,prossemdelsospettDe CommversvoltaalassaadavellSavend permanent,staghdovesschelcreduuLha negher,nbianchncercsenzolterE, allegher!lvaelemontaleeldesliga,Le sitcerteperrepassandcheDom parevenghenoeparevengheChe polit,vaselpicchquajaciamavaEl respondeven,smorbicredendelquijE 102 108 114 lasino si ingegnava per dritto o per sbieco [in tutti i modi], se cera unerba, di papparsela, secondo il suo carattere anche lui. | E voltati e rivoltati col didietro, per il lungo della corda, di qui e di l, allora che frate Sisto tornato indietro [lasino] arrivato giusto giusto a trovarsi voltato col sedere verso la regia citt dei missoltini. | Frate Sisto, che non era mica quel tipo di uomo da sospettare malignamente del prossimo, sapendo daverlo lasciato voltato verso Como, ha creduto che dovesse starci permanentemente, e senzaltro cercare n bianco n nero [senza porsi nessuna domanda], lo slega, lo monta, e va via allegro! | Soltanto che ripassando da certi siti che gli parevano e non gli parevano [noti], chiedeva a qualche contadino se andava giusto, e quelli credendolo burlasse rispondevano, perifrasi ,saraceni fuochi dei magazzino ,Magazzindisaresitt 17 sedere.perscherzosa peritticaspecialitsale,sottoagoniglisonomissoltini,,Missoltitt18 famosa.Comocui 257 PORTA_testi.indd 257 16/03/11 11:43 smorbion,stiarespondsusaCome benon!vachelciapp)di(indrizzSemper 120 cojonfassaassuefaaSistFraa vecc,elfavaelelonghdetiravaEl va,techevaved,elfinalmentQuand tecc,ondopopoecampanin,onspontA des,ovottpoetrii,poeeduupoeE paes.ontuttinnanzpusseefregujonE 126 trotta,pesta,Daj,semm!ghemadessAlto, cavij,icavezzesdit,sujSpuves cotta,ladestend19fagottell,elDeslazza rescij,ispiegheghvesta,laScorliss via,allapareggiesfreghes,Nettes, sacrestia.incorrdecausaDom 132 straainvedelgic,primmairivainlՏGi cattafira,incarrettenavascCarr, fraa,onopretoncredleelscurOgne lira,quatterdetorciononbianchOgne bronzindeincusgen,debottaOgni 20mattutin.deterzelpertoeleEl 138 come susa rispondere a questi burloni: Sempre dritto (nelle chiappe) che va benone!. | Frate Sisto assuefatto a farsi coglionare [prendere in giro], tirava dritto e faceva il vecchio [il saggio, che la sa lunga], quando finalmente vede, vai e vai, spuntare un campanile, poi dopo un tetto, e poi due e poi tre, poi otto o dieci, e un poco pi avanti tutto un paese. | Alto, adesso, ora ci siamo! Di, pesta, trotta, sputati sulle dita, riacconciati i capelli, slaccia il fagottello, distendi la cotta, scrolla la veste, spianale le grinze, pulisciti, fregati, rassettati, soltanto questione di correre in sagrestia. | Gi arrivato alle prime case, gi vede in strada carri, bigonce e carretti a non finire, ogni [cosa] scura la crede un prete o un frate, ogni bianca un torcione [grossa candela] da quattro libbre, ogni botta di incudine, di mortaio, la prende per il terzo di mattutino [scampanare per la messa]. | damessadirpernecessarioiltieneSistofratedovefagottoPiccolo19 viandante.prete messa.laannunciavacheScampanio20 258 PORTA_testi.indd 258 16/03/11 11:43 lostaria,adesmontaelFinalment amis...doninincontraseelcort,invaEl Zaccaria!doncarmelOhSist!...donOh Bovis?...!dealloffizzichluAnca respond...elZaccariaOffizzi?...Bovis?... segond.eprimmcojonlrestenE borlandaladeciarasecheIntant camarer,coeugh,stallee,foeuraCompar locanda,dellaboricch,delpatronEl cangeler.elsecrista,elcurat,El peedifinasgaroncavaelSistFraa indree!cuucolterraingiponfetaE pessega...tira,corrii!Prestasee!Acqua, tutt;perdegentХlmettillch,Mettill spantega,seelbottdoninLequinozzi Condutt,fraadespallairidBorghelTutt monellgattonsgambettachelintrattantE cappell.delecottaladeservseEl pee;intornaelvoeultalapocchaSistFraa Ortolan,diBorghalmancatroeuvaseEl danee,ecottacappell,torcia,Senza Milan,pereBovisperBolgiraa 144 150 156 Finalmente smonta allosteria, va in cortile, e sincontra con un amico... Oh don Sisto!... Oh il mio caro don Zaccaria! Anche lei qui allufficio di Bovisio?...! Bovisio?... Ufficio?... risponde Zaccaria... e restano l rincoglioniti primo e secondo. | Intanto che si chiarisce il pasticcio compaiono stallieri, cuochi, camerieri, il padrone del buricco [asino], della locanda, il curato, il sacrestano, il cancelliere. Frate Sisto cava un grido fin dai piedi e, ponfete!, gi in terra col culo indietro! | Acqua, aceto!, presto, correte! tira, fa in fretta... Mettilo qui, mettilo l, gente dappertutto; lequinozio [equivoco] in un attimo si spande, tutto il borgo ride alle spalle di frate Condotto e, intanto che lui sgambetta, un gatto monello si serve della cotta e del cappello. | Frate Sisto poco per volta torna in piedi; e si trova ancora al Borgo degli Ortolani, senza torcia, cappello, cotta e denari, buggerato per Bovisio e per Milano, 259 PORTA_testi.indd 259 16/03/11 11:43 pressainpusseemaaelpassfaghperGiacch messa.dplndeggiunelancarottGhhan 162 ConduttfraanosterelmanerastaIn morallasovaspesaaimparaaLha tutt,atendpodimpossibellՏChe mortal,saltcojcolldellossrompseCh troppcaregvorelcontcheE sciopp.elcreppaseepolverlaperdSe 168 giacch per fargli passare il malore pi in fretta gli hanno spezzato il digiuno e non pu pi dire messa. | In questa maniera il nostro frate Condotto ha imparato a spese sue la morale che impossibile attendere a tutto, ch ci si rompe losso del collo con i salti mortali, e che con il voler caricare troppo si perde la polvere [da sparo] e si crepa lo schioppo. 260 PORTA_testi.indd 260 16/03/11 11:43 46 Questi versi, che satireggiano la chiusura politica e la grettezza di due preti che celebrano con indifferenza un rito funebre, sono tra i pi famosi della produzione portiana. Sono contemporanei alla stesura del Marchionn, ma privilegiano lindignatio etica e la sperimentazione verbale con gli efficaci intarsi fra latino e volgare. Sono datati agli ultimi mesi del 1816. Apparvero per la prima volta nelledizione Cherubini. FUNERALON (El Miserere) indreetornandmattinnstideVuna 1VerzeedellenguadescoeuralaDe scorbettamialasottCon erudizionituccdeCaregada recattonieserviChe 5 poetta,aigratisasoletdeDan accortvessemasquassenzatroeuviMe dentefoeuracheFedelSanaDenanz mort.deparaamaiequanttuttLeva gadan,oncomepeeduusujfermiMe 10 cartellongranelLeggi Una di queste mattine tornando indietro -Miserere) (Il -FUNERALE UN dalla scuola di lingua del Verziere con sottobraccio la mia sportina carica di tutte le erudizioni che le serve e [che] i rivenditori del mercato danno di solito gratis ai poeti, mi trovo senza quasi essermi accorto dinanzi a San Fedele, che fuori e dentro era tutto quanto mai parato a morto. | Mi fermo sui due piedi come un gadano [allocco], leggo il gran cartellone 4.nota26,cfr.VerzeedelmercatoilPer1 261 PORTA_testi.indd 261 16/03/11 11:43 sorascrittonaqualetallevaChe cappellitt,escuffidecassaDona pian,posadelP.P.ifinafondinsCon paradastatuttachemaccorgiE fiorammerebeschA pientadalevaper)invidia(Senza quondamm.aipassaapersonagggranonPer chfincoeur,delindighilu,perEsuss 2m.cheluvoeultdMej tosonsontmspessdesiccomeMa curios,fregujOn petittelsoltaamՏchesissignorM vedagesainDand ghՏdefferenzaChe poveritt.diquellescioridibenelTra baraccaonagesalaamezzinGheva com,voltapian,triiagugliaaFada sperssettaaCon bojaccadeerividestatovbejDi virtdimottalaRappresentant av.dovevagheelogheva,elmortChel cantondiIntrattant relevsujinsciragiSbrodolaven 15 20 25 30 che era tale e quale una soprascritta duna cassa di cuffie e cappellini, con su, in fondo, perfino le P. P. del posa piano, e mi accorgo che tutta questa parata di arabeschi e fiorame (senza invidia per) era messa in piedi per un gran personaggio passato ai quondam [allaldil]. Amen per lui, dico nel cuore, fin qui meglio due volte lui che me. Ma siccome spesso io sono un ragazzo un pochino curioso, ora sissignori, mi saltato in testa dandare in chiesa a vedere che differenza cՏ tra il bene [le esequie] dei ricchi e quelle dei poveretti. | Cera in mezzo alla chiesa una baracca fatta a guglia, a tre piani, alta cos, con sedute qua e l delle belle statue di stoppa e di gesso, rappresentanti la montagna di virt che il morto aveva o doveva avere. | Intanto dagli angoli sbrodolavano gi cera sui rilievi scongiuro.diidiomaticaFrase2 262 PORTA_testi.indd 262 16/03/11 11:43 candireronQuatter 35 sev.lusoaVeneziadetorcdePien cattafalchdelpdelviaIntorna sazerdottimerlicomeCantaven candirottbellsCol man,inliberselE 40 3Alban,labaacomandavagheSegond usell,oncomesveltChe, spacciadament,tuttpertendevaEl dentperdentermancnanchlassandNo copponbravisoeuI 45 lastrazion.patissenchecereghAi adreelevenintravichequellainGiust Misereree;elcantadaghelaPer m,ancasoochelmE genuggioninpretdidedreePondem 50 daajutallPer loccasiondeintrattantprofittE inmettdebendepooquajonfDe comod.decuntelsarghequandPer paribellavuuhoochefioeuj,credarissev,elM 55 m,atenddecercaesegnammA reuss!proppipossuughhoonoChe quattro candelabri pieni di torce di Venezia uso sego. Intorno ai piedi del catafalco cantavano come merli i sacerdoti, col loro bel candelotto e il loro libro in mano secondo come gli comandava labate Albani che, svelto come un uccello, attendeva a tutto disinvoltamente, non lasciando neanche mancare, di quando in quando, i suoi bravi scoppoloni ai chierici che patiscono di astrazione [si distraggono]. | Proprio nel momento che entravo, erano l per cominciare a cantare il Miserere;e io, che lo so anchio, appoggiami dietro ai preti in ginocchioni per aiutarli a dire e approfittare intanto delloccasione per fare un po di bene da mettere avanti quando ci sar il conto da accomodare. | Ora, lo credereste figlioli, che ho avuto un bel daffare a segnarmi e a concentrarmi, che non ci sono potuto proprio riuscire! FedeleSandiCollegiatadellacerimoniereAlbani,VincenzoAbate3 epistolare.contattoineraPortacuicon 263 PORTA_testi.indd 263 16/03/11 11:43 strafusariduudenanzdeGhaveva tocchellognichavicciurinattpretDe versettdeesalmoDe tassellondenterincastravengheTe polpett,epolitegadedescorsDe bendelfdeintenzionmeeichemoeudDe squart,fassaandaaHin condemenpossuuhooN tr.adaghperoreccdetantguzzDe faven;comechEcco cantaven,pretichedittvhoosiccomeMa rincress,venosedonca,Besogna listess.cantanmlassevmeChe disn?aEХMiserere mei Deus ХtrocossettdХSecundum magnam 60 65 70 Misericordiam tuam et secundum quist.deХMultitudinem lՏ?comescabbielE 75 Et multum lava me ХAb injustitia mea, et a delicto Хmunda mesubeteХPuttasca!Хcar?Eel ХTibi soli peccaviХvin!elpoemOh cavi,lamepocch,varSel 80 Et malum coram te feci... in sermonibus Tuis, et vincas cum judicaris. Avevo davanti due confusionari di preti scagnozzi che a ogni pezzetto di salmo e di versetto ti ci incastravano dentro un tassello di discorso di politica e di polpette, di modo che le mie intenzioni di fare del bene sono andate a farsi squartare, n ho potuto fare a meno di aguzzare tanto di orecchi per ascoltare. | Ecco qui come facevano; ma siccome vho detto che i preti cantavano, bisogna dunque, se non vi rincresce, che mi lasciate an- Deus mei Misererechemecantarelostesso: E a desinare? secun secundum et tuam misericordiam due cosette o tre magnam dum multitudinem in-ab me lava multum Et di questi.E il vino comՏ? me munda Ed caro? Puttasca! e subito delicto aet mea, justitia ma-et se vale poco, me la cavo, peccavi soli Tibi oh, io poi, il vino! . | judicaris cum vincas et tuis, sermonibus feci...in te coram lum 264 PORTA_testi.indd 264 16/03/11 11:43 gottaonascoraintermezzperinscCh gestatorialadecoldasciraDe scottaesbrodolalaChe gloria.inlevachesazerdottduudiVun did,ipressainscrollaelreverenzaSoa cisti!scira,donaporcaCheSclamand: rid,delppodendcanten,olteriE Ecce enim veritatem dilexisti. nommelfanseguetIn ostarijpariccA galantomm,ostbon,vinghՏdoveIn compagnij.mejorE Nos,ladelostarialodaVun 4Monte-Tabor,elLolter vosdatracchpoeE 85 90 95 Domine... asperges me... Hyssopo,... et super nivem dealbabor. 100 militar ondent deven Finalment5paracar,onparevaellabetaChe mus?quellVedelcapp:detornenlE Qui, per intermezzo, cola una goccia di cera calda dalla gestatoria [candela da tenere in mano] che sbrodola e scotta uno dei due sacerdoti che era in gloria. Sua riverenza scrolla in fretta le dita esclamando: Che porca duna cera, cisti! [Cri veritatemenimEccesto!].Eglialtricantano,nonpotendonepidalridere: dilexisti. | In seguito fanno il nome di parecchie osterie dove cՏ vino buono, oste galantuomo e le migliori compagnie. Uno loda losteria della Noce, laltro il hyssopo...me...aspergesDomine...MonteTabor,epoi,tracch!,aduevoci: .|Finalmentevienedentrounmilitarecheallabito dealbabornivemsuperet pareva un paracarro [un francese], e l torniamo da capo: Lo vede quel cretino? realmen-sonoTabor,MonteeNocedellacitate,osterieleEntrambe4 ri-anche fu Ticinese, Porta di fuori appena sita prima, la esistite; te ba-sulerasecondalamilanese,scapigliaturadellatradizionaletrovo Romana.Portadidestradistione 4.nota29,cfr.paracarPer5 265 PORTA_testi.indd 265 16/03/11 11:43 Libera me de sanguinibus Deus, ХDeus salutis meae, diarrea,lavegnpossateChe et exultabit lingua mea...Х6fo!ofePorch 105 Domine labia aperies, et os meum Хlaudem tuam.Хbirboni!ХAnnuntiabit Quoniamsti...sbattaparihanadessperOh Si voluisses sagrificium utique 110 vora,levaХDedissem holocaustis ХgorainrescalabenGhhan et humiliatumХservnoХCor contritum passarghelaХDeus non spernit Benigne facХspualaconInsemma 115 ХDomine in bona voluntate tua Ut aedificentur muriХd?mVoeurel Vedaremm...giuri...GhelJerusalem scilosterstogiontiGhe liberammen!ariviSe 120 Et clamor nosterХm...ancaolterOn Ad te perveniat nunc et semper, amen. peeinalloravolziMe postciappiescenna,stadesaggeStuff ,che ti possa ve-meae salutis Deus Deus, sanguinibus de me Libera labia Domine mea... lingua exultabit et nire la diarrea, porco fe o fo! . Oh per tuam laudem birboni! annuntiabit meum os et aperies, sa-voluisses si [coglioni] Quoniam adesso hanno un bel daffare questi... holocaustis dedissem utique grificium era ora, han ben la lisca in gola spernit non Deus humiliatum contritum non serve et Cor vo-bona in Domine fac Benigne glipasserinsiemeconlasaliva tua luntate dice per davvero? Jerusalem muri aedificentur Ut Glielo giuro... Vedremo... Ci rimetto questo cero, se arrivo a liberarmene! semper, et nunc perveniat te ad noster clamor Et Un altro anchio... amen. | Mi alzo allora in piedi stufo e sazio di questa scena, e prendo posto di Porta, da registrato preti, dei accorto modo il sillabazione La 6 fottuto.valequiparolacce,ledire 266 PORTA_testi.indd 266 16/03/11 11:43 125 maggior,laltarDenanz SignornostpreghiE bulardeedeltremenddmdelinChe puttosttradagaEl esequidispesipagachidedolorAl requi.desortstadecantachequijaChe 130 davanti allaltare maggiore, e prego nostro Signore che, nel mio giorno tremendo della fine, dia piuttosto retta ai dolori di chi paga le spese delle esequie che a chi canta questa sorta di preghiere. 267 PORTA_testi.indd 267 16/03/11 11:43 47 Cec-diLamento Ilcomponimentoeiltitolodelpoemettosirifannoal delsecentistaFrancescoBaldovini,chePortacitaa Varlungo di co proposito della Ninetta. Con questa confessione (come viene definita in alcune lettere) Porta completa il ciclo delle figure popolari, con il Bongee e la Ninetta, ingenue e sfortunate ma cariche di unumanit mai rappresentata prima con tanta forza e verosimiglianza. Nel terzetto, il povero sciancato sedotto e abbandonato con una creatura non sua rappresenta il vertice patetico sotto la parvenza comica. Il testo fu composto nel 1816 e molti indizi lasciano credere che limpresa (mille versi esatti) occup Porta per tutto lanno, forse pi, anche per questioni legate alla censura. Apparve per la prima volta nelledizione Cherubini. AVERTGAMBDIMARCHIONNDELLAMENT morosa,ladetradiidannaa,Moros corna,depienefastidideloeuj,dePien dintorna,tuccchSercemm dolorosalistoriasentachStee 1Marchionn,poverDel 4 Amanti dannati, traditi dal-SCIANCATO MELCHIORRE DEL LAMENTO la morosa, pieni di tedio, di fastidi e pieni di corna, mettetevi a cerchio, qui, tuttintorno, state qui a sentire la storia dolorosa, del povero Melchiorre, per,MilanoMelchiorre.didialettaledeformazionelaMarchionn1 par-daconquistaallafinoinfattiMagi;Reaidevotatradizione,lunga con-erano Milano aEustorgio S. di Basilica nella Barbarossa, del te Il(Bezzola).tuttora)ȥsussistesarcofago(ilMagiRedeiossaleservate andrnoneRetredeinomideidiffusionevastaunamotivatohaculto Bal-nome avevano poeta del fratelli iPorta casa in che dimenticato secondocomeassegnato,statoeraCarloamentreGaspareedassarre inte-vacheidiomaticomodoDigambavertMelchiorre.proprionome, 652).v.(cfr.arcoӥadgambedalle,sciancatoӥ,storteӥgambedalleso 268 PORTA_testi.indd 268 16/03/11 11:43 quell,msontcheMarchionnpoverDel bordellatiraaeStriaa bolgironn!ituccdecappalaDa indreemesivitamialaGodeva libertaa;inepasin2campagna,Proppi faa,evaivaroeulI mestee,alquantbuschdifoeuraSeva desgrazzidigraziainE garettirevoltaamhanbagajdeChe nettpassaaanchAveva dazzi.ituccdemalarbettonpEl Milan,deincialainsommaSeva legrij,dipaderellogg,dicappEl cottarijituccinE Nan.delchedolterparlavaseNo sonavaancagiontaDe sullarmandorin,insonaddeFior festinonaandavaseE portava.sechegentlasubetGheva BattistadelsaralasuinappontE carnevaastoprimmelfavadoveIn 8 12 16 20 24 del povero Melchiorre che sono io, stregato e tirato a bordello [in malora] dalla capa di tutte le imbroglione! | Godevo la mia vita, i mesi passati, proprio da signore, in pace e in libert; il vaiolo lavevo fatto, ero fuori dai fastidi quanto al mestiere, e in grazia delle disgrazie che da bambino mhanno rivoltato i garretti [mi hanno stortato le gambe], avevo passato netto [liscio] il pi maledetto dei dazi. | Ero insomma linvidia di Milano, il capo delle burle, il padre delle allegrie [bisbocce], e in tutte le compagnie non si parlava daltro che del Nan. Per giunta suonavo anche fior di suonate con il mandolino, e se andavo a un festino subito cera la gente che ci veniva. | E appunto nella sala del Battista, dove facevo il primo [il primo musicista] il carnevale scorso coi di sinonimo come campagna! lespressione registra Cherubini 2 804).v.qui(cfr.fiocchi 269 PORTA_testi.indd 269 16/03/11 11:43 28 imbrojaatrovaasontMe limprovvista.alazzdiinmerlaonCome fasecomeinscM Tetton,laconspassperGiubianava oggionquijconleeE giubian.aansamejdavameLa leevardavalaMfoi!chefitt,Che m,vardavalascroccadeleeE levenoeuccnostI indree,innanzloltradevunadossSaldo redajedajinfinMa foeugh,deoggionduuquijsbarloeuggiaDoeuggia, gioeughdelcooinrivaaSont parpaj.oncomearibrusattammA cottperoncomeltraamhachecolpelMa baltroccastasiraonaquandstaaLՏ boccadestrappaamhaLa gottsullulteminllcaraffaLa mezzinpostandelaE bornis,dechevenlaverduuquijDe dis,laMarchionn,Sur bellezz!soeuirespettpocchconBevi calordevampaonapontquellIn coll;elcoeur,elfaccia,laquattaamhaLa 32 36 40 44 48 mi sono trovato imbrogliato come un merlo nei lacci, allimprovviso. Io, cos come si fa, civettavo per gioco con la Tettona, e lei, con quegli occhioni, mi dava fiato [mi invogliava] a civettare. | Che fai, che faccio! Io la guardavo, lei da furba guardava me, i nostri occhi erano l addosso uno allaltra, avanti e indietro, ma alla fine, di e ridi, adocchia, sbircia quei due occhioni di fuoco, sono arrivato alla fine del gioco a bruciacchiarmi le ali come una farfalla. | Ma il colpo che mi ha steso come una pera cotta stato quando una sera, questa baldracca, mi ha strappato di bocca la caraffa, l l sullultimo goccio e appoggiandola in mezzo a quelle due labbra che erano di brace, Signor Melchiorre, dice bevo con poco rispetto alle sue bellezze!. | In quel momento una vampa di calore mi ha coperto la faccia, il cuore, il collo; 270 PORTA_testi.indd 270 16/03/11 11:43 52 parolliSoltaven lor,anchfoeurasoltvorevenoeucciE larmandorin,finE fradell,oncomecardelevagheChe quellancaborlaamՏEl lorchestin.depeedipdelDebass premuracheconinscchvedellaA s,toeummelpergisbassadasՏLa p,possuunhooCristo! inquartadura!chegambott,chebomb,Che marossdedaamhaLa strengiudinaonabiroeuiemaneghelTra moresinatantmanDe oss.dimezzinfinasgrisorisentuuChhoo siraquellatuttaperprimm:surSciavo vegn,chelvacampannagitiraaHoo segnonacocchelghevaE lira.desciopponinsc,faancafava,Che infinballelForniss mee,fattiaitenddeinscambim,E leecercallaaSgori straforzin.melmperdestorgemaE bordalladelinfinezzmilliafooGhe tr,bellprimmalloffi,elmollighepoeE c;acompagnallaDe 56 60 64 68 72 saltavano le parole, e gli occhi volevano saltar fuori anche loro, e perfino il mandolino, che lo tenevo caro come un fratello, mi caduto gi, da basso, ai piedi dellorchestrina. | A vederla con che premura si abbassata per prendermelo, Cristo!, non ne ho potuto pi, che chiappe, che gambotte, che inquartatura! Mi ha dato per di pi, tra il manico e i bischeri, una strettina di mano tanto morbida che ho sentito i brividi fino in mezzo alle ossa. | Ciao signor primo: per tutta quella sera ho tirato gi a campane [suonato male], alla va l che vengo, e avevo un intontimento tale che facevo, anche a far cos, stecche madornali. Finisce il ballo, infine, e io, invece di badare ai fatti miei, volo a cercare lei e a torcermi da me la corda al collo. | Le faccio mille finezze nellabbordarla e poi gli porgo linvito, alla prima occasione, di accompagnarla a casa; 271 PORTA_testi.indd 271 16/03/11 11:43 spalla,onasoracooelsvergnandlee,E 3simonna,deNinnandes incomodass!...respond,lainsc!Giust fegurass!Catt,m:E personna!soalafamecheonoronLՏ compimentnosterifemmcheIntant marcanaggia,mammalaanchvoltraSolta maggiaegroppfperChe striament.elcappdecomenzaLa gorgoranonvistMhan lodamm,delingalittipativaChe insavonammagilorE man.quatteratraversperedrizzPer brasc,alsottstriamialaciappiMe indreemammaladenanznunstraa,inVemm lee,anchgimacchsCol resonasc,meeiscantighelE capadaghperE parlavaghechecoeurelproppilevaChe davaghetantintantDe m.demcolbrascdestrengiudinnDi cojonna;cheParmoros?deparliGhe sia;cosselnancasalanoDamor?... 76 80 84 88 92 96 e lei, piegando il capo su una spalla, ninnandosi da lusingare, Ci mancherebbe! risponde scomodarsi!.... E io: Caspita, figurarsi! un onore che mi fa la sua persona!. | Intanto che ci facciamo i nostri complimenti, salta fuori anche la madre maledetta, che per fare nodo e maglia [compiere lopera] comincia da capo lo stregamento. Mi hanno visto [riconosciuto] il semplicione che pativa il solletico nel lodarmi, e loro gi a insaponarmi [adularmi] per dritto e per traverso a quattro mani. | Io prendo la mia strega sottobraccio, andiamo in strada, noi davanti e la mamma dietro col suo ganzo anche lei, e l le conto su [racconto] le mie ragioni e, per fargli capire che era proprio il cuore che parlava, di tanto in tanto le davo delle strettine al suo braccio col mio. | Le parlo di innamorati? Pare che scherzi; damore?... non sa neanche cosa sia; lusingare.,vezzeggiareӥossia,simonarijdaderivato,Simonna3 272 PORTA_testi.indd 272 16/03/11 11:43 sciguettaria?deE donna.nanchparlasquas!Sittapesc!chePesc deffseltuttLee fir,giflՏ4soppress,sguggi,LՏ candir,isparmperE ball.aandlՏlongh,tanthinnocciQuand capital!bejm:aPortaomen?iE l.stagachel5March,santcoeur,Elcoeur?elMa mar?detocchellonMa natural...lՏben...sasepoe!...questOh impunemanchperMa fssulingenni...macattinolSe cinrestputtostVuj bianch.pannelcontsepoltooispecciA indeferent?mingasontghemDonca savvorrevbesogn?faCaspeta, despiaspchiA talent.sdelmostacc,sdelommOn inciodamelaquellainE quijdemaoggiadonona,Onoltra scinivij:isbusaChe goda!lasechelmincion,surl,andemmE 100 104 108 112 116 120 e di amoreggiare? Peggio che peggio! Accidenti...! non pare neanche donna. Tutto il suo daffare agucchiare, stirare, dipanare, e per risparmiare le candele, quando le notti sono tanto lunghe, andare a ballare. | E gli uomini? Che mi importa: bei capitali! Ma il cuore? Il cuore, san Marco, stia l. Ma un pezzo di marito? Oh!, questa poi!... si sa bene... naturale... Ma per, tuttavia, se non lo trovo a mio genio [gusto]... sulla sua maniera, voglio piuttosto restare in casa ad aspettare i sepoltori col panno bianco. | Dunque io non le sono indifferente? Caspita, bisogna dirlo? vorrei sapere a chi pu dispiacere un uomo col suo aspetto, col suo talento. E in quella [in quel momento] mi inchioda unaltra occhiatona, ma di quelle che bucano le cervella: e andiamo avanti, signor minchione, che se la goda! | 2.nota14,cfr.verbo,qui,soppressPer4 32.nota29,cfr.El coeur, sant MarchPer5 273 PORTA_testi.indd 273 16/03/11 11:43 fstosuinloltradreeresonOna 6Malcanton;aldespiasmencheRivem volponon,lalE csoaladeportellelInfirand 124 indree,cuuaforaFora arentrivaghelaloltracheDenanz pontamenteldmeLa adree.delanchBattistadeltrovassDe 128 mansoeuquijdebuttersulstampiGhe biott,sulproppistagn,sciasser,basinOn nott,bonaladooGhe doman,delaffareperquellinResti 132 faadavdopoE dover,quattermisceeelemammalaCon pensermeeiRegoeuj straa.mialapercadrizzdrizzvooE 136 m!poveracan!denocccheCribbi settimanna!defioeulstriament,Che danna,revolta,Volta, dorm.possde7musostaamaiSont 140 reussisscheDom Una ragione dietro laltra in questo modo arriviamo, che mi dispiace, al Malcantone; e l la volponona, infilando il portoncino della sua casa, svelta svelta a culo indietro, prima che laltra le arrivi vicino, mi d appuntamento per trovarsi dal Battista anche il giorno dopo. | Le stampo sul burro di quelle sue mani un bacino schietto, stagno [sodo], proprio sul nudo, le do la buonanotte, resto daccordo per laffare di domani e dopo aver fatto con la mamma e il ganzo quattro convenevoli, raccolgo i miei pensieri e vado dritto dritto a casa per la mia strada. | Cribbio che notte da cani! Povero me! Che stregamento, figlio di settimana [figlio di buona donna]! Gira, rigira, dnnati, non son mai stato padrone di poter dormire. Solo che riuscissi Torino.viainsboccaUnioneviaoggidovesitospiazzoUno6 maisonononpervalemusoosont mai staa faccia cheIsellaAnnota7 padrone.stato 274 PORTA_testi.indd 274 16/03/11 11:43 onombria,dompoo,ondom8carpiammA viasubetSoltava stremiss.deinsognasequandcomeGiust 144 oggionon,quijparoll,quijbabbi,Quell brasciott,bejquijmoresin,manittQuij sott,esorarelevQuij canon,onancaintornaportdegambQuij 148 vitaoltrafavenNo cervelldelinforlanalaballammChe fornellalfiammacressE dellacquavita.sstravaccaghaCome 152 spionadavoeulttancelalbaFinalment filidurdileeancacomparsaLՏ scureciareltrainscE strada.incorraevestimmapessegaaHoo 156 patronaandDoveva 10Fior,diinfina9LirondaltrattinOn lorperdelorpeeiE Malcanton.alpostademenaamhanTe 160 ad appisolarmi solo un poco, solo unombra, saltavo subito su, proprio come quando si sogna di spaventarsi. | Quel faccino, quelle parole, quegli occhioni, quelle manine morbide, quelle belle braccia, quei rilievi sopra e sotto, quelle gambe da portare in giro anche un cannone, non facevano altra vita che ballarmi la furlana nel cervello; e crescere la fiamma al fornello come a rovesciargli sopra dellacquavite. | Finalmente lalba tante volte spiata comparsa anche lei dalle fessure e cos tra il chiaro e lo scuro mi sono affrettato a vestirmi e a correre in strada. Dovevo andare a padrone [a lavorare] nientemeno che da Nirone fino alla contrada dei Fiori e i piedi, da soli, mi hanno condotto apposta al Malcantone. | che liquido un di rassodarsi primo il ,carpiamm cui da ,carpiass Il 8 dei dellagitazione contrario il qui congelare, per ghiacciare, per sta addormentarsi.diMarchionnaimpediscechesentimenti di chiesa dalla lontano non Litta, palazzo al fronte di Nirone, Via 9 abita.MarchionndoveSantAmbrogio, Brera,diadiacenzenelleScuri,FiorieChiariFiorivielesonoOggi10 ciabattino.comelavoraMarchionnildove 275 PORTA_testi.indd 275 16/03/11 11:43 peestidemarterstichedenanzE bottiaaruzzassenmedquelIn miadifaaanchpurNhan indree!innanz11FalconeleCappellelTra possdeBrusava giustperchmavolt,quelindentSpeggiamm gustonalloramevaEl god!possellnoperquestasseestaaLՏ scusa,perponcignaahooebottiaastaaSont lor!poveraponcquijtoccachiaChe onorfammpossuuhooN busa.allananchnocc,deddeSangua specciavasemeAmor legria,lainrostimmbenpossessChel viabrusassmeelcheMa pensava.elpmaisognlaeLappetitt sloffendeorvottmeeiinfiravacheM voltamm,nanchsenzaeseguent,Soeuli, fammarticolchemM, 12Cristoffen,santdepeeimangiaaAvarev quaj,poveradess,M 164 168 172 176 180 E prima che questi martiri di piedi quel giorno mi spingessero a bottega, ne hanno pur fatte delle miglia tra il Cappello e il Falcone avanti e indietro! Bruciavo [dalla voglia] di potermi specchiare in quel volto, ma proprio perch allora era un gusto [per me] tanto bastato per non poterlo godere! | Sono stato a bottega e ho rattoppato per scusa [per finta], che a chi toccano quei punti [rammendi], poveri loro! N ho potuto farmi onore, sangue del demonio, neanche alla buca [bettola]. Amore, me lo aspettavo che potesse bene arrostirmi in allegria, ma che mi bruciasse via lappetito e il sonno, mai pi lo pensavo. | Io che infilavo le mie otto ore di schlafen [sonno], liscio, seguente, e senza nemmeno voltarmi, io, io che allarticolo fame avrei mangiato i piedi di san Cristoforo, io adesso, povero quagliotto, Malcantone.alvicineviediNomi11 comechiesemoltedifacciatesulleraffiguratovenivaCristoforoSan12 gigante.un 276 PORTA_testi.indd 276 16/03/11 11:43 dormdeinscambiscummiePisorgni chtrintuitE gi.mandallperbocconognicolpSes parissmeelquantperd,stoanchBasta: passaa,maimabbachelonghpdiVun deslenguaa,lՏInfin scurisssechelpezzonprimaprimaE 13QuadronningiamSeva pizzdeinsegnaanmghevanoChe cananmghevaN stellonn.inguardi,inBattista,elN can,quelldesanguapensi,cheQuandAh! Firisella,lastellonnitraingheraChe bellaplatrattinOn Milan;deballarinamejlaE serachepensiquandE sia,sequandtoeulladempatronEl Maria,GesusCristo davvera!proppifondelgiandasentiMe porcasc!porcon,voeult,millamPorco leeemintrpossevachevedA 184 188 192 196 200 pisolo e schiumo invece di dormire e, in aggiunta, metti in conto sei colpi ogni boccone per mandarlo gi. | Basta: anche questo giorno, per quanto mi paresse uno dei pi lunghi che abbia mai passato infine si dileguato, e prima, prima un pezzo che facesse scuro, ero gi in Quadronno che non cera ancora indizio di accendere [i lampioni], n cera ancora in casa n Battista, n le guardie, n le stellone [le ragazze abituali]. | Ah! Quando penso, sangue di quel cane, che cera tra le stellone la Firisella, di un pezzo la pi bella e la migliore ballerina di Milano; e quando penso che ero padrone di prenderla [sposarla] quando volevo, cristogesummaria, mi sento andare a fondo per davvero! | Porco io mille volte, porcone, porcaccio! A vedere che potevamo, tra me e lei, Vi-Porta di Corso eItalia Corso fra oggi snoda si Quadronno Via 13 gentina. 277 PORTA_testi.indd 277 16/03/11 11:43 asseetantGuadagnamm strasc;iviatrdeescioronfammDe 204 porcon,porcasc,m,E giangianalafavamelapusseeCon lontanaallaandaviGhe repetton.deadreegiugavigheE 208 sovvenmesiraquellaingiustE tuccdeprimaleerivadaessendChe 14guccdiincomeSeva ben,fafcomemingasavA 212 mortputtostsarevCh TettonlachevoeultdiriscinoChe occasionavuuLavess intort.faghdecapazzfusschecredDe 216 martiristideliberammaIntant sonador,iguardi,iBattista,elRiva amormelrivainfinE deliri.meldor,TettoncaraLa 220 corsettonsghevaLa fianch,sujstrengiuuscarlattrossvelDe bianchpercallonsottCon colzett.difioraldomrivavaChel 224 guadagnare tanto a sufficienza da farmi signore e buttar via gli stracci; e io, por- caccio, porcone, pi mi faceva la civetta [pi] le giravo lontano e le giocavo degli sgarbi. | E proprio in quella sera mi sovviene che, essendo arrivata lei prima di tutti, ero come sulle spine, per non sapere come fare a far bene, che sarei piuttosto morto che rischiare, alle volte, che la Tettona avesse loccasione di credermi capace di farle un torto. | Intanto, a liberarmi da questi martri, arriva Battista, le guardie, i suonatori, e infine arriva il mio amore, la cara Tettona doro, il mio delirio. Indossava un corsetto di velluto rosso scarlatto stretto sui fianchi, con sotto una gonna di percalle bianco che arrivava soltanto a filo delle calze. | diredimodoilattestatoCherubiniNelago.,guggiadiplurale,Gucc14 struggimento.odesideriograndissimoconaspettare:Vessiinsuigucc 278 PORTA_testi.indd 278 16/03/11 11:43 grassott,comer,lacc,comelbianchsenEl panettindondessottsbanfavaEl finesuttilInsc biott;elequattaaeltranesdisevaChel zoeuralaacavijI folt,enegherfront,sulladuuinSpartii voltelparfavenGhe foeura!dervissperlperlrosinOn strion,luster,foeugh,depopoeuduuQuij sbarbaj,ellassenvardendoveinChe tajduudaSpionaven maron;disferlalacomeBislongh ridentlavrittdajE dencittdefiraonaCompariva piscinittingual,Bej, dargent.perlinndefiraonaCome polposredond,faa,inscgambottQuij pend,asocchaisottvedevenseChe morendviaAndaven nosallafinasuttirinsuttirDe boccainfornivenE streccinnecurtscarpettdeparaDon piscininnpusseeE rocca.decovercijduuvessponnnoChe 228 232 236 240 244 248 Il seno bianco come il latte, pieno, grassotto, le ansava sotto un panettino cos sottile e fino che diceva s e no tra il coperto e il nudo; i capelli alla montanina, divisi in due sulla fronte, neri e folti, che facevano apparire il volto una rosina l l per sbocciare! | Quelle due pupille di fuoco, lustre, streganti, che dove guardano lasciano il barbaglio, spiavano da due tagli bislunghi come lo spacco dei marroni; e dalle labbruzze ridenti compariva una fila di dentini, belli, uguali, piccolini, come una fila di perline dargento. | Quelle gambotte fatte cos, rotonde, polpose che si vedevano pendere sotto alle sottane, andavano via via morendo da sottile a pi sottile fino alla caviglia e finivano in bocca a un paio di scarpette corte e strettine e pi piccoline di quanto possano essere due coperchietti da rocca. | 279 PORTA_testi.indd 279 16/03/11 11:43 god,detuttalvessdepoeOltra traversada,avolta,drizza,Viscora, prepontadavessdeE ciod,oncomestagnaebiancacicciaDe ajuttsinancaghevaLa bellezz,direginabellezzaLa mezz,eannittDesdott brutt.aiancamardcheroffiangranQuel momentquellinmanchnpinscLeva saraladepattonnalaalzaalhaChe arafaaghhantucccheE dent;vegnaremirallapossPer sottdavenghequancTucc m,defoeurareson,quajonaCont lrestaasevaChe gott.onvegnevamennosangucavammaChe addritturarestaasontvedellaprimmalM indormentcomeditcojgeraaeLocch listrument,decordSuj ingermaduradestatstoinlstaasontE oggionsoeucojchetantFin lorchestininleesciarnimmavegnudaLՏ ghigninonfaamhalaE cojon.ellteld:asarantCome 252 256 260 264 268 272 Oltre poi a essere l tutta da godere, vispa, dritta, alta, ben piazzata, di essere trapuntata di ciccia bianca e stagna [soda] come un chiodo, aveva anche, in aiuto, la bellezza regina delle bellezze, diciotto annetti e mezzo, quel gran ruffiano che d marito anche alle brutte. | Era cos, n pi n meno, in quel momento che ha alzato la tenda della sala e che tutti le han fatto ala per poterla ammirare a venire dentro; tutti quanti le andavano vicino con una qualche ragione, allinfuori di me, che ero restato l che a cavarmi il sangue non me ne veniva un goccio. | Io al primo vederla sono rimasto addirittura allocchito e gelato con le dita come addormentate sulle corde dello strumento, e sono rimasto in questo stato di ammaliamento fin tanto che con i suoi occhioni venuta a scegliermi lei nellorchestrina e mi ha fatto un ghignetto come sarebbe a dire: eccolo l il coglione. | 280 PORTA_testi.indd 280 16/03/11 11:43 seninlanematornaamՏAllora morosonfachequelltuttfaahooeditthooE ansiosebujentlՏQuand ben.voeurghechelbensaldesmostrDe 276 mconleeancaleeE fachequelltuttfaalhaUmanament ghhachetosaOna cap.advoeurleelecoeuralbrusOn 280 siratuttaperaccordeamordeInsc boccalaa,sՏsonaa,sՏballaa,SՏ scoccaa,sՏsmorbiaa,SՏ lira,degiubianadecinadfaaSՏ 284 nott,mezzainnanzcheTant lee,m,giam,sevemcurt,aivegnPer misceeselemammaLa risott.elproziona15CommendaAlla 288 scabbi,delquelltrafoeugh,delcoldeltralE genoeugg,contragenoeuggdilintrighTra oeuccditempestelTra cabbi,icomefaadescorscentdegioeughelE 292 mariabagnasontMe Allora mՏ tornata lanima in seno e ho detto e ho fatto tutto quello che fa un fidanzato quando bollente e ansioso di dimostrare al suo bene che le vuole bene. E lei anche lei con me umanamente ha fatto tutto quello che fa una ragazza che ha un bruciore al cuore e lo vuole dare a capire. | Cos damore e daccordo per tutta sera sՏ ballato, sՏ suonato, sՏ bevuto, sՏ scherzato, sՏ burlato, sՏ fatte sciocchezze e svenevolezze da matti, tanto che prima di mezzanotte, per venire alle corte, eravamo gi, io, lei, la mamma e il suo ganzo, alla Commenda a dividerci un risotto. | E l tra il caldo del fuoco, tra quello del vino, tra lintrigo dei ginocchi contro i ginocchi, tra il tempestare degli occhi e il gioco dei cento discorsi fatti come cappi [imbastiti come trappole], io mi sono trovato preso a bagnomaria [lentamente], in sito eSettecento dal fin conosciuto Commenda, della Albergo 15 Romana.PortadiBorgo 281 PORTA_testi.indd 281 16/03/11 11:43 impromissebellligaa,ciappaa,Trovaa reussisscheDenanz lostaria.deverzifoeuraportA coeurdelindentleggiuumhancheDopo impollin,donintramezzleggaCome 16zoffreghincompaaEl sapoeurdiinsargentprimmonlevaChe tegnpossuusՏNol esibizion,milliafammdebasamm,De bonpsulcheSiben m.pagdecuntellpientassmeEl nientdighicadellandinpoeMa f!vorevameelsciordonporchChe dfammvorevaEl reggiment,eltuttdescarpdiLappalt vfammvorevaEl proviand,sujforagg,sujinpostOn grandingattdepostOn m.delmbottiamettafornDe broeudaintuttandavatamberlamE fioeuraladequijeloffisoeuitraIn 296 300 304 308 312 legato, bello e promesso prima di riuscire a portare fuori i piedi dallosteria. | Dopo che mi hanno letto dentro il cuore come a leggere attraverso unampollina, il compare zolfino, che era il primo sergente negli zappatori, non si potuto tenere dal baciarmi, da farmi mille esibizioni [profferte], sebbene che sul pi bello mi piantasse l il conto da pagare. | Ma poi nellandare a casa, non dico che porco dun signore mi voleva fare! Voleva farmi dare lappalto delle scarpe di tutto il reggimento, voleva farmi avere un posto sui foraggi, sulle vettovaglie, un posto da gatto [dove fosse possibile arraffare] in grande, da finire per mettere su bottega da solo. | E io, babbeo, andavo tutto in brodo, e tra le sue panzane e quelle della ragazza sol-il qui zolfino compare zolfanello; ,zolfino Zoffreghin 16 di compito il ha Marchionn, di danni aiordito raggiro nel che, dato ulteriormente.coinvolgerlo 282 PORTA_testi.indd 282 16/03/11 11:43 316 foeurasgonfiavameE roeuda;lafachepollinonqualeTal pocchognecantavaE parponevenchecossairesponddelIn vorevenlorchequellTutt lorocch.delsmorfiaisottdordonCome vosonaatuccstaa,semmchecaRivaa frecassonfaallintornamissshinMe sass:iancadessedDe spos!surgraziaspos,surReverissi gibollvorsuuMhan attenzion,icontdes,cinquecinquiCont patron,faamhaninfinE c.indandaghgiust)deleva(Come momentfottuuquelldeininscMagara favorsoeudiadreedelprofittaaChhoo loraomavegnuufussMe accident,onocornasujdianzenOn storainsarevnoChe desfortunaaMarchionnpoverQuell desonoraaTradii malora.lultemainebiotteMagher tegna.seldentlhachiinutel,sciavo,Ma suffraga,mecheresonghՏnomPer 320 324 328 332 336 mi gonfiavo tutto, tale e quale un tacchino che fa la ruota; e cantavo ogni poco, nel rispondere alle cose che proponevano, tutto quello che loro volevano, come un tordo sotto le smorfie del gufo. | Quando siamo arrivati a casa, tutti a una voce si sono messi intorno a fare un fracasso da svegliare anche i sassi: Riverisco signor sposo, grazie signor sposo!. Mi hanno voluto ammaccare con i cinque e cinque dieci [le strette di mano], con le attenzioni, e infine mi hanno fatto padrone (comera giusto) dandare in casa. | Magari in quel fottuto momento che ho approfittato, il giorno dopo, dei loro favori, mi fosse venuto, a me o a loro, un diavolo sulle corna o un accidenti, che non sarei ora quel povero Melchiorre sfortunato tradito disonorato magro e nudo allultima malora. | Ma ciao, inutile, chi lha dentro se lo tenga. Per me non cՏ ragione che mi salvi, 283 PORTA_testi.indd 283 16/03/11 11:43 piagalapuntquellalՏCh 17Zilavegna.alՏmaadelremediChel 340 confortluneghmPer sgarepianggoss,elsvojdequellLՏ d:asentimmdeE tort.mingaghhaeldianzen,Pover 344 flemmaghaviisedonch,viscerghaviiSe lumenta,sechedesgraziaaonscoltDe spaventavenolseE insemma,piangdecasinforsitrovassEl 348 movii,venoch,Stee strasordenari,cossdisentiriiChe lari,scurdeazionDi sentii.pmaitradimenteGabol 352 godudalonghinelarghinnocconaDopo ombria,indormeltraepisorgnalaTra striaquellacoeurinCont rebattuda,einciodadafissaSemper 356 segn,primmalssoltaaSont messa,onapeeinpeeinsgrossaaavdopoE che la piaga a quel punto che il rimedio del male a Cilavegna [non cՏ rimedio che arrangiarsi]. Per me lunico conforto quello di svuotare il gozzo, piangere e urlare e sentirmi dire: Povero diavolo, non ha mica torto. | Se avete viscere dunque, se avete flemma di ascoltare un disgraziato che si lamenta, e se non vi spaventa il caso di trovarsi, forse, a piangere insieme, state qui, non vi muovete, che sentirete di cose straordinarie, di azioni da scurire laria, gabole [inganni] e tradimenti mai pi sentiti. | Dopo una notte goduta in largo e in lungo tra lappisolarsi e il dormire in ombra [poco e male], con nel cuore quella strega sempre fissa, inchiodata e ribattuta, sono saltato gi al primo segno, e dopo aver sgrossato in piedi [sentito in fretta] una messa, iltuttomapavese;nelMortara,dipressineiCilavegna,dipaeseIl17 el curat de Zila-popolaredettodelvariazioneuna337-40)(vv.passo arran-si capita gli chi a dire per ,vegna, chi ghe lha denter se le tegna 4).v.59,(cfr.gi 284 PORTA_testi.indd 284 16/03/11 11:43 360 pressaingambacorsSont legn.descarquijpersMalcantonAl moment,onstaalՏluss,avesscunt,Ciamann pias,mdalselmesurandE, lalzap,peeinTiri dent,devooelusslinbuttitragh!E staa,sontchedenterE strada!inmortputtostfussboffitt,eCribbi improvvisadabellaLa soldaa.triiamezzindonndistaaHin cavrononcompelosenegherVun specc;detocchonabarbalafavaseEl leccdelfianchdevunE Tetton;laabustellazzaadreeLeva gippainsargentsurelE camin,alvoltaaciappiscoldavaseEl mamminlacheIntant pippa.lanedrugaghascrusciadaLeva seninsentuuhoobottonatuttcolpstoA fel,lascioppammacomevoltiamentOn peloncalaastaaghՏE pien;onnassesscheirato)seva(Tant intravallluzzidonMa cristian:deparerondaamhateEl 364 368 372 376 380 sono corso a gambe levate al Malcantone, su per quelle scale di legno. | Chiederne conto, essere alluscio, stato un momento e, misurando il suo dal mio piacere, tiro su il saliscendi e, tracch!, butto in l luscio e vado dentro, e quando sono stato dentro, cribbio santissimo, fossi piuttosto morto in strada! La bella improvvisata sono state le due donne in mezzo a tre soldati. | Uno nero e peloso come un caprone si faceva la barba a un pezzo di specchio; e uno di fianco al letto stava allacciando il busto alla Tettona, e il signor sergente in panciotto si scaldava le chiappe rivolto al camino intanto che la mammina era accosciata a nettargli la pipa. | A questo colpo, tutto a un botto ho sentito in seno un rivolgimento come mi scoppiasse il fiele, ed mancato un pelo (tanto ero irato) che non nascesse un guaio grosso; ma un lucido intervallo mi ha dato un parere da cristiano: 285 PORTA_testi.indd 285 16/03/11 11:43 can!derazzaScioppee, spall.detantvlteghfattumdittumE 384 voeulta,perbasijvottasett,ses,agiE infamm,scarquijpervegneven,Segond spettasciammderiscA girivoeulta;donainscinivijI 388 donniloranchlorE livreecomesaltagambalaaAdree adreetendevenMe Marchionn!surMarchionn,SurSbraggiand, 392 quellingiustMagoss!elscarpevvegn!Dess straa,lainfirperlsevaChe bagnaa,onsuinpeeiPondi squell.defassoncometerrainponfE 396 TettonlaInlora giong,possemmdecontrattempelvuughhaLa ong,diinfrancammDe cavezzon.elcollaltratornammDe 400 cusin...monlՏsart...onlՏstaa...lՏfu...La sorioeura,invedellaachelՏstaaEl foeura,sbarladaMezza vesin,strusammasospir,apiang,A 404 spuellelebilalaTutt foraforadefregujquellinforniiHin voltagli tanto di spalle. | E gi factum dictum scoppiate, razza di cani!, e a sei, sette, a otto gradini per volta, come venivano, per quelle scale infami, a rischio di spappolarmi le cervella in una giravolta; e loro, anche loro, le donne, dietro a gambe levate come levrieri, mi tenevano dietro gridando: Signor Melchiorre, signor Melchiorre!. | Adesso vengo! spellatevi il gozzo! Ma proprio nel momento che stavo per infilare la strada, poso i piedi su un che di bagnato e, ponf!, in terra come una pila di scodelle. Allora la Tettona ha avuto il contrattempo per potermi raggiungere, di brancarmi fra le unghie, di rimettermi al collo la cavezza. | Fu... stato... un sarto... un mio cugino. Il fatto che a vederla discinta, col petto mezzo fuori, piangere, sospirare, strusciarmisi vicino, tutta la bile e il putiferio sono finiti in quel briciolo di corri corri 286 PORTA_testi.indd 286 16/03/11 11:43 408 soradetorndelinE agnell.oncomemansuetteUmel legria,latornadapas,laFada soldaa,duuquijsoeufattiperAndaa staaghՏnopezzonPer dombria,pooquajvoeultdicheguajOlter nebbijttquijdePer condemendeponnsensa,seChe, ben,voeursechegentTra petitt.elguzzenchebruschSalsettinn salsettastaenebbijttstichanchDom ddesonldelorancacomenzaaHan vegnaespessissA malarbetta,senavraefoltScigher sicurdelsavuuChhoo sartdonporchquellsoldaa,doncanquellChe partlainghandavaEl scur.eleciareltrainm,denascondonDe fioeurachemadertantchetuttconE sconfondeneggiur,siaquantoIn segond,eprimmFussen, scoeura,bonadevecccanonegonnD per,Impunemanch noeuv,denagottstaaghՏMarchionnonaSott 412 416 420 424 428 e nel tornare di sopra umile e mansueto come un agnello. | Fatta la pace, tornata lallegria, andati per i fatti loro quei due soldati, per un pezzo non ci sono stati altri guai che, delle volte, un po dombra, per di quelle nebbioline che, si sa, non possono non esserci tra gente che si vuol bene, salsettine brusche che aguzzano lappetito. | Solo che queste nebbioline e questa salsetta hanno cominciato anche loro, da l a un dieci giorni, a ispessirsi e a venire nebbioni densi e senape maledetta, che ho saputo di sicuro che quel cane dun soldato, quel porco dun sarto le andavano in casa di nascosto da me, tra il chiaro e lo scuro. | E con tutto che tanto madre che figlia in quanto sia giurare, negare e confondere fossero, prima e seconda, due canonichesse vecchie di buona scuola, tuttavia per sotto a un Melchiorre non mai sfuggito nulla, 287 PORTA_testi.indd 287 16/03/11 11:43 oeuv,sujcattaahooI d.depevoeultadonapusseeE 432 serachefaccdiinfinsiraonapoeMa malarbettament,dannatoNegher, dentcorramvistlhooChe linghera,ladefondincomeddelIn 436 mezzdelinpientaasontMe anm,lingheraladeciod)oncome(Dur l,setteSeditt:hooE pezz!bellonperbirbon,almanca,Stagh 440 rebuttavenmedonnicheintrattantlE c,indenttirammperpartituttDe lsaldomcheE bajaven,pconpdestinavaMe 444 canajaquellindreeTorna musonsulfinmusoncolvenmeChel resondomandammA guaja.quelladerebuttament,quellDe 448 llevasedesmostrandinfinpoeE maggior,sargentalparlpervesseghDe loremnanchdavennE 18tart,delcassaladeboeuccelPer 452 le ho trovate sulle uova [colte sul fatto] e pi di una volta e pi di due. | Ma poi una sera in fin dei conti ero nero, dannato maledettamente, perch lho visto io correre dentro nel comodo [cesso] in fondo alla ringhiera [ballatoio], mi sono piantato in mezzo (duro come un chiodo) alla ringhiera anchio e ho detto: Se sei l, stacci almeno, birbone, per un bel pezzo!. | E l, intanto che le donne mi spingevano da tutte le parti per tirarmi dentro in casa, e che io, saldo, l mi ostinavo di pi con pi vociavano, torna indietro quella canaglia, che mi viene col muso fin sul muso a domandarmi ragione di quel tafferuglio, di quello schiamazzo. | E poi infine dimostrando che, se era l, lo era per parlare al sergente maggiore, e che non ci aveva n me n loro nella cassa del tortire [buco del culo], 7).nota29,(cfr.deretanoilossia,tortireӥdelcassala,tartdelCassa18 288 PORTA_testi.indd 288 16/03/11 11:43 mona,deldmeteEl limpiccaa,demarmotton,delcan,Del inciodaa,pilattDel trona.cheparchelsbroffandvaelviaE 19latin,elcapiichhanallora,donnI trebuleri!cheplajt,chenagottDighi vetuperigidittMhan vesin,itucclusssuincorrfDe talmentscoldaashinE costrutt,cavanndenanzpariavuuChhoo tutt,pascenzalor...Che dent.strusaghadininguardalonorinMa sguajtondestmeltuttconInsc squajaa,avejdedeffeltuttconE sgognaa,lrestaaSont tappon;oncomelocchevergognadePien sussormquelltuttE guaj,lolterdecompagnluanchforniiLՏ pregajelcontAnzi maggior.sargentsuralnagottadA dentmisssontmeallon,inanz,loraDe sposalla,apessegperpeecojman,Coj 456 460 464 468 472 mi d del mona [imbecille], del cane, del marmottone, dellimpiccato, del Pilato inchiodato [infame], e via che va sbruffando che pare che tuoni. | Le donne allora, che hanno capito il latino, non sto a dire che lite, che baccano! Mi hanno detto vituperi da far correre sulluscio tutti i vicini, e si sono scaldate talmente che ho avuto paura di cavarne costrutto [un profitto], che loro... pazienza tutto, ma nellonore, dioneguardi solo a sfiorarle. | Cos con tutto il mio stare sul chi va l e con tutto il mio daffare per averle colte in flagrante, sono rimasto l scornato, pieno di vergogna e allocchito come un minchione; e tutto quel mio strepito finito anche lui come laltro guaio, anzi con la preghiera di non dire niente al signor sergente maggiore. | Da allora in avanti, allons, mi sono messo dentro [impegnato] con le mani, con i piedi per affrettarmi a sposarla, soldato.delsuggerimentoilCio19 289 PORTA_testi.indd 289 16/03/11 11:43 galla,inpooonvestiisontMe passantament,clasgiustaaHoo 476 ciovittpocchdirestelE mestee,colpooonson,colpooonVanzaa lee,adreesoltfaahooGhi petitt.ituccunpervunScoeudendegh 480 dor,20perittitoltgiamGhaveva granadinn,decolleldora,guggiaLa finnperladecrosLa valor,dedolterbarlafusquajE 484 occasiondaamhalaQuand peritt,inchemejpchecapDe petittelvuuLavarav 21anellon.deparabellquajonaveghDe 488 22Bin,delincorricatt!addrittura,mE antdipostdelinschisciaalstcheQuel Mercant,divoltonDel 23ses-des-e-on-quattrinbejquatterconE 492 saccocciainpettimeTe mi sono vestito un po di gala [elegantemente], ho aggiustato la casa in modo passabile, e il resto dei pochi spiccioli avanzati un po dal suonare, un po col mestiere, li ho fatti saltar dietro a lei, soddisfandogli uno per uno tutti gli appetiti. | Le avevo gi comperato le perine doro [orecchini], la spilla doro, la collana di granati, la croce di perle fini e qualche altra cosetta di valore, quando mi ha dato loccasione di capire che meglio degli orecchini, avrebbe avuto voglia di qualche bel paio di anelloni. | E io addirittura, caspita!, corro dal Bini, quello che sta schiacciato nel posto dove mettono le ante del voltone dei Mercanti, e con quattro bei scudi mi metto in tasca 39.nota32,cfr.perittPer20 anello.diformaagrandiOrecchini21 allimbocco sita allepoca, rinomata Bini, Gaetano di Loreficeria 22 capi-sicomeOrefici, vialattualeversoMercanti, piazzadidellarco successivi.versidaisce che napoleonico, scudo allo dato nome il era Ses-des-e-on-quattrin 23 milanese.quattrinounesoldidiecilire,seinome,ildicecomevaleva, 290 PORTA_testi.indd 290 16/03/11 11:43 badial,doranellononbraviDuu qualetalasquasGrand carroccia.deroeudadesercionduuDe trott,deindreetornigambe,aviaE Battista,delvemmTetton,mialatoeaVoo pistadebenbenTegni manicott,elgimettlachedoveIn fada,venmelaquandE darentbarzeghighebellbellbell,Bell dent,sghimbifaghjPer limprovvisada.degiubeleldaghE giughettelfoocheintrattantchessurM guadina,donapassfooghjcheE cammina,passaMarcia begliett;onloltradefoeuraSquitta p,onsallon,prest,M sloffi,pederelfasendadosspooonstooGhe gajoffi,melciaff,poeE m.fattelperlorchestinintorniE c,acompagnilaalegher,stooSoni, manicott,elmoeuvvedisementaDoo nagott,incorgselaSe descart;ascoltilamaivoeultdiSe eel,nochecheel,dess!ohMa 496 500 504 508 512 516 due bravi anelloni doro badiali [stupendi], grandi quasi tali e quali a due cerchioni di ruota di carrozza. | E via a gambe [levate], torno indietro di trotto, vado a prendere la mia Tettona, andiamo da Battista, tengo ben docchio dove mette gi il manicotto, e quando mi vien loccasione, bel bello, bel bello gli bazzico vicino per farglieli scivolare dentro, e dargli il giubilo dellimprovvisata. | Mo, sissignori, nel frattempo che le faccio il giochetto e che glieli faccio passare in una guaina, marcia passa cammina, schizza fuori dallaltra un biglietto; io, presto, allons, su un piede, gli sto un po addosso facendo il gambemolli [il finto tonto] e poi, sciaff!, me lo metto in tasca e torno allorchestrina per il fatto mio. | Suono, sto allegro, la accompagno a casa, faccio attenzione se vedo muovere il manicotto, se non si accorge di nulla, se delle volte mai la sento a scartare; ma oh, adesso!, cosՏ, cosa non , 291 PORTA_testi.indd 291 16/03/11 11:43 palpeemquelltovesslanoforsChe lee,deslolterPer peel.onmostlhanbocca,avertlhaN 520 portellalduuetuttdoncalassemSe indoss;ghemmcheregalldelDescognet grosspelgrev,pelMa savell;senzamtoeaandaasevaMel 524 regallonlevamChel spezzi,deepeverderascaregh,Pien, prezziquellapmaicheE guadagnall.decreduusarevmeNo 528 sentiiscoltee,tr,adeefioeuj,Ecco, begliett;fottuuquelldisevaCossel 24ett;onbarattigheNo scolpii:epiccaamentinlhooghecheScoltell, 532 Caro mio dolcie core Ho receputo el tuvo beglietto Del qualo te imprometto Che te sar fidele in del m amore. 536 Domane s de guardia tutto el gorno Pso ce vedaremo. St segura: forse che prendesse quel mio involto per quellaltro suo, n ha aperto bocca n ha mosso un ciglio. | Ci lasciamo dunque tutti e due alla porta ignari del regalo che abbiamo indosso; ma il pi greve, il pi grosso me lero andato a prendere io senza saperlo; ch il mio era un regalo pieno, carico, raso [colmo] di pepe e di spezie, e che mai pi a quel prezzo mi sarei creduto di guadagnarlo. | Ecco, ragazzi, state a sentire, ascoltate, sentite cosa diceva quel fottuto biglietto; non ne baratto un ette; ascoltatelo, che ce lho in mente battuto e scolpito: Caro mio dolce cuore ho ricevuto il tuo biglietto nel quale ti prometto che ti sar fedele nel mio amore. | Domani sono di guardia tutto il giorno poi ci vedremo. Sta sicura: nonnul-anchesignificama,&ӥsimboloilpropriamenteindica Ett24 192).v.63,78;v.62,51;v.57,14;v.49,935;v.qui,(cfr.la 292 PORTA_testi.indd 292 16/03/11 11:43 Ma t per parcura De scasciare quellaseno de intorno. 540 Basta n vedo lora Chel ti abbia tolto questro tuo accidento Per fornire el tormento De far sta vita. Adio anema dora. 544 pett,demaaoncutta,feveraOna tegnonsulincopponazzident,On bonbononstaaSaraven begliett.donballossstoapariIn 548 bu,acomenzaaHoo caldar,oncomefumasud,A sgar,afoeuradaasontE tegn.possemmnodeaffacc,mattMatt, 552 infernamilliaevergognarabbia,Amor, freguj;afavenmestrasciaven,Me cattabuj!cheCatto eterna!noccchenocc,malarbettaChe 556 palpera,saravaSe beccaria,chesangu,chevedevaNo viasoltavatracchE vera.vesspodesschelpaguralaDe 560 ma tu per procura di scacciare quellasino dintorno. Basta, non vedo lora che tu abbia tolto questo tuo impedimento per finire il tormento di fare questa vita. Addio anima doro. | Una febbre acuta, un mal di petto, un accidenti, un coppo [tegola] sulla testa sarebbero stati un confetto al confronto di questo birbone dun biglietto. Ho cominciato a bollire, a sudare, a fumare come una caldaia, sono scoppiato a gridare, matto, matto affatto, da non potermi tenere. | Amore, rabbia, vergogna e mille inferni mi stracciavano, mi facevano in briciole; cristo che subbuglio!, che maledetta notte, che notte eterna! Se chiudevo palpebra, non vedevo che sangue, che macelleria e, tracch!, saltavo via dalla paura che potesse essere vero. | 293 PORTA_testi.indd 293 16/03/11 11:43 cortij,stiamezzincoeurcolSeva ses,isona25AmbroeusSantasentiQuand giesituttperpoeE avemarij.iscampanapooonlDe campannquijdesonAl lass,quelldepontboninregordiMe lunchecholterE malann.stidesalvammejuttammP scar,digivoofeddecoldcoldinscE cdefoeuravoldeviacorriE buttaandammPer altar;quajdonpdelbrascsdiIn pass,duufaaappennaMa maggiorsargentdelindentgiustmDoo orquijdeefreccalChe spass.aintornadessimpastocciameEl strascinameelcoll,albrascitrmeEl stee;ituttalacquavitapagammPer adree,tantstmeEl mojna,meelevergnameelfrega,meEl malarbettstoinfinChe confessionlacoeurdelcavameEl 564 568 572 576 580 Ero col cuore in mezzo a questi coltelli, quando sento a SantAmbrogio suonare le sei e poi, per tutte le chiese, di l a un po scampanare le avemarie. Al suono di quelle campane mi ricordo in buon punto di Quello lass, e che nessun altri che Lui pu aiutarmi e salvarmi da questi malanni. | E cos, caldo caldo di fede vado gi dalle scale, e corro via di volo fuori di casa per andare a buttarmi nelle Sue braccia ai piedi di qualche altare, ma appena fatti due passi, mi imbatto giusto nel sergente maggiore che al freddo e a quelle ore mi impastocchia [vuol far credere] dessere intorno a spasso. | Mi mette le braccia al collo, mi trascina per pagarmi lacquavite a ogni costo; mi sta tanto dietro, mi liscia, mi accarezza e mi moina, che infine, questo maledetto, mi cava dal cuore la confessione lontano non detto, si come Nirone, al ,Liron al abita Marchionn 25 SantAmbrogio.dichiesadalla 294 PORTA_testi.indd 294 16/03/11 11:43 magon,granmquellDe begliett.elongdistrappameelE 584 filastroccalongaonacontlE bianch,pernegherelcomparfameEl manchnientproeuvameelE scocca,onafperluscrittlhabegliettChel 588 capbelllՏcheE s,ghՏchedasentermeneldomChe luperdeluasseeLՏ m.apertoccanolchedesmostrA 592 reson,lamejscalcammperInfin, sbattem,aparihoochebrasc,sottciappameEl latemsuinmenameelE Tetton,ladecacompagnbonDe 596 festaonafaamhalaChe travajmeeichesort,detrusciaonaE strivaj,diincalaaMhin questa.ancasbevuuhoobravamentE 600 26BrovettdellassasuinIntrattant impastaa;ebellnommmelgiamGheva prontaa,evaTuttcoss di quel mio gran magone, e mi strappa dalle unghie il biglietto. | E l con una lunga filastrocca mi fa apparire il nero per bianco e mi prova, niente meno, che il biglietto lha scritto lui per fare uno scherzo, e che facile capire, che solo il termine di asino che cՏ su [scritto], da solo sufficiente a dimostrare che non pertiene a me. | Infine, per convincermi meglio della ragione, mi prende sotto braccio, che non posso ribellarmi, e mi mena in un attimo, da buon compagno, a casa dalla Tettona che mi ha fatto una festa e unaccoglienza tale che i miei travagli mi sono calati negli stivali [si sono sgonfiati], e bravamente ho bevuto anche questa. | Intanto sullasse del Broletto cera gi [scritto] il mio nome belle impastato; ogni cosa era pronta, las-Milano;dicomunedelsede1860,alfinofu,BrolettodelpalazzoIl26 matrimoni.iannunciativenivanocuisupretoriolalbosadelBrovett 295 PORTA_testi.indd 295 16/03/11 11:43 lett;eldota,lacum,iFinamai stadafingiamLeva 27beniscojsposalaleeIntorna amisipertegA contrada.ladecavalieriepostiE sposalla,debrusaingiinsommaSeva d,elfissaagiontadeancalevaE 28gioved,bellelQuand trovalla;asoletalvoolantegrass,Giust sira,deunoraLeva canton,doninterraperlummlaVedi TettonlatroeuviE sospira.cheelumentasecheleccSul nassuldidcolmodacc,tuttamamm,La pian;piananddeetasdesegnfaLa marzapandeResti cas;quajonsentdepaguralaDe pdelsontghequandE s:soltalaTettonlamedemmLee pmaiMarchionn!surAh, ved!atornpossellincoeuCredeva cossa?staperchbeneditt!mortcarAh sudor,donintuttvoogamb,itremaMe 604 608 612 616 620 624 perfino i com, il corredo, il letto; era perfino stata in giro lei, la sposa, con i confetti a stuzzicare gli amici, i clienti e i cavalieri della contrada. | Ero insomma gi sul punto di sposarla ed era per giunta fissato il giorno quando, un bel gioved, proprio lantigrasso, vado al solito a trovarla; era unora della sera, vedo il lume in terra in un cantone, e trovo la Tettona sul letto che si lamenta e che sospira. | La mamma, tutta ammicchi, col dito sul naso fa segno di tacere e di far piano; resto di marzapane per la paura di sentire un qualche guaio; e quando sono al piede del letto lei medesima la Tettona salta su: Ah, signor Melchiorre! mai pi credevo che avrei potuto rivederla oggi!. | Ah, cari morti benedetti!, perch questa cosa? Mi tremano le gambe, vado tutta in sudore, confetti.isonofranceseinBnis27 grassa.settimanadellaprimaCarnevale,digiovedpenultimoil28 296 PORTA_testi.indd 296 16/03/11 11:43 amorcarchelquellinE grossa,vunaimpastocciammenaadreeLeva 628 tosondenterRiva lee,Ejsbraggia:elmamma,laversvoltaaChe, 29mascaree...eldittLha vos.lasoffegaseghel:bottE 632 testainsoltamebarbin!candonSangua 30cremesonfudessnolmaaquellChe mdeliberassPer festa;lagoda31CanobbianalaaandE 636 maladettdemE parnonzideleea32vadaelmolliGhe st,deshoooanddeShoo mett...seladovein33spionandstooE 640 e nel mentre che quel caro amore me ne stava impastocchiando [facendo credere] una grossa, arriva dentro un ragazzo che, voltato verso la mamma, grida: Ehi Lei, ha detto il mascheraio..., e basta l, gli si soffoca la voce. | Sangue dun cane barbino!, mi salta in testa che quel male non fosse [che] un chermisino [raggiro] per liberarsi di me e andare alla Canobbiana a godere la festa; e io da maledetto [da scaltro] gli mollo a lei il vada, per pronunciarsi se devo andare o se devo stare, e rimango a spiare dove si mette... [cosa decide]. | maschera.inballiefesteperabitidinoleggiatoreoConfezionatore29 trappola.raggiro,,cremesda,Chermisino30 per secondo il Scala, alla insieme era, Canobbiana della Teatro Il 31 bal-ipernotoXIX,secolonelMilanoaattiviregi teatrideiampiezza tenevano.sivichemaschera,inspessoli, prose-alavversarioinvitanocartedigiocatoriicuiconTermine 32 libero.campolasciareaogiocoilguire spiareletteralmentesignificanomedlalzada,gradisselboccon,Spionand33 colpi-diloccasionedmiboccone,ilgradisceappostamento,unda larivesteMarchionnilcuiconvenatoriogergodelespressionisonoere Tettonlaeveritdellacercaincacciatoreluivedechemetaforaprotratta curellegorattcon oltre,pianche,vedaSifranca.farlavuolechepreda checagnazz eschioppo) di tanto con leprotta la (curare tantdesciopp lepre).questaadietroioerocagnazzo(chesevamdedreeastalegora 297 PORTA_testi.indd 297 16/03/11 11:43 zerimoni,tantefsenzalee,Ma ,vadaellimbroccaboccon,elgradissLa lalzadadmelaE capponi;lamefattedittchemoeudIn scaralasusontquandE ghignon,elmessedatantsentiMe conclusionlafooChe ciara.lacquaacuntituttarivDe gabel!ielintrighbolgiraasittaE mascaree,donturchdevestiiontoeaVoo asseetantlargheLongh sciabel;ipelandalaconscondpossemmDe galopp,etrottdeE balzanalaterraperPettegasciand CanobbianalaaCorri sciopp.detantconlegorattelcurA regiragira,indree,innanzgi,esE scagn,iintornaepalch,eleplatealaPer pagn,vardagent,Varda bestira,tira,andann,spionavos,Scolta poo,onldeFinalment 34monfrinalaballachegentdegropponTra 644 648 652 656 660 Ma lei senza fare tante cerimonie, gradisce il boccone [abbocca], accetta il vada, e mi d lalzata [mi conferma nei sospetti] in modo che, detto fatto, io me ne vado: e quando sono sulla scala mi sento tanto a rimescolare la bile, che faccio la conclusione [decido] di arrivare a tutti i costi allacqua chiara [a capire la verit]. | E alla malora gli intrighi e le cabale! Vado a prender un vestito da turco da un mascheraio, lungo e largo a sufficienza da potermi nascondere con la zimarra e le mie gambe a sciabola; e di trotto e di galoppo, inzaccherando per terra la balza, corro alla Canobbiana a curare la leprotta con tanto di schioppo. | E su e gi, avanti indietro, gira, rigira per la platea e il palco, e intorno alle sedie, guarda gente, guarda panni [vestiti], ascolta voci, spia andature, tira, ritira, finalmente di l a un po, tra un gruppo di gente che balla la monferrina, origi-ballounindicatomanfrinaӥconchemonferrinaӥconSia34 quat-inocoppiainsvolgesichenome,ilcuidaMonferrato,delnario cerchio.adisponendosigruppoinotro 298 PORTA_testi.indd 298 16/03/11 11:43 664 mascarinaonaVedi coo!elgiugaghlee,tuttalee,lՏChe persona,ladetajelqualetalS perovett,elspass,elfdelingraziaLa tett,diinnanzsporgelS sciancona,laafianchdecuuelsvergnelE redond,brasciottquijS portament,elscavij,dicolorelS sbirent,oggionquijS fond.ininscimadetuttcosssInsomma sguanguanonn,ituccdesguanguanaAh cattada,lhoobolgirona,lachLՏ camaradacolchLՏ Marchionn!despallaisbavazzassA legn,defraadeSangue vos,lasquajattdechepmancaNo nos,ipestitepoeE segn!elportanndeteepezzonperChe maneradonamdefoeuraSeva dannaa!tantopmaistaasontnoChe infuriaaadreevooGhe calchera;laperdentefoeuratuttperDe nagott,pscoltiNo lueleevedireson,aptradooNo 668 672 676 680 684 vedo una mascherina che lei, tutta lei, da giocarci la testa! | Suo, tale e quale, il taglio della persona, la grazia nel fare il passo, suo il modo di fare la piroetta, suo lo sporgere avanti le tette, e il dimenar il culo di fianco, alla sciancona [come una sciancata], suoi quei bracciotti rotondi, suo il colore delle caviglie, suo il portamento, suoi quegli occhioni sbirri [maliziosi], insomma sua ogni cosa da cima a fondo. | Ah! baldracca di tutte le baldraccone, qui la buggerona, lho sorpresa, qui col camerata a sbevazzare alle spalle del Melchiorre! Sangue di frate di legno, non manca pi che di scoprirti la voce, e poi ti pesto le noci [ti scapriccio], che per un pezzo ne devi portare il segno! | Ero fuori di me in una maniera che non sono mai stato cos dannato! Le vado dietro infuriato dappertutto fuori e dentro la calca; non ascolto pi nulla, non sento pi ragione, vedo lei e lui 299 PORTA_testi.indd 299 16/03/11 11:43 688 s,brasciassabottOn cazzott.defiradaonagimE guerra!ladeciaraalՏallon,l,Alto tira,messeda,pia,para,redaj,Daj, lira,depesciadePugn terra;percuucoltriituccReussissem infinadossrivaNe m,nchepesgturchcinquoquatterDe insc,vestiiGendarma camarin.inslanzdemenenneChe compii,grazios,respettor,bravoonL scenna,latuttapartddiscoltaEl lordennapasconpoeE trii.tuttamascheriviatirDe peeinalloradrizziMe porcononlampooonvardallaPer faccion,eldesquattA lee...mingalՏfioeuj?...m,disiiE, faa!maicosshooAjutt,Madonna!Cara fall,elconfessiperdon,domandiGhe mendallsebissiGhe volentaa;shandanee,tuttaMagara sortdepreghiePiangi mchefoeuratusscoss;giustaseChe 692 696 700 704 708 a un tratto abbracciarsi e io gi una rifilata di cazzotti. | Alto l, allons, dichiarata la guerra! Di, ridi, para, prendi, rimesta, tira, pugni e calci da orbi, riusciamo tutti e tre col culo per terra; ci arrivano addosso infine quattro o cinque turchi peggio di me, gendarmi vestiti cos, che ci menano di slancio in camerino. | L un bravo ispettore, grazioso, compto, ascolta dalle due parti tutta la scena e poi con buona pace ordina di tirare via le maschere a tutti e tre... Mi drizzo allora in piedi per guardarla un poco la mia porconona a scoprire il faccione e, dite ora, gente?... non mica lei... | Cara Madonna! Aiuto, cosa ho mai fatto! Le domando perdono, confesso lerrore, le esibisco di emendarlo [mi propongo di rimediare] magari con tanti soldi, se vogliono; piango e prego in modo tale che si aggiusta ogni cosa; tranne che [per] me, 300 PORTA_testi.indd 300 16/03/11 11:43 712 lstagacheBoeugna ripport.elsmanddelresonlaPer nass,checossafioeuj,adess,mScoltee mond!delcossdidissequandvardee,E fondincherespettor,Quell lass,perseghonpastorott,bononLeva loeughquelldeincheVedend stoemeelfrecc,delgeraaSarev lu,comelubrascSott foeugh.alguardicojquarterinmenammPer dent,devoocheluss,dervchelquellainE fioron!Ahm!...troeuvichiCribbi! Tettonlalee,giustLee, sargent;colesartcolmamma,laCon boccalaaGhaveven lrestaahinecaraffa,laquatterTutt mvardammaCojoni mocca.onafnoeucconbattnSenza lincantrompafoeura,fallaaprimmEl maneradonabajaahoochem,staaSont davveraturchonnanchChe oltertant:bajpossuulavaravNo cantegora,insevaleePer pass;stoasevaleeperpreson,inleePer 716 720 724 728 732 bisogna che stia l per la ragione di mandar su il rapporto. | Ascoltate ora, gente, cosa ne nasce e guardate, quando si dice le cose del mondo! Quellispettore, che in fondo era una buona pasta, una pesca lassa, vedendo che in quel luogo sarei gelato dal freddo, mi prende sotto braccio, lui stesso, per menarmi a quartiere con le guardie al fuoco. | E in quella [nel momento in cui] che apro luscio, che vado dentro, cribbio!, chi trovo io!... Ah, figlio dun cane! Lei, proprio lei, la Tettona con la mamma, col sarto e col sergente; avevano in bocca tutti e quattro la caraffa, e sono rimasti l, coglioni, a guardarmi senza battere un occhio n fare una piega. | Il primo a farla fuori, a rompere lincanto, sono stato io, che ho abbaiato in una maniera che nemmeno un turco vero avrebbe potuto abbaiare altrettanto: per lei ero in cantilena [sulla bocca di tutti], per lei in prigione, per lei ero a questo passo; 301 PORTA_testi.indd 301 16/03/11 11:43 fegurassdonchPodii legora.staadedreemsevacagnazzChe 736 spergiuralafranconafrancaleeMa parfamelaterra;laciel,El m,sonttraditorChel cura:melachesa,lechelpezzonlՏChe 740 tradasՏlachedisLa cattamm;avegnperappostaMarada infamm,porchonsontChe lucciada!onadonn,dilusoagi,E 744 rid,pernancapiangavedposscheM moresin,deventipocchapocchA vesin,settiseMe did.istrengighepooonbetteghi,pooOn 748 sgorattamelapooonLee ciapp,lassassnoperusellonCome d:selapoeinfinMa 35Pacie cielebrata!elaria,inCaraffa 752 poddecheadesscalavameNo respettor,colpastizzprimmelsGiust maggior,sargentsurelE lՏ,chemennapoltbravoquelllՏChe 756 potete dunque figurarvi che cagnazzo ero io dietro a questa lepre. | Ma lei franca, franchissima, spergiura il cielo, la terra, fa apparire che il traditore sono io, che un pezzo che lo sa, che mi cura: dice che si data ammalata apposta per venire a sorprendermi; che sono un porco infame e gi, come usano le donne, uno scoppio di pianto! | Io che non posso veder piangere nemmeno dal ridere, a poco a poco divento tenero, mi siedo vicino, un po balbetto, un po le stringo le dita. Lei un po mi rifiuta, come un uccello, per non la |celebrata!Pace sciarsi prendere, ma infine poi mi si d: caraffa in aria, e Non mi mancava adesso che di poter aggiustare il primo pasticcio collispettore, e il sergente maggiore, che quel bravo menapolenta [intrigante] che , cinquedivaloredeldargentomonetaunasuleggevanosicheParole35 (Isella).BonaparteȥileIIFrancescotraLunvilledipaceladopoconiatalire 302 PORTA_testi.indd 302 16/03/11 11:43 viacorrelfatteDitt 36crosononindreeportacheltanttrusciaelE rogazionaichequijDe mia.settosessottciappavunOgni 760 paga,chemsontallon,alto,noeuva,staA boccarada!onoltrafiojallegherGi passada:lՏmotriaLa vaga;lacheesciori!iporchinun,Viva 764 coldcoldaddritturaE festalasuindonn,cojsmorbiandTorni, restachequelltuttgodA sold.vintmdelquattrinlultemaFina 768 grass,sabetalfinamaipontstoDe l,echdevoeultainstaasemmchetantCon d,dachՏquelldA lumentass.dechminemelavuughhooNo 772 festinonalevaseLee stava,lamconm,conballavaLa cicciarava,lamCon vesin.saldom,eleeelee,emE 776 detto e fatto corre via e briga tanto che porta indietro un crocione di quelli che, alle rogazioni, ognuno abbraccia sei o sette miglia. | A questa nuova, alto, allons, sono io che pago, gi allegri!, gente, unaltra boccalata! il broncio passato: viva noi, porchi i signori! e vada come vada; e addirittura caldo caldo torno, scherzando con le donne, alla festa a godere tutto quello che resta, fino allultimo quattrino dei miei venti soldi. | Da questo momento fino al sabato grasso, con tanto che siamo stati in giro di qui e di l, a dire quel che da dire, non ho avuto il minimo che di [cui] lamentarmi. Lei se era a un festino ballava con me, stava con me, chiacchierava con me, e me e lei, e lei e me, sempre vicini. | lassolu-simboleggia cristiano rito nel croce, la mima che gesto Il 36 nei campi, dei benedizione di cerimonie alle allude Porta Qui zione. territo-il tutto includere vorrebbe dellofficiante ampio gesto il quali ri-dellassoluzioneallampiezzaalludereper),sesosettmia(intornorio Marchionn.dacevuta 303 PORTA_testi.indd 303 16/03/11 11:43 siaghequantperc:inancaqualeTal strasora,edoradquijinversinAndaa dessoratrovaaghhooNo ombria.dammpodesschenissunmaiMai, impesadalsaldoLee sguggi,aadreecardega,lasucuuCol dtuttadavagheLa giornada.laderetajituccgodA desgaggiadonna,chetosa!bravaChe dor!tosachem)detrain(Diseva restor,elproppidessLha Marchionna!cladefecedioEl stidejaadreemattE direcuntavaeansiosCuntava patdeChaveva maraveja.stacamenammDenanz s,triidiquelld,bellquellFinalment battajondonspontprimmalSaludaa cappon,barbasgian,Docch, coc,emerlalorocch,gasgiott,Quajott, slfissaadQuell dusijrazzstituttconcompagnammPer legrij,meeicompE lu.ancadighi,finalment,comparsLՏ 780 784 788 792 796 800 Tale e quale anche in casa: per quanto le sia andato vicino in quei giorni a qualunque ora mai, mai nessuno che potesse darmi ombra. Lei sempre l, impicciata con il culo sulla seggiola, intenta a cucire, ci dava a tutta [ce la metteva tutta] per sfruttare tutti i ritagli della giornata. | Che brava ragazza! che buona-a-far-tutto (dicevo tra me), che ragazza doro! Deve proprio essere il ristoro, il dio la fece della casa Melchiorre! E matto dietro a questidea contavo ansioso e ricontavo i giorni che dovevo patire prima di menarmi a casa questa meraviglia. | Finalmente quel bel giorno, quello dei tre soli, salutato al primo spuntare da un battaglione di oche, barbagianni, capponi, quagliotti, gazzerotti, allocchi, merli e cuculi, quel giorno fissato lass per accompagnarmi con tutte queste razze duccelli e dar compimento alle mie allegrezze, comparso finalmente, dico, anche lui. | 304 PORTA_testi.indd 304 16/03/11 11:43 pront:inevaTuttgrass.sabetbellelLeva parada;graninprimalaperTettonLa strada,in37fiaccalafinGi pont,tuttdeecampagnafiaccaOna dmezzinnanzchemoeudPer 38BologninelBrovettinadreegiLeva padrinduuaifacciaIn m.abolognallaascricciattsoeuaiE allon,laltoBrovett,infaccelFornii 39cura,laaancagaloppetrottvaSe addrittura,pasteggalPoe 40ballon,dirassegnalaapoecors,alPoe 41Lentas,alCarchen,alPoe risott,alpoeeCanobbiana,laa42Re,Al 804 808 812 Era il bel sabato grasso. Tutto era pronto: la Tettona per prima in gran parata; persino la carrozza in strada, una carrozza da signori e di tutto punto, per modo che prima di mezzogiorno il Bolognini era gi in Broletto in faccia ai testimoni e ai due scribacchini a sbolognarmela. | Finito il fatto [la cerimonia] in Broletto, alto l, allons, si va trotto e galoppo anche in parrocchia, poi al banchetto addirittura, poi al corso, poi alla rassegna dei palloni, poi al Carcano, al Lentasio, al Re, alla Canobbiana, e poi alla risottata, 27.nota32,cfr.fiaccaPer37 civile.statodidellufficialerealenomeileraBologniniGiacomoGian38 esi-dagiustificataiӥvocaledellacadutalacuria,perstaCura39 rima.digenze pas-colorati,sfericilampioncinidasegnalateeranoballodasaleLe40 ballo.dasaleallevisitafarquindisignificapalloniӥirassegnainsare Romana,PortadiCorsoinsititeatridueeranoLentasioeCarcano 41 pi.esistenonoggisecondoil Re),(CarlogestivalochedellimpresarionomedalRe,delTeatroIl42 Salvatore.Sandicontradanellasorgeva 305 PORTA_testi.indd 305 16/03/11 11:43 43Carott,aimessalaaPoe 45Cambias.delinrosolialpoe44tortij,aiPoe 816 p,possenndesaggstaasemmquandInfin m,nleendaghpossevemnoChe dormacaandaaSemm s.levenolterichelorainGiust 820 cappon,orocch,m,Adess barbasgian,occh,quajott,coc,Merla, baccan,purfeeFiscee, bon.alsemmchescarpagoss,adentDegh 824 luss,deinleedentintrammfioeuj:TantՏ, viascappavedemmec,inleeVegnimm legriaderestpocchQuell esuss.onstaalՏindree,ddipasdeE 828 desgraziaapontstoDe cattabuj,cheguerr,chepstaaghՏNo garbuj,pastizz,Trappol, stermenaa.cornaeregireGir 832 poi alla messa alle Case Rotte, poi ai tortelli, poi al rosolio dal Cambiasi. | Infine, quando siamo stati sazi da non poterne pi, che non potevamo dargli [farcela] n lei n io, siamo andati a casa a dormire proprio nellora in cui gli altri si levano. Adesso mo, allocchi, capponi, merli, cuculi, quagliotti, oche, barbagianni, fischiate, fate pure baccano, dateci dentro a squarciagola che siamo al punto. | TantՏ, gente: entrarmi dentro lei nelluscio, venirmi lei in casa, e vedermi scappare via quel poco resto di allegria e di pace dei giorni indietro stato un jesus [momento]. Da questo punto disgraziato non cՏ stata pi che guerra, che putiferi, trappole, pasticci, garbugli, giri e rigiri e corna sterminate. | alla Teatro del pressi nei Rotte Case delle Giovanni San di Chiesa 43 Scala. duran-mangianomilanesiichefritteciambelleasimilidolciSono44 carnevale.ilte teatro.ilpressoScala,dellapiazzainCambiasi,Caff45 306 PORTA_testi.indd 306 16/03/11 11:43 bosarda,leeciocchera,leecagna,Lee desgarbada;leccarda,Lenguasciona, sfacciada,imbrojona,Lee testarda;lunatega,Starlattona, 836 slandrosa,leezavaj,Lee baltrocch,dicappaleesguanguana,Lee pocchinfioj,Vardee, sposa?stalevabeleedebocconChe 840 scardigiesdprimmelAddrittura correr,icomegentstrasoraeDora patter,roffiann,Soldaa, mar.deportonchepusseeborianCan 844 46faxall:onlevacLa seccamincion;onlghevabottOgni patronpnanchSeva fall.possdebesognonlicenza)(Con 848 revedess;abocca,dervivapoeSe cattafira!abestemmitecc!leclaGi lira:debajadSbraggiad, vegness;mechemanchellՏfottuuporchDel 852 momentognighevaE Lei cagna, lei beona, lei bugiarda, linguacciuta, golosa, sgarbata; lei imbrogliona, sfacciata, spendacciona, lunatica, testarda; lei sciamannata, lei svergognata, lei puttana, lei capa di baldracche, guardate, gente, in poco che boccone da trastullo era questa sposa? | Addirittura il primo giorno su e gi dalle scale a ogni ora gente come i corrieri, soldati, ruffiane, rigattieri, cani di ogni razza peggio che un porto di mare. La casa era un Vauxhall: a ogni botto [momento] cera l un seccaminchioni; non ero neanche pi padrone (con licenza) di poter fare un bisogno. | Se poi aprivo bocca, arrivederci; gi la casa e il tetto!, bestemmie in sfilza!, urlate, abbaiate senza fine: del porco fottuto il meno che mi venisse [detto]; e cera in ogni momento di divertimenti parco del nome il Vauxhall, per idiotismo Faxall 46 Necaos.eaffollamentodisinonimotempoquelindivenutoLondra, quel-innome,stessolodatovennecuiaMilano,aancheunoapertofu Marina).strada(alloraMarinaviaoggichela 307 PORTA_testi.indd 307 16/03/11 11:43 cusammdeariaperconclusionLa lammbonnquijaDenanz sargent.soldaadelesartsoldaaDel mnchemejgalantommduustiE mia,cinlorfestiComandaven via,menavenlaLor d,denocc,decatt,dnancaSenza quellaarivaafinsontE pasteggi,delorpocchquijdeviaChe c,inlevaalloraChe avella.possdedormagraziaLeva dolorcheconpensdomPodii desbriada,emattainscvedevaLa visadagiamSibben 47cogitor.delcurat,delvoeultMillia desperassdelpiang,Del f;maipossuunhooseanch,purfaaNhoo cdelonoraadreeE pass.listessdeanmdeslenguavaGhe strambavitastastajaghapoeinfinMa sgonfiamentontempafoeurasoltaa compagnamentsCol 856 860 864 868 872 in aria la conclusione [decisione] di accusarmi dinnanzi a quelle buone lame del soldato sarto e del soldato sergente. | E questi due galantuomini, meglio di me comandavano le loro feste in casa mia, la conducevano via senza neanche dire catt, di notte di giorno, e sono arrivato al punto che, a parte quei pochi momenti del pasteggiare, che allora era in casa, era una grazia poterla avere a dormire. | Potete solo pensare con che dolore la vedevo cos matta e sbrigliata, sebbene gi avvisata mille volte dal curato, dal coadiutore. Del piangere, del disperarsi, ne ho fatto pur anche, se mai ne ho potuto fare; e dietro allonore di casa mi ci struggevo anchio dello stesso passo [allo stesso modo]. | Ma infine poi, a dare un taglio a questa vita stramba saltato fuori a tempo [nel momento giusto] un rigonfiamento [gravidanza] col suo accompagnamento 20.nota32,cfr.cogitorPer47 308 PORTA_testi.indd 308 16/03/11 11:43 876 gamba;inmalderincress,degomit,De ari,ibalcaache,moeudDe mes,quajperrequidepooonquistaaHoo pesbonperPagaa salari.eltuttpetittinspendeghCol daneeaiquantspend;pascienzas!Ma bonstaafusseninscevegnen,eVan reson,intrfaghDe adree.traghjanagottastaasaravChe questaSentiicorna...onMa gajarda,plainfin,lultemalՏChe guardaveSignorelcheE tempesta.stadecan,onfussmai,eQuant p,pocchspos,sevachemessesLeva landanaconviaandavencossiE terzana,feverlaDe s,pooongi,pooonmaa,donben,dOn sirabellaonaQuand bottiadesoletalcatorndelIn onombriadreevistsontMe mira.detujessmechevundeCome mee,fatteaitendicheommsontcheM gent,lafdechabbengiustdeComՏ ment,afaananchsquasghhooNo 880 884 888 892 896 di vomito, di svenimenti, di malessere; di modo che, calate le arie, ho acquistato un po di requie per qualche mese, pagate per a buon peso [profumatamente] col spendere in appetiti [voglie] tutto il salario. | Ma s!, pazienza spendere; quanto ai denari vanno e vengono, e cos [se] fossi stato buono [capace] di farle entrare ragione [farle capire qualcosa], sarebbe stato nulla tirarglieli dietro. Ma un corno... Sentite questa che lultima, infine, la pi gagliarda, e che il Signore vi guardi tutti quanti, foste anche un cane, da questa tempesta. | Erano sei mesi che eravamo sposi, poco pi, e le cose andavano via con landazzo della febbre terzana, un giorno bene, un giorno male, un po gi, un po su, quando una bella sera, nel tornare a casa [come] al solito dalla bottega mi sono visto dietro unombra come di uno che mi prendesse di mira. | Io, che sono uomo che bada ai fatti miei, comՏ giusto che debba fare la gente, non ci ho quasi neanche fatto mente [caso], 309 PORTA_testi.indd 309 16/03/11 11:43 indree;voltammsenzainandavaE 900 Liron,alstaasontquandMa slanzdecostcaff,elvoltaainscL innanz,soltonfameEl button.oncontmurelcontratrmeelE 904 cilandondemonioncostLeva colzonascduusconsgiacch,inVestii pajasc,detiraDe magnan;oncomebarbisatuttvoltCol 908 sgarpoefavaEl nisciorin,onlariaperindreeInnanz sesinelstrengfDe m.acheolter48Boemia,onamezzaA 912 portell,malmiraingiusteDenanz, ombriaonoltrastradalaamezzinGheva legriafammperinscChe tarell.oncontprejsuipestavaLa 916 casmelstaasaravEl prepotenza,lagnocchicontrebattDe prudenzausaahooinscambiMa pas.lapersagrifizzistofaahooE 920 e andavo avanti senza voltarmi indietro; ma quando sono stato al Nirone, l cos, svoltato al caff, costui di slancio mi fa un salto davanti e mi butta contro il muro con uno spintone. | Era costui un demonio dun tanghero vestito in giacchetta, con due calzonacci di tela da saccone, col volto tutto baffi neri come un calderaio; e faceva poi fischiare avanti indietro per laria un nocciolino [verga di nocciolo] da far stringere il culo a mezza Boemia, altro che a me. | Pi avanti, e giusto dirimpetto alla mia porta, cera in mezzo alla strada unaltra ombra che, cos per farmi allegria, pestava sulle pietre con un randello. Sarebbe stato il caso, da parte mia, di ribattere con i cazzotti alla prepotenza, ma invece ho usato la prudenza e ho fatto questo sacrificio per la pace. | ifra vigore in disciplinare severit proverbiale alla Riferimento 48 boemi.soldati 310 PORTA_testi.indd 310 16/03/11 11:43 menterquelldeinchper,inutelTutt c,inscappper49sghimbiettonmolligheChe ciappasentuusontMe denter;mitaaefoeuramitaaportellSul 924 cuu,delinpeecojlE sass,sujgattonainscsevaqualeTal passeldesgorgfanMe duu.lorancacortindentvegnenE 928 don,invitaLaSignor!m!poverOh scar,dipdelvostuttaaSbraggiava sgarmeeaiadreelorE sgiaffon:legnad,pesciad,lorbaainscGi 932 lumm,oncomparInfin 50sabettdeimpienissenselobbiI ett,ondsenzaquij,E fumm.invaneportalagambaCiappen 936 comparavedmecheTetton,La sanguanent,tuttrabuffaa,tuttsporch,Tutt spavent,tantoinvaLa partur,deldoloriciappagheChe 940 Tutto inutile per, perch in quel mentre che gli mollo uno scambietto [lo depisto] per scappare in casa, mi sono sentito prendere sulla porta, met fuori e met dentro; e l a calci in culo, tale e quale ero cos a gattoni [carponi] sui sassi, mi fanno sgorgare il passaggio e vengono dentro nella corte anche loro due. | Oh povero me! Signore! La vita in dono urlavo a tutta voce ai piedi della scala, e loro dietro ai miei urli, gi allorba [senza guardare, dove capita], pedate, legnate, schiaffoni: infine compare un lume, le ringhiere si riempiono di zabette [pettegole], e quelli, senza dire un ette, prendono a gambe [levate] la porta e vanno in fumo. | La Tettona, che mi vede comparire tutto sporco, tutto rabbuffato, tutto insanguinato, va in tanto spavento [si spaventa tanto], che le prendono i dolori del parto, de-osbilanciarevuolesicuiconimprovvisoscartoloSghimbiett49 19).notae221v.29,sghimbiaa(cfr.lavversariopistare pro-nomedalderivatopettegola,curiosa,donnadisinonimoSabett50 27).v.,Febrar182;v.57,73;v.56,138;v.52,(cfr.Elisabettaprio 311 PORTA_testi.indd 311 16/03/11 11:43 conversionisoltaGhe oninguilla,comeleccsulsguizzalaChe tegnilla,afdeDav strangojon.edeliquigiontadeE comaa!lazerusegh,elprest,Alto asee!panncald,foment,solass,Acqua, indree,innanzVesinn mercaa;fanplaten,tuccdottoren,Tucc nott,mezzavenIntant peggiora,ladonnalamaa,elGajarda loradebottalpontinE masciott.bellonlՏlՏ?cossaoe!Oe, Signor,algraziaben,tantcossiandaaHin sattisfazionlatantastadaLՏ occasionquellainavuuhooChe amor,sdelgrandainscproeuvastaPer ppensaahoosciavo,Che, caprizzi,soeuainindree,tempdelguajaiN stremizzi,delprigueralN s.cattaahoocheburattdelbrusoralN adreestavaghedamormattecoldMa freguj,infammvorsuufinChavarev puj,dedoeuv,furiaaE 944 948 952 956 960 le saltano delle convulsioni che schizza dal letto come unanguilla, daver da fare [da far fatica] a tenerla, e per giunta deliquio e stranguglioni. | Alto, presto, il cerusico [chirurgo], la comare!, acqua, salassi, fomenti, pannicaldi, aceto! Vicini avanti indietro, tutti dottori, tutti la sanno lunga, fanno mercato; intanto viene mezzanotte, il male si fa gagliardo, la donna peggiora, e in punto al tocco delluna: Ohe, ohe!. Cosa ? un bel maschiotto. | Le cose sono andate tanto bene, grazie al Signore, stata tanta la soddisfazione che ho avuto in quelloccasione per questa prova cos grande del suo amore che, ciao!, non ho pensato pi n ai guai del tempo passato, n ai suoi capricci, n al pericolo dello spavento, n al bruciore delle batoste che ho preso. | Ma caldo e matto damore le stavo dietro che avrei perfino voluto farmi in briciole, e a furia di uova, di polli, 312 PORTA_testi.indd 312 16/03/11 11:43 51cervellee,dimejordelformajDe 964 struzziamm,defuriaA dorm,senzaintreghnoccdistDe dquindesinmissaLhoo pagamm.possdeportadalaA 968 mattina,onachestaalՏpagamentEl disn,perbottialadeTornand clanettaTroeuvi monfrina.ladenterballposseghDe 972 strasc,oncamisa,onaP 52ramm,onpiatt,oncoverta,onalenzoeu,onP infammladralaleeE soldarasc.elcrappa,lafaScappada 976 tradiment!cheinfamitaa!cheGesus! palpee;demottaonaterrainTroeuvi lee,deletteriLeggi patent,eciarsartcollintrighVedi 980 cognizioninvegniE guantin,delquellbegliett,ellevasChe di formaggio del migliore salumiere, a furia di struggermi, di stare notti intere senza dormire, lho messa in quindici giorni alla portata di potermi pagare. | Il pagamento stato che una mattina, tornando dalla bottega per desinare, trovo netta la casa, da poterci ballare dentro la monferrina. [Non] pi una camicia, uno straccio, [non] pi un lenzuolo, una coperta, un piatto, un rame, e lei la ladra infame scappata a fare la vacca, [con] il soldataccio. | Ges!, che infamit!, che tradimento! Trovo in terra un mucchio di carta; leggo le lettere di lei, vedo lintrigo col sarto chiaro e patente, e vengo a cognizione [a sapere] che suo era il biglietto, quello del guantino, insac-tipicoun,cervelaadivenditoreilpropriamente,era,Cervellee51 genericamen-vendonochecoloroindicaestensionepermilanese,cato 1).nota38,(cfr.insaccatite rame.ineranopadelleepentolePortaditempoAl52 313 PORTA_testi.indd 313 16/03/11 11:43 infinsladrament,elS buratton.delfattdonbirbaquellAnch 984 bullorprimmdepassion,destatquellIn can,oncomemscannaaforssarevMe manlatertegnimmaSe amor,carquellmentinvegnevameNo 988 angerottell,carrQuell bambin,mdelinnocentpoverQuell settemin,nanchlՏChe bell.lՏchetantann,donsquasiparelE 992 chstaasiichecoeurdetenderFioeuj cortesia,conlumentmeeiscoltA via,passdeInnanz m;conpiangiiconsolemm,Compatimm, 996 Marchionn,colPiangii quell,msontcheMarchionnpoverCol bordellatiraaeStriaa bolgironn.ituccdecappalaDa 1000 suo il ladramento, sua infine anche quella birbonata del fatto della bastonatura. | In quello stato di passione, di primo bollore, mi sarei forse scannato da me come un cane, se a trattenermi la mano non mi veniva in mente quel caro amore, quel caro angiolettino, quel povero innocente del mio bambino, che non neanche settimino, e pare quasi di un anno, da tanto che bello. | Gente tenera di cuore che siete stati qui ad ascoltare i miei lamenti con cortesia, prima di andare via compatitemi, consolatemi, piangete con me; piangete col Melchiorre, col povero Melchiorre, che sono io quello, stregato e tirato in bordello [in malora] dalla capa di tutte le imbroglione! 314 PORTA_testi.indd 314 16/03/11 11:43 48 La poesia stata scritta nelloccasione che lImperatore Francesco I, nel 1816, visitava il Lombardo-Veneto e che dai Veneziani veniva sollecitato a dare alla Venezia unamministrazione distinta da quella della Lombardia (Salvioni). Alla notizia Porta risponde con queste quartine che danno voce, una volta di pi, al suo genuino sentimento di patria (non solo municipale). Apparvero per la prima volta nel lombar-cospirazionileeMilanovolume di Giovanni De Castro te-altre ediariicaricature, lepoesie,legiusta(1814-1820)de , pubblicato a Milano nel 1892.tempideistimonianze R.I.M.S.IMPLORARONO1816DELCHEVENEZIANIAI MILANODADIPENDENTIESSERENONPER Venezian!bravicheMa momentellorcattaaLhan ItalianmostrassDe bujent.ecoldPatriott 4 desteseciardittlhanGhe allImperatorlu,aPropri MilanesvoeurennoChe lor;desoalItaliaIn 8 sovrannagentperfattdeE bordegaa,edittfaa,hanChe IM-MAEST SUA IMPLORARONO 1816 NEL CHE VENEZIANI AI MILANO DA DIPENDENTI ESSERE NON PER REGIA PERIAL Ma che bravi i veneziani! Lhan trovato, loro, il momento di mostrarsi italiani patrioti caldi e bollenti. | Glielhanno detto chiaro e disteso proprio a lui, allimperatore che non vogliono milanesi nellItalia tutta loro; | e di fatto per gente sovrana che ha fatto, detto e sbrodolato, 315 PORTA_testi.indd 315 16/03/11 11:43 cannalavaghegiust,deLՏ nobiltaa!desegnonlՏChe 12 indegnagentsemmnun,aQuant gloria,tantaconmesciassDe insegnaperportemcheNun sciloria.esgrisciapaesDel 16 1Pantaloni,carlAndee soddisfaa,fagaveDio mincionipovernunperChe cobbiaa.malchesollmejStemm 20 giusto, ci va la canna [da passeggio] che un segno di nobilt! | Quanto a noi, siamo gente indegna di mescolarsi con tanta gloria, noi che portiamo per insegna del paese terra dura e aratro. | Andate l [allontanatevi] cari Pantaloni, Dio vi faccia soddisfatti, che noi poveri minchioni stiamo meglio soli che male accoppiati. ti-dellanomeilconveneziani,iapostrofatiironicamentesonoCos1 avaro.ericcomercantedelpopolaremascherapica 316 PORTA_testi.indd 316 16/03/11 11:43 49 Scher-Liberata, Loccasionedelcomponimentofuunaparodiadella ,scrittadaAlessandro TassodelXVICantoIlХconversionedizo Manzoni ed Ermes Visconti nel 1817, che pass di mano in mano fra gli amici e fra i sodali della cameretta portiana, suscitando una composta ma vivace querelle. Tommaso Grossi dispiaciuto pel nuovo sacrilegio commesso contro il povero Tasso, di cui era appassionato ammiratore, sollecit a Porta una risposta difensiva ma, come questi ripete in pi duna lettera, i versi non hanno voluto venire. Nella missiva del 16 agosto 1817, per, a questo proposito, si legge: Non ti mando il poco che ho fatto per due ragioni; la prima perch il lavoro fatto non che un esordio [...] la seconda perch un lavoro che rimarr in eterno quello che [...]. Vesti dunque pazienza, e comandami tuttaltro, ma tuttaltro che non sia versi. Il testo, rimasto incompiuto, va dunque datato allagosto del 1817. I versi 1-27 apparvero nelledizione Grossi del 1821, ma per leggerlo completo degli ulteriori 71, bisogne Tom-EPorta Carlo Di milanesi Poesie rattendereilvolumedi ,pubblicatopressoAmaliaBetto-Inedite AlcuneConGrossimaso .PortaCarloAni,nel1869.DelioTessavisiispirperlasuapoesia TASSDELAPPARIZION miaon1LuduigaportadeFoeura fontaninduutrainsinistralaSu ombriafaghechepiantdefildtrainE sentirolinonghՏEl FuoridaportaLudovicaunmiglio,sullasinistra TASSODELAPPARIZIONE fra due fontanine e fra due file di piante che gli fanno ombra, cՏ un sentierolino, compresanon citt, dellaantichepi(pusterle) portedelle una Era 1 che limite il Era demolita. fu 1827 nel Milano, di principali sei lefra campagna.lapertaeurbanoterritorioilfraconfineilsegnava 317 PORTA_testi.indd 317 16/03/11 11:43 delizios,patetegh,Solitari, praa,iperdentzacchzicchaperdseChel faaappostaparelE penseros.donmalinconijiPer 2pisspissdelviainsc,L uscioeu,disbottisschedacquasbilzquajDon rossignoeu,dongorgheggquajdonVia lontanlontan,lontan,versquajdeO can,donomanzettDon 3ettonsentgheseNo quiett.larompaChe passion,laljuttainsclcossTutt passduufaananchsՏN quellombriatrapiant,quijtraacqu,quijTra magon,certdonquattassasentseChe trasportassasentSe malinconiadeestescertoDon perchelsavsenzaoeuccisgonfiaChel pias.fachepiangdonpiang,asforzaelE scoldamentdestatstodeinAppunt stradella;stasusolettsolljerSeva sellasottTasselGhaveva ment,indesgrazzisoeuiE 5 10 15 20 25 solitario, patetico, delizioso, che si perde a zig zag dentro per i prati, e pare fatto apposta per le malinconie di un pensieroso. | L, fuori del piss piss dun qualche sprizzo dacqua che sgorga da un chiusino, fuori dun qualche gorgheggio dun rosignolo, e di qualche verso lontano, lontano, lontano, dun manzetto o dun cane, non ci si sente un ette che rompa la quiete. | Ogni cosa l aiuta la passione, non si neanche fatti due passi fra quelle acque, fra quelle piante, fra quellombra, che ci si sente a velare dun certo magone, ci si sente trasportare da una certa estasi di malinconia che gonfia gli occhi senza sapere perch, e forza a piangere, dun piangere che fa piacere. | Appunto in questo stato di passione ero ieri solo soletto su questa stradella; avevo il Tasso sotto lascella e le sue disgrazie in mente, scorre.chedellacquafinegorgogliareilindicacheonomatopeicaVoce2 24.nota47,cfr.ettPer3 318 PORTA_testi.indd 318 16/03/11 11:43 foschescurpdovetratt,ontuttQuand rammdifoltelpersuturnopE bosch,onarboriFan succudasentiMe fojamm.diinimprovvisstrepetonDa d:elscurissseMe pee,isottterralatraballaMe lumentonscoltipiant,idondaStarluscia, ventdoncometegnuu,tegnuusord,Sord filidur,itrascincaabrontollaChe pagur.diemortdilumentelCome Maria!Gesuss,spontavediE fojascierovediTra unombrialongaLonga brasc.iincontraslongameevardameChe poss,nosgar...perfooscapp...perFoo convulsion,invoopee,iinstecchissseMe polmondifiaapocchelE goss.elperdentsperdseelerantegaEl dent,ipalper,ilaver,ipols,I narisimassell,I moviment;intucchinbatten,Solten, gi...borlisvegni...gibrancolli...Gi vosdetononbiccocchichequellainE pietoseAffabel 30 35 40 45 50 quando tutto a un tratto, dove gli alberi, per il folto dei rami, pi scuro e fosco e pi segreto, fanno un bosco, mi sento a scuotere da uno strepito improvviso del fogliame. Mi si scurisce il giorno, mi traballa la terra sotto i piedi, riluccica, dondolano le piante, ascolto un lamento sordo sordo, tenuto tenuto, come dun vento che brontola spezzato tra le fessure, come il lamento di morti e di paure. E vedo spuntare su, gesummaria!, tra i roveti e le sterpaglie, lunga lunga unombra che mi guarda e mi allunga le braccia. Faccio per scappare... faccio per urlare... non posso, mi si instecchiscono i piedi, vado in convulsione, e il poco fiato nei polmoni rantola e si perde dentro il gozzo. I polsi, le labbra, le palpebre, i denti, le mascelle, le narici saltano, battono, sono tutti in movimento; gi brancolo... gi svengo... cado gi... e in quella che [nel momento in cui] barcollo un tono di voce affabile e pietoso 319 PORTA_testi.indd 319 16/03/11 11:43 anm:gambdsujinrinfrancameEl dis...meelCarlo,Spiret, amistonsontCoracc galantomm.onSontcognossem...Vardem, quellombria,infissiioeucc...iSbaratti ommbellonlՏmaonombria,plՏnoE pelldecarna,deDoss, cortesiadeattdoninvardameChe mversvoltelsporgelE d...asarantCome quell?sontnooquellsontadess?minscE persona,dellafaabencompless,avolt,LՏ grass,cheputtostMagher spazios,quadraa,frontelLha zij:idistintArcaa, cavijbaffiBarba biond,elescureltrabisc,efoltinsemm,Taccaa redond,celest,viv,Oeucc penseros,postaa,Sguard suttil,lavergrandott,nasbianca,Pell fildlarga;Bocca uguaj,candid,spess,epiccoldentDe foeura,insporgentBarbozz spagnoeura...allagorigliacorpett,Manegh, mai...Saravelm...vedichiDio 55 60 65 70 75 mi rinfranca ancora sulle due gambe: Spirito, Carlo, mi dice... coraggio sono un tuo amico, guardami, conoscimi... Sono un galantuomo. Spalanco gli occhi... li fisso in quellombra, non pi unombra, ma un belluomo di ossa, di carne, di pelle che mi guarda in un atto di cortesia e sporge il volto verso di me, come sarebbe a dire... E cos adesso? sono quello o non sono quello? | alto, robusto, ben fatto nella persona, magro piuttosto che grasso, ha la fronte quadrata, spaziosa, arcuate, distinte le ciglia: barba baffi capelli attaccati insieme, folti e ondulati, tra lo scuro e il biondo, occhi vivi, celesti, rotondi, sguardo posato, pensieroso, pelle bianca, naso grande, labbra sottili, bocca larga; due file di denti piccoli e spessi, candidi, uguali, mento sporgente in fuori, maniche, corpetto, goriglia [collare di stoffa pieghettata] alla spagnola... Dio, chi vedo io... sar mai... 320 PORTA_testi.indd 320 16/03/11 11:43 Tass...?eltremant,dighimai,Saravel foppelldifasendceros,luE ganass,daimezzIn quell!proppisontCarlin,respond,meelS, genoeuggioninbuttimenommgranstoA ringraziallpercoeur,deadorallPer degnazion...tantaDe sort,quelladepoettononsclammi,Lu, Italian,diLonor mortsoeuilassm,perstincomedToeuss personainchvegnPer Milan?...detangheroncontparlA corona...quellaTasssurandoveela...Ma front...?quellasubeninscstavagheChe respond,meelCarlo,Ah... polmondajsCavand profond,epateteghsospironOn desgraziadacoronalaCarlo,Ah Manzon,talonchm,perpghՏlaNo Viscont...ErmestalOn strasciada!lhanmecoo,deltoltalhanMe ................. 80 85 90 95 sar mai... dico tremante il Tasso?, e lui, affabile, facendo due fossette in mezzo alle due guance, S, mi risponde Carlino, sono proprio quello!. A questo gran nome mi butto in ginocchioni per adorarlo di cuore, per ringraziarlo di tanta degnazione... Lei, esclamo un poetone di quella sorta, lonore degli italiani, prendersi questo incomodo per me, lasciare i suoi morti per venire qui di persona a parlare con un tanghero di Milano?... Ma dovՏ signor Tasso quella corona... che le stava cos bene sulla fronte...? Ah... Carlo, mi risponde, cavando su dai polmoni un sospirone patetico e profondo ah Carlo, la corona disgraziata non cՏ pi per me, che un tale Manzoni, un tale Ermes Visconti... me lhan tolta dalla testa, me lhan stracciata! 321 PORTA_testi.indd 321 16/03/11 11:43 50 Con questi versi Porta ritorna alla poesia, dopo linterruzione volontaria seguita ai guai legati alla diffusione della Prineide, con una satira contro il progettato ripristino delle confraternite. Il protagonista Meneghin, servitore illetterato ma pragmatico creato da Maggi, a cui aggiunge qui lepiteto di sempliciotto (Tandoeuggia) che in realt con i suoi occhi spalancati vede assai lontano. uno dei pochissimi testi in cui Porta usa come metro la terzina dantesca. Fu pubblicato per la prima volta nelledizione luganese. DESDOTTCENTVOTTMILLAOTTOBER19MILAN TANDOEUGGIAMENEGHIN 1TAJANAROCCHDONSCIURAL Epistola pcruzziasenolcheRocch,DonSicch, fraaighavaremmdavveraadessCh lu.poesaelchidecrettelottegnuunhaChel 3 MENE-MILLEOTTOCENTODICIOTTO OTTOBRE 19 MILANO BAGGIANO ROCCO DON SIGNOR AL BABBEO GHINO Epi stola Sicch, Don Rocco, non si crucci pi, perch adesso davvero avremo i frati, che lei ha ottenuto il decreto chi lo sa poi. | babbuasso otananan di sinonimo Cherubini per Tandoeuggia 1 probabil-individuare, da lorigine babbeo; ,sempliciotto cio degli meravigliata lespressione indicava si cui in modo nel mente, rima-visto, mai fatto un afronte di che, mente di corti eignoranti detto). sarebbe si ,tantdoeucc (con spalancati occhi gli con nevano volta prima la per trova si MeneghinTandoeuggia di personaggio Il DondellinterlocutorecognomeilAncheMaggi.diIlfalsofilosofone .Tandoeuggia asimile molto significatohaRocch 322 PORTA_testi.indd 322 16/03/11 11:43 pregaaefaatantolhaomasc!Pover colzon,igilassaalharesgielpoeChe faa.lhaghestiteghfusselquantperE 6 corporazioniquatterhinchedisSe prima,comefloreintornaranChe 2Biotton;Oblatt,Somasch,Barnabita, 9 prima,tuttaapocchittpooonParen comenzsulsemmchetrattandesMa scima.ladentinfiraghdecontentesspSe 12 vegnar,elpocchapoccharestEl loraflassemmequatterstiCiappemm l.saranquandalifoeuraslargA 15 sciorbonquellinfedtantaghhoomPer Milantorndehamoeura,chelinnanzChe, color.dognefraadeanmgrisTutt 18 Poveruomo!, ha tanto fatto e pregato che poi il reggitore [sovrano] ha lasciato [cadere] gi i calzoni, e per quanto fosse stitico glie lha fatto. | Si dice che sono quattro le corporazioni che tornano in flore come prima, Barnabiti, Somaschi, Oblati, Cappuccini; | paiono un po pochetti a tutta prima [a prima vista], ma trattandosi che siamo allinizio si pu essere contenti di infilargli dentro la cima [nella cruna, di cominciare]. | Il resto a poco a poco verr, prendiamo questi quattro e lasciamo fare a loro dallargare le ali quando sar [il momento]. | Per me ho tanta fede in quel buon signore che, prima che muoia, Milano deve tornare tutta grigia ancora di frati dogni colore. | 1533,nelZaccariaMariaAntonioSantեdafondatolordineBarnabiti2 cuiinMilano,a,brolioinBarnabaSandichiesettadallanomeilpresero Ge-sanda1563nelistituitolordineSomaschiPadriDeistabilirono.si cuiilpressoLecco,diprovincianellapaeseSomasca,aEmilianorolamo Lordine Manzoni.AlessandrogiovaneilistruitofuMeratedicollegio siaordinequestosiaBorromeo;Carloda1578nelfondatofuOblatidegli stes-dellosocialeereligiosapoliticadellastrumentifuronocitatiduei na-leggidallesoppressifuronomotivoquestoperancheBorromeo,so Cappuccini,deinomignoloil,nudoӥciobiottda,Biottonpoleoniche. Ba-daMatteodacirca1520nelfondatofuordinecuiilfrancescanifrati scalzi.esaiosolodelvestitipoichloroassegnatovennelepitetoscio, 323 PORTA_testi.indd 323 16/03/11 11:43 3DomenicanianmveddeSperi 4SegondGiuseppcheprimaComeven can.aigambidrizzdeintrigassseEl 21 mond!alalloralevachevivbellcheOh pell,latoeusssenzaciaccier,quatterCon tond;sulluperdeluloncPioveva 24 campanell,desonataffalandavaSe scioppadaladepuntelvegnevaquandE savell,senzacielintrovavaseSe 27 furugadaaoffizziiesuffraggiCh milliona5ottavariiemessiE fada.vessinnanzlistalagiustavenNe 30 Spero di vedere ancora i Domenicani comerano prima che Giuseppe II si intrigasse a raddrizzare le gambe ai cani. | Oh che bel vivere era allora il mondo!, con quattro chiacchiere, senza cavarsi la pelle [faticare troppo], pioveva lunto da solo sul tondo [piatto]; | si andava al banchetto al suono del campanello, e quando veniva il momento della scoppiata [di crepare] ci si trovava in cielo senza saperlo, | che i suffragi e gli uffici [funzioni] a valanga e le messe e gli ottavari a milioni ci aggiustavano la lista [dei peccati] prima che fosse fatta. | Guzmn di Domenico san da fondato fu Domenicani dei Lordine 3 elimperatore napoleoniche, soppressioni delle prima Ben 1216. nel po-sualaconsuccessivo,versoalcitatoII,GiuseppeMilanodiduca ave-stato, dello laicizzazione di epotere del accentramento di litica indi-nostalgiaLa religiosi. ordinideglibeninumerosiconfiscatova ironica.ovviamente,,terzinanellacata ile1780ilfraImpero RomanoSacro delimperatore fuIIGiuseppe4 Pa-cheLombardia, insoprattuttoriforme,diserieunaattue1790 iro-quitentativi,iapprezza nePorta;tempestaLanellodecriticrini cani.aigambeleraddrizzarepersforzocomedileggiatinicamente durano che penitenziale, carattere aanche devozione, di Esercizi 5 giorni.otto 324 PORTA_testi.indd 324 16/03/11 11:43 mincion,destanmortpoverimAdess fiamm,quijsoraghellonpcrodagheNo replezion.demoeurchepretonpghՏNo 33 famm,deanzipariccMoriraven 6stollaecottadeinzertonfussnolSe damm.dicanispassamenndepostEl 36 polla,laasottloeuvghemmchedeggiMa nass,dachhaquellRocch,Donnass,lassaChel parolla.dooghenlogaran,seossiE 39 dass,podachemejpdilՏpianelGi lombriaanespolicomeMaduraa 7frecass,diebordejditempdelFin 42 compagniaindrollidefiorfaalhanE mennallasanepoltlafanchequijDe polizia,ladebarbalasuAnch 45 balla,devundemsoochequellperE, mesteeituttmoeuddescompartiiHan falla.elcolpelsemelonelgiontigheChe 48 Adesso i poveri morti stanno da minchioni, non ci casca pi un soldo sopra quelle fiamme, non cՏ pi un prete che muore di replezione [indigestione]. | Morirebbero parecchi, anzi, di fame se non fosse un incerto di cotta e stola limpiego di menare a spasso i cani delle dame. | Ma gi che abbiamo luovo sotto la chioccia, lasci nascere, Don Rocco, quel che deve nascere, e le ossa si sistemeranno [al posto loro], le do [la mia] parola. | Gi il piano dei migliori che possano darsi, maturato come le nespole allombra fin dal tempo dei disordini e dei fracassi, | e lhanno fatto fior di furbi in compagnia, di quelli che fanno [la] polenta e sanno menarla [intrigare] anche in barba alla polizia | e, per quel che so io da uno della cricca, hanno spartito a modo tutti i mestieri [compiti] che ci metto la testa se il colpo fallisce. | oc-proventiqueisonostola)ecottadi(insertiinzertdecottaestollaGli6 217).v.62,(cfr.parrocchiapropriadellafuoriprestatiservizipercasionali Cisalpina.RepubblicaprimadellaanniagliAllusione7 325 PORTA_testi.indd 325 16/03/11 11:43 pee,ibiottconbiott,ciappcojquijfraa,I bassa,gentallamentadadestinaaHin 8vivee.delquijnaselpermennA 51 cassalabattdepretestelcontchQuist 9pian,quartaifinaoeuccieloreggiaPetten lassa.chelpeldallffelghՏsespionnenE 54 magnan,pusseeSomasch,eBarnabita 10bescottinndiconscienziCiappotten fasan;icontmorallaComodand 57 11dandinniperdamazzimennandE vendembiaachhanmondelspigollenGhe reussinn;eintrighiffaghdegustCol 60 faavachequelllorbensanscoeul,aiQuant secolardiscinivijitegnPer fraa.dibuellcolrivarivaA 63 I frati, quelli con le chiappe nude, con nudi i piedi [i Domenicani], sono destinati a far attenzione alla gente bassa, a menare per il naso [prendere in giro] quelli del vivaio. | Questi qui con il pretesto di battere cassa piazzano lorecchio e gli occhi fino ai quarti piani, e spiano se cՏ il lupo [nemico] dal pelo che lascia. | Barnabiti e Somaschi, pi scaltri, maneggiano le coscienze delle biscottine [dame benefattrici] accomodando la morale con i fagiani; | e menando le damazze per le dande gli spigolano il mondo che hanno vendemmiato col gusto di far fare loro gli intrighi e tirarsene fuori; | quanto alle scuole, sanno bene loro quello che va fatto per tenere i cervelli dei secolari [ignoranti] vicini vicini alle budella dei frati. | ilpercolturaditerrenoconsideratoenumerosopipopoloilOssia8 religiosa.devozionedellarifiorire servit.allariservatieranocasedellealtipianiI9 4.nota23,cfr.bescottinnPer10 5.nota38,cfr.dandinnPer11 326 PORTA_testi.indd 326 16/03/11 11:43 par,chelcomef,lassaraniseE gloriossecoldonilluminaaSto ciar.tantfdeluancafornirEl 66 religiosdipeeindrizzapoequantIn 12TamborinconsottfalladeCapazz cros,lademaneghdelargumentCoj 69 bambindeciappensjcheOblattiGhՏ dottoreteologhstireniE bottaggin.esgiaccadefuriaaTutt 72 Signor,delvignalainmandeniPoe lavorallaalordeimparaahanChe savor.pusseecongrandalՏpCon 75 callanocholterRocch,Donsurved,elSicch legrijnostaisciampalultemadaghPer stallainmettaGovernoelveddeChe 78 fratarij.quatterstiprimaQuante E se gli lasceranno fare, come pare, questo illuminato dun secolo glorioso finir anche lui per fare tanto chiarore. | In quanto poi a tirare in piedi religiosi capaci di sfidare Tamburini con gli argomenti del manico della croce [con le maniere forti], | ci sono gli Oblati che se li prendono da bambini e li tirano su teologi e dottori tutti a furia di vinello infimo e avanzi di tavola. | Poi li mandano nella vigna del Signore, che hanno imparato da loro a lavorarla con pi grande con maggior sapore [godimento]. | Sicch vede, signor Don Rocco, che non manca, per dare lultimo tocco alle nostre allegrie, che di vedere il governo mettere in stalla | quanto prima queste quattro fraterie. gli tomi trentasei in stampare ainizi Ferrario leditore 1818 Nel 12 teolo-diprofessoreebresciano(1737-1827),TamburiniPietrodiscritti delsignificativepifiguredelleunafuchePavia,diallUniversitgia 45).v.62,(cfr.lombardogiansenismo 327 PORTA_testi.indd 327 16/03/11 11:43 51 In queste quartine, in cui Porta d voce alle prostitute contro il perbenismo ipocrita delle nobili dame, il poeta recupera un motivo con ).rebeccass datuccCerchenvenzionale gi svolto da Balestrieri ( Il testo va collocato nel periodo in cui il poeta attendeva allepistola del Meneghin Tandoeuggia (che reca la data 9 ottobre 1818) per via di alcune affinit di tono, segnalate da Isella. Lipotesi avvalorata dal cenno che Porta fa in alcune lettere allamico Rossari nellaprile 1819; quindi degli ultimi mesi del 1818. Apparve per la prima volta nelledizione luganese. 1BESCOTTINȥDELDAMMAIPUTANNI bescottin,delslandronnMalarbetti putann!icontrospuelltantruzz,Tanto lanfannpocchperdanlaPerchPerch? balducchin?asottmingadanlaE 4 nunanchsemmchellTasiiVergogna! bajeebajee,bajee;cossaPerch morbee,chestrangosserveccsiiPerch nessun.prefilavelvoeurnoChe 8 Maledetteslandronedelbiscot-BISCOTTINOȥDELDAMEALLEPUTTANELE tino, tanto chiasso, tanto fracasso contro le puttane! Perch? Perch la danno per pochi quattrini e non la danno mica sotto a un baldacchino? | Vergogna! Tacete che lo sappiamo anche noi per cosa abbaiate; abbaiate, abbaiate perch siete vecchie mozzafiato che ammorbate, che non vuole rifilarvelo pi nessuno. | cn-della parte facevano che dame nobili le,damm del biscottin Per 1 4.nota23,cfr.,grega del suss 328 PORTA_testi.indd 328 16/03/11 11:43 grassottegiovenbej,serevquandE damazz,odisii,prosperos,estagnE cazz?delnemisinscalloraSerev nagott?perviaforsidavevLa 12 delicadonn,meeicorno!onNagott serventvosteraipooonDomandeghel dentmettelavoeultaognispesCosshan figazzonn.illustrissemvostquijIn 16 sorbettittiecarroccettiepalchiE mascaradiescenniefaravostiE entrad,ifest,iebigliettieaccordiE fasoritt?oporchi!defaccdanee,Hin 20 calvari,veggiannmostacc,elghaviipoeE escludfperGovernoalcuuelrompDe scud?mezzonperdanlachetosannQuij pari.instaghdedegnnanchsiil;Citto 24 E quando eravate belle, giovani e grassotte e stagne [sode] e prosperose, dite, o damazze, eravate allora cos nemiche del cazzo? La davate forse via per niente? | Niente un corno? le mie delicatone, domandatelo un po ai vostri [cavalier] serventi coshanno speso ogni volta a metterlo dentro in quelle vostre illustrissime figazzone. | E i palchi e le carrozzelle e i sorbetti e i ferragosti e le cene e le mascherate e i convegni e i biglietti e le feste, gli ingressi, sono denari, facce da porche! o fagioletti? | E poi avete il muso [la faccia tosta], vecchiacce calvario, di rompere il culo al governo per far escludere quelle ragazze che la danno per un mezzo scudo? Zitte l: non siete neanche degne di star loro alla pari. 329 PORTA_testi.indd 329 16/03/11 11:43 52 Il testo nacque dalla frequentazione del gruppo di intellettuali del PoesiasullaelementariIdeeConciliatore e dalla lettura delle romantica di Ermes Visconti, tra i maggiori teorici del Romanticismo. Quanto alla dama cui indirizzato, identificata da altri commentatori con Maria Londonio Frapolli, il cui salotto era frequentato dai classicisti, Isella pensa piuttosto al tipo generico di donna mi di-neեcriterioDellanese bella e ignorante, descritta da Berchet ( scorsi). In questo poemetto ideologico-didascalico (Bezzola), Porta non si limita a presentare le posizioni critiche del gruppo ma offre una personale interpretazione della poetica romantica, fondata sulla necessit di adeguarsi ai tempi, sul fine dilettevole e sullequilibrio fra passione e ragione. Fu terminato con una certa fatica, come attesta una lettera allamico Rossari, i primi giorni di febbraio del 1819; nello stesso mese apparve come opuscolo singolo presso Ferrario. ROMANTICISMOIL ranteghelghhalacheBibin,madammDeggi, 1redond,spuvaleeancamettesDe RomanteghdeClassich,dedezidlaE 2blond;devej,detrattassseseCome manchsentimmdeflemmalabbiaChe d.dequajcossghhoopropositstoaChe 6 Giacch,madamaBibin,chehalapretesadimet-ROMANTICISMO IL tersi anche lei a sputare tondo, e decide di classico, di romantico come se si trattasse di veli, di biondo [dei merletti]; che abbia la flemma di sentire anche me che a questo proposito ho qualcosa da dire. | sen-sputar fra dallincrocio nasce che espressione redond Spuv 1 cumulo.dieffettocon)ore rotundo(lat.rotondoӥparlareetenze fat-eranocuiconnaturale,setadellacolore dalbiondo,Blond2 merletti.iti 330 PORTA_testi.indd 330 16/03/11 11:43 dirooghe,In primis ante omnia materistidedezidvorperChe coo,elspallainlaveghasseemingaLՏ criteri,defiorlaveghnancasquasE didmennaacognossbesognfaMa dezid.decausilarghinelonghIn 12 imbattessseladdemoeudperseChe cazzott,afasessenlacheduuIn vedessneelazzidentperinscE sott,loltermettesastizzospiVun signoracaradmVorravela dessora?quelllabbiagheresonlaChe 18 stentarellonebrighellaonperchDonca, platondefallavoeurche3lapffonE cortellcolRomanteghaiadossVan reson,perbestemmirespondenE leeancavorarlaBibin,Madamm pee?icontRomanteghaiadossAnd 24 , le dir che per voler decidere di questa materia non omniaanteprimisIn sufficiente avere la testa sulle spalle, e quasi neanche avere fior di criteri, ma necessario conoscere a menadito in lungo e in largo le cause da discutere. | Che se per modo di dire si imbattesse in due che facessero a cazzotti e cos, per accidente, ne vedesse uno pi stizzoso che si mette laltro sotto, vorrebbe allora dire, cara signora, che la ragione labbia quello di sopra? | Dunque, perch un Brighella e uno Stenterello o un Lapouff che vuole fare da platone [saccente] vanno addosso ai romantici col coltello e rispondono bestemmie per ragioni, madama Bibin, vorr anche lei andare addosso ai romantici con i piedi? | Sten-toscanoilBrighella,venetoilcitate,popolarimascheretreLe3 autoritredinomiirealtinnascondonoLapouff,milaneseileterello redazione:precedenteunadaevincesicomePorta,dicontemporanei tra-elibrettista Garda, del Desenzano di (1761-1820), Anelli Angelo Pezzi, Francesco etoscano, erudito Pinciarelli, Camillo gediografo; agli colpevoli, Milano, di Gazzetta della appendicidelle estensore smaccatamen-improntadioperecompostoaverdidellautore,occhi (Isella).classicistate 331 PORTA_testi.indd 331 16/03/11 11:43 delicada,egraziosabella,tantLee fortinscstomeghdefassvorravLa baronada?poccastaabottaastDe tort!troppfaravselamadamm,Ohib, bardassa,deebullidetrattenlorSe lassa.ghellacheprivileg,sonlՏQuest rasserenna,selachemadamm,Donca, bocchoeu,bellquellridincomodalaChe lienna,hinnoinfinRomanteghiCh fioeu,imangiavachelffelmingaHin cortesia,tuttPaladindefiorhinMa usciuria.comebejdonncojmassimE PaladinichelinguaggdalappuntlՏE MagnCarlodetempdelinParlaven Bibin,madammcreduu,hanTodischiChe compagnsquasinommonvoltraatirDe novej,PaladinstibattezPer bej.donndiesensbondelProtettor vagalanochenomm,alquantm,Ora m,dittghhoochequelldepcercA suffraga?cosselnommelbellobruttO insc,dighdepiasuughՏTodischAi 30 36 42 Lei tanto bella, graziosa, delicata, vorr farsi di stomaco cos forte da dare sostegno a questa birbonata? Ohib, madama, si farebbe troppo torto! Se loro trattano da bulli e da marioli, questo un loro privilegio, che glielo lasci. | Dunque, madama, che si rassereni, che accomodi in riso quella bella bocca, che i romantici non sono la iena, non sono mica il lupo che va a mangiare i bambini, ma sono fiori di paladini tutti cortesia e massime con le donne belle come vossignoria. | Ed appunto dal linguaggio che i paladini parlavano al tempo di Carlo Magno, che i tedeschi hanno creduto, madama Bibin, di tirar fuori un nome quasi compagno [simile], per battezzare questi paladini novelli, protettori del buon senso e delle donne belle. | Ora, quanto al nome, che non vada a cercare pi di quello che le ho detto io: o brutto o bello il nome cosa suffraga [conferma]? Ai tedeschi piaciuto di dirli [nominarli] cos, 332 PORTA_testi.indd 332 16/03/11 11:43 48 dispettmarscadiremmghenunanchinscE 4legnett.colcaccalainrugastiDe savdalhanun,aadessmTornand poesialadebusillesgranelChe pias,delartedeinconsistEl magialaintuttastalastarteE voeur,secomemessed,demoeuv,De coeur.delinsconduughemmchepassioniTutt innanzcollandpassionisiccomeE linfinitt,afinabarattenVarien, circostanziloeugh,itemp,iSegond cappellitt,dimodsiqualeTal adreetenddeghhanpoettaiCos lee.ancafalacappellittcojCome tosanettsaileeancasiccomeE studidepassionlamoeuveghPer 5coreghett,onmingaesibissghelaNo fa,anncentdealicontscuffioniN 54 60 e cos anche noi li diremo, a marcio dispetto di costoro che rugano nella cacca col legnetto. | Tornando ora a noi, ha da sapere che il gran busillis della poesia consiste nellarte di piacere, e questarte sta tutta nella magia di muovere, di mescolare, come si vuole, tutte le passioni che abbiamo nascosto nel cuore. | E siccome le passioni col procedere variano, cambiano fino allinfinito, secondo i tempi, i luoghi, le circostanze tali e quali sono le mode dei cappellini, cos i poeti devono tendergli dietro [stargli al passo] come con i cappellini fa anche lei. | E siccome anche lei alle sue figliolette per muovergli la passione di studiare non esibisce mica un guardinfante n i cuffioni con le ali di cento anni fa, leindicare per milanese proverbio un legnett col cacca la in Rug 4 gene-esalute,lorodellastatosulloscrupoloseridicolmentepersone (Porta).dubbjȥsciocchidipienepersoneleralmente im-bambiniicuientrogirelloilossia,creghdidiminutivoCoreghett5 guardinfante.pervaletraslato,pere,camminareaparano 333 PORTA_testi.indd 333 16/03/11 11:43 66 paesisconfiorammapelandiN chines;cartsujcrespin,sujvedseChe poettastivoeurensenun,conanchInsc coeur,elmoeuvenpassion,iCiappottann diletta,nechetastitoccanndeHan doeur,nedovedis,secomeCiappann, manatirabaltreschsujandSenza roman.egreghscuffioniecreghI larennaincorrevenGreghditempAl onor,acquistassperreiPerfina vennadefoeugh,depienpoettaPindar vincitor,deltrionfelcantavaEl sass,inritravaleelFidiatrattinOn pass.eldaghpermurigitravaseE leeancasalamadamm,dincoeu,dAl bigh,imennacheerojstihinrazzacheDe danee,pocchpercorrcherabottdeFior figh,onnimportaghenolonordeChe scultoraiprenzep,aipoetta,aicheTant lor:defighonimportaghepagaaePatt strasordenaritalentonquajonseCh lincomodasstrionfsticantPer dizionarideldivinitaaiTutt 72 78 84 n le zimarre a fiorami con sopra i paesaggi che si vedono sui ventagli, sulle carte cinesi; | cos anche con noi, se vogliono questi poeti rimescolarci le passioni, commuoverci il cuore, hanno da toccarci i tasti che ci dilettano, prenderci, come si dice, dove ci duole, senza andare sui solai a tirare gi i guardinfanti e i cuffioni greci e romani. | Al tempo dei greci correvano nellarena perfino i re per acquistare onore, Pindaro poeta pieno di fuoco, di vena, cantava il trionfo del vincitore, nientemeno che Fidia lo ritraeva in pietra, e si tiravano gi i muri per dar loro il passo [farli passare]. | Al giorno doggi, madama, lo sa anche lei di che razza sono questi eroi che portano le bighe, fior di demoni che corrono per pochi denari, che dellonore non gliene importa un fico, tanto che ai poeti, ai prncipi, agli scultori, patto e pagato, non gliene importa un fico di loro: | che se un qualche talentone straordinario per cantare questi trionfi incomodasse tutte le divinit del dizionario 334 PORTA_testi.indd 334 16/03/11 11:43 Tass,deldegnpezzooncomponesselE arcidivin,arcistupendo,pezzoSto Bibin.madammlee,anchridfaravEl Apollinvocamadamm,sent,laquandE sorellnoeuviajuttindomandaE collalmettcheghiccabaaoncantPer 6morell,collarinonvoeultaprimaLa sialastinvenzionchemadamm,par,Ghe poesia?ladeplus ultranonEl sposalizzidecasinmadamm,quand,E oreccaisonadeltuttsentseLa giudizzi,faalhabardasson,quellAmor,Che frecc,medemmcojcoeurduuferiilhaChe maravillisienantigajsticheparGhe visibilli?ingloria,inbroeuda,inandfDe pietosdonninquajdemortinquandE GregoriSantaamorstovedfanGhel crosipret,itradesperassapiang,A gestatori,ipeluccachepitocchiE spuellstoamadamm,sentela,Se pell?laresciasangu,elgerA 90 96 102 108 e componesse un pezzo degno del Tasso, questo pezzo arcistupendo, arcidivino, farebbe ridere anche lei, madama Bibin. | E quando sente, madama, invocare Apollo e a chiamare in aiuto le nove sorelle per cantare un abatuccio che mette al collo la prima volta un collarino morello, le pare, madama, che questa invenzione sia il dellapoesia?|Equando,madama,incasodisposalizio,sisente ultranonplus tutto il giorno suonare alle orecchie che Amore, quel mariolo, ha fatto giudizio, che ha ferito due cuori con le medesime frecce, le pare che queste anticaglie siano meraviglie da fare andare in broda, in gloria, in visibilio? | E quando in morte di qualche donnina pietosa glielo fanno vedere, questo amore, a San Gregorio a piangere, a disperarsi fra i preti, le croci e i pitocchi che piluccano la cera dalle candele, si sente, madama, a questo chiasso gelare il sangue, raggrinzire la pelle? | del-minorerangounhapaonazzoilecclesiasticoNellabbigliamento6 riduttivo.valoredunquehaquitermineilporpora;la 335 PORTA_testi.indd 335 16/03/11 11:43 poettadoninimbattselachequandE Ghitta,deBarborin,demortlaperChe foresettalaconscoldaleseEl vitta,ladefilelmocciaaghhacheAtroppDe sentaelpoettastochemadamm,par,Ghe rappresenta?chelpassionladolor,El dilla,perlee,aemavia!lpoe:E poesijcertcoeuralproppimvanNe Sibilla,laderispostiparenChe litanij,santissimdismorfiaLa DeessdeeDejdepiennhinchetantDe sbiess?inedrizzinservizialcolSquittaa vedlachfinaRomanteghiSicch settari,stieretegh,stiminganhinChe credfanghechepericolosgentSti contrari,partiidel7TorquemadaI sinnoreggissenecuuelariaintranChe capissen.nochequelltuttsucuntbonA strambarijaicreddenancalhaN spaventalla,perdintendadangheChe strij,decheparlennoRomanteghiChe 114 120 126 E quando si imbatte in un poeta che per la morte di Barbarina, di Ghita [Margherita], se la prende con le forbici di Atropo che le ha mozzato il filo della vita, le pare, madama, che questo poeta senta il dolore, la passione che rappresenta? | E poi: l, via!, a me e a lei, per dirla [tutta], ci vanno proprio al cuore certe poesie che paiono la risposta della Sibilla, la smorfia di santissime litanie, da tanto che sono piene di dei e di deesse scquacquerate col serviziale [clistere] per dritto e per sbieco? | Sicch i romantici fin qui vede bene che non sono questi eretici, questi settari, questa gente pericolosa che fanno credere i Torquemada del partito contrario, che mettono in aria il culo e si inorecchiscono [drizzano le orecchie], a buon conto, su tutto quello che non capiscono. | N deve neanche credere alle stramberie che le danno a intendere per spaventarla, che i romantici non parlano che di streghe, triste-perci espietato inquisitore (1420-1498), Torquemada deToms 7 classicisti.deiluogoincitazionelaantonomasia,percui,dafamoso,mente 336 PORTA_testi.indd 336 16/03/11 11:43 balla,chemortdematt,carrdepagur,De pocchpressacredenghechecossOhjb: 8tarocch.dipappaalleecredlaCome professionanzifanRomanteghI 9servizziquellinlicenza,soaconavegh,De reson,laconlidtaccachequellTutt pregiudizzi,icovacheesomenaChe folettquellaSaturnodagiVegnend 10sabett.ituccpassaalannstremiihaChe 11fiaccalaghhaladabasschedeggiMa palpeedeRommavedaandPer maccaapiangdepiaselquistassE indree,tempdisbuseccamentiSora Bibin,madammallon,vaga,lachePrest, vicciurin;elfoeuradagacheDenanz pratichmingalՏnocheballoss,stoChe teatter,sujAristoteldeprezzettDi drammatichunitaaicontracapazzforsLՏ vintiquatter,depusseeordcredDe 132 138 144 di paure, di tregende, di morti che ballano, ohib: cose a cui credono pressa poco come lei crede al papa dei tarocchi. | I romantici fanno anzi professione di avere, con sua licenza, in quel servizio tutto ci che attacca lite con la ragione, che semina e che cova i pregiudizi, venendo gi da Saturno a quel folletto che ha spaventato lanno scorso tutte le zabette [pettegole]. | Ma gi che dabbasso ha la carrozza per andare a vedere Roma in cartapesta e acquistarsi il piacere di piangere senza motivo sugli sbudellamenti dei tempi antichi, presto, che vada, allons, madama Bibin, prima che dia fuori [in escandescenze] il vetturino; | che questo furbastro, che non mica pratico dei precetti di Aristotele sul teatro, forse capace, contro le unit drammatiche, di credere due ore pi [lunghe] di ventiquattro, papa.unrappresentatarocchideicartaquintaLa8 in-disensonelservizioӥquelintenere/avere dire dimodoilPer9 156.v.63,13-14;vv.36,anchecfr.fischiarsene 50.nota47,cfr. sabettPer10 27.nota32,cfr. fiaccaPer11 337 PORTA_testi.indd 337 16/03/11 11:43 150 fighonper,ongnocch,ondessgraziainE 12Cattabrigh.delpescforsfoeuradDe levadalՏchemadamm,lee,Beata classicista,diprezzettcojbocconA incantadalstlacheortrquijinChe vistadeunitaadimaiperdlaNo andlassasspontchefinsalaE c.atorndedenanzCollillusion, dInglesciajquijTodisch,degoffquijCh poetta,diattornamennlassenSe mes,did,dilorconviastanE stacchetta,lapassencheaccorgesSenza popptantcomepiangenriden,E n.voeubbienAristoteleOrazzicheAnch ommbonquelfavachequaletalFan poo)onscusala(checriavengheChe Domm:aldepossoeufattifavaelPerch foo,lamMan!...psen,pSe 156 162 e in grazia di essere un gnocco, un pero, un fico, di dare fuori [di matto] forse peggio dellAccattabrighe. | Beata lei, madama, che stata allevata a bocconi coi precetti di classicista, che in quelle tre ore che sta l incantata non perde mai le due unit di vista e sa fino a che punto lasciarsi andare collillusione, prima di tornare a casa. | Ch quei goffi di tedeschi, quegli stupidi dinglesi si lasciano menare attorno [portare in giro] dai poeti, e stanno via con loro dei giorni, dei mesi, senza accorgersi che passano il segno, e ridono, piangono come tanti bimbi anche se Orazio e Aristotele non vorrebbero. | Fanno tale e quale come faceva quel buon uomo cui gridavano (mi scusi un poco) perch faceva i fatti suoi [i propri bisogni fisiologici] dietro al Duomo: Non si pu, non si pu!.... Ma io la faccio Classico-ossiaAccattabrighe,LեeracompletotitolocuiilPeriodico12 coloredifogliouneracritico-letterario;giornaleromantico-macha, contrastareper1819,delmarzoal1818novembredalpubblicatorosa, Conciliatore.dallazzurrodiffuseromanticheideele 338 PORTA_testi.indd 338 16/03/11 11:43 168 13busseree.alintantrespondevaEl lee.digalanotortghavessSel lironiabandadelassperMa Bibin,madammlee,perpiattlՏnoChe poesia,deinteressche,dirooGhe 14coppindelingiudizzidelghՏnoSe dedrizz,nagottmaifaranregolI 15pastizz.delbonelfanoformalaCh bustelcomeanzihinregolCerte spiga,indoppitarlisdeferr,destecchCoj gustbondecredendesmammtanteChe riga,instfajpertosannsaisMetten indenterpanscialacuu,elfoeuraindfanGhe venter.delpelllatuttresciengheE unitaasdibustcolmadamm,Insc, lazion,stringasetemma,iresciaSe bagnaa,panesuppacosstuttDeventa limmaginazion,imbrugasestreng,Se 174 180 rispondeva intanto allo scaccino. Se avesse torto o no lo dica lei. | Ma per lasciare da parte lironia che non un piatto per lei, madama Bibin, le dir che, in fatto di poesia, se non cՏ del giudizio nel coppino [in testa] le regole non faranno mai niente di dritto, che la forma non fa il buono del pasticcio. | Certe regole sono anzi come il busto con le stecche di ferro, di traliccio doppio a spiga [intrecciato], che tante mamme credendolo di buon gusto lo mettono su alle figlie per farle stare in riga, gli fanno dare in fuori il culo, la pancia in dentro e raggrinzano la pelle del ventre. | Cos, madama, col busto delle sue unit si raggrinzano i temi, si stringa lazione, diventa ogni cosa zuppa e pan bagnato, si stringe, si stropiccia limmaginazione, fun-la durante elemosine delle raccolta alla laddetto Busseree 13 raccolgono.sicuiinbussolaӥla,busseradazione, collot-lanuca,laindicareperlombardavocecoppinoӥoCoppin14 cervello.iltraslato,pervale,quitola, dolci.perlimpastointenderedovrsipasticcio,,pastizzPer15 339 PORTA_testi.indd 339 16/03/11 11:43 spaziosinscnaturaladecampelE nos.degussdoninfornatuttvaEl 186 vintiquattrorinsstrengeghperInsc, spazzi,pocchquelinstaghpnochefattOn guastadordegisciabelenghelO prefazzi,elcomescantfanghelO repezzdesoliloquiquijdeCon mezz.emesononoraparpoefanChe 192 momentdalcheBibin,madamms,E vintiquatter,somejengheortrChe comodamentanchmpodaravLa teatterindesspenserelpartdeMett passanndeinscambifigurassE ann.onmagarames,onquaranta,Trenta, 198 boccaadonfiascadonainsePerch dentstfaghdemadamm,brava,asseeLՏ mesuraa,delpde16zainaMezza istessamentcapazzavessanchpLa parghesele17brentaonastfaghenDe mar.elmagaraComm,delaghelMagara 204 e il campo della natura cos spazioso va tutto a finire in un guscio di noce [in uno spazio angusto]. | Cos, per stringere in ventiquattrore un fatto che non pu stare in quel poco spazio, o glie lo sciabolano gi da guastatori, o glielo fanno cantare su come il prefazio, con certi soliloqui di ripiego che fanno poi apparire unora un mese e mezzo. | E s, madama Bibin, che dal momento che tre ore le somigliano [sembrano] ventiquattro, potrebbe ora anche comodamente mettere da parte il pensiero di essere in teatro e figurarsi invece di passarne trenta, quaranta, un mese, magari un anno. | Perch se in un fiasco da un boccale tanto brava, madama, da farci stare dentro mezza zaina di pi della misura, pu anche essere capace, allo stesso modo, di far- gliene stare una brenta e se le pare magari il lago di Como, magari il mare. | 13.nota12,cfr.zainaPer16 2.nota31,cfr. brenta Per17 340 PORTA_testi.indd 340 16/03/11 11:43 appuntinproppiquijessendcossiOra quell,msontchegalantomm,ondisChe BibinmadammgiudiclassiGhe 18StentarelleleLapffelBrighella,elSe mostosedolzCattabrighcarquellE depos.colodenanzcolResonen 210 vora,lՏchevaga,lacheХlviaMa dolterOnХ19VirginialasentA onora,melaseMacbeth,elleggvujGhe d:damhalainfinchesicureFranch noccoraltercapissi,Bosin,Grazie, dalter.capponenmenosmargiassadI 216 Ora le cose essendo proprio quelle a puntino che dice un galantuomo, che sono io quello, le lascio giudicare, madama Bibin, se il Brighella, il Lapouff e lo Stenterello e quel caro Accattabrighe dolce e morbido, ragionano col davanti o col didietro. | Ma via l, che vada, che ora, a sentire la Virginia, un altro giorno le voglio leggere il Macbeth, se mi onora, franco e sicuro che infine mha da dire: Grazie, Bosino [cantastorie], capisco, non occorre altro, le smargiassate non mi beccano pi. insolenteattaccabrighe,bergamascapopolaremascheraBrighella:18 imbro-eburle nellorganizzare Arlecchino di compare dispettoso, e ma-Stenterello: 173). v. 37, anche (cfr. 20 v. al citato gi Lapouff: gli. maimpulsivopauroso,chiacchierone,fiorentina,tradizionaleschera generoso.esaggioanche ilfracompostaAlfieri,VittorioditragediaunadititoloilVirginia 19 suscitcheclassicoimpiantodi1789,nelritoccatapoi1783,ile1777 Monti.Vincenzodilammirazione 341 PORTA_testi.indd 341 16/03/11 11:43 53 Questa prima serie di sonetti beroldinghiniani o stoppaneschi, a cui far seguito unaltra di sei scritta in collaborazione con lamico Tommaso Grossi, fu composta per imitare, parodizzando e mettendo in ridicolo litaliano incerto e il metro zoppicante dei quattordici sonetti che il vecchio avvocato austriacante Pietro Stoppani di Beroldinghen aveva scritto in onore della visita di Francesco I; non a caso Por , un sonett esempiOnta mette in mano alla vecchia stralunata di dellavvocatt Stoppan per accendere il fuoco. Una volta terminati, furono recapitati a Manzoni il quale, riconosciuto lautore, rispose a tono e nello stesso stile. Il periodo di composizione fu il gennaio- febbraio del 1819. BEROLDINGHINIANISONETTIOTTO ROMANTICIICONTRO 53.1 AUTOREVISCONTIERMESCONTRO DRAMMATICHEȥUNIT˥SULLEDIALOGOUNDI ROMANTICHECOGLIONERIEALTREDIE Sonetto 1 di giusto sfogo Febeo,ApollochecertovedeSi 3Camene2Cloridee1Tersicore,E danza.dellaprotettriceMusa1 latini.daiFlorachiamatapoieZefirodisposaninfala2 aggettivo.comeusatoquimuse,dellelatinoNome3 342 PORTA_testi.indd 342 16/03/11 11:43 5Ascreociglionedalrigettaron4Te conviene:benDeiclassiciaCome 4 6BriareoquantofostifellonChe 7AnfesibenelinguecentoalzareDi Eritreo,dicampolazzurroContro benecoscantatoGioveOve 8 Giovenale,8Frugoni,Orazio,Omero,Da mondoalmostrarepersprezzilituChe leguale,hanondisonoretuoilChe 11 furibondotonantecheGioveMa saledistatuain9LottgiFece secondo.ilperfartesassoDi 14 tito-dal anche evince si come sonetti, di serie della destinatario Il 4 privile-amicoVito,Sandimarchese(1784-1841),ViscontiErmeslo, teoriciautorevoli pideiunoluiconeManzoni Alessandro di giato en-frequentarono che intellettuali pochi itra Fu Romanticismo. del pubblica-sue leFra Manzoni. casa di ePorta casa di salotti itrambi pubblica-,IdeeelementarisullaPoesiaromanticalericordaredasonozioni dicembre6alnovembre19(dal23-28numerineiConciliatoreȥsulto suiapparso,Dialogo sulle unit drammatiche di luogo e di tempoile1818) 1819).(gennaioConciliatoreȥdelsempre43e42numeri Elicona.monteilpressogrecacittadinalaAscra,diCio5 deiglisfidchebracciacentoetestecinquantadallegiganteMitico6 lEtna.sottosprofondatovennequestidaedellOlimpo aggettivo.comeusatoquiserpente,miticodelNome7 suodelnotipiifralibrettista(1692-1768),FrugoniInnocenzoCarlo8 gran-treaiironiaovviaconquiaccostatodellArcadia,poetaetempo antichi.autoridi trasforma-fuLothdimogliela,GenesidellabiblicoraccontoilSecondo9 Sodoma.dilincendioguardareavoltataessersipersaledistatuainta 343 PORTA_testi.indd 343 16/03/11 11:43 53.2 ROMANTICIITUTTICONTRO Sonetto 2 unitatelestruggerdiPretendere stabiliteOraziodaDrammatiche temeritateriaguasto,cervel 1Dite.odellOlimpocontroandarCome latinitate,digrecipadriI infinite,edgrandiclassidiEroi dichiarate,hannoleveroCollestro seguite.hannoleCiceronPlaton,E inettipoverivoichevuoleciN 2unionesenzachepretensionarmarAd perfetti,sientragedieecommedieLe perfezionelamaidarsipunonChe detti;mieiieccodisunita:cosaIn ragione.lalucenonvoiaFeboMa inferi.degliDivinit1 4 8 11 14 eluogo di tempo, di allunit riferito unit, senza intendere Da 2 classicisti.daidifesiaristoteliciprecettipresuntiisecondoazione,di 344 PORTA_testi.indd 344 16/03/11 11:43 53.3 SIMILE Sonetto 3 riusciretenon1crudi,MostriNo, radici,leGrecideistrappareA metelorlehannochegloriequelleDi pendici.pindaricilesottoFin combattete,fellonivoiInvano amici,DeiituttieApollovilChe 3rete,collaVulcanoe2Bellona,E nemici.deiterroreErcoleEd vistomaiavetenonvoicheDeiI vendicareacontroavreteliTutti Aristo-Quintiliano,Orazio, luminare,talpoesiadiTile acquistofattohannochegloriedelleChe strappare.potretenonradicileNo romantici.iindicareperironicoModo1 romana.mitologianellaguerradellaDea2 4 8 11 14 mentre Venere, moglielaimprigionVulcano leggendalaSecondo3 metallo.finissimodireteunausandoMarte,congiaceva 345 PORTA_testi.indd 345 16/03/11 11:43 53.4 GIORNALEDELCOMPILATORIVALENTIAI LACCATTABRIGHEȥDETTOITALIANOVERO Sonetto 4 Dei,dellicorodeldegnivoiO dellAccattabrighevelamecolChe 1PittoneibravidaSaettate righe!grechedelleturbatoriI 4 seievoltesettebeativoiS: 2dAlcide,assiemlOlimpoinSederete reiedispietaticrudi,mostriiChe spighe.le3BoreacomeDistrusse 8 incoronaticertoalsaretesL immarciscibilipoeteschilauriDi 4Penati,DeisupernidellimanPer 11 canticimilleconcanterApolloE orribiliquelliavetedistruttivoiChe Negromantici.mano,RomanticiNon 14 il ucciso ebbe che dopo chiamato cos Pitoneo, Apollo di seguaci I1 Pitone.serpentemitico Alceo.dinipoteErcole,2 Nord.delventodelpersonificazionelagrecamitologiaNella3 del-ecasaunadiprotettori spiritiglisonoromana mitologiaNella4 famiglia.la 346 PORTA_testi.indd 346 16/03/11 11:43 53.5 ROMANTICIITUTTICONTRO Sonetto 5 Minerva,oPallade,oConsolatevi, 2Amatunta,o1Cinzia,oCiterea,O cattervalanemicivostrideեChe giunta.giorasterminioAllultimo protervavoiatantocheturbaQuesta punta,collatraferirardiscepiNon osservafuggainetremebundagigiE spunta.gichelucevostrarabbiaCon tramontata,credermiopermaifuN immondorespirodalsolamenteMa offuscata.cattervasudettaDella giocondoassairegnovostroilrestoDel educatagentedellatalentiiMerc mondo.ildurachefinsempreDurer Diana.eVenerediappellativisonoCinziaeCiterea1 4 8 11 14 dedica-tempiounconCipro dimeridionalecostasullacittAntica2 Venere.dicultoalto 347 PORTA_testi.indd 347 16/03/11 11:43 53.6 SIMILE Sonetto 6 4 8 11 15 latebreimmeprofondenellecheVoi cataletti,edossaoscure,Orride, tenebrefrasempremaigirateVi maledetti,PlutonitantiCome 1crebreeesotichetesteconcheVoi perfettiesseriesserPretendete allegregentiletenercredeteE detti,scheletraliescurisempreCon streghelefraemaghiifrasemprecheVoi tabeepiantoesangueeululatiliE intreghe,vitelepassarvoleteVoi Flegetonte,inmaladettiPiovete labedellafineinfinimmersiE FetonteanchecadutochePensate onte.suelescontaragiustoComera frequenti.,spesseӥvalecheLatinismo1 348 PORTA_testi.indd 348 16/03/11 11:43 53.7 COMPILATORIDEIUNOGRISOSTOMOCONTRO CONCILIATOREȥDEL Sonetto 7 sinpialtrideglidettohocheOra mercdellApolperinvertuttoE tuvieniorrio1GrisostomoO te.conadessofarMinossedaChe 4 fu,chiVirgilioTasso,Omero,saiNon Re,eDucigrandicantatohannoChe pi,avremnenonqueiasimilicheE s?coneraMinervaveralaPerch 8 pretender?sichetedaDunque cosperfidoefierotuSarai latinitdigreciicontroChe 11 d?enottesemprearmatotenghiTi combattertiBellonaeMarteNo: qui.vistohaiballoin2PrometeoCome 14 Lettera semiseria di Grisostomo al della allestensore riferimento Il 1 causadellasostenitori attivipideiuno Berchet,Giovanni,suo figlio Conciliatore.delcolonnedalleromantica pri-avevaliZeuschedopouominiaglifuocoilriportcheTitano 2 punizione.pervati 349 PORTA_testi.indd 349 16/03/11 11:43 53.8 ROMANTICIITUTTICONTRO Sonetto 8 furbescamaliziaconcoprirePer direestolteinique,trameloroLe direaRomanticiimessisonoSi tedesca.laletteraturalorChe 4 trescaquestabenesappiamchenoiMa venire,FranciasuaeMagnoCarloDa finireApol,agraziefaremo,laCe Giacobinesca.laltrafinCome 8 veroparminonchestorditoResto rigorefatalildestisinonCome limpero,giustamenteregechiDi 11 onoredileggiatoiltostovendichinonE OmerodinemiciiIncarcerando dellImperatore,quellisonforseChe clero.suoecattolicaChiesaDella 15 350 PORTA_testi.indd 350 16/03/11 11:43 54 La diffusione del Romanticismo portiano aveva provocato la reazione del poeta Carlo Gherardini, il quale aveva pubblicato presso Borsani signordelsestinealleBibinMadammdiRispostala polemica Sar giusto lincarto per le fette di salame a determinare, alla P. C. fine del componimento, la scelta del cappellano per il palazzo della marchesa: scelta operata dalla sua adorata cagnetta, comica reincarnazione della Vergine cuccia. E colori pariniani ha questo grande affresco che satireggia unaristocrazia attardata e ignorante e un clero inadeguato, non senza una botta finale ai classicisti sostenitori di una cultura e di una societ ormai anacronistiche. Il testo riapre con grande felicit creativa ed espressiva la straordinaria ultima stagione del poeta. Da alcune lettere risulta che il periodo di composizione fu i primi mesi del 1819, la lavorazione, tribolata, termin intorno alla met di maggio. Apparve per la prima volta nelledizione Grossi. CAPPELLANDELNOMINALA 1Cangiasa,PaolaMarchesaAlla Lombardia,dedamazzprimmdiVuna casa,depretelGliceri,donmortGhera peripneumoniadonagraziaIn sforaggiassdelinquistfaaghhalaChe spass.aLillaladmezzsulmennaghA 6 AllamarchesaPaolaCangiasi,una CAPPELLANO DEL NOMINA LA delle prime damazze di Lombardia, le era morto don Glicerio, il prete di casa, in grazia duna peripneumonia che [ella] gli aveva fatto guadagnare nello scalmanarsi a menarle a spasso, verso mezzogiorno, la Lilla. | dai offerte varianti lesono Cambiasa oCamnasa ,Cangiasa Marchesa 1 Gros-delcorrezionefeliceǏTravasasoluzionelamentremanoscritti, es-CambiasiiPorta],[comecensuradiragionidaindottofuvichesi, (Isella).Milanoȥdifamiglianotaunasendo 351 PORTA_testi.indd 351 16/03/11 11:43 maltesacagnaonaLillalaLeva lard,tuttaepeltuttagoss,Tutta Marchesa,ladopoCangiasa,cinE riguard,maggiordebestialaLeva sguagn,fallacielalguajachemoeudDe t.deldaghaguajasbeffalla,Guaja 12 Galdin,donpoverelsavudalhaEl lelevaziondetruscialadeinChe covinelschisciaafallininscAvendegh cojon,pretdellaltaraltoccaaGhՏ sacrestia,inappenna2tibi,bonselE via.trotte3pianedalagimettDe 18 GliceridonappennaquestaamezzIn 4fiaa,ellamoraagiugacomenzaaLha diavolerionpartituttdacors schisciaabusecchdireverendiDe sortbonalaottegndevedPer mort.delstateloeughinfoeuraslargajDe 24 Era la Lilla una cagna maltese tutta gozzo, tutta pelo, tutta lardo, e in casa Cangiasi, dopo la marchesa, era la bestia di maggior riguardo, di modo che guai al cielo a farla guaire, guai a sbeffarla, guai a darle del tu. | Lo ha saputo [sperimentato] il povero don Galdino, che nella foga dellelevazione, avendo cos, in fallo, schiacciato il codino gli toccato l, allaltare, [prendere] del prete coglione, e il suo buon tibi, appena in sacrestia, di mettere gi la pianeta e trottare via. | In mezzo a questo, appena don Glicerio ha incominciato a giocare alla morra lanima, corso da tutte le parti un diavolo di reverendi dalle budella strizzate per vedere di ottenere la buona sorta di slargarle fuori, in luogo e stato del morto. | esem-per latino, in ingiuntive formule delle iniziale parte la Tibi 2 ingiunzione.genericapervalequisimili,etibi mittopio cattoli-sacerdotidaiindossatoliturgicoparamentopianeta,,Pianeda3 perunaperturaconsopravesteunadacostituitomantello,unasimileci braccia.dellelusoliberolasciareperlatiaitagliataetestalapassarefarvi palioӥinpostasenzagiocaresignificafiatoӥilmorraallaGiocarsi4 morte.aprossimoessererespiro,lultimogiocarsiperstaquima 352 PORTA_testi.indd 352 16/03/11 11:43 Pavoladonnadecinsefin,diinfinCh rispett,granonpretipergheraNo tavoladefiorettonongheraAlmanca difettstosuoeucconssarfDe cappellan,ondegallupponadomMinga Milan.deteologhdipariccaMa messabravasoalagiontadeGhera manutenzion,senzaborr,trentaA 5soppressa,lavandaria,c,inAllogg colazion,a6sporcaacquaCiccolatt, Natal,a7palpiroeucampagna,Bona natural!lՏcazz,corren,seSicch, vorevalanocheMarchesa,laMa furugada,laconscuffialaSeccass concorrevachequijtuccasavfaaLha giornada,tallavegndovessenChe tuttconparlaaeveduuavejdopoChe .Lavria poi fatt ci che le foss piacciutt mattina,granlaintantrivacheEcco moviment,inquanttuttpalazzelEcco 30 36 42 Ch in fin dei fini [alla fine dei conti], se in casa di donna Paola non cera per i preti un gran rispetto, almeno cera un fiorettone di tavola da far chiudere un occhio, a questo difetto, mica soltanto a uno scalcagnato cappellano ma a parecchi dei teologi di Milano. | Cera per giunta la sua brava messa a trenta soldi, senza manutenzione, alloggio in casa, lavanderia, stiratura, cioccolato, acqua sporca a colazione, buona villeggiatura, mancia a Natale, sicch, se corrono, cazzo, naturale! | Ma la marchesa che non voleva seccarsi la gloria con tanta gente, ha fatto sapere a tutti quelli che concorrevano che dovessero venire la tale giornata e che, dopo averli veduti e parlato con tutti, avrebbe poi fatto ci che le fosse piaciuto. | Ecco che arriva intanto la gran mattina, ecco il palazzo tutto quanto in movimento, 2.nota14,cfr.soppressaPer5 altro.ocedroconcorrettaӥacquascherzosamentequiintendeSi6 iavvoltivengonosolitamentecuiincartocciopiccolounPalpiroeu 7 mancia.dellasoldi 353 PORTA_testi.indd 353 16/03/11 11:43 cusina,inpretscal,sujpretcort,inPret lappartament,deanticameriPienn nost,ighՏCrs,ighՏelfeud,dipretiGhՏ post.avagachescorbattdevolonPar cattabujelvlt,dirembombgranEl sott,fanghechemormorazionlaDe mujdeferrdipee,distrusamentEl sacerdott,quijsciavattaisottghhanChe sbragalismo,onghett,oninsemmatuttFan Romanticismo.elcoppencheparChel MarchesalabajaLilla,laBaja baccan;grandeldessedaadeTutt gesainancasbraggiasolithinchepretI uman,rispettsenzadentdanlaGhe orsoncomedolz8camerleccajonQuand discors.itucclstrozzaghacorrEl semm?indoveoDio,perpiazza,inSemm questa!lՏdiscrezionched,deSangue andemm...,fond...induuquijcitto:l,Alto testa!detantghhalaMarchesalaCh 48 54 60 preti nella corte, preti sulle scale, preti in cucina, piene le anticamere dellappartamento, ci sono i preti dei feudi, ci sono i crsi, ci sono i nostri, pare un volo di corvi che vada ad appostarsi. | Il gran rimbombo delle volte, il rumoreggiare della mormorazione che gli fanno sotto, lo strusciare dei piedi, dei ferri da muli che quei sacerdoti hanno sotto le ciabatte, fanno tutto insieme un ghetto, uno sbragamento, che pare che accoppino il Romanticismo. | Abbaia la Lilla, abbaia la marchesa, tutte e due svegliate dal gran baccano; i preti che sono soliti a gridare anche in chiesa ci danno dentro senza rispetto umano, quando un lacch da camera, dolce come un orso, corre a strozzargli l tutti i discorsi. | Siamo in piazza, per Dio, o dove siamo? Sanguedidio... che discrezione questa! Alto l, zitti: quei due l in fondo... andiamo... che la marchesa ha tanto di testa [dolorante]! aconvienesicome,leccapiediӥecamerlengoӥdifusioneGustosa8 padrone.delservotipicoun 354 PORTA_testi.indd 354 16/03/11 11:43 66 quella,depooonegross,egrandanchmHin avella!detempsaravelsacrato,DioPer naturalcittodepooquellDopo intemerada,donaseguitdevenChe temporaldelambassadorstoVedend fiada,cheonanimaintornaghhanolChe ciera,lamorbidisselvos,mudaEl manera.staindiscorselseguitaelE leeconparldeprimadeanchpoeSe sentdegnnighavessenvoeultDi mestee,sdelobbligazionihinQuaa ch;eccojciaccer,tantefSenza stvoeurnochist,stvoeurchiInsc c.ladesfesciaghagraziafgheEl messaladelobblighaquantinprimm:Punt dilla;defissormaighՏnofestaO pressa;labbiachenoccorservaviaChi sentilla:voeurlaleechequijhinorI quattror,tr,d,paraastfassjeSe Signor.aloffrighelapascienza,Amen, curtina...puttostsintend,poe,messaLa p:alminuttvintquardoretta,On dottrinalasettimanalavoeultD servit,laperedonzelliPer 72 78 84 Siete anche grandi e grossi, e un po di quella [creanza] per Dio sacrato, sarebbe tempo di averla!|Dopo quel po di silenzio naturale che viene alseguito duna intemerata, vedendo questo ambasciatore del temporale che non ha intorno unanima che fiati, muta la voce, ammorbidisce la cera, e seguita il discorso in questa maniera. | Se poi, anche prima di parlare con lei, delle volte avessero a genio di sentire quali sono le obbligazioni del loro mestiere, senza fare tante chiacchiere, eccole qui; cos chi vuole stare sta, chi non vuole stare ci fa la grazia di sbarazzare la casa. | Punto primo: in quanto allobbligo della messa, o festa o no, non cՏ mai ora fissa per dirla; chi via a servire non occorre che abbia fretta; le ore sono quelle che lei [la marchesa] vuole sentirla: se li facesse stare parati due, tre, quattrore, amen, pazienza, offritela al Signore. | La messa poi, sintende, piuttosto cortina... un quarto doretta, venti minuti al pi: due volte la settimana la dottrina per le donzelle e per la servit, 355 PORTA_testi.indd 355 16/03/11 11:43 part,terzasoalasempersiraDe quart.elcallassghenotarocchalcheMen 90 essenzialinscpattonchesentendm,Ch tarocch,agiugsavdequellLeva scal,iciappaahanchesesocinqustaanՏGhe Rocch,doncertoon(peccaa)olteritraE bagaj,defina9primeristaGran faj.deprimamesonesequiigiugaChel 96 bigliett,Portinnanz)tiraelquell(E adreeancatoeussprovist,fimbassad,F pacchett,quajonfagott,quajonvoeultDi perucchee,dalmadamm,dajsart,dalCorr loccorseecagnettalaspassaMenn fattor.alletteraonacunt,onScriv 102 vott,osettondesblusciaanՏelchAnca cagnetta,laderesonquellaperVun fagott,quijderesonpersegondOn spazzettafaahansesocinquolteriE carimaa,cojpenn,cojinfesciassnoPer consacraa.ditisporcderisciE 108 di sera sempre la sua terza parte [di rosario], a meno che ai tarocchi non cali [manchi] il quarto. | Chi ora, sentendo che un patto cos essenziale era quello di saper giocare ai tarocchi, ce nՏ stati cinque o sei che han preso le scale e tra gli altri (peccato) un certo don Rocco, gran primierista fin da ragazzo, che gioca [i compensi per] le esequie un mese prima di farle. | (E quello tira innanzi.) Portare biglietti, fare ambasciate, fare provviste, prendersi anche dietro delle volte un qualche fagotto, un qualche pacchetto, correre dal sarto, dalle modiste, dal parrucchiere, menare a spasso la cagnetta e se occorre scrivere un conto, una lettera al fattore. | Anche qui ne sono sgusciati via sette o otto, uno per quella ragione della cagnetta, uno per ragione di quei fagotti, e gli altri cinque o sei hanno fatto spazzetta [hanno sgomberato] per non invischiarsi con le penne, coi calamai e rischiare di sporcarsi le dita consacrate. | giocotipicoprimiera,digiocatorebuonintendesiprimieristaӥPer9 9).notae245v.32,(cfr.osterienellepraticatolombardocartedi 356 PORTA_testi.indd 356 16/03/11 11:43 viaandaveduuhancheultemstitraIn 10Zuccoirin,deGiorgdoncertoonstaaGhՏ poesiaeeloquenzadeMaester 11GherardinCarlosurfamosoDel beccopulenzadecodezdonautorE Renza.Portade12ForlanIseppdaStampaa disnalQuantinnanz)tiraelquell(E patrona,laconpostelghՏelsolitDe capitavegnanochegiustVia personaonaoetichetta,dedisnOn chcasstoinchimpegn,deobordoDalto m.edonzellicontnun,traMangem different:lՏcaselpoecampagnaIn lee.contuccdisnenPappa,elVegniss gent,bassalaconanchadattaselaL cangelee;colbrazzavalaMagara 114 120 Fra questi ultimi che han visto andare via cՏ stato un certo don Giorgio di Zuccorino, maestro di eloquenza e poesia del famoso signor Carlo Gherardini e autore dun codice di beccopulenza stampato da Giuseppe Borsani di Porta Renza. | (E quello tira innanzi.) Quanto al desinare, di solito cՏ il posto con la padrona, salvo giusto che non venga a capitare un pranzo di etichetta, o una persona dalto bordo o di riguardo perch, in questo caso qui, mangiamo tra noi, con le donzelle e me. | In campagna poi il caso differente: venisse il papa, pranzano tutti con lei. L si adatta anche con la bassa gente [umile], magari va a braccio con il cancelliere; Brianza.dellapaesinounZuccorinoseanchefantasia,diNome10 classici-autoreGiovanni,lessicografodelfratelloGherardini,Carlo11 su-classico-romantica;polemicanellaPortadiavversariotenaceesta Rispostadella unapubblic,Romanticismodeldivulgazioneladopobito orien-porta(laRenzaPortadiBorsaniGiuseppeleditorepressoBibin nelanchecitatoironicamentevieneVenezia);Portaoggicitt,dellatale 264).v.anche(cfr.Ricchezza del vocabolari milanessonetto anchevalegergoinforlanmaliziosa:(mastorpiaturaleggeralaSotto12 stam-(1771-1825)BorsaniGiuseppecelatoborsaiolo)monello, PortaanchedettaRenzaPortainbottegaavevacheeditore epatore 13).v.55,anche(cfr.Orientale 357 PORTA_testi.indd 357 16/03/11 11:43 126 occorpossaghelchepescdequellTutt sojador.dongodlassassdequellLՏ contradd,nociall,elferidrest,Del rispond,delinstacchettalapassNo serv,lassasssՏchetavolaA tond,sujmanislongnolingord,fNo desgangaralla,nobocca,lasbattNo vojalla.denanzparlamettesN moin,panfnogombet,igiTegn cortij,icontdentdiinrugassNo mantin,elcontsudorelsugassNo porcarijdiaffattnessunaInfin corr,lassasciorilorfaziltanthinChe lor.destuttfudesselmondelCome camarerdonballossquellvedendCh, quaccquacclstanreligiosbonquijChe disparerdesegnminimeldSenza modacc,quajdereffign,quajdeVia loraziondefinalpassaelsaltDon perorazion.staderecciocchelCont posschepraccomandighecheQuell benedetta,poliziaquellaLՏ 132 138 144 tutto quello di peggio che l gli possa capitare [al prete] di lasciarsi prendere in giro da un [ospite di] bello spirito. | Per il resto, ridere e fare il grullo, non contraddire, non passare il segno nel rispondere, a tavola lasciarsi servire, non fare lingordo, non allungare le mani sui tondi [piatti], non sbattere la bocca, non sgangherarla, n mettersi a parlare prima di vuotarla. | Tenere gi i gomiti, non fare zuppetta col pane, non rugarsi nei denti con i coltelli, non asciugarsi il sudore con il tovagliolo, insomma nessuna affatto delle porcherie che son tanto facili lor signori a lasciar correre, come se il mondo fosse tutto loro. | Qui, vedendo quel furbastro dun cameriere che quei buoni religiosi stanno l quatti quatti senza dare il minimo segno di contrariet oltre a qualche naso arricciato, a qualche smorfia, dun salto passa alla fine dellorazione con il rincalzo di questa perorazione. | Quello che gli raccomando pi che posso quella pulizia benedetta, 358 PORTA_testi.indd 358 16/03/11 11:43 indosstanfcolcheregordenseChe soletta,deesellasottdesudorDe vell,delorloconongquijconE p.denienteporchdelquistaranSe 150 collarincertspall,suj13lendenCerte salamm,defoeudradefaaparenChe gipponin,decamis,decollCerti damm;aiinnanzportdecossmingaHin difes,mezzlՏd,soeulsevisaa,Omm intes.mavaraneciar,parlaaHoo 156 tapponcomeinlocchiisbattuu,Stremii, croeucc,inlortramissshinpretpoverQuij session,ladeeffettmfusselinfin,E oeucc,isottghavessenchespeccdonO amalappennatrentaondechestFatto donzenna.mezzalfermaanՏseEl 162 scampanelladagranonapontstoA EccellenzaSoachetuccapartezipaLa levadasՏlainfinPavolaDonna udienza;ddeprozintsullՏcheE truscia,elcorr,elalloracamarerEl bauscia.lacontoilettfanpretiE 168 che si ricordino che col tanfo addosso di sudore di sotto ascella e di calzini, e con quelle unghie con lorlo di velluto, si acquisteranno del porco e niente di pi. | Certe lendini sulle spalle, certi collarini che paiono fatti di fodera di salame, certi colli di camicie, di giubboncini, non sono mica cose da portare davanti alle dame; uomo avvisato, si suole dire, mezzo salvato, ho parlato chiaro e mi avranno inteso. | Spaventati, sbattuti, inlocchiti come ciocchi quei poveri preti si sono messi tra loro in crocchio, e alla fine, fosse leffetto della sessione [riunione], o duno specchio che avevano sotto gli occhi, fatto sta che, da una trentina, a mala pena se nՏ fermata l una mezza dozzina. | A questo punto una gran scampanellata rende tutti partecipi che sua eccellenza donna Paola infine si levata [alzata] e che in procinto di dare udienza; il cameriere allora corre, si affanna, e i preti fanno toilette con la bauscia. | 3.nota45,cfr. lenden Per13 359 PORTA_testi.indd 359 16/03/11 11:43 scuffiongraninCangiasa,MarchesaLa fioritt,atutta14PompadourlaaFada 15ciccolattinonbraviduusCoj polsittdisoraneghertaftDe tan,colorbarbisongranduuE canap.sulspecciajasalainLeva 174 leeaarentlevacheLilla,laMa Franza,denoeuvscialloncontgiQuattada peedodesquijsentlacheAppenna stanzapergiscovandterra,insaltaLa possnopabojandenoeuvsciallEl goss.triisdifiaaelquantetuttCon 180 dent,imostraerognaebojaebojaE fogos,pooonlՏcheMalacchiaDon compliment,elboccainsaraaVedendes vos,lasudgheeleflemmalaperdEl seccadaladedgheelmenterE pesciada.onamollaghdelattfaEl 186 La marchesa Cangiasi, in gran cuffione fatto alla Pompadour tutto a fioretti, con i suoi due bravi cioccolatinoni di taffet nero sopra le tempie e due gran baffoni color tan, era in sala ad aspettarli sul canap. | Ma la Lilla, che era vicino a lei accucciata con uno scialle nuovo di Francia, appena sente quei dodici piedi salta in terra, scopando per la stanza lo scialle nuovo e abbaiando a pi non posso con tutto quanto il fiato dei suoi tre gozzi. | E abbaia e abbaia e rogna e mostra i denti, don Malachia che un po focoso, vedendosi stoppato in bocca il complimento, perde la flemma e le d sulla voce [le urla], e mentre le d della seccatrice fa latto di mollargli una pedata. | allepo-cheXV,LuigidiamantedamafamosaPoisson,Antoinette14 donnaquantosuggerirevuolePortaEuropa;tuttaamodaladettca tempi.suiritardoinsiaCangiasa leccornia,scuraallasomiglianzalaper,cioccolatinonchiamaPorta15 allepostemedicatepezzuolecoprivanocheneropannoditondinidei analgesico.cometempie 360 PORTA_testi.indd 360 16/03/11 11:43 poetta),idisen(comeOnorsa cacciador,ondatoevedaselaChe tetta,laasottorsettinonferO furor,tantinrabbia,tantainvalaNo vedaSustrissimavalaCome p.elariaincontMalacchiaDon 192 Lillin,lachecieldelfortunaPer s,tuttlՏcheintendimentquellCon sesindelincolpelschivsavuuLha gi,scrusciassecovalaarenttirCol risorsastagheranoserestantDel quellorsa.facossapescaaVattel 198 Malacchia,dondescasciaacolp,elSchivaa quiettaa;asquasicossiEven cappellanialadondavalaGi candidaa,cinqupocchquijdecereghiSu casolteronbordell,olteronQuand pas.santainparaonanmmandaneEl 204 patrona,lillustrissimachelՏE canapsulindreecuuavalaMenter personalaquoniamstatuinmettPer p,dellaffarperdisordininStada ,cajn,cajnand,lassassdelIn Lillin.lasedescolsoppressaLa 210 Unorsa (come dicono i poeti), che si veda togliere da un cacciatore o ferire un orsettino sotto alla tetta, non va in tanta rabbia, in tanto furore, come va lillustrissima a vedere don Malachia con in aria il piede. | Per fortuna del cielo la Lillina, con quellintendimento che tutto suo, ha saputo schivare il colpo nel culo col tirare vicino la coda e accucciarsi; del restante, se non cera questa risorsa, vattelapesca cosa fa quellorsa. | Schivato il colpo, scacciato don Malachia, le cose erano quasi quietate; gi la cappellana dondolava sulle chieriche di quei pochi cinque candidati, quando un altro bordello, un altro caso ne manda ancora un paio in santa pace. | Ed che lillustrissima padrona, mentre va a culo indietro sul canap per la persona che era stata in disordine per laffare del quo statu mettere in piede, nel lasciarsi andare, ca, ca, soppressa col sedici [sedere] la Lillina. | 361 PORTA_testi.indd 361 16/03/11 11:43 Spiridion,doneTellesforDon nient,perridenchegingellaDuu scioppondoninbottonaduututtfoeuraDan indecent,insccilapp,inscridDe scandalizzadainfinMarchesalaChe filada.staconleeancafoeuradLa 216 Avria suppost che essendo sacerdott Avesser un p pi deducazion, O che i modi, al pi pegg, le fosser nott De trattar con i damm de condizion; Maccorgo invece in questa circostanza Che non han garbo, modi, n creanza. 222 Per poi che lAltissim el ci ha post In questo grado, e siamm ci che siamm, Certississimament dover nost Il farci rispettar come dobbiamm; Saria mancar a Noi, poi al Signor Passarci sopra, e specialment con lor. 228 Quanto a lor due, o malizios o sempi Che sia el lor fall, basta cos: che vadan! Quanto agli altri, me giova che lesempi Je faccia cauti e me ne persuadan. Cos : Serva loro: adesso poi... (Lillin? quietta!!)... veniamo a noi. 234 Don Telesforo e don Spiridione, due grulli che ridono per niente, dan fuori tutti e due in un botto [contemporaneamente] in uno scoppio di ridere cos sciocco, cos indecente, che la marchesa infine scandalizzata d fuori anche lei con questa tirata. | Avrei supposto che essendo sacerdoti avessero un po pi deducazione, o che i modi, al peggio, fossero loro noti per trattare con le dame di condizione; maccorgo invece in questa circostanza che non han garbo, modi, n creanza. | Per poi che lAltissimo ci ha posto in questo grado, e siamo ci che siamo, certissimamente dovere nostro il farci rispettare come dobbiamo; sarebbe mancare a Noi, poi al Signore, passarci sopra, e specialmente con loro. | Quanto a loro due, o malizioso o ingenuo che sia il loro fallo, basta cos: che vadano! Quanto agli altri, mi giova che lesempio li faccia cauti e me ne persuadano. Cos : serva loro: adesso poi... (Lillina? quieta!!)... veniamo a noi. | 362 PORTA_testi.indd 362 16/03/11 11:43 lpuntquellafinacheCagnettaLa indiavoladapestaonastadaLeva trepill,atruscia,facomenzaaLha linviziada,efrignalaintornofA Ventura,donagambsujrampegaE pagura.fachebruttbruttpretoccolOn triiquijtrainleracheVentura,Don benefizzi,delbisognospusseeEl stremii,stremiidrizz,drizzlstavaEl pregiudizzi;onfassdepaguraPer colzett,pocchquijslisassasentivaEl quiett.lstavaelpascienza,Eppur, compiacenzaconcheMarchesa,laMa simpatia,quellaadoeuccdavaLa presenzalaaghavesselacheSebben polizia,egarbmaggiordepretDuu 240 246 Vada todos, premura,perpremura16 Ventura.donpervtseldezisLha famigliadallasavuusՏAppenna cappellan,seldeventaalevaChe maraviglia,detuccsbattezzavenSe 252 La cagnetta che fino a quel punto l era stata una peste indiavolata ha cominciato ad affannarsi, a saltellare, a fare intorno [in giro] la smorfiosa e la viziata, e ad arrampicarsi sulle gambe a don Ventura, un pretoccolo brutto brutto che fa paura. | Don Ventura, che era tra quei tre il pi bisognoso del beneficio, stava l dritto dritto, spaventato spaventato, per paura di farsi un pregiudizio, sentiva slisarsi quelle uniche calzette eppure, pazienza, stava l quieto. | Ma la marchesa, che con compiacenza adocchiava quella simpatia, sebbene che aves ,premuraper todosvada seinpresenzaduepretidimaggioregarboepulizia premura, ha deciso il suo voto per Ventura. | Appena sՏ saputo dalla famiglia che era diventato il suo cappellano, si sbattezzavano tutti di meraviglia, (spagnolismo).siaӥchequelsiaintendaSi16 363 PORTA_testi.indd 363 16/03/11 11:43 giavan,oncomeconceppodendNo ciallongoff,onpret,donbacillaOn deventall.desecretteltrovaaLavess secrettgranelchesavuusՏpoetempCol finalment,olter,nientstaaLeva fettquatterotradossavuulaveghChe dentinvoltaabaslettadesalammDe Risposta de Madamm BibinlaIn Gherardin.donsalammquellolterDe 258 264 non potendo concepire come uno sciocco, un imbecille dun prete, un goffo, un citrullo avesse trovato il segreto di diventarlo. | Col tempo poi sՏ saputo che il gran segreto era stato nientaltro, infine, che aver avuto addosso tre o Bi-MadamadiRisposta quattro fette di salame di scarto involte dentro la bin di quellaltro salame dun Gherardini. 364 PORTA_testi.indd 364 16/03/11 11:43 55 Con questo sonetto-elenco il capitolo della disputa Porta-Gherardini si arricchisce di un altro tassello, visto che il nome del classicista chiude la rassegna dei sinonimi di testicolo. Porta lo confezion in onore della sua memoria (cos in una lettera in cui dice di non serbare rancore verso lavversario gravemente malato) prendendo spunto da un sonetto adespoto, pubblicato da Cherubini nella sua Collezione, in cui lanonimo autore non usa altre parole che i molti sinonimi di baggeo, ossia sciocco, disponibili in milanese. Fu anche tradotto da ).Dalleletteresidataagliultimi libberipenzieriLi Belli(coniltitolo giorni del marzo 1819, venne poi pubblicato nelledizione luganese. MILANESVOCABOLARIDELRICCHEZZA peeintiraahan1parentellquantiOh 2sonaj,dittGhhancojon!inominPer badee,sold,quattordesgranej,3Toder, baravaj;ball,rsc,testicol,Zeri, bartolamee,guss,senzaoeuvdittGhhan daj,coomenus,fasoritt,Barlafus, 4 Ohquantinomihannotiratoin MILANESEVOCABOLARIODELRICCHEZZA ballo per nominare i coglioni! Li hanno detti sonagli [minchioni, sciocchi], tuderi, granelli, quattordici soldi, baggei, zeri, testicoli, pnzoli, balle, cianfrusaglie; | li hanno detti uova senza guscio, bartolomei, fronzoli, fagioletti, frattaglie, capi daglio, ma7),nota1,(cfr.cognomeӥilpropriamente)parentella (Parentell1 suoiiedecente pocotermine il fra parentelaӥallaanche alludequi eufemistici.sinonimi 1.nota5,cfr.,sonajPer2 16.nota45,cfr.toderPer3 365 PORTA_testi.indd 365 16/03/11 11:43 4campee,zeder,cittaa,deSignori coraj;eballauster5Barol, 8 contrappes,pes,frittur,gandoll,dittGhhan bicciolan,ballottol,nodar,Segond 6Verones.fincoss)perchsoo(noE 11 7Bibin,Madammdegraziainadess,E Borsan,idomandenichepariccGhՏ 8Gherardin.ipartmassimalaE 14 signori di citt, cedri, campieri [stronzi], barol, balaustri e coralli; | li hanno detti nccioli, fritture, pesi, contrappesi, secondi notai, ballotte, bicciolani e (non so perch) perfino veronesi. | E adesso, in grazia di Madama Bibin, ci sono parecchi che li chiamano i Borsani e, la massima parte, i Gherardini. 19.nota40,cfr. campee Per4 25).notae184v.32,(cfr.Ninettanellaancheusatosinonimo,Barol5 stufa.nellaofornoalcottecastagnelechiamateeranoCos6 Risposta di Madamm Bibin alle sestine polemicaallavariferimentoIl7 ro-tesilecontestareperGherardiniCarlodacomposta,del signor C. P. Porta.dasostenutemantiche Carlosonetto:delpolemicibersagliiindicanosinonimiultimidueI8 inPorta(cheGherardini deleditore Borsani,GiuseppeeGherardini no-pocometaforaunaltracondileggiaRossari,allamicoletterauna taffana-ilseccarmidipenalapigliarsivorrebbe luidifuorichibile: sceleratamente?);cosscrivere saprebbe ecorreggia miaogniadrio 264.112,vv.54,cfr.entrambiper 366 PORTA_testi.indd 366 16/03/11 11:43 56 Loccasione dellepitalamio per un matrimonio della migliore nobilt offr lo spunto per un ulteriore capitolo delloffensiva anticlassicista: svolto qui su un felice piano rappresentativo, attraverso il genere della visione piuttosto che sul versante argomentativo, come nel Romanticismo. Fu scritto in un mese circa e nacque dalla cooperazione Porta-Grossi: impossibile risulta determinare, su base sia documentaria sia stilistica, il diverso apporto dei due collaboratori: ma pi attendibile supporre che la composizione abbia proceduto senza distribuzione di parti [...] lavorando i due poeti contemporaneamente e insieme intorno ai medesimi versi (Isella). Le lettere fra i due autori testimoniano del clima frenetico che si era creato in attesa della divulgazione e permettono di datare il testo tra la fine di maggio e la fine di giugno del 1819. Venne pubblicato in occasione delle nozze, celebrate in data 26 giugno, contemporaneamente dalle stamperie di Antonio Lamperti e di Vincenzo Ferrario. MATRIMONIELPERSESTINN VERRGABRIELLDONCONTSURDEL DONNACONTESSINASURALACON BORROMEAGIUSTINA mentinpensertantivoltdeStracch volta,perdonzennafollavenseChe lardimentdecastigammperForsi raccolta,stainnaselcascivorDe contin,surdiseva,ghecomeStracch, visorin.doninlcrodaasontbellBell 6 VER-GABRIELEDONCONTESIGNORDELMATRIMONIOILPERSESTINE Stan-BORROMEOGIUSTINADONNACONTESSINASIGNORALACONRI co di rivoltare tanti pensieri in mente che si affollavano a dozzine per volta, forse per castigarmi dellardimento di voler cacciare il naso in questa raccolta, stanco, come le dicevo, signor contino, bel bello sono caduto in un pisolino. | 367 PORTA_testi.indd 367 16/03/11 11:43 incordaalevacervellelsiccomeE lintenzion,conformapoetteghSul indormentaafusschebensAnca ton,listessdeanmltiravaEl sogntajquijdevunfaahoochedmVuj besogn.doninpoettadonlajutthinChe collinaonasuvessdeparsmՏlE pegoree,defondainscimadePienna fina,lanadepegoreequijdeMa perucchee;depeccennaasbarbaa,Nett, ghittarin,oneliriontuccGhaveven frin.frincheoltersentivaseN secchsecchabaaonmdepassduuaGhera mennasechelsvida,sechelstorg,seChel plecchdetantofrinfrinquelladaghA schenna,laconemanicontpee,iCont offell:depiendebocchinoncontSclamand bell!Ohdelizia!cheOhbravi!Ohcari!Oh saludi,elvardi...ellu...aarenttiriMe 1sommaladeinsommafissall...aTorni studi,diprefettmEllera?...chimSaal 12 18 24 E siccome il cervello era accordato sul poetico conforme allintenzione, anche sebbene [nonostante] che fossi addormentato continuava con lo stesso tono, voglio ora dire che ho fatto uno di quei tali sogni che sono laiuto di un poeta nel bisogno. | E l mՏ parso dessere su una collina piena, da cima a fondo, di pecorai, ma di quei pecorai di lana fina, netti, sbarbati, pettinati dal parrucchiere; avevano tutti un bordone e un chitarrino, n si sentiva altro che frin frin. | Cera a due passi da me un abate secco secco che si storce, che si svita, che si dimena per dare a quel frin frin tanto di garbo con i piedi, con le mani e con la schiena, esclamando con una boccuccia da crema di pasticcini: Oh cari! Oh bravi! Oh che delizia! Oh bello!. | Mi avvicino a lui... lo guardo... lo saluto, torno a fissarlo... in somma della somma, sa chi era?... Il mio prefetto di studi, risol-volta una oconti dei fin alla vale: che idiomatico Modo 1 dubbi.ituttiti 368 PORTA_testi.indd 368 16/03/11 11:43 diplommaelspedfaamhachemedemmQuell lՏchecartapegora,in2DArcad 3rapp.elbagndedroeuviadesscheQuell cognossuumhaelluancacheAppenna allegria!chenagottadighigheNo vorsuumhaelmomentlistessdeIn cottaria;quellatuttaaPresent figurasspelm,Arcadlor,Arcad frecass!cheArcadtanticon4maggDe corona,incomequanttuccssercenMe dessora!s,Sadree:sbraggenmeTucc lElicona,suvessdeintantMaccorgi sgora,chelasenApoll,detempielVedi fontanin,elolubagh,diboschelVedi 5vin.decicchelfanchedacquacicchiE 30 36 42 quel medesimo che mi ha fatto spedire il diploma dArcadia in cartapecora, che quello che adesso uso per bagnare il rap. | Appena che anche lui mha riconosciuto non le dico neanche lallegria! In quello stesso momento mi ha voluto presentare a tutta quella brigata; arcadi loro, arcade io, pu immaginarsi, di maggio con tanti arcadi, che fracasso! | Mi accerchiano tutti quanti come in corona, tutti mi gridano: Su, su, di sopra!. Mi accorgo intanto di essere sullElicona, vedo il tempio di Apollo, lasino che vola, vedo il bosco degli allori, il fontanino e gli ubriachi dellacqua che fanno gli ubriachi del vino. | Colle-dalalluscitaPorta,Carlogiovaneil1790nelcheprobabile2 Co-alla iscritto stato sia Monza, di Angioli degli Maria Santa di gio Giacomo agrazie stesso, Collegio il presso istituita Arcadiad lonia 27.v.delprefett di studiil(Bezzola),Picozzi av-inumidito,fresco, conservavasichefiuto,databaccoilRapp3 cartapecora.involto frequen-piraglianocuiinasini,degliamorideglimeseilMaggio4 rcadi.deglicanzonaturalaquindifortepitantotemente; defini-peridiomaticomodoI cicch dacqua che fan el cicch de vin 5 coinvolgimento.effettivosenzaentusiasmooesaltazioneaffettachire 369 PORTA_testi.indd 369 16/03/11 11:43 cdepatrondelportinaraLa 6sganzerla,labaavedlacheAppenna lsbarattaghelaParatatagh! pusterla,laeantdimurelContra reverenza,soainnanzpasslassPer sequenza.latuttaelu,conmE salongranontroeuvaseentrprimmAl librazz:detutttapezzaamuriCont cardegononsusettaavecconmezzinGhՏ scartapazzdonfoeujivoltaelevoltaChel dalfabettordininrubricaperScritt 7brovett.deldanemstatdigustsulIn gi,borlaghelachepelllaghhaEl pelaa,melonelghhaeldent,senzaLՏ anmtraspargheelquestamezzinMa staa,sarchelbellquelldeQuajcossa lampiondoninlummeltrasparCome taccon.dieloncdetraversaAnca camarada,aldomandicoluu?lՏChi respond,meelApoll,mingaConossel 48 54 60 La portinaia del padron di casa appena vede labate gambuto, paratatagh!, gli sbaratta l, contro il muro, le due ante e la porta, per lasciare passare avanti sua riverenza e io con lui, e tutta la sequenza. | Appena entrati si trova un gran salone con i muri tappezzati tutti di librazzi: cՏ in mezzo un vecchio seduto su un seggiolone che volta e volta i fogli di uno scartafaccio scritto a rubrica in ordine alfabetico, sul gusto [al modo] degli stati danime del Broletto [municipio]. | Ha la pelle che gli cade gi, senza denti, ha il melone [la testa] pelato, ma in mezzo a questo [in tutto ci] gli traspare ancora qualcosa di quel belluomo che sar stato, come traspare il lume di un lampione anche attraverso lunto e i rappezzi. | Chi colui? domando al camerata [compagno]. Non conosce mica Apollo? mi risponde, uc-,piovanellinoӥogambecchioӥdeldialettalenomeilSganzerla6 persone.leindicareapassatopoilunghe,zampedalleacquaticocello 26.nota47,cfr.brovettPer7 370 PORTA_testi.indd 370 16/03/11 11:43 pelada?insczuccaquellaConApoll?... biond?levachedittmhanolcollegginMa zucca!quellaCondamor!...biondinbellelOh perucca.inlՏquandluanchbiondsarEl gippaemarsinaghhaelpagn,aiguardiGhe adoss;tuttballenghechelarghTanto trippa,laavuughavarelfaahaiquandFors gross,innegozziavacheltempelleraCh falliilՏchedespoepoverett!Ma trii.dentstghenchemaghervegnuuLՏ veggiapvuna8sabettdemucconVedi fs,igifanchecantondoninloltraDe oreggia:donaindismeelprefettelE ms.ihinquijpopl,quijguardaChel confidenzainrespondi,ghemPopl? reverenza?vuna,sposaravelNe bruttinscvegnuuchevencapiipoeHoo romanteghdebirbiquijderabbiaPer tuttperdeintornaspanteghenChe rantegh,colgoss,colcarampann,veggiann,Chhin 66 72 78 Apollo?... Con quella zucca cos pelata? Ma in collegio non mha detto che era biondo? Oh, il bel biondino damore!... Con quella zucca! Sar biondo anche lui quandՏ in parrucca. | Gli guardo i panni [i vestiti], ha marsina e giubba tanto larghe che gli ballano tutte addosso; forse quando se li fatti avr avuto la trippa, perch era il tempo che negoziava allingrosso, ma poveretto!, dopo che fallito divenuto magro che ce ne stanno dentro tre. | Vedo un mucchio di zabette [comari], una pi vecchia dellaltra, in un cantone che fan gi [svolgono] i fusi, e il prefetto mi dice in un orecchio: Guardi quelle figliole, quelle sono le muse. Figliole? gli rispondo. In confidenza, ne sposerebbe una, riverenza? | Ho poi capito che erano venute cos brutte per rabbia di quei birboni di romantici che spargono intorno dappertutto [la voce] che sono vecchie, carampane, col gozzo, col rantolo, 50.nota47,cfr.sabettPer8 371 PORTA_testi.indd 371 16/03/11 11:43 84 animajstivorravenmenemanE 9collegiaj.quatterquijfinDesgustagh intantfinestraladedentVegneva ghittarista,quijtuccsusderaggOn ant,issarfapessegaApollE vista;lamaafavagheelsciartroppChel diddontraversoncallaaghՏcolpstoA rid.descioppondoninfoeuradassnoChe domandaahooelengualamorduuhooBasta, pass,sulinltrovaahoochecurios,onA maafpodesselschellevaCome spass,amennalldetoccachequellA svegnaadessmfasselcomeE lu.perdelucarocceeselSenza antigamentcherispostmhaelquellE mestee,duufavaeldeffattApoll strument,incorddeeversfdeVun fiacaree,devicciurin,deLolter 90 96 e quasi vorrebbero, questi animali, disgustare perfino quei quattro collegiali. | Veniva dentro dalla finestra, intanto, un raggio di sole su tutti quei chitarristi, e Apollo saffretta a far chiudere le ante, che il troppo chiaro gli faceva male alla vista; a questo colpo calato [mancato] un dito di traverso [pochissimo] che non dessi fuori [esplodessi] in uno scoppio di risa. | Basta, ho morsicato la lingua e ho domandato a un curioso, che ho trovato l tra i piedi, comera che il sole potesse fare male a quello che gli tocca menarlo a spasso, e come faccia adesso a venire su [a sorgere], da solo, senza il suo cocchiere. | E quello mha risposto che anticamente Apollo di fatto faceva due mestieri, uno di far versi e accordare strumenti, laltro di vetturino, di fiaccheraio, muse.leseguonoancoracheingenuipochiI9 372 PORTA_testi.indd 372 16/03/11 11:43 11crostsujdaaghhael10CopernichcertonMa post;segondelariapertraaghhachelTant 102 limpieghcherestaghenoadesscheE bordell,fdecant,deson,De 12beghdimanatiraahanchepooongilՏMa quell,ancatoeugheldetronnaseE passstodevancossiserisciaelgiE Biagrass.aoTriulzdelinfornDe 108 mentadavascoltava,cheIntrattant tavolalintornaghavevachelpatronAl gent,defurugozzon13cros,santaOn diavol;delstreppetonfasevenChe poetta,vessdedintendatuccdanSe maladetta!14tappellacheved,elSicch 114 ma un certo Copernico gli ha dato sulle croste [fatto male] tanto che ha buttato per aria il secondo posto; | e che adesso non gli resta che limpiego di suonare, di cantare, di far bordello, me gi un po che hanno tirato in ballo delle beghe e si tuona di togliergli anche quello, e gi rischia, se le cose vanno di questo passo, di finire al [ospizio di] Trivulzio o ad Abbiategrasso. | Intanto che ascoltavo, stavo attento al padrone che aveva intorno al tavolo una santa croce, una confusione di gente che faceva uno strepito del diavolo; si danno tutti a intedere di essere poeti, sicch, lo vede, che battola [parlantina] maledetta! | ab-feceroCopernicoNiccoldellastronomoeliocentricheteorieLe10 ne terralacuiperdelluniversotradizionaleconcezionela bandonare ApolloadperderefattoavrebbescopertaquestaPortapercentro;ilera solare.cocchiodelaurigadiquella,elsegondpostoccupazione,secondala male.pifaglidovecolpitolhasignificaEl gha daa suj crost11 classico-romantica.polemicaallaAllusione12 San-dellafestalaperMilanoaaccorrechequellaasimilefollaUna13 28).nota29,(cfr.Croceta che,legnodiarneseunmulino,dabattolapropriamenteTappella14 rumore;moltoconbattendosabbassaesalzamacina,dellagirarenel ferro dimobilemanigliaconlegnoditabelladisortaunaanchema fun-leannunciareadservivafracasso;notevoleproduceagitata,che, lusoproibito cuiinsantasettimanadellagiornineireligiose zioni ru-di significato il derivato essere pu entrambi da campane; delle molesti.deiparlantinalacomeappuntofastidioso,econtinuatomore 373 PORTA_testi.indd 373 16/03/11 11:43 gucc,sujmettvorevenmel15omm!Pover dramma,onchimadrigal,onchiod,onvoeurChi tucc,agraziabonaconrespondelluE mamma,onadoltertantfaravnoChe viaimballajesoggettalconformaE scanzia,tallatal,numertal,Stanza occorchequelltuttpareggiaaghՏlE sort;nessunadefadigaSenza dottor,permonegh,perpret,perSonitt mort,chՏmiee,toltchhanassuu,chiPer canzoneglogh,quartinn,sestinn,Terzinn, taccojon.etaccojnedrammaE dessedameelsortstadecomodOn impegn;mdelmemorialabottonaTutt provedacheevedacielchelproppiPar segn;asontchechtm),tra(Dighi 120 126 Poveruomo!, me lo volevano mettere sugli aghi, chi vuole unode, chi un madrigale, chi un dramma, e lui risponde con buona grazia a tutti, che non farebbe tanto daltro una mamma, e conforme al soggetto li imballa via stanza tale, numero tale, la tale scansia, | e l apparecchiato tutto quello che occorre senza fatica di nessuna sorta; sonetti per preti, per monache, per dottori, per chi nato, chi ha preso moglie, chi morto, terzine, sestine, quartine, egloghe, canzoni e drammi e taccuini e taccoglioni. | Una comodit di questa sorta mi sveglia tutto a un botto la memoria del mio impegno; pare proprio che il cielo veda e che provveda (dico tra me), ecco qui che sono servito; Paganini,GiovanniidentificaredaApollodicaricaturalaDietro15 Mar-IleI Romanticistidrammi,dipaiounscrissecheclassicoautore del taccojn e taccojon (i almanacchi di paio un fiaschi, in risoltisi ,sia terzinn, sestinn,quartinn,eglogh, (doccasione verso qualche e126) v. questo con ,X.Y.Z. sigla la con firmava si Paganini 125). v. canzon vv. aimentre 211, v. al anche causa in chiama lo Porta pseudonimo 57,(cfr.dramma;sulealmanacchisugliironizzareatornasegg.e214 6).v.59,14;v.58,167;v. 374 PORTA_testi.indd 374 16/03/11 11:43 132 lordecompagnmanchcontentameelSe scior.oncomecavilamevoeultaSta prefettdellicenzaconfatt,eDitt zerimonial,elboffaafinamhaChel derimpettsala,laamezzinSolti provincial,paderdelcardegonAl 16fironelduuinsceppdeinchintriifooGhe linvocazion.insccomenzipoeE Pittonee!ohEliconi,paderOh 17Ciparin!ohPattaree!Sciree!Oh peedesortituttdeversfeeteChe meneghin,infinaelenguituttIn Eliconi,padergranm,anchJuttem matrimoni!onperquattergifannA nominasentelApollAppenna campanell,onsbattaggiaelMatrimoni 138 144 se mi accontenta anche me come loro stavolta me la cavo come un signore. | Detto e fatto, con licenza del prefetto che mi ha perfino suggerito il cerimoniale, salto in mezzo alla sala, dirimpetto al seggiolone del padre provinciale, gli faccio tre inchini da spezzare in due la schiena e poi comincio cos linvocazione. | Oh padre Eliconio, oh Pittoneo!, oh Cirreo!, Patareo!, oh Ciparisso!, che fai versi di tutte le sorti di piede in tutte le lingue e perfino in meneghino, aiuta anche me, gran padre Eliconio, a farne gi quattro per un matrimonio! | Appena Apollo sente a nominare matrimoni sbattacchia un campanello, dorsale.spinalaorenidellefiloilsarebbeFiron16 ri-che epiteti sono Ciparisso ePatareo Cirreo, Pitoneo, Eliconio, 17 inEliconioApollo:adlegatamitologiadellaepisodialcunichiamano Pi-sacro;montecomeEliconaavevachepoesia,dellapatronoquanto sullas-giocato(quiCirreoPitone;drago-serpenteiluccisepoichtoneo portodelcittCirra,dacera),difabbricantecio,scireeconsonanza ciarpameӥ,pateeepattariadi(omofonoPatareodio;alsacraeDelfodi disedeTurchia, nellodiernamarittimacittPataradarigattiere) e bellissi-delnomeileraCiparissoapollineo;oracolofamosoaltro un cipresso.inmutatofuchediodalamatogiovanemo 375 PORTA_testi.indd 375 16/03/11 11:43 fachelquelldaoeuccisalzsenzaE bidell,donconsegnainpettameEl insemmaduututtgambalaasvint,Alto, M!letteraVI,armariC,Stanza grazios,tantlՏchegibell...bellAdess, Sciree,surrispondi,scolta,meChel sposmeeivestpernancavorrevNo vestee,defondonaddemoeudperRecorr perdona,mechelgent,desortcertaPer bona;robbaenoeuvarobbavorravGhe parerdebolmalmatrimoni,De gramm;decomebondetantnՏgheEl cavalier,difiordeltrattaseCh damm...difiorelcontmaridaseChe intes;hoorepia,elf,cheacosshainscE ses.armari18pota,elancafudessSel appian,andemmarmari!sstocondajE sposalizzionlՏquestchesavdeLha Milan,tuttscisgerdebroeudinandfaChe giudizzipocchbenghhoochediravenE 150 156 162 e senza alzare gli occhi da quello che fa mi mette in consegna dun bidello, Forza, svelti, in fretta tutti e due insieme stanza C, armadio VI, lettera M! | Adesso, bel bello... gi che tanto grazioso, che mi ascolta rispondo Signor Cirreo, non vorrei neanche, per vestire i miei sposi, ricorrere, per modo di dire, a un fondo di armadio, per certa sorta di gente, mi perdoni, ci vorrebbe roba nuova e roba buona; | di matrimoni, a mio debole parere, ce nՏ tanto di buoni come di grami; qui si tratta del fior dei cavalieri, che si marita con il fiore delle dame... E ci cosa ha a che fare? riprende ho inteso; se fosse anche il podest, armadio sei. | E dagli con questo suo armadio! andiamo piano, ha da sapere che questo uno sposalizio che fa andare in brodo di ceci tutta Milano, e direbbero che ho ben poco giudizio ma 12) I,,La secchia rapitaTassoni in(comepodest valequi Pota18 vulva.pottaconparoledigiococՏ 376 PORTA_testi.indd 376 16/03/11 11:43 19eadecossdimanatiraandassSe Borromea!onatoeucheVerronlodPer 168 savdelhaVerr,ondissequandE trattinon20Peder,dondetosellՏChe Caff,delarticoltantideLautor 22Parin,del21Beccaria,deldrizzLoeucc 23miafiolaquellMilan,deListorich filosofia.laalargoffaahaChe 174 ommonquelldenevodlՏcheintendSe onorinscfaanhache24Lissander,donDe ;Nocc ai sepolcher di ScipionsCoj senator,delnevodlՏcheintendSe consej;deepennadeomm25Carlo,donDe fradej!depinoltrpocchchevedEl 180 se andassi a tirare in ballo cose di ea per lodare un Verri che sposa una Borromeo! | E quando si dice un Verri, ha da sapere che il figlio di don Pietro, nientemeno che lautore di tanti articoli del Caff, locchio destro di Beccaria, di Parini, storico di Milano, quel grande ingegno che ha fatto fare largo alla filosofia. | Si intende che nipote di quel granduomo di don Alessandro, che ci ha fatto cos onore con le sue Not ;siintendechenipotedelsenatore,didon Scipioni degli sepolcri ai ti Carlo, uomo di penna e di consiglio; vede che tre poche pillole di fratelli! | ec-calendario dal deriva dire di modo Il sentite. eviste gi Solite, 19 non che feria ogni ad Cherubini, spiega come quale, nel clesiastico pre-lacomeusare,davestelaindicareperparticolare,carattereabbia .De eadicituralaponecedente, 70.v.42.12,cfr.VerriPietroPer20 70.v.42.12,cfr.BeccariaCesarePer21 25.v.42.12,cfr.PariniGiuseppePer22 aggettivopoidivenutaesclamazione,originariamente,,miaFiola23 eccellente.oottimoӥdisignificatocol 26.v.42.12,cfr.VerriAlessandroPer24 leconche,pitturadiemusicadiappassionatocultore Verri, Carlo25 straligliattir siBossi,dileonardeschi scrittisugliosservazionisue Avend lex abate senatore Ver-22,componimentoalconsegnatiPortadi ri stampata unopera critica contro il pittor Bossi. 377 PORTA_testi.indd 377 16/03/11 11:43 spos,elGabriell,donquestdeOltra famiglia,lasfalzanolchedsooGhe studios,giovenonmas,giovenLՏ maraviglia,onalՏchecortesBravo, parent,diemammaladeAmoros assolutament.giovendefiorOn 186 Giustina,donnaleeanchchesavdeLha baciocchoeu,bellaonalՏsposa,La mamminalademodellsulLevada fioeu,levpernon plus ultraEl pastaquelladeinfinpoeImpastada basta;tantoeBorromea,claDe 192 MilanadaalhachepastaquellaDe 26Fedrigh,cardinaleleCarlosantgranEl 27sovrandecarradidenttraaghhanChe antigh,liberdisegn,statov,scoeul,In ospedaa,ges,bibliotecch,collegg,In caritaa.dott,pij,loeughAccademmi, 198 Oltre a questo, don Gabriele, lo sposo, le so dire io che non sfalsa la famiglia, giovane s, ma un giovane studioso, bravo, cortese che una meraviglia, amorevole con la mamma e i parenti, un fior di giovane, assolutamente. | Ha da sapere che anche lei, donna Giustina, la sposa, un bella bambolina, alle- per allevare figli, impa-ultraplusnon vata sul modello della mammina, il stata poi infine di quella pasta della casa Borromeo, e tanto basta; | di quella pasta che ha dato a Milano il gran santo Carlo e il cardinale Federico, che ci hanno buttato dentro carri di sovrane in scuole, statue, disegni, libri antichi, in collegi, biblioteche, chiese, ospedali, accademie, luoghi pii, doti, carit. | (1564-BorromeoFedericocugino,ile(1538-1584)BorromeoCarloSan26 Mila-diarcivescovientrambi,Promessisposineianchericordato1631), qualeallacitt,dellaspiritualeeculturalevitadellarinnovatorieno capitali.inanchemaopereinsolonongenerosifurono milanesi.lirequarantottodivaloredeldoroMoneta27 378 PORTA_testi.indd 378 16/03/11 11:43 Ciparin,paderelMapasta...laDe parladastafavachetempeltuttinChe sesin,elmennebiasschefaalhaNon armadacardegaladegisbalzaEl 28piattdistrascelcomeinfuriatoE gatt.defjpocchstorefilameEl Gregori-maccaron!strappa-coeur!Ah ficcanas!gambetta!,cognossuu,Thoo 29ciccion!,beccamort!,Romantegh,onseeTe Parnas!deregolaistvoeutenoChe 30Codeghin!aAdosslarma!...aArcad frin!frinfrin,frinfioj,giArcad,iE Zetta!eIpsillonIx,larma!alarma!A ciamma;vechebarbavostelsontm,Sont saetta!onasgiaccael31Pattasgiaccheta 204 210 Della pasta... Ma il padre Ciparisso, che in tutto il tempo che facevo questa parlata non ha fatto che biascicare e menare il culo, sbalza gi dalla poltrona e, infuriato come lo straccio dei piatti, mi rifila questo po po di sfuriata. | Ah strappa-cuore! Gregorio-maccherone! Ti ho riconosciuto gambetta!, ficcanaso! Sei un romantico, beccamorto! ciccione! che non vuoi stare alle regole del Parnaso! Arcadi allarma!... Addosso a Codeghino! E gli arcadi, gi figli, frin frin, frin frin! | Allarmi! allarmi!, Ix, Ipsilon e Zeta!, sono io, sono il vostro barba [zio] che vi chiama; pattasgiaccheta schiocca una saetta! strofi-degli frenetico, spesso alluso, legata idiomatica frase La 28 stoviglie.lepulirepernacci eranocuiconsoprannomiiscimmiottanocheepiteti,questiDietro 29 del collaboratori alcuni identificare da sono classicisti, dai chiamati (SilvioSgangheratolodettoStrappacuoriBartolomeoConciliatore: di(LudovicoGambettadettoRomanticomanoMarforiodonPellico), Berchet).(GiovannilEstaticodettoMammadellaCiccionedonBreme), uno.aggredireadmoltiincitareperdirediModo30 bi-ilnotisisaetta;dellaschioccoloindicareperonomatopeicaVoce31 .sgiaccasuccessivoilconparonomasticosticcio 379 PORTA_testi.indd 379 16/03/11 11:43 Dramma,onAlmanacch,onadosslorE madrigal,de32sbolgettamentgranOn giornal.dearticoldeeopuscolDe sort,stadeborascaonaadincio,Per adoss,battevamechetempesttancCon mort!...perdaasontmeconscienzainProppi cosstuttevendis,sequandl,eccoMa cielalgraziachesrtanteleggierTant pel.onstorgiuunanchboll,onfaanancamhanNo trovaasontmesogn:elfinissinscCh ment;inimpegnmelcontanmVergin scomunicaa,sontchecapissiGi nient,sperpossnoApollaquantinChe foochequelltuttsontcomeRomantegh coo.mdelfoeuratoeullacondannaaSont coeureltuttconcont,sur,En attendant consolazion,soeuaievivaonfooGhe voeur,nechelfinfioeudiGhauguri monton,asanitaaericchezzOnor, EREDia,LUa,SPOSAlaavitaLonga suzzed.cossavedpermaancaE 216 222 228 234 e loro addosso un almanacco, un dramma, un gran lancio di madrigali, di opuscoli e di articoli di giornali. | Perdinci!, a una burrasca di questa sorta, con tanta tempesta che mi batteva addosso, proprio in coscienza mi sono dato per morto!... Ma ecco l, quando si dice, eran tutte cose tanto leggere e tanto soffici [sciocche] che grazie al cielo non mi hanno fatto neanche un bollo, neanche storto un pelo. | Qui, cos, finisce il sogno: mi sono trovato vergine ancora col mio impegno in mente; gi capisco che sono scomunicato, che in quanto ad Apollo non posso sperare niente, romantico come sono, tut- at-En te le cose che faccio sono condannato a tirarle fuori dalla mia testa. | tendant, signor conte, con tutto il cuore le faccio gli evviva alle sue consolazioni, le auguro di figli fin che ne vuole, onori ricchezze e sanit a montoni, lunga vita alla sposa, a lei, agli eredi e anche a me per vedere cosa succede. neve.dipalleafare,bolgettdadeverbaleSbolgettament32 380 PORTA_testi.indd 380 16/03/11 11:43 57 Il poemetto fu commissionato per la nascita del primogenito di casa Litta, che avvenne il 5 settembre 1819; anche questa occasione celebrativa venne sfruttata da Porta per affondare una stoccata anticlassicista. Due esemplari del testo vennero spediti il giorno 24, acclusi alle lettere a Gaetano Cattaneo e a Benigno Bossi, fratello di Giuseppe (cfr. 22 e 39). In esse lautore esprime la poca opinione che aveva del risultato (Ǐ debole debole assai, inoltre lo definisce una nuova escrementazione poetica) e conferma la natura di scritto doccasione (Ǐ del tenore delle cose pregate). Il testo fu dunque completato entro il 24 settembre 1819, quindi pubblicato da Ferrario. POMPEECONTDELMASCPRIMMDELNASCITALA DUCASURDELLECCELLENTISSEMNEVODLITTA Vision 1Lella!delsognchedEgitt!sognchesogn,Che vera;epatentareal,visionVision, scorleraonacieldelindentfaaSՏ bagattella!poccastabottonvisthooE massizz,dortuttmiionlonghsalonOn diamant,demezzdelintronobellOn 4 NIPOTELITTAPOMPEOCONTEDELMASCHIO PRIMODELNASCITALA Chesogno,chesogno -Visione -DUCA SIGNOR DELLECCELLENTISSIMO dEgitto! che sogno del Lella! Visione, visione reale, patente e vera; sՏ fatta nel cielo una smagliatura e ho visto in un attimo questa poca bagatella! | Un salone lungo un miglio tutto doro massiccio, un bel trono nel mezzo di diamanti, spregiativamen-citatogiBonella, Domenico dentistailqui Lella 1 sonet-lusinghieropocoildedicaPortacuiaeOlter Desgrazzinellete .60)v.63,12;v.29,anche(cfr. Ma saal, sur rima in lella to 381 PORTA_testi.indd 381 16/03/11 11:43 guardinfant,in2LuzzinamadammsCon pizz.descuffiontopp,Diademma, 8 pavon,onpdelman,inscettroelghevaLa piegaafildldeezdefianchDe settaascondargent,taborDe faon.granlaavestiiDeess,eDej 12 soeu,diproppispicchonfavalaVener 3Bolivar,laamontaacappellinCol rarecurtittcamisoeueVestina poggioeu.alpettaapellegattinnsiE 16 bruscaceracon4andrienninMinerva componn,dellordensuinastrattaLeva donn,disimbol5quellusell,maninCont Crusca.ladedizionarisulScrusciaa 20 zimaragraninOblattoncomeApoll improvvisaviaspassavaseEl con sopra madama Lucina in guardinfante, diadema, toupet [parrucca], cuffione di pizzo. | Aveva lo scettro in mano, al piede un pavone, di fianco di qua e di l due file piegate di tabouret [sgabelli] dargento, con sopra seduti dei e de [digranmoda].|Venerefacevaspiccoproprio faongrandelaesse,vestiti di suo, col cappellino montato alla Bolivar, vestina e camicietta cortine e trasparenti e i suoi piccoli seni appoggiati al davanzale. | Minerva in andrienne con cera brusca era astratta [distratta] come se stesse componendo, con in mano quelluccello, simbolo delle donne, accovacciato sul dizionario della Crusca. | Apollo come un oblato in gran zimarra si spassava [distraeva] a improvvisare co-col Sonettin nel Porta da ricordata gi divinit Lucina, Giunone 2 partorienti.delleprotettricequale77)v.44,(cfr.von larghe acappellounportavaqualeilBolvar, SimndifoggiaAlla3 Europa.inanchemodagrandidivennechetese gi chiusa, elunga femminile camera da veste una era andrienneL 4 una da lanciata stata era Infatti Porta. di tempi ai moda di passata francese rielaborazione una 1704 nel interpretato aveva che attrice Plauto. di Andria dell laurea ditesisullestampataeraMinerva,asacro uccellocivetta,La5 Crusca.dellaVocabolarioilpuristi:deisacrolibrosulsedutaquima 382 PORTA_testi.indd 382 16/03/11 11:43 ,Baruk-Abdellariasuvos,Sott 6 ghittara.lainfrustalacondentStrusand 24 palett,oncomedrizzestinch7Ganimed fianch,diinsfassaaefoeuraincuuelCont bianchcolzoncojdonnilocchtravaEl .RonchettdelcoturnidefiorduuE8 28 caj,disgennaafadigh,ditoeussMarte dedree,denanz,azzaldeeferrdePien daneedecassaonaparevaEl strivaj.duuadessoraCollogada 32 cappa,evestainfasorott,bonquellBacch, frasch,diindentingarbiaacoosCol fiasch,doncollsulpoggiaadormivaEl Pappa.delSvizzeraguardiaonaCome 36 arent,trtutt9Pomona,Cerer,Flora, paja,decappellinesoccaebustIn sotto voce, sullaria del Baruk-Ab, strusciando con la frusta la chitarra. | Ganimede rigido e dritto come un paletto, con il culo in fuori e fasciato sui fianchi, tirava sceme le donne con i calzoni bianchi e due fiori di coturni del Ronchetti. | Marte, tozzo [deforme] di fatiche, tormentato dai calli, pieno di ferro e di acciaio davanti, dietro, pareva una cassa di denaro collocata sopra a due stivali. | Bacco, quel buon fagiolotto, in veste e cappa, con la sua testa ingarbugliata nelle frasche, dormiva appoggiato sul collo dun fiasco, come una guardia svizzera del papa. | Flora, Cerere, Pomona, tutte e tre vicine, in farsetto e gonna e cappellino di paglia, nel,Adonaibescem(sottintesovieneӥchecoluiBenedettoSignifica6 ilanchemaebrei,deglisalutodiformulalaedSignore)delnome popolari.storielleridicolediprotagonistadellebreonome avvenenza,suadellacausaaGiove,darapitogiovaneilGanimede7 dei.aglicoppieredafareper nelricordato gimilanesecalzolaiocelebre ilRonchettiAnselmo8 Capissi sonetto nel e90) v. 42.12, (cfr. giavanaro sonetto dodicesimo anch m sur professor Ronchett. 15).nota44,(cfr.fruttiloroaiecampideivitaallalegateDivinit9 383 PORTA_testi.indd 383 16/03/11 11:43 canajadelebirbodelgiTiraven vent;direelcontradoppicampannA 40 candiree,oncometiratolu,E gess,depappondefacciaonaCont respondess:cheldonnquijaparevaEl dedree.boffemmf?decosshiiSavii 44 nun,avegnecurtatoeullaperInfin ordenari,ituccfin,DejituccGheva dizionaricolriscontrajachemoeudDe vun.callavaelnochevistsaravSe 48 tronsoletellusnada,soletaLa consuett;decomՏlocchtucctrJe 10ett,onsentsenosilenzi,faSe Giunon.madammpeeinsalzaseE 52 savoircomenza,la,DameseMessieurs perch,mcolincomodfaavhooChe pias,onvujolterdavorrevCh car.desamechefinezzaOna 56 MilandeLITTAcontessinaLa Duchin:bellonmondalmettperlLՏ davano del birba e del canaglia a campane doppie [senza risparmio] contro il re dei venti; | e lui, impalato come un candeliere, con una faccia di papone di gesso [rubicondo], pareva a quelle donne che rispondesse: Sapete cosa dovete fare? soffiatemi nel didietro!. | Infine, per prenderla corta e venire a noi, cerano tutti gli dei fini, tutti gli ordinari, di modo che a riscontrarli con il dizionario si sarebbe visto che non ne calava uno. | Il solito lampo, il solito tuono, li tira tutti scemi come di consueto; si fa silenzio, non si sente un ette, e si alza su in piedi chevihofatto savoir,cominciaDameseMessieursmadamaGiunone.| incomodare col mio perch, ch vorrei da voialtri un piacere, una finezza che mi cara. | La contessina Litta di Milano l per mettere al mondo un bel duchino: 24.nota47,cfr.ettPer10 384 PORTA_testi.indd 384 16/03/11 11:43 destin,dellibersulscrittghՏInsc cappellan.melmaaleggiuulhanoSe 60 verissim,sarelgicome,Ceci vrai dover;mdelfranchmancaroonoM porter,ipermenemancorriSe ezzellentissim!DucaonperFigurass 64 donoccasionpertrattandesMa ch,questacomeStrasordenaria mcongimenndeJaurai plaisir Giunon;dedegncapii,mecortegg,On 68 11ciod,eborsainmascituttcheVorrev mant,egiojandrienn,indonniE popp;delbattesimalVegnissen god.decossquajmancarnogiChe 72 desgarbadonquellpropostastaA negher,velldevestiituttPluton,De allegher!dis:eleforellelvoltagheEl mincion.difoeuraandperfelE 76 Litta,CasadetutthincheGrazzi,trI dent,tegnillperpasseltraversenGhe cos scritto sul libro del destino, se non lha letto male il mio cappellano. | ,comegisarverissimo,iononmanchercertoalmiodove-vrai Ceci re; se quasi quasi corro per i portieri, figurarsi per un duca eccellentissimo! | Ma trattandosi per dunoccasione straordinaria come questa qui, di menare gi con me un corteggio [codazzo], mi capite, de-plaisir jaurai gno di Giunone; | vorrei che tutti i maschi in borsa e spadino, e le donne in andrienne, gioie e manteau [mantello], venissero al battesimo del pupo; che non mancher qualcosa da godere [da mangiare]. | A questa proposta quello sgarbatone di Plutone, tutto vestito di velluto nero, le volta il culo e dice: Allegri! e fa per andar fuori dai minchioni. | Le tre Grazie, che sono tutte di casa Litta, gli attraversano il passo per tenerlo dentro, racco-elegantiuominiglicuiinnerosetadisacchettoilborsaLa11 spadino.pergergalevoceciodcodino;ilglievano 385 PORTA_testi.indd 385 16/03/11 11:43 paviment,elsbusaeltraccheta,lu,E slitta.innchepescallon,debass,fourt,E 80 cattabujtremendoonIntrattant brigada:latuttasorasotttrEl cinada!cheesclamen,battesem?Nun buj!ontraaAalacott?...cojestollcojNun 84 prevost,icontsmesciaadebassNun legria?faghapretiecanoneghCoj cortesiaquelladepagamentIn 12nost?fatteltuttgrattanncolfaanhanChe 88 ludienza,rompesperllLeva Minerva,madammscagndelpeeinmontaQuand dervachecittotucc,cittoallon,lE Sapienza.madammgiuleppdebocchinEl 92 malarbett!siasmargess,stolՏCossa cardeghee,devosonacontdisLa 13dAtreescennaainvidaaforsiVaala sorbett?itoeaLittaCainvidavA 96 e lui, trcchete, buca il pavimento, e via, da basso, allons, peggio che in slitta. | Intanto un tremendo schiamazzo mette sotto sopra tutta la brigata: Noi battesimi? esclamano, che sciocchezza! Noi con le stole e con le cotte [con i preti]?... Che sciocchezza! | Noi da basso mescolati con i prevosti, coi canonici e i preti a far loro allegria? In pagamento di quella cortesia che ci han fatto grattandoci tutto il fatto nostro?. | Era l l per rompersi ludienza, quando monta in piedi sulla sedia madama Minerva e l, allons, zitti tutti, zitti che apre la boccuccia di giulebbe madama Sapienza. | Cosa questo baccano, sia maledetto! dice con una voce da seggiolaio vi ha forse invitato a cena da Atreo invitandovi a casa Litta a prendere i sorbetti? | soppianta-hanno che Chiesa alla eCristianesimo al Riferimento 12 pagani.cultiito Tieste, fratelloilcenaainvitMicene,dire Atreo,mito,ilSecondo13 figli.suoideicarnileoffrendogli 386 PORTA_testi.indd 386 16/03/11 11:43 m,sontcheM14sonaj!Malarbetti 15patron,delcrappaladeFioeura pretension,tantebotta,tantaGhhoo d?ituttmagaradebassvooNo 100 Gregh,ditempdelDejsemmsem,inscE dincoeu?daltuttdelabbasstraaforsNhan fioeuaiforsicredamingaInsgnen 16limpiegh?toltnhachiachenunapusseeSquas 104 17fraaituttpergicorrinomE mettlassammdebontaalaaveghaFina vignettsujinfacciabravamialaCon stampaa?tsiadessoralorocchmelE 108 Pavia,abaccolghՏm,Domandi ingegnee,fasechedottora,seChe pee?ipersubettirenmenoChe sia!malarbettopatissi?,gheM 112 Maledetti sonagli [minchioni, sciocchi]! Io che sono io, figlia della crapa [testa] del padrone, ho tanta boria, tante pretese, non vado da basso anche tutti i giorni? | Ebbene, ora, se siamo dei del tempo dei greci, ci hanno forse tirato in basso [spodestato] del tutto al giorno doggi? Non insegnano forse ai ragazzi a credere quasi pi a noi che a chi ci ha tolto limpiego [mestiere]? | E io non corro gi per tutti i frati fino ad aver la bont di lasciarmi mettere con la mia brava faccia sulle vignette e il mio allocco [civetta] sulle tesi stampate? | Domando io, cՏ un babbeo a Pavia che si dottori, che si fa ingegnere, che non mi tirino subito per i piedi? Io ci patisco? sia maledetto! | 1.nota5,cfr.sonajPer14 spacca-testa dalla uscita Minerva nascita: propria alla Allude 15 Giove.dita mitologiadellainsegnamentoleccessivocontro polemicaStoccata16 tempo.delscuolenelle la per lavorare ,lavorperlagesadifraa detto al riferimento Con 17 profitto.ocompensosenzalavorareossiafrati,deichiesa 387 PORTA_testi.indd 387 16/03/11 11:43 cadenn,mastegandefiniss,laCh molla;leselatutt,perdezipriaTrand parolla,laciammaelApollAllora landrienn:perintrattantfermaleelE 116 reson,ghhaladis,elMinerva,Madamm cinquanta;nhaghelavuna,mingaE cantachequijdevunmingasontmE mincion?fedelderazzaogniPer 120 strusaindituttanddetoccameNo flutt?ezanforgnghittaritt,intonA minuttonmezzpasingodlassenMe busa?zuccaladeaccademeghTanti 124 sonitt,articoldomtocca,meNo million?demieedigifannDe lizon,elfooritiri,mequestperE marcaditt?pajascilamenti,Me 128 general,donbeleequellMarte,E d,elquanttuttluanchballinmingaEel m,cometantvoeult,ditoccagheNo 18puvial?alemitrialaasottstDe 132 Qui finisce, e masticando catene [trattenendosi], tirando cipria dappertutto, se la svigna; allora Apollo chiede la parola, e intanto la ferma per landrienne: | Madama Minerva, dice ha ragione, e non una, ne ha cinquanta; e io non sono mica uno di quelli che canta per ogni razza di fedele minchione? | Non mi tocca di andare tutti i giorni in giro a intonare chitarrini [lire], scacciapensieri e flauti? Mi lasciano godere in pace mezzo minuto tanti accademici dalla zucca buca? | Non mi tocca, solo allarticolo sonetti, di farne gi delle migliaia di milioni? e per questo mi ritiro, faccio il ciondolone, mi lamento, pagliacci maledetti? | E Marte, quello splendore dun generale, non mica in ballo anche lui tutto quanto il giorno, non gli tocca delle volte, tanto come a me, di star sotto alla mitria e al piviale? | presentesempreeralesercitosacri;paramentisonopivialeeMitria18 dellim-auspiciobuonpersiacelebratereligiose,funzionigrandialle vittoria.laonorareperchepresa 388 PORTA_testi.indd 388 16/03/11 11:43 dottor,descimmaquellEsculappi,E spezziarij,aiinsegnadedebassservNol ostarijiperservfanqualeTal lor?desantsibettoliperE razzastadedeloquenzasquarcduuA suo,Sciavospiret:iquiettenSe ;et cum spiritu tuotucc,Responden 19Tirazza!elfortunaaХLuzzinaViva and:dequijhindiscorsituccAdess zerimonni,dietichett,divestii,Di ,ANTONNIDucadelnass,dehacheDuchinDel gajoff.debombondisorbitt,Di bambin;quellperquajcossfvoeurenTucc madrina,laleevessvoeurlaMinerva dottrina,ladesaaelboccainleeMettegh scuffin.elfinamanscojRicamagh 136 140 20 144 148 Ed Esculapio, quella cima di dottore, non serve da basso da insegna alle farmacie, tale e quale fanno servire per le osterie e per le bettole i loro santi? | A due squarci deloquenza di questa razza gli spiriti si quietano: Schiavo suo, ; viva Lucina, fortunato il Tirazza!. | tuospiritucumet rispondono tutti, Adesso tutti i discorsi sono quelli di andare [al battesimo]: dei vestiti, delle etichette, delle cerimonie, del duchino che ha da nascere, del duca Antonio, dei sorbetti, dei bonbon [caramelle, dolci] da ingollare. | Tutti vogliono fare qualcosa per quel bambino; Minerva vuole essere lei la madrina, mettergli lei in bocca il sale della dottrina, ricamare con le sue mani perfino la cuffietta. | unafu El Tirazza oCompagnia del TirazzaLacheCherubiniInforma19 cerimonie alle recavano si che suonatori di compagnie ultime delle in riceverne emeno, ocommissione su se chiaro non allietare, per mance.cambio avrebbenascituroilcuidazio,ducailera(1745-1820)LittaAntonio20 nobiliare.titoloilPompeo,padreiltramiteereditato, 389 PORTA_testi.indd 389 16/03/11 11:43 ,falananalacantaghvoeurelApoll 21 indormentass,debesognghabbiaelQuand spass,aportallninnall,GrazzitreI sana.bailalamantegnighIgea brio,elBaccoeforzaladaghvoeurelMarte mammin,lademostaccioeuelVener gogninfquellvergnarij,quijAmor Zio.DucaalbasittirobbdeChhan tarleschonfanMs,inagottDighi centenee;onmanoeuv,mingaparenChe 22MicheesantachedarivaafinaHin Franzesch.santdeLironsulcToeuven insc,chfinisscosstuttcheCredeva tronadapotentissimaonoltraChe brigadaquellalicenzideLavess m;ancalibertaainrestassmE Giunonmadammchesissignori,Quand, pettamelaezijispannaonaLalza 152 156 160 164 Apollo vuole cantargli la falanana, quando abbia bisogno di addormentarsi, le tre Grazie ninnarlo, portarlo a spasso, Igea mantenergli la balia sana. | Marte vuole dargli la forza e Bacco il brio, Venere il musetto della mammina, Amore quei garbi, quel fare birichino che hanno da rubare i bacetti al duca zio. | Non dico niente delle Muse, fanno un pettegolio che non paiono mica nove, ma un centinaio; sono perfino arrivate a dire che a San Michele prendono casa sul Nirone di san Francesco. | Credevo che ogni cosa finisse qui, cos, che unaltra potentissima tuonata avesse da licenziare quella brigata e anchio restassi in libert; | quando, sissignori, madama Giunone alza una spanna le ciglia e mi lancia mo-dal,ninnanannaӥdisinonimoagglutinazione,per,Falanana21 pro-inizia Lombardia in diffusa molto ninnananna una che mento .fa la nana bel bambinparoleleconprio 2.nota30,cfr.sant MicheePer22 390 PORTA_testi.indd 390 16/03/11 11:43 23ZettaeIpsillondIx,Onoggiada convulsion.in24classicistaonandfDe 168 petulanzastaCossՏdis:melaE linoeucc?bruttonost,fatteispionDe oeucc,quijbassapass,delindreeTiret creanza!lainsegnitedessadessChe 172 see?techidrespond,presto!Allon Intrepid, Intronaa,set,ArcadSet Umid, Concord, Ombros, Infarinaa?25 palpee.imostraandemm,manegh,iFoeura 176 Signor,algraziavun,mingasontcheM baja,deDejdisudizionghabbiaChe canaja,latoltavacomesooChe tenor:stodemancarispondiGhe 180 pelada,veggiadintend,dtteCossa 26sabett!diprioraMarcanaggia beglietteltoedebesogndesiagheChe pajasciada?onavedachvegnPer 184 unocchiata da Ix, Ipsilon e Zeta da fare andare un classicista in convulsione. | E mi dice: CosՏ questa petulanza di spiare i fatti nostri, brutto ficcanaso! Togliti dal passo, abbassa quegli occhi, che adessoadesso ti insegno la creanza! | Allons presto! rispondi, di chi sei? Sei Arcade, sei Intrepido, Intronato, Umido, Concorde, Ombroso, Infarinato? Su le maniche [svelto], andiamo, mostra le carte [il diploma]. | Io che non sono mica uno, grazie al Signore, che abbia soggezione degli dei che abbaiano, che so come va presa la canaglia, rispondo anchio in questo tenore: | Cosa ti dai a intendere, vecchia pelata, maledetta priora delle zabette [pettegole]!, che ci sia bisogno di comprare il biglietto per venire qui a vedere una pagliacciata?. | 15.nota56cfr.Ix, Ipsillon e ZettaPer23 concensoentusiasticodisegnoquiclassicistideiconvulsioneLa24 Giunone.dirimproveriai nomiisonoIntrepido, Intronato, Umido, Concorde, Ombroso, Infarinato25 classicista.ispirazionediaccademiemoltedellemembridei 50.nota47,cfr.sabettPer26 391 PORTA_testi.indd 391 16/03/11 11:43 signora,Ssclama...laPajasciada! m,rispondighepajasciada,S d;atornighelditt,lhooPajasciada, vora.lՏchefornillamejsaravelE besognabbiaLittaClacheCredii regaj?vostdiprotezion,vosterDi sonajmaicomhinsciori,meeiCar sogn!desortstacoodelinmettessA million,diinsfondaaricch,hinLITTAI onor,deetitoldeoeuccaifinaPien lorquistaahanchenobiltaadeNobil, azion.soeuicontmantegnisssancheE man,bonningilՏnassdehacheDuchinEl questalՏcomeCdonafioeuonCh festa,faghechegentdellanhagheEl baccan.vostcolcooelrompeghSenza Dej?violterinsegnaghvoriiCossa cojonee?mevirt?vosteriForsi belee,bellonfoeuratirannVorrissev bej!depropriimparannvorravEl galantomm,depareroninsommaVorii mincion;difoeurapooonsteemoeud,maFee 188 192 196 200 204 Pagliacciata! esclama... S signora, s, pagliacciata le rispondo io, pagliacciata, lho detto, glielo torno a dire; e sar meglio finirla che ora. | Credete che la casa Litta abbia bisogno delle vostre protezioni, dei vostri regali? Cari i miei signori, come son mai minchioni a mettersi in testa questa sorta di sogno! | I Litta sono ricchi sfondati di milioni, pieni fino agli occhi di titoli e di onori, nobili, di nobilt che hanno acquistato loro e che sanno mantenersi con le loro azioni. | Il duchino che ha da nascere gi in buone mani, perch il figlio duna casa come questa ne ha di gente che gli fa festa, senza rompergli la testa col vostro baccano. | Cosa vorreste insegnargli voialtri dei? Forse le vostre virt? mi coglionate [prendete in giro]? Vorreste tirarne fuori un bel gioiello, ne imparerebbe proprio delle belle! | Volete insomma un parere da galantuomo, fate a mio modo, state un po fuori dai coglioni: 392 PORTA_testi.indd 392 16/03/11 11:43 ,Lironsulvedenvesen,deSe 27pomm!ditoccvoeurvesorbitt,Minga 208 vedimevision,disoletelSegond lusnada;ladm;contraDejiTutt tronadasolitalaanmsentSe 28dessedi.mesolitelsegondmanchE 212 se no, se vi vedono sul Nirone, mica sorbetti, vi toccheranno delle mele! | Secondo il solito delle visioni, mi vedo tutti gli dei contro di me, scocca un lampo; si sente ancora la solita tuonata e anche io, secondo il solito, mi sveglio. gli accoglierebbero che marcia frutta di lanci aiallude qui Porta 27 Litta.casaindei [...]segond el solet di vision formuledellereiterazionelaconfinale,Il28 so-delleripetitivitallasferzatauna,segond el solit [...]anm la solita 49-50).vv.(cfr.classicisticheluzioni 393 PORTA_testi.indd 393 16/03/11 11:43 58 Altra botta ai classicisti in forma di felice divertimento scurrile su un Apollo decrepito e moribondo. Dietro il dio protagonista del sonetto perSestinnsi dovr identificare Giovanni Paganini, come gi nelle . Il testo va datato al VerrGabrielldoncontsurdelmatrimoniel Ildicembre del 1819, nei giorni compresi fra la rappresentazione de Marsia di Paganini (tenuta al Teatro Re nella prima settimana) e la trascrizione che Mantovani ne fa nel suo diario, al giorno 14, annotando: In un almanacco fu inserito il seguente sonetto del celebre Porta [...]. Fu pubblicato per la prima volta nelledizine luganese. APOLLDETESTAMENT veggiaja,ladedesbirolaaApoll 1daccident,tcchduudeIntapponii canajaladeconvocaaonunfaaLha parent;sperMilaninspacciaseChe 4 menudrajaegrossegrandtraquandE regiment,onintornavistnՏseEl 2pajademoschettsdelcooelsalzaaLha testament.stosfarfojaaghhaelE 8 TESTAMENTO DI APOLLO Apollo, sgangherato dalla vecchiaia, rimbecillito da due colpi daccidente, ha fatto riunire in una convocazione la canaglia che si spaccia in Milano per sua parente; | e quando, tra grandi e grossi e minutaglia, se nՏ visti intorno un reggimento, ha alzato su la testa dal suo moschetto di paglia e ha farfugliato questo testamento. | Ro-deiinfelice,esitoconrappresentazioni,lesonoIdutcchdaccident1 1819.nelMilanoaavvenutePaganini,GiovannidiMarsia delemanticisti avvolgemoscarola,dimoեache,pagliadicortinalaMoschettdepaja2 stesso.lettoilindicasineddoche,pere,lettoilintornotutto 394 PORTA_testi.indd 394 16/03/11 11:43 d...astelnoMacreppi...mFioj... Addio!...testard...sfacciaa...vessaSeguittee m.deregordevequest...guarneeTej!... 11 pett,lultemmollaelpunf!quella,inE DiogranquelldearmonioscuudalChe 3Zett;eIpsillondIx,sonelciappaEl 14 mettderobbaProppi letterariscientifich4GlissonsulIn taffanari.ituccanotiziadannPer 17 Figlioli... io crepo... Ma non state a dirlo [in giro]... Seguitate a essere sfacciati... testardi... Addio!... Toh!... serbate questo... e ricordatevi di me. | E in quella [in quel momento], punf!, molla lultimo peto, che dal culo armonioso di quel gran dio prende il suono dIx, Ipsilon e Zeta; | proprio roba da mettere sul Glissons scientifico-letterario per darne notizia a tutti i deretani. 15.nota56cfr.Ix, Ipsillon e ZettPer3 vocabo-primodalMilanoӥdiGazzettalavolgarmentedettaCos4 (Porta).letterariaȥallappendicedellepigrafelo 395 PORTA_testi.indd 395 16/03/11 11:43 59 Lepigramma, la salace insegna di un immaginario negozio della ditta Porta-Grossi, nasce in occasione delle rappresentazioni dei drammi ),MarsiaIleRomanticistiIantiromantici di Giovanni Paganini ( tenute al Teatro Re, entrambe risoltesi in fiaschi, nel maggio e nel di comple-Opere cembre 1819. Fu pubblicato per la prima volta nelle , 1865.Carrarapressote linsegnaastavenche1Gup,FradejI savfan2montagna,depifferDi Re.TeatteralfondeghderviiChhan 3Zilavegna,despargdellinsegnaA discrettprezziaassortiifiaschVenden 4Zett.Ipsillon,dIx,fabbricalaDe 6 I fratelli Gup, che stavano allinsegna dei pifferi di montagna, fanno sapere che hanno aperto fondaco [negozio] al Teatro Re. Allinsegna dellasparago di Cilavegna, vendono fiaschi assortiti, a prezzi discreti, della fabbrica dIx, Ipsilon, Zeta. sopranno-ieranoCarlo)and(TommasoTacoPorta)und(GrossiGup1 legatistrettamenteamici,dueiapostrofavanoclassicistiicuiconmi filoromantica; battaglia comune nella azienda una in soci due come P..eG.DittaLadenominatieranosiresto,delstessi,essi equiva-classicisti,aiboccainche,espressione Piffer de montagna 2 gonzo.ale nelcitatogipavese,nelMortaradipressineiCilavegna,dipaeseIl3 produ-lapernotoera17),notae340v. 47,(cfr. Lament del Marchionn trasla-disuscettibilieranodimensioni,ledateche,asparagidizione (Bezzola).falliciȥti 15.nota56cfr.Ix, Ipsillon, ZettaPer4 396 PORTA_testi.indd 396 16/03/11 11:43 60 Del secondo gruppo di sei sonetti beroldinghiniani scritti dalla ditta Porta-Grossi, solo lultimo sicuramente scritto da Porta, come si evince dalle carte autografe (Isella) anche se, per tradizione consolidata, gli attribuita lintera serie. Loccasione fu la negativa e pro- appar-CarmagnoladiContelissa recensione di Francesco Pezzi al sa sulla Gazzetta di Milano fra il gennaio e il febbraio del 1820. Come gi la precedente, fu recapitata a Manzoni il quale, dalla Francia, rispose con parole di riconoscenza: Quale luomo in Milano che vedendosi attaccato e malconcio, se gli si annunziasse che Porta e Grossi prendono le sue parti non si sentirebbe proprio a resuscitare? . Si scelgono qui il primo e lultimo della serie. 60.1 MANZONIAISONETTO BUECHIAMEREBBESIMEGLIOCHE MilanodiletteratiituttiNoi mondoalleggedchequellisiamoChe inumanosdegnoconlettoAbbiamo pondogiustoilsenza1TragediatuaLa 4 malsanotorrenteilfrenareperE profondoingustobuonilmandarevuolChe manoarmataconincontroandiamoGli secondoiledprimoarticoloCon 8 di primo il Ferrario Vincenzo da pubblicato ,Il Conte di Carmagnola 1 1820.delgennaio 397 PORTA_testi.indd 397 16/03/11 11:43 gazzettagraneveradellaterzoilE famosocosquelluomo2Pezzi,ilfaChe trombetta.nomegranilfamalacuiDi 11 sappiaetremaedue,etuttiLeggili romanticoso3BueunchealtrovuolciChe prosapia.poeticanostralasconvolgerePer 14 Car-alnegativarecensionedellaautore13),60.6,(cfr.PezziFrancesco2 appar-4819,16,14,nn.neiMilanoȥdiGazzettasullauscita,magnola 1820.delfebbraio17egennaio1916,14,ilsi manzo;grosso quasiManzoni,nomecolparole digiocoBueӥ3 originale.corsivoil 398 PORTA_testi.indd 398 16/03/11 11:43 60.6 DISSUASIONEDIVISONETTO TRAGEDIECOMPORALINTORNO superbogitufostiManzonoTroppo 1camenatragicalacalzareNel nellarena,lAlfiericoncorrerPer accerbo;tropposennotuodelpiilCui 4 nerboveroilconoscinontuancorChe 2scenadiunitintragediefarDi verbo,sulleroicoinfermostardiE lena;indebolestilefrasetuaPerch 8 3tintilloaveviquestoamezzoinsancheChe 4rezzieroicisulliinpuretugirDi EschilloconeFidiaconSofocle,Con 11 luminariodalandarallorDovevi 5Pezzi,dallalmosaper,maggiorpiDel 6necessario.ilinsegnachequelluiChe 14 tragedia.dellamusadisinonimoQui1 dairispettateluogo,dietempodiazione,diunitalleRiferimento2 Manzoni.daviolatedeliberatamenteeclassicisti ambizione.uzzolo,Desiderio,3 Aure.ӥ4 2.nota60.1,cfr. PezziPer5 cesso.diossia,cmerdisinonimocomeCherubinidaldatoNecessari6 399 PORTA_testi.indd 399 16/03/11 11:43 61 Il testo forse il pi noto di Carlo Porta anche per la leggibilit del gustoso italo-milanese in cui donna Fabia narra a un prete ospite, in attesa del pranzo, la sua disavventura: una banale caduta che la tronfia e ignorante dama paragona alla crocifissione, trasformando la sua Preghiera (questo il titolo pi diffuso) in una sostanziale bestemmia. La voce schiettamente milanese del narratore nella prima e nellultima strofa incornicia il monologo della dama smascherandone e mettendone in ridicolo la mentalit deformata al pari del suo linguaggio, brioso pastiche che piacque a Stendhal. Questi versi, esempio di sottile e tagliente critica sociale, si possono considerare, insieme al Me , il testamento intellettuale di Porta: sono infatti da-Biroeuneghin tabili fra la fine di gennaio e laprile del 1820. Furono pubblicati per la prima volta nelledizione Grossi. DIOAOFFERTA (La preghiera) 1FabriandeFabronFabiaDonna passaasabetfoeughalsettadaLeva franzescan,exSigismondpaderCol bontaalausavagheelintrattantChe coseva)riselchesintend,(Intrattanta, faseva.lachediscorsstoscoltaghDe 6 DIO A OFFERTA - -preghiera) (La Donna Fabia Fabroni di Fa briano era seduta al fuoco, sabato scorso, col padre Sigismondo ex francescano, che intanto le usava la bont (intanto, sintende, che il riso cuoceva) di ascoltare questo discorso che faceva. | deretano.ossia,fabrianoconparoledigiocoilnotiSi1 400 PORTA_testi.indd 400 16/03/11 11:43 SigismonddonmanchemaiOra pauraleidinellaappienConvengo mond,delfinlaassaiprossimasiaChe natura,talunadicosevedoCh darsponnnonchetal,naturaDuna disfas.aprossimassaimondouninChe gent,controgentrapinn,stupri,Congiur, 2Regg,PrincipdeuccisionFellonii, sovvertimentavanii,Violenz, moteggbeffe,moral,dee3troniDe natalicontroperfineculto,ilContro social.dellordineCardinprimmDel segnisonnonseSigismond,DonQuesti, profezia,dellacomplementoDel indegnilidessercertamentlascianNon 12 18 Oramai anche io, don Sigismondo, convengo appieno nella di lei paura che sia prossima assai la fine del mondo, perch vedo cose di una tale natura, duna natura tale, che non possono darsi che in un mondo assai prossimo a disfarsi. | Congiure, stupri, rapine, gente contro gente, fellonie, uccisioni di principi regi, violenze, avanie [angherie], sovvertimenti di troni e di morale, beffe, motteggi contro il culto, e perfino contro i natali del primo cardine dellordine sociale. | Questi, don Sigismondo, se non son segni del compimento della profezia, non lasciano certamente desser gli indegni itra Berry, di Duca Ferdinando Carlo di alluccisione Riferimento 2 Restaura-laduranteche,franceseultrareazionariapoliticadellalacapi fu-delSecondogenitoRgime.Ancienallեritornoilpropugnavazione, sel-dalteatro,dauscivamentreuccisofu X,CarloFranciadireturo molto provoc notizia La 1820. gennaio 3il Louvel, Pierre Louis laio gennaio.22ilMilanoȥdiGazzettadalladatafueEuropainscalpore FerdinandocostrinsecheSpagna,inliberale,motoalalludesiForse3 cadutadellaunecoditrattasiforseocostituzione;laconcedereaVII prima.annicinqueavvenutaNapoleonedi 401 PORTA_testi.indd 401 16/03/11 11:43 4filosofia;dellattualFrutti ingoiaraebbitropp,purcui,diFrutti narrar.avorcomelamaro,Tutto 5marzdevenerdieriEssendo divozionmiadallatrattaFui sfarzquellconandiedivie6Cels,SantA condizion;nostraallaadicesiChe lavorinielarmi,con7copmioIl vetturin.alquantodomestichalTanto davanticorridoiieporteleTutte faragindunacepppienerentempioAl mendicanti,devien,cheva,chegentDe immagin,delibrett,demercadantiDe furugozz,tantoconche,guisaIn carrozz.daiscenderaveranonAgio appuntquellainchetaleraLimbarazz abbass,piedeunconquasigiChero untssporch,spretuncontrourtoronMe 24 30 36 frutti dellattuale filosofia; frutti di cui, purtroppo, ebbi a ingoiare tutto lamaro, come or vado a narrare. | Essendo ieri venerd di marzo fui tratta dalla mia devozione a San Celso, e vi andai con quello sfarzo che si addice alla nostra condizione; il mio coup con le armi [stemmi], e i lavorini [alamari] tanto al domestico quanto al vetturino. | Tutte le porte e i corridoi davanti al tempio erano pieni zeppi duna farragine di gente che va, che viene, di mendicanti, di mercanti di libretti [devozionali], di immaginette [sacre], in guisa che, con tanto trambusto, agio non vera per scendere dalle carrozze. | Limbarazzo era tale che in quella [in quel momento], appunto, chero gi quasi con un piede a terra, mi spinsero contro un prete cos sporco, cos unto, regimedellanticocardiniicontestavanocheilluministicheideeLe4 nobiliari.privilegiie con-eraQuaresima, divenerd ituttiinemarzo,divenerd Nei5 quaresimali.predichelesentireperchiesainrecarsisuetudine Italia.corsonellattualeesistenteoggiancoraChiesa6 chiusa,ruote, quattro acarrozza lacio,coupperidiotismoCop7 posti.duecon 402 PORTA_testi.indd 402 16/03/11 11:43 pass,elritirareschivarloperChio, grandssculaccionunlegnonelDiedi rimand.diterrainstramazzmiChe frangentuninrimanessmeCome suppr:dafacilfattaquestaDi genttantaamezzindammaedonnaE pudrnelecompromessadecorNel sensipersinonsechecertchepi propens.guardmichecieldeldonFu piinsrtaappenachepitantoE mascalzoniquejbandituttdaSentii 8v!viavaildietrociuffolarmiA buffoni,attiimproperi,sconc,Risa rango,inegualloradonnafossQuasi fango.similomerciaja...Cittadina... curainchestesscielquelldissi,comeMa, culla,dallafinosempremaiMebbe congiunturaquestainpurelasciNon nulla,miodelontaadprotegermDe costanzatantaminspircuornelE circostanza.similinvolevacenQuant 42 48 54 60 chio, per schivarlo e ritirare il passo, diedi nel legno uno sculaccione cos forte che mi stramazz in terra di rimando [rimbalzo]. | Come rimanessi in un frangente di questa fatta facile da supporre: e donna e dama in mezzo a tanta gente, nel decoro compromessa e nel pudore, pi che certo che se non persi i sensi fu dono del cielo che mi guard propenso [benevolo]. | E tanto pi che, appena rimessa in piedi, sentii da tutte le parti quei mascalzoni zufolar ! Risa sconce, improperi, atti buffoni, quasi fossi donna vviava mi dietro il a loro egual in rango, cittadina [borghese]... merciaia... o simil fango. | Ma, come dissi, quel cielo stesso che in cura mebbe sempre fino dalla culla, non lasci neppure in questa congiuntura di proteggermi a onta del mio nulla, e nel cuor mispir tanta costanza quanta ce ne voleva in simile circostanza. | dileggio.dipopolareEspressione8 403 PORTA_testi.indd 403 16/03/11 11:43 impongosubitm,demaggiorFatta seguiss,meeletacess,chelAnselmmioAl giongochiesa,inpassocalca,laRompo Crocifiss,deldellaltarpiediA memoriaapoiraccolgh,meumilio,Me giaculatoria:questaSignormioalF 66 Mio caro buon Ges, che per decreto Dellinfallibil vostra volont Mavete fatta nascere nel ceto Distinto della prima nobilt, Mentre poteva a un minim cenno vostro Nascer plebea, un verme vile, un mostro: 72 Io vi ringrazio che dun s gran bene Abbiev ricolma lumil mia persona, Tant pi che essend le gerarchie terrene Simbol di quelle che vi fan corona Godo cos di un grad chՏ riflession Del grad di Troni e di Dominazion. 78 Questo favor lunge dallesaltarm, Come accadrebbe in un cervell leggier, Non serve in cambi che a ramemorarm La gratitudin mia ed il dover Di seguirvi e imitarvi, specialment Nella clemenza con i delinquent. 84 Fatta maggior di me, subito impongo al mio Anselmo chegli tacesse, e mi seguisse, rompo la calca, passo in chiesa, giungo ai piedi dellaltare del Crocifisso, mi umilio, mi raccolgo, poi a memoria faccio al mio Signore questa giaculatoria: | Mio caro buon Ges, che per decreto dellinfallibile vostra volont mavete fatta nascere nel ceto distinto della prima nobilt, mentre potevo a un minimo cenno vostro nascere plebea, un verme vile, un mostro: | io vi ringrazio che dun s gran bene abbiate ricolma lumile mia persona, tanto pi che essendo le gerarchie terrene simbolo di quelle che vi fan corona godo cos di un grado chՏ riflessione del grado di Troni e delle Dominazioni. | Questo favore, lungi dallesaltarmi, come accadrebbe in un cervello leggero, non serve in cambio che a ramemorarmi la gratitudine mia e il dovere di seguirvi e imitarvi, specialmente nella clemenza con i delinquenti. | 404 PORTA_testi.indd 404 16/03/11 11:43 Quindi in vantaggio di costor anchio Voffro quei preghi, che avii faa voi stess Per i vostri nimici al Padre Iddio: Ah s abbiate piet dei lor eccess, Imperciocch ritengh che mi offendesser Senza conoscer cosa si facesser. 90 Possa stumile mia rassegnazion Congiuntament ai merit infinitt Della vostra accerbissima passion Espiar le lor colpe, i lor delitt, Condurli al ben, salvar lanima mia, Glorificarmi in cielo, e cos sia. 96 fattcolaccompagnarpoiVolendo pes,maggioravesserondeparole,Le 9declattpunconcombinareE offesmhachidimortificazionLa seguirdadammeallelesempioE avvenir,prossimicontingentiNe 102 Quindi in vantaggio [a favore] di costoro anchio voffro quei preghi, che avete fatto voi stesso per i vostri nemici al Padre Iddio: Ah s, abbiate piet dei loro eccessi, imperciocch ritengo che mi offendessero senza conoscere cosa facessero. | Possa questumile mia rassegnazione congiuntamente ai meriti infiniti della vostra acerbissima passione espiare le loro colpe, i loro delitti, condurli al bene, salvare lanima mia, glorificarmi in cielo, e cos sia. | Volendo poi accompagnare con fatti le parole, onde avessero maggior peso, e combinare con un po dՎclat la mortificazione di chi mi ha offeso e lesempio alle dame da seguire nei contingenti prossimi a venire, | scalpore.,clamoreӥsignificache,clatfranceseilperidiotismo,Eclatt9 405 PORTA_testi.indd 405 16/03/11 11:43 pezzent,quejaechiesa,dallatrattunaSrto confidenza,detoninRivolgendem gent?...buonadomando,siete,Quanti Eccellenza!rispondon,ventun,Siamo Ventun?...replico,...molti,Caspita! un.perquattrinonDeghAnselm?...serve:Non 108 SigismondDoncheDamma,latasCh religion,dezeldeoeuvoncomePien tond,diforzellinn,disondalScoldaa onorazion,sfodraghperlLeva supperalaconinterrompnoAnselmseChe lera!borlandachecattaaVattel 114 esco a un tratto dalla chiesa, e a quei pezzenti, rivolgendomi in tono di confidenza, Quanti siete, domando, buona gente?... Siamo ventuno, rispondono, Eccellenza! Caspita! molti... replico Ventuno?... Non importa: Anselmo?... Dategli un quattrino per uno. | Qui tace la dama, e qui don Sigismondo pieno come un uovo di zelo di religione, scaldato dal suono delle forchette, dei tondi [piatti], era l l per sfoderarle unorazione, che se Anselmo non interrompe con la zuppiera, chiss che sbrodolata era! 406 PORTA_testi.indd 406 16/03/11 11:43 62 Mar-e nel BongeeGiovanninLa figura del popolano, umiliata in chionn, si riscatta con la voce ferma e dignitosa di questo servitore che ritorce sui preti le accuse di una cattiva condotta morale che inquina la societ. Le sestine furono ispirate da un fatto di cronaca indicato da Porta in una postilla: Il nipote del Card. Pacca, giovane Prelato, che rappresentava il gov.o papale nella Comm.e diplomatica di Milano; poi Governat.e di Roma: fugito in America per debiti, con manumissione del danaro pontificio. Composte fra aprile e giugno del 1820 furono pubblicate per la prima volta nelledizione luganese. MONEGHEXDI1BIROEUMENEGHIN polidproppifaaLhabravo!Bravo! inscbagaj:quijdintornatoeussA ridfalldescennaonacuntpossGhe ch;stavensepcuntavalaChe men,epdisses?elginee,voeult,diCh fen.decarronlՏlorperbuscaogniE Benedetta,Suormonegasc,exQuatter Martina,SuorUsebia,SuorAnna,Suor 6 Bravo!bravo!Hafattopro-MONACHEEXDELLESERVITOREMENEGHINO prio pulito [bene] a togliersi dintorno quei ragazzi: cos le posso raccontare una scena da farla ridere, che non la raccontavo pi se stavano qui: che delle volte, neh, gi lo sa?, si dice pi o meno e ogni pagliuzza per loro un carro di fieno. | Quattro ex monacacce, suor Benedetta, suor Anna, suor Eusebia, suor Martina, cor-leallentanootendonosicuicongirevoleperno,bischeroӥ,Biroeu1 personeletraslatoperecc.,violinodelmandolino,delchitarra,dellade ser-aequivaleCherubiniperpiacimento;amuoverefarepossonosiche sciocco.chevirileӥmembrosiasignificaToscanainfante;,vitore 407 PORTA_testi.indd 407 16/03/11 11:43 casettalortrafaneinsemmaViven 2dottrina,ladecollarondoncIn foss,elpassaal,mond,delpeediFoeura 3Calloss.SanteMattdiVincenzSantTra 12 rosari,defuriaaficcelPaghen pension,laghhan4livell,bonselGhhan salari,senzaservjecheconversD canton,elvoltaaarentlgesasoaLa delluss,denterpzzelecomodsEl Esuss.dische5stornellbravoselE 18 confessor,depret,deteolegh,De cdepatrondaldisnachequijTra lordesvencheolterquijtraE rizz,decamesecottportaghA brovettondituttifregainnhanGhe pett.ituttsuconsultpossessDe 24 vivono insieme e fanno mensa comune tra loro in casa di un collarone della dottrina, fuori dai piedi del mondo, l, passato il fosso, tra San Vincenzo dei pazzi e San Calogero. | Pagano il fitto a furia di rosari, hanno il loro buon livello, hanno la pensione, due converse [suore laiche] che le servono senza salario, la loro chiesa l vicino voltato il cantone, il loro cesso e il pozzo dentro luscio, e il loro bravo stornello che dice Jesus. | Di teologi, di preti, di confessori, tra quelli che pranzano dal padrone di casa e tra queglaltri che vengon su da loro a portargli cotte e camici da pieghettare, ne hanno intorno tutti i giorni un broletto [un gran numero] da potersi consultare su tutti i peti [quisquilie]. | 13.nota40,cfr. collaron de la dottrina Per2 ol-Martesana;dellaNaviglioilprecedente versoalcitatofossoIl3 chiesalasorgeva cuiinCalogero SandivialaeBorgo ilaprivasitre die,PratoalVincenzoSandichiesalaancheeraBorgoNelomonima. citt.dellamentalimalatiiricoverativenivanocuiincasaunafronte, convento al religiose dalle portata dote della rendita la era Livell 4 ri-regolarmente frutti davadotetale[...]monacazionedellaallatto (Bezzola).scossi apprendeItalia,Nordiltuttopopolacheuccellocomune,stornoLo5 parole.ancheevarisuoniripetereafacilmente 408 PORTA_testi.indd 408 16/03/11 11:43 numersoraghhanvantaggdirestalOltra personna,miaallacdearentstdeQuell cocumer,triiperdeltuttcorrfanChe donnamialaanchaveghdequellolterE tassijidghelaesartalafaChe 6covercij.iagnuss,iabet,iPer 30 somma,ladeinsommadonn,quatterHin mejstvorend,apodaraven,Che Romma,aPappachellorpusseevoeultMilla porscej,comegrassparadisinandE vunasempernhanghechesurs,Eppur, luna.labattdemarsciss,decruzziass,De 36 grasssabetdelinperchlhanghepooOn nott,mezzalapassaafinaBallen spassavanchedonndiviaperpooOn biott,stomeghcolbrasc,cojcoppa,laCon cullintiraastrencvestinncojpooOn baull;delgrazialatuttmostrenChe 42 Oltre al resto dei vantaggi hanno in soprannumero quello di stare vicino alla casa della mia persona, che fanno correre tutti i giorni per tre cetrioli [per nulla], e quellaltro davere anche la mia donna che fa la sarta e gli d i tas , i coperchietti da rocca. | Sono quat-deiagnus selli [ritagli] per gli abiti, gli tro donne, in somma della somma, che potrebbero, volendo, stare meglio mille volte pi loro che il papa a Roma e andare in Paradiso grasse come porcelli, eppure, signors, ne hanno sempre una da crucciarsi, da marcirsi, da avere la luna. | Un po ce lhanno perch nel sabato grasso ballano fino a passata la mezzanotte, un po per via delle donne che vanno a spasso colla coppa [la nuca], colle braccia, con lo stomaco nudi, un po con i vestitini stretti a tira in culo [stretti sul sedere] che mostrano tutta la grazia del baule; | fungo-che stoffa di pezzi realt in sono ,abiti letteralmente ,Abet 6 reli-piccole ,agnus dei gli ,agnuss collo; al portare da scapolari da no cover-stoffa;diinvoltiminuscoliconprotettisoventevenivanoquie, fusi.deiconocchieleperprotezionisono,roccaӥdacoperchiettii,cij 409 PORTA_testi.indd 409 16/03/11 11:43 7ScirinMonsciorperchlhanghedOn Cresema,laministrdedespartintraaLhan 8Tamborin,elstampaseperchdOn quaresema,inteatterfanperchO ArzipretfvoeurenMonsciainperchO pianet.ituttscurtfdenanOn 48 venerddeperchcascenseLor pollaster;ivendapolliroeuivoltraVan derv,dehanchetosanndiscoeuliPer 9lincaster;confaam,soeujascoeul,Certe picciur,iperscandalos,stampiPer mur.dellontanstraainpissachequijPer 54 un giorno ce lhanno perch monsignor Cerina lhanno dispensato dallamministrare la cresima, un giorno perch si stampa il Tamburini, o perch fan teatro in quaresima, o perch a Monza vogliono fare arciprete un nano da far accorciare tutte le pianete. | Loro se la prendono perch di venerd vanno in giro i pollaioli a vendere i pollastri; per le scuole delle ragazze che hanno da aprire, certe scuole, che ne so io, fatte con lincastro, per le stampe scandalose, per le pitture, per quelli che pisciano in strada lontano dal muro. | Euge-monsignor accaduto: realmente fatto un riprende Porta Qui 7 incarica-prima fu Sergiopoli, di arcivescovo (1748-1827), Cerina nio succes-cresime,lesomministrareaMilanodivescovoilaiutaredito dispensato.sivamente 12.nota50,cfr.TamburiniPietroPer8 BelldinomiicelanosicuisottoparoledigiocounFaa con lincaster9 Il1778-1838).Lancaster,(JosephLancastere1753-1832)Bell,(Andrew prin-dellinnovativoperfezionatore ilsecondoillideatore, fuprimo gli quale al base in Bell-Lancaster, appunto detto pedagogico, cipio sot-giovani,piaiprecettoridafacevanoistruitieanzianipialunni Confa-Federicoconteil1820Neleducatore. undisorveglianzalato costi-lapersocietunaPorta,dicollaborazionelaconavvi,lonieri pedagogico,metodonuovoquestoapplicavanochescuoledituzione quattrocen-eduecentogratuitamenteaccolsero (chedueavviandone fanciulle.perunaprogettandoneecirca)alunnito 410 PORTA_testi.indd 410 16/03/11 11:43 diavolerielboesg,elbordell,elMa deliqui,streppet,loltrer:ejerstaaLՏ seri,affaronconvulsion:Girament, reliqui,spiret,asee,sorasotttraahaChe devott,10chiffer,fraa,excicolatt,Pret, bescott.discortalamezztrasaaE 60 viaperspuell,stotuttruzz,stotuttE c,aportaahoochebegliettdonbesascDon TobiadonRommaderezevuuhaChe lgifinatoeamandaamhancheE d,ievunalaintrVittorSantA 11b.deoeuggmezzpermessadiselDove 66 Tranquillin,donRidolf,donDisma,Don Mansuett,donClement,donLorenz,Don Igin,donSaveri,donPio,Don Anicett,donSamuell,donCels,Don Fedel,donLazzer,donRomuald,Don mel.almoschinchepescadossbrsGhhin 72 Ma il bordello [caos], il putiferio, il diavoleto, stato ieri e laltroieri, strepiti, deliqui, giramenti [di testa], convulsioni: un affare serio, che ha messo sottosopra aceto, spirito [alcol], reliquie, preti, cioccolato, ex frati, kipfel, devoti, e sciupata mezza [per met] la scorta di biscotti. | E tutto questo ruzzo [baccano], tutto questo pandemonio, per via duno stupido biglietto che ho portato a casa, che ha ricevuto da Roma don Tobia e che mi hanno mandato a prendere fin gi l a San Vittore, tra luna e le due, dove dice messa per mezzo occhio di bue. | Don Disma, don Rodolfo, don Tranquillino, don Lorenzo, don Clemente, don Mansueto, don Pio, don Saverio, don Iginio, don Celso, don Samuele, don Aniceto, don Romualdo, don Lazzaro, don Fedele, gli sono corsi addosso peggio che neanche le mosche al miele. | ri-con mezzaluna di forma adolci tedeschi, Kipfel i,sonoChiffer 10 cornetti.odierniaglisimilipieno, ger-vocebue,diocchiomezzoletteralmente,Mezz oeugg de b 11 milanesi.liretreossiascudo,mezzosignificachegale 411 PORTA_testi.indd 411 16/03/11 11:43 releggiuu,evoeulttanteleggiuuLhan paroll,tantecalmeritantsfaaGhhan strassentuu,evoeulttantesentuuLhoo colldellossgiughighesanguanon,Che, scettenettciar,sdighighelnoSe 12ett.ongiontaghnviatoeughSenza Romma li sedecidis,el,Amico caro 78 Aprilo, milla vottocento vinti. n hin lingui maledici,dis,el,Pur troppo menzionieri o fintidice,el,N cosse se diceno da voidis,el,Quelle che di noi.13Circa el Governator nostro per nostro vilimentodis,el,Ma Dio 84 Lha talmente cecato, che dedopo Trasato in donne e giogo el pontamento14 E prenduto gran debeti sul gopo, condemenodice,el,Non ha potuto E dacchi e dacchi de sbottire un pieno. 90 Lhanno letto tante volte e riletto, gli han fatto su tante chiacchiere e tante parole, lho sentito tante volte e strasentito che, diavolo, ci gioco losso del collo se non glielo dico su [racconto] chiaro, netto e schietto, senza togliere via n giuntargli un ette. | Amico caro, dice Roma l sedici aprile, milleottocentoventi. Purtroppo, dice non sono lingue malefiche, n cose dice menzognere o finte quelle che dice si dicono da voi circa il governatore nostro di noi. | Ma Dio dice per nostro avvilimento lha talmente accecato, che dopo [aver] trasato [sciupato] in donne e gioco lassegno e preso gran debiti sul gobbo, non ha potuto dice [fare] a meno, e dagli e dagli, di scoppiare un pieno [scandalo]. | 24.nota47,cfr.ettPer12 Romadigovernatore (1786-1837),PaccaTiberio ,Governator nostro 13 cardi-delfirmalafalsificeffettivamente 1820nel1817,aprile28dal pon-Statodellodenarorub91),v.delGardinaldecane(ilConsalvinale (Bezzola).Parigiafuggetificio ).appointement(franc.assegnoӥperFrancesismo14 412 PORTA_testi.indd 412 16/03/11 11:43 che el Gardinal decane,dis,el,Se dice A furia de d a mente a la gran spesa, chel dava manedis,el,Naccorgendose Asca el resto al dinaro de la Gesa, El sia corruto a squajar tutto al Pappa, Che lha ordenato subet chel se ciappa. chel seva datodis,el,Ma lu el puttasca 96 Che se tendeva de cattarlo ladro, Lha fatto el quonia, e lha curatodice,el15 che el Santo Padrodis,el,El contrattempo in nel dir messa,Leva in estesi in laria lՏ girato in pressa. 16E chi tha fatto!... la p seguradis,el,In circa al resto 102 LՏ chel sia navigato in del Levante, addio tonsura,dice,el,In dove in stora LՏ forse gi quattata col turbante; In dove in stora forse addio prepuzzi... 17Con che sono de voi Monsignor Nuzzi. 108 Si dice dice che il cardinale decano, a furia di dare a mente [ripensare] alla gran spesa, accorgendosi dice che egli dava mano [metteva mano], oltre al resto, al denaro della Chiesa, sia corso a raccontare tutto al papa, che ha ordinato subito che lo si acchiappi. | Ma lui, il furbone, dice che si era accorto che si voleva catturarlo ladro [coglierlo sul fatto], ha fatto il quoniam [lo gnorri] dice e ha atteso il contrattempo dice che il Santo Padre era in estasi dice nel dir messa, e chi tha fatto!... se nՏ andato in fretta. | Circa il resto dice la [notizia] pi sicura che stia navigando verso Levante dove, a questora, dice addio tonsura, forse gi coperta col turbante; e dove a questora, forse, addio prepuzio... Con che sono a voi Monsignor Nuzzi. | 3.nota33,cfr.quoniaPer15 avuto....haavutohachicomevalequichithafatto!...diredimodoIl16 nel-contemplatoNuzziAngelomonsignorilforse,MonsignorNuzziǥ17 cuidima129,p.1820,Cracas,Roma,,MDCCCXXNotizie per lanno le (Bezzola).notizieȥaltrehannosinon 413 PORTA_testi.indd 413 16/03/11 11:43 sentilldelincheposcritt,onghevapoeSott scin,comequantietuccSguagniven capillperchemalarbettposcrittOn latin,elsavreligios,vessBoeugna m,desiaquanteinignorant,mCh insc.disevacheloltercapiiNhoo 114 Poscritto: Monsignore Monticello18 LՏ stato jeri in pubblico cattato de Gulelmo Tellodice,el,Chel fava E linfilzava el pommo ad un soldato Sguizzero della guardia pontifizia, E fu mennato sopra alla giustizia. 120 lordeintrquanttuttdaccordinscCh conseguenzchehinnoscandolstiChe Signor,delliradepeccaa,nostDi reverenzquijintrequeramissShin boltrighstifudessenrazzaquaaDe ortigh.desortstaghiccaltiravaneChe 126 Pio,doneLazzerdonRomuald,Don trii,etuttdanemcurainhinChe DiodetimorpocchelfusscheldittHan Sotto poi cera un poscritto, che nel sentirlo, guaivano come cuccioli, un poscritto maledetto che per capirlo bisogna essere religiosi, sapere il latino che io, ignorante, in quanto a me, non ho capito altro [se non] che diceva cos. | Proscritto [poscritto]. Monsignore Monticello stato ieri in pubblico trovato che faceva dice da Guglielmo Tell e infilzava il pomo [deretano] a un soldato svizzero della guardia pontificia, e fu portato alla giustizia [incarcerato]. | Qui cos, daccordo tutti quanti fra di loro che questi scandali non sono che conseguenza dei nostri peccati, dellira del Signore, si sono messi a inquisire, quelle riverenze, di quale razza fossero questi intrighi che ci tiravano al culo questa sorta di ortiche. | Don Romualdo, don Lazzaro e don Pio, che sono in cura danime tutti e tre, hanno detto che fosse il poco timore di Dio, realt sulla notizie reperite state sono non ,Monsignore Monticello 18 personaggio.delmenoostorica 414 PORTA_testi.indd 414 16/03/11 11:43 stremiistremiicandircertedDe funeral,diinebattesemdiIn parrocchial.listitassvordaE stradadequijinegesdibusserdiinChe 19quattritt,cheoltertroeuvagheseNo impiccada,lelemosinascars,messI poveritt,deinfesciaaparrocchiI ventituttaariinlegndecrosLa nient.perfrustada20beccalaE ClementdoneCelsdonFranzescanI bordelleltuttnassesscheVoreven convent,soeuiloratoltDallavegh SamuelldonDomenicanlexE resonperlerachegiuravaEl Inquisizion.SantalaaboliiDav camaradadinommaancaUsebiaSuor stistoriacheinscambipretendevaLa baronadaquelladeprozzedessLa 21Vittoria,dallalordescasciaaavejDe 132 138 144 del dare certe candele striminzite striminzite nei battesimi e nei funerali e di voler tassare le liste parrocchiali [elenco delle funzioni a pagamento]. | Che nelle bussole delle chiese e in quelle di strada non si trova altro che quattrini, le messe scarse, lelemosina impiccata, le parrocchie infestate di poveretti, la croce di legno in aria a tutti i venti, la becca logorata per niente. | I francescani don Celso e don Clemente volevano che nascesse tutto il bordello [putiferio] dallavergli tolto a loro i loro conventi, e lex domenicano don Samuele giurava che era per la ragione daver abolito la Santa Inquisizione. | Suor Eusebia, anche a nome delle compagne, pretendeva invece che questa storia procedesse da quella baronata [mala azione] di aver scacciato loro dalla Vittoria, valore.nessunopocodimonetine,spiccioliniӥ,Quattrit19 identifica.licheecuratiiportanochemantellinalabtolo,ilbeccaLa20 Vittoria.dellaMariaSantadichiesaLa21 415 PORTA_testi.indd 415 16/03/11 11:43 150 vosquatterainsemmatuccSoggiungend Che sevem quij che candidava i nos. cdeprethincheIgin,donFedel,Don Baronessa,donaeMarchesaDona stfajdequellaacolpalaDaven messa;ladighperdmezzalfinaDegiun Disma,doncertopret,donpoettaonE Romantisma.aladosstutttravaLe pretasciondonrangognonFinalment mira,pergiustagisettaamevaChel rognondepolpettaelciamenChel lira,trentacentbruttpespesarelE vistadaonamusodelininfilzameEl parlada:staconvaelviaecrs,canDe dirooghjches,mdiroo,ghjM svargella,neelDioperchresonI doo!techevardadnancaSenza bradella,lasustravaccaaaltariHin sazerdottievettuperiingesI biott.emagherfamm,demorts,perS mardiciallonismogranelHin naselpervoltraamennlassassDe m)afacciainfissvardavaelch(E 156 162 168 aggiungendoci tutte insieme a quattro voci che eravamo quelle che candivano le noci. | Don Fedele, don Iginio, che sono preti di casa di una marchesa e duna baronessa, davano la colpa a quella di farli stare digiuni fino a mezzogiorno per dire la messa: e un poeta dun prete, certo don Disma, le buttava tutte addosso al Romanticismo. | Finalmente un rangagnone [brontolone] dun pretaccione che mi era seduto giusto in mira [di fronte], che lo chiamano il polpetta di rognone e peser, peso lordo, centotrenta libbre, mi infilza nel muso una occhiata da cane crso, e via che inizia con questa parlata: | Io le dir, io s, che le dir le ragioni perch Dio ci flagella, senza neanche dire guarda che ti do! Sono gli altari rovesciati sulla predella, le chiese in vituperio e i sacerdoti qua e l, morti di fame, magri e nudi. | Sono la gran minchioneria dei mariti di lasciarsi menare in giro per il naso (e qui guardava fisso in faccia me) 416 PORTA_testi.indd 416 16/03/11 11:43 pias,ghechequellflassaghemiee,Daj intornavardasssenzaspes,soraSpes corna.dioppurguggialadevegnenSe leccardarialagolascia,laHin camis;mezzstideoperari,stiDe calastria,raccol,miseria,cIn bovis;delineboeuccdiinbaldoriaLa pers...tempdanee,robba,cicch,soraCicch travers).deonoggiadazonfeta(E fioeuilassdebirbadalaHin 22pasquee,iperstraa,iperstrusaIn borsiroeu,el23tff,ellozios,fA mestee,elsbiggensementadSenza dottrina...allafesta,inmessaavanSe lampadina).onoltratraffetal(E bosij,quijscenna,lainquellossHin spesa,lasuinfattur,sujincorsQuij Pij,LoeughdicareghavizziipettQuell gesa,allagratisatuttgodeghQuell 174 180 186 dalle mogli, e lasciargli fare quel che gli piace, spese su spese, senza guardarsi intorno se [i soldi] vengono dallago oppure dalle corna. | Sono la golaccia, la ghiottoneria di questi operai, di queste mezze camicie; in casa miseria, liti, carestia, la baldoria nelle bettole e nelle osterie; sbornie su sbornie, roba, denari, tempo perso... (e zonfete!, unocchiata di traverso). | Sono la birbata di lasciare i figli a zonzo per le strade, per le piazze, a fare lozioso, il donnaiolo, il borsaiolo, senza badare se bigiano il mestiere, se vanno a messa alla festa [di domenica], alla dottrina... (e l traffete!, unaltra occhiatina). | Sono quellosso nella schiena, quelle bugie, quelle creste sulle fatture, sulle spese, quel mettere i vizi a carico dei luoghi pii, quel godere tutto gratis [i servigi] della chiesa, 6.nota29,cfr.pasqueePer22 inse-percacciadacaniaioffre sichelustapropriamente, ,tffEl23 dicacciatore iltraslato,pere,stessocaneilanchemapreda laguire donnaiolo.ilfemmine, 417 PORTA_testi.indd 417 16/03/11 11:43 d...elquanttuttpatrondimaadQuell m).aadossoeuccduuquijedaj,l,(E 192 24strascspantegastidelardimentHin sia,secomegentperpretnuntoeunnDe didasc,quijcontabacchnosteltirDe compagnia...indescoragisettassDe infamm...malcreati...porci...Ballossi... 25bissamm).vorsuulhavoeultasta(Acqua! 198 capissi,adessnegra!donafiolAh can;stoparlaelchiconcoeur,delinDighi secudissi,mecervell,elsciaraseMe fabrian,elscagndelalzaPesseghi dannaa,mafiero,mas,polidE conformitaa.stainrespondigheTe 204 descutt,ascoldasecheltantSenza mezzenna,onadeslenguaghecheriscCol manchdirooghjdiroo,ghjmAnca peccenna;neelDioperchresonI corrlassaeletaselperchresonI monscior.soeudicossettcossbejquijDe 210 quel dire male dei padroni tutto quanto il giorno... (e l, e dagli!, quei due occhi addosso a me). | Sono lardimento di questi spargi-stracci di prendere noi preti per gente qualunque, di tirare il nostro tabacco con quei ditacci, di sedersi a discorrere in compagnia... furbi... porci... screanzati... infami... (acqua! questa volta ha voluto fissarmi). | Ah!, figlio di una negra!, adesso capisco, dico nel cuore, con chi parla questo cane; mi si schiarisce il cervello, mi scuoto, mi affretto ad alzare dalla sedia il fabriano [deretano], e garbato s, ma fiero, ma dannato, gli rispondo in questa conformit. | Senza tanto che si scaldi a discutere, col rischio di sciogliersi una mezzena [gran quantit di lardo], anche io gliele dir, gliele dir anchio le ragioni perch Dio ci pettina; le ragioni perch tace e lascia correre quelle belle cose [e] cosette dei suoi monsignori. | generosi.ifarevoglionochepezzentiiindicareperNeologismo24 sicomeimpietrire, vale),coj oeucc(bissdadenominaleBissamm25 sguardo.loconserpentiifaccianocrede 418 PORTA_testi.indd 418 16/03/11 11:43 malarbettaporcalavariziaHin vizziquelllՏsciorilordepariccinChe goletta,laavesta,laataccaaparChel loffizzi,comemenemanobbleghOn 26bascir,busser,sacchitt,inventaahacheQuell candir.dedazziecardeghdeNoll 216 27stolla,ecottadeincertdemercaaquellHin polmon,deariadevos,demess,De 29Nicolla,santde28micchindeesequi,De benedizion,suffragg,cattafalch,De bottaltantonangonijdetrafeghQuell nagott.pernagottafmaiquellE 222 caritaa,detrasportquijcorp,quijHin mattutinquijcompiett,quijvesper,Quij desgarbaa,denojaa,delPettaa cicciorin,eflattideIntersiaa l,deezdesbarloeuggdesbaggiad,De c.aanddeloravednodaE 228 Sono lavarizia porca maledetta che in parecchi di lor signori quel vizio che pare attaccato alla veste, al collare, un obbligo quasi come lufficio, quello che ha inventato sacchette, bussole, bacili, nolo di sedie e dazio di candele. | Sono quel mercato di incerti di cotta e stola, di messe, di voce, di aria di polmoni, di esequie, di michette [panini] di San Nicola, di catafalchi, suffragi, benedizioni, quel traffico di agonie un tanto al rintocco e quel [non] fare mai nulla per nulla. | Sono quei funerali, quei trasporti di carit, quei vespri, quelle compiete, quei mattutini buttati l di noia, da sgarbati, intarsiati di rutti e cicalecci, di sbadigli, di sbirciate di qua e di l da non vedere lora di andare a casa. | questua.laperusatisolitamenterecipientiisonobascirebusser,Sacchitt26 6.nota50,cfr. incert de cotta e stolla,Per27 26.nota37,cfr.micchinPer28 digiornoilvendonosichepanipiccolisonoNicolaSandipaniniI29 letrasformsantoilqualeilconmiracoloilricordare perNicola,San mi-milanese(inpaninialtrettantiindiavolodalinviateglipernicidue magro.digiornoilviolarenonper),micchinndiminutivoilcuida,chette 419 PORTA_testi.indd 419 16/03/11 11:43 drittdrittvessdedintendadassquellHin GesdebattudastraalasuIn poveritt,ainagottmaidelCont s,casciajebassinaltdetrattajCol eternacriteghipsdevesscolE Governa.ifachenovitaaituccDe degiunelsemperpredicquellHin tarlis,elimpdebocconmejicercE nunaporchdelgolos,delddeQuell bovis,delbojaccadepooonPer maraviglialottavalorcredesE vegilia.inancapiattdesvott,spazzA religionlaservfdequellHin roffianperconscienzadeobbleghiE persecuzion,sdivendett,sDi ballandran,onaimpieghondfperO meretelghabbiachefurb,onacoll,stortaonA 30preteret.eletonegalabasaaDavegh beleeihinputtostchquistch,Quist calastria,lafamm,lapest,lamoeuvChe 234 240 246 Sono quel darsi a intendere di essere dritti dritti sulla strada battuta da Ges con il [non] dare mai niente ai poveretti, col trattarli dallalto in basso e strapazzarli, con lessere di per s critici eterni di tutte le novit che fanno i governi. | Sono quel predicare sempre il digiuno e cercare i migliori bocconi per riempire il ventre, quello di dare del goloso, del porco a noi per un po di brodaglia dellosteria, e credersi loro lottava meraviglia a spazzare otto, dieci piatti anche in vigilia. | Sono quello di far servire la religione e gli obblighi di coscienza per ruffiani delle loro vendette, delle loro persecuzioni, o per far dare un impiego a un ballandrano [vagabondo], a uno stortacollo, a un furbo, che abbia il merito daver baciato la tonaca e il sedere. | Queste qui, queste qui piuttosto sono le gioie che muovono la peste, la fame, la carestia, 1.nota11,cfr.preteretPer30 420 PORTA_testi.indd 420 16/03/11 11:43 palpeequijRommadevegnfaChe Tobia,donaNuzziMonsignorscrivChe ten...cheballghՏnoe31brio,perquistHin ben?parlaahoodiga,chellu?veraNeel 252 che fanno venire da Roma quelle carte che scrive monsignor Nuzzi a don Tobia, sono questi per Dio, e non ci son balle che tengano... Non vero, lei? Lo dica, ho parlato bene? 1.nota22,cfr. brio perlespressionePer31 421 PORTA_testi.indd 421 16/03/11 11:43 63 questa lultima composizione di Carlo Porta, che non riusc a ultimarla per la malattia che lo condusse a morte. Secondo le ipotesi di Isel dallami-mortem post lailtestofucontinuato,manoncompletato, co Tommaso Grossi; lo rivelerebbe il cambio di tono e di stile, dei versi successivi al 180, per i quali mancano attestazioni autografe. Alla diversa indole dei due amici va ricondotta una certa dicotomia del progetto: partito per descrivere una baruffa di preti, vivacemente ritratti su un registro di goduta ilarit, dirotta col racconto di don Ovina verso un clima da novella patetica cara al gusto di Grossi (autore della nota Fuggitiva). Le lettere attestano la lavorazione fra lagosto e il settembre del 1820. Fu pubblicato per la prima volta nelledizione Grossi. PRETDIGUERRALA breviari,isanta,guerralaCanti 2peston,ipeccher,i1micch,ipiatt,I ariinsgoraachՏbarett,icalott,I 3meloneleceregalagibollaahanE vestainecappainchepretvintiquatterA festa.onatavolaaCelebraven 6 PRETI DEI GUERRA LA Canto la guerra santa, i breviari, i piat ti, le miche [i pani], i bicchieroni, i pistoni [fiaschi], le calotte, i berretti, che sono volati in aria e che hanno ammaccato la chierica e il melone a ventiquattro preti che in cappa e veste celebravano a tavola una festa. | 26nota37,cfr. micch Per1 laricordaeepicopoemadeltipicoincipitLե1.nota1,cfr. pestonPer2 Tasso.delLiberata questoincomeo,calvizieperformasichecraniodelpelatazonala3 preti.neiefratineiabitualetonsuralapercaso, 422 PORTA_testi.indd 422 16/03/11 11:43 4bissa,dellaeversdipadergranOh legrij,diebaruffdiPromotor pissa,lascoldaagheetepretstiacheT scinivij,ipreghi,tem,anchScoldem onorfammpossachemaneraIn lor!det,dem,dedegnrimmdiCon 12 foeuradesitonaLorenz,santdedEl festononfase5MilandelontanPocch broeusoeura;incottsantgrandelonorIn confession,hingesadellafustuscI sinfonia,mess,campann,Panegiregh, secrestia;inacquaeciccolattE 18 quistassvoeurchelloeugh,delcompadrononMa gesaindespensasecheindulgenziTucc confessass,dedisturbeltoeussSenza spesatuttaapretairegalagheEl ltrjeche6mollsujdisnaronOn diger.amesmezzIncojonii 24 Oh gran padre di versi e della biscia promotore di baruffe e di allegrie, tu che a questi preti hai scaldato la piscia [li hai fatti adirare], scalda anche me, ti prego, le cervella [ispirami], in maniera che possa farmi onore con delle rime degne di me, di te, di loro! | Il giorno di San Lorenzo, in un sito poco lontano da Milano si fa un festone in onore del gran santo cotto in braciola; il trambusto della chiesa sono confessioni, panegirici, campane, messe, sinfonie e cioccolato e acqua in sacrestia; | ma un compadrone del luogo, che vuole acquistarsi tutte le indulgenze che si dispensano in chiesa senza prendersi il disturbo di confessarsi, regala ai preti a tutta spesa [senza badare a spese], un pranzone sulle molle [coi fiocchi] che li butta l rincoglioniti mezzo mese a digerire. | ondeggian-camminata la qui indica ,biscia letteralmente ,Bissa 4 dellubriaco.te Vittoria.PortadadistantepocoMonlu,certamentequasilocalitLa5 ammor-molleporre didallusocomodit,olussoӥcon,mollSuj6 lussuose.picarrozzealletizzatrici 423 PORTA_testi.indd 423 16/03/11 11:43 sapienzatoalaconchet7Memoria, pacciada,staarattcomecorrfetTi sequenzaintuccoeuccisottpassFammj darmada,generalonadenanzCome varen,cossachehin,nochihin,chiDimm bozzaren!cossamond,alfottenCossa 30 Mansuett,donvenghetuccdePrima Fabrizzi:MonsignordecoeughdelFioeu polpett,iepader,sdestufaaI benefizzi,onabbonoraprocuraaGhhan curaonapoeeSeminariinpostOn prevostura.defioronultemperE 36 passion,soalalenc,belllՏcheAdess via,spassassdesintend,quella,Oltra fonzionituttfaintornoanddeLՏ 8bosia,laepastoraleldrovPer gibigiannalapicchaiadossfperE spanna.onalarghdidintopazzquellCon 42 Memoria, tu che con la tua sapienza li fai correre come ratti a questa mangiata, fammeli passare sotto gli occhi tutti in sequenza come davanti a un generale darmata, dimmi chi sono, chi non sono, che cosa valgono, cosa fottono al mondo, cosa tramestano! | Prima di tutti ci viene don Mansueto, figlio del cuoco di monsignor Fabrizio: gli stufati di suo padre, e le polpette, gli hanno procurato alla buonora [molto presto] un beneficio [rendita], un posto in seminario e poi una cura e per ultimo un fior di prevostura. | Adesso che bello lustro, la sua passione, oltre a quella, sintende, di spassarsela, di andare in giro a fare tutte le funzioni per adoperare il pastorale e la bugia e per fare in faccia ai contadini la gibigianna [riflettere i raggi del sole] con quel topazio al dito largo una spanna. | Mnemosine.chiamavanogreciichedeadellalatinonomeMemoria,7 eranopalmatoria,eferulaossiabugia,epastoraleӥ,bosiaePastoral8 milanese.chiesanellaprevostodeldignitdellainsegnele 424 PORTA_testi.indd 424 16/03/11 11:43 trippaquellaconfianch,aighhachelQuellolott Tadee,donlՏgalon,isgiaffagheChe impippanesechelzoccolottfraaexOn galatee:delsgenadurituccDe corrlassaravelelu,deslՏmondEl dellimperator.presenzainAnca 48 Beroalddongropp,donininsemmatriiQuij Lucrezzi,doneMariaPavolGianDon cald:nfreccnpanpossonontriiHin 9prezzi,astaghenformentelePappaelchePur moronivivavidor,ipatissaNo contenton.hinlorscioriicreppaE 54 demoni,oncomepeloslosch,negronQuell cappellina,evestainsol,luperDe Carboni,doncertoonDio,decanonLՏ ladina:mandecospetton,Resiatt, destesamanaludentpusseecavaaLha inglesa;ciavlacon10BonellaelnChe 60 Quel pentolotto che ha ai fianchi, con quella trippa che gli schiaffeggia le cosce, don Taddeo, un ex frate zoccolante che se ne impippa di tutte le seccature del galateo: il mondo suo di lui, e lascerebbe correre [un peto] anche in presenza dellimperatore. | Quei tre insieme in un gruppo, don Beroaldo, don Gian Paolo Maria e don Lucrezio sono tre pancottoni [sciocconi] n freddi n caldi: purch il papa e il frumento stiano a prezzo, non patiscano le vigne, vivano i gelsi e crepino i ricchi loro sono arcicontenti. | Quel negrone losco, peloso come un demonio, l da solo, in veste e cappello a gronda, un cane di Dio, un certo don Carbonio, litigioso, bestemmiatore, di mano svelta: ha cavato pi denti lui a mano distesa che non il Bonella con la chiave inglese; | co-non primo, il pretese troppe abbia non significa Lespressione 9 secondo.ilcarotropposti ilespressamentededicaPortailcuiaBonella,DomenicodentistaIl10 1).v.57,12;v.29,(cfr.lellainrimasur,saalMasonettopolemico 425 PORTA_testi.indd 425 16/03/11 11:43 sospesstaalՏprozess,duuavertghhaEl questamezzinmessa;ladevoeultcinquOn ges,ituccperfonzion,ituccaghՏEl fest;ituccafuneral,ituccA paguratantfaelmainvida,leNessun addrittura.lupatronlՏvaeldoveinChe FruttuosdonvenghepasspocchDedree lu,dompoemmaonmeritaChel religiosonSir,SantdecuratelLՏ virt;demederonreligios,Ver Signor,dellangiollՏcomparelDove favor.quajonstampachepasdeLagnell desgraziaa,diconfortfiacch,diSostegn sincer,giojal,discrett,tollerant,Franch, vanitaa,senzaCaritatevol parer,dechedaneedepProdegh ben,voeurenghetuccrispetten,elTucc fen.decaronacomelargofangheTucc arent,ghhachelquellbon,fabonperchE cappellan,sellՏchedrizza,manA sognorentelevachedesgarbaaDe cristian,defioronfoeurafaalhaTe esemplar,amorevor,Disinvolt, laltar.dedegnlu,deinsommaDegn 66 72 78 84 ha aperti due processi, stato sospeso cinque volte dalla messa, nonostante questo cՏ a tutte le funzioni, per tutte le chiese, a tutti i funerali, a tutte le feste; nessuno lo invita, ma fa tanta paura che dove va padrone lui, addirittura. | Dietro pochi passi ci viene don Fruttuoso che merita un poema soltanto lui, il curato di San Siro, un religioso vero religioso, un modello di virt; dove compare langelo del Signore, lagnello di pace che lascia limpronta di qualche favore. | Sostegno dei fiacchi, conforto dei disgraziati, franco, tollerante, discreto, gioviale, sincero, caritatevole senza vanit, prodigo pi di denari che di pareri, tutti lo rispettano, tutti gli vogliono bene, tutti gli fanno largo come a un carro di fieno. | E perch buono fa buono, quello che ha vicino, a mano destra, che il suo cappellano, da sgarbato che era e sonnolento te lha tirato fuori un fior di cristiano, disinvolto, amorevole, esemplare, degno insomma di lui, degno dellaltare. | 426 PORTA_testi.indd 426 16/03/11 11:43 lff,dicolorlongh,longhmagher,Magher 11tegnadepientuttborromeeoncooinCont stoff,cinquoquatterdevestaonaE ingegnasechemartorquellMarch,donchLՏ gentlademiseriisollevDe cent.pervintalpegnelcontImprestand 90 fradij,duuparencheduuquijtraIn cusinadedoncduuetuccSbrodolaa vassij,ditarterelsconmostaccelE Chinadella12pagodooncomevenGhe Braghetta,GiorgdoncooeleciappiDondand dughetta.colorgambcojecollettCol 96 secrettaridefaalhaRomma,astaaLՏ scriv;savessnolsebbenCardinal,onA protonotarifaalhanlicenziallPer motivgranellՏquesteApostolich, boffettonnchepescboffaeladessChe colzett.bejquijconvoltraavaelcheE 102 Magro magro, lungo lungo, color delle loffe [dei peti, incolore] con in testa un borromeo [copricapo di feltro] tutto pieno di tigna e una veste di quattro o cinque stoffe, qui anche don Marco, quel martire che si ingegna a sollevare le miserie della gente prestando a pegno al venti per cento. | Tra quei due che paiono due fratelli, sbrodolati tutti e due dunto di cucina e il muso con su il tartaro delle botti, avanza come un pagodo della Cina dondolando le chiappe e la testa, don Giorgio Braghetta, col colletto e con le gambe color duvetta [paonazze]. | stato a Roma, ha fatto da segretario a un cardinale, sebbene non sapesse scrivere; per licenziarlo lhan fatto protonotario apostolico, e questo il gran motivo per cui adesso soffia [si d arie] peggio che un soffietto e che va in giro con quelle belle calzette. | localizzata pi lo per pelle, della parassitaria contagiosa Malattia 11 cutanei.funghidacausatacapelluto,cuoionel spes-eorientaledivinitunaobuddhaunriproducevacheStatuina12 mobile.testalaavevaso 427 PORTA_testi.indd 427 16/03/11 11:43 13donollagustsulfianchsujinbrasccojQuell cappuscina;razzadeProsper,fraaLՏ biciolla,fraaciamavenelbonoraDe PalestinadetornaalՏchdaMa finsenzaballloeughquijdesparaelE collarin.inTullionperpassaEl 108 ostariatt,vitta,laperCacciador set,semperdavDiodedonCol scarlatt,nasdelVittordonvenEcco pret,ancampoesoldaa,poepret,staaLՏ adesstornaalՏvicciurin,fraa,Comich, mess.didamejdeghhanolcheFin 114 palpaa,palpaabell,bellvenchepretQuell foeugh,comerosspien,sgonfi,bass,oeuccCoj desgraziaa,14OvinaabaapoverelLՏ loeughinloeughdetappinandcercaChel bozziralecheldolorelsorfDe gira.elquantpersollevtrovplN 120 Quello con le braccia sui fianchi al modo di unolla frate Prospero, di razza cappuccina; di buonora [agli inizi] lo chiamavamo fra biciolla [coglione], ma da quando tornato dalla Palestina e spara su quei luoghi balle senza fine passa per un Tullio [Cicerone] in collarino. | Cacciatore per la vita, bettoliere, col dono di Dio di aver sempre sete, ecco viene don Vittore dal naso scarlatto, stato prete, poi soldato, poi ancora prete, comico, frate, vetturino, tornato adesso, fin che non ha di meglio, a dire messa. | Quel prete che viene bel bello, patito patito, con gli occhi bassi, rigonfi, pieni, rossi come fuoco, il povero abate Ovina disgraziato, che cerca tampinando di luogo in luogo di far calmare il dolore che lo tormenta, n pu trovare sollievo per quanto giri. | unanfora.dimaniciisembranofianchisuibracciaLe13 An-PietroBiagioabatecertoundifiguraallaispirasiPortaForse14 realmente sianarratavicendalaquantoma(1753-1820)Oglinatonio (Bezzola).verificareȥpossibilestatononmeno,oaccaduta 428 PORTA_testi.indd 428 16/03/11 11:43 montagnaonasupretbonelvivevaEl 15dOrtalaghsulinSciresdeDessora compagna,soaonaconQuiettament mortamailՏchebendellinvidiaQuand fottuubecchoncontrascadenaaghhaLa duu.etuttapaslasassinaghA contornaquijdeabaaonchepezzonLera Luvisa,lasuoeuccipettaaLaveva intornabarzegavaegiravagheChel amisa,fallaperretitendevagheelE patronsalfedelaLuvisaMa torrion.oncomedurastavaLa montagnerotta,onaLuvisaLeva 16gioncada,onacomefrescacarna,In rustegotta,ressolutta,Trusciona, delicada,fina,donanemaMa sentimentdefiorquelldeCapazza convent.difoeuraportasenoChe sospettsenzaleal,Ovina,Labaa covava,gheelbirboquellchemalannDel disnarettonfasschelvoeultaOgni 126 132 138 Viveva il buon prete su una montagna sopra Cireggio sul lago dOrta, quietamente con una sua compagna, quando linvidia del bene, che [non] mai morta, gli ha scatenato contro un becco fottuto [cornuto] a rovinargli la pace a tutti e due. | Era un pezzo che un abate di quei dintorni aveva messo gli occhi sulla Luisa, che gli girava e bazzicava intorno e gli tendeva le reti per farla amica, ma Luisa fedele al suo padrone stava dura come un torrione. | Era Luisa una giovane montanara, in carne, fresca come una giuncata, laboriosa, risoluta, rusticotta, ma dunanima fine, delicata, capace di quel fior di sentimenti che non si porta fuori dai conventi. | Labate Ovina, leale, senza sospetto del malanno che quel birbone gli covava, ogni volta che facesse un pranzetto ben zona dOrta; lago del nord parte nella localit una Cireggio 15 villeggiato.avevavichePortadaconosciuta giunco.dicestelliinconservasichesale,senzaricotta,diSpecie16 429 PORTA_testi.indd 429 16/03/11 11:43 invidava,leeltruscettapoccaquajO savellsenzaomm,poverAjutand, trabucchell.selpeeaisottpiantassA passion,ladequellinfammincazziiCh inzigalla,devedella,decomodDel repetton,dajrefud,dajDesperaa impattalla,ntoeullanpodnoDa duu,etuttdegelosdannaa,Negher, 17cuu.albrugnastataccaaghhaelpoeInfin divottitrainviasottcomenzaaLha lOvina,contrafrizzdicorrlassA sacerdottdessriguardsenzaQualment concubinaonacintegnissseEl sacrifizzisantoalaccostassseelE 18servizzi;quellinTrentdeConciliCol crappadonainsemmastaloltraQualment malarbett,GiansenistaonfussEl Pappa,delindulgenzdiinfedpoccaCon 144 150 156 o una qualche piccola festicciola lo invitava, aiutando, poveruomo, senza saperlo, a piantarsi sotto i piedi il suo trabocchetto. | Ch incattivito quellinfame dalla passione, dal comodo di vederla, di insidiarla, disperato dai rifiuti, dalle ripulse, dal non poter n prenderla n impattarla, nero, dannato, geloso di tutti e due, infine poi gli ha attaccato questa prugna al culo. | Ha cominciato sotto via [di nascosto] tra i devoti a lasciare correre delle frecciate contro lOvina, che senza riguardo dessere sacerdote si tenesse in casa una concubina e si accostasse al santo sacrificio con il Concilio di Trento in quel servizio; | per di pi, oltre allo stare insieme a una baldracca, fosse un giansenista maledetto, con poca fede nelle indulgenze del papa, questaattaccatohagliletteralmente,Elghhataccaastabrugnaalcuu17 scherzo.bruttoquestogiocatohagliperquivale,culoӥalprugna donnaunacasaintenere disacerdoti aivietTrento diConcilioIl18 quellinConciliodelnormeletenerequarantanni;dimenoavesseche an-cfr. lespressione peraltamente,infischiarsenesignificaservizzi 133-35.vv.52,che 430 PORTA_testi.indd 430 16/03/11 11:43 19Lorett,descudellalainmanchE fraainecessaricredevanolChe conformitaa.stadecossmillaE mormorsantodepuntinperchE gent,defiorhinbeattiedevottI comenz,detoneldomdaghBasta momentdoninchepolittantcossifaaHan OvinalabaaeLuvisapoveraLa berlina.inchepescduuetuttmissstaaHin pretipicch,isciori,imomentdonIn arpij,comcontrarevoltaashinGhe pianet,inegaaghhancaliz,isconduuGhhan sacrestij,iges,ifacciainsaraaGhhan sass:dicorrfaaghhansatir,difaaGhhan desperass.decan!donsanguaRobba, traditorelnagott;anmlՏquestMa Curia,laaloperacompacorsLՏ Monscior,quijconfaatantlhaditt,tantLha furiainlOvinaaordenonspediiChhan 162 168 174 e manco nella scodella di Loreto, che non credeva necessari i frati e mille cose di questa conformit. | E poich in punto di santo mormorare i devoti e i beati sono fior di gente, basta dargli solo il tono per cominciare, hanno fatto le cose tanto pulito [bene] che in un momento la povera Luisa e labate Ovina sono stati messi tutti e due peggio che in berlina. | In un momento i ricchi, i contadini, i preti gli [si] sono rivoltati contro come arpie, gli hanno nascosto i calici, gli hanno negato le pianete, gli hanno chiuso in faccia le chiese, le sacrestie, gli hanno fatto delle satire, gli hanno fatto correre [lanciato] dei sassi: roba, sangue dun cane!, da disperarsi. | Ma questo ancora niente; il traditore corso a compiere lopera alla curia, ha tanto detto, ha tanto fatto con quei monsignori, che hanno spedito un ordine allOvina in [fretta e] furia la trasportata stata sarebbe Loreto aleggenda pia una Secondo 19 Vergine.dallausatascodellalaconservatasarebbevieMariadicasa 431 PORTA_testi.indd 431 16/03/11 11:43 immediateLuvisalalassDe .sententiae lataedecensuraaSott20 180 parent,senzaamis,senzaOrfana, malada,trista,travaj,diconsciaMal sentimenttuttcoeur,tuttaLuvisa strada,onasuinmissastadasaravLa asseefortstaafussnollOvinaSe lee.debenselperlurisciassDe 186 battevaseellOvinaperMenter reson,soaladeforzalatuttCon desponevaghelaCurialamanSott preson,onadOrtalisoladeIn mett,faalhatetempenottdeDove 21ett.onpsavuuhanovivaChanima 192 torrdefondquelldacheCielelpoefininMa linnocenza,dericlammiscoltavaEl protettor,onCuriaindessedaaghhaEl coscienzalufaasՏcheldabben,pretOn fattiluintrequirapersonnainDand patt.ituttagiustiziaffaghdeE 198 .|Orfana, latae sententiae sottocensuradi immediate dilasciarelaLuisa senza amici, senza parenti, malconcia dai travagli, triste, malata, Luisa tutta cuore, tutta sentimento sarebbe stata messa su una strada se lOvina non fosse stato forte abbastanza da rischiare lui per il bene di lei. | Mentre per lOvina si batteva con tutta la forza della sua ragione, sotto mano la curia gli disponeva nellisola dOrta una prigione, dove notte tempo lha fatto mettere, che anima viva non ha saputo pi un ette. | Ma alla fine poi il cielo che da quel fondo di torre ascoltava i reclami dellinnocenza, gli ha destato in curia un protettore, un prete dabbene, che si fatto lui coscienza dandare in persona a indagare minutamente i fatti e di fargli fare giustizia a tutti i patti [costi]. | nelautomaticamentescattapenalacuipersentenzeditipoParticolare20 siachesenzacanonico,dirittoallinfrazionecommettesicuiinmomento condanna.daseguito)sententiaeferendae(giudizioregolareunnecessario 24.nota47,cfr.ettPer21 432 PORTA_testi.indd 432 16/03/11 11:43 sindacaa,indagin,confront,faaLha fadigh,espesviacc,abadaalhaNo veritaa,lascovraarrivPer lintrighdefilelcattaaavuulhaquandE rest:elscovraLuvisaladecorsLՏ quest!staalՏinconterchecolp,cheGesus! maninmeschinalatrovadalhaEl viva,nchemortapassassinsDel uman,soccorsdesperanzaSenza impedivalegheumansoccorsChogni pee,ditoeusseladepretdelLansia lee.condelittselterrasottmettDe addritturadolter,pvolsuulhaNo Luvisa,ladebisognaiprovistLha natura,demosterquellasfratteldaaLha decisalhaleCurialailluminaaLha conclusioningiustizia,prontaonaA preson.delOvinaliberaaLha fosch,pdidinvernanocconaLeva libertaa:inmissstaalՏchenoccLa bosch,quijperdentmont,quijdegoliPer infuriaa,ventiZiffolaven ondadarosc,atraverssbattevenE vallad.ipergilacquaenevLa 204 210 216 222 Ha fatto confronti, indagini, sindacati, non ha badato a viaggi, spese e fatiche, per arrivare a scoprire la verit, e quando ha trovato il filo dellintrigo corso dalla Luisa a scoprire il resto: Ges!, che colpo, che incontro stato questo! | Ha trovato la meschina in mano al suo assassino pi morta che viva, senza speranza di soccorso umano, che ogni soccorso umano glielo impediva lansia del prete di togliersela dai piedi, di mettere sotto terra il suo delitto con lei. | Non ha voluto pi [sapere] altro, addirittura ha provveduto ai bisogni della Luisa, ha dato lo sfratto a quel mostro di natura, ha illuminato la curia e lha decisa a una pronta giustizia, in conclusione ha liberato lOvina dalla prigione. | Era una notte dinverno delle pi fosche, la notte che stato messo in libert: per le gole di quei monti, dentro per quei boschi, fischiavano i venti infuriati e sbattevano di traverso a folate, a ondate la neve e lacqua gi per le vallate. | 433 PORTA_testi.indd 433 16/03/11 11:43 lontana,laacavernadivoeujiPer torrent,diturben,dirugltraIn campanadonadan!...dan!...elsentivaSe interpolatament,rebombavaChe dessedavaeldellOvinacoeurdelinE scaggiava.lechelcolpognifantasmaOn spia,granonalՏcoeureltropppurcheAh presentiva:chelmalannonghevatroppPur langoniadebottibottquijEren moriva,chedonnapoveralaDe toltavesseghdepuntincheLuvisa,De volta.lultimavedesschelscrittLeva rassegnadatuttameschina,Quella mond,lolterdeviacctremendoAl panadavoslaconcompagnavaLa moribond;diorazionultemI freccdelconvulsmoisc,strabuffaa,Quand lecc.delpeeaiOvinaselvistasՏLa sortstadespettacolonaommbonEl passion,dedeliridoninscoppiaEl mortquelladelautoras[...]E maledizion.deterribilParoll ................ 228 234 240 244 Per i vuoti delle caverne alla lontana, tra il ruggire dei turbini, dei torrenti, si sentiva il dan!... dan!... duna campana che rimbombava intervallatamente, e nel cuore dellOvina gli risvegliava un fantasma, [a] ogni colpo, che glielo agghiacciava. | Ah, che purtroppo il cuore una gran spia, purtroppo aveva un malanno [disgrazia] che lui presentiva: erano quei botti i botti dellagonia della povera donna che moriva, di Luisa, che in punto di essergli tolta era scritto che la vedesse lultima volta. | Quella meschina, tutta rassegnata al tremendo viaggio dellaltro mondo, accompagnava con la voce appannata le ultime orazioni dei moribondi; quando rabbuffato, madido, convulso dal freddo si visto il suo Ovina ai piedi del letto. | Il buon uomo a uno spettacolo di questa sorta scoppia in un delirio di passione, [scaglia] allautore di quella morte parole terribili di maledizione. 434 PORTA_testi.indd 434 16/03/11 11:43 Appendice PORTA_testi.indd 435 16/03/11 11:43 PORTA_testi.indd 436 16/03/11 11:43 * Le pi antiche poesie portiane a noi pervenute sono nellalmanacco , ri-1793lannperTacoinmort.chՏMeneghindelpiattlavaEl trovato nel 1960 da Dante Isella che ne ha proposto convincentemente la paternit; accertato che il poeta ne pubblic uno anche lanno successivo, finora non rintracciato, probabilmente distrutto nellulti del titolo, nome divenuto mortchՏMeneghinma guerra. Dietro il proverbiale nella letteratura dialettale dopo che Carlo Maria Maggi ne aveva fatto il protagonista delle sue commedie, si cela Domenico Balestrieri. Al poeta in dialetto milanese morto nel 1780, autore di Libera-Gerusalemme versi raffinati e traduttore in dialetto della ta, Porta rende omaggio presentandosi come suo apprendista. Il testo importante perch mostra la precoce conoscenza della tradizione e la padronanza della sestina che, con lottava, sar il metro prediletto per le sue narrazioni in versi. Lalmanacco pervenutoci composto , che ripor-leggvoeurchiAda una introduzione in prosa, dal titolo tiamo, e da raccontini (fattarij verissem) in versi, in corrispondenza di ogni mese, dei quali trascriviamo Febrar. CHՏMORTMENEGHINDELPIATTLAVAEL LEGGVOEURCHIA dismecheSenti,Bosin!elfaTornaBosin!elfaTorna Bosin,elfaTorna noeuv. evecc,Taccoin devespeeon bo-staCosselamarcadett: villanonbon,seeteper se frasnostcoimescivorr Deimpari?stanvorr deria noocheverzee,defasoron ticribitridecrusca della LEGGEREVUOLECHIA-MORTOCHEMENEGHINODELLAVAPIATTIIL Torna a fare il bosino [cantastorie]! Torna a fare il bosino! Sento che mi dice un vespaio di taccuini vecchi e nuovi. Torna a fare il bosino, se per ne sei buono [capace], villanone maledetto: cosՏ questa boria di voler starci alla pari? Di voler mescolare con le nostre frasi della crusca da tre setacci i tuoi fagioloni del verziere, che non 437 PORTA_testi.indd 437 16/03/11 11:43 Adasimaron?dipadelladellaboeuggdignancapassen ben.parleeepoch,parleeadasi;1Taccoin, surcarmeei 2respostebott,quattervert:vosticosshinfaccdifinIn Cati-traZeser,ePluton,traMagn;CarloeFederigh,tra edellomm,fsulcopiaafattarijquatterZizeron;elina, faaCommedideparaonRoma;aandavenchedonna,la zeremoniquattervoeur;senommcheconmettdevida cherescoldada,menestradepiattonsomainmoda;alla chelՏnoquanddOrazi,Satirdifradellperpassfeel perinsccapissensecheball,quijdeservitormiserabil cos-tallalՏdischelcartellelfoeuraghՏperchinsc, chelecaa,stilelpartdapoetirandoltra;tallalՏesa, Lunecaridicol.fassacheservvnolquellanchvoeultdi dellann;Festcoididanee;diTariffa lalՏbonacossa passano neanche dai buchi della padella dei marroni? Adagio, miei cari signori taccuini, adagio; parlate poco, e parlate bene. In fin dei fatti cosa sono le vostre virt? quattro botte e risposte fra Federico e Carlo Magno; fra Plutone e Cesare, tra Catilina e Cicerone; quattro fatterelli, copiati sul fare delluomo e della donna che andavano a Roma, un paio di commedie fatte a vite [tutte uguali], da mettere con che nome si vuole; quattro cerimonie alla moda; insomma un piatto di minestra riscaldata, che fate passare per fratello delle Satire di Orazio, quando non che il miserabile servitore di quei balli, che si capisce cos cos, perch cՏ fuori il cartello che dice ҏ la tal cosa e ҏ la tal altra; mettendo poi da parte lo stile leccato [curato], che delle volte anche quello non serve che a farsi ridicoli. Lunica cosa buona [utile] la tariffa dei denari; i giorni con le festivit dellanno; tradi-taccuiniianticlassicista:prettamentemarcadigiLattacco1 detta-isecondo sorvegliata, pi italianalingua la con scritti zionali, classici.autoriglipermetaforasonoCrusca,dellaAccademiadellեmi scriven-scimiottare volerli di rimproverino lo che immagina Porta poetiitrache,ricordaredipenalaValedialetto.inalmanaccoundo deglioccasionalenonstampaunacurareaprimoilPortadialettali, viva.ancoratradizioneunainaugurandoalmanacchi, immaginari dialoghi riportati erano solitamente almanacchi Negli 2 storici.personaggidiversipiifra 438 PORTA_testi.indd 438 16/03/11 11:43 palpee,oltercoiPedon,eltapasciacheeriva,chedel vost.delincommdelinancatrovariichi vo-elinguardezucchdefiorlՏnosepoerest El mantin.de3scusdeolteraiinsemmabonsarelster, lՏno4busecconalenguanostralaancachebensooMa sommejalaepiasever,selleeancaghhalaediaver,el cre-menoSesullOstaria.verzicomloeughsulchbona dis:chelMagg,delbonanemaallaalmanchcredilldil, Sta nostra lengua buseccona Se la sostentarem, la p anca lee Tratt coss de sustanzia, e fass onor; E i gambus del Verzee5 Poran pass in Parnass per cavol fior. Bal-eleMagg,eldirii;mepee,integnillaasteltuttEl respon-maraviglia,Am.comebosinmingaeranlestreri quandPoemma,daicomenzaaavarannolorancamadi, la-primdeLegnameeOnpenna.lamaninciapaahan verz,depropositapoeECarrozza.onafpnolvor il giorno che arriva e che parte il pedone [corriere], con le altre carte che troverete anche nel mio come nel vostro. / Il resto, poi, se non fior di zucca [delicato] da uguagliare il vostro, sar buono insieme agli altri da scusare [adottare] da man- tino [carta per il sedere]. Ma so anche bene che la nostra lingua buseccona [milanese] non il diavolo, e ha anche lei il suo [aspetto] piacevole, e sembra buona qui a luogo come i cavoli allosteria. Se non credete a me, credete almeno alla buonanima del Maggi, che dice: / Questa nostra lingua buseccona / se la sostenteremo, pu anche lei / trattare cose [argomenti] di sostanza, e farsi onore; / e i cavoli cappucci del Verziere potranno passare [essere scambiati] in Parnaso per cavolfiori. / Il tutto sta a tenerla in piedi, mi direte; il Maggi e il Balestrieri non erano mica bosini come me. A meraviglia, rispondo, ma anche loro non avranno mica cominciato dai poemi, quando hanno preso in mano la penna. Un falegname come primo lavoro non pu fare una carrozza. E poi, a proposito di verze, adservirePotersignificato:ilancheriportaCherubiniil scus Per3 caso.verosuoilchecidimancanzainfineun 8.nota12,cfr.busecconaPer4 4.nota26,Verzeecfr.delmercatoilPer5 439 PORTA_testi.indd 439 16/03/11 11:43 Le-deanndeslavoraaavdopochevun,cognossienm ti-davvantasspossuumailhanoCarocc degnamee invegnuughՏdOntimon.miserabilondritturainraa reussii: ghՏchelm,tSpinettin;onfaprov decoo vundeventaalՏemestee,elseguitaalhadalloradopo Gandiott,FraadisevacomeTransiat,Zembalista.bondi conDottoraipiasdesegnstoaarrivpodessnoche dealmanchcercaroo cribiaa;penserdieconzett,beidi Scolar, quelldefsulbuffonarij, diconSposettaipias eladossrivaaghՏaccorgessenzaGesainziffolandche d:conscusaasՏelfrancochebattuda,lafaghaMaister Salte-coiGhitar,coiSignorelLodeedis:el150SalmoEl se-coinprim,coinfsoonochemOrghen;coieri, zifol.colmeibellaallalodielterz,coingond, faa, lՏ Taccoin el olter, oBosin, opiantemmela, Basta verissem,fattarijtutthinQuistdesfall.deressentimen d.mezzdelanca6pisadequijviastfdenovent,ebei, por-7sprellalaconlustraremmelbruttlՏliberlsefinAlla io conosco uno, che dopo aver lavorato dieci anni da falegname di carrozze non ha mai potuto vantarsi daver messo in dirittura [raddrizzato] un miserabile timone. Un giorno gli venuto in mente di provare a fare una spinettina; guarda caso, gli riuscita: dopo dallora ha seguitato il mestiere ed diventato uno dei buoni spinettai. Transeat, come diceva fra Ghianda, che io non possa arrivare a tal punto di piacere ai dottori con dei bei concetti, e dei pensieri setacciati [selezionati], cercher almeno di piacere agli sposini con delle buffonerie, sul fare [al modo] di quello scolaro, che zufolando in chiesa senza accorgersi che gli arrivava addosso il maestro per fargli la battuta [dargli uno scappellotto], che sincero si scusato col dire: il Salmo 150 dice: lodate il Signore con le chitarre, con i salteri e con gli organi; io che non so fare [suonare] n con i primi, n con i secondi, n con i terzi, lo lodo alla bella con lo zufolo. / Basta, piantiamola, o bosino o altro, il taccuino fatto, n mi risento di disfarlo. Questi sono tutti fatterelli verissimi, belli e nuovissimi, da far stare lontano quelli di Pisa anche a mezzogiorno. Alla fine se il libro brutto lo lucideremo con lasperella appisolarsi.episaniӥfralinguisticoBisticcio6 instoviglie,lepulirepertempounusavasichelerbaeraLasperella7 detersivi.modernideiluogo 440 PORTA_testi.indd 440 16/03/11 11:43 prenzi-bellalcheCavalier,quajdonnommdontentosa proteziononaasottvedendemgent,laindreetragaelpi Ussugno-demeipodevachiEMilan.doninstimadatant tanti de sicur in mettem Sold Cinqu Sur Lustrissema ria meesti8durlindanadefilamettempodevenchestitegh, strambott?quatter del-segnoncinaveghperolternosecomprellFioeui segnonaarrivaabon,egiust,Cavalierdonbontaala podaperch Comprell, Bosin.poveronfinaproteg de maciacer, inmingaservitorbonvessevvdelonorav cosshoodaggradiment,mingavՏnolpoeSescritt.in quest.perfaghda Deel de mia part a quell che forma i pitt, Che se lAutor nol podar bas El ghha tanta bontaa de bas i scritt. ServitorvosterEl Brighella portentosa dun nome di un qualche cavaliere, che fin dal principio cacci indietro la gente, vedendomi sotto a una protezione tanto stimata in Milano. E chi poteva, meglio di vossignoria illustrissima signor Cinque Soldi, mettermi al sicuro da tanti stitici, che potevano mettere a filo di Durlindana questi miei quattro strambotti? / Gente, comprtelo, se non altro per aver in casa un segno della bont dun cavaliere giusto, e buono, arrivato al punto da proteggere perfino un povero bosino. Comprtelo, perch possa avere lonore di esservi buon servitore mica in chiacchiere, ma in scritti. Se poi non vi mica di gradimento, cosa ho da fare per questo. / Datelo da parte mia a quello che forma i peti, / che se lAutore non lo potr baciare / ha tanta bont da baciare gli scritti. / Il vostro Servitore Brighella. Carlo di paladino Orlando, di spada famosa la era Durlindana La 8 ariostesco.poemadelprotagonistaeMagno 441 PORTA_testi.indd 441 16/03/11 11:43 [...] 2 FEBRAR lozziadadatuttasciorettaOna minuzzi,ituttsavvorevaLa negozziimaaoben,reussivenSe Luzzi;aTogn,aGiovann,aPompee,A Tizzi,cossaeCaio,mangiavaCossa vizzi.olterdisequellalatuttaCon csovalaindeltuttInsoma cipacheolter,sentivaseNoo mormor:aesposett,demondoOn l;quellsallaquell...;sallaquest...;Salla oib;adess...;ohd...;pseseGuardee n.parleelebirbott,onlՏl...;esci,onLՏ bigolott,quajldepassavaSe Paris,deGuge finediquijO complott:delindessoraciamavaJe dis,necossal,rugach,rugaE mezzorasciaonadoppar,ghenCossa strascia.onamaimai...compravalaNo scotaa,staachՏquijdevunmdOn schoeudvujghichediss,elm,deCorpo 6 12 18 FEBBRAIO Una piccola signoretta tutta data allozio voleva sapere tutte le minuzie: se riuscivano bene o male i negozi [gli affari] a Pompeo, a Giovanni, a Tonio, a Lucio; cosa mangiava Caio e cosa Tizio, con tutta la sequela di altri vizi. | Insomma tutto il giorno nella sua casa non si sentiva altro che a bisbigliare un mondo di sposette [donnicciole] e a mormorare: Sa questo...; sa quello...; sa quello l; guardate se si pu dare...; oh adesso...; ohib; una testa matta, e l...; un birbante, e non lo pare. | Se passava di l un qualche merciaio [ambulante], o quelli dagli aghi fini di Parigi, li chiamava di sopra nel complotto: e fruga qui, fruga l, cosa ne dice, cosa gliene pare, dopo una mezzoraccia non comprava mai... uno straccio. | Un giorno poi, uno di quelli che son stati scottati Corpo di Bacco, dice gliele voglio soddisfare 442 PORTA_testi.indd 442 16/03/11 11:43 curiositaa:sisposettastaA moeud,certdoninscodarooghifranchE nient,perrobbalaviadassseChe dent.depmaiciamarmelaNoo 24 balettdipreparaelfatteDitt, lvaelpoeeinargentaa;beiTutt 1sabettdiPrioraMaderstaDe Balette per induvin!Sbragiand, staalՏciamall,acorsbragi,aSent fiaa.listesstuttdentallandInsemma 30 dis,gheladessora,lՏAppenna dinduvin?balettstimCosshin ,balette de ParisHinrespond:elL fregadomtuttsinduvinaChe mostacc;eloman,iquistdetrod,Con affacc.prezzibonahincomanda,neSe 36 dopspecciprovvoeurchiaAnzi, induvinaa.labbiachepag,famA d.demenldis,lainsc,lՏCom fregaa,benaveidopomaniusmandMa catto;orepia,lam...,lՏQuesta .Lha indovinatorespond:elscapandL 42 a questa sposetta le sue curiosit: e sicuro gliele soddisfer in un certo modo, che se dessi via la roba per niente, non mi chiamerebbe pi dentro [in casa]. | Detto e fatto: prepara delle palline tutte belle argentate e poi va l da questa madre priora delle zabette [pettegole] gridando: Palline per indovinare!. Sentire a gridare, correre a chiamarlo stato, insieme allandar dentro, tutto in un fiato. | Appena di sopra, lei gli dice: Cosa sono ora queste palline per indovinare?; lui risponde: Sono palline di Parigi, che sindovina tutto soltanto a sfregare con due o tre di queste le mani o la faccia; se ne comanda, sono a buon prezzo affatto [assolutamente]. | Anzi, a chi vuol provare, aspetto dopo a farmi pagare, che abbia indovinato. Siccome cos, dice me ne dia due. Ma, annusando le mani dopo averle ben fregate, Questa m... riprende o catto!; lui scappando risponde: Lha indovinato. 50.nota47,cfr.sabettPer1 443 PORTA_testi.indd 443 16/03/11 11:43 * In questo amaro e dissacrante poemetto, composto nel 1816, e circolato anonimo, il ministro delle Finanze Giuseppe Prina riemerge dalla tomba per mostrare ai milanesi linutilit della ferocia con cui fu ucciso e additare loro la beffa di essere governati da un cojon come limperatore Francesco I. Il testo si rif al noto caso di cronaca: quando i francesi lasciarono Milano, il Prina, ministro del regno napoleonico, il 20 aprile 1814 era stato barbaramente trucidato dalla folla, a lungo vessata dalle tasse. La rapida diffusione di queste strofe, nonostante fossero distribuite in fogli clandestini, provoc la reazione della polizia austriaca che, nel 1817, incrimin e interrog Porta e Grossi; il primo, in quegli anni un alto funzionario della banca di Stato, scamp il pericolo dellincarcerazione e il secondo se la cav con una robusta ramanzina, dopo essersene assunta la paternit. Da quel momento lautore ritenuto Tommaso Grossi, anche se molti indizi di stile conducono a Porta. La Prineide una graffiante critica del restaurato regime asburgico, che d voce al sentimento civile dellautore (o degli autori) e allattaccamento agli ideali di libert e indipendenza. Stendhal lo defin la migliore satira che mai la letteratura abbia prodotto nellultimo secolo. PRINEIDELA Sogn Iudicatum est de singulis secundum opera ipsorum. XXcap..,Apoc indiavolaa,quijdenocconaLeva sentivasenolff;alboccaincomeScur fiaaonmoviment,onpedanna,Ona Eraunanottediquelleindiavolate,scurecome Sogn PRINEIDE LA in bocca al lupo; non si sentiva una pesta, un movimento, un fiato 444 PORTA_testi.indd 444 16/03/11 11:43 viva,personadeindizidassChe sortmalarbettadecanoncheDom mort;ladeversarielfasevaEl MilaninverstapasciavachemE solettsolComasnastradalaSu canquellcoeureldivachpass,elSlongava spaghett:depooonmettuumavevaEl orelocc,onaorisonasentSe nocc.mezzalapontingiustalՏScolti... murell,donlombravediquellaIn 1foppon;delquelllՏchemaccorgiE restell,delpariinsontcheEcco garon.iduutucctremasentimeE mamma;mialaperEsussdisi:dentGuardand fiamma.granonavediecolponsentiQuand mandavalachesmortgialddonsciarEl cros;ituttsorasbarlusivaEl tremavalaterraladondaven,Quist vosonasvegnasentivaseE 6 12 18 dare indizio di persona viva, solo un cane di maledetta sorte faceva il versaccio della morte; | e io che camminavo verso Milano sulla strada Comasina, solo soletto, allungavo il passo, che a dirvelo sinceramente quel cane mi aveva messo un po di spaghetto [fifa, spavento]: si sentono suonare le ore a un orologio, ascolto... giusta in punto mezzanotte. | In quella [in quel momento] vedo lombra dun muretto e mi accorgo che quello del Foppone; ecco che sono di fronte al cancello, e mi sento a tremare tutte e due le cosce. Guardando dentro dico: Amen per la mia mamma; quando sento un colpo e vedo una gran fiamma. | Il chiarore dun giallo smorto che mandava sberluccicava sopra tutte le croci; queste dondolavano, la terra tremava e si sentiva a venire su una voce fuori scavate fosse grandi demergenza, cimiteri erano Fopponi I1 Rotonda(oggidellospedaleFopponeileraUnocittadine.muradalle Granda CaեdellOspedalemortiiseppellivanosidove Besana)della Gre-San di quello Foppone, Altro corpi. ireclamava nessuno cui di ap-gliisolareper1488nelcostruitoLazzarettoilsorgevadovegorio, lepidemia.contenereepestati 445 PORTA_testi.indd 445 16/03/11 11:43 24 fond,afond...apietosa,longa...Longa... moribond,decomsoncertonCont pocchapocchaciarapfasendesChe ch...vegnachelRocch?Surdiseva:La Rocch,surproferasentimecheQuand m,denommelgiustmlՏRocchsurChe brascicascameoeucc,iscurissseMe strasc.deommoncomterrainborliE n,soonolmsuccess,poesiaCossa accortsontmemintornaacheDom gisettaasevaescur,alsevaChe mortdecrappdisoraredossonsIn brusainsevaesott,ballavenmeChe busa.donaindentborlperlL ciaroncomevedevagiinGuardand maria:bagnaalzavasechelsmort,Smort par,menoeparmen,lՏs,LՏ onombriaproppimlevachesScior pianinpianachepizz,scirinonmaninCont bomborin.alfinacomparsamՏLa consciada!mailevaComeSignor!...Car pietaa,avuulavaravsassonAnca insanguanada,denc,senzaboccaLa 30 36 42 lunga... lunga... pietosa, profonda... profonda, con un certo suono come di moribonda, | che facendosi pi chiara a poco a poco diceva: Signor Rocco? Venga qui... Quando mi sento proferire Signor Rocco, che Signor Rocco proprio il mio nome, mi si scuriscono gli occhi [mi si offusca la vista], mi cascano le braccia e cado in terra come un uomo di stracci [fantoccio]. | Cosa sia poi successo, io non lo so, soltanto che tornato in me mi sono accorto che ero nelloscurit, e che ero seduto su un dosso, sopra delle crape [teste] da morto che mi ballavano sotto, ed ero sul punto l per l per cadere dentro in una buca. | Guardando in gi vedevo come un chiarore smorto smorto, che si alzava, a bagnomaria [lentamente]: s, no, mi pare e non mi pare, signors che era ora proprio unombra con in mano un cerino acceso, che pian pianino mi comparsa fino allombelico. | Signori miei!... Come era mai conciata! Anche un sasso avrebbe avuto piet: la bocca senza denti, insanguinata, 446 PORTA_testi.indd 446 16/03/11 11:43 spettasciaa,narisifoeura,Scarpada rott,mezzcooelfaccia,laoeucc,iSgarbellaa bott;atuttstomeghelbrasc,iScavezzaa desperluscentcavijivedevaSe mostascelperadreegivegnighA sbordegascentingroppii,Impettolaa, spuvasc,deeguastsangudepalta,De ingarbiasseboccainimpiastrasseghE restass.ghechescalzaadencquajdonIn locch,sevachetantdesavendnoM dessedaa,oindormentfudessSe tampocchnanchvolzavachel,Stava fiaa,elstirdemalappennaA comprovassaadreelandavaleeE pod,maisenzamabrasc,ialzPer alzava,jlachemenemandePerch scavezz,duututtvessdecossaQuella portavaghelagrizz,onsinevenQuand mezz,delindesquilibrassenseChe scimostonduuidomdrizzrestandE pendolon.arestelgiborlavaGhe poobellonperinscfaadavDopo reussiimingapodeghdeVedend 48 54 60 66 scassata [in] fuori, le narici spappolate, stracciati gli occhi, la faccia, la testa mezza rotta, spezzate le braccia, lo stomaco tutto a botte [lividi]; | si vedevano i capelli barluccicanti venirgli gi per la faccia, impettolati [inzaccherati], ingroppati, insudiciati di fango, di sangue guasto e di sputazzo, e impiastrarglisi in bocca e ingarbugliarsi in un qualche dente scalzato che gli restava. | Io non sapendo, da tanto che ero allocchito, se fossi addormentato o sveglio, stavo l, incapace di muovermi, a malapena [capace di] tirare su il fiato, e lei [lombra] continuava a provare come fare per alzare le braccia, ma senza mai potere, | perch man mano che le alzava, quella cosa di essere tutte e due spezzate, quando erano su un briciolo, le causava che si squilibrassero nel mezzo, e restando dritti solo i due tronconi le cadeva gi il resto a penzoloni. | Dopo aver fatto cos per un bel po, vedendo di non poter mica riuscire, 447 PORTA_testi.indd 447 16/03/11 11:43 cooelscorlivalarabbiadeattIn cavii;ituccindreescappavagheE ceralapoooninserenandAllora manera:stainparlammamissasՏLa ddalMilanesdistaanՏCossa adess?...fina2quattordesdeldaprilVint sbarlusavedimeparollstiA fudess?...nolchement...instralusconCome Giuradina!...faccia...inoeuccipettiGhe Prina.ministerdellombrapropriLՏ m...vedel,creda...chelzellenza!Ah scappaa...sontmnagott...inentraasontGhe ch,chequestmingaLՏallora:luE domandaa;thoomchequelldis,meEl MilanquistaalhacossaDomandi can.onnchepescmcoppaaCollavemm 3gattdefottquellcherespondi,Strissem! ciel,elquistpodagheelsbertiilhaChe piattbelloncavaanemmghenunaquantinCh 72 78 84 in atto di rabbia scuoteva la testa e gli scappavano indietro tutti i capelli; allora, rasserenando un po la cera, si messa a parlarmi in questa maniera: | Cosa ne stato dei milanesi dal giorno venti daprile del quattordici fino adesso?.... A queste parole mi vedo a sbarluccicare come un lampo in mente... Che non sia?... Gli punto gli occhi in faccia... Giuraddio!... proprio lombra del ministro Prina. | Ah eccellenza!, lo creda... vede, io... non ci sono entrato in niente... io sono scappato... E lui allora: Non di questo mi dice quel che ti ho domandato; domando cosa ha acquistato Milano collavermi accoppato peggio che neanche un cane. | Illustrissimo! rispondo che quel pestaggio che lha ammazzato le possa [far] acquistare il cielo, che in quanto a noi ne abbiamo cavato un bel piatto [niente] Prina.ministrodeldelluccisionedatala1814aprile20Il2 riceve-odareossia,d on burattonasimilesignificatohaFott de gatt3 pestaggio.pervalequibotte,re 448 PORTA_testi.indd 448 16/03/11 11:43 4Fedel.S.alariadeciappfaghCol lindipendenza...donchmadis,meelCom, Eccellenza.lighen,meZitto!!!m:E modacccertonfaveduulhooAllora riddevoeujavegnessghecheCom coraccdepooonciappfaamhachelTant polidbenseguitavalfranchE favalaaravaladescuntaghA stava:laqualetalstorialaTutta onarmadaconttrionfantTodischiChe conquistaanhanfregg!!)(deltremfDe stradalapercomedstuttconVegnend cittaaladeportaifinaMaestra specciajperpostaaavertgiCheven strivaj:iongessenselorchePrima vizzidonporchquellch,staachhinappenna,Che todesch,infarloccsempervorDe stremizzionstoefaalhamalerbett!Sia 5fresch,micchnostdigenerazionlaA 90 96 102 col farle prendere laria a San Fedele. ComՏ, mi dice ma dunque lindipendenza... E io: Zitto!!!, mi legano, Eccellenza. | Allora lho visto a fare una certa smorfia, come se gli venisse voglia di ridere, tantՏ che mi ha fatto prendere un po di coraggio e sincero, l, seguitavo per bene a raccontargli per filo e per segno tutta la storia, tale e quale era: | che i tedeschi trionfanti con unarmata da far tremare (dal freddo!!) ci hanno conquistato venendo con tutti i loro comodi per la strada maestra fino alle porte della citt, che erano gi aperte apposta per aspettarli, prima che loro si ungessero gli stivali: | che appena sono stati qui quel porco dun vizio di voler sempre parlare in tedesco, siano maledetti!, han fatto prendere uno spavento alla generazione delle nostre miche fresche [giovani], dellepo-immaginimoltecomedefenestramento,alriferimentoIl4 della braccia letra cadere fece lo che Prina, da subito ritraggono, ca Fedele.Sanpiazzadiselciatosulinferocita,folla mila-tipicamentepanediformala13)nota32,(cfr.michettaӥLa5 molli.pappepervalequilespressionemanese, 449 PORTA_testi.indd 449 16/03/11 11:43 riseghavanesolassaj,dovuuhanChe tisegh:diventdemioren,noSe 108 patatoucch,stiviorin,pocchstooltraChe tajoeura!lasutrifolaafussenChe 6zoroucchscolintendfpodendesNo niscioeura,laconitalanParlen prategapersanchellquelllenguacconlՏE gramatega:ladebesognmingaghhanE 114 grannostelstralattencheintantaChe scenna,edisncavajaiDandeghel pancrienchepoverittdifammLa ViennaderespostalaspecciaLa permettgheelConsejlsesavPer pett;lultemtrdeomangideO 120 cosssdiinConsejelsiccomeMa, meditazion,coneflemmaconvaEl ossonboccaindanngheIntrattanta religion,ladeloffisolitCoj veritaa,incossabonaonalՏChe consolaa;elpienbenghhasequandMa 126 che han dovuto salassarli, e vanno a rischio, se non migliorano, di diventare tisici: | che oltre a questo piccolo impaccio, questi mammalucchi, che fossero trifolati sulla tagliola!, non potendosi fare intendere col loro zorocco parlano italiano con la verga di nocciolo, ed , quello, un linguaggio che sanno per pratica e non hanno mica bisogno della grammatica: | che intanto che sprecano il nostro grano, dandolo ai cavalli a pranzo e cena, la fame dei poveretti che gridano pane aspetta la risposta da Vienna per sapere se il Consiglio gli permette o di mangiare o di tirare lultimo peto; | ma, siccome il Consiglio nelle sue cose va con flemma e con meditazione, nel frattempo ci danno in bocca un osso con la solita ciancia della religione, che una buona cosa in verit, ma quando si ha ben pieno il ventre; | tedesca.lingualachiamareperonomatopeicavoceZoroucch6 450 PORTA_testi.indd 450 16/03/11 11:43 pramategalausoinmisspoeavendChe condannaa,iforcalasuinmandDe prategafaanddovuulhaStricchmasterEl lospedaa,demortisorabrugnaIn lonorlevaghpodarnessunE dottor;dicollegaciamfassDe fumm,dedompientuttlՏMilanChe fottuu;becchdecavalier,decont,De lumm,lainboffaghelaresonlaChe cuu,delinpeedidaghvorravenPerch donmingalՏchemeret,poverlE canton.doninlcostrengiuulhanmeTe pioeucc,scannaquijquart,instrencquijtuccChe tecchdelnobilittpersegh,pelaQuij oeuccaifinadebetdeemarsciadePien busecch,cojcarrozzalatirenChe fottuucojondeonariaciappaaHan cuu;colfaafussenoltericheCome dorletterapatentalaghhanPerch dAdamm,finacomenzandvicc,soeuiChe lor,fancomebadeeelfaasemperHan lettamm;fdevianagottadeBon 132 138 144 che avendo poi messo in uso la prammatica [consuetudine] di mandare sulla forca i condannati, il mastro Stricco ha dovuto andare a fare pratica allobitorio sui morti dellospedale, e nessuno potr levargli lonore di farsi chiamare collega dei dottori; | che Milano tutta piena solo di fumo, di conti di cavalieri, di becchi fottuti; che la ragione gli soffia sul lume perch volevano dargli pedate nel culo, e il povero merito, che non mica don, me lhan costretto l in un cantone. | Che tutti quei poveri in canna, quei pidocchiosi, quei pelapesche [inetti], nobilucci di poco conto, pieni di marciume e di debiti fino agli occhi, che tirano la carrozza con le budella, han preso unaria da coglioni fottuti, come se gli altri fossero fatti col culo; | perch han la patente a lettere doro, che i loro antenati, a cominciare fin da Adamo, han sempre fatto i babbei come fan loro, buoni a nulla tranne [che a] fare letame; 451 PORTA_testi.indd 451 16/03/11 11:43 150 meretelmingaguardasedincoeudalChe preteret.cojondimapresent,cooDi allegramentviaseguitandlE c:onadittnhooghegust,stosuIn attentdonscoltavameelPrinaEl fiad,anmoeuvesavedevanolChe notizzistiachebencapivaseE regolizzi,degiussintuttLandava coeurelghhaelministerstaachՏvunChe scimiteri,eldopoancaministerDe voeurghenoinutel...lՏgust...daghperE miseri,chelacrem,chestrillament,Che stoccason,inPrinacheltuttCon reson.squasghavesselgiusta,dillaA pias,daghdecapiihooquandBasta, register,mudafatt,sulvellaVolta barol,ifregaghvoruumaihooCh minister,nessunasia,elchemortnvivN faadiscorsdelfilelrepiandE conformitaa.staininnanzTirava Zellenza,Vostrasav,deperLha crappadedolorgranstituccamezzinChe 156 162 168 che al giorno doggi non si guarda mica al merito delle teste presenti, ma dei coglioni precedenti. | E l seguitando via allegramente in questo modo, gliene ho dette una casa [gran quantit]: il Prina mi ascoltava dun attento che non lo vedevo n a muoversi n a fiatare, e si capiva bene che a queste notizie andava in sugo di liquirizia, | che uno che stato ministro ha il cuore di ministro anche dopo il cimitero, e per dargli piacere... inutile... non ci vuole che strilli, che lacrime, che miserie, con tutto che il Prina in questoccasione, a dirla giusta, aveva quasi ragione. | Basta, quando ho capito di dargli piacere, subito giro la vela [cambio discorso], muto registro, ch non ho mai voluto sfregargli i barol [i testicoli], n vivo n morto che sia, a nessun ministro, e ripigliando il filo del discorso fatto, tiravo avanti in questa conformit. | Ha per da sapere, vostra eccellenza, che in mezzo a tutti questi gran dolori di crapa [testa], 452 PORTA_testi.indd 452 16/03/11 11:43 licenza,bonasoacon7buseccon,Nun pappa,comealleghercontentoni,Semm bescottinparennepinolstiE 8Franzeschin;delamordelamorPer Italian,onlՏFranzeschinstoqualEl galantomm,onlՏcuntdifinindvoeurChel 9MilaninnassudalՏmieesoaE Domm,delcupolaladeAllombra benon...chedelizia...cheFigurass... maccaron!debroeudinfassdeRobba molla,etiradelbenghhanMilanesiChe ball.ghՏnoepasta,bonadepoehinMa frolla...pastachebelegott!...deAcqua spall,diinstrengendesrespondmeEl oss!meeaidomandaghelBisogna coss.stidemingadescoremmn...E amorgranddeldperdisiAdess padron.elperMilanesnunghemmChe 174 180 186 noi busecconi [milanesi], con sua buona licenza, siamo contentoni, allegri come il papa, e queste pillole ci paiono biscottini per amore dellamore di Franceschino; | e questo Franceschino un italiano, che vuol dire in fin dei conti un galantuomo e sua moglie nata a Milano, allombra della cupola del Duomo, figurarsi... che delizia... che gran bene... roba da farsi in brodo di maccheroni! | Che i milanesi hanno bene del tira e molla, ma sono poi di buona pasta, non cՏ balle. Acqua di castagne secche!... che pasta frolla... mi risponde stringendosi nelle spalle, bisogna domandarlo alle mie ossa! E no, non discorriamo mica di queste cose. | Adesso dico per dire del grande amore che abbiamo noi milanesi per il padrone. 8.nota12,cfr. buseccon Per7 dicembre 31ilMilanoaentratodAustria,IFrancescoLimperatore 8 37).(cfr.BrindessecondoilscrittoavevaPortaoccasionecuilaper1815, eradellimperatore, moglieterzaModena,diBeatriceLuisaMaria9 1787.dicembre15ilReale,Palazzonelnata 453 PORTA_testi.indd 453 16/03/11 11:43 discor,aandgust...che10padronasc!Car bon,troppfinalՏcherobbaonaLՏ pell,ecarnacomesemmluconnunGi buell.escisgerlՏnunconluE 192 lu,aquanttantnunancabonsemmChe nun,aquanttantbonlՏluancaluE lu,amaadelfaghdeincapazzNun nun,abendelfanndeincapazzluE virtladeoeuccisorafinaPien lu.enunepascienza,santalaDe 198 gemmastacognosseladomBoeugna sass,devunfudesselben,voreghPer insemma,parlachelquijtuttconAffabel spass,onlՏchebonalaasangu,deDolz VeritaalafinchetantdirooGhe parlaa:veghnodescisgeroncalaaGhՏ 204 presentadasevalachedisenE annonz;fassperoeuccibassCon spada,delabetsmingaavendeghMa f,podelldeasseevanzaamailhaCh zeremonieegranelvoltraasaltaaGhՏ indree;casciadalhalebuttondaaghhaChel 210 Caro padronaccio!, che gusto... andare a discorrere, una roba che perfino troppo buona, gi noi con lui siamo carne e pelle, e lui con noi tutto ceci e budella. | Che siamo buoni anche noi tanto quanto lui e lui, anche lui, buono tanto quanto noi, noi incapaci di far del male a lui e lui incapace di fare del bene a noi, pieni fin sopra gli occhi della virt della santa pazienza, e noi e lui. | Bisogna soltanto conoscerla questa gemma per volergli bene, fosse uno di sasso, affabile con tutti quelli che gli parlano insieme, dolce di sangue, alla buona che uno spasso, le dir che perfino la Verit [Dio] calato un cece che gli parlasse: | e dicono che si era presentata con gli occhi bassi per farsi annunziare; ma non avendo mica labito di spada [di cerimonia], che non ha mai avanzato [guadagnato] abbastanza per poterlo fare, saltato fuori il gran cerimoniere che le ha dato uno spintone e lha cacciata indietro; | affettuoso.ironicamentecennouncomeintesoandrdispregiativoIl10 454 PORTA_testi.indd 454 16/03/11 11:43 volonterachepbenluaquantinMa camisa,inancariceveravlaEl cera,bonadecarronfaravgheEl disa,laperchcoraggeansaDandegh man,laaomenquijdevunlՏCh Milan.tuttdenterstghechecoeurDon nient,concludcheciaccerhinquistTutt faa?...poehaalcossainfinPrina,elsSalta verament...respondi,f,alquantIn comenzaamingalhaadess...finaS... fin,difininoccorCossadisen...Ma Franzeschin.galantomendireelLՏ Prinaeldisgalantomen,direelS dellavis...obbligatoSgavasgiand, pantomina?...staCossՏallora,mE 11duvismՏzellenza,scusameChel furiasualatuttaconvoeultastaChe oninguria!percojonontoltLabbia Tura...!co...stotegnenselcheBenlu,E tola;demostaccbruttsubet...mSbraggi 216 222 228 ma in quanto a lui ben pi che volentieri la riceverebbe anche in camicia, le farebbe un carro di buona cera, dandole forza e coraggio perch dica che uno di quegli uomini alla mano, con un cuore che ci sta dentro mezza Milano. | Tutte queste sono chiacchiere che non concludono niente, salta su il Prina, infine cosa ha poi fatto?... In quanto al fare, rispondo veramente... s... fino adesso... non ha cominciato, ma dicono... Che serve in fin dei fini [alla fine dei conti], il re dei galantuomini, Franceschino. | S, il re dei galantuomini dice il Prina sbellicandosi, obbligato dallavviso... E io allora, CosՏ questa pantomima?... Mi scusi eccellenza, mi sembra che questa volta, con tutta la sua furia, abbia preso un coglione per unanguria!. | E lui: Bene, che se lo tengano questo co.... Tura...! grido io subito... brutta faccia tosta; 14.nota29,cfr. duvis Per11 455 PORTA_testi.indd 455 16/03/11 11:43 paguraghhooperdincia,quest,tuttconMa parola,laprofferidalabbiaChe sonelsentivasecappellalainCh on.incomefinivacheDellecco 234 momentdonintraff...Prina...elquellaIn pers,lՏspariss,meelsprofonda,seEl accidentonterraladesvenE versquijderazzaladeversasc,Don zingheristrii,idanaa,anemifanChe 12Beroldingher.deStoppanlavvocattE 240 bottonatuttversari,queldaStremii orecc,iguzzioeucc,ifoeuraSbaratti nagott,psentinoevedinoE lecc,insontbella!ohvolti,meTocchi, sudaa,tutttroeuvimestracch,sentiMe insognaa.vessemdemaccorgiE 246 ma con tutto questo, perdinci, ho paura che labbia proferita la parola, che nella cappella si sentiva il suono delleco che finiva come in one. | In quella [in quel momento] il Prina... traff... in un momento si sprofonda, mi sparisce, perso, e viene su dalla terra un accidenti dun versaccio, della razza di quei versi che fanno le anime dannate, le streghe, gli zingari e lavvocato Stoppani di Beroldinghen. | Spaventato da quel versaccio, tutto a un tratto spalanco gli occhi, aguzzo le orecchie e non vedo e non sento pi niente, tocco, mi volto, oh bella!, sono nel letto, mi sento stanco, mi trovo tutto sudato, e maccorgo di essermi sognato. 8.nota40,cfr.Stippan de BeroldingherPer12 456 PORTA_testi.indd 456 16/03/11 11:43 Indice Introduzione V GibelliniPietrodi Bibliografia Guida alla pronuncia del milanese Nota al testo Migliorati Massimodi LXXV LXXXVII XCIII POESIE Figlio mio 3 ICanto -Dante di dallInfernoȥTraduzione 1. 5 VCanto -Dante di dallInfernoȥTraduzione 2. 15 Leggevemonbelldpernosterspass 3. 19 Sarevvegnuusullaghtantvolentera 4. 21 Quandperistravaganzdelastagion 5. 23 Varon,Magg,Balestrer,TanzeParin 6. 25 NGhittin:nosontcapazz 7. 27 Elsarveraforsquellcheldislu 8. 30 Colboeuccavertecontinariaelventer 9. 31 marchesasciora donacan on per Epitaffi 10. 32 Scimes,pures,bordocch,centpee,tavan 11. 33 perDitiramballostaria.meneghindeBrindes12. 34 conNapoleonlimperatorS.M.dematrimonniel dAustri ArziducchessaI.R. Luisa Maria Dormivendtosanntuttdattaccaa 13. 48 PORTA_testi.indd 457 16/03/11 11:43 Lamiapoveranonnalaghaveva 14. 50 Sissignor!saranforsanch 15. 52 Iparolldonlenguagg,carsurGorell 16. 54 SuraCaterinin,traibejcossett 17. 56 SentTeresin,mensevadaaancam 18. 57 Aproposet,Lustrissem,devaccina 19. 58 Quandvedessevonpubbleghfunzionari 20. 60 Bongee Giovanninde Desgrazzi 21. 61 stampata Verri senatoreabate lex Avendo22. 69 Bossipittor il contro critica unopera vision Ona 23. 71 Zenever Fraa 24. 77 dal imposti esorbitanti dazi egabelle le Per 25. 92 fottere api pensa si nonPrina ministro miracol On 26. 94 Diodatt Fraa 27. 101 :masanguanon!chez-nous Edajcontsto 28. 109 BongeeGiovannin de desgrazzi Olter 29. 110 ParacarchescappeedeLombardia 30. 135 Catolegh,ApostolegheRoman 31. 137 Verzee delNinetta La 32. 139 Marcanaggipoliteghseccaball 33. 159 Sissignor,surMarches,lulՏmarches 34. 161 CarloPortapoettaAmbrosian 35. 162 GhՏalmonddicristiantantostinaa 36. 164 inlentradaperlostariaameneghindeBrindes37. 165 Franzesch I.R.A. Maistaa S.C. sova de milan limperatriz miee sova de compagnia in primm Luvisa Maria ne che Milan in viven che forestee certiA38. 181 Ode-sparlemm letterato epittor bravissem del mort la Per 39. 185 BossGiusepp PORTA_testi.indd 458 16/03/11 11:43 187 esempi On 40. 197 noeuvamessa La 41. 205soa la soraGiavan donallabaasonittDodes42. sul stampada meneghinn poesij di dissertazion Bibliotecca intitolaa giornal del numer segond proemialSonett-Italiana 207Grazie, obbligato a quell s bell penser 42.1. 208Conzess per vera, el m car sur Giavan 42.2. 209Donca senza sav el lenguagg toscan 42.3 211Natan profetta (e questa sur Abaa 42.4. 213Cazzo! el me dis che i soeu paroll toscann 42.5. 215Se i Milanes col scriv in Milanes 42.6. 216Se on viaggiator el se fudess propost 42.7. 218Poggi anca m deggi chel poggia lu 42.8. 220N, n, bell bell, car sur Abaa Giavan 42.9. 221Quand pensi a quella motta de coment 42.10. 223Quand i nost vicciuritt e i fiacaree42.11. 224Per fagh ved e tocc proppi con man 42.12. 237 Ghhoo miee, ghhoo fioeu, sont impiegaa 43. 239 covoncol Sonettin 44. 251 Sestinn-Conduttfraa deviacc El 45. 261 Miserere) (El -funeral On 46. 268 avertgamb diMarchionn delLament 47. 315R.I.M.S.implorarono1816delchevenezianiAi48. Milano da dipendenti essere non per 317 Tassdel Apparizion49. 322meneghindesdottcentvottmillaottober19Milan50. Epistola-TajanaRocchdonsciuraltandoeuggia 328 Bescottin del Dammaiputann I51. 330 RomanticismoIl 52. 342 RomanticiicontroberoldinghinianisonettiOtto53. 342DialogoundiautoreViscontiErmesContro53.1. coglionerie altre di edrammatiche unit sulle sfogogiustodi 1 Sonetto -romantiche PORTA_testi.indd 459 16/03/11 11:43 3442 Sonetto -romanticiituttiContro 53.2. 3453 Sonetto -Simile 53.3. 346italianoverogiornaledelcompilatorivalentiAi53.4. 4Sonetto-lAccattabrigheȥdetto 3475 Sonetto -romanticiituttiContro 53.5. 3486 Sonetto -Simile 53.6. 349delcompilatorideiunoGrisostomoContro53.7. 7Sonetto -Conciliatore 3508 Sonetto -romanticiituttiContro 53.8. 351 cappellan delnomina La 54. 365 milanesvocabolari del Ricchezza 55. 367don cont sur del matrimoni el per Sestinn 56. Giusti-donnacontessinasuralaconVerrGabriell Borromeana 381LittaPompeecontdelmascprimmdelnascitaLa57. Vision -duca surdelleccellentissem Nevod 394 ApolldeTestament 58. 396 I Fradej Gup, che staven a linsegna 59. 397 60. 397chiame-simegliocheManzoniaISonetto60.1. Bue rebbe 399comporalintornodissuasionediVISonetto60.6. tragedie 400 preghiera) (La-dio aOfferta 61. 407 monegh ex di biroeu Meneghin 62. 422 pretdi guerra La 63. APPENDICE 437 mortchՏ meneghindel piatt lava El 437legg voeur chiA 442Febrar 2. 444 Sogn -Prineide La PORTA_testi.indd 460 16/03/11 11:43 PORTA_testi.indd 461 16/03/11 11:43 PORTA_testi.indd 462 16/03/11 11:43 PORTA_testi.indd 463 16/03/11 11:43 PORTA_testi.indd 464 16/03/11 11:43